Categoria: Motori

  • MAX VERSTAPPEN è campione del mondo 2021

    MAX VERSTAPPEN è campione del mondo 2021

    Se avete deciso di uscire prima della bandiera a scacchi del Gran Premio di Abu Dhabi forse non crederete al nostro titolo, se lo avete fatto vi siete persi un incredibile finale che ha visto Max Verstappen conquistare il titolo di Campione del Mondo di F1 2021.

    I due contendenti Hamilton e Verstappen erano arrivati a pari punti a quest’ultimo Gran Premio della stagione, in sostanza il vincitore di questa gara si sarebbe portato a casa il titolo.

    Le qualifiche avevano visto un super giro della Red Bull di Verstappen con l’olandese che si era conquistato una Pole Position forse anche a scapito della prestazione in gara.

    Si temeva forse un contatto in partenza, con Verstappen che con entrambi fuori avrebbe ottenuto il titolo per maggior numero di vittorie stagionali, riportando alla mente le sfide di Suzuka 1989 e 1990 tra Ayrton Senna ed Alain Prost.

    In realtà così non è stato, Verstappen è partito male ed è subito stato infilato da Lewis Hamilton, a curva 6 del primo giro Max ha tentato un attacco, Lewis è uscito nella via di fuga ed ha tirato dritto riproponendosi nuovamente al primo posto senza alcun intervento dei commissari di gara.

    La Mercedes con le gomme medie ha mostrato un passo migliore ed ha allungato su Verstappen che dopo il Pit Stop, grazie ad un gran lavoro da scudiero di Perez, ha riportato il suo distacco intorno ad un secondo su Hamilton.

    Lewis però ha dimostrato un passo migliore ed ha allungato nuovamente costringendo la Red Bull ad un nuovo cambio gomme, durante Virtual Safety Car, per permettere una disperata rimonta a Max grazie agli pneumatici più freschi.

    La mossa non è stata vincente, Verstappen ha ridotto il suo distacco sino a 11 secondi ma al termine della gara mancavano solo 5 giri.

    A questo punto è arrivato il colpo di scena, Latifi in lotta con Mick Schumacher ha perso il controllo della macchina ed è finito contro le barriere, costringendo la direzione gara a far entrare la Safety Car.

    Hamilton non si è fermato ed è rimasto con le gomme dure messe nel suo unico pit stop, Verstappen ha montato un set di soft ed è rientrato in pista.

    La confusione ha regnato sovrana, è stato concesso ad alcuni doppiati di sorpassare la Safety Car e Max si è così accodato a Lewis.

    La Safety Car si è spostata con un solo giro da disputare, con le gomme più prestazionali Max Verstappen ha portato l’attacco a curva 5, Hamilton non si è potuto difendere, ha cercato una replica a curva 9 ma il sorpasso non è riuscito e così l’olandese si è presentato per primo sul traguardo, davanti al rivale e Carlos Sainz, ed ha conquistato il suo primo titolo mondiale di F1.

    Grande gioia nel paddock per gli uomini Red Bull e per la Honda, che saluta la F1.

    Poco dopo la cerimonia del podio però si è avuto notizia di un ricorso da parte della Mercedes, relativamente ad alcune infrazioni che avrebbe commesso Verstappen e sulla modalità di ripartenza dopo la Safety Car.

    In serata è arrivata la notizia che i commissari hanno deciso di respingere i ricordi della Mercedes: Max Verstappen è il Campione del Mondo della F1 nel 2021.

    Max Verstappen e Christian Horner festeggiano sul podio | © FORMULA 1

    CLASSIFICA FINALE PILOTI MONDIALE F1 2021 (prime 10 posizioni)

    1° MAX VERSTAPPEN (Red Bull Honda) 395.5 punti

    2° LEWIS HAMILTON (Mercedes) 387.5

    3° VALTTERI BOTTAS (Mercedes) 226

    4° SERGIO PEREZ (Red Bull Honda) 190

    5° CARLOS SAINZ (Ferrari) 164.5

    6° LANDO NORRIS (McLaren Mercedes) 160

    7° CHARLES LECLERC (Ferrari) 159

    8° DANIEL RICCIARDO (McLaren Mercedes) 115

    9° PIERRE GASLY (AlphaTauri Honda) 110

    10° FERNANDO ALONSO (Alpine Renault) 81

    CLASSIFICA FINALE COSTRUTTORI F1 2021

    1° MERCEDES 613.5 punti

    2° RED BULL HONDA 585.5

    3° FERRARI 323.5

    4° MCLAREN MERCEDES 275

    5° ALPINE RENAULT 155

    6° ALPHATAURI HONDA 142

    7° ASTON MARTIN MERCEDES 77

    8° WILLIAMS MERCEDES 23

    9° ALFA ROMEO FERRARI 13

    10° HAAS FERRARI 0

  • EL D1ABLO fa festa, Quartararo campione del mondo 2021 in MotoGp

    EL D1ABLO fa festa, Quartararo campione del mondo 2021 in MotoGp

    Sembrava un weekend nato male, sembrava tutto rimandato, sembrava che Bagnaia potesse rinviare tutto al prossimo Gran Premio di Portimao, sembrava e invece la scivolata del pilota italiano della Ducati ha permesso a Quartararo di laurearsi campione del mondo di MotoGp e trasformandosi così da El Diablo a EL D1ABLO.

    Un titolo arrivato con 2 gare di anticipo che permette alla Yamaha di tornare a conquistare il mondiale nella massima categoria dopo 5 stagioni (ultimo successo della casa di Iwata era arrivato nel 2015 con Jorge Lorenzo) nelle quali aveva trionfato 4 volte la Honda, sempre con Marquez, ed una la Suzuki.

    El D1ablo con il titolo ottenuto oggi diventa anche il primo pilota francese a vincere un mondiale tra 500 e MotoGp ed interrompe la lunga striscia di successi spagnoli iniziata nel 2012 con Jorge Lorenzo e proseguita poi con il dominio di Marquez, l’intermezzo ancora di Lorenzo nel 2015, e la vittoria dello scorso anno di Mir.

    Un’annata che all’inizio è parsa piuttosto equilibrata, El D1ablo ha conquistato due preziosi successi ma anche a causa di un 13° posto a Jerez non è riuscito a prendere il largo.

    Il 3° posto a Le Mans ed il susseguente successo al Mugello, con gli avversari a togliersi punti tra di loro, hanno permesso a Quartararo di prendere una prima ma importante mini fuga.

    A Barcellona un piccolo passo falso, 6° al traguardo, ha permesso agli avversari di ridurre le distanze ma nei tre Gran Premi successivi (Germania, Olanda e Stiria) El D1ablo è sempre salito sul podio riportando il vantaggio sul secondo, il connazionale Zarco, a ben 40 punti.

    Il deludente 7° posto nel Gp d’Austria è stato un boccone amaro mandato giù comunque con un bel sorriso perché nonostante tutto Quartararo ha ampliato il vantaggio a +47 sul primo avversario che non era più Zarco ma bensì Francesco Bagnaia.

    La vittoria di Silverstone è sembrata semplicemente l’inizio di un inesorabile Countdown verso il titolo mondiale 2021 per il pilota della Yamaha.

    Bagnaia ha provato in tutti i modi a rinviare la festa de El D1ablo, vincendo ad Aragon e poi anche nella prima gara di Misano.

    Anche oggi, sempre sul circuito romagnolo, il pilota Ducati stava facendo il suo compito: sfruttare la Pole Position, con Quartararo a partire 15°, e vincere la gara per tenere vivo il suo sogno mondiale.

    La scivolata a pochi giri dal termine ha buttato nella ghiaia ogni sua speranza permettendo a Quartararo di laurearsi campione del mondo ancor prima di veder sventolare la bandiera a scacchi.

    Ma chi è Fabio Quartararo o meglio El D1ablo? Consociamo meglio il campione del mondo MotoGp 2021.

    Nato a Nizza il 20 aprile 1999 Quartararo ha esordito nel mondiale di Moto3 nel 2015, i suoi due anni nella categoria non sono stati esaltanti e il francese ha ottenuto solo due secondi posti, entrambi nel 2015 con la Honda.

    Nel 2017 il passaggio in Moto2 ed anche qua le soddisfazioni non sono certo state molte, è arrivato il 1° successo nel 2018 nella gara di Barcellona in sella ad una Speed Up ed il 2° posto nel gran premio successivo ad Assen.

    Decisamente migliore il primo l’approccio alla MotoGp, nella sua prima stagione, la 2019, con la Yamaha Petronas, Quartararo ha chiuso al 5° posto il mondiale con 7 piazzamenti sul podio (5 volte 2° e 2 volte 3°).

    Positivo anche il 2020, sempre nella Yamaha Petronas, quando con le prime due vittorie consecutive sembrava poter esser super protagonista della stagione, chiusa poi però senza altri guizzi e con un 8° posto nella classifica mondiale.

    Nel 2021 il passaggio al Team ufficiale Yamaha al posto di Valentino Rossi.

    El D1ablo non ha deluso le aspettative e come ampiamente raccontato, ha nettamente meritato quel mondiale che ha avuto la sua certificazione ufficiale con la gara odierna.

  • Juju Noda, la stella giapponese che sogna la F1

    Juju Noda, la stella giapponese che sogna la F1

    Una stella sempre più brillante è nata nel Sol Levante ed è pronta a splendere sui circuiti della Formula Uno, a vederla potrebbe sembrare una normale ragazza giapponese che magari va al club scolastico dopo la scuola, che parla con le amiche, che ama i suoi animali e gestisce i suoi social quando però mette il casco e chiude la visiera diventa una vero e proprio asso tutta grinta e velocità, pronta a tirare staccate al limite e realizzare sorpassi straordinari, stiamo parlando di Juju Noda.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Un vero e proprio giovanissimo asso che è cresciuta in mezzo ai motori e che già da piccolissima ha mostrato enormi qualità nella guida.

    Nata a Tokyo il 2 febbraio 2006 e trasferitasi poi nella prefettura di Okayama, figlia d’arte, il padre Hideki ha corso in varie categorie giungendo anche a disputare 3 gare in Formula Uno nel 1994 con la Larrousse, Juju Noda ha iniziato a mostrare il suo talento già da bambina.

    Juju Noda ed il padre Hideki Noda | © Photo by Endo

    Dopo aver vinto innumerevoli titoli con i Kart, all’età di nove anni Juju ha iniziato a correre con le monoposto ed ha subito stabilito un record della categoria F4 sul Circuito Internazionale di Okayama, battendo il precedente primato di quasi un secondo.

    A 12 anni Juju Noda ha conquistato tutte le gare della F3 nella categoria dedicata agli U17.

    Nel 2020 è finalmente arrivato il momento di venire a correre in Europa, Juju si è iscritta al campionato F4 danese, molto ridotto a causa della pandemia, nei tre eventi di gara ha sempre conquistato la Pole Position ed ha anche conquistato la vittoria nella sua gara d’esordio.

    Il 2021 ha visto ancora Juju correre nella F4 danese, non sono arrivati successi anche a causa di sfortunati eventi, velocità e sorpassi però non sono mancati e siamo certi che nel futuro la vedremo spesso festeggiare sul gradino più alto del podio.

    Conosciamo meglio Juju Noda, cercando di capire come mai ama il Motorsport, quali sono i suoi sogni e le sue ambizioni future.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Ciao Juju, piacere di conoscerti, presentati ai nostri lettori, ti va di raccontarci come ti sei avvicinata al mondo delle corse?

    Sono una ragazza giapponese di 15 anni.
    Ho iniziato a correre quando avevo 3 anni, perché mio padre era un ex pilota di F1. Mi piace correre e guido veloce.
    Sono venuta in Europa e ho corso in F4 in Danimarca. A causa della mia età non mi era permesso correre in altri paesi. E’ logico venire a correre in Europa se pensi di essere competitivo e cerchi di diventare un pilota di F1.

    Come ti prepari per il weekend di gara? Quanto è importante l’allenamento fisico prima di una gara?

    Non è niente di speciale. Le corse fanno parte della mia vita, quindi mi diverto come al solito.
    Devi farlo anche come parte della tua vita. Sento che è meglio rilassarsi prima della gara piuttosto che lavorare sull’allenamento fisico.

    Come riesci a conciliare gli impegni scolastici con la vita da pilota?

    Non è possibile combinarli. Se credi in te stesso dovresti concentrarti su tutto ciò in cui credi.

    Hai dimostrato di essere un pilota con grande velocità e talento, quali pensi siano i tuoi punti di forza, dove pensi di dover migliorare?

    Faccio del mio meglio e non mi arrendo mai finché non lo raggiungo.
    Ho bisogno di migliorare la conoscenza della lingua e la mia conoscenza in ciò che riguarda l’ingegneria.

    Qual è il tuo sogno? Quali sono le tue ambizioni future?

    Sarebbe bello vedermi in F1. E costruire un rifugio per animali.

    Hai un idolo tra i piloti attuali o addirittura del passato?

    No, semplicemente mi piace correre e guidare veloce.

    C’è un circuito su cui ti piacerebbe correre?

    Uno dei circuiti molto veloci della F1.

    Juju Noda | © Photo by Endo

    Veniamo all’attualità, la stagione in Danimarca si è appena conclusa e non è stata molto fortunata per te, anche se in molte gare hai dimostrato le tue ottime qualità di guida, qual è la tua opinione sul tuo 2021 nella F4 danese?

    È stata una stagione davvero dura.
    Abbiamo perso molte gare e vittorie per i problemi che abbiamo dovuto affrontare.
    Non dovrebbe succedere così, ma a volte purtroppo accade.
    Questa è la vita reale. Avevo velocità ma avrei avuto bisogno di un po’ più di fortuna.

    In Formula Uno ci sono state pochissime donne, cosa diresti ad una ragazza che, come te, ama la guida e la velocità ma che forse si sente scoraggiata da questa situazione?

    Così è. Se non ci provi non cambierai mai niente. Sta a te creare la tua vita. Credi in te stessa e non mollare mai.

    Vogliamo ringraziarti per la tua gentilezza in questa intervista, vuoi salutare i nostri lettori e tutti gli appassionati del Motorsport italiano?

    Sarebbe bello un giorno venire in Italia per correre o anche guidare per una squadra italiana, se mai accadrà, mi piacerebbe incontrare i fan italiani.
    Grazie per aver letto questa intervista fino alla fine.

  • Addio Fausto Gresini, il Team annuncia la sua scomparsa

    Addio Fausto Gresini, il Team annuncia la sua scomparsa

    La notizia che ieri sera aveva fatto tremare tutti e poi tirare un sospiro di sollievo in quanto si era rivelata falsa, è arrivata purtroppo stamattina: Fausto Gresini non ce l’ha fatta.

    Gresini era ricoverato da circa due mesi all’ospedale di Bologna per le complicazioni di un infezione polmonare causata dal Covid, contratto poco prima di Natale, ha lottato alternando momenti più critici in terapia intensiva ed altri in cui si vedevano miglioramenti.

    La scorsa settimana la situazione pareva evolvere in maniera leggermente positiva, poi c’è stato un peggioramento nel corso del weekend che ha portato i medici dell’Ospedale Maggiore di Bologna a nuove sedazioni e terapie.

    Nella serata di ieri era girata la voce della morte, smentita poi prima dal suo Team e poi anche dal figlio tramite social network.

    Questa mattina però la speranza ha lasciato spazio alla disperazione, intorno alle 10.30 è apparso un tweet direttamente scritto dal Gresini Racing Team che informava sulla scomparsa del 60enne ex pilota.

    Nato ad Imola il 23 Gennaio 1961, Gresini aveva esordito nel mondiale 125 nel 1982 con un’unica gara conclusa con un ritiro.

    Negli anni a seguire fu un crescendo con la conquista del Mondiale 125 nel 1985 in sella ad una Garelli, titolo bissato nel 1987 (dopo un secondo posto nel 1986) sempre con la stessa marca.

    Il passaggio all’Aprilia per una sola stagione prima di accasarsi alla Honda con la quale corse per cinque anni, dal 1990 al 1994, conquistando altri due titoli di vicecampione del mondo 125.

    Al termine della stagione 1994 decise di ritirarsi dalle corse, con un bottino di 21 vittorie in 132 gare, per intraprendere la carriera manageriale.

    La Gresini Racing nacque nel 1997 ed iniziò nella classe 500 con una Honda guidata dal brasiliano Alex Barros. Furono due anni positivi prima di scendere in 250, categoria nella quale arrivò il titolo mondiale nel 2001 con il giapponese Daijiro Kato in sella ad una Honda.

    Nel 2002 il salto in MotoGp con Kato che giunse 7° nel mondiale.

    L’anno dopo però arrivò la prima tragedia a funestare il team, nel Gp del Giappone a Suzuka, gara d’esordio del 2003, Kato ebbe un grave incidente che lo portò alla morte due settimane dopo.

    Il Team di Gresini reagì e rimase in lotta per il mondiale con Gibernau che poi fu sconfitto da Valentino Rossi.

    Nel 2010 arrivò il secondo mondiale, questa volta di Moto2, grazie a Toni Elias.

    La sfortuna però sembrava aver deciso di non abbandonare il Gresini Racing e nel 2011, a Sepang nel Gp di Malesia, fu Marco Simoncelli, arrivato l’anno prima nel Team di MotoGp, a perdere la vita in pista.

    Gli anni successivi furono avari di soddisfazioni per Fausto Gresini che però non lasciò mai il mondo delle corse e riuscì a togliersi la soddisfazione del titolo in Moto3 con Jorge Martin nel 2018 e in MotoE con il pilota Matteo Ferrari nel 2019.

    Il progetto 2021, dopo un 2020 davvero particolare per tutto il mondo dello sport e non solo, era pronto a partire con team in tutte e 4 le categorie, Fausto Gresini però non ci sarà più nel box, Fausto è andato a riabbracciare Daijiro e Marco.

    Loro certamente saranno stati felici di rivederlo anche se sicuramente avrebbero voluto darsi quell’abbraccio tra tanti anni e non così presto.

  • MIR-AVIGLIOSO! Il pilota Suzuki vince il mondiale in MotoGp

    MIR-AVIGLIOSO! Il pilota Suzuki vince il mondiale in MotoGp

    Il Mondiale 2020, orfano di Marc Marquez assente per un infortunio subito nella prima gara, vede sempre trionfare la Spagna, al termine del Gp della Comunità Valenciana, Joan Mir con la sua Suzuki si è laureato matematicamente Campione del Mondo nella categoria MotoGp.

    Il 23enne spagnolo nativo di Palma di Maiorca, campione in Moto3 con la Honda nel 2017, dopo aver ottenuto solo un 6° posto nell’unica stagione di Moto2, è passato nel 2019 nella massima serie alla guida di una Suzuki con risultati, anche a causa di un infortunio che l’ha tenuto fuori tre gare, non certo brillantissimi: 12° nel mondiale con un 5° posto come miglior posizione.

    Nel mondiale 2020 ha fatto della costanza di risultati il suo punto di forza ed è cresciuto insieme alla Suzuki che ha fatto enormi progressi.

    Partito malissimo con un ritiro ed un quinto posto nelle due gare di Jerez, vinte entrambe dal francese Quartanaro, Mir si è ritirato anche a Brno e si è ritrovato con 48 punti di distacco dalla testa dopo sole 3 gare.

    Le due gare in Austria e le due di Misano hanno visto il pilota Suzuki ottenere tre podi, due secondi ed un terzo posto nello specifico, ed un quarto posto.

    Con quei risultati Mir si è portato al 4° posto della classifica con soli 4 punti di distacco da Dovizioso che era divenuto leader.

    Il secondo posto a Barcellona seguito da un 11° a Le Mans avevano portato il distacco di Mir a 10 punti dal primo posto in quel momento detenuto dal pilota Yamaha Quartararo che sembrava in leggera ripresa dopo un periodo non proprio brillantissimo.

    Ad Aragon è arrivata la svolta, Quartararo è andato in crisi ottenendo solo un 8° posto, Mir invece ha piazzato due terzi posti che gli sono valsi sorpasso ed allungo a +14.

    A questo punto a Joan Mir mancava solo la vittoria per rendere la stagione perfetta e nella prima gara di Valencia è arrivato quel successo, una doppietta Suzuki con il secondo posto di Rins, tanto desiderato.

    Una vittoria che in sostanza ha messo quasi definitivamente il sigillo sul titolo per il giovane spagnolo.

    Oggi è arrivata anche la matematica, a Mir è bastato conquistare un 7° posto sulla pista di Valencia per metter in bacheca il suo primo mondiale MotoGp e regalare alla Suzuki il titolo nella classe regina che mancava dal 2000 quando ancora si correva con le 500 e a vincere fu Kenny Roberts Jr.

  • Hamilton Campione, la settima meraviglia di Lewis

    Hamilton Campione, la settima meraviglia di Lewis

    Obiettivo centrato, con la vittoria nel Gran Premio di Turchia, Lewis Hamilton si aggiudica matematicamente il mondiale di Formula Uno 2020 ed arriva a quota sette titoli eguagliando così il record di Michael Schumacher.

    Un successo arrivato in una stagione senza dubbio particolare, messa in discussione e stravolta dal Covid19, ma certamente dominata dal campione britannico.

    E’ stata un’annata che ha visto Hamilton prima eguagliare e poi battere il record di vittorie (91) del campione tedesco e poi andare ad issarsi in vetta, con lo stesso numero di mondiali vinti (7).

    Una macchina praticamente perfetta, unita alla classe sopraffina del pilota numero 44, ha reso la strada di Hamilton subito in discesa.

    Gli avversari non sono quasi mai riusciti ad impensierire le Frecce d’Argento, la Red Bull con Verstappen ha cercato in alcune gare di insidiare la squadra anglotedesca mentre la Ferrari ha disputato un’annata a dir poco pessima.

    Sebastian Vettel si complimenta con Lewis Hamilton | © F1

    A dire il vero la prima gara del campionato, il Gran Premio d’Austria, aveva visto il trionfo dell’altra Mercedes, quella di Valtteri Bottas, con Hamilton penalizzato e solo 4° al traguardo.

    Hamilton ha risposto vincendo il Gp di Stiria ma non ha potuto prendere la vetta del Mondiale che è rimasta in mano a Bottas fino al successivo Gp di Ungheria dove Lewis ha vinto ed il compagno è giunto solo 3°.

    Un ultimo giro su sole tre ruote, a causa del cedimento dell’anteriore sinistra avvenuto poco prima anche per Bottas, ha reso ancor più leggendaria la vittoria di Hamilton nella prima delle due gare di Silverstone.

    Nella seconda gara in terra britannica Lewis deve accontentarsi del secondo posto alle spalle di Verstappen che diventa così il primo inseguitore di Hamilton, con però 30 punti da recuperare.

    In una bollente Barcellona post ferragosto è sempre Hamilton a salire sul gradino più alto del podio e lo fa davanti ad un indomito Verstappen e a Bottas.

    Sulla mitica pista di Spa in Belgio non cambiano i protagonisti sul podio, Hamilton sempre primo, sono Verstappen e Bottas che s’invertono i ruoli. Il distacco nel mondiale tra Lewis e Max sale a 47 punti.

    A Monza arriva la peggior gara stagionale del campione britannico che in regime di Safety Car e con la Pit Lane chiusa, entra comunque ai Box e riceve una penalità che lo porta sul fondo dello schieramento, la rimonta gli permetterà di arrivare sino al 7° posto (nella gara vinta da Gasly su Alpha Tauri) perdendo pochi punti su Bottas 5° e guadagnandone sul ritirato Verstappen.

    La prima volta sul circuito del Mugello coincide con la vittoria numero 90 di Lewis che si mette alle spalle Bottas ed Albon. Il vantaggio nel mondiale diventa di 55 punti sul compagno di squadra ed 80 su Verstappen.

    In Russia a Sochi 10 secondi di penalità per prove di partenza fuori dalla zona prestabilita costano cari ad Hamilton che deve accontentarsi del 3° posto dietro a Bottas e Verstappen.

    Nel Gp del Eifel, sul circuito del Nurburgring, Lewis vince ed aggancia a 91 vittorie Michael Schumacher, al termine della gara Mick, il figlio del campione tedesco, consegna una copia del casco del padre ad Hamilton.

    A Portimao, altro circuito all’esordio nel mondiale di F1, il campione britannico, dopo un brutto primo giro anche a causa di una pioggerellina, perde qualche posizione ma non certo la calma, la sua rimonta è inesorabile ed anche stavolta Bottas è costretto ad accontentarsi del 2° posto davanti a Verstappen.

    Ad Imola, pista dove perse la vita Ayrton Senna pilota ammiratissimo da Lewis Hamilton, cambia un po’ lo spartito, il numero 44 parte male dalla seconda piazzola e viene scavalcato da Verstappen, poi però dopo i pit stop di Bottas e dell’olandese della RedBull, Lewis infila una serie di giri spaventosi che sommati ad un pizzico di fortuna con la Virtual Safety Car, gli permettono di mantenere agevolmente il primo posto.

    Veniamo ad oggi, dopo un sabato pazzo con pista allagata e tante sorprese, pole di Stroll ed Hamilton solo sesto, il Gran Premio di Turchia si è dimostrato avvincente e con mille emozioni. A spuntarla è stato sempre lui, Lewis Hamilton che decidendo di non sostituire le gomme intermedie, montate dopo la partenza con le full wet, ha saputo tenere il primo posto così conquistato e portarlo sino al traguardo salendo sul podio insieme a Perez e a Sebastian Vettel.

    Dopo il titolo del 2008 con la McLaren, Lewis Hamilton ne aggiunge così altri sei con la Mercedes negli ultimi sette anni, soltanto Nico Rosberg, sempre su Mercedes, nel 2016 è stato in grado di sedersi sul trono di campione.

  • MotoGp: Marc Marquez mette l’ottavo titolo in bacheca

    MotoGp: Marc Marquez mette l’ottavo titolo in bacheca

    La palla numero otto finisce in buca, così Marc Marquez al termine del vittorioso Gran Premio di Thailandia ha voluto celebrare la conquista matematica del suo ottavo titolo mondiale.

    A Buriram il pilota spagnolo numero 93 ha dovuto combattere dall’inizio alla fine con uno scatenato Fabio Quartararo che ha cercato in tutti i modi di portare a casa il primo successo in carriera e si è dovuto piegare soltanto all’ultimo giro.

    Un ultimo giro nel quale Marquez ha trovato il sorpasso all’esterno nel rettilineo e poi si è difeso, incrociando la traiettoria, dinanzi al disperato attacco del francese all’ultima curva.

    In Thailandia il pilota della Honda ha infilato la nona vittoria stagionale, successi ai quali vanno aggiunti 5 secondi posti ed una caduta.

    Un ruolino di marcia davvero inarrestabile che ha permesso a Marquez di ottenere 112 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso e quindi laurearsi campione con quattro gare di anticipo.

    Proprio Andrea Dovizioso è stato l’unico in questa stagione di contendere il primo posto a Marquez, il successo in Qatar, il podio in Argentina ed il ritiro dello spagnolo ad Austin hanno permesso al pilota Ducati di conquistare la vetta mondiale dopo 3 gare.

    Dal ritorno in Europa però la “dittatura” Marquez ha iniziato a prendere campo e a non lasciare spazio a nessun’altro, sono arrivate in successione le vittorie a Jerez e Le Mans, il secondo posto al Mugello, altre vittorie a Barcellona e Sachsenring, intervallate dal secondo posto di Assen, in sostanza si è arrivati alla pausa estiva con un mondiale già praticamente chiuso.

    Al ritorno dopo la pausa il copione non è cambiato, Marquez ha vinto a Brno, si è accontentato di due secondi posti (al Red Bull Ring dietro a Dovizioso e a Silverstone alle spalle di Rins) e poi ha infilato un tris di vittorie Misano, Aragon e Buriram che hanno chiuso anche matematicamente il discorso mondiale a suo favore.

    Marc Marquez conquista così il suo ottavo titolo mondiale, il sesto in MotoGp (il quarto consecutivo nella classe regina del motomondiale) e adesso punta i nove titoli di Valentino Rossi e Mike Hailwood, i quindici mondiali di Giacomo Agostini sembrano ancora lontani, c’è da dire però che Marquez ha solo 26 anni ed una fame di successi che sembra aumentare stagione dopo stagione.

     

     

     

  • Addio Niki Lauda, la F1 piange uno dei più grandi di sempre

    Addio Niki Lauda, la F1 piange uno dei più grandi di sempre

    Un pezzo della storia della Formula Uno ci ha lasciato: Niki Lauda è infatti morto ieri, ma lo si è saputo solo questa mattina, all’età di 70 anni.

    A dare la notizia è stata proprio la famiglia dell’ex pilota austriaco con un comunicato pubblicato dal giornale inglese “The Sun”.

    Con profondo dolore annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente circondato dalla sua famiglia lunedì. I suoi successi unici come sportivo e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili così come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio.

    Poche parole per l’annunciare la scomparsa di quello che è stato uno dei più grandi piloti della storia della Formula Uno, tre volte campione del mondo e che era riuscito già una volta a vincere il destino.

    Niki Lauda era stato operato per un trapianto di polmoni nella scorsa estate e da qualche giorno, a causa di alcuni problemi ai reni, era stato ricoverato in un centro per la dialisi.

    Nato a Vienna il 22 febbraio 1949, Niki Lauda aveva iniziato a correre nelle categorie minori prima di passare in Formula Uno, al volante di una March, nella stagione 1972. Dopo un anno con la BMR, Lauda passò alla Ferrari nel 1974 e conquistò il titolo mondiale con la rossa di Maranello nel 1975.

    Il 1976 sembrava l’anno giusto per il bis ma il 1° agosto 1976 durante il secondo giro del Gran Premio di Germania sul circuito del Nurburgring, Lauda perse il controllo della macchina che dopo aver sbattuto nel guardrail tornò in mezzo alla pista incendiandosi e venendo centrata da altre auto. Il pronto intervento dei piloti coinvolti nell’incidente, oltre ad Arturo Merzario fermatosi volontariamente per dare soccorso, permise a Niki Lauda di venir estratto dalla vettura e di salvarsi nonostante alcuni giorni di lotta tra la vita e la morte.

    Dopo solo 42 giorni il Computer, questo era il soprannome che era stato dato a Lauda, tornò in pista nonostante le ustioni e le ferite su varie parti del corpo, volto compreso. Il mondiale si giocò punto a punto con James Hunt con Lauda che si arrese nell’ultima gara, ritirandosi sotto il diluvio del Fuji.

    L’anno successivo sempre con la Ferrari, l’austriaco dominò il campionato vincendolo con due gare di anticipo prima di rompere definitivamente i rapporti con il team italiano.

    Il passaggio alla Brabham non portò grandi risultati tant’è che Lauda decise di ritirarsi al termine del 1979. Tornato alle corse nel 1982 con la McLaren, dovette attendere sino al 1984 per tornare a vincere il Mondiale prima di ritirarsi definitivamente al termine della stagione 1985.

    Lasciate le corse decise prima di dedicarsi alla sua compagnia aerea e poi di tornare nel Circus della Formula Uno, prima come consulente per alcuni team e poi come presidente onorario della Mercedes, scuderia nella quale ha contribuito all’arrivo del fenomeno Lewis Hamilton.

    Il mondo della Formula Uno, ma anche quello dello sport in generale, perde così un pezzo di storia, Niki Lauda è stato un pilota capace di vincere le gare, sfidare la morte, sconfiggerla e tornare poi a vincere sulle piste.

  • Lewis Hamilton in Messico diventa pentacampione del mondo

    Lewis Hamilton in Messico diventa pentacampione del mondo

    Mancava la matematica e, come accaduto anche lo scorso anno, è stato il Gran premio del Messico a consegnare a Lewis Hamilton il titolo di Campione del Mondo della Formula uno, il quinto per il fuoriclasse britannico.

    Proprio come la scorsa stagione anche in questo caso Hamilton non ha potuto festeggiare il titolo salendo sul podio, una Mercedes con evidenti problemi di gomme ha infatti costretto il numero 44 ad accontentarsi del 4° posto alle spalle del vincitore Max Verstappen e dal duo Ferrari Vettel-Raikkonen.

    Hamilton raggiunge così quota 5, agganciando il mito Juan Manuel Fangio e mettendosi alle spalle del super campione Michael Schumacher, 7 titoli mondiali per il tedesco.

    Un successo che non è stato poi così semplice, Vettel e la Ferrari hanno tenuto testa per lunghi tratti al binomio Hamilton Mercedes.

    La partenza era stata migliore per la Ferrari con Vettel capace di fare doppietta nei primi due appuntamenti, Hamilton però non si è dato per sconfitto e dopo un Gp di Cina interlocutorio per entrambi, grazie alle due vittorie in successione del britannico, a Baku e in Spagna, ha provato un primo allungo.

    Monaco, Canada, Francia, hanno mantenuto la Mercedes avanti poi in Austria Hamilton ha incassato il primo zero, ritiro per problemi tecnici, permettendo a Vettel di effettuare il sorpasso per un solo punto. A Silverstone poi la vittoria ottenuta dal ferrarista, con l’inglese secondo, ha permesso a Vettel di portarsi avanti di 8 punti con una rossa che sembrava decisamente più veloce della Mercedes.

    Il Gran Premio di Germania è stato il primo momento decisivo che ha svoltato il mondiale verso Hamilton, eppure dalle prove, Vettel in pole ed Hamilton 14°, sembrava esser il momento giusto per il tedesco di fuggire in classifica ed invece al giro 51 la Ferrari numero 5 ha perso il controllo ed è andata a sbattere, Hamilton ha saputo guidare sul velluto, sulla pista umida, ed ha portato a casa un successo pesantissimo.

    In Ungheria, pista solitamente favorevole alle rosse, la Ferrari non è riuscita a far bene in qualifica e anche qualche errore in gara ha permesso ad Hamilton di vincere, proprio davanti a Vettel e Raikkonen.

    Il successo di Vettel nel Gp del Belgio e una prima fila tutta rossa a Monza sembravano poter riportare il Mondiale in equilibrio ed invece sono iniziati gli errori del tedesco: contatto con il rivale inglese nel primo giro, con testacoda, nel Gp d’Italia, strategia non vincente a Singapore, contatto a Suzuka con Verstappen e ad Austin con Ricciardo (in entrambi i casi con il tedesco sempre a girarsi).

    In questo periodo nero di Vettel è arrivato il Poker di vittorie di Lewis Hamilton, con un terzo posto negli Stati Uniti, che ha sostanzialmente chiuso il campionato.

    Oggi poi sul circuito “Hermanos Rodriguez” Hamilton, praticamente mai in corsa per la vittoria, ha saputo gestirsi, evitare rischi ed alla fine ha potuto gioire per la vittoria del Mondiale di F1 2018.

     

    L’abbraccio a fine gara tra Hamilton e Vettel | Foto Twitter

    CLASSIFICA MONDIALE PILOTI F1 2018 (prime 10 posizioni, a due gare dal termine)

    1- Lewis Hamilton (Mercedes) 358 pt CAMPIONE DEL MONDO

    2- Sebastian Vettel (Ferrari) 294 pt

    3- Kimi Raikkonen (Ferrari) 236 pt

    4- Valtteri Bottas (Mercedes) 227 pt

    5- Max Verstappen (RedBull) 216 pt

    6- Daniel Ricciardo (RedBull) 146 pt

    7- Nico Hulkenberg (Renault) 69 pt

    8- Sergio Perez (Force India) 57 pt

    9- Kevin Magnussen (Haas) 53 pt

    10- Fernando Alonso (McLaren) 50 pt

  • Moto Gp, la settima meraviglia di Marquez

    Moto Gp, la settima meraviglia di Marquez

    Era nell’aria, bisognava solo capire quando e dove sarebbe arrivato il giudizio definitivo anche della matematica, l’ufficialità è arrivata questa mattina dal gran premio del Giappone: Marc Marquez è nuovamente campione del mondo della MotoGp.

    Il successo nel Gp di Motegi, pista di proprietà della Honda, ha permesso al campione spagnolo di portare il proprio vantaggio a 102 punti su Andrea Dovizioso,caduto, e così con tre gare rimanenti il divario è divenuto incolmabile.

    Marc Marquez conquista così il suo settimo titolo mondiale (uno in 125 nel, uno in 250 nel e ben 5 in MotoGp) il terzo consecutivo nella classe regina del Motomondiale.

    Un successo meritato che ha visto il pilota della Honda dover rimontare dopo una partenza non brillantissima, solamente secondo in Qatar, alle spalle di Andrea Dovizioso, e fuori dai punti dopo una disastrosa gara in Argentina.

    Fortunatamente per il numero 93 la gara successiva è stato il Gp di Austin, circuito sul quale Marquez ha sempre vinto e anche in questo 2018 non ha mancato il successo. A Jerez, nel quarto appuntamento del Mondiale, Marquez ha vinto e grazie anche al k.o. di Dovizioso, caduto in uno scontro con il compagno in Ducati Lorenzo e Dani Pedrosa, ha preso per la prima volta la vetta del campionato.

    In Francia a Le Mans, Marquez ha infilato la terza vittoria di fila e, grazie alle uscite di Dovizioso e Zarco, ha portato a ben 36 punti il vantaggio sul secondo in classifica, divenuto Vinales.

    Al Mugello, nel Gp d’Italia, è arrivato il secondo zero stagionale per Marquez, caduto e ripartito è giunto infatti solo 16°, che ha permesso ai rivali, Valentino Rossi e Maverick Vinales, di accorciare il distacco rispettivamente a 23 e 28 punti. Nel Gran Premio di Catalogna Marquez ha dovuto accontentarsi del secondo posto alle spalle di Lorenzo ma ha guadagnato altri 4 punti su Rossi giunto 3° al traguardo. Dopo due gare senza successo, ad Assen Marc Marquez è tornato ad assaporare il gusto del primo gradino del podio, vittoria pesante che ha spinto Valentino Rossi a 41 punti di distacco nella classifica del Mondiale. In Germania al Sachsenring, lo spagnolo ha concesso il bis ed è andato alla pausa estiva con ben 46 punti di vantaggio sul più diretto avversario, Valentino Rossi.

    Al rientro dalle vacanze, nel Gp della Repubblica Ceca, Marquez ha dovuto inchinarsi alla doppietta Ducati ma ha incamerato altri tre punti di vantaggio su Rossi. Al Red Bull Ring in Austria è arrivata un’altra vittoria di Jorge Lorenzo ma il contemporaneo secondo posto di Marquez, sommato ad una Yamaha in crisi, ha permesso al numero 93 della Honda di portare il proprio vantaggio su Rossi a 59 lunghezze.

    La 12° gara del mondiale, in programma sul circuito di Silverstone è stata cancellata a causa delle violenti piogge che hanno allagato l’asfalto britannico.

    Il Gran Premio di San Marino a Misano ha visto Dovizioso imporsi su Marquez e divenire così, a 67 punti di distacco, il primo avversario per il pilota spagnolo che però ha cominciato il conto alla rovescia verso il settimo titolo mondiale. Ad Aragon prima e nel nuovo Gp di Thailandia poi Marquez ha vinto mettendosi alle spalle il rivale ducatista, il vantaggio dello spagnolo è volato così a 77 lunghezze.

    A Motegi Marc Marquez ha avuto in mano il primo match point, i risultati delle prove sembravano poter permettere ad Andrea Dovizioso di rovinare la festa alla Honda. La partenza della gara ha cominciato a dare conferme dei risultati delle prove con Dovizioso davanti e Marquez incollato dietro. A 4 giri dalla fine lo spagnolo ha piazzato il sorpasso e poi ha guidato in maniera perfetta costringendo l’italiano ad un ritmo così intenso che al penultimo giro l’ha portato alla caduta. L’ultimo giro è stato sostanzialmente una passeggiata verso la gloria.

    Al passaggio sotto la bandiera a scacchi è iniziato il momento di celebrare la leggenda Marc Marquez, una leggenda che a soli 25 anni ha già collezionato la bellezza di sette titoli mondiali e con il futuro tutto davanti a se per poter ampliare la propria bacheca.