Altra giornata senza acuti azzurri ai mondiali danesi di Ballerup. L’ attesa era tanta nella finale dello scrath, dove il nostro Elia Viviani non aveva fatto mistero di puntare addirittura al titolo, forte di una grande condizione. Ma il veronese ha chiuso al 15° posto, non ha saputo cogliere le occasioni presentategli durante la corsa, facendosi sorprendere dall’ attacco del beniamino di casa Alex Rasmussen e del giapponese Kazuhiro Mori conclusosi con il guadagno del giro. Subito dopo ci ha provato, riuscendoci, anche il colombiano Juan Arango e anche stavolta l’azzurro ha perso l’attimo per seguirlo. Con il podio ormai sfumato, Viviani ha tirato i remi in barca, pensando anche alle gare che lo attendono nei prossimi giorni, a cominciare dall’omnium di domenica.
Male anche gli altri azzurri, dai quali però non ci si aspettava nessuna medaglia. Marco Coledan ha chiuso 14° nell’inseguimento, migliorandosi sul piano cronometrico ma lontano dalle posizioni importanti. La vittoria è andata, per il secondo anno consecutivo, al diciannovenne americano Taylor Phinney. Anonima invece la prestazione di Francesco Ceci, fuori nei ripescaggi del Keirin. La vittoria è del campione olimpico, e dominatore della specialità, lo scozzese Chris Hoy. Lontano dalle prime anche le ragazze dell’inseguimento a squadre (Tagliaferro, Baccaille e l’iridata su strada Guderzo), che però, con 3’34″329, hanno limato quasi un secondo e mezzo al tempo dello scorso anno. Certo, siamo ancora lontani anni luce dal 3’21″748 con cui l’Australia ha vinto l’oro e.
Le uniche speranze azzurre sono quindi riposte su Giorgia Bronzini, La piacentina disputa lo scratch, che lo scorso anno la vide centrare un quarto posto ingiusto causa una contestata decisione della giuria che la privò di una medaglia. Nel frattempo, anche se la corsa a punti resta la sua specialità prediletta, la portacolori della Forestale è migliorata molto anche nello scratch, al punto che ha sfiorato la conquista della Coppa del Mondo della specialità.