Abbiamo visto nel calcio praticamente di tutto, ma quello che si paventa in Corea del Nord e confermato dai primi dispacci giornalistici, oltre che indecente e immorale porta lontano le considerazioni derivanti solo dallo sport che ne rimane sporcato in modo indelebile se tutto ciò venisse confermato dai fatti.
il leader dittatoriale della Corea del Nord ha posto sotto arresto l’intera squadra nazionale, causa la sconfitta per 0-1 contro i cugini della Corea del Sud. Kim Jong-Un non perdona e soprattutto non ha avuto un minimo di scrupolo nel prendere la decisione dopo la sconfitta contro gli acerrimi rivali il 2 ottobre scorso. Ovviamente come sempre quando la situazione politica porta ad un Governo estremista le notizie ci mettono un po’, ma poi escono ed arrivano anche nel mondo civile dove ovviamente risponde lo sdegno.
Lo sport ed il calcio si fermano sul risultato e su quanto avvenuto sul campo, chi segue anche un minimo di calcio internazionale e le rassegne mondiali degli ultimi 10 anni sa che la Corea del Nord è decisamente inferiore alla Corea del Sud ed il risultato di 0-1 maturato non sembra proprio una sconfitta umiliante per la Nazionale di Pyongyang, che anzi ha provato il pareggio in alcune occasioni.
Il “Rodong Sinmun” giornale ufficiale nordcoreano non la pensa allo stesso modo e commenta la bruciante sconfitta con parole dure definendo vergognosa la prestazione e consigliando l’esecuzione dell’intera squadra. Soluzione estrema che sembra essere la stessa trovata da Kim Jong-Un, il quale come detto subito dopo il match ha fatto arrestare l’intero entourage della Nazionale. Il dittatore non ha commentato la partita, ma alcuni funzionari governativi appartenenti al regime hanno dichiarato che Kim era furioso e la sua intenzione era proprio quella di giustiziare in pubblico l’intera squadra.
L’associazione “Nessuno tocchi Caino” conferma le notizie trapelate affermando che dopo la partita la squadra è stata prelevata da un pullman e scortata in un carcere di massima sicurezza nordcoreano.