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  • Michael Schumacher esce dal coma e lascia Grenoble

    Michael Schumacher esce dal coma e lascia Grenoble

    La notizia lanciata dalla Bilde è giunta nella tarda mattinata di oggi Lunedì 16 Giugno: Michael Schumacher non è più in coma. L’ex campione del mondo di Formula 1 ha lasciato l’ospedale di Grenoble, in Francia, dove era ricoverato dallo scorso 29 dicembre in seguito a un gravissimo incidente sulla pista di sci. A dare la conferma della notizia la portavoce e manager dell’ex pilota, Sabine Kehm.

    Michael Schumacher è uscito dal coma
    Michael Schumacher è uscito dal coma

    Secondo le indiscrezioni Schumacher avrebbe presentato negli ultimi tempi delle nette riprese tanto da riuscire oggi a comunicare con la moglie Corinna e i figli, le sue condizioni sarebbero abbastanza stabili, al punto da non necessitare più dell’aiuto degli specialisti di Grenoble.

    Così lo staff del pilota ha ringraziato tutto lo staff medico che in questi mesi ha dedicato le loro attenzioni a Schumacher:

    La sua famiglia ringrazia espressamente tutti i medici, infermieri e terapisti di Grenoble, oltre ai primi soccorritori sul luogo dell’incidente, che hanno svolto un ottimo lavoro in questi primi mesi“.

    Michael Schumacher ha lasciato stamattina l’ospedale di Grenoble ed è stato trasportato al Centro ospedaliero universitario del Vaud a Losanna, in Svizzera francese, dove inizierà una lunga fase di riabilitazione lontano dai riflettori come espressamente richiesto dai familiari:

    La famiglia ringrazia tutta la gente che ha mandato i suoi auguri a Michael, siamo sicuri che lo abbiano aiutato. Per il futuro chiediamo di capire che la sua riabilitazione avverrà lontano da occhi indiscreti” – dichiara la portavoce del pilota.

  • San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    Le NBA Finals 2014 si concludono come ormai era previsto da tutti, il gioco di squadra batte l’individualità, i San Antonio Spurs battono LeBron James ed i suoi Miami Heat, Kawhi Leonard fa umilmente un lavoro perfetto e diventa l’MVP delle Finals 2014, lo fa contro il più forte di tutti e dimostra di essere il futuro di una franchigia che negli ultimi 15 anni ha fatto pesantemente parte della storia della NBA.

    Probabilmente chi ha visto nella notte la partita dopo i primi minuti di gioco ha pensato che ci sarebbe voluta almeno un’altra partita, poichè i Miami Heat sono partiti benissimo, forti dell’ingresso in quintetto di Ray Allen al posto di Mario Chalmers, quindi giocando senza un playmaker di ruolo. L’inizio è tesissimo, specie per i San Antonio Spurs che si trovano pressati fin da subito e hanno di fronte un LeBron James in forma smagliante, che fin dagli spogliatoi aveva detto ai suoi compagni di lasciarsi guidare da lui, il quale segna nel primo quarto 17 punti e cattura 6 rimbalzi.
    A dare il via ai canestri è Dwayne Wade, ma è quasi un canto del cigno per la guardia di Miami, nel corso della partita subirà spesso gli avversari e mostrerà tutti i limiti che ormai ha a causa dei problemi fisici. Intanto mentre per San Antonio sbagliano tiri praticamente tutti, da Tim Duncan a Kawhi Leonard, da Danny Green a Tony Parker, mostrando tutti evidenti problemi contro la difesa degli Heat, James segna senza sosta, l’avvio di gara segna uno 0-8 a favore degli ospiti che costringe Gregg Popovich a chiamare il primo timeout della partita.
    Chris BoshAl ritorno in campo le cose sembrano cambiare poco, nonostante gli Spurs iniziano a cercare punti in qualsiasi modo, i primi due arrivano dalla linea dei liberi con Tim Duncan che gioca d’esperienza, King James da l’impressione di poter segnare da qualsiasi posizione, mette subito un tiro da 3 punti, seguito da Chris Bosh che porta gli ospiti sul +11. Il primo canestro dal campo per i padroni di casa arriva per mano di Kawhi Leonard che realizza una tripla su assias di Tony Parker,  ma è quasi inutile perchè subito Rashard Lewis rende il maltolto, anche se dopo di allora quest’ultimo praticamente scomparirà dal campo. Le cose non cambiano, gli errori dei texani continuano, nemmeno Ginobili e Diaw sono capaci di segnare, così come continua lo show di LBJ, il quale con un gioco da 3 punti fa segnare sul display un 5-19 inaspettato a favore di Miami.
    Il massimo vantaggio dei Miami Heat arriva con la tripla di Ray Allen che porta il risultato sul 6-22, la sua mancanza si sentirà però per tutta la partita, questo resterà il suo unico canestro e le statistiche segneranno un 1-8 dal campo per lui, con un 1-3 da oltre l’arco. Iniziano a mancare i punti di Lebron James, dopo altri 5 messi a segno di seguito, e piano piano gli Spurs si riavvicinano grazie a Kawhi Leonard e Manu Ginobili, ma anche grazie ad un Tiago Splitter che fa sentire la sua presenza sotto canestro e ad un inaspettato Patrick Mills in stato di grazia che da oltre l’arco è quasi perfetto e ben sopperisce all’inizio negativo di Parker (0-4 dal campo), chiudendo il primo quarto sul 22-29.

    Inizia il secondo quarto e sale in cattedra Kawhi Leonard, l’MVP delle finali, che segna 4 punti nel primo minuto di gioco , ma sopratutto inizia a difendere perfettamente. Tim Duncan tira fuori tutta la classe e l’esperienza di un vero campione, i suoi 6 punti sono intervallati solo da un canestro del nostro Marco Belinelli che fa una giocata intelligentissima, così arrivando solo a -1 di differenza tra i due punteggi. Toccherà di nuovo a Kawhi Leonard far vedere la differenza, un suo tiro da 3 punti segnerà il primo vantaggio dei San Antonio Spurs sui Miami Heat per 37-35.
    Da qui in poi è tutta discesa per i nuovi Campioni NBA, la strada vero il Larry O’Brien Trophy è spianata, Manu Ginobili incanta, realizza 8 punti di seguito per la sua squadra, intervallato solo da un canestro di LeBron James, ma ci mette dentro una schiacciata a difesa avversaria schierata in cui posterizza Chris Bosh ed un tiro da 3 punti.
    Si rivede ancora James a fine quarto, che ha in quel momento gli stessi punti segnati dal resto dei compagni di squadrasquadra, e si vede anche Wade, mentre Boris Diaw al primo canestro fa scrivere il 47-40 con cui si va a riposare.

    LeBron JamesNei primi 3 minuti del terzo quarto non si segna, poi c’è Ginobili, c’è Dunca, ma soprattutto c’è Leonard, e c’è anche Patrick Mills caldissimo che prima va in layup, poi segna due tiri da 3 consecutivi in meno di 30 secondi, e successivamente tra un compagno e l’altro ne segna altre due. Gli Heat non trovano più la via del canestro, nonostante Erik Spoelstra provi le carte Chalmers e Beasley, si arriva prima sul massimo vantaggio del 65-44, poi lo stesso sul 70-69 ed infine sul +22 del 75-53, arriva il sussulto di James, ma Parker finalmente entra in partita ed il quarto si chiude sul 77-58.

     L’ultima frazione di gioco è solo una formalità, i Miami Heat non hanno più benzina, i San Antonio Spurs passeggiano, Parker aggiusta la sua partita ed allontana i tentativi degli avversari, Beasley segna ma è l’unico dei suoi che riesce a giocar ein attacco, in difesa invece nessuno dei suoi è attivo. Gli ultimi minuti sono per la standing ovation ai vari Kawhi Leonard, che da li a qualche minuto sarà incoronato MVP della partita, a Tim Duncan che si emoziona per il suo quinto titolo, a Tony Parker e Manu Ginobili, che ne segnano quattro di titoli in bacheca. E’ una serie di abbracci sinceri, anche con gli sconfitti, è vedere Coach Popovich che sorride, ma che sta sempre dietro i riflettori, lasciando spazio ai suoi giocatori, è vedere LeBron James dopo essersi congratulato con gli avversari uscire dal campo di gioco da perdente, ma a testa alta, è leggere il risultato finale di 104-87 e vedere il compimento di un sogno anche per il nostro Marco Belinelli, primo italiano ad aver vinto un titolo NBA.

    Probabilmente quella a cui abbiamo assistito è la chiusura di un ciclo, l’epoca di Tim Duncan che passa il testimone a Kawhi Leonard, una cosa che mette un poco di tristezza, ma che ci fa sorridere per aver avuto il privilegio di vedere un campione come lua ed una squadra come la sua giocare un basket da favola.

  • Con un gioiello di Messi, l’Argentina supera la Bosnia

    Con un gioiello di Messi, l’Argentina supera la Bosnia

    Una partita che ha un po’ deluso le aspettative, non c’è stato lo spettacolo che ci si attendeva da una delle favorite, l’Argentina ed una debuttante piena di talento come la Bosnia. Ad impreziosire la serata del Maracanà però ci ha pensato Leo Messi che con una giocata delle sue ha ritrovato il gol che ai mondiali gli mancava da Germania 2006.

    Leo Messi
    Leo Messi

    Il Ct Sabella però non ha molto da esser contento, l’Albiceleste non ha brillato, dopo l’iniziale vantaggio causato dall’autogol di Kolasinac al 2° minuto non ha saputo imporsi contro una Bosnia che per diversi minuti è parsa abulica e poco convinta. Gli uomini di Susic hanno avuto poi una buona reazione culminata con la rete di Ibisevic a cinque minuti dalla fine che ha messo un po’ di preoccupazione, ma niente più, agli argentini.

    Per quanto riguarda le formazioni, Sabella rinuncia in partenza ad Higuain schierando un 3-5-2 con Campagnaro, Fernandez e Garay in difesa e la coppia Messi-Aguero in attacco.

    La Bosnia ha risposto con un 4-2-3-1 con Hajrovic in mediana, un trio sulla trequarti formato da  Lulic, Misimovic e Pjanic e la stella del Manchester City Edin Dzeko di punta.

    Si parte e subito l’Argentina si trova in vantaggio, Messi calcia una punizione da posizione laterale in area, Rojo la sfiora ed il pallone carambola addosso a Kolasinac e finisce nella porta della Bosnia. Gli uomini di Susic non riescono ad abbozzare un immediata reazione e nemmeno gli argentini combinano niente di che, Messi ci prova ma non riesce quasi mai a rendersi pericoloso. Al 32° una conclusione da fuori di Mascherano costringe Begovic alla respinta. Nel finale occasione per la Bosnia con Lulic su azione da corner ma Romero ha il riflesso giusto e respinge.

    Nella ripresa l’Argentina entra in campo con Gago ed Higuain per Maxi Rodriguez e Campagnaro, passando dal 3-5-2 al 4-3-3 ma i ritmi sono ancora troppo bassi e si fa notare soltanto la Bosnia con qualche tiro da fuori. Al 60°  inizia ad accendersi Messi e sarò il preludio al gol che arriva al 65°: triangolo lungo con Higuain, poi la Pulce si accentra, salta l’uomo e dal limite piazza il tiro che bacia l’interno del palo e si infila in porta. A questo punto la Bosnia si getta in avanti, rischia di prendere il 3-0 ma Aguero fallisce e poi riesce ad accorciare con Ibisevic che al 85° si presenta in area e piazza il pallone tra le gambe di un incerto Romero. Non c’è però più tempo l’Argentina vince 2-1, Messi si è sbloccato ma questo non può bastare ad una squadra che punta alla coppa.

     

    ARGENTINA – BOSNIA 2-1 (1-0) (2° aut. Kolasinac (B), 65° Messi (A), 85° Ibisevic (B))

    ARGENTINA (3-5-2): Romero ; Campagnaro (46° Gago), Fernandez , Garay; Rojo, Di Maria, Mascherano, Rodriguez (46°  Higuain), Zabaleta; Aguero (87° Biglia), Messi.

    Allenatore: Sabella.

    BOSNIA (4-2-3-1): Begovic; Bicakcic, Kolasinac, Mujdza (68° Ibisevic), Spahic; Besic, Hajrovic (71° Visca); Lulic, Misimovic (74° Medunjanin), Pjanic;  Dzeko.

    Allenatore: Susic.

    Arbitro: Aguilar.

    Ammoniti: Rojo (A), Spahic (B).

  • Motomondiale, la Spagna domina in tutte le categorie

    Motomondiale, la Spagna domina in tutte le categorie

    Tanto inno spagnolo in questo anno di motomondiale, dai fratelli Marquez Rabat e a tanti altri. Basta pensare che in Catalogna c’erano più di venti di piloti di casa tra MotoGP, Moto2 e Moto3. Prossima gara in Olanda.

    MOTOGP: la prima non-pole di Marquez non gli impedisce  di vincere la settima gara su sette in questa stagione. Corsa fantastica e soprattutto combattuta fino all’ultimo, tra sorpassi di Rossi e controsorpassi di Marquez, sorpassato da Pedrosa che a sua volta viene ripassato da Marquez. Alla fine sul podio arriva anche un italiano, ovviamente Valentino Rossi, che sfrutta un contatto tra i due spagnoli all’ultimo giro. Terzo Pedrosa, medaglia di legno per un altro suo connazionale, Jorge Lorenzo  che finalmente si è ritrovato. Poi il tedesco Bradl e ancora Spagna con i fratelli Espargarò: prima Aleix, poi Pol. A seguire Dovizioso Iannone. Tra i cinque ritirati anche Crutchlow Bautista. Classifica dominata da Marquez a punteggio pieno: 175 punti su 175. A seguire Rossi (117), Pedrosa (112), Lorenzo (78), Dovizioso (71), P. Espargarò (58), A. Espargarò (54), Bradl (50), Iannone (41), Smith (40), Bautista (34), Hernandez (27), Hayden (26), Redding (25), Aoyama (24), Crutchlow (15), Abraham (13), Edwards (8), Pirro (7), Petrucci e Barbera (2), Parkes (1).  A questo punto, con un Marc Marquez così, l’unica lotta possibile sembra quella per il secondo posto.

    Marquez, Pedrosa e Rossi, foto Facebook
    Marquez, Pedrosa e Rossi, foto Facebook

    MOTO2: anche nella seconda categoria domina la Spagna, prove libere, qualifiche e gara mai in discussione per Tito Rabat, che ha allontanato Viñalez già nei primi giri e ha corso da solo. Primo podio per la Caterham del francese Zarco, poi Kallio che continua a perdere punti in classifica con Rabat che si allontana. Dopo Luthi quinto c’è il primo italiano, Mattia Pasini, che dopo la brutta caduta al Mugello si è riscattato. A seguire Cardus, Pons, Schrotter, West, Baldassarri, Simon, Nakagami e uno sfortunatissimo Aegerter, che rimane coinvolto nella scivolata di Torres uscendo di pista. Solo 21esimo Franco Morbidelli. Tanti ritirati “illustri”: Simeon, Torres, Salom, Folger, Cortese, l’italiano Corsi e il sammarinese De Angelis. La classifica parla chiaro: Rabat è a +34 da Kallio, poi Viñalez (89), Aegerter (71), Corsi (66), Salom (59), Luthi (51), Folger (47), Zarco, Lowes e West (33), Cortese (32), Simeon (31) e altri sotto i 30 punti, tra cui De Angelis (18), Morbidelli (15), Pasini (14), Baldassarri (5).

    MOTO3: se Marc Marquez vince tra i grandi, Alex Marquez trova la prima vittoria stagionale in Moto3, seguito da un grande Enea Bastianini, da VasquezMiller e da Romano Fenati che scende di tre posizioni all’ultimo giro per un piccolo contatto proprio con il connazionale Bastianini. A seguire Binder, l’altro Viñalez Ajo, che hanno formato per quasi tutta la gara un serpentone di sette piloti che non è riuscito a raggiungere baby Marquez. Decimo Bagnaia. Sfortunato Rins che si ritira quasi all’inizio per un guasto. Out anche Antonelli. In classifica non riesce a prendere il largo Miller, che dopo il ritiro del Mugello arriva solo quarto. Sono solo 7 i punti di vantaggio su Romano Fenati, poi quattro spagnoli: Vasquez a 92, Rins a 87, Marquez a 85 e Viñalez a 73. 

  • Serie B: andata al Cesena, Latina battuto 2-1

    Serie B: andata al Cesena, Latina battuto 2-1

    Nell’andata della finale play off del campionato di Serie B successo del Cesena allo stadio “Manuzzi“. Gli uomini di Pierpaolo Bisoli sconfiggono per 2-1 il Latina: decidono i colpi di testa di Massimo Volta e Guido Marilungo; ma Juri Cisotti all’89’ riapre  tutto in vista del match di ritorno di mercoledi sera allo stadio “Francioni“.

    Il Latina ha patito la solita vecchia legge del gol: gol sbagliato-gol subito, perchè all’inizio della gara ha preso il comando delle operazioni creando diverse palle gol. A quel punto si è svegliata la squadra di mister Bisoli trovando due reti da palla inattiva.

    Serie BNon manca pero il coraggio del Latina che riapre il discorso qualificazione nel finale grazie a Cisotti. Mercoledi sera allo stadio “Francioni” si assisterà a una partita da sconsigliare ai deboli di cuore; entrambe hanno speso molto sia a livello fisico che a livello mentale, ma a questo punto non si può più mollare neanche un centimetro.

    Volta e Marilungo hanno alimentato le speranze dei romagnoli ma il gol nel finale del Latina ha comportato che i laziali potranno salire in Serie A vincendo con un solo gol di scarto dato il miglior piazzamento al termine della stagione regolare.

    In avvio è il Latina a partire fortissimo: Laribi si divora un gol e Jonathas non trova la misura del pallonetto per poi riprovarci da fuori area, La prima risposta del Cesena è arrivata grazie a Defrel, ma è De Feudis il più pericoloso colpendo la traversa. Il vantaggio dei romagnoli arriva al 48′ quando Coppola dalla destra spinge per Volta il quale di testa realizza il vantaggio.

    Nella ripresa arriva subito il 2-0 per opera di Marilungo su palla proveniente da corner e sponda di Cascione. Coppola fallisce il tris con un tiro a colpo sicuro. Jonathas, dall’altra parte, impegna severamente Coser costretto ad esaltarsi subito dopo su Cisotti, Il miracolo non basta perchè a un minuto dalla fine lo stesso Cisotti piazza il pallone dell’1-2- dal limite.

  • Brasile 2014: Francia in scioltezza sull’Honduras

    Brasile 2014: Francia in scioltezza sull’Honduras

    Nella seconda partita del gruppo E dei Mondiali 2014 la Francia sconfigge 3-0 l’Honduras in un match che si chiude, praticamente, alla fine del primo tempo quando i transalpini vanno in vantaggio e gli honduregni rimangono in dieci uomini.

    Una Francia troppo superiore e un Honduras troppo poco volitivo hanno fatto si che la partita si incanalasse verso una vittoria comoda dei transalpini. L’espulsione alla fine del primo tempo di  W.Palacios e il conseguente rigore realizzato da Karim Benzema hanno spianato la strada ai francesi. Il secondo tempo è stata pura formalità con Lloris spettatore non pagante il quale ritorna nel ritiro con i guanti completamente puliti.

    Karim-BenzemaI primi dieci minuti del primo tempo vedono un maggiore possesso di palla della Francia ma la squadra di Didier Deschamps non riesce a impensierire Valladares. La prima palla gol del match è dei transalpini con Matuidi al 14′ che, approfittando di una corta respinta, conclude dall’interno dell’area ma è bravissimo Valladares a alzare la sfera sulla traversa.  Al 22′  la Francia colpisce la seconda traversa con Griezmann che salta più in alto di tutti ma la traversa dice di no. Al 37′ Matuidi avanza sulla sinistra, crossa in mezzo per Benzema ma Figueroa devia in calcio d’angolo. Al 43′ vantaggio della Francia con Benzema su calcio di rigore scaturito da un fallo provocato da W.Palacios ai danni di Pogba: il difensore, causa doppia ammonizione, ha lasciato i suoi compagni in dieci uomini. Al 48′ punizione di Valbuena e respinta di pugno di Valladar.

    Al 47′, in apertura di secondo tempo,  raddoppio della Francia con Benzema che di sinistro conclude al volo sul secondo palo, la palla carambola sulla linea di porta ed è decisivo il tocco di Valladares. Al 54′ il centravanti del Real Madrid conclude di destro ma il tiro viene deviato da Valladares. Al 64′ girata di Matuidi ma, sul cross di Evra, il centrocampista non riesce a trovare la porta. Al 72′ arriva il bis di Benzema che sfrutta al meglio una corta respinta della difesa Honduras concludendo in diagonale sotto la traversa. Al 91′ sinistro di Matuidi dal limite dell’area palla alta.

    FRANCIA-HONDURAS 3-0 (1-0): 43′ Benzema; 47′ aut. Vallarades; 72′ Benzema

    FRANCIA (4-3-3): Lloris; Debucky, Varene, Sakho, Evra; Cabaye (65’Mavuba), Pogba (55′ Sissoko), Matuidi; Valubuena (77′ Giroud), Benzema, Griezmann

    HONDURAS (4-4-2): Valladares; Izaguirre, Figueroa, Bernard (45′ Chavez), Beckeles; Espinoza, Palacios, Garrido, Najar; Bengston (Boniek Garcia 46′), Costly

    ARBITRO: Sandro Ricci (Brasile)

    AMMONITI: Evra 6‘; Pogba 25′; W. Palacios 25′; Cabaye 46′; 52′ Boniek Garcia;

    ESPULSI: W.Palacios 42′

  • Serie B: Cesena-Latina il momento della verità

    Serie B: Cesena-Latina il momento della verità

    La Serie B giunge al suo penultimo atto con l’andata della finale play off che decreterà la squadra la quale, dalla prossima stagione, potrà disputare la Serie A.

    La sfida si disputerà allo stadio “Manuzzi” e vedrà opposte Cesena e Latina, rispettivamente classificate al quarto e al terzo posto, con i laziali che partono leggermente favoriti in quanto hanno dalla loro il miglior piazzamento al termine del campionato; in caso di parità di punti al termine dei due incontri, ciò che peserà in vista della promozione, sarà la differenza reti. Non essendo previsti nè supplementari nè tanto meno i rigori. Anche se la differenza reti dovesse portare ad un ulteriore parità a fare compagnia a Palermo e Empoli sarà il Latina.

    Serie BNel giorno di vigilia in casa romagnola ha parlato mister  Pierpaolo Bisoli: “Arrivare fino qua non è stato semplice. Mancano ancora due gare da giocare, siamo consapevoli che in campo può succedere di tutto ma l’importante è affrontare le partite con lo spirito giusto. Abbiamo dovuto fare i conti con tanti infortunati e con non poche polemiche. Questi ragazzi sono stati eccezionali”. Il tecnico sembra intenzionato a schierare Defrel e Marilungo come coppia offensiva. 

    In casa Latina è stato mister Roberto Breda ha parlare in conferenza stampa: “Troveremo una squadra che vorrà fare risultato e dovremo essere bravi a non concedere nulla; dovremo essere bravi a limitare la loro qualità e a mettere in risalto i difetti. Siamo pronti per giocarci le nostre carte. Siamo consapevoli che questo è il momento della verità”. Sarà assente per squalifica Bruno e indisponibili causa infortuni Baldan e Figliomeni: Breda lascia a casa, per scelta tecnica, Chiricò, Massacci e Nunes. Torna fra i convocati Paolucci, rimasto fuori un mese per una doppia frattura al metatarso.

    Sono dieci in tutto i giocatori già diffidati a rischiare l’esclusione dalla partita della prossima settimana: fra le file dei laziali è allarme in ogni reparto. Oltre a Brosco, Cottafava e Esposito in difesa, bollino giallo per Crimi e Viviani a centrocampo e Jonathas in attacco. Stessa situazione in casa romagnola dove potrebbero essere costretti allo stopo: Agliardi, Capelli, Coppola e D’Alessandro.

    Arbitro del match in signor Cervellera coadiuvato da Di Iorio e Fiorito. Il quarto uomo sarà il Signor Bagnoli; gli arbitri addizionali saranno Pairetto e Candussio.

  • Italia, buona la prima. A Manaus è trionfo azzurro

    Italia, buona la prima. A Manaus è trionfo azzurro

    E’ un grande esordio quello dell’Italia ai Mondiali 2014. Un successo prezioso, sofferto grazie alle reti di Marchisio al 35′, il pareggio di Sturridge al 37′ e il gol del successo da parte di Balotelli al 50′. Qualche sofferenza di troppo difensiva, ma con bel gioco e con autorità l‘Italia vince la sua prima gara al Mondiale brasiliano battendo 2-1 l’Inghilterra tosta e vivace, ma non irresistibile.

    Questa è l’Italia che piace a Cesare Prandelli: con tre registi (Pirlo, Verratti e De Rossi, quest’ultimo è stato il più arretrato)  e le volate dei terzini (Darmian soprattutto, la vera rivelazione della serata), gli azzurri hanno mostrato personalità, sono stati sospinti e trascinati dalla freschezza atletica di Candreva e Darmian, dalla classe di Pirlo in mezzo al campo e dal solito immenso Barzagli il quale ha messo diverse pezze alle continue amnesie di Paletta.  La solitudine di Balotelli era un prezzo che si doveva pagare: un  prezzo che nel suo caso, ha fatto la differenza. Mario Balotelli è stato criticato tanto, forse troppo ma ha disputato un’ottima gara al debutto e, nel caldo torrido di Manaus, è stato lui a decidere il match. Contava vincere e la vittoria è arrivata, il Mondiale è iniziato con il sorriso per l’Italia ora l’ostacolo Costa Rica, prima nel girone D insieme agli azzurri.

    Balotelli porta in vantaggio l'Italia
    Balotelli porta in vantaggio l’Italia

    L’Italia è stata sistemata con il 4-1-4-1 con Chiellini spostato sulla fascia sinistra e Darmian a destra. Paletta e Barzagli i centrali difensivi. A centrocampo il doppio regista, Pirlo e Verratti, con Marchisio e Candreva a ridosso di Balotelli.

    Roy Hodgson ha schierato si quattro attaccanti ma ha preferito giocare di rimessa, come certifica l’azione folgorante del pareggio. Modulo schierato è stato il 4-2-3-1 con Sturridge supportato da Wellbeck, Rooney e Sterling.

    Al 4′ minuto del primo tempo è Sterling a mandare la palla sull’esterno rete con un tiro pericoloso da 35 metri. L’Inghilterra è partita bene e Sirigu ha effettuato una bella parata sul destro di Henderson al 6′. Al 24′ ci vuole tutta la bravura di Barzagli che si immola sul cross di Wellbeck: sugli esterni gli inglesi hanno creato non pochi grattacapi. La partita si è sbloccata al 35′ con uno schema da corner, la palla arriva a Marchisio, dopo una meravigliosa finta di Pirlo, che con un destro rasoterra mette la sfera nell’angolino: gran bel gol. Ma la gioia degli azzurri dura solo due minuti: al 37′ l’Inghilterra ha pareggiato con un contropiede velocissimo a sinistra con Rooney che crossa per Sturridge. errore di Paletta che se lo è perduto e Sturridge da due passi ha riportato la situazione in parità. Nei minuti di recupero arrivano due occasioni in sequenza per gli azzurri: al 46′ grande invenzione di Balotelli che anticipa Hart e prova un bel pallonetto ma salva sulla linea Jagielka. Sugli sviluppi dell’angolo successivo Candreva calcia sul primo palo ma la palla finisce sul palo.

    Al 50′ giocata sontuosa di Candreva, cross perfetto per Balotelli che di testa ha schiacciato dentro riportando in vantaggio l’Italia.  Al 54′ spunto assurdo di Rooney che salta  De Rossi e spara, palla fuori di poco. Al 61′ grande azione di Candreva che ha effettuato un altro cross ma Balotelli non ci è arrivato per un soffio. Al 64′ c’è stato un destro a giro di Barkley e Sirigu ha respinto la sfera lateralmente. La partita, da qui in poi, non ha portato grandi occasioni da rete, gli inglesi ci hanno provato ma senza mai impensierire Sirigu. La traversa nel recupero di Pirlo chiude un match ben giocato dagli azzurri. Con il cuore i ragazzi di Prandelli hanno retto e hanno gestito il minimo vantaggio.

    ITALIA-INGHILTERRA 2-1 (1-1) (35′ Marchisio, 37′ Sturridge, 50′ Balotelli)

    ITALIA (4-1-4-1): Sirigu; Darmian, Barzagli, Paletta, Chiellini; De Rossi, Candreva (79′ Parolo), Pirlo, Verratti (57′ T. Motta), Marchisio; Balotelli (73′ Immobile).

    INGHILTERRA: (4-2-3-1); Hart; Johnson, Cahill, Jagielka, Baines; Gerrard, Henderson (73′ Wilshere); Rooney, Sterling, Wellbeck (61′ Barkley); Sturridge (80′ Lallana).

    ARBITRO: Kupiers ( Olanda )

    AMMONITI: Sterling

     

     

  • Brasile 2014: Sorpresa Colombia, Drogba rimonta il Giappone

    Brasile 2014: Sorpresa Colombia, Drogba rimonta il Giappone

    La seconda giornata di Brasile 2014 inizia con il debutto del Girone C con Colombia-Grecia e a chiudere Giappone-Costa D’Avorio. Alle 18 ora italiana ascendono in campo Colombia-Grecia con i Cafeteros, che tornano a giocare un Mondiale dopo 16 anni dall’ultima volta, ad infliggere un sonoro 3-0 alla compagine di Santos.

    La Colombia, orfana del suo uomo di punta Falcao, parte subito col piede giusto e dopo 5′ di gioco passa subito in vantaggio con Armero che sfrutta al meglio un affondo dalla destra di Cuadrado: il giocatore dell’Udinese, complice la deviazione di Manolas, supera Karnezis per il vantaggio. Gli ellenici non ci stanno e provano subito a prendere il mano il gioco, ci provano ma negli ultimi metri non riescono a trovare lucidità. Al 27′ Torosidis, sugli sviluppi di un calcio piazzato, ci prova con potente colpo di testa che però non trova precisione. Pochi minuti più tardi è Kone a sciupare una buona opportunità. Il primo tempo si chiude sul vantaggio per una rete della Colombia.

    Colombia-Grecia

    Al 13′ del secondo tempo arriva il raddoppio di Gutierrez che infilza il tap-in vincente su sponda di Aguilar. Due minuti più tardi la traversa nega la gioia del gol a Gekas. La Grecia prova a stare in partita affacciandosi spesso dalle parti di Ospina senza nulla di fatto. Il 3-0 definitivo arriva nei minuti di recupero con James Rodriguez che infila su tacco di Cuadrado.

    Giappone- Costa D’Avorio

    Drogba e GervinhoA chiudere il girone C ci pensano Giappone-Costa D’Avorio con gli uomini di Lamouchi che hanno la meglio sulla compagine di Zaccheroni. Orfani del suo uomo simbolo Didier Drogba, gli africani subiscono il vantaggio al 16′ con Honda che servito bene da Nagatomo infligge Berry con un potente sinistro. Poco più tardi è Uchida a provarci ma questa volta il numero 1 ivoriano respinge. La Costa D’avorio ci prova ma senza lucidità, potrebbe agguantare il pareggio sul finale del primo tempo ma la conclusione di Bonysu respinta sbagliata di Kawashima scheggia il palo.

     

    Al 62′ è Drogba che fa il suo ingresso in campo e cambia le sorti del match. Due minuti dopo il suo ingresso gli ivoriani infatti trovano il pari: cross di Aurier girato di testa da Wilfried e palla alle spalle del portiere Kawashima. Ancora due minuti dopo il pareggio è Gervinho che raccoglie di testa un cross preciso dalla destra di Aurier, per il definitivo 2-1. Sul finale ci prova Drogba dapprima con una punizione dai 30 metri e poi colpisce un palo da distanza ravvicinata.

  • Sorpresa Costa Rica, sconfitto per 3 a 1 l’Uruguay

    Sorpresa Costa Rica, sconfitto per 3 a 1 l’Uruguay

    Incredibile, senza dubbio è questa la parola giusta per descrivere il risultato finale di Uruguay-Costa Rica. In pochi avrebbero pronosticato alla vigilia un successo dei Ticos sulla Celeste, sopratutto se si pensa che al 23° gli uomini di Tabarez avevano trovato il gol del vantaggio con Cavani dal dischetto. La squadra di Pinto però non si è disunita, è tornata in campo con uno spirito diverso e non appena si è accesa la stellina Joel Campbell ha saputo rimontare ed allungare su un Uruguay che non ha avuto la forza di reagire ma anzi nel finale ha visto il passivo dilatarsi.

    Adesso le cose nel Gruppo D cambiano, la cenerentola ha sconfitto l’Uruguay e, in attesa di Inghilterra-Italia , ha conquistato il primo posto e siamo certi che anche nelle prossime gare i Ticos venderanno cara la pelle per cercare di essere la sorpresa del mondiale.

    L'esultanza di Joel Campbell
    L’esultanza di Joel Campbell

    Per quanto riguarda le formazioni Tabarez schiera l’Uruguay con il 4-4-2 rinunciando a Suarez e schierando Cavani-Forlan di punta.

    Pinto invece mantiene un prudente 5-4-1 con Campbell unica punta e con Ruiz pronto a dargli una mano.

    Nel primo quarto d’ora non succede praticamente niente, se si eccettua un gol annullato a Godin per fuorigioco. Passa un minuto e Cavani fallisce una clamorosa palla gol, da solo in area calciando malamente. Al 23° l’Uruguay trova il vantaggio, trattenuta in area su Lugano, per l’arbitro è rigore, dal dischetto Cavani trasforma. Il Costa Rica reagisce con una bella giocata di Campbell ed un palo esterno colpito in mischia. Nel finale di tempo altra chance per il Costa Rica che non sfrutta un’uscita sbagliata di Muslera ed un minuto dopo è strepitoso Navas nel salvare una conclusione di Forlan che dopo una deviazione si stava infilando sotto la traversa, si va quindi al riposo sul 1-0 Uruguay.

    Nella ripresa partenza super di Costa Rica, prima Muslera salva su Duarte, poi però al 53° ed al 57° arriva l’uno-due che manda al tappeto la Celeste: cross di Gamboa, controllo di Campbell ed è pareggio, calcio di punizione di Bolanos, si avventa Duarte che di testa batte Muslera. L’Uruguay subisce il colpo, non riesce praticamente mai a reagire, anzi è Campbell al 63° a sfiorare il palo con un siluro da lontano. Al 69° segni di vita dei sudamericani con Cavani che in due occasioni prova a rendersi pericoloso ma la difesa prima e Navas poi sbrogliano. Nel finale ci si aspetta l’assedio dell’Uruguay ma al 84° Campbell con un geniale passaggio in verticale mette in porta Urena che al primo pallone toccato della gara fa 3-1 che sarà poi il risultato finale. Da segnalare nel recupero un brutto fallo di Pereira su Campbell che gli costa il rosso.

     

    URUGUAY – COSTA RICA 1-3 (1-0) (23° rig. Cavani (U), 53° Campbell (C), 57° Duarte (C), 84° Urena (C))

    URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Lugano, Godin, Pereira; Stuani, Rios, Gargano (60° Gonzalez), Rodriguez (76° Hernandez); Cavani, Forlan (60° Lodeiro).

    Allenatore: Tabarez.

    COSTA RICA (5-4-1): Navas; Gamboa, Duarte, Gonzalez, Umana, Diaz; Ruiz (82° Urena), Borges, Tejeda (74° Cubero), Bolanos (88° Barrantes); Campbell.

    Allenatore: Pinto.

    Arbito: Brych.

    Ammoniti: Lugano (U), Gargano (U), Caceres (U).

    Espulso: Pereira (U).