Categoria: Formula 1

  • GP di Montecarlo nel festival dei ritiri si impone Rosberg, 4° Alonso

    GP di Montecarlo nel festival dei ritiri si impone Rosberg, 4° Alonso

    Nel Principato non cambia la musica che si era vista anche nelle qualifiche: le prime due sono sempre le Mercedes. Non male le Ferrari alla partenza: Raikkonen guadagna il 4° posto ai danni di Vettel Alonso scivola di una posizione. Problemi alla power-unit proprio per Sebastian Vettel, che è costretto al ritiro, mentre le Mercedes prendono il largo, poi accorciato con l’entrata della safety car. Poi la sfortuna si scatena su Kimi: prima viene tamponato da Chilton, poi si tocca con Magnussen. Nel finale problemi a un occhio per Hamilton, che è comunque riuscito a tenere la posizione, vanificando gli attacchi di Ricciardo. Gara strana anche dal punto di vista dei piloti: hanno tagliato il traguardo solo 14 monoposto, di cui solo 4 non doppiate. Con così poche auto in pista c’è l’occasione per le piccole di andare a punti, e la Marussia ne ha approfittato conquistando i primi punti della sua storia. Gara vinta e dominata da Nico Rosberg, che trova la seconda vittoria di fila a Monaco, che è anche casa sua. Il tedesco sorpassa lo scontento Hamilton in classifica e si porta al primo posto. La sicurezza assoluta è nella classifica costruttori: Mercedes a 240, con 141 punti in più rispetto alla seconda (la Red Bull a 99).

    Rosberg dopo la vittoria di oggi / Foto Facebook
    Rosberg dopo la vittoria di oggi | Foto Facebook

    Se Rosberg commenta entusiasta “vittoria speciale, riprendersi la vetta a Montecarlo è fantastico. Sono riuscito a mantenere il gap perché avevo gomme più fresche. Ringrazio il team, mi ha dato una macchina straordinaria.”, Hamilton si rassegna alla superiorità che Rosberg ha dimostrato oggi: “Buona doppietta per la scuderia. Sì, Rosberg aveva un passo più veloce, anche se stavo andando forte, ma qui è molto difficile superare.”. Estremamente delusi invece Vettel e Raikkonen: “Avevo fatto una bella partenza – commenta il tedesco- poi ho perso pressione e potenza e il ritiro è stato inevitabile. Non voglio mettere pressione al team, ma di recente sono successe troppe cose negative.” “Il risultato fa schifo – commenta invece Kimi Raikkonen- ma non per colpa mia. Potevo chiudere 8°, ma non mi interessa prendere due punti. La gara è finita quando la Marussia di Chilton mi ha tamponato.” 

    La griglia d’arrivo finale:

    1 Rosberg

    2 Hamilton (+9.210)

    3 Ricciardo (+9.614)

    4 Alonso (+32.452)

    5 Hulkenberg (+1 giro)

    6 Button (+ 1 giro)

    7 Massa (+ 1 giro)

    8 Grosejan (+1 giro)

    9 Bianchi (+1 giro, penalizzato di 5 secondi)

    10 Magnussen (+1 giro)

    11 Ericsson (+ 1 giro)

    12 Raikkonen (+1 giro)

    13 Kobayashi (+ 3 giri)

    14 Chilton (+3 giri)

    RIT Gutierrez (+19 giri)

    RIT Bottas (+23 giri)

    RIT Vergne (+28 giri)

    RIT Sutil (+55 giri)

    RIT Kvyat (+68 giri)

    RIT Vettel (+73 giri)

    RIT Perez (+78 giri)

    RIT Maldonado (non partito)

  • F1, continua l’egemonia Mercedes, male la Ferrari

    F1, continua l’egemonia Mercedes, male la Ferrari

    Ormai bisogna abituarsi a questa che ormai è diventata una routine in ogni Gran Premio. Nonostante nelle prove libere del Gran Premio di Monaco le Ferrari fossero andate non male, le qualifiche invece deludono.

    Ancora una volta le Mercedes sono in prima fila, con uno scambio delle posizioni abitudinarie tra i due piloti: Rosberg primo e Hamilton secondo, con Ricciardo che si piazza in terza posizione, precedendo il compagno di scuderia Sebastian Vettel.

    Male, come detto, ancora le FerrariAlonso quinto, Raikkonen sesto.  Molto bene le Toro Rosso, che si qualificano al Q3 con un grande 7° posto di Vergne, che in alcuni momenti si è ritrovato anche primo.

    A un minuto dal termine del Q3 bandiera gialla per l’uscita lunga di Rosberg che  ha reso impossibile a tutti di migliorare i propri tempi, permettendo così al tedesco di conquistare la pole position e facendo andare su tutte le furie il porprio compagno di scuderia  Lewis Hamilton che avrebbe voluto provarci fino all’ultimo a prendersi la pole, ma stato impossibilitato da quanto accaduto. Fuori nel Q2 anche Button, insieme a Massa che, a causa di un incidente con Magnussen, non ha nemmeno girato.

    La Mercedes di Rosberg
    La Mercedes di Rosberg | Foto Twitter / Il Pallonaro

    ECCO TUTTI I TEMPI:

    (Q3)

    Rosberg (Mercedes) 1. 15. 989

    Hamilton (Mercedes) 1. 16. 048

    Ricciardo (Red Bull) 1. 16. 384

    Vettel (Red Bull) 1. 16. 547

    Alonso (Ferrari) 1. 16. 686

    Raikkonen (Ferrari) 1. 17. 389

    Vergne (Toro Rosso) 1. 17. 540

    Magnussen (McLaren Mercedes) 1. 17. 555

    Kvyat (Toro Rosso) 1. 18. 090

    10 Perez (Force India) 1. 18. 327

    (eliminati Q2)

    11 Hulkenberg (Force India) 1. 17. 846

    12 Button (McLaren Mercedes) 1. 17. 988

    13 Bottas (Williams) 1. 18. 082

    14 Grosejan (Lotus) 1. 18. 196

    15 Maldonado (Lotus) 1. 18. 356

    16 Massa (Williams) nessun tempo

    (eliminati Q1)

    17 Gutierrez (Sauber) 1. 18. 741

    18 Sutil (Sauber) 1. 18. 745

    19 Bianchi (Marussia) 1. 19. 332

    20 Chilton (Marussia) 1. 20. 005

    21 Kobayashi (Catheram) 1. 20. 133

    22 Ericsson (Catheram) 1. 21. 732

    Comanda la classifica piloti l’inglese Hamilton con 100 punti, secondo Rosberg (97) e terzo Alonso (49). Comanda indisturbata la classifica costruttori la Mercedes (197), con più di 100 punti di vantaggio dalla Red Bull (84). Ferrari terza a 66. Finora, dopo la vittoria di Rosberg in Australia, le ha vinte tutte Hamilton.

     

  • Ayrton Senna il ricordo 20 anni dopo quel maledetto 1° maggio

    Ayrton Senna il ricordo 20 anni dopo quel maledetto 1° maggio

    Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
    e corro veloce per la mia strada
    anche se non è più la stessa strada
    anche se non è più la stessa cosa .

    Così inizia la canzone che Lucio Dalla dedicò al grande campione brasiliano Ayrton Senna che nel pomeriggio del 1° maggio 1994 perse la vita in un tragico incidente alla curva Tamburello durante il Gran Premio di San Marino ad Imola.

    20 anni dopo quella tragedia il ricordo di Senna è ancora vivo, nelle menti degli appassionati di Formula Uno, ma anche di tutti gli sportivi, rimangono ancora le gesta del grande campione, ma anche del grande uomo, che seppe far emozionare ed appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo.

    Nato a San Paolo nel 1960, Senna mette subito in luce il suo talento sui kart, a 21 anni inizia la sua carriera con le monoposto realizzando grandi prestazioni con le formule minori sino all’esordio in F1 con una Toleman nel 1984, annata nella quale il giovane asso brasiliano entusiasma tutti ottenendo un incredibile secondo posto nel Gran Premio di Monaco sotto un vero e proprio diluvio, ma la gara fu fermata mentre Senna stava rimontando su Prost togliendo al brasiliano una possibile vittoria. L’annata si chiuse con altri due piazzamenti a podio.

    Molte scuderie si lanciarono su di lui, la più abile fu la Lotus con la quale Senna corse per 3 stagioni, dimostrando il suo punto di forza, il giro veloce, con la scuderia inglese ottenne 16 pole position e 6 vittorie.

    Ayrton Senna
    Ayrton Senna

    Nel 1988 il passaggio alla McLaren dove trovò, come compagno, quello che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi rivali, Alain Prost. L’anno per l’asso brasiliano fu trionfale e con una super vettura riuscì a surclassare il compagno di team, ottenendo così il primo titolo mondiale. Nel 1989 con un finale thrilling fu Prost a soffiare il titolo a Senna a Suzuka, l’anno dopo Ayrton “restituì il favore” all’ex compagno, passato alla Ferrari, conquistando il secondo alloro mondiale. Il terzo titolo arrivò con qualche fatica in più, contro una grande Williams nel 1991, questo sarà ‘ultimo mondiale che Senna metterà in bacheca.

    Nel 1992 e nel 1993 la Williams cominciò a dimostrarsi molto più competitiva della McLaren, nonostante tutto nel biennio Senna riesce a conquistare 8 successi, in Australia nel 1993 arriverà quella che sarà la sua ultima vittoria.

    Nel 1994 finalmente, approfittando anche del ritiro dalle corse di Alain Prost, Senna riuscì ad ottenere il sedile della tanto desiderata Williams-Renault, sogno che purtroppo durò soltanto 3 gare.

    La Williams di allora, a causa di nuovi regolamenti, aveva perso competitività, non era semplice da guidare ma nonostante questo Senna nelle prime due gare, Brasile e Pacifico, ottenne due Pole Position, vanificate poi in gara, da un testacoda ad Interlagos, sotto la pressione dell’astro nascente Michael Schumacher, e da un incidente in partenza ad Aida. Senna voleva rifarsi e l’occasione giusta era il Gran Premio di San Marino in programma il 1° maggio 1994.

    Il weekend di Imola fu però tragico, l’incidente del venerdì, senza gravi conseguenze al connazionale Barrichello, quello purtroppo mortale di Ratzenberger al sabato, tutto questo segnò pesantemente Senna che però nonostante tutto decise di correre e alla domenica si posizionò al suo posto, in Pole Position.

    Dopo una caotica partenza, con l’ingresso della Safety Car per rimuovere i detriti di un incidente tra Lehto e Lamy, la gara riprese il suo corso, Senna piazzò subito un giro veloce per allontanare Schumacher senza sapere che di lì a poco sarebbe giunta la sua fine.

    Al 7° giro, dopo aver tagliato il traguardo, Senna si preparò ad affrontare la curva Tamburello in piena velocità, il piantone dello sterzo cedette e l’impatto contro il muretto, nonostante la frenata del pilota, fu inevitabile. Nello schianto il puntone della sospensione anteriore destra s’infilò nella parte altra della visiera del pilota, causando sfondamento della regione temporale destra e provocando quelle che si rivelarono le lesioni fatali.

    Le immagini successive sono impresse nella mente di tutti, la macchina che rientra verso la pista, Senna inerte nell’abitacolo, l’intervento dei soccorsi, la pozza di sangue perso dal pilota nella via di fuga, l’elicottero che atterra per portare il brasiliano all’ospedale di Bologna. Quei lunghi momenti di gelo furono accompagnati dalla speranza del miracolo, che però non avvenne: Ayrton Senna si spense all’ospedale alle 18.40 del 1° maggio 1994 senza aver mai ripreso conoscenza.

    Tutto il mondo si unì al dolore del Brasile che con solenni funerali, pianse la perdita del suo campione.

    Vorrei concludere questo ricordo citando ancora Lucio Dalla che nella sua canzone ci dice:

    E ho deciso una notte di maggio
    in una terra di sognatori
    ho deciso che toccava forse a me
    e ho capito che Dio mi aveva dato
    il potere di far tornare indietro il mondo
    rimbalzando nella curva insieme a me
    mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”
    e io ho chiuso gli occhi.

     

  • Imola 1994: prima di Senna si pianse per Ratzenberger

    Imola 1994: prima di Senna si pianse per Ratzenberger

    Il Gran Premio di San Marino disputatosi ad Imola nel weekend dal 29 Aprile al 1 Maggio 1994 sarà ricordato come il più tragico nella storia della Formula Uno moderna. Domani ricorreranno infatti i 20 anni dalla scomparsa del grande campione brasiliano Ayrton Senna che al 5° giro della gara perse la vita dopo uno schianto avvenuto con la propria Williams nel muro della curva del Tamburello. Prima della gara però erano già state versate lacrime di dolore per la scomparsa, del certamente meno noto pilota austriaco Roland Ratzenberger avvenuta il giorno precedente durante le prove ufficiali.

    Ratzenberger, nato a Salisburgo il 4 luglio 1960, aveva iniziato a correre sin da giovane, disputando campionati minori in Germania ed in Gran Bretagna prima del passaggio con ottimi risultati in F3 inglese dove però, nonostante tutto non riuscì a convincere i team del Circus della Formula Uno.

    La sua grinta e la sua passione però non lo abbandonarono e dopo due anni di campionati in Giappone e diverse partecipazioni alle 24 ore di Le Mans, nel 1993 tornò in Formula 3 dove corse per 2 anni prima della tanto agognata chiamata della F1, Roland ce l’aveva fatta, nel campionato 1994 avrebbe corso con la neonata scuderia Simtek.

    Roland Ratzenberger
    Roland Ratzenberger

    La scuderia non era certo un top team, infatti nella prima gara della stagione, il Gran Premio d’Interlagos in Brasile, Ratzenberger si piazzò al 27° posto nelle prove, proprio alle spalle del compagno di squadra Brabham, non riuscendo a qualificarsi. Molto meglio andò nella gara successiva, il Gran Premio del Pacifico disputatosi sulla pista di Aida in Giappone. Ratzenberger ottenne il suo primo, e purtroppo ultimo, piazzamento in gara in F1, l’austriaco della Simtek concluse la gara con 5 giri di distacco dal vincitore ottenendo un onorevole 11° posto, una buona giornata in attesa di provare a ripetersi 2 settimane dopo nel Gran Premio di San Marino.

    Il 29 aprile 1994 si accesero i motori nell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola e lo spaventoso incidente capitato a Rubens Barrichello, fortunatamente uscitone senza gravi conseguenze, nelle prove del venerdì fece calare la paura sul mondo della F1.

    Sabato 30 aprile era in programma la seconda sessione di prove ufficiali, Ratzenberger aveva il 26° ed ultimo tempo valevole per la qualificazione alla gara ma avrebbe potuto non bastare, così Roland decise di rientrare in pista per limare qualche decimo di secondo sul tempo. Erano circa le 13.15, nel giro di lancio probabilmente l’austriaco passo troppo violentemente su un cordolo alle “Acque Minerali” e la sua ala anteriore subì un danno senza che il pilota potesse accorgersene. Ratzenberger infatti proseguì e partì per il suo giro cronometrato, passata la veloce curva Tamburello, Roland nella successiva curva Villenueve filò via dritto, dalle immagini della Rai si vede un pezzo di ala staccarsi negli attimi precedenti alla curva, andando ad impattare intorno ai 315 Km/h contro il muro e rimbalzando in pista con le immagini incancellabili di quel che rimane, la cellula di sopravvivenza resistette bene, della Simtek che pian piano va a fermarsi nel centro della pista alla curva della Tosa con il casco biancorosso del pilota che ciondola prima di fermarsi immobile, lasciando a tutti l’impressione di essere dinanzi al compiersi di una tragedia.

    Ratzenberger fu prontamente soccorso con tutte le procedure di emergenza possibili, ma la frattura alla base cranica non aveva lasciato speranza. L’annuncio della morte di Roland arriverà dall’ospedale poco dopo le 14.15 del 30 aprile 1994.

    Roland, il ragazzo di 33 anni, che con tanta passione, grinta, amore per lo sport e forza di volontà aveva inseguito e coronato il sogno di correre in Formula Uno, vide il destino portarglielo via troppo presto.

  • Ferrari, Mattiacci è il post-Domenicali

    Ferrari, Mattiacci è il post-Domenicali

    Il giorno dopo il terremoto Ferrari legato all’addio di Stefano Domenicali, è tempo di capire le ragioni alla base di uno strappo meditato a lungo ed avvenuto quando meno ce lo si poteva aspettare, alla vigilia di un Gran Premio delicato e nel pieno di una stagione partita in salita per la Ferrari. Stefano Domenicali ha già spiegato nelle sue dichiarazioni “a caldo” le motivazioni dell’addio, affermando che serviva una scossa all’ambiente e augurandosi che, così, possa arrivare un cambiamento positivo. Una decisione sofferta quanto meditata dopo 23 anni di Ferrari che lasciano il segno indelebile nel suo cuore. Un’esperienza lunga e intensa, un’esperienza fatta di responsabilità crescenti dal 2007 in poi, proprio nel periodo della ricostruzione del dopo Schumacher. Per questo motivo, i lunghi anni trascorsi hanno logorato il manager a capo della Gestione Sportiva di Maranello e lo hanno condotto a dire “basta”, improvvisamente. Al suo posto, come già annunciato, il presidente Montezemolo ha scelto Marco Mattiacci, uno dei manager di maggior talento di casa Ferrari, che lavora in azienda dal 1999: una scelta “interna” per fuggire alle logiche dei manager “mercenari” della Formula Uno.

    Ferrari, il post Domenicali è Mattiacci
    Ferrari, il post Domenicali è Mattiacci

     

    Mattiacci è sconosciuto al mondo delle corse automobilistiche ma è ben noto nel settore auto considerando che è stato lui il vero artefice del grande successo commerciale del marchio Ferrari in Asia Pacifico, Nord America e Cina. Marco Mattiacci è un 43 enne manager romano, laureato alla Sapienza in Economia e specializzato alla Columbia Business di New York, graditissimo a Marchionne e a John Elkann, noto come “decisionista”, abituato a tirar fuori il 120 per cento da ogni membro del suo team: un ottimo biglietto di presentazione, senza dubbio, anche se, a ben vedere, i problemi della Ferrari non sembrano essere primariamente di tipo gestionale, bensì prettamente tecnici. Per questo motivo, non è saggio ritenere che le dimissioni di Stefano Domenicali e il passaggio di consegne con Mattiacci possano essere la panacea di tutti i mali per la casa automobilista del Cavallino: se il 2014 è cominciato tanto male, gran parte delle cause sono da attribuirsi alla carenze della F14 T, ed in particolar modo al telaio, al motore e all’aerodinamica. Per questo motivo il compito di Marco Mattiacci risulta particolarmente arduo, anche perchè dovrà imparare in fretta a tenere a bada gli umori di Fernando Alonso che con Domenicali aveva un buon rapporto.

    La Ferrari, dunque, ha scelto la strada del rinnovamento, una scelta che solo il futuro potrà permettere di valutare: coraggiosa o azzardata?

  • Domenicali ci rinuncia, la Ferrari si affida a Mattiacci

    Domenicali ci rinuncia, la Ferrari si affida a Mattiacci

    Arrivano come un fulmine a ciel sereno le dimissioni di Stefano Domenicali il numero uno della scuderia di Maranello. Forse il suo destino era già segnato e Domenicali altro non ha fatto che anticipare le mosse dei massimi dirigenti del Cavallino rosso, anche perchè, dopo la pessima figura del 6 Aprile scorso in Bahrein, il massimo dirigente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, aveva pù volte fatto intendere che una soluzione era necessaria per uscire dall’impasse in cui il team tutto stazionava.

    Ecco che stamattina,inaspettatamente Stefano Domenicali annuncia:

    Ci sono particolari momenti nella vita professionale di ognuno di noi in cui ci vuole il coraggio di prendere decisioni difficili e anche molto sofferte. E’ ora di attuare un cambiamento importante. Da capo, mi assumo la responsabilità – come ho sempre fatto – della situazione che stiamo vivendo. Si tratta di una scelta presa con la volontà di fare qualcosa per dare una scossa al nostro ambiente e per il bene di questo gruppo, a cui sono molto legato. Ringrazio di cuore tutte le donne e gli uomini della squadra, i piloti e i partner per il magnifico rapporto avuto in questi anni. A tutti auguro che presto si possa tornare ai livelli che la Ferrari merita. Infine, vorrei fare l’ultimo ringraziamento al nostro Presidente per avermi sempre sostenuto e un saluto a tutti i tifosi con il rammarico di non aver raccolto quanto duramente seminato in questi anni“.

    Domenicali  lascia la Ferrari | Twitter
    Domenicali lascia la Ferrari | Twitter

    Di dovere i ringraziamenti anche di Montezemolo:

    Ringrazio Stefano Domenicali non solo per il suo costante contributo e impegno, ma per il grande senso di responsabilità che ha saputo dimostrare anche oggi anteponendo l’interesse della Ferrari al proprio. Ho stima e affetto per Domenicali, che ho visto crescere professionalmente in questi ventitré anni di lavoro insieme e per questo gli auguro ogni successo per il suo futuro. Voglio anche augurare buon lavoro a Marco Mattiacci, un manager di valore che conosce bene l’azienda e che ha accettato con entusiasmo questa sfida“.

    Il posto lasciato vacante da Domenicali è stato prontamente affidato a Marco Mattiacci, 43 anni, romano, dal 2010 Ad di Ferrari North America. A lui il compito di risollevare il nome del marchio italiano più famoso nel mondo.

  • Schumacher, segnali che danno coraggio

    Schumacher, segnali che danno coraggio

    Dopo il grande freddo invernale, e i lunghi mesi di silenzio e di no-comment, la primavera porta con sè un po’ di speranza per quanto riguarda le condizioni di Michael Schumacher, ex pilota Ferrari pluricampione del mondo, ricoverato dalla fine di Dicembre all’ospedale di Grenoble dopo una sfortunata e rovinosa caduta dagli sci. Sono trascorsi ben 94 giorni da allora ma finalmente in queste ore trapelano per la prima volta notizie confortanti e parole perlomeno di speranza da parte dell’entourage più fidato dell’ex pilota tedesco e, in particolar modo, dalla sua fedele portavoce e manager Sabine Kehm. Michael Schumacher, sempre circondato dall’affetto di parenti, amici e della moglie Corinna, sembra dare segnali di miglioramento e la famiglia, gli amici e l’entourage per mezzo della stessa Kehm hanno rilasciato al giornale tedesco Bild una dichiarazione che si esprime in tal senso: “Posso dire solamente ancora una volta una cosa: ci sono segnali che ci danno coraggio”.  

    Segnali, dunque: barlumi di speranza, flebili fiammelle o qualcosa di più? Non è dato saperlo ancora, ma è già positivo leggere un commento che si sbilancia verso un cauto ottimismo piuttosto che in un silenzio assordante e teso, come accadeva nei mesi scorsi con tanto di assoluto divieto da parte della struttura ospedaliera ai suoi dipendenti di diffondere qualsiasi tipo di informazione in merito alle condizioni di salute del paziente Michael Schumacher.

    Schumacher, segnali confortanti
    Schumacher, segnali confortanti

    La portavoce di Michael Schumacher e della sua famiglia, poi, ha voluto smentire in maniera netta e categorica quell’indiscrezione trapelata qualche giorno fa che raccontava di un probabile e imminente trasferimento di Schumacher dall’ospedale di Grenoble ad una struttura di riabilitazione e che affermava come la moglie Corinna avesse deciso di allestire in casa propria (in Svizzera, a pochi chilometri dalla stessa Grenoble) una sorta di ospedale domestico, con una spesa di circa dodici milioni di euro per i necessari macchinari.

    Le parole di Sabina  Kehm, su questo aspetto, non hanno lasciato dubbi: tutto inventato. “I rumors secondo cui Corinna avrebbe trasformato casa sua in un ospedale sono assolutamente infondati”.

    In attesa di conoscere con maggior sicurezza ulteriori notizie in merito alle condizioni di Michael Schumacher, le parole della sua fidata collaboratrice sono, comunque, un buon segno.

  • Formula 1: Ferrari lavora su ogni area per migliorare

    Formula 1: Ferrari lavora su ogni area per migliorare

    Subito dopo il Gran Premio della Malesia la Ferrari è già al lavoro per tentare di ridurre nel più breve tempo possibile il gap esistente tra la “Rossa di Maranello” e soprattutto la Mercedes che è veloce ed affidabile.

    Sul sito della casa automobilistica italiana più famosa nel mondo tocca a James Allison, Direttore Tecnico della Scuderia, fare un bilancio di questa primissima parte di stagione e soprattutto spiegare ai milioni di tifosi appassionati quanto e cosa c’è da fare per migliorare.

    Impegnati in modo costante e con il massimo impegno a sviluppare la monoposto in tutte le aree possibili James Allison spiega:

    “In Malesia abbiamo portato un aggiornamento che si è rivelato utile e ci ha permesso di avere una vettura più competitiva rispetto alla prima gara, ma tutta la squadra sa bene quanto grande sia ancora la sfida che ci troviamo davanti”.

    Lo sviluppo della F14 T procede a ritmo serrato ed il lavorio tecnico per ottenere prestazioni competitive riguarda ogni ambito, infatti lo stesso Allison, sottolinea il fatto che tutti gli addetti ai lavori si soffermano molto sull’operato della parte motoristica, ma in pochi hanno fatto notare che nelle nuove monoposto l’1% della potenza del propulsore non produce effetti sul cronometro più di quanto ne possa produrre l’1% dell’efficienza aerodinamica.

    La Ferrari ai box del circuito del Bahrein | Foto Twitter / Il Pallonaro
    La Ferrari ai box del circuito del Bahrein | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Quindi la Ferrari su cosa punta principalmente per cercare di sviluppare al meglio la F14 T? Sempre James Allison, chiarisce la strada che intendono percorrere su Ferrari.com:

    “Il programma di sviluppo continuerà a lavorare sulla efficienza della F14 T, gli interventi su aerodinamica, power-unit e meccanica, gara dopo gara ci aiuteranno ad avvicinare chi ora è davanti”.

    La Scuderia di Maranello ed il suo Direttore Tecnico lancia poi un messaggio di ottimismo  perché comunque Allison vede dei progressi e confida che la stessa cosa avvenga nella terza prova del Mondiale di Formula 1 con la stessa costanza:

    “Se saremo in grado di tenere il passo con i progressi fatti tra Melbourne e Malesia potremo presto iniziare a dire la nostra con entrambi i piloti e in campionato”.

  • Gp Malesia, doppietta Mercedes. Alonso 4°

    Gp Malesia, doppietta Mercedes. Alonso 4°

    Le qualifiche del sabato avevano fatto presagire ad un Gp Malesia dominato dalle Mercedes, alla luce della pole position di Hamilton e della terza posizione di Rosberg, un dominio interrotto solo dalla seconda posizione del campione del mondo in carica Sebastian Vettel: la gara domenicale del Gp Malesia ha confermato le sensazioni della vigilia. Doppietta (prima stagionale) per il duo Mercedes formato da Lewis Hamilton e Nico Rosberg, dominio assoluto e senza discussioni, con il pilota inglese (Hamilton) davanti fin dalla prima curva, dominando giro su giro con tempi stratosferici. Bene anche Sebastian Vettel che con orgoglio aveva da riscattare la delusione della prima gara a Melbourne, in Australia, e che ha conquistato un ottimo terzo sulla Red Bull, nonostante la sua vettura abbia evidenziato un eccessivo consumo di carburante. Il ferrarista Fernando Alonso quarto dopo un ottimo duello con Nico Hulkenberg nei giri finali: un sorpasso e contro sorpasso in cui lo spagnolo ha avuto la meglio grazie alla sua tecnica ma in cui il pilota della sorprendente Force India ha ottimamente impressionato. Nota negativa per Ricciardo che per gran parte della gara era riuscito a mantenersi davanti a Fernando Alonso: i suoi sforzi, però, sono stati vanificati da un pit stop sbagliato dai suoi meccanici.

    Gp Malesia, doppietta Mercedes
    Gp Malesia, doppietta Mercedes

    Nel Gp Malesia di Sepang quinto posto, appunto, per Nico Hulkenberg su Force India, sesto posto per il finlandese della Ferrari Kimi Raikkonen che ha dovuto rimontare dopo un inizio in salita segnato dalla foratura di uno pneumatico dopo uno scontro nei giri iniziali con Magnussen. I meccanici Ferrari hanno rimediato prontamente dimostrando ancora una volta tutto il loro valore dopo la buona prova di ieri in cui avevano sostituito in soli tre minuti la sospensione danneggiata di Alonso.

    Nei primi dieci classificati del Gp Malesia, sesto l’inglese Button, poi a seguire Massa, Bottas, Magnussen, e Kvyat. Da segnalare, a margine della gara, i problemi in casa Williams dove un ordine di scuderia pare non sia andato giù a Felipe Massa, l’ex pilota brasiliano della Ferrari che per troppi anni ha dovuto obbedire anche agli ordini della scuderia del cavallino rampante e che, stavolta, non ha digerito l’ordine di lasciar spazio al compagno di squadra Bottas dimostrando di non accettare ben volentieri quello che è il ruolo di “gregario”.

  • Gp Malesia, Hamilton ancora in pole. Alonso 4°

    Gp Malesia, Hamilton ancora in pole. Alonso 4°

    Il Gran Premio della Malesia di Formula Uno è la seconda gara della stagione Mondiale e si preannuncia già come un importante banco di prova per i principali team, che sembrano essere all’inseguimento della Mercedes in grande spolvero. Le qualifiche del sabato del Gp Malesia, sotto una pioggia incessante e abbondante che ne ha condizionato lo svolgimento e ne ha anche ritardato l’inizio, hanno decretato proprio questo: pole position per Lewis Hamilton su Mercedes (bis dopo quella del Gp d’Australia), secondo tempo per  Sebastian Vettel con la sua Red Bull che prova a riscattare il pessimo inizio di Melbourne, terzo tempo per l’altro pilota su Mercedes, Nico Rosberg che proprio all’ultimo giro ha strappato la terza posizione ad Alonso. Quarto tempo proprio per il ferrarista spagnolo Fernando Alonso, che riesce a rimediare allo scontro con Kvyat che gli ha causato la rottura della sospensione anteriore sinistra e che avrebbe potuto compromettere tutte le qualifiche: fortunatamente i meccanici Ferrari sono stati in grado di riparare al danno in tempi da record (tre minuti) e di rimettere in pista la monoposto di Alonso che a fine qualifiche ha definito “lavoro super” quello dei suoi meccanici del cavallino, sbilanciandosi in una previsione-auspicio per la gara di domani “lottiamo per il podio”. Quinta posizione in griglia di partenza per Ricciardo e sesta per l’altro ferrarista, Kimi Raikkonen che ha dimostrato di non gradire particolarmente la pista bagnata di Sepang e che, almeno sul giro secco, è apparso in difficoltà rispetto ai primissimi.

    Gp Malesia, Hamilton in pole
    Gp Malesia, Hamilton in pole

    Di certo, il circuito malese è più tecnico rispetto al circuito cittadino di Melbourne e, dunque, il valore dei piloti in pista farà la sua parte: senza dubbio, però, è già emerso quello che potrebbe essere il “filo conduttore” della stagione di Formula Uno, e che il Gp Malesia (così come anche la giornata del Sabato del Gp Australia) ha evidenziato: la netta supremazia della Mercedes che costringerà la Red Bull e la Ferrari (che al momento sembrano le più quotate inseguitrici) a rincorrere costantemente le vetture della casa tedesca.

    Il Gp Malesia vedrà, dunque, i “due ritirati illustri” del Gp Australia sfidarsi fianco a fianco in prima fila, ma la Ferrari di Alonso e Nico Rosberg potrebbero essere il terzo (e quarto) incomodo del weekend. Pioggia permettendo ovviamente. 

    La diretta del Gp Malesia sarà visibile sui canali di Sky, a partire dalle ore 10.00, mentre la gara verrà poi trasmessa in chiaro in differita alle ore 14.00 su Rai Uno.