Categoria: Motori

  • Pole e record per Pedrosa nel Gp di Valencia. Rossi 11°

    Pole e record per Pedrosa nel Gp di Valencia. Rossi 11°

    Ultima qualifica dell’anno nel segno di Daniel Pedrosa. Lo spagnolo ha infatti conquistato la pole position del Gran Premio della Comunità Valenciana, che domani calerà il sipario alla stagione 2012 del motomondiale, firmando il giro migliore in 1:30.844, tempo che oltre ad essere il migliore di sessione diventa anche il nuovo record della pista frantumando di circa due decimi quello precedente che apparteneva a Valentino Rossi e che resisteva dal 2006.

    Nonostante la sconfitta per aver perso il campionato proprio la gara scorsa a Phillip Island il pilota della Honda non si è perso d’animo e ha dato un chiaro segnale di forza proprio nella sua Valencia conquistando la sua quinta pole position stagionale, pole che mancava dal GP di Misano Adriatico, girando sotto il muro dell’1:31 e rifilando distacchi pesanti a tutti gli avversari. Primo dei quali è proprio Jorge Lorenzo, diventato campione per la seconda volta nella classe regina in Australia, che non è riuscito a tenere il passo del connazionale nonostante fino0 a pochi minuti dalla fine sembrava avere tute le carte in regola per portare a casa la prima posizione.

    La Yamahadel campione del mondo ha sofferto, almeno in qualifica, l’ultimo intermedio dove invece l’accelerazione della Honda ha fatto la differenza.

    Daniel Pedrosa © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Particolare che però non è bastato a Casey Stoner che nonostante la sua solita guida aggressiva non è riuscito a regalare alla Honda la doppietta provvisoria. L’australiano, dominatore assoluto a Phillip Island, non ha nessuna intenzione di regalare la passerella al compagno di squadra, ci tiene a far bene nell’ultima gara della sua carriera ed è per questo uno dei maggiori candidati per la vittoria nonostante la caviglia sia ancora in disordine.

    In seconda fila troviamo le due Yamaha Tech 3 di Cal Crutchlow, in quarta posizione, e Andrea Dovizioso, sesto, divisi dall’ex campione del mondo della Moto 2 Stefan Bradl con la Honda del team Lcr. Il britannico è sembrato più a suo agio con il circuito spagnolo mentre il forlivese ha già la testa ai prossimi test in programma martedi in sella alla sua nuova moto, la Ducati.

    Alle spalle di Dovizioso troviamo la prima delle Ducati, quella di Nicky Hayden staccato di sette decimi dall’italiano e di un secondo e sei decimi dalla vetta. Lo statunitense è stato bravo a tenere dietro la Honda di Alvaro Bautista, che partirà in ottava posizione davanti al duo spagnolo formato da Hector Barbera e Aleix Espargaro.

    Il pilota della Art ha chiuso la classifica dei migliori deieci e si è preso la soddisfazione di tenersi alle spalle la Ducati di Valentino Rossi, in netta difficoltà sul tracciato spagnolo. Il pesarese, all’epilogo della sua deludente avventura in Ducati, partirà dalla quarta fila avendo ottenuto l’11esimo crono ma forse la sua testa è già proiettatata ai test di martedi nei quali risalirà in sella alla “sua” M1 per prepararsi al meglio alla sua stagione in Yamaha.

    Randy De Puniet ha chiuso 14esimo davanti alla Ducati di Karel

    Abraham mentre Nakasuga, sostituto dell’infortunato Ben Spies, partirà 16esimo alle spalle di Michele Pirro, migliore degli italiani con le Crt, e davanti a Danilo Petrucci, 17esimo. Claudio Corti proveniente dalla classe Moto 2 ha chiuso lla classifica in 22esima e ultima posizione.

  • Valentino Rossi, tempo di bilanci prima dell’ultima in Ducati

    Valentino Rossi, tempo di bilanci prima dell’ultima in Ducati

    Domenica prossima a Valencia sarà l’ultima tappa di un’avventura dalla quale ci si attendeva tanto, che avrebbe potuto rappresentare un binomio perfetto per le due ruote italiane: Valentino Rossi e la Ducati, però, non hanno soddisfatto le aspettative nonostante gli intenti fossero ben diversi. Eppure, “sono stati bene insieme” così come lo stesso pilota di Tavullia ha dichiarato, sottolineando che, per questo, “l’addio di domenica sarà duro“. Le difficoltà del passo d’addio sono soprattutto dal punto di vista emozionale, lasciando un team con cui si è passato tanto tempo insieme, con una bella atmosfera ed ottime persone con cui condividere momenti importanti anche fuori dalle piste.

    L’ultima tappa di ogni viaggio, però, porta inevitabilmente con sè i bilanci consuntivi che non possono essere positivi in termini di risultati ottenuti, al punto da indurre lo stesso Valentino Rossi ad affermare che la scelta della Ducati è stata la prima decisione sbagliata della sua carriera, evidenziando che l’unico pilota ad essere in grado di “andare veloce e renderla competitiva è stato Stoner, al quale faccio i complimenti” perchè gli altri che ci hanno provato non ne sono usciti bene. Nel momento di trarre le somme, però, il nove volte campione del mondo non è ancora in grado di capire le reali cause del suo flop in Ducati e, soprattutto, di comprendere le reali differenze fra la gloriosa esperienza di Casey Stoner e quella degli altri piloti in Ducati, compresa la propria.

    Valentino Rossi, infatti, pur ritenendo positiva dal punto di vista umano e relazionale l’esperienza biennale che sta per concludersi, non si nasconde dietro vani alibi e, con la consueta schiettezza che lo contraddistingue da sempre, si sofferma su alcuni particolari negativi del percorso in Ducati. Il tutto è fotografato, in particolare, da un’affermazione dello stesso Rossi, che utilizza per la prima volta la parola “frustrante” associandola alla difficoltà di portare avanti lo sviluppo della moto e di risolvere le problematiche sempre nuove che non hanno permettesse di raggiungere un’idonea competitività, sottolineando che nella prossima gara di Valencia la sua Ducati Demosedici potrebbe avere “più o meno gli stessi problemi di due anni fa”, dando quasi la sensazione di “aver perso tempo”, nonostante si sia sempre dato il massimo.

    Valentino Rossi, a Valencia l’ultima gara in Ducati | © JOSE JORDAN/AFP/Getty Images

    Parole di delusione, dunque, ma tale sensazione non dovrà offuscare l’ultima gara insieme, cercando di concludere nel migliore modo possibile un’esperienza complessa per poi tuffarsi – da martedì prossimo – nel ritorno in Yamaha, laddove tutto è stato possibile e laddove ritroverà, dopo due anni, la sua M1: ci sarà tanto da lavorare per migliorarla e riplasmarla in conformità alle sue caratteristiche ma per il pilota di Tavullia la nuova sfida che inizierà (anzi, ricomincerà) ha già i toni dell’elettrizzante. Per lui non è ancora tempo di pensare al ritiro, perchè – in una scala di valori – la fatica non supera ancora il piacere di correre. A tal proposito, inevitabile un riferimento al recente ritiro di Max Biaggi, suo storico rivale in pista e fuori, al quale Valentino rivolge solo pensieri positivi in ricordo delle sfide in gara: “ho splendidi ricordi dei duelli con lui, sono dispiaciuto perchè non me l’aspettavo ma pensandoci a mente fredda Max ha fatto bene a ritirarsi da campione”. 

    Per Vale, invece, c’è ancora una chance da sfruttare per il rilancio: la Yamaha lo attende e lui pare non veda l’ora di ritrovarla, ma prima c’è da pensare alla gara di Valencia.

  • Max Biaggi addio alle corse: “Mi ritiro da campione”

    Max Biaggi addio alle corse: “Mi ritiro da campione”

    Max Biaggi si ritira: dopo 24 anni di una carriera speciale il pilota romano ha deciso che è tempo di appendere “casco e moto al chiodo”. Una scelta pensata da tempo ma arrivata solo adesso, quando Max ha deciso che era arrivato il momento più giusto per annunciarla a tutti: proprio durante una conferenza presso l’autodromo di Vallelunga, dove cominciò a dare grandi emozioni sulla due ruote, l’antagonista numero uno di Valentino Rossi ha deciso di porre fine alla sua vita da motociclista professionista per dare spazio al “Biaggi uomo“.

    In tanti si aspettavano il rinnovo con l’Aprilia ed invece è arrivata una notizia completamente diversa, che ha spiazzato tutti i suoi fan: Max Biaggi, arrivato all’età di 41 anni, lascia il mondo della moto dopo aver conquistato quattro vittorie nel Campionato del Mondo classe 250 e due nella Superbike dove detiene inoltre il primato per essere stato il primo italiano a vincere il titolo.

    Max Biaggi 2012 Superbike FIM World Championship In Imola - Previews
    Max Biaggi © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    “Lascio da campione del Mondo per dare spazio al Biaggi uomo, che per tanti anni è rimasto un po’ schiacciato dal pilota. Sono voluto tornare qui a Vallelunga, dove tutto era cominciato e dov’è nata la magia. Ho vissuto per oltre due decenni sospeso tra sogno e realtà. Ho avuto alti e bassi, ho vissuto in un mondo un po’ confuso ma non è mai venuta meno la passione per questo sport. Ho dato veramente tutto me stesso. Lascio spazio ad altri, non faccio come quei politici che non vogliono mai lasciare la poltrona a chi viene dopo e magari avrebbe tante cose nuove da dire. Non ci sono stati problemi economici o di organizzazione con Aprilia. Lascio perché ho capito che non ci sarebbe stato un momento più bello di questo. Mi dispiace per i tifosi, ma ora potrò dedicare alla mia famiglia tutto il tempo che gli ho sottratto per tanti anni” – con queste parole, rotte dall’emozione, Max Biaggi ripercorre in pochi secondi un percorso durato più di due decenni nel corso dei quali ha saputo lottare, vincere, perdere e ripartire.

    Nelle parole di Biaggi c’è spazio anche per i ringraziamenti ed elogi a  tutte le persone che in questi anni gli sono rimaste a fianco e soprattutto per far capire che il mondo delle moto resterà sempre nel suo cuore e soprattutto continuerà ad esserci, anche se in un ruolo diverso da quello del pilota.

  • Vettel vs Alonso, duello fino all’ultima curva?

    Vettel vs Alonso, duello fino all’ultima curva?

    Il Mondiale di F1 volge al termine e a 2 gare dalla fine vede Sebastien Vettel saldamente al comando della classifica con 10 punti di vantaggio su Fernando Alonso. 10 punti non sono tanti, ma rappresentano un grosso handicap per la Ferrari, che in questo finale di stagione si è migliorata ma ha dovuto subire il ritorno al dominio della Red Bull. Ad Abu Dhabi Vettel ha dimostrato di essere un grandissimo pilota limitando i danni di una partenza dall’ultima posizione. Il buon Alonso, arrivato secondo, sperava di guadagnare qualche punto in più sul rivale tedesco ma poi se l’è ritrovato lì con lui sul podio. Davvero frustante è l’aver recuperato solo 3 punti ad un avversario partito ultimo, ma tutto ciò conferma che per vincere il titolo la Ferrari ed Alonso dovranno assistere ad un autentico miracolo sportivo. Quel miracolo sportivo che nel 2007 si materializzò in Brasile, e permise a Kimi Raikkonen di vincere un titolo insperato al primo anno in Ferrari. Coincidenza vuole che quello sia stato l’ultimo titolo iridato conquistato da un pilota Ferrari. La scuderia di Maranello crede, spera in Alonso, capace con la sua classe di tener botta ad una macchina, la Red Bull, tornata ad essere la più performante.

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    Vettel vs Alonso, chi vincerà il titolo iridato? © PHILIPPE LOPEZ/AFP/GettyImages

    Alonso vs Vettel – Duello si, ma fino all’ultima curva? Non ne siamo certi perchè la penultima gara, che si svolgerà negli Usa il prossimo 18 novembre, è un’incognita per tutto il circus. Si correrà per la prima volta sul circuito di Austin ed è per questo che appare difficile capire chi tra Ferrari e Red Bull riuscirà ad esprimersi al meglio sul circuito americano. Alonso non vuole lasciare nulla di intentato e dopo l’India è tornato a casa, non per riposare ma per salire sul suo simulatore, in modo da prender confidenza col nuovissimo circuito americano.

    Il pilota asturiano c’è, anche se lui stesso è consapevole che per vincere il titolo oltre ad avere testa dovrà avere una macchina super veloce e una buona dose di fortuna. Il Mondiale potrebbe chiudersi già negli Stati Uniti, la matematica lascia aperta questa soluzione così come le statistiche fanno intuire alla Ferrari che ad Austin bisognerà provare a far saltare il banco in qualche modo. Questo perchè l’ultima gara si correrà come da tradizione in Brasile, pista che nella tradizione recente si è rivelata più congeniale alle caratteristiche della Red Bull.

  • Raikkonen vince il GP di Abu Dhabi. Alonso a -10 da Vettel

    Raikkonen vince il GP di Abu Dhabi. Alonso a -10 da Vettel

    E’ successo di tutto nei 55 giri del Gran Premio di Abu Dhabi, 18esimo e terzultimo appuntamento della stagione e uno dei più belli degli ultimi anni. Sul circuito di Yas Marina ha trionfato Kimi Raikkonen che è ritornato sul gradino più alto del podio dopo quasi tre anni dalla sua ultima vittoria datata Gran Premio del Belgio 2009 al volante della Ferrari. Il pilota della Lotus, a cui quest’anno mancava soltanto la vittoria per coronare un campionato molto più che positivo, ha vinto meritatamente la prima gara dopo il suo rientro in Formula 1, correndo una gara accorta ed intelligente dopo aver guadagnato la seconda posizione ai danni di Webber alla partenza, centrando il suo 19esimo successo della carriera sfruttando al meglio il ritiro di Lewis Hamilton che al 20esimo giro è stato costretto al ritiro mentre era saldamente in testa alla gara per un problema tecnico sulla sua Mp4-27, che nella stessa situazione di Singapore ha peccato ancora una volta di affidabilità.

    Il successo del finlandese però è dolce-amaro visto che nonostante la vittoria e i 25 punti conquistati è uscito matematicamente dalla lotta al titolo Mondiale che ora riguarda soltanto Fernando Alonso e Sebastian Vettel. Nell’ordine perché lo spagnolo ha chiuso in seconda posizione mentre il tedesco, partito dalla pit-lane per la penalità inflittagli dai commissari per essere rimasto senza benzina alla fine delle qualifiche, ha compiuto una grande rimonta che lo ha portato al terzo posto finale, limitando i danni in un week-end che dopo i problemi del sabato sembrava non poter portare a nulla di buono. Invece il campione del mondo in carica ha saputo rispondere in pista da vero fuoriclasse, aiutato senza dubbio anche dalla doppia entrata in pista della safety-car, limitando a solo 3 i punti guadagnati dal ferrarista nei suoi confronti quando al termine della stagione mancano solo 2 gare e 50 punti a disposizione. E visto i 10 punti di vantaggio potrebbe chiudere i conti Mondiali già in Texas, gara in programma tra 2 settimane.

    Kimi Raikkonen © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images
    Doveva essere la grande occasione per Alonso che invece ha dovuto accontentarsi di recuperare tre soli miseri punti al rivale nella lotta al titolo, pochi ripensando a come era iniziata la gara ma non per questo potrebbero rivelarsi meno importanti. Già perché in gara lo spagnolo ha mostrato il solito incoraggiante passo seppur soltanto nel finale dopo l’entrata della seconda sefety-car, dopo aver gestito al meglio, grazie ad un’ottima velocità di punta nei due rettilinei, gli attacchi della McLaren di Jenson Button, arrivato a fine corsa con gli pneumatici alla frutta. L’inglese, dopo aver cullato l’idea di conquistare la seconda posizione ai danni dell’asturiano, ha dovuto subire anche il sorpasso di Vettel che grazie alla strategia di gara adottata e un pizzico di fortuna si è ritrovato negli ultimi giri con gomme più nuove e performanti, le morbide, trovandosi relegato in quarta posizione ai piedi del podio con l’unica McLaren superstite. Il ritiro di Hamilton infatti ha messo in serio pericolo la possibilità di aggancio alla seconda posizione nel campionato costruttori, occupata momentaneamente dalla Ferrari, e si vede ora insidiata dalla Lotus per la terza.

    Discorso simile per la Red Bull, che avrebbe potuto chiudere già qui ad Abu Dhabi i giochi per il Mondiale e invece il ritiro di Mark Webber ha complicato i piani del team di Milton Keynes, che pur tenendo saldamente la testa della classifica ha dovuto rimandare i festeggiamenti. All’australiano infatti ne sono capitate di tutti i colori, prima il solito sorpasso subito da Alonso, poi un testacoda per un contatto con Maldonado nel tentativo di rimonta e alla fine l’ incidente con Romain Grosjean che lo ha messo definitivamente k.o., nella carambola causata da Sergio Perez, poi penalizzato, e che ha coinvolto anche la Force India di Paul Di Resta, che comunque è riuscito a terminare la sua gara in nona posizione e a portare 2 punti preziosi al team.

    Tornando alla classifica finale quindi alle spalle di Button ha chiuso Pastor Maldonado che come al suo solito ha lottato e ha fatto a sportellate per difendere la sua posizione. Il giusto premio per la sua tenacia è stato il quinto posto finale che nonostante la quarta posizione iniziale resta un gran risultato. Alle spalle della sua Williams troviamo la Sauber di Kamui Kobayashi, anche lui autore di una grande gara, entrambi hanno chiuso davanti alla Ferrari di Felipe Massa che non è andato oltre la settima posizione in una gara priva di acuti degni di nota.

    Ottavo Bruno Senna che ha portato anche la seconda Williams a punti davanti a Di Resta e a Daniel Ricciardo con la Toro Rosso che ha chiuso la top-ten. Ancora anonima la gara della Mercedes se non fosse per lo spaventoso incidente che ha coinvolto Nico Rosberg e Narain Karthikeyan nelle prime battute di gara. La W03 del tedesco è decollata sopra la vettura dell’indiano che aveva subito un rallentamento anomalo proprio all’ultima curva del circuito causando la prima safety-car della gara e il doppio ritiro dei due piloti. Il compagno di squadra Michael Schumacher è invece riuscito a terminare la gara ma in 11esima posizione al di fuori della zona punti.

  • Hamilton in pole ad Abu Dhabi beffa le Red Bull. Alonso 7°

    Hamilton in pole ad Abu Dhabi beffa le Red Bull. Alonso 7°

    Lewis Hamilton ha conquistato la pole position del Gran Premio di Abu Dhabi, 18esima gara del Mondiale di Formula 1. Sul circuito di Yas Marina il pilota inglese della McLaren, dopo aver prenotato la pole position ottenendo il miglior tempo nelle terze libere, ha dominato le qualifiche completando il giro migliore in Q3 che gli è valso la pole in 1:40.630 regalando al team di Woking la 154esima pole della storia.

    A Hamilton è bastato un unico tentativo in Q3 per portare a casa la 25esima pole della carriera e interrompere lo strapotere in qualifica della Red Bull che durava da 4 gare, dimostrando di avere un altro passo rispetto alla concorrenza ottenendo i tempi migliori in tutte e tre le sessioni di qualifica grazie ad una serie di giri veloci inarrivabili per gli avversari, e questa volta neanche la Red Bull ha potuto nulla contro lo strapotere dell’anglo-caraibico. Anche per questo i due alfieri delle lattine volanti hanno commesso moltissimi errori che alla fine del turno sono riusciti parzialmente a rimediare ottenendo il secondo e il terzo posto ma a posizioni inverite visto che Mark Webber, unico insieme a Hamilton a scendere sotto il muro dell’1:41, partirà davanti a Sebastian Vettel sulla griglia di partenza.

    Lewis Hamilton © Ker Robertson/Getty Images Sport

    Il tedesco è sembrato molto nervoso e ha rischiato di uscire dalle qualifiche già al primo turno a causa di un contatto con il muretto alla curva 19 nella parte finale del circuito a dimostrazione del fatto che la vettura anglo-austriaca non è imbattibile su questo tracciato. In più il campione del mondo in carica ha completato la sua giornata nera parcheggiando a fine turno la sua Red Bull a bordo pista per un presunto problema tecnico. Non proprio il massimo per stare tranquilli visto che la RB8 continua a soffrire di affidabilità dopo che in mattinata, nelle terze libere, sempre Vettel era stato condizionato da un problema ai freni. Ma anche senza problemi tecnici sarebbe stato molto difficile battere un Hamilton che ancora una volta su questo circuito si è dimostrato pilota da battere e i distacchi pesanti, 3 decimi per l’australiano, 4 per il tedesco, lo dimostrano.

    Ancora più indietro la Ferrari che nonostante gli aggiornamenti apportati sulla vettura sembra essere peggiorata sul giro secco in qualifica dove ha perso altre due posizioni rispetto al GP d’India della scorsa settimana. La F2012 infatti ha sofferto dannatamente e non è riuscita ad andare oltre al settimo tempo di Fernando Alonso che ha chiuso con un ritardo di quasi un secondo da Hamilton. Ancora peggio Felipe Massa, relegato alla fine del turno in nona posizione anche se il distacco dal compagno di squadra è di un solo decimo, segno che il livello della Rossa in qualifica non è superiore a quello mostrato.

    Ma soprattutto in previsione gara preoccupano i tanti piloti posizionati davanti ai due di Maranello, perchè nonostante i due lunghi rettilinei non sarà facile effettuare sorpassi su un circuito con queste caratteristiche. Anche perchè davanti allo spagnolo troviamo la Williams di Pastor Maldonado, bravissimo a conquistare la quarta posizione ai danni di Kimi Raikkonen e da un deludente Jenson Button, sesto, ma capace nel finale di trovare il guizzo giusto per piazzarsi davanti alla Rossa numero 5.

    In mezzo alle due Ferrari troviamo la Mercedes che ha trovato uno spiraglio di luce grazie alla prestazione di Nico Rosberg, ottavo. Romain Grosjean con il decimo tempo ha invece chiuso la top-ten. Delusione invece nell’altra parte del box Mercedes con Michael Schumacher che come nelle libere ha confermato che oltre la 14esima posizione proprio non riesce ad andare. Davanti a lui le due Force India di Nico Hulkenberg, 11esimo e Paul Di Resta, 13esimo, con la Sauber di Sergio Perez che le divide in 12esima posizione.

  • Ad Abu Dhabi Vettel davanti alle McLaren. 7° Alonso

    Ad Abu Dhabi Vettel davanti alle McLaren. 7° Alonso

    Sebastian Vettel ha ottenuto il miglior tempo nella prima giornata di prove libere sul circuito di Yas Marina dove domenica andrà in scena il Gran Premio di Abu Dhabi, 18esimo e terzultimo appuntamento della stagione. Il campione del mondo in carica ha ottenuto il giro migliore di giornata nella seconda sessione grazie al tempo di 1:41.751 appena dopo aver montato la mescola più morbida portata dalla Pirelli per questa gara beffando la McLaren di Lewis Hamilton, in testa fino a quel momento, per un solo decimo di secondo e che aveva ottenuto il tempo migliore nella prima sessione.

    A seguire l’altra Ferccia d’Argento di Jenson Button staccato però di sei decimi dalla vetta e di mezzo secondo dal compagno di squadra ma anche quì come accaduto nel GP d’India la McLaren sembra essere molto vicina alle prestazioni della Red Bull sul passo gara e potrebbe sicuramente svolgere un ruolo da protagonista inserendosi nella lotta al titolo tra il tedesco e Fernando Alonso.

    Sebastian Vettel © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images

    Alonso che non è andato oltre il settimo tempo alle spalle della seconda Red Bull di Mark Webber, alle prese ancora una volta con il solito problema al Kers che lo aveva rallentato anche nel corso del GP di India facendogli perdere la posizione in favore del ferrarista, e delle due Lotus di Romain Grosjean e Kimi Raikkonen, fresco di rinnovo contrattuale con il team francese. Lo spagnolo ha accusato a fine turno un riotardo di otto decimi dal rivale nella lotta al titolo, nonostante in Ferrari abbiano fatto i miracoli per presentare al meglio la vettura nelle prove libere. I meccanici infatti hanno cominciato a lavorare all’alba per montare sulla F2012 i nuovi aggiornamenti, soprattutto quelli dell’ala anteriore e posteriore provati prima da Massa e poi da Alonso che però sembrano non garantire il salto di qualità per impensierire sul giro secco la Red Bull, almeno da quello che si è evinto da questa prima giornata.

    Felipe Massa si è classificato in ottava posizione ad oltre un secondo di ritardo dalla prima posizione e ha preceduto la Williams di Pastor Maldonado e la Sauber di Sergio Perez, che ha chiuso la top-ten delle prove libere, dove ancora una volta non figura la Mercedes, che naviga a metà classifica con Nico Rosberg in 12esima posizione e il compagno di squdra Michael Schumacher in 14esima ad un secondo e mezzo di ritardo. Non c’è dubbio che il team di Stoccarda stia attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia.

  • Marc Marquez è Campione del Mondo Moto2, Cortese trionfa in Moto3

    Marc Marquez è Campione del Mondo Moto2, Cortese trionfa in Moto3

    Pol Espargaro ha vinto il Gran Premio d’Australia a Phillip Island, penultimo appuntamento della stagione, ma il titolo iridato va al connazionale Marc Marquez, futuro pilota ufficiale Honda in MotoGp. Ad Espargaro non bastano le quattro vittorie di fila per poter giocarsi il mondiale fino all’ultimo con Marquez, giunto terzo nella gara odierna dopo il sorpasso all’ultima curva ai danni di Scott Redding. Per Marquez è il secondo titolo iridato, dopo quello ottenuto in 125 nella stagione 2010, ma non dimentichiamo che anche l’anno scorso è andato vicino a laurearsi Campione se non fosse stato per il problema alla vista che lo ha costretto a saltare alcuni Gran Premi. A soli 19 anni il piolta di Cervera ha già conquistato due titoli iridati, cosa che fan ben sperare in casa Honda che hanno puntato su di lui per sostituire un grande campione come Casey Stoner. Secondo posto per Anthony West in sella alla sua Speed Up del QMMF Racing Team, quarto Redding, infilato in poco più di un giro proprio da West e da Marquez. Settimo Simone Corsi sulla sua FTR, ritirato invece Andrea Iannone dopo un problema sulla moto.

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Sandro Cortese ha trionfato nella classe Moto3, salendo sul gradino più alto del podio davanti al portoghese Oliveira e all’australiano Sissis. Il pilota tedesco neo campione ha vopluto festeggiare al meglio il titolo appena conquistato a Sepang settimana scorsa, ma ha dovuto lottare contro Oliveira per avere la meglio sul pilota della Suter Honda. Ottimo sesto posto per Romano Fenati che, partito dalla 14° posizione in griglia, si è reso protagonista di una grande rimonta nella seconda metà di gara, precedendo al traguardo il connazionale Tonucci, anch’egli su FTR Honda. Da segnalare la scivolata di Maverick Vinales, che è stato costretto a ritirarsi in quanto la carenatura della sua moto ha ceduto da un lato dopo la caduta.

  • Vettel centra il poker e allunga su Alonso

    Vettel centra il poker e allunga su Alonso

    Sebastian Vettel ha dominato e vinto il Gran Premio d’India al Buddh International Circuit nei pressi di Nuova Delhi. Il campione del Mondo  in carica ha ottenuto una vittoria facile controllata abbastanza agevolmente, e ha ora 13 punti di vantaggio sul rivale Fernando Alonso, giunto secondo dopo una grande rimonta dalla quinta piazza, ottenendo così il massimo risultato possibile dalla gara  per via dello strapotere delle “lattine volanti”, assolutamente impeccabili negli ultimi Gran Premi.

    Sin dalla partenza Vettel è scappato vestendo i panni della lepre, con tanti saluti al compagno Webber e al duo Mclaren-Ferrari. Nella bagarre alle spalle del tedesco il più vivace è Alonso, che si sbarazza senza particolari problemi di Jenson Button e Hamilton, andando ad insidiare il secondo posto di Mark Webber. Per il resto poche emozioni per quanto riguarda lo spettacolo, se non per un duello Massa-Raikkonen con il primo a spuntarla sul secondo per la sesta piazza, e per un piccolo problema sul fondo della vettura di Vettel, che per un attimo ha fatto pensare ad un guasto serio  sulla Red Bull numero 1.

    Podio GP India
    Podio GP India © Clive Mason/Getty Images

    Fernando Alonso, consapevole di non poter insidiare la posizione di Vettel, a 18 giri dal termine ha avvicinato Webber superandolo  e aggiudicandosi quella seconda posizione che ancora lo mantiene saldamente in lotta per il titolo a 3 gare dal termine, considerato la stato di forma della scuderia anglo-austriaca. Deludenti le McLaren con Button ed Hamilton giunti rispettivamente 4° e 5° ma mai pericolosi durante tutto il Gran Premio, nonostante le confortanti prestazioni nelle prove e in qualifica. La scuderia di Woking ha subito una secca  involuzione causata dalla rottura del rapporto collaborativo con Lewis Hamilton, non dedicandosi più allo sviluppo della monoposto. Felipe Massa, giunto sesto, è riuscito ad ottenere il massimo risultato dalla sua Ferrari nonostante i problemi avuti durante tutto il weekend, riuscendo a concludere la gara davanti alla Lotus di Raikkonen. Fuori dalla zona punti le due Mercedes, con Rosberg giunto 11° e Michael Schumacher ultimo. A punti vanno Nico Hulkenberg (8°), Romain Grosjean (9°) e Bruno Senna (10°).

    A tre Gran premi dal termine per Alonso è vietato sbagliare, così come per Vettel, consapevole di dover gestire un vantaggio esiguo di 13 punti su 75 disponibili, ma allo stesso tempo rassicurante in quanto la Red Bull in questo momento è imprendibile. Lo spagnolo dovrà avere la lucidità che ha sempre avuto e dimostrato ad ogni gara, magari sperando in un errore o un eventuale passo falso di Sebastian Vettel, che attualmente “vola” e sembra non avere rivali in pista. Lo scenario si fa sempre più intrigante di domenica in domenica, i colpi di scena non sono esclusi, d’altronde questo è il bello della Formula 1. Appuntamento tra una settimana sul circuito Yas Marina di Abu Dhabi.

    CLASSIFICA PILOTI – Vettel 240, Alonso 227, Raikkonen 173, Webber 167, Hamilton 165, Button 141, Rosberg 93, Grosjean 90, Massa 89, Perez 66, Kobayashi 50, Hulkenberg 49, Di Resta 44, Schumacher 43, Maldonado 33, Senna 26, Vergne 12, Ricciardo 9

    CLASSIFICA COSTRUTTORI – Red Bull 407, Ferrari 316, McLaren 306, Lotus 263, Mercedes 136, Sauber 116, Force India 93, Williams 59, Toro Rosso 21

  • Lorenzo Campione del Mondo, a Phillip Island vince Stoner

    Lorenzo Campione del Mondo, a Phillip Island vince Stoner

    Jorge Lorenzo fa festa: sul circuito australiano di Phillip Island lo spagnolo della Yamaha diventa Campione del Mondo con una gara d’anticipo piazzandosi al secondo posto dietro all’idolo di casa Casey Stoner, vincitore del Gran Premio di casa, dove vince puntualmente da 6 anni a questa parte nella classe regina, dominatore fin dall’inizio della gara dopo la caduta del leader Daniel Pedrosa, che ha permesso così a Lorenzo di gestire la propria gara al meglio portando in fondo al traguardo quella moto che lo ha conscarato per la seconda volta Campione del Mondo nella classe MotoGp.

    Gara subito in discesa per il maiorchino il quale beffa alla partenza Stoner per poi essere reinfilato da entrambe le Honda ufficiali con il connazionale Pedrosa a precedere l’australiano. Ma appena completato il primo giro ecco il colpo di scena: Pedrosa, forse con troppa foga, sbaglia la staccata e finisce a terra mostrando una fragilità evidente quando si trova sotto pressione e dicendo addio ad un possibile sogno iridato, semmai sia mai esistita la concreta possibilità di spuntarla su Lorenzo, sempre costante e al top della forma, il quale non ha corso particolari rischi negli ultimi gran premi, quasi sempre vinti dal rivale numero 26. Inizia così la gara solitaria di Casey Stoner, desideroso di affascinare per l’ultima volta il pubblico di casa con una guida al limite dell’umano, da stroppicciarsi gli occhi ad ogni suo passaggio, che sia in curva o in rettilineo. Tira come un forsennato il numero 1 australiano, quasi a voler rammentare allo spagnolo neo campione che con un Casey al top non sarebbe stata la stessa storia: a metà gara Stoner ha già lasciato un vuoto fra sè e Lorenzo, il quale decide saggamente di non rischiare perchè in fondo il suo rivale in classifica è fuori dai giochi, consapevole quindi di avere il titolo nelle mani e di non lasciarselo scappare per nessuna ragione al mondo.

    Jorge Lorenzo
    Jorge Lorenzo campione del mondo MotoGP © WILLIAM WEST/AFP/Getty Images

    Dietro di lui si intravede uno splendido Cal Crutchlow, autore di una stagione eccezzionale con la sua Yamaha Tech 3, mentre lo spettacolo si riversa su chi la spunta per la quarta posizione, per la quale lottano caparbiamente Bradl, Dovizioso e Bautista. Alla fine la spunterà Andrea Dovizioso, ma la scena è condivisa a metà tra il vincitore odierno Stoner e il vincitore del Mondiale Lorenzo, entrambi festanti nel parco chiuso, ognuno con sensazioni diverse, ma con stati d’animo accomunati da una gioia paricolare. Casey Stoner ci teneva a vincere davanti al proprio pubblico, per congedarsi al meglio dal suo pubblico dopo la notizia del ritiro alla fine della stagione motociclistica annunciato dallo stesso australiano all’inizio del campionato, che non ha lasciato indifferenti addetti ai lavori e fans. Nelle retrovie (ma è stato frequentemente il leit motiv di stagione) ritroviamo le Ducati di Rossi e Hayden, rispettivamente 7° e 8° dopo una gara opaca e anonima. Dietro di loro si sono piazzate la ART di Espargaro e De Puniet, mentre gli italiani Petrucci e Pirro si sono classificati in 13° e 14° posizione.

    Appuntamento con l’ultima gara della stagione in programma a Valencia l’11 Novembre, dove sicuramente ci saranno i festeggiamenti del pubblico di casa per l’idolo spagnolo neo Campione del Mondo.

    CLASSIFICA PILOTI – Lorenzo 350, Pedrosa 307, Stoner 238, Dovizioso 208, Bautista 165, Rossi 157, Crutchlow 151, Bradl 135, Hayden 122, Spies 88, Barbera 83, Espargaro 69, De Puniet 58, Abraham 50, Pirro 32, Ellison 28, Hernandez 28, Edwards 25, Petrucci 19, Rea 17, Pasini 13, Silva 12, Elias 10, Nakasuga 7, Rapp 2, Salom 1

    CLASSIFICA COSTRUTTORI – Honda 387, Yamaha 366, Ducati 183, Art Aprilia 93, Ftr 32, Ftr Kawasaki 29, Suter Bmw 25, Ioda Aprilia 19, Aprilia 2,