Ciclismo. Italia, un 2011 amaro, grandi Evans, Cavendish e Gilbert

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Il numero uno al mondo, Philippe Gilbert ©LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images

Si archivia la stagione 2011 per uno degli sport più amati dagli italiani con le soddisfazioni in casa Italia ridotte al lumicino con nessuna classica conquistata e qualche sorriso solamente al Giro D’Italia.

Il 2010 si era chiuso con le vittorie di Basso al Giro e Nibali alla Vuelta, ma nei grandi giri quest’anno si è raccolto poco con il podio raggiunto solo nella corsa rosa con Scarponi (2°) davanti a Nibali e dietro all’inavvicinabile Alberto Contador.

Il numero uno al mondo, Philippe Gilbert ©LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images

Stupisce l’assenza di vittorie nelle grandi classiche dove il padrone assoluto è stato il belga Philippe Gilbert che ha realizzato il c.d. “Triplete” sulle Ardenne con le gioie all’Amstel Gold Race, alla Freccia Vallone e alla Liegi – Bastogne – Liegi e vincendo il prestigioso “Velo d’Or”, il pallone d’oro del ciclismo. Il belga, che è passato alla BMC di Cadel Evans, sarà ovviamente l’uomo da battere nelle corse di un giorno con l’unico avversario in grado di impensierirlo rappresentato dallo slovacco Peter Sagan definitivamente sbocciato in questa stagione.

Nei grandi giri si sono imposti Alberto Contador nella corsa rosa, Cadel Evans al Tour e Cobo alla Vuelta con la vittoria sicuramente più bella ed emozionante rappresentata da Evans che dopo tantissimi piazzamenti è riuscito a coronare il suo sogno alla Grande Boucle mettendosi alle spalle i fratelli Schleck ed Alberto Contador che per la prima volta non vince una corsa a tappe a cui partecipa. Il titolo mondiale è andato a Mark Cavendish che per l’ennesima stagione è stato incoronato come velocista più forte del globo mentre è di Giorgia Bronzini, con la sua fantastica doppietta, l’unica gioia iridata in casa azzurra.

Come dal resto sottolineato anche dal C.T. Paolo Bettini, il 2011 è stato un anno di transizione per il ciclismo italiano dove comunque sono state fatte delle belle scoperte come Elia Viviani, alfiere della pista azzurra alle prossime olimpiadi di Londra e Sasha Modolo.

Un ultimo ricordo, doveroso, è indirizzato al belga Wouter Weylandt che ha perso la vita nella terza tappa del Giro a causa di una rovinosa caduta in discesa, un dramma che ha profondamente segnato tutto il mondo del ciclismo lasciandosi alle spalle un vuoto definitivamente incolmabile.

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