Nella sconfitta della Roma di Zeman contro il Catania, Daniele De Rossi è rimasto ancora una volta in panchina, lontano dalle scelte dell’allenatore boemo che “per scelta tecnica” ha ritenuto opportuno non schierarlo evidenziando ancora una volta quello che è il suo dogma tattico, che diviene ragione per lasciare colui che veniva soprannominato “Capitan Futuro” ancora una volta ai margini della Roma, senza poter dare il suo contributo in campo. Secondo Zeman, infatti, De Rossi è un incontrista e, dunque, con Florenzi e Bradley ci sarebbero stati troppi giocatori in quel ruolo,“se c’è Pjanic De Rossi può giocare, ma così ho scelto Tachtsidis e penso abbia fatto una buona gara”, aggiungendo che la presenza di De Rossi in campo può andare in parallelo con quella di Pjanic, e “promettendo” che il centrocampista della Nazionale avrà l’occasione di giocare a Firenze, riferendosi all’impegno infrasettimanale in Coppa Italia.
A chi sostiene, poi, che sia inaccettabile lasciare in panchina un patrimonio della squadra come De Rossi (che per questo guadagna più degli altri, ndr), Zeman risponde in maniera piccata facendo leva sul fatto che per lui non fa differenza l’ingaggio dei suoi uomini e che “non ho mai guardato a quanto guadagnano i giocatori, ma a ciò che possono servire alla squadra”. Tradotto, dunque, usando semplici deduzioni logiche, Daniele De Rossi non serve alla Roma di Zeman (o perlomeno non serve quando non il tecnico non lo schiera) nonostante sia uno degli uomini più rappresentativi, e il boemo rincara ancora la dose, con una frecciatina “generica” ma che, interpretandola nel contesto del discorso specifico, sembra riferirsi ancora all’indirizzo del centrocampista precisando che “la bravura si dimostra sul campo, non in base a quanto si guadagna”.
Una nuova polemica, dunque, che si aggiunge alle innumerevoli frecciatine dei mesi scorsi, che hanno sollevato grandi polveroni nell’ambiente romanista, in particolare perchè il calciatore in questione è uno dei simboli indiscussi (e indiscutibili) della squadra giallorossa. Questa volta, però, la risonanza dell’esclusione di De Rossi e delle parole al vetriolo di Zeman potrebbe essere ancor di più amplificata dall’intervento della società ed, in particolare, di Franco Baldini che ha espresso il suo punto di vista sulla questione, schierandosi al fianco dell’allenatore sminuendo la polemica sul nascere ma, di fatto, appoggiando la decisione dell’allenatore che “deve essere libero di fare le scelte che ritiene opportune, tra cui quella di usare o meno De Rossi”.
Per non incorrere, però, in una crisi diplomatica lo stesso dg Baldini ha poi voluto sottolineare quella che è la “straordinaria importanza di De Rossi”, precisando però che “il valore economico non va messo in ballo nella disamina tecnica, e l’allenatore ha la nostra fiducia”.
Lo stesso Baldini, però, apre uno spiraglio sulla legittimità delle osservazioni post-sconfitta connesse all’esclusione del centrocampista, ancor di più dopo un risultato negativo che, dunque, non sembra dar ragione alle scelte del tecnico, se non altro perchè non sono state supportate dal punteggio e dalla prestazione offerta in campo: “se avessimo chiuso sul 3-0 la gara, la scelta di Zeman non sarebbe stata così sbagliata”.
Tuttavia, il risultato finale di di 1-0 per il Catania, però, racconta un’altra storia e, dunque, probabilmente sarà necessario approfondirne meglio le cause.