Messo alla porta dalle scelte di Allegri prima e dall’arrivo di Cassano poi Ronaldinho ha deciso di far ritorno nel suo Brasile per terminare la carriera tra la sua gente e magari riuscire a togliersi ancora qualche soddisfazione con la Selecao.
Il Milan pur di risparmiare sull’ingaggio ha avallato la cessione ma l’appeal del gaucho potrebbe permettere ai rossoneri di far anche cassa riuscendo a recuperare l’ingaggio della prima parte della stagione e reinvestirla sul mercato per colmare il vuoto venutosi a creare a centrocampo.
Ronaldinho rimbalza tra Gremio e Flamengo ma ai rossoneri andranno circa 4 milioni di euro che insieme alla seconda metà di Astori serviranno a raggiungere Lazzari. E’ il pallino di Allegri il rinforzo di centrocampo per la seconda metà della stagione anche se i giovani Strasser e Merkel hanno dimostrato di esser pronti.
ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di G. FIORITO del 08/01/2011 16.32.05
Adriano Galliani. Illecitamente vostro…
A quali conclusioni ci porterà l’iniziativa del superprocuratore Palazzi
di riascoltare alcuni testimoni e imputati del processo della giustizia
sportiva celebrato nell’estate del 2006, non è dato al momento saperlo.
Certo è che molti protagonisti sfuggirono allora alle indagini e alle
condanne, che più volte abbiamo osservato essere state frettolose e
incompiute. L’Inter più di tutte le società sembra rischiare di
rimetterci qualcosa. Il Milan poco o niente, in virtù del fatto che sia
come società , sia nelle persone dei suoi dirigenti e presunti tali è
stato già oggetto di condanne specifiche.
Si discute però di revisione del processo e anche la posizione del Milan
potrebbe rivelare nuovi spunti di riflessione. C’è la possibilità che la
FIGC decida, in virtù del tante volte citato art. 39, di rivisitare
quanto passato in giudicato alla luce di nuovi fatti, nuove prove e
prove che si sono dimostrate essere false. E c’è il suggerimento
prezioso dell’avvocato Prioreschi, che ha affermato che chi si è reso
responsabile di comportamenti sanzionabili come antisportivi o illeciti
e senza farne parola, è incorso nella reiterazione del comportamento
stesso, annullando i tempi della prescrizione. Insomma, non è detto che
chi a suo tempo non volle o non fu in grado di parlare, potrà tacere per
sempre.
Durante l’interrogatorio presso l’ufficio indagini della FIGC, Galliani
aveva fatto delle affermazioni importanti. E’ ragionevole fare un
raffronto con quanto è andato emergendo dal giugno del 2006? Forse
provarci può rappresentare una semplice speculazione dell’intelletto,
forse può aiutarci a capire e a trovare qualche altro tassello del
complesso puzzle dei fatti e delle responsabilità di calciopoli.
Riguardo a Meani.
Sul dirigente milanista delegato ad occuparsi degli arbitri, Galliani
dice: “Meani è un consulente dell’AC Milan e occupa il ruolo di addetto
agli arbitri. Non è mai stato un dirigente del Milan, ma dal 2001 è
legato al Milan da un contratto di collaborazione coordinata e
continuativa (un co. co. co fu l’espressione usata in maniera ironica).
Tutte le società hanno questa figura. Meani non è un tesserato della
Figc. Meani non frequenta la sede del Milan, con lui ho solo rapporti
occasionaliâ€.
Il 4 luglio il procuratore Palazzi si esprime così: “Meani risulta
essere dirigente addetto agli arbitri ed era a pieno titolo tesserato
della società Milan. Del tutto irrilevanti pertanto le circostanze
addotte per ridurre la portata del suo ruoloâ€. Prosegue dicendo che
“Meani intratteneva rapporti telefonici con gli assistenti degli
arbitriâ€. Ma di Adriano Galliani afferma che “approvava la condotta di
Meaniâ€.
Sappiamo che gli esiti del processo del 2006 hanno visto per il solo
Meani confermata l’accusa di illecito, art. 6. Nessuna corresponsabilitÃ
per il Milan e Galliani. Forse conviene allora non soffermarci troppo
sulla definizione di “dirigente a termine†che si potrebbe coniare nei
confronti dell’ex arbitro, quanto piuttosto sulla controversa qualifica.
Il Regolamento del Giuoco del calcio compendia la figura di “addetto
agli arbitri†, nella regola n. 5, dal titolo “L’arbitro†. In merito
alle decisioni ufficiali della FIGC è espresso quanto segue:
Persone ammesse nel recinto di gioco.
Per le gare organizzate dalla Lega Nazionale Professionisti e dalla Lega
Professionisti serie C e Dalla Lega Nazionale Dilettanti in ambito
nazionale sono ammessi nel recinto di giuoco, per ciascuna delle squadre
interessate, purché di tessera valida per la stagione in corso:
a) Un dirigente accompagnatore ufficiale;
b) Un medico sociale;
c) Il tecnico responsabile e, se la società lo ritiene, anche un
allenatore in seconda;
d) Un operatore sanitario ausiliario designato dal medico responsabile
sanitario della societÃ
e) I calciatori di riserva;
f) Un dirigente addetto agli ufficiali di gara, solo per la societÃ
ospitante. La presenza nel recinto di giuoco del medico sociale della
squadra ospitante è obbligatoria. La violazione di tale obbligo deve
essere segnalata nel rapporto di gara ai fini della irrogazione di
sanzioni disciplinari a carico delle società .
Quando Galliani dice che ogni squadra ha un addetto agli arbitri si
riferisce a un altro tipo di figura rispetto al ruolo di Meani, che come
è confermato dalla difesa del suo avvocato Edda Gandossi, nel corso
della quarta giornata del processo CAF, intratteneva invece rapporti di
“confidenza†e “amicizia†, tra gli altri, “con ex colleghi come Collina
e Racalbuto†fuori dal recinto di gioco.
Riguardo poi a rapporti occasionali con Meani, che Galliani dichiara non
frequentare nemmeno la sede del Milan, vedremo dalle successive
osservazioni che emerge un quadro diverso.
Riguardo alle designazioni degli ufficiali di Gara, in particolare
Pisacreta.
Sempre nel corso dell’interrogatorio presso l’ufficio indagini della
FIGC, Galliani afferma: “L’addetto all’arbitro viene vissuto quasi come
un parafulmine, perché gli addetti all’arbitro sono stati solitamente ex
arbitri. E, quindi, spesso con gli addetti ci si sfoga sul comportamento
degli arbitri. Non ho mai dato input a Meani per intervenire sulle
designazioni degli ufficiali di gara. Non ricordo di aver mai parlato
con il Meani dell’assistente Pisacretaâ€.
Il 18 aprile 2005 Meani telefona a Collina. L’intercettazione viene resa
nota dai legali e consulenti della difesa di Moggi nella prima settimana
di aprile del 2006. I due parlano divertiti, con tono estremamente
confidenziale, della designazione dei guardalinee Babini e Puglisi per
Milan Chievo (finita 1-0 per i rossoneri) del 20 Aprile 2005, una delle
partite che hanno interessato gli inquirenti di calciopoli. Collina, in
quel momento arbitro in attività , si complimenta con Meani per la sua
potenza, per la designazione dei due, notoriamente “amici†dei
rossoneri. Meani risponde che è bastato “tirargli le orecchie come
quelle dell’asino†per ottenerla. Poi allude alla futura nomina di
Collina a designatore arbitrale e l’arbitro risponde: “non penserai mica
di poter fare una cosa del genereâ€. E ancora : “Ho aperto il computer,
ho visto la coppia e dico ‘Non ci posso credere’. Da morire dal ridereâ€
. Meani: “Telefonagli a Brontolo (chiama così Galliani, uno che pretende
il massimo ed è sempre arrabbiato), gli dici ‘Dio bono, non hai schifo’,
digli..” . Dopo un taglio nel file audio dell’intercettazione, Meani
allude al “veto” a Pisacreta, che sarebbe stato ordinato da Galliani:
“Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il famoso veto,
perché Galliani si è incazzato con Pisacreta, l’unico che mi ha
telefonato per dirmi che (Pisacreta, ndr) è un bravo guardalinee e una
bella persona, per garantirmi, per dirmi di non fare queste cose, è
stato lui. Un altro conoscendo il vostro mondo avrebbe detto lascialo
là …”. Collina annuisce: “… che ne fa di meno”. Meani: “Bravo,
bravo”. Nell’intercettazione Collina afferma di avere provato a
contattare telefonicamente “il capo” (Meani lo definisce “il grande
capo”), cioè Galliani.
Galliani non solo avrebbe parlato con Meani di Pisacreta, ma viene
riconosciuto sia dall’addetto agli arbitri del Milan, che dal n. 1 degli
arbitri italiani come “il capo†. Di chi? Di cosa? Ma non era Moggi? Che
con gli arbitri nemmeno ci parlava.
Riguardo a Collina, Puglisi, Marano.
Galliani afferma all’ufficio indagini della FIGC: “Non ho mai incontrato
Pierluigi Collina. Ricordo di aver parlato con Collina telefonicamente
soltanto negli ultimi periodi. Puglisi è l’assistente storico di
Collina, un assistente internazionale. Non mi sono mai interessato alle
nomine di Puglisi e di Maranoâ€.
Non sapremo mai se la cena presso il ristorante di Meani della quale
parlavano Meani e Collina in un’intercettazione nota ai tempi del
processo di calciopoli della giustizia sportiva si svolse o no. Certo è
che più volte, sia Collina, sia Meani, sia lo stesso Galliani alludono
quanto meno a rapporti telefonici tra Galliani e Collina. Lo stesso
Galliani conferma di aver parlato telefonicamente con Collina negli
ultimi periodi. Perché? Senza preservativi né parafulmini a fare da
tramite. Si tratta di rapporti vietati con arbitri, non permessi dal
regolamento per quanto criticabili, con designatori. Si tratta di ciò
che non è mai stato provato a carico della Triade. Considerando pure il
fatto che né Collina né Galliani sono mai stati intercettati, ma il solo
Meani e per il breve periodo di tre mesi. Lo faceva da presidente di
Lega? Non c’era conflitto d’interesse? Cosa si dicevano? Agli inquirenti
non interessava? Come già era stato per l’Inter quando il guardalinee
Coppola si era proposto ad Auricchio e collaboratori? Si tratta di
mancanza di curiosità , negligenza o atteggiamento protezionistico nei
confronti del vice Presidente della squadra del Presidente del Consiglio
nonché allora Presidente di Lega? A distanza di 54 mesi non ci siamo
stancati di aspettare di conoscere come stanno realmente le cose e di
chiedere che chi si è reso responsabile di qualche omissione ci spieghi
come e perché.
Su Puglisi e Marano esiste la seguente intercettazione tra Meani e
Galliani, emersa di recente al processo di Napoli, nella quale i due
preparano forse il terreno per il futuro della “scuderia Milanâ€.
Meani: “E’ possibile che io possa con Lanese spingere due persone da
mettere nelle commissioni Dilettanti e C”.
Galliani:”Spinga”.
Meani: “Perché se abbiamo un po’ di controllo anche nelle categorie
inferiori e’ meglio”.
Galliani: ” Va bene, va bene, spinga, spinga; son gente di fiducia?”.
Meani: “Son gente (di fiducia)…guardi, uno e’ Marano, tra l’altro e’
siciliano e quindi non destiamo nessun sospetto, e’ quello che ha fatto
il guardalinee in Serie A per tanti anni”.
Galliani: “Va bene”
Meani: “Va bene Dottore (??)”.
Galliani: “Va bene, spinga”.
Meani: “Spingo come un pazzo…e Puglisi..Puglisi bisogna fare tutto per
metterlo in A e B”.
Galliani: “Ma dove? negli assistenti peró…”.
Meani: “Negli assistenti, certo”.
Galliani: “Va bene”
Meani: “Va bene Dottore (??)”.
Galliani: “Saluti”.
Meani: ” Saluti, tante buone cose”.
Difficile escludere la falsa testimonianza da parte di Galliani.
Riguardo allo slittamento del campionato in seguito alla scomparsa di
Giovanni Paolo II, Galliani dichiara all’ufficio indagini FIGC: “Mi
ricordo che in occasione della morte del papa venni contattato dal
presidente del CONI e dal presidente della FIGC per decidere cosa fare
essendo lo slittamento del campionato di competenza della LNP. La
decisione della LNP di far slittare una giornata venne concordata con
Petrucci e Carraroâ€.
Citiamo l’intercettazione Meani Ramaccioni, nella quale Ramaccioni passa
subito al telefono lo stesso Galliani, riportata da Tuttosport il 16
novembre 2010.
Meani: Ciao Silvano (Ramaccioni) sono Leonardo. Allora cosa han fatto?
Hanno fatto slittare il campionato, allora, praticamente…
Ramaccioni: Sì, sì. Se vuoi ti passo il presidente, te lo passo. E’
slittato.
Galliani: Leonardo?
Meani: Dottore?
Galliani: Allora abbiamo slittato, giochiamo sabato alle 20.30, anzi
alle 18 col Brescia, poi domenica andiamo Siena.
Meani: Senza Kakà , senza l’altro.
Galliani: Ma secondo lei io dormo?
Meani: No
Galliani: Lei pensa che io dormo, ma porca troia. Anche perché quel
figlio di puttana di Moggi, le racconto: Moggi, che è un figlio di
puttana, faccio sentire anche a Costacurta così si carica. Ha pure
chiamato Preziosi (e gli ha detto) Adriano l’ha fatto apposta così
recupera i sudamericani, c’hanno Shevchenko che sta meglio, hanno
spostato di una settimana. Con l’Inter ce l’abbiamo già . Dopo pensiamo a
quelli di Torino. L’abbiamo già sistemata perché l’accoppiata
Moggi-Capello è?
Meani: E’ micidiale?
Galliani: Come Capello-Sensi, via Capello, Sensi è tornato amico.
L’abbiamo purgato già l’anno scorso, lo purghiamo anche quest’anno. Fa
niente (ride). Capito Leonardo. E’ pieno di uccelli paduli, se non tiri
le corde, non capiscono.
Meani: Anche se ho visto che nel sorteggio gli è saltato fuori Collina:
e ciò è positivo.
Galliani: Tranquillo, vigilare su tutto.
Galliani non dormiva, provvedeva a far slittare il campionato e se ne
compiaceva con Meani. Testimone Costacurta.
Riguardo ai rapporti di Galliani con Bergamo e Pairetto, designatori
arbitrali.
Così Galliani all’ufficio indagini della FIGC: “Mi sentivo
telefonicamente sia con Bergamo che con Pairetto, ma molto raramente.
Non escludo qualche volta di essermi lamentato sugli arbitri né sugli
assistenti. Preciso di non averli mai incontrati se non in occasioni
ufficialiâ€.
Citiamo l’intercettazione Bergamo Galliani dell’aprile 2005.
Bergamo: “Dottore buonasera”.
Galliani: “Eccomi buonasera”.
Bergamo: “Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo
responsabile sono io, Paolo Bergamo, perché Griselli (un assistente) è
di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è
andata così… è uno sfogo tra me e lei…”.
Galliani: “Questi signori hanno perso la testa mi creda, perché ci sono
comportamenti nei confronti dell’universo, in Lega in Federazione…”.
Bergamo: “Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e lei
naturalmente…”.
Galliani: “Non si preoccupi, tale rimane…”.
Bergamo: “Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro
sia in forma e magari non è in forma, oppure l’arbitro è in forma e
sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un’altra cosa, mi
taglierei le mani, mi creda… Ecco questo filo che ho con lei vorrei
tenerlo fino a giugno Dottore…”.
Galliani: “No, no, no, ma poi si vedrà … adesso vediamo la fine del
campionato… con i giusti equilibri…”.
Bergamo: “Mi faccia sentire un po’ il suo calore, il suo calore in
questo momento perché…».
Galliani: “Assolutamente…”.
Bergamo: “Sono solo, non solo, meno che solo…”.
Galliani: “Ma no, no ci sono io…”.
Premuroso Galliani, soprattutto alla vigilia della sfida scudetto Milan
Juventus. Senza contare le 50 telefonate scoperte dalla difesa di Moggi
tra Galliani e Pairetto tra il novembre 2004 e il maggio 2005.
Quanto alle cene a casa di Bergamo con i principali dirigenti del calcio
italiano, tra i temi più discussi nel corso del controesame della difesa
di Moggi al colonnello Attilio Auricchio, nell’aprile 2010, lo stesso
Bergamo ha chiesto e ottenuto di rendere dichiarazioni spontanee: “Sono
diventato quello che faceva le cene e poi si trasformava nel maghetto
del sorteggio. Nel 2004/05 avevo già deciso che sarebbe stato l’ultimo
anno e che avrei dato le dimissioni, cosa che poi ho fatto non senza
scalpore. Fu così che decisi con mia moglie che quando fossero venute a
giocare a Livorno Inter, Juve e Milan, avremmo potuto organizzare delle
cene con Facchetti, Galliani e Moggi, amici che conosco da 35 anni. Così
a gennaio telefonai a Facchetti che stette a cena da me. Lo stesso feci
con Galliani, ma lui il giorno prima della partita mi spiegò che essendo
candidato alla presidenza della Lega la cosa poteva essere mal
interpretata e declinò. A fine campionato, con la Juve già campione,
chiamai Giraudo chiedendo se fosse un problema per lui la presenza di
Innocenzo Mazzini. La cena ci fu, con la mia casa circondata dai
carabinieri ma i regolamenti non vietavano questo tipo di cene… I
regolamenti non impedivano di avere rapporti con le società . C’era
l’esigenza di tenere contatti con le società di calcio per capirne gli
umori e per sapere dettagli che gli arbitri non diconoâ€.
A parte che i carabinieri si attivavano solo quando erano presenti i
rappresentanti della Juventus, fa pensare il guizzo di Galliani, che si
ricorda dell’eventuale conflitto d’interesse legato al fatto di essere
candidato alla presidenza della Lega.
Riguardo al conflitto d’interesse.
Galliani, quando scoppia calciopoli, abbiamo detto più volte, rivestiva
la carica di Vice Presidente Vicario del Milan e di Presidente di Lega.
Questo dualismo viene evidenziato già da Collina, che discutendo con
Meani di un eventuale incontro, si chiede in quale veste incontrare
Galliani, ritenendo alla fine comoda la soluzione del ristorante
dell’addetto agli arbitri del Milan per i requisiti di segretezza. Ma ci
sono dubbi più profondi, che investono non soltanto lo stesso Galliani,
quanto più in generale lo stesso Milan.
Auricchio, nella sua deposizione al processo di Napoli, identifica
facilmente le testate legate alla Juventus, mentre sembra non avere
sentore dei collegamenti tra il Milan e Mediaset. Noi che ci siamo visti
squalificare Ibrahimovic attraverso l’utilizzo di una prova televisiva,
qualche domanda ce la siamo posta. E ce la siamo continuata a porre per
la verità a ogni puntata di Controcampo, ironicamente ribattezzato da
anni Controjuve. Abbiamo visto riacutizzarsi l’attenzione recentemente,
in occasione dell’infelice uscita di Pistocchi riguardo a Krasic.
Sempre all’ufficio indagini della FIGC Galliani dichiara: “Non ricordo
di essermi interessato alla nomina di D’Addato a Presidente degli
arbitri della regione Puglia. Non escludo di aver detto comunque al
Meani che poteva interessarseneâ€.
Tra le intercettazioni conosciute al processo di Napoli, scopriamo che
Meani, tanquillizza D’Addato: Galliani gli ha dato parere positivo per
interpellare Tullio Lanese e vorrebbe fargli fare il presidente.
Ancora riguardo alla raccomandazione richiesta da Paparesta, Galliani
confessa all’ufficio indagini della FIGC: “Sì, mi sono interessato ad un
dossier che Meani mi aveva detto essergli stato consegnato dall’arbitro
Paparesta, non attinente al calcio ma, per quel che ricordo, ad una
materia relativa al carburante ecologico. Ho fatto davvero da passacarte
a favore della mia segretaria invitandola a trasmetterlo alla segreteria
del dott. Letta. Ricordo di aver parlato con Meani e di avergli detto di
dire a Paparesta che la documentazione era stata trasmessa. Non mi sento
di escludere, ma non ricordo, di aver sentito, successivamente, il
Paparestaâ€.
Esercita palesemente la sua influenza e nemmeno lo nega. Paparesta era
un arbitro in attività . Oggi è opinionista presso Mediaset.
Riguardo alla sudditanza psicologica esercitata dalla Juventus.
L’ultima stoccata di Galliani, anche all’ufficio indagini FIGC, è per la
Juventus: “Pensavo che ci fosse la famosa sudditanza psicologica nei
confronti della Juventus. D’altronde basta analizzare gli standard di
riferimento tra quanto accade in Italia e quanto accade, alle squadre
italiane, nelle competizioni europee. Ad esempio, il rapporto tra numero
di falli fatti e numero di ammonizioni ed espulsioni conseguenti: ad
esempio, Milan e Inter hanno più o meno lo stesso rapporto tra falli
fatti, ammonizioni ed espulsioni, mentre i parametri si differenziano
per quanto riguarda la Juventus. Negli ultimi 5 anni in Italia la
Juventus ha vinto 4 scudetti e il Milan 1, mentre, nello stesso periodo,
in Europa il Milan ha sempre fatto meglio della Juventusâ€.
Andrebbero forse detratte dal conto le espulsioni e le ammonizioni
inesistenti, come da copia incolla di Auricchio. Andrebbe consultata la
classifica di wikipedia relativa ai rigori concessi in serie A nel
periodo della Triade. Andrebbe conteggiata l’espulsione che ci costò
l’assenza di Nedved proprio nella finale con il Milan di CL, nel 2003.
Bisognerebbe ricordare che il Milan vinse quella competizione con tre
pareggi, mentre la Juventus giocò contro il Real Madrid quella che fu
definita “la partita perfettaâ€, la più bella forse di tutti i tempi.
Ma se è vero che noi siamo ancora la Juve, nonostante tutto…
“Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio
qualcosa a cui mi appello, a quella capacità di non arrendersi mai. E
questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te
l’aspettiâ€. Gianni Agnelli
adr