Il Mancio replica al suo successore dalla stessa platea del Chiambretti Night: Non si è fatta attendere tantissimo la replica di Roberto Mancini che dalla stessa poltrona del Chiambretti Night ha lanciato frecciatine allo Special One e allo staff del presidente Moratti. Il programma andrà in onda giovedi sera su Italia 1 alle 23:40 ma da alcune indiscrezioni sembra che Mancini non abbia mandato giu il paragone tra il comportamento suo e di Mourinho dopo l’eliminazione dalla Champions. Come ricordate Mancini lo scorso anno dopo l’eliminazione annunciò che molto probabilmente avrebbe lasciato l’Inter a fine stagione, mentre lo Special One subito dopo la disfatta dell’Old Trafford iniziò a programmare il futuro. Alla domanda di Chiambretti «Mourinho ha detto che dopo l’eliminazione dalla Champions ha chiesto una riunione di mercato mentre io avevo annunciato l’addio? risponde il Mancio “Chissà, probabilmente è stata un’altra riunione da 100 milioni”. Poi la seconda battuta pungente è sull’ufficio fatto costruire da Mourinho ad Appiano Gentile “Io e il mio staff amavamo stare sul campo, non in ufficio. Ai giocatori, anche a quelli bravi, si può insegnare qualche cosa sul campo, non in ufficio. E comunque un ufficio c’era. Ora c’è una nuova legge che permette di costruire il 30 per cento in più…Sai che ufficio grande sarebbe venuto….”. Poi il tecnico di Iesi ha avuto modo di ribadire, cosi come aveva fatto dal programma della Bignardi, di non aver mandato giu quel comunicato di esonero:”Dopo la partita contro il Liverpool, ho detto credo che me ne andrò, non che me ne andavo. Poi sono stato da Moratti e gli ho spiegato perché mi ero espresso in quei termini. Credevo fosse finita così, non mi aspettavo quello che è successo. E non mi è piaciuto quello che è stato fatto dopo. Intendo quello che ha fatto il suo staff con quei comunicati che si riferivano a situazioni successe nella settimana prima dello scudetto. Se mi avesse detto quello che voleva fare prima, per me sarebbe stato più facile trovare una squadra”. Conclude con una battuta sull’esonero «E’ vero, sono stato il primo allenatore a far giocare una squadra italiana con tutti stranieri, poi io che ero italiano sono diventato di troppo…». E ancora: “Sono stato per quattro anni all’Inter e dopo questo periodo era necessario modificare alcune cose. O si faceva così, oppure era meglio cambiare strada. Il presidente Moratti ha scelto la seconda soluzione, come era nel suo diritto”.
fonte:corrieredellsport