Categoria: Motori

  • Hamilton batte Vettel ad Austin e tiene vivo il mondiale. Alonso 3°

    Hamilton batte Vettel ad Austin e tiene vivo il mondiale. Alonso 3°

    Lewis Hamilton ha vinto la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti sul nuovissimo circuito di Austin, dove si è corsa la 19esima e penultima gara della stagione di Formula 1. Il pilota della McLaren, oggi alla sua penultima apparizione con il team inglese in quanto prossimo al passaggio in Mercedes a fine stagione, è stato il migliore interprete del nuovo tracciato che ha regalato tantissime emozioni e una delle gare più belle degli ultimi tempi, grazie ai tanti sorpassi effettuati dai piloti  nei 56 giri totali. Quello di Lewis è arrivato al giro numero 41, sfruttando un incertezza del leader Sebastian Vettel in un doppiaggio dopo averlo braccato per tutta la gara attendendo per lungo tempo un errore che gli avrebbe permesso di avvicinarsi agli scarichi del tedesco per prenderne la scia sul rettilineo principale con l’aiuto del DRS, errore che ha permesso all’anglo-caraibico di sfruttare la maggiore velocità in rettilineo della McLaren rispetto a quella della Red Bull sverniciandolo a velocità supersonica e andando ad amministrare con tranquillità gli ultimi 15 giri di gara culminati con la 21esima vittoria in carriera.

    Questa volta nulla ha potuto Sebastian Vettel contro la voglia di Hamilton di prendersi questa vittoria, se non la magra consolazione di togliergli il giro più veloce della gara proprio all’ultima tornata, quando comunque ormai i giochi erano già fatti, chiudendo a soli sei decimi dalla McLaren numero 4. La vittoria di Hamilton tiene ancora aperto il campionato e rimanda alla prossima gara in Brasile, ultimo appuntamento dell’anno, i giochi per il Mondiale, che vede ancora in testa Vettel che ha guadagnato altri tre punticini sul diretto inseguitore Fernando Alonso, terzo al termine della gara.

    Lewis Hamilton © Clive Mason/Getty Images Sport

    Lo spagnolo nonostante abbia effettuato come al suo solito una grande partenza recuperando 3 posizioni non ha mai dato l’impressione di poter tenere il passo dei primi due, davvero inarrivabile per una Ferrari che più va avanti è più sembra peggiorare. I 40 secondi di ritardo dalla vetta ne sono una chiara dimostrazione e il pilota asturiano deve ringraziare una serie di circostanze positive che gli hanno permesso di limitare i danni. In primis il ritiro di Mark Webber, dovuto ai soliti problemi all’alternatore , che gli ha permesso di guadagnare una posizione, senza contare il fatto di aver ricevuto l’aiuto del team che ha deciso strategicamente prima della gara di rompere i sigilli del cambio sulla vettura del compagno di squadra Felipe Massa per permettergli di guadagnare una posizione in griglia e partire dal lato pulito della pista. Tattica che comunque non ha nascosto i problemi e le difficoltà della F2012, troppo distante dalle prestazioni attuali di McLaren e Red Bull, che oggi nonostante il ritiro di Webber ha conquistato il terzo mondiale costruttori della sua storia.

    Alle spalle di Alonso un gladiatorio Massa che nonostante l’imposizione forzata del suo team di retrocederlo in griglia è stato autore davvero di una bella gara e di una grande rimonta dall’11esima alla quarta posizione, segno che il pilota di San Paolo in quest’ultima parte di stagione sembra essere ritrovato, il che è molto importante per il team di Maranello che tra sette giorni ad Interlagos dovrà contare, oltre ad una buona dose di fortuna, anche sul suo aiuto. Bella rimonta anche per Jenson Button che dopo una partenza disastrosa che lo aveva relegato dalla 12esima alla 16esima posizione ha recuperato fino alle spalle del brasiliano anche grazie ad una strategia diversa rispetto agli altri piloti: il pilota inglese infatti, uscito nelle qualifiche già nella Q2 per un problema all’acceleratore della Mp4-27, ha scelto di montare alla partenza le gomme dure sacrificando la prima parte di gara per poi montare le morbide nel finale e recuperare fino alla quinta posizione scavalcando le due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, efficaci nel misto ma insolitamente troppo lente in rettilineo.

    Alle spalle dei due alfieri di Enstone si è confermata la Force India di Nico Hulkenberg che ha chiuso in zona punti davanti alle due Williams di Pastor Maldonado e Bruno Senna che hanno chiuso la top-ten e che nel finale hanno dimenticato di essere compagni di squadra arrivando più volte al contatto. Disastrosa ancora una volta la gara delle Mercedes, con Nico Rosberg in 13esima posizione e Michael Schumacher che dopo essere partito in quinta posizione ha chiuso con un deludente 16esimo posto.

    L’appuntamento è tra sette giorni in Brasile, GP che chiuderà la stagione della Formula 1. Tutto è ancora possibile, con Alonso che dovrà rimontare 13 punti su Vettel, impresa non impossibile ma non facilissima viste le prestazioni attuali della Ferrari. Il volto di Alonso a fine gara era tutto un programma, servirà, oltre al talento dello spagnolo che fino ad ora ha dato il 120%, anche tanta fortuna e sperare in qualche errore da parte degli uomini Red Bull che oltre ad aver conquistato il mondiale costruttori hanno in pugno anche quello piloti. Soltanto loro a questo punto della stagione possono perdere il titolo, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo e potrebbero riservare altre sorprese fino alla bandiera a scacchi di questo combattutissimo campionato del mondo.

  • Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Sebastian Vettel in pole nel Gran Premio degli Stati Uniti, penultimo appuntamento della stagione di Formula 1. Il campione del mondo dopo aver ottenuto i migliori tempi in tutte e tre le sessioni di prove libere si è ripetuto in qualifica facendo sua la sesta pole position stagionale, 36esima della carriera dando così un chiaro segnale al campionato e alla lotta al titolo Mondiale. Che intende mantenere all’interno del box Red Bull.

    Il tedesco ha ottenuto la migliore prestazione grazie al tempo di 1:35.657, tempo inavvicinabile per tutti tranne che per Lewis Hamilton, con il quale ha dato vita ad un duello emozionante sul filo dei millesimi. L’inglese inaspettatamente ha tenuto alla grande il passo di Vettel ed è stato l’unico assieme al tedesco a scendere sotto il muro del minuto e 35, ma ha ha dovuto rinunciare alla pole per soli 109 millesimi di secondo accontentandosi di piazzare la sua McLaren tra le due Red Bull.

    Mark Webber infatti è stato relegato in terza posizione ma non ha mai dato l’impressione di poter impensierire i primi due che oggi hanno praticamente fatto un altro sport. Così l’australiano si è dovuto accontentare della terza posizione e sarà affiancato in seconda fila da Kimi Raikkonen che comunque in qualifica ha ottenuto il quinto tempo. Il finlandese beneficerà dell’arretramento del compagno di squadra Romain Grosjean che dalla quarta posizione sarà arretrato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio. Grande la prestazione delle due Lotus che anche qui ad Austin hanno dimostrato di essere competitive.

    Sebastian Vettel
    Sebastian Vettel pole nel GP Stati Uniti © JIM WATSON/AFP/Getty Images

    Così come grande è stata la prestazione di Michael Schumacher che con un guizzo è riuscito ad agguantare la sesta posizione, galavanizzato forse dalla possibilità domani di poter raggiungere un altro record, quello del pilota con il maggior numero di chilometri percorsi in carriera che attualmente spetta a Rubens Barrichello, e per farlo gli basterà compiere soltanto due giri. La prestazione del kaiser ottiene maggiore risalto considerando il fatto di aver tenuto dietro le due Ferrari, che hanno effettuato una qualifica davvero disastrosa.

    Felipe Massa, che per la prima volta in stagione ha battuto il compagno di squadra Fernando Alonso, ha chiuso in settima posizione mentre lo spagnolo partirà in nona posizione, soltanto grazie alla penalità che dovrà scontare Grosjean che partirà alle sue spalle. Pesanti i distacchi dalla vetta, un secondo e quattro il brasiliano, un secondo e nove l’asturiano, ma soprattutto sono tantissimi i problemi  sulla F2012, a partire dagli aggiornamenti portati per questo GP che non sembrano migliorare le prestazioni della Rossa, e a finire con il solito problema nel portare a temperatura gli pneumatici, problema che da tanti anni la Ferrari si porta dietro. Nell’ultima qualifica, per sopperire a questo problema, sulle vetture di Maranello sono state montate delle gomme medie già utilizzate nel tentativo di portare gli pneumatici prima in temperatura, mossa che però non ha pagato e che anzi ha relegato ancora più indietro la Ferrari rispetto alle ultime uscite.

    Tra le due Rosse si è piazzata la Force India di Nico Hulkenberg mentre in decima posizione troviamo Pastor Maldonando che ha chiuso la top-ten con oltre due secondi di distacco. Delusione per Jenson Button che non è riuscito ad entrare nell’ultima qualifica per un problema all’acceleratore. Partirà alle spalle della seconda Williams di Bruno Senna. Soltanto 17esimo Nico Rosberg.

  • Vettel vola nelle libere in Texas

    Vettel vola nelle libere in Texas

    Sebastian Vettel ha dominato le due sessioni di prove libere del venerdì sul Circuito delle Americhe in programma ad Austin: il pilota della Red Bull è stato formidabile alla guida della sua monoposto segnando il tempo di 1:37:718, distaccando i rivali di quasi un secondo. Già nelle prime libere Vettel aveva fatto capire di voler fare sul serio liquidando i colleghi in poco più di un’ora rifilando a Lewis Hamilton, che aveva ottenuto temporaneamente il secondo tempo, ben un secondo e mezzo, un divario impressionante se si pensa che si sta girando su un circiuto totalmente nuovo e sconosciuto ai piloti.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images Sport

    Subito dietro Vettel troviamo Mark Webber, compagno di box del tedesco, con oltre sette decimi di ritardo, che precede per soli otto millesimi l’altro contendente al titolo iridato Fernando Alonso, che sin dalle prime libere ha accusato un netto ritardo nei confronti del pilota campione del mondo in carica. Ad un secondo di distacco troviamo le due McLaren di Hamilton e Jenson Button, rispetttivamente in quarta e quinta posizione, nonostante il pilota caraibico sia stato per buona parte della sessione al comando con il miglior tempo, stracciato in seguito da un Vettel in stato di grazia al quale è bastato un giro ad alta prestazione per sbalordire le scuderie avversarie, in particolare la Ferrari che sperava in una situazione più favorevole su un tracciato che sembrava si potesse adattare bene alle caratteristiche della F2012.

    Sesto tempo per l’altra Rossa di Felipe Massa il quale non è riuscito a scendere sotto il muro del 1:39 accusando cosi un ritardo di un secondo e tre decimi, precedendo Nico Rosberg su Mercedes, un ottimo Bruno Senna con la Williams, la Sauber di Kamui Kobayashi e l’altra Mercedes di Michael Schumacher, distaccato di quasi due secondi e mezzo dal leader della classifica. Più indietro le Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, che hanno ottenuto l’undicesimo e il tredicesimo tempo di giornata, male le Force India di Di Resta e Nico Hulkenberg, attardate rispetto al gruppo delle posizioni di testa, piazzatisi rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione.

  • Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Siamo al rush finale: si decide tutto negli ultimi due Gran Premi della stagione che avranno luogo negli Stati Uniti nel nuovissimo circuito di Austin, in Texas, questo week end, e la settimana successiva ad Interlagos in Brasile. I contendenti sono sempre loro due, Sebastian Vettel e Fernando Alonso, distaccati soltanto 10 punti che in chiave campionato significano che i giochi sono tutt’altro che chiusi, sebbene ogni minimo errore commesso da uno dei due può far pendere l’ago della bilancia a favore dell’altro.

    Psicologicamente il più avvantaggiato è il pilota della Red Bull leader della classifica, che dispone di una macchina super competitiva nonostante le noie avute nell’ultimo Gp di Abu Dhabi, che ha costretto lo stesso Vettel a partire in fondo al gruppo dopo una qualifica travagliata nella quale aveva comunque ottenuto il terzo tempo dietro a Lewis Hamilton, pole-man della gara in Medio Oriente, e al compagno di scuderia Mark Webber. La rimonta effettuata dal pilota Campione del Mondo in carica ha mostrato come la Red Bull sia nettamente superiore a qualsiasi macchina, e questo potrebbe significare molto in gara, sebbene l’incognita di un circuito sconosciuto ai piloti, in quanto nuovo, potrebbe mischiare le carte in tavola. Il divario tra le due monoposto potrebbe essere così annullato da questo fattore, cosa che ha spinto Red Bull e Ferrari a lavorare molto sugli aggiornamenti sulle monoposto, nella speranza di trovare il giusto setup per concludere al meglio il finale di stagione.

    Vettel e Alonso
    Vettel e Alonso per un posto da Campione | © PRAKASH SINGH/AFP/Getty Images

    In casa Ferrari si è lavorato molto sull’aerodinamica ad Idiada, in Spagna, grazie ai test effettuati dal collaudatore Jules Bianchi, ma a quanto pare i risultati di questo ultimo test in vista del Gran Premio delle Americhe non sono stati soddisfacenti, cosa che mette un po’ in apprensione Alonso e i fan della Rossa. Nonostante ciò il pilota spagnolo sembra molto sicuro di poter battagliare fino all’ultimo respiro con il rivale tedesco, forte della sua costanza nell’arco della stagione che lo ha relegato come vero avversario di Vettel e del team anglo-austriaco. In tutti i Gp finora disputati Alonso ha sempre dato il meglio di sé, facendo ricredere chi non aveva riposto molte speranze nella Rossa ad inizio stagione; questo grazie ad un’impressionante tenacia mostrata dal pilota di Oviedo, sempre al top della forma e protagonista di prestazioni esaltanti nonostante abbia avuto una macchina tutto sommato inferiore rispetto alla Red Bull e alla McLaren per gran parte della stagione, ma anche ad un pizzico di fortuna che lo ha aiutato in diverse situazioni permettendogli di rosicchiare punti importanti ai piloti rivali. Se è vero che gli episodi alla fine dell’anno si bilanciano, ecco che Nando, sempre a punti nella prima parte della stagione, nella fase cruciale del campionato si è visto per ben due volte concludere la gara con uno zero nella casella dei punti dovuto a due collisioni, la prima alla partenza del Gran Premio del Belgio, durante il quale è stato tamponato da Romain Grosjean che ne ha messo a rischio l’incolumità, e la seconda, sempre alla partenza, nel Gran Premio del Giappone, dove un contatto di gara con l’altra Lotus di Kimi Raikkonen lo ha mandato in testacoda a causa della foratura della gomma posteriore. Due Gp a bocca asciutta che potrebbero risultare fatali al pilota due volte Campione del Mondo con la Renault nel 2005 e nel 2006, che tanto ha costruito nel corso della stagione, partito con gli sfavori del pronostico e arrivato lì a giocarsela con il campione in carica.

    E’ vicino a sfiorare l’impresa, cosa che non gli è riuscita 2 anni fa ad Abu Dhabi quando venne beffato in classifica iridata dallo stesso Vettel all’ultima gara, e magari il sogno di Alonso di diventare Campione con la Ferrari potrebbe trasformarsi in realtà, prendendosi così una bella rivincita nei confronti del tedesco dimenticando una volta per tutte quell’amara serata in cui si è visto soffiare il titolo iridato già in tasca. Austin e Interlagos saranno due importanti bivii per i destini dei due piloti quotati a trionfare nel Mondiale.

  • Valentino Rossi, la pioggia rovina i test di Aragon

    Valentino Rossi, la pioggia rovina i test di Aragon

    Non è bastato a Valentino Rossi e alla Yamaha spostarsi da Valencia ad Aragon per i test nella speranza di trovare il bel tempo: come avvenuto nella giornata di ieri, il Dottore e il suo team hanno trovato ancora la pioggia a condizionare la loro sessione di prove, ragion per cui il pilota pesarese ha potuto effettuare soltanto un giro con la sua M1, mentre sul tracciato valenciano ne aveva messo a segno 28. Quindi un nulla di fatto nella due giorni di test per Rossi per poter trovare il feeling con la moto in condizioni d’asciutto, ma potrebbe comunque scendere in pista nel pomeriggio insieme al suo compagno di squadra Lorenzo a testare la moto sul bagnato, in quanto per i prossimi test bisognerà aspettare febbraio. A differenza di Rossi, il neo Campione del Mondo Jorge Lorenzo ha effettuato nove giri con la sua moto, ma ha comunque girato su tempi eccellenti prima di rientrare ai box a causa di un acquazzone abbattutosi su Aragon.

    Valentino Rossi – Yamaha | © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Se il team Yamaha ha preferito spostarsi ad Aragon sperando di non incappare nel maltempo, ai piloti rimasti a Valencia non è andata di certo meglio, con le condizioni leggermente migliori rispetto alla mattinata di ieri ma con un tracciato ancora viscido e insidioso, che hanno indotto il team Honda Hrc a non mandare in pista la new entry Marc Marquez. Sul tracciato sono invece scesi Michele Pirro, che ha ottenuto il miglior tempo della sessione, Andrea Iannone con la Ducati Pramac, Espargaro, Smith e Barbera.Non si è visto in pista il nuovo pilota della Ducati Andrea Dovizioso, rimasto ai box a confrontarsi con i suoi meccanici.

    I test reali della MotoGp inizieranno tra qualche mese, quando la truppa sarà al completo per scaldare i motori in vista della nuova stagione che promette spettacolo, un giusto mix tra vecchi e nuovi che incuriosisce molto gli addetti ai lavori. Mancherà un grande campione come Casey Stoner, ritiratosi dopo la gara di Valencia per stare vicino alla sua famiglia, ma ci sarà il debutto di un talento dal futuro assicurato come Marquez, che ha preso proprio il posto dell’ australiano sulla Honda ufficiale. E poi ci sarà il ritorno di Rossi in Yamaha, che dopo due deludenti stagioni in Ducati avrà voglia di rivalsa  e assaporare di nuovo la gioia della vittoria che al pilota di Tavullia manca da troppo tempo.

  • Valentino Rossi ritrova la sua Yamaha a Valencia

    Valentino Rossi ritrova la sua Yamaha a Valencia

    Dopo la gara di domenica scorsa a Valencia che ha mandato definitivamente in archivio la difficile e deludente esperienza biennale in Ducati, per Valentino Rossi è ora tempo di rituffarsi nella dimensione Yamaha, rincontrando la sua M1 e la scuderia nella quale, dal 2004 al 2010, ha vinto ben quattro titoli mondiali.

    Si inizia, anzi si ricomincia, proprio sulla pista di Valencia laddove è terminata la parentesi Ducati, in una giornata piovosa iniziata intorno alle dieci del mattino, che ha costretto Valentino Rossi a rientrare ai box dopo appena due giri di pista al fine di montare gomme da bagnato con cui il “Dottore” ha poi effettuato venti giri nonostante le difficili condizioni meteorologiche confermando – ancora una volta – la sua grandissima professionalità ed, in particolar modo in questo momento, una grande voglia di riscatto e di risultati positivi dopo due stagioni insolitamente grigie: i risultati di questa giornata, seppur poco indicativi, vedono Valentino Rossi registrare il sesto tempo, a 8″222 dalla Honda dello spagnolo Alvaro Bautista, provvisorio leader della giornata, ed i test proseguiranno anche nella giornata di domani.

    Valentino Rossi ritorna in Yamaha | © Robert Cianflone/Getty Images

    Ecco perchè il ritorno in Yamaha ha dato, fin da subito, nuovo lustro alla sua nota vena umoristica e goliardica, postando su Twitter uno speciale saluto alla sua ritrovata moto, rivolgendole un simpatico messaggio ed immaginando un fantasioso botta e risposta con il suo numero 46 impresso sulla M1 Yamaha: ” Ciao. Ciao. Come stai? Ti vedo bene”. “Mi sei mancato”. “Anche tu”. 

    Si erano tanto amati e, dunque, si sono finalmente ritrovati prendendo nuovamente “confidenza”, prima di essere pronti per nuove sfide e per nuove pagine da scrivere: il lavoro di preparazione della nuova stagione sarà, di certo, impegnativo e complesso ma Valentino Rossi sembra intenzionato a dedicare tutto sè stesso a questo progetto che ha voluto risposare fortemente, per provare a rivivere quelle intense emozioni che, fino a due anni fa, avevano sempre contraddistinto la sua straordinaria carriera.

  • Sebastien Loeb, il cannibale si ritira

    Sebastien Loeb, il cannibale si ritira

    Sebastian Loeb ha detto basta. Il pilota francese ha deciso di abbandonare la sua Citroen e di ritirarsi lasciando il mondo del rally dopo 13 anni in un palcoscenico che lo ha incoronato pilota più forte di tutti i tempi. La decisione, arrivata soltanto dopo aver vinto anche l’ultima tappa nel Rally spagnolo, era stata annunciata già da qualche tempo, precisamente nella conferenza nel Salone dell’Automobile di Parigi nel mese di settembre in cui Loeb aveva annunciato la volontà di appendere il casco al chiodo.: “Ho rimandato la decisione di andare in pensione due anni fa. Ho fatto lo stesso l’anno scorso. Avevo deciso di ritirarmi, ma alla fine ho cambiato idea. Anno dopo anno, sono ancora qui. D’altra parte, aspettare mi ha aiutato a capire che non riesco a smettere del tutto. Ora mi sento alla fine di qualcosa, ma ogni tanto correrò ancora perchè non posso immaginarmi oggi come un pilota in pensione“.

    Sebastien Loeb © Massimo Bettiol/Getty Images

    Modo migliore di lasciare per il francese non poteva esserci. Loeb infatti, nonostante i suoi 39 anni suonati, è stato protagonista assoluto anche in questo Mondiale avendo conquistato, consecutivamente agli altri otto , anche il nono titolo della carriera. Numeri stratosferici che parlano da soli aggiunti alle 75 vittorie che ne fanno il pilota più vittorioso di tutti i tempi, pensando che Marcus Gronholm al secondo posto si è fermato a 30, 113 podi e 1551 punti ottenuti. Statistiche che ne fanno di gran lunga il pilota più titolato della storia e che gli sono valsi il soprannome di “Cannibale“. Tuttavia non è un addio definitivo quello del campione di Haguenau che, se pur dall’anno prossimo perderà la possibilità di lottare per il titolo mondiale, non si defilerà del tutto dal mondo delle corse ma effettuerà un programma ridotto che comunque gli consentirà di partecipare ad almeno quattro delle tappe in programma nel prossimo campionato, prima delle quali quella di Montecarlo, che sarà oltretutto la prima: “Non voglio obbligato a partecipare ad ogni appuntamento. Ma per alcuni rally, perché no? Potrebbe essere divertente e sicuramente me li godrei molto di più. Montecarlo è il primo rally del campionato, è una manifestazione bellissima che spesso mi ha portato fortuna. Mi piace molto. Quindi ci sarò”.

    Al suo posto per il 2013 arriverà uno tra Dani Sordo e Jari Matti Latvala che farà coppia con il finlandese Mikko Hirvonen. Loeb parteciperà comunque al Mondiale con un team proprio sempre al volante della Citroen D83 con l’appoggio da parte di un emirato di Abu Dhabi, già con una esperienza nel WRC avendo lavorato fino al 2011 con il team concorrente della ford. Programmi diversi invece quelli previsti per il 2014 che porteranno il nove volte campione francese a gareggiare nel Mondiale Turismo, sempre in Citroen: “Sarà bello continuare a lavorare con la Citroen, la casa con cui ho vinto tutto che per me è il top. Ho scelto il WTCC perché ho l’esperienza giusta e soprattutto in questo modo non farò un passo indietro nella mia carriera”.
    Cosi in pochi mesi il mondo dei motori ha perso parte dei suoi principali protagonisti. Oltre al francese hanno lasciato Michael Schumacher in Formula 1, Casey Stoner in MotoGP e Max Biaggi in Superbike, nemico nemero uno di quel Valentino Rossi al quale Loeb, che come lui ha vinto 9 titoli mondiali, ha rivolto un apprezzamento: “Quella di Valentino è stata proprio una carriera esaltante”. 
  • MotoGP, le pagelle del GP della Comunità Valenciana

    MotoGP, le pagelle del GP della Comunità Valenciana

    Ecco le pagelle del Gran Premio della Comunità Valenciana, ultima tappa del Mondiale MotoGP appena conclusosi che ha incoronato Campione del Mondo per la seconda volta nella classe regina il pilota maiorchino Jorge Lorenzo. Il pilota della Yamaha, già laureatosi Campione nello scorso Gp d’Australia a Phillip Island, è caduto nel tentativo di doppiare Ellison finendo sul tratto di pista umido e perdendo il controllo della sua moto sebbene abbia provato tenacemente a domarla, lasciando così campo libero a Daniel Pedrosa che conclude il suo campionato con ben 7 vittorie all’attivo e una lotta per il Mondiale sfumata due settimane prima per la caduta al secondo giro in Australia. Nonostante ciò si è visto il miglior Pedrosa e la sua annata non può che considerarsi ottima, considerando il fatto che nelle ultime 8 gare ha conquistato 6 vittorie, lasciandosi alle spalle i rivali dominando gara dopo gara, ma purtroppo non è bastato per agganciare (o quantomeno sperare fino all’ultimo)  un Lorenzo che ha saputo gestire il suo vantaggio accumulato nella prima parte di stagione che è risultato poi decisivo nel rush finale del campionato.

    Lorenzo 5: E’ l’unico a montare le gomme da asciutto in griglia, scelta che lo favorisce nei primi giri in quanto la pista si asciuga col passare del tempo a discapito di chi ha montato gomme da bagnato. Si ritrova in testa al quarto giro dopo aver superato un sorprendente Espargaro, ma getta al vento una possibile vittoria in scioltezza osando un pò troppo su un doppiaggio ad Ellison finendo sul tratto umido della pista con conseguente high-side per cuori forti ma per fortuna senza conseguenze. In ginocchio sulla ghiaia vede Pedrosa sopravanzarlo involato verso una facile vittoria; poco male, i giochi sono chiusi da ormai due settimane.

    Pedrosa 9: Un nove per la gara disputata, seppur con qualche rischio di troppo, un nove anche per la coraggiosa scelta di rientrare ai box durante il giro di ricognizione per cambiare la moto. Quasi perfetto, da dieci, per la seconda parte di stagione nella quale si è dimostrato tenace e agguerrito dando del filo da torcere a Lorenzo; purtroppo per lui la caduta in Australia, quando si trovava al comando della corsa,  gli ha compromesso la grande rimonta che lo avrebbe potuto consacrare Campione nella classe regina, titolo che non ha ancora vinto ma che ha dimostrato di voler conquistare per potersi così affermare tra i grandi della MotoGP. Il talento non si discute, la moto è attualmente la più forte, sta a lui migliorare ed avere più costanza di rendimento (talvolta compromessa dai ripetuti infortuni), cosa che finora in carriera gli è mancata, e non poco…

    Stoner 8: Si congeda dal mondo delle corse con un podio e una gara tutto sommato tranquilla senza prendere eccessivi rischi su un asfalto pazzerello con una caviglia in disordine altrimenti, molto probabilmente, sull’asciutto avremmo visto lo Stoner arrembante di sempre. Non è stato un anno molto fortunato per l’australiano, forse si è lasciato anche un pò andare dopo l’annuncio shock del suo ritiro a fine stagione, ma ha comunque regalato sprazzi di guida di un talento purissimo che mancheranno moltissimo al Motomondiale e ai suoi appassionati. Si dedicherà d’ora in poi alla famiglia lasciando il posto a Marc Marquez, quello che in Honda sperano diventi lo Stoner del futuro.

    Rossi 4: La disastrosa gara di Valencia rispecchia totalmente l’esperienza infelice vissuta nei suoi due anni in Ducati, nei quali ha conquistato soltanto tre podi e mai una vittoria. Il connubbio tutto italiano non ha funzionato per niente, nonostante il tanto lavoro effettuato da ingegneri e pilota che hanno cercato (senza esito) una drastica evoluzione di una moto mai convincente e poco affidabile. Durante la gara valenciana sembrava avere un buon passo sia sull’asciutto che sul bagnato, tanto che nei primi giri si trovava a ridosso del leader Espargaro e poteva sperare nella prima vittoria con la casa bolognese. Ma l’illusione è durata ben poco, finendo anche doppiato dai piloti di testa, concludendo la stagione come peggio non poteva. Ha già voltato pagina il Dottore, tuffatosi nella sua “nuova” esperienza in Yamaha che tante soddisfazioni ha dato al pilota di Tavullia. Da martedì sarà di nuovo in sella sul circuito spagnolo per provare la nuova moto, nella speranza di poter lottare per il titolo già nella prossima stagione e dare filo da torcere al suo nuovo-vecchio compagno Jorge Lorenzo.

    Dovizioso 6: Non aveva nulla da perdere ormai sicuro del quarto posto nella classifica iridata, protagonista di una stagione al di sopra delle aspettative con la sua Yamaha Tech 3 che dalla prossima stagione non sarà più sua. Ha mostrato grandi doti con una moto che non era da titolo, ma ha dato sempre il meglio di sè in ogni Gp, finendo spesso a ridosso dei primi e soprattutto davanti al compagno di squadra. Volta pagina anche lui facendo il percorso inverso di Valentino Rossi: ci auguriamo non con gli stessi risultati…

    Marquez 10 e lode: Strepitosa la sua vittoria nel Mondiale Moto2, encomiabile la sua gara ieri a Valencia, dove è partito ultimo per poi sfoderare una rimonta che ha dell’incredibile sull’asfalto reso viscido dalla pioggia caduta prima della gara. Ma per lui è tutto facile, danza su quella moto che è un piacere vederlo, si prende caparbiemente la prima posizione andando a vincere il suo ultimo Gp in Moto2 presentandosi con questa performance ai prossimi rivali della MotoGP. Ha talento da vendere il 19enne spagnolo, una classe cristallina che in pochi hanno. C’è molta curiosita di vederlo all’opera al fianco di Pedrosa il prossimo anno nel Team Honda Hrc.

  • Marquez e Kent inarrestabili a Valencia

    Marquez e Kent inarrestabili a Valencia

    Marc Marquez e Danny Kent hanno vinto le rispettive gare della Moto 2 e Moto 3 nell’ultimo appuntamento stagionale del Motomondiale nel Gran Premio della Comunità Valenciana. Grande rimonta per lo spagnolo che dall’ultima posizione è risalito fino al primo posto mentre l’inglese della Ktm ha beffato il compagno di squadra Sandro Cortese proprio all’ultima curva. Risultati che di fatto non hanno modificato l’esito dei due campionati, già scritti a Phillip Island con i trionfi dello spagnolo e del tedesco

    MOTO 2 – Si è confermato campione assoluto Marc Marquez. Lo spagnolo , che tra qualche giorno compierà il salto di qualità nei test in sella alla Honda ufficiale non si è fatto distrarre di un minimo dal suo prossimo passaggio alla classe regina al posto di Stoner e ha dimostrato grande mentalità restando concentrato anche nell’ultima gara dell’anno con il titolo mondiale già in tasca dal GP d’Australia. Partito dalla 33esima e ultima posizione ha compiuto una rimonta leggendaria che resterà negli annali della storia del motociclismo, lanciandosi in una rincorsa alla prima posizione guidando sul bagnato come se fosse sull’asciutto.

    Già in partenza in una sola curva il pilota della Suter era scalato fino a metà classifica, poi ha impresso alla gara un ritmo insostenibile per gli avversari che nulla hanno potuto per contrastare la sua fame di vittoria, che lo ha portato a conquistare il nono successo stagionale. Il primo degli sconfitti è stato Julian Simon, secondo al traguardo, che già stava assaporando la possibilità di vincere il suo primo GP in Moto 2, ma che si è visto guadagnare ben tre secondi negli ultimi quattro giri. Terzo l’ex e ultimo campione della 125 Nico Terol, che dopo un anno passato a navigare nelle retrovie ha conquistato il suo primo podio nella classe intermedia, completando un terzetto tutto spagnolo nella gara di casa, mentre per trovare il primo degli italiani dobbiamo scendere sino alla 11esima posizione dove troviamo Andrea Iannone.

    Una prestazione da fenomeno questa di Marquez che nonostante la superiorità netta della moto ha dimostarto di essere di gran lunga il pilota migliore della categoria e che di certo potrà ben figurare anche in MotoGP dove l’anno prossimo prenderà il posto di Stoner, al quale somiglia molto per potenzialità e stile di guida. Forse proprio per questo in Honda staranno fregandosi le mani per aver preso la copia esatta del campione australiano, colui che avrà il duro compito di non far rimpiangere la sua assenza.

    MOTO 3 – Danny Kent ha invece vinto l’ultima gara della classe minore, la Moto 3. Il pilota inglese ha ottenuto la seconda vittoria stagionale, dopo quella conquistata a Motegi non senza polemiche nel post-gara con Sandro Cortese, beffando all’ultima curva proprio il compagno di squadra, che nell’ultimo giro ha sperperato il vantaggio di un secondo sugli inseguitori scegliendo una tattica troppo conservativa sull’asfalto bagnato.

    Il pilota tedesco, comunque già campione del mondo di categoria da Phillip Island, ha chiuso la sua esperienza in Moto 3 con un secondo posto visto che dall’anno prossimo effettuerà il salto di qualità nella classe Moto 2. Terzo gradino del podio per il pilota tedesco Zulfahmi Khairuddin. Fuori dai primi dieci tutti gli italiani, primo dei quali è Niccolo Antonelli in 13esima posizione. Beffa per Romano Fenati 18esimo, che è stato battuto da Alex Rins per il premio rookie of the year, assegnato  ai migliori giovani piloti al primo anno di attività nel campionato.

  • Pedrosa vince l’ultimo atto a Valencia. Lorenzo out e Rossi 10°

    Pedrosa vince l’ultimo atto a Valencia. Lorenzo out e Rossi 10°

    Daniel Pedrosa ha vinto il Gran Premio della Comunità Valenciana, teatro del 18esimo appuntamento del mondiale che oggi ha chiuso il campionato della MotoGP. Sul circuito di Valencia il pilota della Honda ha centrato il suo settimo successo della stagione e ha così chiuso nel migliore dei modi la sua annata più positiva nella classe regina con la pole position e la vittoria nel GP di casa, nonostante la sconfitta nel Mondiale due settimane fa sul circuito di Phillip Island.

    L’ultimo appuntamento della stagione ha regalato grandi emozioni come poche volte in questa stagione, già da inizio gara, dichiarata bagnata dai commissari. Tutti i piloti hanno cosi optato per le gomme rain, tranne Jorge Lorenzo che ha deciso di montare sin dalla partenza la gomma da asciutto. Scelta poi copiata appena dopo il giro di ricognizione da Daniel Pedrosa, Nicky Hayden e Cal Crutchlow, che sono rientrati ai box per cambiare gomme quindi sono stati costretti a partire dalla pit-lane.

    All’inizio però la gomma slick non è sembrata essere efficace sul circuito reso umido dalla pioggia caduta in mattinata e il neo campione del mondo è stato infatti risucchiato a centro gruppo mentre ha sorpreso la partenza di Aleix Espargaro, ritrovatosi incredibilmente primo e con un secondo di vantaggio sugli avversari dopo appena un giro di gara. Anche la Ducati, che con condizioni di asfalto incerto si è sempre comportata bene, si è ritrovata all’inizio con due piloti nelle prime due posizioni, Hector Barbera secondo e Valentino Rossi terzo.

    Ma la prestazione della gomma da bagnato su un tracciato che ha cominciato via via ad asciugarsi è cominciata a scadere permettendo a Lorenzo di recuperare tutto il vantaggio perso a inizio gara e di ritrovarsi primo dopo soli quattro giri, mentre tutti gli altri che avevano montato gomma rain sono rientrati per il cambio moto. Gli unici ad aver tratto vantaggio da questa situazione sono stati Lorenzo, ritrovatosi primo con largo margine, Pedrosa che si è gettato all’inseguimento del connazionale e il duo formato da Crutchlow e Nakasuga mentre Hayden con pari pneumatici ha faticato a trovare il ritmo dei primi. In realtà in Ducati anche dopo il cambio gomme si è faticato a trovare un trend accettabile ed entrambi i piloti hanno continuato a girare su tempi come su pista bagnata e di fatto la gara del team di Borgo Panigale è finita lì, con Hayden caduto dopo pochi giri e Rossi che è stato doppiato dai primi piloti.

    Quindi il leit motiv della gara è stato il solito duello tra Lorenzo e Pedrosa, con il pilota della Honda capace di rimontare dall’ultima posizione fino a portarsi negli scarichi del maiorchino, ma le condizioni del circuito sono rimaste comunque molto difficili. Proprio per questo motivo i due padroni di casa sono stati portati all’errore, uno senza conseguenze da parte di Pedrosa che è arrivato lungo ad una curva perdendo un pò di contatto con il leader della classifica, l’altro invece fatale per Lorenzo, che nel tentativo di doppiare la Crt di Ellison è finito sull’umido ed è stato protagonista di una spettacolare quanto pericolosissima caduta che al giro numero 13 lo ha messo fuori gioco. Caduta che per fortuna non ha avuto conseguenze fisiche mentre la Yamaha giaceva li al suo fianco completamente distrutta. Stessa sorte del maiorchino anche per Stefan Bradl, caduto mentre era in lotta per la terza posizione con le Yamaha di Crutchlow e Nakasuga, mentre per Pedrosa si è trattato di gestire al meglio la gara fino alla fine pur con qualche brivido di troppo dovute alle condizioni insidiose del tracciato.

    E mentre la gara si era avviata cosi verso un epilogo che ormai sembrava consolidato ecco nel finale la sorpresa, con Crutchlow che ancora una volta ha buttato al vento una bella gara con una caduta nei giri finali che gli ha tolto la gioia del podio, sarebbe stato il secondo di questa stagione.  Così alle spalle di un imprendibile Pedrosa ha chiuso un grandissimo Nakasuga al suo primo podio in carriera davanti a Casey Stoner che ha dato il suo addio alle corse chiudendo al terzo posto superando negli ultimi giri Alvaro Bautista, quarto ai piedi del podio. Lo spagnolo del team Gresini, nonostante la beffa per aver perso il terzo posto, si è comunque preso la soddisfazione di aver chiuso il mondiale in quinta posizione, alle spalle dei magnifici quattro ma davanti a Valentino Rossi dal quale in questa ultima gara doveva difendere un vantaggio che ammontava a otto punti.

    Per il pesarese invece non c’è stata proprio gara se non per i primi quattro giri che avevano fatto sperare al team bolognese per un qualcosa di positivo, speranza che è andata via via spegnendosi con il passare dei giri. Un brutto epilogo che però dovrà essere dimenticato in fretta perchè già da mertedi inizierà una nuova avventura, il tanto desiderato

    Daniel Pedrosa © JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    , con i test che segneranno l’antipasto di quella che sarà la nuova stagione del Motomondiale. Stagione che si presenterà senza Casey Stoner, che ha salutato il mondo delle corse con il terzo posto.

    Tornando alla classifica dei tempi è da segnalare la gara di Michele Pirro, quinto davanti ad Andrea Dovizioso, che da martedi sarà in sella alla Ducati, e a Karel Abraham in settima posizione. Davanti a Rossi anche le altre due Crt di Danilo Petrucci e James Ellison, mentre Aleix Esparagaro che era partito a razzo nei primi giri della gara ha chiuso appena fuori dalla top-ten, in 11esima posizione ma ha vinto il suo piccolo Mondiale chiudendo come primo dei piloti Crt.