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  • Juventus, in ritiro dal 14 luglio e amichevole a Jakarta

    Juventus, in ritiro dal 14 luglio e amichevole a Jakarta

    Appena terminate, con inatteso anticipo, le fatiche mondiali e la Juventus non perde tempo. Attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito della squadra bianconera si apprende che la Vecchia Signora preparerà la prossima stagione a cominciare dal 14 luglio, con il raduno a Vinovo, sede ufficiale prevista per tutta la durata del ritiro pre-campionato. Infatti la Juventus non lascerà la propria struttura , a differenza degli altri anni.

    Inoltre la società bianconera fa sapere che, vista la precoce eliminazione della Nazionale dai Mondiali di Brasil 2014, Antonio Conte ed il suo staff potranno avere a disposizione prima del previsto anche i giocatori che hanno fatto parte della fallimentare spedizione azzurra in Brasile.

    Buffon, Pirlo, Marchisio, Barzagli, Bonucci e Chiellini si metteranno a disposizione dopo il 20 luglio, mentre per gli altri calciatori di nazionalità straniera, ancora impegnati con le proprie Nazionali nella massima competizione intercontinentale si provvederà con lo svilupparsi dei Campionati del Mondo.

    La coreografia allestita allo Juventus Stadium per Antonio Conte | Foto Twitter / Il Pallonaro
    La coreografia allestita allo Juventus Stadium per Antonio Conte | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Inoltre la presentazione del ritiro bianconero è stata l’occasione per presentare ufficialmente l’amichevole prevista per il 6 agosto a Jakarta, in Indonesia, contro una selezione locale. Si giocherà allo Gelora Bung Karno Stadium, che può contenere fino a 88.000 spettatori. La Juventus, partirà poi alla volta di Sydney, dove il 10 agosto invece affronterà la FOXTEL A-League All Star Team dove a far le veci del capitano per la rappresentativa australiana ci sarà Alessandro Del Piero, per una rimpatriata con la squadra di tutta la vita, anche se lo stesso Alex ha già annunciato che non giocherà in Australia la prossima stagione.

    Intanto lo staff bianconero al completo sta già lavorando sodo per allestire la rosa rinnovata richiesta da Conte. I nomi sono, come siamo abituati prima che inizi il mercato ufficialmente, altisonanti per quanto riguarda l’attacco Drogba, Mata, Ibarbo etc. etc. ma per ora in verità si sono definite tante comproprietà e imbastite trattative diciamo di seconda fascia che oggi trovano conferme ma tra 24 ore non si sa. Sicuramente i botti veri e propri la Juventus li ha gia preparati sottotraccia e li snocciolerà come sempre all’apertura ufficiale della sessione di mercato.

  • Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Nell’intervallo di Italia-Uruguay lite tra Bonucci e Balotelli

    Il caos scaturito nell’ambiente azzurro all’indomani della pessima figuraccia rimediata ai Mondiali, fa emergere situazioni che ci aiutano a capire il malumore dei “senatori” azzurri della spedizione in Brasile.  Ciò che è emerso oggi è quanto è avvenuto nell’intervallo di Italia-Uruguay e che avrebbe portato ad una lite tra Leonardo Bonucci e Daniele De Rossi uniti contro Mario Balotelli, sempre più isolato nel gruppo azzurro. Anche Cassano avrebbe litigato con Gianluigi Buffon: anche per questo Cesare Prandelli ha deciso di dimettersi.

    Già nel dopo partita si erano manifestati i primi indizi del malumore con le roventi dichiarazioni di Buffon e De Rossi: i due campioni del mondo pur non facendo nessun nome avevano chiaramente fatto intuire che il riferimento fosse a Balotelli.

    bonucci e balotelliLo stesso Prandelli, temendo che il comportamento in campo del suo ex, ormai, pupillo rischiava di danneggiare le sorti dell’intera squadra, aveva esortato l’attaccante a cambiare atteggiamento pena la sostituzione. Sostituzione puntualmente avvenuta a fine tempo e qui si inserisce la reazione di Bonucci.

    Secondo il giornalista Giampiero Timossi del Secolo XIX, infatti  Balotelli sarebbe stato “aggredito” da Bonucci mentre ancora protestava per la sostituzione. “Imbecille, esci da qua e stai zitto“, le presunte parole del difensore juventino appoggiato da De Rossi.

    Un altro atteggiamento che non è piaciuto ai senatori è stato proprio quello di prima donna di Balotelli. Vip, isolato insieme a Fanny e ai suoi amici durante tutto il ritiro, e poi quell’album dei Mondiali alla pagina Italia con 23 Balotelli pubblicato su Istangram. Il gruppo, insomma, non l’avrebbe presa bene.

    Passiamo ad analizzare il caso Cassano. L’attaccante barese, pare essersi lamentato nei giorni scorsi per il poco spazio avuto fino alla sfida con l’Uruguay, lamenti che a Buffon non erano andati molto a genio. Sempre secondo il giornalista del Secolo XIX, il capitano della Nazionale  avrebbe avuto un secondo litigio con Cassano, colpevole di aver sbuffato durante il discorso di Pirlo: “Non volevo chiudere cosi, è colpa di tutti, certo,  ma ai giovani dico che serve più amore per questa maglia e meno protagonismo”. Non pensate che questa maglia sia solo due eliminazione”. Buffon si è scagliato contro l’attaccante, ma è stato fermato all’ultimo.

    Nel frattempo Balotelli era salito sul pullman ignorando Pirlo e il suo saluto. To nel resort, solo, si è sfogato con l’ormai celebre messaggio su Twitter, e anche al suo ritorno in Italia è schizzato via da Malpensa sempre e solo accompagnato da Fanny.

     

  • Diritti TV, si trova l’accordo tra Sky e Mediaset

    Diritti TV, si trova l’accordo tra Sky e Mediaset

    Spifferano dalle stanze della Lega di Serie A le voci, sempre più insistenti, per cui la guerra tra i due colossi televisivi, Sky e Mediaset, sembra arrivata ad una conclusione pacifica con un accordo tra le parti per l’assegnazione dei diritti Tv.

    Alla luce di questa armonia trovata tra le due concorrenti per l’assegnazione dei diritti televisivi, per le partite del nostro massimo campionato, la Lega a questo punto potrà procedere all’assegnazione dei suddetti diritti inerenti il triennio dal 2015 al 2018.

    L’assegnazione, secondo le indiscrezioni raccolte, avverrà in questo modo, il pacchetto per la piattaforma satellitare all’emittente di Murdoch (357 milioni annui), quello per il digitale a Mediaset (280 milioni). Mediaset inoltre si aggiudica anche  il pacchetto D, ovvero quello previsto con gli scontri diretti di 12 squadre per una cifra pari a 306 milioni.

    Con questa ripartizione, che trova sempre più conferme, l’incasso totale per la Lega sarebbe di 943 milioni a stagione, 114 in più dell’attuale triennio ma meno di quello che speravano ad inizio delle trattative , dove si paventava la possibilità di superare addirittura il miliardo di Euro.

    Considerando he la giornata odierna si era aperta con la proroga della scadenza per la presentazione dell’offerta dalle ore 12:00 iniziale alle ore 24:00 tutto faceva presupporre all’ennesimo incidente diplomatico tra le due offerenti, con addirittura il rischio che Mediaset vincesse la gara per il satellitare e Sky quella sul digitale terrestre scatenando un putiferio mediatico, questo accordo tra le parti paventato è da considerare come un buon successo per la Lega calcio che può incassare e ottenere ossigeno fresco da reinvestire nel calcio, anche se tra il dire ed il fare come sempre abbiamo visto, sembra ci sia un’eternità che privilegia troppo spesso sempre di più le grandi del nostro calcio a sfavore delle compagini di seconda e terza fascia che si trovano a spartirsi solo le briciole.

    Una telecamera appostata a bordo campo / Foto Web / Il Pallonaro
    Una telecamera appostata a bordo campo / Foto Web / Il Pallonaro

    L’intesa tra i broadcaster per i diritti Tv infatti, prevede che la Lega, previa autorizzazione delle authority, autorizzi  lo scambio dei diritti, che porterebbe a questo scenario finale: Mediaset rivenderebbe il pacchetto D a Sky che quindi continuerebbe ad avere l’intero campionato di Serie A, con l’esclusiva su 12 squadre (ma non la Roma, inizialmente inserita nel pacchetto D) e su interviste e telecamere negli spogliatoi, scongiurando proprio un delirio collettivo degli utenti costretti a modificare improvvisamente schede digitali o abbonamenti satellitari per seguire quanto pattuito alla sottoscrizione iniziale.

    Al pari di Sky a Mediaset resterebbe il pacchetto principale con le partite in casa e trasferta di otto squadre, tra cui Inter, Juve, Milan, Napoli e Roma. Alla fine di tutta l’operazione l’investimento complessivo di Sky, comprese le eventuali ma quasi scontate concessioni secondarie, ammonterebbe a 572 milioni e quello di Mediaset a 373.

    Ricordiamo che per il momento per questo accordo, non rientrano i diritti Tv per la Champions League.

  • Mondiali 2014: Germania ed Usa avanti, Cr7 saluta il Brasile

    Mondiali 2014: Germania ed Usa avanti, Cr7 saluta il Brasile

    Il tanto temuto biscotto tra Germania e Stati Uniti non c’è stato, comunque alla fine sono stati i tedeschi e gli americani a passare il turno a danno del Ghana e del Portogallo con il Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo costretto a lasciare il mondiale dopo la fase a gironi.

    Come detto si temeva il pareggio scontato tra Usa e Germania, Klinsmann non modifica l’assetto, sempre il 4-5-1 ma lascia in panchina Bedoya per Davis e affida l’attacco al solito Dempsey. Low da parte sua mantiene il 4-3-3 con Schweinstieger e Podolski dall’inizio e Khedira e Gotze in panchina.

    Il primo tempo non è certo indimenticabile, a fare gioco è la Germania che prova qualche spinta e qualche cross dalle fasce con l’ottimo Gonzalez a chiudere. La prima occasione degli Usa capita al 21° a Zusi con un bel tiro a giro fuori di poco. La Germania continua a condurre la gara ed il primo tempo si chiude sullo 0-0 con una buona occasione di Ozil neutralizzata da Howard.

    Thomas Muller
    Thomas Muller

    Nella ripresa la Germania al 55° trova il vantaggio con un gran tiro di Muller dal limite dopo una gran parata di Howard su Mertesacker. I tedeschi continuano a controllare il ritmo con gli Usa un po’ preoccupati per le notizie provenienti da Brasilia. Ci sarebbe nel recupero una grossa chance per Bedoya ma Lahm chiude in scivolata. Non c’è più tempo ma al fischio finale è festa per entrambe, la Germania vince il Gruppo G e gli Usa si piazzano al secondo posto per miglior differenza reti con il Portogallo.

    USA – GERMANIA 0-1 (0-0) (54° Muller)

    USA (4-5-1): Howard; Beasley, Besler, Gonzalez, Johnson; Davis (59° Bedoya), Jones, Bradley, Beckerman, Zusi (84° Yedlin); Dempsey

    Allenatore: Klinsmann.

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Boateng, Mertesacker, Hummels, Hoewedes; Schweinsteiger (76° Gotze), Lahm, Kroos; Ozil (89° Schurrle), Muller, Podolski (46° Klose).

    Allenatore: Low.

    Arbitro: Irmatov.

    Ammoniti: Howedes (G), Gonzalez (U), Beckerman (U).

     

    Nell’altra gara Bento schiera il suo 4-3-3 recuperando Pepe in difesa ed inserendo Veloso sulla fascia ed Eder al centro dell’attacco. Appiah risponde con un 4-2-3-1 nel quale deve rinunciare ai due cacciati dalla rosa Muntari e Boateng (anche se il primo era comunque squalificato) puntando anche sull’Udinese Badu.

    Parte forte il Portogallo con la traversa colpita da Ronaldo con un tiro cross, ancora al Cr7 al 19° ha la chance enorme ma il suo colpo di testa viene respinto da Dauda con un bel riflesso. Il Ghana reagisce ma fallisce due occasioni con Gyan ed ecco che al 30° passa il Portogallo: cross di Veloso, palla goffamente deviata da Boye che finisce nella propria porta per un beffardo autogol. Il primo tempo si chiude sul 1-0 per i lusitani.

    La delusione di Cristiano Ronaldo
    La delusione di Cristiano Ronaldo

    Nella ripresa il Ghana sembra più grintoso e voglioso ed al 57° su perfetto cross di Asamoah, arriva il colpo di testa vincente di Gyan. A questo punto gli africani ci credono ma falliscono clamorosamente la palla del 2-1, che sarebbe valsa la qualificazione, con Waris. Il Ghana ci prova ma viene punito dal suo portiere che al 80° rinvia malamente in area proprio sui piedi di Ronaldo che non può fallire il 2-1. Negli ultimi minuti Cr7 ha altri due palloni per provare a centrare la clamorosa rimonta sugli Usa ma non concretizza e il risultato finale non cambia.

    PORTOGALLO – GHANA 2-1 (1-0) (30° aut. Boye (G), 56° Gyan (G), 80° Cristiano Ronaldo (P))

    PORTOGALLO (4-3-3): Beto (89° Eduardo); J.Pereira (61° Varela), Bruno Alves, Pepe, Veloso; Moutinho, William, Amorim; Nani, Eder (69° Vieirinha), Ronaldo.

    Allenatore: Bento.

    GHANA (4-2-3-1): Dauda; Afful, Mensah, Boye, Asamoah; Rabiu (76° Acquah), Badu; Atsu, Waris (70° J. Ayew), A. Ayew (81° Wakaso); Gyan.

    Allenatore: Appiah.

    Arbitro: Shukralla.

    Ammoniti: Afful (G), Waris (G), Moutinho (P), J. Ayew (G).

  • La FIFA ha deciso, 9 giornate di stop per Suarez

    La FIFA ha deciso, 9 giornate di stop per Suarez

    La decisione tanto attesa sul caso Suarez-Chiellini è arrivata pochi minuti fa, il morso di Suarez sulla spalla del difensore della nazionale italiana è costata molto all’Uruguay, la commissione della FIFA ha deciso di punire l’attaccante con una squalifica di 9 turni nelle gare con la maglia della nazionale e lo ha bandito per 4 mesi da qualsiasi altra attività calcistica.

    Tale comportamento non può essere tollerato in qualsiasi campo di calcio, e in particolare non ad una Coppa del Mondo FIFA quando gli occhi di milioni di persone sono sulle stelle in campo. La Commissione Disciplinare ha tenuto conto di tutti i fattori del caso e del grado di colpevolezza del signor Suárez in conformità delle pertinenti disposizioni del Codice.

    Queste sono le parole di Claudio Sulser, presidente della Commissione Disciplinare della FIFA riportate dal sito ufficiale del massimo organo del calcio mondiale.

    Luis Suarez ha violato l’articolo 48 par. 1 del Codice Disciplinare della FIFA e anche l’art. 57 relativamente al comportamento antisportivo tenuto nell’occasione.

    Il Morso di Suarez a Chiellini
    Il Morso di Suarez a Chiellini

    Ricordiamo il fatto, al minuto 80 della gara valevole come terza giornata del Gruppo D tra Italia ed Uruguay, dopo un contrasto di gioco Suarez si avventava sulla spalla di Chiellini mordendolo. Gli ufficiali di gara non vedevano il fatto e nonostante le proteste del difensore azzurro, che mostrava anche il segno dei denti, decidevano di non prendere provvedimenti. Per questo motivo al termine della gara la FIFA ha aperto un inchiesta che ha portato poi a questa squalifica per Suarez di 9 gare ufficiali con la maglia della Celeste e a 4 mesi lontano da qualsiasi attività calcistica ufficiale, oltre ad una multa di centomila Franchi svizzeri.

    Molo probabilmente sulla pesantezza del provvedimento hanno influito anche i precedenti del Pistolero, soprannominato anche il Cannibale o il vampiro, che già in passato ai tempi dell’Ajax aveva morso Bakkal del Psv nel novembre 2010, venendo squalificato per 7 turni, poi si era ripetuto nell’aprile 2013 con la maglia del Liverpool ai danni del difensore del Chelsea Ivanovic subendo una squalifica di 10 giornate.

    Questa decisione peserà anche sul calciomercato, Suarez era ambito da diverse squadre tra le quali Barcellona e Real Madrid, adesso ci sarà da capire se le pretendenti saranno disposte ad un grande investimento per un calciatore di grande talento che non solo sarà fermo sino a fine ottobre, ma che ha dimostrato anche di non riuscire a controllare i propri istinti.

  • Mondiali 2014: Gruppo E, Francia e Svizzera agli ottavi di finale

    Mondiali 2014: Gruppo E, Francia e Svizzera agli ottavi di finale

    Nessuna sorpresa nelle gare dell’ultima giornata del Gruppo E dei mondiali in Brasile, le due squadre favorite alla vigilia di quest’ultimo turno, ovvero Francia e Svizzera, non hanno deluso le aspettative qualificandosi agli ottavi di finale della manifestazione.

    L’Ecuador non è riuscito nell’impresa di battere la Francia, i transalpini hanno portato a casa uno 0-0 che gli garantisce il primo posto, nell’altra gara invece un super Shaqiri ha guidato i suoi al successo che è valso la promozione al turno successivo.

    Veniamo all’analisi della gara tra Ecuador e Francia. Il Ct dei sudamericani Rueda schiera un 4-4-2 rinunciando in avanti a Caceido ed affiancando Arroyo al bomber Enner Valencia. Deschamps invece effettua un mini turnover con Giroud e Valbuena in panchina con GriezmannSissoko ad affiancare Benzema in avanti.Ecu-Fra

    Il primo episodio importante ci sarebbe al 11° quando Sakho, su azione di corner per i suoi, colpisce con una gomitata Enner Valencia, l’arbitro però non vede niente e le due squadre mantengono la parità numerica. Nel primo tempo l’Ecuador, che ha l’obbligo di vincere fa troppo poco per spaventare gli avversari e così la Francia porta agevolmente lo 0-0 all’intervallo.

    Nella ripresa ci si aspetta un assalto dei sudamericani ma non è così, prima Griezmann colpisce il palo, anche grazie allo splendido riflesso del portiere Dominguez e al 50° arriva l’episodio che probabilmente spegne le speranze dell’Ecuador: Antonio Valencia va in contrasto ruvido con Digne, la pericolosità dell’intervento è accentuata dal fatto che il calciatore dello United scivola sul pallone, sarebbe forse da giallo ma l’arbitro estrae il rosso. La speranza qualificazione per l’Ecuador finisce qua con la Francia che ha più volte la chance di trovare il vantaggio e con i sudamericani che con l’orgoglio cercano nel finale di gara di cambiare il copione del match, ma non è così la gara si chiude sullo 0-0 con la Francia che va avanti vincendo il Gruppo E e conquistando l’ottavo di finale con la Nigeria.

    ECUADOR – FRANCIA 0-0

    ECUADOR (4-4-2): Dominguez; Paredes, Guagua, Erazo, W. Ayowi; A. Valencia, Noboa (89° Caicedo sv), Minda, Montero (63° Ibarra); Arroyo (82° Achilier sv), E. Valencia.

    Allenatore: Rueda.

    FRANCIA (4-3-3): Lloris; Sagna, Koscielny, Sakho (61° Varane), Digne; Pogba, Schneiderlin, Matuidi (67°  Giroud); Sissoko, Benzema, Griezmann (79° Remy).

    Allenatore: Deschamps.

    Arbitro: Doue.

    Ammonito: Erazo (E).

    Espulso: A. Valencia (E).

     

    Nell’altra gara l’Honduras cercava un successo per alimentare una minima speranza di qualificazione ed il Ct Suarez schierava il classico 4-4-2 con Bengtson e Costly coppia d’attacco. Hitzfield invece mandava in campo la sua Svizzera con il 4-2-3-1 scegliendo in avanti Drmic al posto di Seferovic. Partenza super degli elvetici che al 5° sono già in vantaggio grazie ad un gran tiro a giro di Shaqiri. Non arriva una forte reazione dell’Honduras anzi al 31° è doppietta per Shaqiri che ben imbeccato da Drmic fa 2-0, risultato con il quale si va al riposo.

    Xherdan Shaqiri e Gokhan Inler
    Xherdan Shaqiri e Gokhan Inler

    Nella ripresa l’Honduras pare più convinto e va diverse volte vicino al gol che avrebbe riaperto la gara, ma un pizzico di imprecisione, salvataggi all’ultimo momento degli svizzeri e qualche decisione arbitrale dubbia non cambiano il risultato. Al 71° Shaqiri ancora servito da Drmic segna la personale tripletta che chiude il match. L’Honduras prova fino alla fine a trovare un meritato gol che però non arriva, la gara si chiude sul 3-0 con la Svizzera che negli ottavi sfiderà l’Argentina.

    HONDURAS – SVIZZERA 0-3 (0-2) (5°, 31°, 71° Shaqiri)

    HONDURAS (4-4-2): Valladares; Figueroa, Bernardez, J.C.Garcìa, Beckeles; Claros, W. Palacios, Boniek (77° Najar), Espinoza (46° Chavez); Bengtson, Costly (40° J.Palacios).

    Allenatore: Suarez.

    SVIZZERA (4-2-3-1): Benaglio; Lichtsteiner, Djourou, Schaer, Rodriguez; Behrami, Inler; Shaqiri (87° Dzemaili), Xhaka (77° Lang), Mehmedi; Drmic (73° Seferovic)

    Allenatore: Hizfield.

    Arbitro: Pitana

    Ammonito: J. Palacios (H)

     

  • Brasile 2014: super Messi porta avanti l’Argentina, passa anche la Nigeria

    Brasile 2014: super Messi porta avanti l’Argentina, passa anche la Nigeria

    Nella terza giornata del gruppo F di Brasile 2014 si qualificano agli ottavi di finale Argentina e Nigeria; eliminate Iran e  Bosnia.

    Finisce 3-2 l’incontro tra Argentina e Nigeria a Porto Alegre. Una bellissima partita con due grandi protagonisti: Messi da una parte e Musa dall’altra, autori di una doppietta. Gol della vittoria di Rojo, che da all’Argentina il primato del girone a punteggio pieno. La Nigeria passa comunque agli ottavi con quattro punti.

    L’Argentina cince, chiude da prima il girone F ma non convince in toto. La seleccion si dimostra sempre più dipendente dai gol di Lionel Messi, anche oggi autore di una fantastica doppietta, ma denota diversi problemi in difesa. Gli ottimi Emenike e Musa, quest ultimo a segno con due gol, passano tranquillamente tra Garay e Fernandez, e solo la rete nella ripresa di Rojo regala la vittoria alla banda di Sabella.

    La partita è ottima e vibrante con ottimi colpi da ambe le parti. L’Argentina nonostante la qualificazione già in tasca, scende in campo con i titolari, ma gli africani rispondono a tutti gli attacchi degli avversari. Quando la qualificazione è diventata certezza, l’incontro si conclude molto prima del 90′.

    MessiAl 3′ l’Argentina sblocca subito la partita: accellerazione di Di Maria che trova una voragine sulla sinistra, prova il diagonale ma Eneyama di fortuna respinge. Palla vagante e Messi di sinistro batte il portiere nigeriano. al 4′ il pareggio della Nigeria: Musa avanza sulla sinistra, rientra sul destro e la mette dentro a giro: 1-1. Al 8′ occasione Higuain: Messi serve la punta perfettamente ma il giocatore del Napoli la mette sull’esterno della rete. al 26′ botta da fuori area di Odemwingie palla alta. Al 28′ botta di Di Maria, Eneyama fa il miracolo in tuffo e la mette in corner. Al 42′ punizione di Messi, grandissimo Eneyama a respingere la palla all’incrocio dei pali. Al 46′ vantaggio Argentina con una grandissima punizione di Messi.

    Al 48′ arriva il 2-2 Nigeria: grandissimo gol di Musa, sponda di Emenike per l’inserimento di Musa che davanti a Romero segna. Al 50′ tiro di Di Maria dal limite, esterno ma il portiere nigeriano la mette in corner. Al 51′ gol dell’Argentina con Rojo: dal corner sfiora Garay  e la sfera va sul ginocchio di Rojo che la mette dentro. Al 52′ Eneyama salva ancora tutto in uscita su Higuain. Al 58′ Messi va vicino alla tripletta: cross basso sulla fascia sinistra, Messi appoggia verso la porta ma non trova lo specchio. Al 72′ botta di Musa dal limite dell’area al volo, non esce di molto la sfera. Al 76′ occasione per Lavezzi su bell’assist di Di Maria che illumina per la punta del PSG che va al volo, ma ancora Enyeama salva tutto in corner. Al 77′ salvataggio di Zabaleta: ancora un grande Musa rientra e va di destro, stavolta il terzino lo mura perfettamente. All 79′ è Garay a sfiorare la rete con un gran colpo di testa del difensore che sfiora il palo. All 84′ botta di Emenike da fermo: palla non lontano dal palo. All’87’ Ambrose sull’esterno, bel diagonale, che trova una deviazione che la mette sull’esterno della rete.

    NIGERIA-ARGENTINA (1-2) 2-3

    Nigeria (4-2-3-1): Enyeama; Ambrose, Omeruo, Yobo, Oshaniwa; Onazi, Obi-Mikel; Musa, Babatunude (64′ Uchebo), Odemwingie (80′ Nwofor); Emenike

    Argentina (4-3-3): Romero; Zabaleta, Garay, Fernandez, Rojo; Gago, Mascherano, Di Maria; Messi (62′ Alvarez), Higuain (90′ Biglia), Aguero (38′ Lavezzi)

    AMMONITI: 49′ Omeruo, 51′ Oshaniwa

    Per la Bosnia arriva il primo successo Mondiale. Iran battuto 3-1  e cosi privato del sogno ottavi di finale.

    Il Mondiale può essere anche l’atmosfera del fischio finale tra Bosnia e Iran: nessuna gioia  e tutti ognuno a modo proprio, sconfitti. Da una parte ci sono quelli veri, ovvero gli iraniani, che con le reti di Dzeko, Pjanic, e Versajevic sprecano la chance di centrare uno storico ottavo di finale, subendo una sconfitta quando 3 punti avrebbero potuto coronare un sogno grazie al contemporaneo successo dell’Argentina sulla Nigeria; e dall’altro invece c’è la Bosnia, che nonostante centri il primo successo storico in un Mondiale, torna a casa con il rammarico che, con qualcosa in più proprio contro la Nigeria si sarebbe potuti restare in Brasile ancora un po’. A Salvador non esulta nessuno.

    Al 4′ occasione di Edin Dzeko,  splendida girata del bosniaco ma grandissima parata di Haghighi che devia cosi in corner. Al 23′ vantaggio Bosnia grazie a Dzeko che con un gran sinistro rasoterra dalla distanza buca Haghighi. Al 25′ traversa di Shojaei, reazione immediata dell’Iran, che occasione per l’Iran che con il destro dal limite coglie il legno superiore  dopo la conclusione di Shojaei. Al 42′ grande palla filtrante di Dzeko che mette in porta il terzino bosniaco: palla calciata malissimo da Vrsajevic e chance che sfuma.

    Al 59′ arriva il raddoppio di Pjanic: palla suicida persa da Sadeqi, bella palla di Ibisevic in profondità, tocco fantastico di Pjanic per il controllo e destro perfetto sul secondo palo. Al 82′ accorcia le distanze l’Iran con Ghoochannejad. Al 83′ la Bosnia si porta sul 3-1: primo gol in nazionale per Vrsajevic che in contropiede  con uno splendido diagonale incrociato chiude i discorsi.

    BOSNIA-IRAN 

    BOSNIA (4-4-2): Begovic; Vrsajevic, Spahic, Kolasinac, Sunjic (78′ Salihovic); Besic, Susic Hadzic (61′ Vranjes), Pjanic; Ibisevic Dzeko (85′ Visca)

    IRAN (4-5-1): Haghighi; Montarezi, Hosseini, Sadeghi, Pooladi, Nekounam, Timotian, Shojaei (46′ Heydari), Haji Safi (62′ Alireza), Dejagah (67′ Karim); Ghoochannejad

    AMMONITI: Besic, Karim

  • Tutti contro Mario Balotelli e lui replica su Twitter

    Tutti contro Mario Balotelli e lui replica su Twitter

    Mario Balotelli e’ sempre stato osannato, fin troppo coccolato e messo al centro del progetto azzurro. Doveva rappresentare il futuro del calcio italiano, la stella, parole sue, a livello dei fenomenali Messi e Ronaldo. Crescerà, maturerà, prima o poi farà quel salto di qualità tanto sperato. E invece quel poi sta diventando pian piano un mai.

    Ha ancora una volta deluso tutti. Poteva essere il suo Mondiale: non lo è stato. Anzi, ne esce ridimensionato, isolato, ferito, anche dalle frecciate dei veterani Gianluigi Buffon e Daniele  De Rossi.

    Prandelli chiama alla calma Balotelli
    Prandelli chiama alla calma Balotelli

    A 24 anni c’è l’obbligo di tirare un bilancio. E l’analisi, chiara e lucida, ci dice che Balotelli non è un campione. Vero, sono stati soprattutto i media che lo hanno elevato a simbolo di ridimensionamento del calcio italiano. Ma lui ci ha giocato e grazie alla visibilità che i mezzi di comunicazione gli hanno fornito, si è arricchito ed è diventato un personaggio di fama mondiale. E quindi ora è giusto che si prenda le sue responsabilità e capisca che gli anni buttati cominciano a essere troppi. E che chi ha provato con pazienza ad aspettarlo, ora si è veramente stancato.

    La fotografia che racconta il Mondiale di Mario Balotelli è impietosa: lui solo, seduto in panchina con lo sguardo perso. Ha finito abbandonato da tutti, dal C.t. che lo ha sostituito evitandogli l’espulsione; dai veterani De Rossi e Buffon che, nel post, lo hanno, nemmeno troppo velatamente, massacrato. Abbandonato anche dal suo presunto talento.

    I tifosi, tanti, che hanno sostenuto la Nazionale in queste tre partite hanno individuato due capi espiatori: Cesare Prandelli e Mario Balotelli. A 24 anni doveva essere l’età giusta per spaccare il mondo; e invece il mondo ha spaccato Mario e, con lui, anche l’ormai ex C.t.

    L’etichetta di sbruffone sopravvalutato dovrà levarsela sul campo perchè ora, nessuno lo potrà più difendere. Nemmeno quel C.t. che ci aveva sempre provato.

    Dal suo lato, Supermario, non ha accettato le critiche mosse dai suoi compagni e dai sui canali social scrive:

    Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano . L ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo mondiale e sono triste arrabbiato deluso con me stesso . Si magari potevo fare gol con la costa rica avete ragione ma poi? Poi qual’è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo? La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente.( a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ” fratello” . MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?

  • Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Prandelli addio, 4 nomi per la successione

    Il giorno dopo la disfatta, il risveglio è più amaro per Cesare Prandelli, che Giovedì ritornerà in Italia da “ex”. Ex cittì, dimissionario insieme ad Abete, per orgoglio e per dignità dopo una vera e propria debacle sportiva. Un punto di non ritorno, inevitabilmente, assumendosi le proprie responsabilità di fronte a scelte sbagliate e confuse, di fronte ad uno spogliatoio che tanto unito poi non era, basti pensare alle parole di Buffon e De Rossi e al fatto che Balotelli non fosse presente nel momento del discorso d’addio di Pirlo alla maglia Azzurra. Tutto questo non poteva passare in sordina, non poteva non aver conseguenze: errori tecnici e di valutazione del cittì Prandelli, convocazioni non ottimali, necessità di stravolgere le proprie idee ed il modulo sul quale aveva puntato. Il caldo, l’arbitro “Moreno bis” e le energie fisiche ridotte al lumicino hanno completato il quadro nefasto, conducendoci verso un nuovo “anno zero” del calcio italiano, solo quattro anni dopo l’altra eliminazione al primo turno dei Mondiali, nel 2010 in Sudafrica. Allora era il Lippi-bis, reduce dai trionfi di Germania 2006 e richiamato nel post-Donadoni.

    Prandelli addio, in 4 per la successione
    Prandelli addio, in 4 per la successione

     

    Ora, c’è Prandelli che saluta tutti con la sua consueta onestà intellettuale, con il garbo che sempre lo ha contraddistinto, ma anche con la consapevolezza di aver fallito, nonostante il secondo posto agli Europei 2012 e il terzo posto in Confederation’s Cup. C’è un uomo che non ha saputo coniugare insieme le due anime della squadra: senatori e giovani. I primi rivendicano l’impegno profuso, i secondi non hanno saputo reggere alle pressioni e non si sono rivelati all’altezza, con qualche rara eccezione. Resta l’incognita di chi poteva essere e non è stato: Giuseppe Rossi o Destro, ma anche del cambio Balotelli-Parolo o della troppa fiducia in Thiago Motta. E poi resta sempre il discorso dei “campioni con il condizionale” di cui ha parlato capitan Buffon: riferimento a Balotelli, implicito ma non troppo.

    Dalle macerie di questa Nazionale del post-Prandelli si dovrà ripartire in fretta e bisognerà farlo con un nuovo tecnico e, soprattutto, con un nuovo progetto. Non ci si può permettere di lasciar spazio all’improvvisazione e alla concitazione, è necessario ponderare bene. D’altronde, il 9 di Settembre è già in calendario il prossimo impegno del “nuovo corso” contro la Norvegia che dovrà condurre agli Europei 2016 in Francia. Chi siederà sulla panchina azzurra nel post- Prandelli? In lista, per ora, ci sarebbero 4 nomi: Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Alberto Zaccheroni e Luciano Spalletti. A ben vedere, appaiono come candidature profondamente diverse per aspetto tecnico-tattico, per età ed esperienza e anche questo non può che essere un ulteriore sintomo di caos che regna sovrano. Nessuno dei quattro appare “un vincente per antonomasia”, tutti e quattro hanno vinto qualcosa nella loro carriera ma nessuno di loro può vantare trionfi di assoluto prestigio: nessuna Champions League, per intenderci. Alcuni, però, hanno avuto una buona esperienza internazionale e, in questi casi, può risultare un fattore decisivo. Sarebbe corretto, dunque, scartare a priori Allegri e puntare su chi ha dalla sua parte qualche buon risultato e l’esperienza al di fuori dei confini italiani: in pole, dunque, potrebbe esservi Mancini, reduce dall’esperienza con il Manchester City ed il Galatasaray. L’incognita, in tal caso è legata al suo ingaggio, che potrebbe essere eccessivo per le casse della Figc. Zaccheroni, invece, è reduce dall’eliminazione al primo turno del Giappone con il quale, però, aveva vinto la Coppa d’Asia. Infine, Spalletti ormai libero dallo Zenith San Pietroburgo è fautore di un calcio sempre piacevole e spettacolare ma, negli ultimi tempi, ha collezionato qualche delusione anche in Russia.

    Quattro candidati per una panchina che scotta, quattro alternative che appaiono, però, “di ripiego” rispetto a quello che appare come il sogno impossibile: Carlo Ancelotti. La sensazione è che il vincitore della Decima con il Real rimarrà ancora a Madrid ma che, prima o poi, la sua strada si tingerà d’azzurro. Non ora, però: la ricostruzione dalle macerie spetterà a qualcun’altro. Sperando che la scelta sia illuminata.

  • Mondiali 2014: Gruppo C, Colombia tutto facile, impresa Grecia

    Mondiali 2014: Gruppo C, Colombia tutto facile, impresa Grecia

    L’ultima giornata del Gruppo C ai Mondiali in Brasile ha confermato la forza della Colombia che se pur con un ampio turnover ha vinto nettamente contro un Giappone che paradossalmente ha fatto una buona partita.

    La sorpresa però arriva dall’altra gara dove la Grecia che prima delle sfide partiva dall’ultimo posto in graduatoria, è riuscita nell’impresa di battere la Costa d’Avorio e conquistare così il pass per gli ottavi di finale.

    Partiamo con l’analizzare Giappone-Colombia, Zaccheroni reinserisce Kagawa dal primo minuto, per il resto conferma la formazione del turno precedente, Pekerman invece con la qualificazione già in tasca fa riposare molti titolari. Parte meglio il Giappone, obbligato  a vincere per sperare ma al 17° un’ingenuità di Konno regala il rigore alla Colombia che Cuadrado trasforma. I nipponici si ributtano in avanti e pur rischiando in contropiede trovano il pareggio con Okazaki di testa, imbeccato da Honda proprio allo scadere del primo tempo.

    Rodriguez e Martinez
    Rodriguez e Martinez

    Nella ripresa Jackson Martinez al 55°  riporta avanti i suoi, il Giappone non molla, spinge, costruisce ma non concretizza ed al 82° arriva la doppietta di Martinez che spegne ogni speranza. Nel finale c’è la chance per gli uomini di Zac per accorciare le distanze ma Kagawa spreca e al 89° arriva il gioiello di James Rodriguez che fissa il finale sul 4-1, lanciando la Colombia agli ottavi a punteggio pieno.

    GIAPPONE – COLOMBIA 1-4 (1-1) (17° rig. Cuadrado (C), 45°+1 Okazaki (G), 55°, 81° Martinez (C), Rodriguez (C))

    GIAPPONE (4-2-3-1): Kawashima ; Uchida, Konno, Yoshida, Nagatomo, Uchida; Aoyama (62° Yamaguchi ), Hasebe; Honda, Kagawa (85° Kiyotake sv), Okazaki (69° Kakitani); Okubo.

    Allenatore: Zaccheroni.

    COLOMBIA (4-4-2): Ospina (84° Mondragon sv); Arias, Armero, Balanta, Valdes; Cuadrado 7 (46° Carbonero), Guarin, Mejia, Quintero (46° Rodriguez 7); Martinez 7,5, Ramos 6.

    Allenatore: Pekerman.

    Arbitro: Proença.

     

    Nell’altra gara come detto si è avuta una sorpresa enorme, il Ct della Grecia Santos costretto a vincere mette in campo il 4-3-3, stesso schema  per Lamouchi che questa volta manda in campo dal primo minuto Drogba. La partita comincia male per la Grecia che nei primi 25 minuti perde per infortunio Kone (al 12°) e il portiere Karnezis. Le difficoltà caricano gli ellenici che al 33° centrano una traversa con Holebas ed al 43° trovano il vantaggio con il sostituto di Kone, Samaris che scambia con Samaras e fa 1-0.

    L'esultanza di Samaras
    L’esultanza di Samaras

    Nella ripresa ancora la Grecia in attacco ed ancora un legno a fermarli. Lamouchi inserisce Bony ed al 74° la mossa da i suoi frutti, assist di Gervinho e pari di Bony con la qualificazione che torna agli ivoriani. Sembra tutto finito ma ecco che al 92° Sio commette un ingenuo fallo da rigore su Samaras, dal dischetto va lo stesso attaccante ex Celtic che realizza e manda sull’Olimpo tutta la Grecia per una qualificazione agli ottavi, contro Costa Rica, davvero inaspettata.

    GRECIA – COSTA D’AVORIO 2-1 (1-0) (43° Samaris (G), 74° Bony (C), 93° Samaras (G))

    Grecia (4-3-3): Karnezis (25° Glykos 6); Holebas, Manolas, Papastathopoulos, Torosidis; Christodoulopoulos, Karagounis (76° Gekas), Kone sv (12° Samaris); Maniatis, Salpingidis, Samaras.

    Allenatore: Santos.

    Costa d’Avorio (4-3-3): Barry; Aurier, Bamba, Boka, Toure’; Die, Tiote’ (60° Bony), Toure’; Drogba (79° Diomande’ sv), Gervinho 6 (83° Sio), Kalou.

    Allenatore: Lamouchi.

    Arbitro: Carlos Vera.