Il pareggio al San Paolo in rimonta ha fatto sì che il Milan tornasse nella dimensione normal people. Se la classifica dei rossoneri non ha tratto poi così largo beneficio dal punto strappato a Napoli, il morale e l’autostima della truppa di Allegri ha registrato un balzo notevole. Il termometro in quel di Milanello è nuovamente arancione. I tifosi del Diavolo si augurano che la temperatura salga ancora, fin dal prossimo match. Mercoledì infatti il Milan sarà impegnato nella delicata trasferta belga, dove ad attenderlo troverà l’Anderlecht. Partita chiave del Gruppo C di Champions quella contro i belgi allenati dall’olandese Van den Brom. Analizziamo le trappole, le insidie, le difficoltà del Milan in Belgio.
FATTORE C– Il Milan è consapevole che a Bruxelles non sarà una passeggiata. Allegri dovrà essere bravo a far saltare quello che ad oggi rappresenta la certezza più forte dei padroni di casa: il fattore C. La C di casa, la C dello stadio Constant Vanden Stock. Forse non è più una novità o una sorpresa come i belgi riescano a trasformarsi difronte al proprio pubblico, ma i numeri di questo inizio di stagione spiegano al meglio il plus della squadra di Van den Brom. In otto partite di campionato giocate allo stadio Constant, l’Anderlecht ha raccolto 22 punti sui 24 totali, vincendole tutte e pareggiando una sola volta (contro il Genk, il 2 settembre scorso, attuale quarta forza della Jupiler League). Fin qui 22 i gol segnati in casa, quattro quelli subiti (fra cui due proprio contro il Genk). In Europa soltanto il Psv di Dick Advocaat in Olanda ha fatto meglio (sette vittorie su sette, 29 gol fatti e 4 subiti).
MAL DI TRASFERTA – Di contro il Milan non può essere certamente definito come un caterpillar quando gioca lontano da San Siro (se per questo non è un rullo compressore nemmeno in casa). In stagione sono pochissime le vittorie che Allegri può contare, per l’esattezza due. Quella abbastanza casuale di Bologna, datata ormai all’inizio dello scorso settembre, e il trionfo inaspettato in Russia contro il malandato Zenit di Luciano Spalletti. Per il resto i rossoneri hanno raccolto la miserie di 3 punti in otto trasferte, grazie ai pareggi di Parma, Palermo e appunto Napoli. Preoccupante anche il numero di gol subiti (14), ad una media di quasi due reti a partita.
FONDAMENTALE – Il Milan in Belgio si gioca tanto, sia del presente che del futuro. Una sconfitta inopinata a Bruxelles significherebbe bruciare una ghiotta occasione per staccare il pass definitivo che darebbe al Diavolo l’accesso agli ottavi di Champions League. La situazione del girone induce sì ad un cauto ottimismo, a patto che nelle prossime due partite, a partire da mercoledì, scenda in campo il Milan visto a Napoli e non quello di sette giorni fa contro la Fiorentina. Perché perdere fra tre giorni significherebbe anche buttare al vento una discreta quantità di denaro per il prossimo mercato invernale, senza dimenticare come un Milan senza Champions diventi agli occhi di un calciatore una squadra come tante altre. Un successo invece cambierebbe, e di molto, la situazione in quel di Milanello, forse l’intera stagione. La parola d’ordine per i rossoneri è aggrapparsi a quelle poche certezze che ancora rimangano, prima fra tutte quella che rimanda a Stephan El Shaarawy.