Categoria: Motori

  • Hamilton in pole a Monza, ancora guai per Alonso

    Hamilton in pole a Monza, ancora guai per Alonso

    Lewis Hamilton conquista la pole position del Gran Premio d’Italia che si correrà domani sul velocissimo circuito di Monza. Il pilota anglo-caraibico della McLaren stampa un tempo cronometrato impressionante di 1:24.010 terminando l’ultima sessione con il giro più veloce dell’intere qualifiche. Per Hamilton si tratta della quarta pole position stagionale e la 23esima in carriera.

    A completare la prima fila il vincitore dell’ultimo GP corso in Belgio Jenson Button con la seconda McLaren, le due Frecce d’Argento, che sono state le vetture più performanti sul tracciato monzese sin dal venerdì, partiranno davanti a tutti. Button è staccato di 123 millesimi dal compagno di squadra e precede Felipe Massa. Ottime qualifiche quelle del brasiliano che ha portato la sua Ferrari a centrare il terzo tempo assoluto (sfruttando anche il gioco delle scie con Alonso) fermando il cronometro sull’ 1:24.247 non molto lontano dalle due McLaren e auspica di poter inserirsi nella battaglia per la vittoria finale conscio che un eventuale buon risultato a Monza possa incidere notevolmente su una sua riconferma al volante del Cavallino Rampante.

    Lewis Hamilton © DIMITAR DILKOFF/AFP/GettyImages

    Se un ferrarista sorride l’altro piange: il calvario di Fernando Alonso cominciato ieri con la rottura di un propulsore alla mattina e il problema idraulico al cambio al pomeriggio prosegue oggi con un guasto alla sospensione posteriore riscontrato nell’ultima e decisiva sessione, la Q3, quella che assegna la pole position. Sfortunato lo spagnolo visibilmente rammaricato al termine delle qualifiche che non ha potuto sfruttare appieno tutto il potenziale della sua Ferrari per il guaio meccanico dovendosi accontentare della decima piazza. Il leader del Mondiale, dopo essere stato messo ko a Spa una settimana fa, domani si troverà ad affrontare una gara tutta in salita per non perdere altro terreno da Sebastian Vettel che centra il sesto tempo al termine di prove libere e qualifiche tribolate e che paga 8 decimi da Hamilton: la Red Bull è infatti in affanno sui lunghi rettilinei del circuito di Monza come testimonia anche l’undicesimo tempo di Mark Webber, eliminato nella seconda sessione. Il team campione del mondo in carica dovrà inventarsi qualcosa domani in gara per lottare per le posizioni di testa.

    Vettel al via sarà stretto tra la morsa delle due Mercedes di Michael Schumacher e Nico Rosberg che guadagnano una posizione ai danni di Paul Di Resta il quale dovrà scontare una penalità e verrà retrocesso dalla quarta posizione conquistata alla nona. Chiudono la top ten la Lotus di Kimi Raikkonen (ottavo) e la Sauber di Kamui Kobayashi (nono), anche loro avanzeranno di una posizione per la retrocessione del pilota scozzese. Domani il via all’attesissimo Gran Premio d’Italia alle 14:00.

  • Video incidente Alonso, per fortuna solo tanta paura

    Video incidente Alonso, per fortuna solo tanta paura

    Poteva avere un epilogo peggiore l’incidente innescato dalla folle manovra di Roman Grosjean durante il GP del Belgio. Il pilota francese della Lotus subito dopo la partenza ha innescato una paurosa carambola coinvolgendo Fernando Alonso, Luis Hamilton e Sergio Perez. Lo spagnolo della Ferrari è stato fortunato per aver evitato il contatto con la Lotus volata sopra la Ferrari e passata vicinissima al suo casco.

    Fernando Alonso nonostante il forte spavento e qualche acciacco alla schiena ha voluto rassicurare subito i tifosi iniziando a pensare al GP di Monza in programma domenica prossima.

    “Sto bene, penso che la cosa più importante sia che tra 5 giorni saremo a Monza. – dice Alonso – Ho solo un dolore alla schiena, ma passerà presto. La Lotus è passata sopra la mia testa, ma è andato tutto bene, la cosa negativa sono i punti persi e il podio che oggi era possibile. Diciamo che ero nel punto sbagliato nel momento sbagliato”.

    Le immagini dell’incidente di Alonso al Gp del Belgio | © Tom Gandolfini/AFP/GettyImages

    La direzione gara ha invece valutato punibile la condotta di Roman Grosjean sospendendolo per il prossimo Gran Premio e costringendolo a pagare 50 mila euro di multa.


    Video incidente Alonso al Gp del Belgio

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  • Che paura per Stoner e Hayden ad Indianapolis. Video

    Che paura per Stoner e Hayden ad Indianapolis. Video

    Spettacolari ma per fortuna senza grosse conseguenze gli incidenti di Casey Stoner e Nicky Hayden durante le qualifiche del GP di Indianapolis di ieri pomeriggio. L’australiano della Honda inseguito al terribile contatto con l’asfalto ha richiesto l’aiuto dei soccorsi lamentando un problema alla caviglia che però non gli impedirà di prender parte alla corsa di quest’oggi nonostante le sue condizioni non possono esser al meglio. Casey Stoner ha riportato una lesione alla caviglia e durante il warm up ha chiuso con il sesto tempo. Conseguenze più serie per l’americano costretto a dar forfait al GP di Indianapolis. La sua caduta ha fatto temere al peggio con il pilota steso sulla pista e apparentemente privo di conoscenza, in realtà, nonostante la terribile paura le sue condizioni sono apparse da subito positive.

    Nicky Hayden a terra dopo l’incidente sulla pista di Indianapolis | ©Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Gli accertamenti, a cui è stato sottoposto dopo la caduta nelle qualifiche di ieri, hanno evidenziato la frattura del secondo e terzo metacarpo della mano destra mentre la Tac ha dato esito negativo escludendo problemi cerebrali. Nicky Hayden ha trascorso la notte al Methodist Hospital di Indianapolis.

    Video incidente Casey Stoner Indianapolis 2012
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    Video incidente Nicky Hayden Indianapolis 2012
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  • Valentino Rossi lascia la Ducati ufficiale il ritorno in Yamaha

    Valentino Rossi lascia la Ducati ufficiale il ritorno in Yamaha

    Valentino Rossi e la Ducati si dicono addio. Dopo due anni difficili con risultati non all’altezza del Dottore, le due parti si salutano. Ad annunciarlo è stata prima la casa  di Borgo Panicale con un comunicato in cui annunciava la separazione alla fine del 2012 con il pilota italiano. A confermare il tutto è stata la Yamaha che ha ammesso l’arrivo di Vale alla scuderia giapponese con un contratto biennale (per le stagioni 2013 e 2014). Nessun colpo di scena insomma. Le voci circolate negli ultimi giorni si sono rivelate veritiere e l’annuncio che doveva essere dato per ferragosto è stato anticipato alla giornata odierna.

    Si conclude così l’avventura di Rossi in sella alla Ducati. L’arrivo di Audi non è servito a convincere il pilota italiano che non è rimasto affascinato dal nuovo progetto della casa italiana, aiutata dai finanziamenti tedeschi e ha deciso di lasciare la Desmosedici. Due anni (non ancora conclusi) difficili, tante delusioni e poche soddisfazioni anche se proverà fino alla fine a salire almeno una volta sul gradino più alto del podio (cosa che non gli è ancora riuscita dall’inizio dell’avventura in Ducati).

    Valentino Rossi © ROBYN BECK/AFP/GettyImages

    Per il Dottore quindi si riaprono le porte della Yamaha, scuderia con la quale ha già corso per sette bellissimi anni dalla stagione 2004 a quella 2010, vincendo 46 gran premi e conquistando 4 titoli mondiali. E’ la moto che si sente più sua, essendo arrivato alla casa giapponese nel periodo più difficile per la stessa e riportando alla vittoria.

    Due anni di contratto per il nove volte Campione del Mondo, che correrà con la Yamaha nel 2013 e 2014 e tornerà a far coppia con lo spagnolo Jorge Lorenzo. Valentino Rossi avrà la possibilità, grazie all’autorizzazione della Ducati, di provare la sua nuova moto nel test del 12 novembre a Valencia, il giorno seguente al gran premio spagnolo.

    In casa Ducati invece è caccia al pilota. Si contendono il posto lasciato liberto dal Dottore, l’italiano Dovizioso e il britannico Crutchlow.

  • A Silverstone vincono Baz e Guintoli

    A Silverstone vincono Baz e Guintoli

    E’ stato una gara letteralmente pazza quella appena conclusasi sul circuito di Silverstone, teatro del Gran Premio di Gran Bretagna ,decimo appuntamento stagionale della Superbike. Sul tracciato inglese la vera protagonista di giornata è stata la pioggia che ha tenuto tutti con il fiato sospeso e che ha caratterizzato entrambe le manche. Su condizioni di asfalto pressochè indecifrabile e insidiosissimo ha trionfato la Francia, con Loris Baz, sostituto in Kawasaki dello sfortunato pilota spagnolo Joan Lascorz,vittorioso in gara 1, e Sylvain Guintoli, alla sua prima vittoria all’esordio con il team Pata in sella alla Ducati. Week-end da dimenticare per Max Biaggi, caduto in gara 1, e soltanto 11esimo iun gara 2. Marco Melandri, rispettivamente settimo e ottavo, ha cosi potuto recuperare qualche punticino prezioso nella classifica del Mondiale dove ora la leadership è lontana solo 10,5 punti.

    GARA 1 – A dir poco spettacolare la prima manche di Silverstone. Gara sospesa dopo soltanto un giro a causa dell’arrivo della pioggia che costringe i meccanici a rientrare sulla griglia e modificare gli assetti delle moto. Molto ardua la scelta della gomma da montare perchè la pista non è asciutta ma nenache tanto bagnata da poter azzardare la gomma rain.

    Quasi tutti i piloti infatti optano per la gomma slick a parte il poleman Jakub Smrz e Sylvain Guintoli che prevedono per la gara tantissima acqua. Scelta sbagliata quella dei due ex compagni perchè la pioggia arriva soltanto nel finale quando il distacco dai primi è troppo grande e per di più a gomma completamente rovinata per aver corso per 3/4 di gara quasi sull’asciutto. Infatti sia il francese che il ceco vengono doppiati durante la gara.

    Davanti è lotta serrata tra i protagonisti con Carlos Checa che dopo aver provato la fuga è costretto a rallentare per l’eccessivo consumo delle gomme e il conseguente arrivo della pioggia. In testa si avvicendano un pò tutti, grande gara per Loris Baz, che riesce a tenere il ritmo dei primi ma sono ben 10 i piloti in lotta per la vittoria e i tempi si alzano di ben 30 secondi al giro. La prima vittima dell’asfalto viscidissimo è il padrone di casa Leon Camier, caduto a pochi giri dal termine ma in lizza per la vittoria per tutta la gara. Dopo questo episodio il connazionale della Kawasaki Tom Sykes e Davide Giugliano sulla Ducati scelgono la via della prudenza e si allontanano dal gruppo.

    Sylvain Guintoli © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Finale decisamente mozzafiato. Proprio nell’ultimo giro del GP Max Biaggi cade all’entrata dell’ Hangar Straight lasciando la strada spianata a Melandri e Haslam in lotta per la quinta posizione con Checa. Ma è l’ultima curva che ha dell’incredibile. Con Baz involato verso la vittoria la lotta è per la seconda posizione e vede coinvolti il duo della Bmw Motorrad Italia, Michel Fabrizio e Ayrton Badovini, e il pilota della Honda Jhonny Rea. Fabrizio supera Rea, costringendolo ad  impostare più largo l’ultima curva, Badovini decide di infilarsi nello spazio e cade all’uscita della curva ma riesce a tagliare ugualmente il traguardo anche da terra. Conseguentemente (e fortunatamente) Rea travolge la Bmw dell’italiano, cadendo anche lui, ma riesce ugualmete a chiudere in quarta posizione. Finale davvero spettacolare, con Baz che a soli 19 anni vince il suo primo GP nelle derivate di serie.

    In quinta posizione chiude Checa, per lungo tempo leader della gara, davanti alle Bmw ufficiali di Haslam e Melandri, che con la settima posizione guadagna nove punti su Biaggi. Nella top-ten anche Sykes, Giugliano e Eugene Laverty. A punti anche Lorenzo “Zorro” Zanetti, in 12esima posizione.

    GARA 2 – Nella seconda manche la gara viene fermata ancora prima della partenza. Il nuovo arrivo della pioggia infatti costringe i commissari a ritardare la partenza ma questa volta il cielo è minaccioso e non promette nulla di buono. A differenza di gara 1 infatti tutti i piloti decidono di optare per la gomma da baganato in previsione di un vero e proprio temporale che di fatti si scatenerà di lì a poco.

    Questa volta la gara è meno combattuta, almeno per la prima posizone, dove sul bagnato Guintoli e Smrz, che questa volta ha azzeccato la scelta giusta, sembrano fare un altro mestiere.

    Con l’aumentare della pioggia cominaciano le prime cadute: ad aprire il giro è Davide Giugliano, scivolato nel tentativo di rincorre Baz, seguito dal connazionale Ayrton Badovini, mentre per Camier il Gran Premio di casa non ha portato bene e anche in gara 2 è costretto al ritiro anche se non per una caduta ma per problemi al motore della Suzuki Gsx.

    E’ toccato poi a Checa saggiare la ghiaia del circuito inglese, mentre nel gruppo di testa prima cade Smrz, e dopo la grandissima rimonta sui primi due Loris Baz, eroe di giornata, passa in testa alla gara, ma cade subito dopo lasciando pista libera a Guintoli. La stessa sorte è toccata al compagno di squadra Tom Sykes, caduto e infuriato con i commissari di gara che a quel punto decidono di sospendere la gara a 9 giri dal termine e di conseguenza assegnando la metà del punteggio ai piloti, con classifica aggiornata al giro precedente quando quasi tutti ancora erano in pista.

    Quindi Baz e Smrz chiudono ugualmente sul podio, in seconda e terza posizione alle spalle del vincitore Guintoli. In quarta posizone Laverty chiude davanti all’ottimo Maxime Berger, in sella alla Ducati Effembert proprio come sostituto di Guintoli, alla sua seconda vittoria in Superbike e prima all’esordio con il team Pata. Carlos Checa piazza la sua Ducati in sesta posizione dopo una bella rimonta dall 15esima posizione, mentre Marco Melandri limita i danni anche in gara-2, chiudendo ottavo ancora una volta davanti a Biaggi, soltanto 11esimo. Alle spalle del campione romano troviamo Tom Sykes, partito dalla pit-lane per aver modificato prima della partenza il carico della forcella. Soltanto 13esimo questa volta Michel Fabrizio, 17esimo e ultimo Leon Haslam.

  • Smrz in pole a Silverstone. Male Biaggi e Melandri

    Smrz in pole a Silverstone. Male Biaggi e Melandri

    Jakub Smrz ha conquistato la pole position del Gran Premio di Gran Bretagna, teatro del decimo appuntamento stagionale delle derivate di serie. Sul circuito di Silverstone il pilota ceco è stato il più abile ad interpretare le condizioni del tracciato inglese reso insidiosissimo dagli scrosci di pioggia che ad intermittenza si sono abbattuti sul circuito e che hanno caratterizzato tutta la sessione di qualifica.

    Il pilota della Ducati Effembert dunque partirà davanti a tutti grazie al tempo di 2:20.810, tempo di soli 36 millesimi meglio di quello del pilota di casa Leon Camier, che partirà in seconda posizione con la Suzuki GSX finalmente tornata competitiva.

    Al terzo posto si è classificato Sylvain Guintoli, fresco di divorzio per motivi personali proprio con il team Effembert con il quale ha corso fino al Gran Premio scorso, quello di Brno. Il pilota francese ha perso il duello con il suo ex team e con il suo ex compagno di squadra, ma si è toltola soddisfazione di aver raggiunto la terza piazza al suo esordio con il team Pata, sempre in sella ad una Ducati.

    Jakub Smrz © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Al quarto posto troviamo un altro inglese, Leon Haslam con la prima delle Bmw, che ha chiuso la prima fila con un distacco che è riuscito a mantenere sotto il secondo. Più staccati tutti gli altri con un ritardo superiore al secondo: ad aprire la seconda fila sarà Davide Giugliano in sella alla Ducati del team Althea che sarà affiancato dal connazionale Marco Melandri, alle prese con qualche problemino di troppo rispetto all’ultima uscita con tanto di doppietta a Brno nel GP della Repubblica Ceca. Il ravennate, in condizioni di misto, ha sofferto molto i problemi di chattering presenti sulla S1000RR ad inizio stagione e che sembrava fossero stati risolti.

    Stesso discorso per Max Biaggi, che non è riuscito ad entrare neanche nei “top-eight” per giocarsi la Superpole negli ultimi dieci minuti di sessione. Il campione romano dunque partirà 11esimo e sarà costretto ad una grande rimonta. Tra di loro troviamo Carlos Checa in settima posizione e il re della Superpole Tom Sykes, oggi meno performante del solito e per questo in ottava posizione. I due piloti chiuderanno la seconda fila ed entrambi sono stati autori di una caduta nella seconda manche di qualificazione, a dimostrazione della difficoltà dei piloti sulla pista. Anche Davide Giugliano è caduto nella stessa sessione di qualificazione ma è riuscito successivamente a recuperare meglio e a piazzarsi davanti al compagno di team, che non sta vivendo di certo una delle sue migliori stagioni.

    Ad aprire la terza fila ci sarà Loris Baz, caduto anche lui ad inizio sessione, che con la nona posizione è stato il primo degli eliminati nella seconda manche, davanti all’inglese Johnny Rea sulla Honda Cbr. Michel Fabrizio ha chiuso in 15esima posizione, più in ritardo gli altri italiani con Niccolò Canepa, Ayrton Badovini e Lorenzo Zanetti rispettivamente in 17esima, 18esima e 19esima posizione.

    Da tenere d’occhio ancora una volta le condizioni atmosferiche che domani non dovrebbero migliorare e potrebbero essere ancora variabili anche durante il prosieguo delle due gare.

  • Rossi tra Ducati e Yamaha “Decido dopo le vacanze”

    Rossi tra Ducati e Yamaha “Decido dopo le vacanze”

    Termina con una caduta abbastanza strana, non la prima, a due giri dal termine il week-end nero di Valentino Rossi a Laguna Seca. Fortunatamente nessuna conseguenza seria è stata riportata dal 7 volte campione del mondo della classe regina ma se a livello fisico è tutto ok a risentirne è stato il morale. La caduta alla staccata del “Cavatappi” sembra sia stata la pietra tombale sul rapporto che lega il Dottore alla Ducati, la parola fine ad una storia mai decollata.

    Nelle interviste del dopo gara anche lo stesso Rossi, che cerca di nascondere la sua delusione per la situazione di stallo che non accenna a sbloccarsi, conferma le voci che circolano nel paddock da diversi giorni, ovvero quella di una proposta della Yamaha che gli ha offerto la M1 ufficiale, per intenderci la moto che lascerà a fine stagione Ben Spies e quella che è stata sua per 7 anni. Ma se da un lato Rossi è affascinato dall’idea di un ritorno romantico dalla “sua amata”, dall’altro non vorrebbe che la sua avventura in Ducati venga ricordata come un completo fallimento.

    Nei giorni scorsi Valentino si è incontrato con il presidente di Ducati Gabriele Del Torchio il quale gli ha presentato una proposta di rinnovo con la casa di Borgo Panigale: ingaggio ritoccato al rialzo di 17-18 milioni di euro all’anno secondo i ben informati, ritoccato al ribasso invece secondo il diretto interessato, per un contratto della durata pluriennale. Un accordo a lungo termine per tenersi ancora stretto il pilota simbolo dell’ultimo decennio e più del Motociclismo al quale vanno ad aggiungersi le garanzie tecniche assicurate dal nuovo proprietario di Ducati, Audi: «L’offerta economica è pluriennale ma ritoccata al ribasso ma comunque molto più alta di quanto offre Yamaha però per me i soldi per fortuna non sono così importanti e non incideranno sulla mia decisione. Sto pensando al mio futuro: in Ducati ora stanno cambiando tante cose c’è l’Audi e c’è tanta motivazione di tornare ai vertici e risolvere i problemi. Continuare a restare qui però significa fare una scommessa a lungo termine».

    Valentino Rossi © ROBYN BECK/AFP/GettyImages

    Ed è proprio da quest’ultima affermazione che si intuisce nelle parole di Rossi la voglia di chiudere il capitolo Ducati e voltare pagina perchè a 33 anni non può permettersi altre stagioni come quelle trascorse con la casa bolognese per tornare sin da subito a lottare con i primi e tentare di vincere un altro titolo Mondiale prima di ritirarsi dalle corse per motivi anagrafici. La decisione sul suo futuro si saprà solo la pausa, i piloti e la MotoGP infatti andranno in vacanza. Tra tre settimane, il 19 agosto, ad Indianapolis un annuncio, per forza di cose, dovrà essere dato: ad oggi la pista più percorribile, ascoltando anche le dichiarazioni neanche tanto sibilline di Andrea Dovizioso nel dopo gara «L’anno scorso avevo deciso di andare in Tech 3 per conquistarmi una Yamaha ufficiale, ma sembra che non sia possibile perché Valentino é molto vicino e quindi valuterò anche altre soluzioni», è quella del ritorno di Rossi in Yamaha. Unica controindicazione la presenza ingombrante nel box di Jorge Lorenzo, pilota che si è riconfermato ai livelli di campione del mondo e sul quale la casa nipponica sta puntando tutto. Non praticabile la terza opzione, quella di un approdo nel team gestito da Fausto Gresini, che aveva offerto la sella della Honda clienti al pilota di Tavullia. Ad ogni modo il divorzio da Ducati pare essere la scelta più saggia da fare, continuare un altro anno, due ad annaspare nel mezzo del raggruppamento non gioverebbe a nessuno, nè a Rossi nè a Ducati.

  • Stoner “mostro della Laguna”, Rossi “a terra”

    Stoner “mostro della Laguna”, Rossi “a terra”

    Chi lo dava ormai per pensionato e privo di motivazioni deve ricredersi. Casey Stoner non ha nessuna intenzione di abdicare facilmente e darà battaglia fino alla fine per il titolo Mondiale ai suoi diretti rivali. Ne ha dato la dimostrazione nella gara di ieri, GP degli Stati Uniti,  vinta a Laguna Seca con grande autorità dopo un duello neanche troppo acceso durato per tutta la corsa con Jorge Lorenzo, che alla fine non ha avuto la capacità di mantenere il ritmo del canguro australiano, ma si è accontentato di 20 punti importantissimi nell’economia del campionato.

    Alle loro spalle un arrendevole Daniel Pedrosa che dopo aver dimostrato nelle prove libere di poter lottare per la vittoria si perde in gara lasciando il palcoscenico ai due protagonisti assoluti di questo mondiale. Ancora una volta malissimo Valentino Rossi, che cade al Cavatappi a 3 giri dalla conclusione del GP.

    Diamo ora i voti ai protagonisti del GP: 

    Stoner 9,5: quasi perfetto per tutto il week-end, gli è mancata solo la pole al sabato ed è per questo motivo che non raggiunge il massimo dei voti. L’australiano dimostra a Lorenzo che non sarà facile togliergli la corona iridata e intanto con la gara di ieri gli recupera 5 punti che lo riportano nuovamente in lizza per la vittoria finale. Purtroppo per lui pesa come un macigno l’errore commesso al Sachsenring.

    Casey Stoner © ROBYN BECK/AFP/GettyImages

    Lorenzo 9: sembra poter amministare la gara senza difficoltà anche perchè dopo gli attacchi iniziali di Stoner riesce ad allungare prendendosi un tantino di margine sull’australiano. La mescola dura scelta a inizio gara si somporta però come una morbida perdendo di consistenza nel finale, laciando pista libera al campione del mondo che si invola verso la vittoria. Il minore dei mali per il maiorchino visto che Pedrosa, diretto inseguitore nel mondiale, chiude terzo alle sue spalle e di conseguenza il suo vantaggio in classifica sul connazionale aumenta.

    Pedrosa 8: capisce sin dai primi giri che non può lottare per la vittoria, anche se nelle prove libere aveva dimostrato tutt’altro. Resta vicino ai primi due ma facendo tanta fatica. Appena la gomma comincia a cedere decide di tenere la sua posizione fino alla fine visto che dietro di lui c’era praticamente il vuoto. Un pò troppo arrendevole.

    Dovizioso 7,5: questa volta non è riuscito nell’impresa di ripetere il podio ma era praticamente impossibile tenere il passo dei primi tee. E’ comunque riuscito a vincere nuovamente il duello in famiglia con Crutchlow, il che è già una grande soddisfazione.

    Crutchlow 6,5: buona la gara del pilota britannico che nonostante molti anni passati tra Supersport e Superbike non aveva mai corso su questo circuito. Ma come al solito le prende in gara dal compagno di squadra, che per l’ennesima volta lo beffa nel finale.

    Hayden 8: tira il massimo da una Ducati che più di cosi davvero non va. Il pubblico di casa magari gli da anche una mano ma lui ci mette tanto del suo, e grazie al suo sesto posto finale raggiunge in classifica il compagno di squadra Valentino Rossi. Non sarà più il mostro della Laguna, ma meglio di cosi non poteva proprio fare.

    Rossi 5: riesce a girare più forte di quanto fatto in qualifica, ma non tanto forte per poter stare assieme agli altri piloti. Alla fine, come una premonizione di quello che potrebbe avvenire a fine stagione, la sua Ducati lo scaraventa a terra, terminando la sua gara al Cavatappi a 3 giri dal termine.

    Spies 6,5: sufficienza ampiamente meritata per la gara che disputa fino alla caduta, cioè a 11 giri dal termine. Stava allungando sugli avversari andando a prendersi una quarta posizione che si sarebbe sicuramente meritato ma cade all’uscita del Cavatappi per un problema tecnico al forcellone della sua M1. Quest’anno non gliene va proprio una giusta.

  • Stoner vince a Laguna Seca, Lorenzo e Pedrosa sul podio

    Stoner vince a Laguna Seca, Lorenzo e Pedrosa sul podio

    Giù il cappello dinanzi a Casey Stoner, è ancora lui il “mostro della Laguna”. Dopo un digiuno durato quasi un mese il campione del mondo in carica, artefice di una gara strepitosa, torna a vincere e lo fa in un Gran Premio a lui caro, quello degli Stati Uniti, dove aveva già vinto lo scorso anno e nel 2007, portando quindi a 3 i trionfi a Laguna Seca diventando il pilota ad aver vinto più gare sul circuito californiano. Per l’australiano si tratta della quarta vittoria in stagione e la 37esima in MotoGP che gli permette di riaprire il campionato accorciando le distanze da Jorge Lorenzo, secondo al traguardo, ora a 32 lunghezze. A completare il podio la seconda Honda Repsol, quella di Dani Pedrosa che si mantiene al secondo posto nella classifica iridata. Male Valentino Rossi che cade in prossimità della staccata del “Cavatappi” a due giri dal termine quando si trovava in settima posizione ad un abisso di distanza dai primi.

    Pronti via e Jorge Lorenzo, scattato dalla pole position, prende subito il comando della corsa davanti a Pedrosa e Stoner che imprimono alla corsa un ritmo forsennato facendo ben presto il vuoto dietro di loro. L’australiano, che è stato l’unico ad aver adottato una strategia diversa dagli altri montando una gomma morbida all’anteriore, scelta che si rivelerà azzeccata, comincia a pressare il compagno di team superandolo alla curva 3 portandosi negli scarichi dell’alfiere della Yamaha che continua a fare l’andatura e chiudendo tutti i varchi. Subito dietro è lotta per il quarto posto tra Ben Spies, Andrea Dovizioso, Cal Crutchlow e Stafan Bradl ai quali all’incirca a metà gara si aggiunge anche Nicky Hayden che di Laguna Seca è uno dei migliori interpreti avendoci vinto per due volte quando correva in Honda. Più staccato Valentino Rossi che non riesce a tenere il passo del compagno di box su un circuito sul quale ha fatto sempre fatica. Spies, che prima del week-end ha annunciato il suo addio velenoso alla Yamaha, è protagonista di una caduta anomala alla discesa del “Cavatappi” con la M1 che cede al posteriore finendo per terra nella via di fuga.

    Casey Stoner © ROBYN BECK/AFP/GettyImages

    A 10 giri dal termine, dopo una fase di studio, Stoner decide che i tempi sono maturi e supera Lorenzo sverniciandolo letteralmente sul rettilineo. Lo spagnolo non riuscirà a tenere il passo dell’australiano che va a transitare in solitaria sotto la bandiera a scacchi dimostrando di poter dire ancora la sua nonostante molti addetti ai lavori sostengono che abbia mollato dopo l’annuncio del suo ritiro dalle corse a fine stagione. A seguire Lorenzo e Pedrosa mentre Dovizioso, che andava a podio da tre gare consecutive, vince per l’ennesima volta il duello tutto in famiglia con Crutchlow. Poi Hayden e Bautista. Rossi, come dicevano, conclude il suo week-end nero con un’altra caduta (era già finito per terra durante le libere) alla staccata del “Cavatappi” perdendo l’anteriore in frenata. Ducati distrutta contro le barriere, nulla di serio per il pilota di Tavullia a parte qualche livido.

    La MotoGP ora va in vacanza. Si torna in pista tra 3 settimane per due impegni a distanza ravvicinata: il 19 agosto si va ad Indianapolis per il secondo Gran Premio degli Stati Uniti, sette giorni più tardi, il 26, a Brno per il Gran Premio della Repubblica Ceca.

    ORDINE D’ARRIVO GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI – 1. Stoner (Honda), 2. Lorenzo (Yamaha), 3. Pedrosa (Honda), 4. Dovizioso (Yamaha), 5. Crutchlow (Yamaha), 6. Hayden (Ducati), 7. Bradl (Honda), 8. Bautista (Honda), 9. Espargaro (Art), 10. Abraham (Ducati), 11. De Puniet (Art), 12. Hernandez (Bqr), 13. Edwards (Suter), 14. Silva (Bqr)

    CLASSIFICA PILOTI – Lorenzo 205, Pedrosa 182, Stoner 173, Dovizioso 121, Crutchlow 106, Bradl 84, Hayden 84, Rossi 82, Bautista 81, Spies 66, Barbera 60, De Puniet 33, Espargaro 33, Pirro 16, Pasini 13, Ellison 12, Edwards 11, Abraham 10, Hernandez 10, Di Carlo 9, Silva 7

    CLASSIFICA COSTRUTTORI – Honda 221, Yamaha 221, Ducati 106, Art 48, Ftr 16, Bqr 13, Suter 11, Ioda 9, Bqr-Ftr 2

  • Hamilton e Raikkonen al top, Alonso limita i danni

    Hamilton e Raikkonen al top, Alonso limita i danni

    Il GP d’Ungheria sul tracciato dell’Hungaroring ha restituito al Mondiale uno dei suoi protagonisti assoluti, quel Lewis Hamilton che aveva totalizzato solamente quattro punti negli ultimi tre Gran Premi e che grazie alla vittoria di ieri torna prepotentemente in corsa per la lotta al titolo. Per l’inglese è la seconda vittoria stagionale davanti ad una Lotus in crescita gara dopo gara e che sta dimostrando con entrambi i suoi piloti di essere la vettura meglio bilanciata in questo campionato.

    Chi può sorridere è Fernando Alonso, che nel giorno del suo 31esimo compleanno allunga in classifica Mondiale sul diretto inseguitore Mark Webber, che con l’ottava posizione passa da 34 a 40 punti di distacco dalla vetta, nonostante lo spagnolo non ha corso una delle sue gare più esaltanti. Ma è anche cosi che si vincono i campionati e quest’anno per il pilota della Ferrari sembra poter girare tutto per il meglio, ma il Mondiale è ancora lungo.

    Le pagelle ai protagonisti del GP d’Ungheria

    Hamilton 9,5: dopo un mese di luglio disastroso e tre gare praticamente all’asciutto di punti il campione inglese si riscatta alla grande dimostrando già dal venerdi di essere il favorito assoluto su uno dei suoi circuiti preferiti. Realizza una pole strepitosa, poi gestisce la gara da maestro restando praticamente in testa dall’inizio alla fine salvo nei momenti del valzer dei pit-stop. La seconda vittoria stagionale, terza sul circuito ungherese, lo rilancia anche in ottica Mondiale ma ora serve più continuità.

    Raikkonen 9: è l’unico che prova ad animare una gara priva di emozioni. Nonostante una partenza non perfetta il finlandese non si scompone e giro dopo giro diminuisce il gap dai primi culminando la sua incredibile rimonta con il sorpasso da campione ai danni del suo più giovane compagno di squadra, come a dire “qui il più forte sono io”, se ancora ci fosse bisogno di dimostarloFosse stato un altro circuito avrebbe anche potuto pensare al sorpasso su Hamilton e alla vittoria ma con una Lotus coìi manca davvero poco.

    Grosjean 8: nella prima parte di gara è l’unico che tiene il passo di uno scatenato Hamilton e dopo i primo pit-stop, a differenza di pneumatici, si mette in testa la felice idea di provare a prenderlo. Peccato che all’ultima sosta subisce il sorpasso di Raikkonen che forse lo intimorisce un pochino e da quel momento si limita senza neanche troppi problemi a gestire gli attacchi di un mai pericoloso Vettel. Comunque più che positivo.

    Lewis Hamilton © Drew Gibson/Getty Images

    Lotus 9,5: chi se lo sarebbe mai aspettato a inizio stagione? Oltre ad essere molto bella la E20 è anche terribilmente efficace, velocissima in rettilineo e molto ben bilanciata in curva, inoltre è la vettura che tratta meglio le gomme. Manca soltanto la vittoria che potrebbe arrivare già nei prossimi GP sui velocissimi tracciati di Spa e Monza.

    Vettel 7: la configurazione del tracciato non lo mette nelle condizioni di effettuare sorpassi anche perchè davanti a lui c’erano McLaren e Lotus, non proprio le ultime arrivate. Il tedesco comunque dimostra a pista libera di avere il passo per stare con i primi ma il gioco dei pit-stop lo penalizza. Prova a inventarsi una strategia nel finale che però non è efficace e porta a casa soltanto la magra consolazione del giro più veloce in gara e 2 punticini rosicchiati ai danni di Alonso.

    Alonso 7: sa già dal venerdi che dovrà correre in difesa perchè gli avversari vanno forte. Detto fatto Nando svolge il suo compitino limitandosi a controllare Webber che  per sua fortuna nelle qualifiche si classifica alle sue spalle. Non spinge più di tanto conoscendo i limiti della Ferrari su questo circuito e alla fine se ne va in vacanza con il vantaggio incrementato sui suoi diretti rivali. Non male.

    Button 5,5: parte quarto, alla partenza si ritrova terzo e alla fine chiude sesto. Un mezzo passo indietro rispetto alla gara di una settimana fa ad Hockenheim, chiusa al secondo posto. Forse avrebbe potuto scavalcare Alonso che era più lento di lui, ma lui non fa nulla per provarci.

    Webber 6,5: rispetto alle qualifiche disastrose del sabato rimedia in parte, recuperando dall11esima posizione fino all’ottava piazza finale. Ma non basta perchè Alonso, arrivato sesto, gli prende altri 6 punti, e se vuole puntare al Mondiale non può permettersi gare come queste.

    Massa 5: all’Hungaroring la Ferrari ha faticato più del previsto ma lui come al solito ci ha messo del suo. Dopo la brillante gara a Silverstone si è nuovamente un pò perso, infatti proprio per questo la Ferrari è scesa al quarto posto nel mondiale costruttori.

    Senna 7,5: nessuno ne parla ma zitto zitto il nipote di Ayrton si prende la soddisfazione di tenersi dietro i più quotati Webber e Massa che hanno mezzi meccanici sicuramente superiori ai suoi. Ma gara dopo gara accumula punti su punti portandosi in classifica Mondiale a ridosso di Massa, distante ora un solo punto e sul suo compagno di squadra Maldonado, che nonostante abbia vinto una gara è lontano ora solo 5 lunghezze.

    Schumacher 4: da dimenticare la gara del Kaiser che prima resta fermo sulla griglia di partenza probabilmente per un suo errore, poi subisce un drive through per eccesso di velocità nella corsia box terminando la sua gara con l’ennesimo ritiro stagionale. Sicuramente non può essere solo questione di sfortuna e questa volta Michael ci ha messo molto del suo.

    Hungaroring 2: semplicemente non se ne può più di tracciati dove è impossibile effettuare sorpassi. Una delle gare più noiose della stagione.