Quando questa estate il nome di Alessio Cerci veniva accostato a quello del Manchester City in molti pensavano che fosse l’ennesima follia di un egoista come Mancini capace di rastrellare il mercato di ogni ordine e grado togliendo alle altre squadre un possibile talento. L’espolisione in questo scorcio di stagione ha però rivalutato il fiuto del Mancio ma sopratutto riportato in auge di un talento che il nostro calcio rischiava di perdere per qualche infortunio di troppo. Cerci è un classe ’87 e nasce ovviamente dal florido vivaio della Roma. Fu Capello il primo a vedere in lui qualità importanti tanto da farlo debuttare in serie A a soli sedici anni a Marassi nel match tra la Samp e i giallorossi. Vive la sua stagione migliore a Pisa in serie B, con Ventura in panchina e con la possibilità di esprimersi con continuità sulla fascia destra. Dopo la sfortunata esperienza all’Atalanta e il ritorno alla Roma viene acquistato dalla Fiorentina grazie al fiuto di Pantaleo Corvino. Un carattere esuberante e la convinzione di non aver nulla da invidiare a nessuno in un primo momento lo porta a litigare con Mihajlovic e con la tifoserie viola ma con il tempo e a suon di prestazioni importanti ha conquistato proprio tutti e adesso si candida ad un posto nei 23 che Prandelli porterà all’Europeo. L’esplosione di Cerci riporta alla luce il ruolo dell’ala pura dimenticata nel calcio italiano per la predilezione di nuovi schemi facendo rivivere la stella di Donadoni o quella più recente di Mauro German Camoranesi. Il “Thierry Henry” di Valmontone, com’era soprannominato ai tempi della Roma, è un giocatore atipico al nostro calcio grazie alla sua grande rapidità e alla capacità di saltare l’uomo creando superiorità in attacco. Prandelli che per il doppio match contro Serbia e Irlanda del Nord ha deciso di non convocarlo ha però confessato qualche giorno addietro di seguirlo quest’oggi nella prima conferenza stampa dal ritiro di Coverciano è tornato a parlare di Cerci “Ci sono molte squadre che stanno facendo bene. Tra queste la Fiorentina, che ha mantenuto i tre grandi giocatori che erano stati messi sul mercato, è una delle Fiorentine migliori degli ultimi anni. Cerci? Lo sto seguendo e vedrò se e come prendere in considerazione quest’aspetto. Non bastano due-tre partite per convincermi a cambiare modulo. Con gli esterni devi giocare in modo completamente diverso Cerci sta facendo bene così come Schelotto dell’Atalanta, ma, ripeto, sono ancora poche partite”.