Crisi Inter e Milan, San Siro è sempre più tabù

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Lo sconforto di Sneijder © Claudio Villa/Getty Images

Non se la passano bene Milan ed Inter in questo primo scorcio di stagione. Strano a dirsi per due società che solo 2 stagioni fa si contendevano il tricolore. Adesso le cose sono cambiate e dopo 4 giornate di campionato le milanesi hanno messo insieme 9 punti (Inter 6, Milan 3), davvero pochi se si pensa che la Juventus ne ha già 12. Se il buongiorno si vede dal mattino, a Milano quest’anno ci sarà poco da sorridere. Le situazioni deficitarie dei 2 club di Milano, hanno radici antecedenti e diverse tra loro. Ma ciò che accomuna in questo momento Milan e Inter è il rendimento a San Siro. Rendimento a dir poco disastroso per entrambi dato che l’Inter in 5 partite casalinghe ha ottenuto 2 pareggi e 3 sconfitte frutto di 5 gol fatti e 11 subiti mentre il Milan pur giocando di meno (3 partite) non ha fatto meglio anzi ha ottenuto 2 sconfitte e 1 pareggio senza mai riuscire a segnare.

I numeri riflettono e fanno riflettere, certamente non mentono e ci dicono che Inter e Milan, per più motivi che proveremo adesso ad elencare, non riescono a fare risultato pieno tra le mura amiche. Tutto ciò non è ammissibile per 2 squadre che mirano ai vertici del campionato e non può essere spiegato dal fatto che l’Inter ha cambiato tanto oppure dal fatto che il Milan ha perso Ibrahimovic e Thiago Silva. Certamente i 2 motivi sopra citati sono veritieri ma di sicuro non sono l’unico male.

Lo sconforto di Sneijder © Claudio Villa/Getty Images

Partiamo dall’Inter di Andrea Stramaccioni. Squadra rinnovata all’inizio di un progetto tecnico interessante che mira a fare risultati nel breve periodo. Difficile capire se all’Inter valga più la parola progetto o risultato ma certamente il cattivo rendimento in casa può minare l’autostima del gruppo, la sintonia con i tifosi, la fiducia del presidente Moratti, tutti fattori che hanno contraddistinto i primi mesi di Stramaccioni all’Inter. I nerazzurri in casa stanno collezionando magre figure, a partire dalla sconfitta con l’Hajduk, passando per la stesa presa da Zeman, finendo con lo 0-2 di ieri marchiato Siena. In trasferta tuttavia la squadra di Stramaccioni ha dimostrato tutt’altro che fragilità e confusione andando a vincere ben 4 trasferte su 4 non subendo mai gol. Ecco allora che il disastroso rendimento casalingo sembra rispondere ad un problema tecnico-tattico, che evidentemente Stramaccioni non riesce ancora a risolvere. L’ipotesi che la prima sconfitta stagionale con l’Hajduk fosse stata frutto di un calo di concentrazione, è stata sbugiardata dai risultati a seguire ottenuti da Zanetti e compagni tra le mura amiche. L’Inter ha una doppia faccia, è cinica e spietata in trasferta ma inconcludente e fragile in casa, dove da un pò di tempo a questa parte le squadre avversarie danno sempre l’impressione di poter affondare il colpo. Il vero punto debole è il centrocampo e non la difesa come molti pensano. Non è un caso che l’Inter abbia subito molti gol nell’ultima mezz’ora di gara, conseguenza di una squadra che produce gioco ma non gol e alla distanza perde compattezza e convinzione e si riversa in avanti senza nessun acume tattico lasciando la difesa in balia delle scorribande avversarie. A Stramaccioni l’arduo compito di trovare la soluzione magari aiutato da un pò più di fortuna in attacco.

ALLEGRI? MICA TANTO – A differenza dell’Inter, per il Milan il tabù San Siro è conseguenza di una crisi d’identità dei ragazzi di Allegri. Ai nerazzurri manca continuità di gioco e risultati, al Milan invece manca un pò tutto o più semplicemente manca Zlatan Ibrahimovic. Il fuoriclasse svedese oltre a vincere le partite da solo riusciva magicamente a tirarsi dietro tutta la squadra anche dal punto di vista psicologico. Basti pensare a Nocerino, l’anno scorso riusciva ad inserirsi perfettamente nelle aree avversarie macinando gol su gol, quest’anno invece manca proprio di convinzione anche quando deve eseguire il più semplice dei passaggi. Se a questo aggiungiamo la perdita in difesa di Thiago Silva non possiamo non essere d’accordo con la preoccupazione dei tifosi milanisti. 5 partite ufficiali per il Milan ed una sola vittoria ottenuta a Bologna grazie alla tripletta di Pazzini. 3 gol fatti e 5 subiti rendono l’idea della debacle rossonera, conseguenza anche degli addii dei vari Nesta, Seedorf, Gattuso, Zambrotta e Cassano. Il nuovo numero 10 è Boateng, ottimo giocatore ma certamente non uomo squadra. Per Allegri c’è poco tempo a disposizione per cominciare a dare al Milan una nuova identità e non è detto che un suo possibile sostituto riesca nel breve a fare meglio.

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