Patteggiamento sì o patteggiamento no? E’ questo l’interrogativo attorno ad Antonio Conte dopo i deferimenti del procuratore federale Stefano Palazzi. L’allenatore della Juventus è indagato per omessa denuncia con riferimento alle partire Novara-Siena dell’1 maggio 2011 e Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011. Conte rischia una squalifica da sei mesi ad un anno ma se l’è cavata piuttosto bene considerando che nei suoi confronti non è stata mossa l’accusa di illecito sportivo che avrebbe causato una pena ben più lunga e che rischiava di costargli la panchina dei torinesi per almeno un paio di stagioni.
Le parole di Carobbio dunque non sono state considerate attendibili tanto da far tirare un sospiro di sollievo alla Juventus che non dovrà mettersi cosi alla ricerca di un nuovo allenatore. A parlare, riguardo al patteggiamento, è l’avvocato difensore del trainer bianconero, Antonio De Renzis, il quale non ha escluso nulla al momento, dovendo valutare bene l’ambito in cui muoversi. Si parla di patteggiamento sportivo in questo caso, ben altra cosa del patteggiamento nella giustizia penale, e dunque il legale di Conte dovrà valutare il tutto con particolare attenzione.
«Tutti hanno sempre detto che il processo sportivo è un processo con l’inversione dell’onere della prova, dove l’incolpato deve dimostrare che l’incolpante dice delle bugie – ha affermato De Renzis –. Se noi non intendiamo il patteggiamento in maniera diversa, allora non c’è onestà intellettuale. Per il momento prendiamo con serenità il ridimensionamento delle ipotesi accusatorie».
Accuse più lievi dunque come sottolineato da De Renzis, il quale ha voluto poi parlare del filone d’inchiesta di Cremona dove secondo lui vi sarà un’archiviazione del caso riguardante il suo assistito. Insomma accuse sgonfiate e adesso l’attenzione si concentrerà solo su quelle che saranno le mosse di Conte il quale potrebbe optare per il patteggiamento oppure non optare per questa strada.