Il Milan supera 4-0 l’Arsenal e ipoteca la qualificazioni ai quarti di Champions. Gli inglesi cadono sotto i colpi di Boateng (15′) e Robinho (38′) nel primo tempo, mentre nella ripresa capitolano per la doppietta personale del brasiliano (49′) e il rigore al 79′ di Ibrahimovic, il migliore in campo. Wenger sprofonda nella panchina, quasi volendo nascondersi dopo la prova della sua squadra. Raggiante Allegri che in una notte magica spazza via tutte le perplessità sulla carta d’identità dei propri ragazzi. San Siro esplode, una partita che è entrata già nella storia del club più titolato al mondo.
LA PARTITA PERFETTA – Alla vigilia nessuno ipotizzava un successo così facile per il Milan ai danni dei Gunners, e nemmeno il tifoso più ottimista avrebbe avuto il coraggio di puntare un solo euro sul risultato secco di 4-0 con cui i rossoneri hanno asfaltato letteralmente la formazione avversaria, mettendo in ginocchio il calcio inglese e sfatando quel tabù che rischiava di distruggere psicologicamente le certezze del Diavolo. Molti che sedevano oggi a San Siro, man mano che il cronometro andava avanti, avranno iniziato a tornare con la mente al passato. Un passato che i tifosi del Milan avevano quasi dimenticato, essendo passati quasi 5 anni dall’ultimo successo in Coppa Campioni. Il match di stasera accende i motori della macchina del tempo rossonera, riavvolgendo il nastro a quella notte del 2007, quando un certo Carlo Ancelotti riuscì a condurre i propri uomini alla finale di Atene disputando a San Siro la cosiddetta partita perfetta, il 3-0 al Manchester United che nessun tifoso del Milan potrà mai dimenticare. Quell’anno arrivò la Champions, la più inaspettata e imprevedibile per la società di Via Turati. Gli uomini sanno bene che la storia ha quella caratteristica che la rende speciale: si ripete.
EFFETTO BOATENG – Forse è un caso, o forse no. Il miglior Milan della stagione (anche se è riduttivo pensare soltanto al 2011-2012) ha un protagonista assoluto che alla vigilia non era nemmeno dato nell’undici titolare, il Principe Boateng. Schierato nel ruolo a lui più congeniale, quello di trequartista, spacca in due il match. La difesa dell’Arsenal va subito in tilt per la pressione costante che i padroni di casa riescono a mettere per tutti i 90′ minuti dell’incontro, forse la chiave determinante del successo. Il gol che sblocca il risultato a favore dei rossoneri è pazzesco, e lo segna proprio lui, il Boa. Destro al volo da dentro l’area che prima colpisce la parte inferiore della traversa per poi rimbalzare nell’asta inferiore della rete, senza nemmeno toccare quest’ultima. Una rete da cineteca.
ROBINHO, IL RITORNO – La punta brasiliana ex City conferma di essere un giocatore dalla mentalità parecchio ballerina, come la sua esultanza dopo il primo gol della serata. Segna una doppietta nella gara più importante fino ad oggi, depositando la sua firma indelebile in una delle partite che i tifosi più giovani presenti allo stadio racconteranno ai propri nipoti. La seconda rete ad inizio secondo tempo manda il Milan sul 3-0, scatenando il tripudio sotto la Curva Sud. Wenger cade in depressione, pensando già al volo di ritorno che attende lui e la propria squadra a Londra.
L’ULTIMA DI HENRY – A nulla è servita la carta Henry, utilizzata dopo il rientro dagli spogliatoi, con il francese che non è riuscito ad incidere in alcun modo sull’andamento della partita. L’attaccante tornerà in America nella giornata di domani, e se solo avesse immaginato una disfatta di tali dimensioni avrebbe sicuramente anticipato volentieri la sua partenza verso gli States. Un 4-0 che forse non macchia la carriera indimenticabile vissuta da Henry tra le fila dell’Arsenal, ma che in ogni caso rimarrà come uno di quei risultati che in certe notti riaffiora sotto forma di incubo.
CILIEGINA IBRA – Dimenticati gli schiaffoni, dimenticate le follie, ecco un nuovo straripante Ibrahimovic. L’attaccante svedese conclude una prova maiuscola al cospetto della squadra inglese, lanciando contropiedi pericolosissimi e trasformandosi in uomo assist in occasione della prima rete di Robinho. Se Emanuelson e Pato fossero meno egoisti nel finale, il bomber di Malmoe avrebbe festeggiato la seconda marcatura dopo il rigore realizzato al 79′. L’Ibrahimovic versione Champions piace e convince più del formato campionato. Il mondo si è proprio capovolto.