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  • Colpo di scena, Antonio Conte lascia la panchina della Juventus

    Colpo di scena, Antonio Conte lascia la panchina della Juventus

    Un vero e proprio fulmine in un cielo sereno d’estate, una notizia incredibile che ha lasciato il mondo del calcio italiano decisamente stupito: Antonio Conte ha rassegnato le sue dimissioni da allenatore della Juventus.

    Una notizia giunta in serata che ha avuto la sua ufficialità con un video postato sul canale ufficiale Youtube della Juventus con Antonio Conte che ha dato le sue risposte e motivazioni per questa scelta:

    Antonio Conte
    Antonio Conte

    Ho deciso di risolvere il contratto con la Juventus che ci legava ancora per quest’anno. Il momento della scelta? C’è stato un percorso dove ho maturato delle decisioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione. Obbligo di vincere? Vincere può essere più faticoso qui alla Juventus, che è una società prestigiosa e c’è l’obbligo della vittoria, chi è vincente conosce e sopporta la fatica e le conseguenze. La Nazionale? Penso al presente, alla decisione presa. Ai tifosi dico un profondo ed enorme grazie per quanto dimostrato in questi anni da allenatore e da calciatore. Mi sono sempre stati vicini. Voglio dire che il percorso fatto in questi anni è storico, non ce lo potrà togliere nessuno. Voglio ringraziare tutti i miei calciatori che mi hanno permesso di vincere e mi hanno aiutato a crescere. Ringrazio la società che mi è sempre stata vicina, ringrazio Andrea Agnelli che mi ha sostenuto, ringrazio lo staff e tutti i collaboratori che hanno lavorato con me per rendere vincente questa Juventus. Cosa farò? Ci penserò domani.

    Un rapporto tra Conte e la Juventus, chiuso dopo tre anni, con tre scudetti e due supercoppe italiane in bacheca, che era sembrato già incrinato al termine della stagione scorsa quando la Juventus annunciò la permanenza del tecnico salentino sulla panchina bianconera con un tweet freddo e stringato. Colpa del mercato che potrebbe privare la Juventus di un big come Vidal diretto magari allo United, o per il mancato arrivo di calciatori richiesti dal tecnico come Sanchez? Oppure la possibilità di sedersi sulla panchina della nazionale? Al momento l’unica cosa certa è la rescissione consensuale del contratto.

    Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha voluto ringraziare e salutare Conte con questa lettera pubblicata sul profilo ufficiale della società:

    Caro Antonio,

    Sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente.

    Penso ai tre anni trascorsi insieme, tre anni che ci hanno portato a scrivere la storia di questa Società: tre scudetti consecutivi, due Supercoppe italiane, ma sopratutto un percorso di crescita esponenziale.

    Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni personali anche un Presidente deve fare un passo indietro.
    Sono passati oggi solamente due mesi dall’ultima grande vittoria e la Juventus deve continuare il suo percorso. Si riparte da zero. Da zero punti in classifica, come gli altri, e da zero vittorie.

    Ma questa società è dotata oggi di un gruppo dirigente giovane, preparato e coeso che in questi anni ha saputo trovare l’ambizione e la determinazione per conquistare ogni traguardo.
    La Juventus riparte da un gruppo di atleti di grande talento e professionalità, che saprà mettersi a disposizione del nuovo tecnico per continuare a scrivere il presente e il futuro. Alla storia dei colori bianconeri hai contribuito anche tu e so che, qualunque scelta tu faccia, la notizia di una vittoria juventina ti strapperà sempre un sorriso.

    Beppe, Fabio, Pavel ed io, insieme con tutti i giocatori, i dirigenti e i dipendenti continueremo a lavorare giorno e notte perché questo è ciò che meritano i tifosi juventini, che merita la Juventus. E chi ci lavora sa di dover essere ogni minuto all’altezza di questa grande società.

    Grazie di tutto Antonio.

    Fino alla fine…
    AA

    Anche Buffon, che si trovava a Carrara per una conferenza stampa relativa alla sua Carrarese ha voluto dire la sua sulla vicenda:

    E’ un fulmine a ciel sereno. Ma visti i toni pacati, capiamo che in maniera congiunta s’è arrivati a questa decisione, senza strappi. E’ stato qualcosa di maturato nel tempo, che covava da tempo a questa parte. E questo è l’epilogo. I motivi non li so, non ho sentito il mister. Certamente se si arriva a queste decisioni l’unica motivazione è il fatto che non c’è più volontà di lavorare insieme. Ma i motivi precisi, reali, non li conosco. Non siamo all’anno zero, il patrimonio che ci ha lasciato il mister non si può depauperare nel giro di due mesi. Aumentano le responsabilità per noi ma è anche più stimolante.

    Adesso, nonostante si sia trattato di una rescissione consensuale, la Juventus si trova in difficoltà nel trovarsi senza allenatore al secondo giorno di ritiro per la stagione 2014/2015. I nomi per la sua successione? Si parla di Allegri, Mancini o forse Spalletti al momento però non trapela niente dall’ambito bianconero, nei prossimi giorni sicuramente e logicamente scopriremo chi sarà a succedere ad Antonio Conte.

     

  • Brasile 2014: Mustafi e la sua favola divenuta realtà

    Brasile 2014: Mustafi e la sua favola divenuta realtà

    Il calcio riesce spesso a raccontare storie che hanno dell’incredibile, vere e proprie favole che capitano così all’improvviso e si concretizzano con il lieto fine, una di queste l’abbiamo vissuta proprio ieri sera, stiamo parlando di ciò che è accaduto al difensore tedesco della Sampdoria Shkordan Mustafi.

    Mustafi, dopo un buon campionato in maglia blucerchiata, si era meritato l’inserimento nella lista dei preconvocati del Ct Low ed aveva svolto la prima parte del ritiro insieme ai connazionali. Giunti però al momento delle scelte il selezionatore tedesco aveva deciso di scartare il giovane Shkordan che quindi non avrebbe dovuto far parte della spedizione della Germania a Brasile 2014.

    Il giovane difensore quindi si prepara per partire per le vacanze ma ecco che il destino ci mette lo zampino: nell’ultima amichevole di preparazione al mondiale contro l’Armenia Marco Reus si infortuna gravemente e deve dire addio alla manifestazione iridata e a questo punto la ruota decide di girare in favore di Mustafi.

    Stavo portando la macchina dal meccanico per alcuni lavoretti di manutenzione, sento squillare il telefono ed è Low, così scopro che sono il primo degli esclusi e che mi vuole portare ai Mondiali. Una sorpresa stupenda. Mi ha confessato che è stata dura lasciarmi fuori dall’elenco definitivo e mi ha detto che ha preferito portare me, un difensore, rispetto ad altri in altri ruoli perché sono pronto e perché si fiderebbe nel caso ci fosse necessità.

    Queste le parole piene di gioia e stupore pronunciate da Mustafi che quindi si trova così sul volo che porta la Germania in Brasile, con la speranza di giocare ma con la convinzione concreta di poter far parte del gruppo senza mai vedere il campo, così non è.

    Nella gara d’esordio contro il Portogallo, vinta dalla Germania per 4-0, al 72° Mats Hummels è costretto a lasciare il campo per infortunio e Shkordan ha così la sua chance di esordire al Mondiale. Il difensore della Sampdoria disputa un buono spezzone e nella gara successiva contro il Ghana gioca tutto il secondo tempo in sostituzione a Boateng. Con gli Usa di nuovo panchina mentre con l’Algeria, negli ottavi, arriva la chance da titolare per sostituire l’influenzato Hummels. La partita di Mustafi dura però solo 70 minuti in quanto un infortunio muscolare mette fine alla sua partita e al suo mondiale.

    Il selfie di Mustafi con Angela Merkel e la coppa
    Il selfie di Mustafi con Angela Merkel e la coppa

    A questo punto Mustafi può solo sostenere i suoi compagni che sconfiggono di misura nei quarti la Francia, distruggono 7-1 in semifinale il Brasile e arrivano alla grande finale di ieri sera contro l’Argentina.

    Una finale tesa, equilibrata che rimane in bilico sino al 113° quando Gotze tira fuori dal cilindro una magia e regala alla Germania la Coppa del Mondo.

    Mustafi può esultare, la favola ha avuto il lieto fine e lui, che nemmeno doveva esserci, può festeggiare a suon di Selfies, uno dei quali con la Cancelliera Angela Merkel, un trionfo tanto bello quanto inaspettato fino ad un mese fa.

  • Mondiali 2014: medaglia di bronzo all’Olanda, battuto il Brasile

    Mondiali 2014: medaglia di bronzo all’Olanda, battuto il Brasile

    L’Olanda sconfigge il Brasile con il punteggio di 3-0 nella finale per il terzo posto di Brasile 2014. Gli oranje portano a casa la vittoria già nel primo quarto d’ora con i gol di Robin Van Persie e Daley Blind, poi il sigillo nel recupero di Georginio Gregion Emile Wijnaldum. Il Brasile, padrone di casa, chiude al quarto posto.

    Doveva essere reazione o crollo totale, segnale di orgoglio o resa definitiva. Per il Brasile di Felipe Scolari ancora una volta a manifestarsi sono state le seconde ipotesi. Finisce in maniera tragica, la peggiore, la più negativa: un’esperienza di una squadra che, dopo avere preso sette reti dalla Germania, riesce a subirne tre anche dall’Olanda, scrivendo il peggior risultato di sempre in un Mondiale in termini di gol subiti. Dieci reti in due partite per una squadre completamente allo sbando sotto ogni punto di vista – tattico, psicologico, tecnico e fisico che è scesa in campo con la spina staccata e la testa già in vacanza.
    olanda - van persieNon è un miracolo invece l’Olanda che anche in una partita snobbata alla vigilia dal suo allenatore, conferma la buona qualità di base del collettivo, la grande dedizione sotto la guida di Luis Van Gaal e saluta il mondiale brasiliano regalando il terzo posto dopo il secondo di Sudafrica 2010. Meglio di cosi nella loro storia gli oranje erano riusciti solo nei mitici anni 70′ con Cruyff.

    Al 2′ calcio di rigore per l’Olanda: scappa Robben e Thiago Silva lo stende: ma abbaglio clamoroso dell’arbitro in quanto il fallo è fuori area. Thiago Silva inspiegabilmente viene solo ammonito. Rigore realizzato da Van Persie che porta in vantaggio l’Olanda. Incredibile l’errore di David Luiz che, nell’occasione del rigore, è andato da solo ad accorciare lasciando Thiago Silva solo nell’1 contro 1 con Robben. Al 16′ altro errore di David Luiz  che non mette la palla in calcio d’angolo e di testa appoggia il pallone a Blid che a centro area non può fallire: raddoppio dell’Olanda. Brasile ancora molto deludente; non un’idea tattica, lento folle nelle scelte di certi singoli. Olanda padrona anche quando non ha palla.

    Al 49′ Robben fa un 1-2 velocissimo con Blind dopo che i brasiliani si sono fatti sorprendere da una punizione battuta velocemente. Tackle e salvataggio di Thiago Silva. Al 59′ Vllar dal limite dell’area respinta di Julio Cesar. Al 63′ tiro centrale di David Luiz blocca facilmente Cillessen. Al 75′  ci prova Hulk di prepotenza con il sinistro pallone alto. Al 91′ terzo gol dell’Olanda: palla laterale, cross da destra, tutti i brasiliani guardano, Wijnaldum mette dentro.

    BRASILE-OLANDA (0-2) 0-3

    BRASILE (4-3-3): Julio Cesar; Maxwell, David Luiz, Thiago Silva, Maicon; Luiz Gustavo (46′ Fernandinho), Paulinho (57′ Hernanes), Ramires (73′ Hulk); Oscar, Willian, Jo. Allenatore: Scolari

    OLANDA (3-5-2): Cillessen (90′ Vorm); De Vrij, Vlaar, Martins Indi; Blind (70′ Jaanmat), Clasie (89′ Veltman), De Guzman, Wijnaldum, Kuyt; Van Persie, Robben.

    AMMONITI: 2′ Thiago Silva; 8′ Robben;  37′ De Guzman; 54′ Fernandinho; 70′ Oscar

  • Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.

    Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.

    Il capitano Lahm solleva la coppa
    Il capitano Lahm solleva la coppa

    Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.

    La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.

    Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.

    Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.

    Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.

    Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.

    Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.

    Mario Gotze
    Mario Gotze

    Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.

    In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.

     

    GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (31° Schurrle), Kroos; Muller, Klose (88° Gotze), Ozil (120° Mertesacker).

    Allenatore: Low.

    ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (86° Gago), Mascherano, Biglia; Lavezzi (46° Aguero), Messi, Higuain (77° Palacio).

    Allenatore: Sabella.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Schweinsteiger (G), Howedes (G), Mascherano (A), Aguero (A).

     

  • Calciomercato: Mandzukic, Sanchez e Suarez, in Europa parte il valzer delle punte

    Calciomercato: Mandzukic, Sanchez e Suarez, in Europa parte il valzer delle punte

    In Europa si è acceso il calciomercato degli attaccanti, uno dopo l’altro come una serie di fuochi d’artificio, tre bomber hanno cambiato squadra e campionato, stiamo parlando di Mario Mandzukic, Alexis Sanchez e Luis Suarez.

    Mario Mandzukic
    Mario Mandzukic

    Mario Mandzukic, resosi conto di non rientrare nei piani del tecnico Pep Guardiola con l’arrivo in maglia Bayern, dal Borussia Dortmund, del polacco Robert Lewandowski, ha messo subito in chiaro che non sarebbe rimasto nel club bavarese. Sull’attaccante della nazionale croata si erano subito accesi diversi rumors di mercato, tra i quali il Milan che si diceva lo avrebbe preso per sostituire una partenza di Mario Balotelli. Mandzukic però non sbarcherà in Serie A, è giunta proprio ieri l’ufficialità che dalla prossima stagione giocherà con la maglia dell’Atletico Madrid. 

    Sono molto felice di essere dell’Atletico Madrid. Ci sono tanti buoni giocatori e stimo molto Simeone.

    Queste le prime parole del sostituto di Diego Costa (trasferitosi al Chelsea) che passa dal Bayern all’Atletico per una cifra intorno ai 22 milioni e che ha firmato un contratto quinquiennale.

    Alexis Sanchez
    Alexis Sanchez

    Oltre a Mandzukic, un altro calciatore accostato per parecchio tempo alla Serie A, non arriverà nel campionato italiano. Alexis Sanchez, obiettivo corteggiato a lungo dalla Juventus è infatti ufficialmente un calciatore dell’Arsenal. Il cileno ex Udinese e Barcellona infatti lascia dopo tre anni i catalani per una cifra che, non è stata dichiarata, si aggira sui 40 milioni di euro.

    Darò il massimo per la mia nuova squadra, l’obiettivo è rendere felici i tifosi dei Gunners.

    Queste parole de El Niño Maravilla alle quali hanno fatto eco quelle molto soddisfatte del tecnico dei londinesi Arsene Wenger:

    Come tutti hanno visto durante il Mondiale, Sanchez è un fantastico calciatore e siamo contenti che abbia firmato con l’Arsenal.

    Luis Suarez
    Luis Suarez

    La partenza di Sanchez verso l‘Arsenal permette al Barcellona di andare a completare ed ufficializzare un colpo di mercato nell’aria da diversi giorni, ovvero l’arrivo tra i blaugrana dell’uruguayano Luis Suarez. Un tridente da favola quello che potrà schierare il tecnico Luis EnriqueMessi-Neymar-Suarez. La cifra per il trasferimento dal Liverpool al Barcellona è di quelle pesanti, si parla di 94 milioni anche se la stampa iberica non si spinge a quantificare il tutto non oltre gli 85 milioni di euro. Suarez però non sarà subito disponibile, la squalifica inflittagli dalla FIFA dopo il morso a Chiellini nella gara Uruguay-Italia nei gironi di Brasile 2014, andrà a concludersi a fine ottobre, non permettendo al Pistolero di disputare le prime gare di Liga e Champions League.

  • Brasile 2014: le precedenti sfide tra Germania ed Argentina

    Brasile 2014: le precedenti sfide tra Germania ed Argentina

    Domenica sera, per la terza volta nella storia, a disputarsi la finale di un mondiale di calcio saranno Germania ed Argentina.

    Dopo Messico 1986 ed Italia 90, anche Brasile 2014 vedrà tedeschi ed argentini lottare nell’ultimo atto per alzare al cielo del Maracanà l’ambito trofeo.

    Le due finali che abbiamo citato però non sono gli unici precedenti tra le due nazionali, Germania-Argentina è una sfida che nella storia dei mondiali si è riproposta per ben sei volte, ci sarebbe anche Germania Est-Argentina del 1974 che porterebbe a 7 i precedenti, andiamo a ricordare queste sei partite.

    La prima volta che vide Germania, ai tempi era ancora denominata Germania Ovest, ed Argentina affrontarsi ai mondiali fu nei gironi eliminatori del torneo di Svezia 1958. Ad imporsi furono 3-1 i tedeschi che rimontarono l’iniziale vantaggio di Carbatta per l’Albiceleste dopo pochi minuti, grazie alla doppietta di Rahan e al gol di Seeler.

    Il 16 luglio 1966 in Inghilterra le due nazionali si ritrovarono nuovamente di fronte nei gironi ma non andarono oltre ad uno 0-0.

    Germania-Argentina 1986
    Germania-Argentina 1986

    20 anni dopo, in Messico, le due nazionali si trovarono nella finale, la Seleccion guidata da un super Maradona si portò avanti per 2-0 con le reti di Brown e Valdano. I tedeschi reagirono e a riuscirono a trovare la parità con le reti di Rumenigge e Voeller a dieci minuti dal termine. Passarono pochi minuti e Burruchaga imbeccato dal Pibe de Oro trovò il gol che permise all’Argentina di sollevare al cielo la coppa.

    Germania-Argentina 1990
    Germania-Argentina 1990

    Per vendicarsi i tedeschi dovettero attendere solo 4 anni, ad Italia 90 infatti si ripropose in finale nuovamente il duello tra tedeschi ed argentini e  a festeggiare stavolta fu la Germania, alla quale, in una partita molto brutta, bastò il rigore trasformato da Brehme per conquistare il trofeo nella notte di Roma.

     

     

    Nei quarti di finale del mondiale casalingo del 2006 la Germania ottenne un altro successo sull’Argentina. Una vittoria tutt’altro che semplice ottenuta prima con la rete di Klose al 80° che andò a pareggiare il vantaggio siglato da Ayala al 49°, e poi con un super Lehmann che nella sfida dagli undici metri andò a respingere le conclusioni di Ayala e Cambiasso.

    Altri 4 anni e a Sudafrica 2010 le due compagini si ritrovarono di fronte sempre nei quarti di finale ed in quell’occasione fu trionfo della Germania di Low che battè nettamente l’Argentina guidata da Maradona per 4-0, con tre gol nella prima mezz’ora di Muller, Klose e Friedrich e la rete al 89° ancora di Klose.

    Al Maracanà quindi sarà  settima sfida che varrà anche come “bella” visto il successo a testa ottenuto nelle precedenti finali, con la Germania che proverà a tenere aperta la striscia di 3 successi sull’Albiceleste che invece cercherà di interrompere la serie negativa ottenendo così il successo nella casa dei “nemici” brasiliani.

     

  • Il Milan riparte da Rami, rebus Balotelli

    Il Milan riparte da Rami, rebus Balotelli

    Il Milan nella giornata di ieri ha cominciato il suo ritiro in vista della stagione 2014/2015, stagione nella quale la compagine rossonera, sette volte Campione d’Europa, non disputerà le coppe.

    Il diktat rossonero su questo mercato estivo sarà prima vendere e poi comperare. L’obiettivo primario sarà quello di snellire la rosa, il Milan dovrà affrontare solamente due competizioni: campionato e Tim Cup. Adrian0 Galliani, dopo aver messo a segno due ottimi colpi come quelli di Menez e Alex, ha pensato di concentrarsi proprio sul mercato in uscita.

    Uno dei primi giocatori ad avere salutato Milanello è stato Bakaye Traorè passato al Bursaspor. Antonio Nocerino invece vestirà la maglia del Torino per un anno. Fernando Coppola, quarto portiere, ha salutato e si è accasato al Bologna retrocesso in serie B. Walter Birsa, nelle ultime ore, è passato in prestito al Chievo; stessa formula con la quale Jherson Vergara si è trasferito all’Avellino. Il colpo più importante in questo senso è sicuramente la cessione di Kakà, con il suo addio i rossoneri si sono liberati di un ingaggio davvero oneroso che, di fatto, poteva bloccare gran parte delle operazioni in entrata.

    Rami-AC-Milan
    Rami – Milan

    Si sta cercando di piazzare anche Alessandro Matri il quale è molto vicino al Genoa; già nel pomeriggio odierno l’attaccante sosterrà le visite mediche di rito e si legherà, in prestito, ai rossoblù con il Milan che si impegnerà a pagare una parte (900 mila euro) del suo ingaggio che attualmente è 2.6 milioni di euro. Tra i possibili partenti vanno segnalati anche Robinho, sempre alla ricerca di una sistemazione in Brasile o in America. L’attaccante brasiliano ha rifiutato un offerta proveniente dal Messico ed esattamente dal Monterrey  ed Essien, per il quale il Trabzonsport sembra voler formulare un’offerta. Andrea Petagna non rimarrà a lungo al Milan, sono quattro le squadre di Serie B interessate a lui: Livorno, Spezia, Crotone e Latina.

    Per la difesa si avvicina il ritorno di Adil Rami. Il Milan ha presentato un’offerta di 3.75 milioni di euro al Valencia per acquistare il cartellino del difensore francese, mentre gli spagnoli ne vogliono 4.250; la volontà del calciatore è quella di rimanere a Milano e le prossime ore saranno decisive per il buon esito della trattativa. Adriano Galliani non risulta granchè intenzionato ad alzare l’offerta e cosi a sbloccare la trattativa potrebbe essere lo stesso difensore disponibile a far risparmiare il Milan riducendosi l’ingaggio pur di rimanere in rossonero. Il francese non si è presentato al raduno del Valencia su autorizzazione del club francese. Rami nella serata di ieri ha twittato “aspettiamo“; poco prima aveva spaventato i tifosi con un “devo tornare a Valencia” poi cancellato.

    Niente Milan per Juan Manuel Iturbe che andrà alla Juventus: il Verona ha accettato l’offerta di Beppe Marotta di 25 milioni di euro più 2 milioni di bonus.

    Il futuro di Mario Balotelli è un rebus. Dopo il negativo Mondiale brasiliano sembra che nessuno lo voglia più. Ci sono stati timidi interessamenti di Liverpool e Monaco, che però non lo ritengono una priorità in attacco. La società rischia di doverlo tenere sapendo che il nuovo mister Filippo Inzaghi, il quale parlerà oggi in conferenza stampa alle ore 18, dovrà tentare l’ennesimo recupero più psicologico che tecnico.

  • Brasile 2014: Argentina in finale, l’Olanda si arrende ai rigori

    Brasile 2014: Argentina in finale, l’Olanda si arrende ai rigori

    Nella seconda semifinale dei Mondiali Brasile 2014 a trionfare è, ai rigori, l‘Argentina che sconfigge l’Olanda al termine di una  partita poco emozionante. Romero para i penalty a Vlaar e Sneijder, finisce 4 a 2 per i sudamericani. Domenica 13 luglio Argentina e Germania si contenderanno il trofeo.

    Ancora una volta hanno deciso i calci di rigore. E dopo che i quarti di finale  avevano sorriso all’Olanda contro la Costa Rica, questa volta hanno premiato l’Argentina che ritrova la finale Mondiale che non disputava dal 1990.

    In una semifinale brutta, lenta, equilibrata, tatticamente difficile da sbloccare hanno fatto la differenza le due parate di Sergio Romero dagli undici metri.

    Romero
    ROmero

    Lo 0-0 dei tempi regolamentari e dei supplementari ha perfettamente rispecchiato l’andamento della partita, cin i portieri raramente impegnati e le marcature del recuperato De Jong su Messi e di Rojo su Robben eccellenti ed efficaci. I due giocatori più attesi alla vigilia non hanno brillato; hanno vinto le difese. In finale però ci va l’Argentina di Alejandro Sabella che ha sistemato una squadra la quale aveva evidenti lacune nel reparto arretrato, proteggendola con un centrocampo solido e sostanzioso.  Sarà quindi Argentina-Germania per la terza volta nella storia dopo le finali del 1986 e del 1990; il bilancio è in perfetta parità, ma al Maracanà, il 13 luglio solo una delle due squadre potrà gioire alzando la Coppa del Mondo.

    Nel primo tempo al 12′ conclusione di Sneijder palla a lato. Al 15′ punizione di Lionel Messi, tiro potente ma sul palo di Cillessen che resta fermo e blocca. Al 24′ occasione per Argentina: da corner colpo di testa di Garay palla alta di poco. Sicuramente una partita tutt’altro che emozionante, regna l’equilibrio e la tattica esasperata. Entrambe le squadre curano di più la parte difensiva che quella offensiva. Messi e Robben non si accendono mai perchè vengono costantemente raddoppiati e triplicati. Hguain e Van Persie non ricevono palloni giocabili e a farla da padrone sono le chiusure di Vlaar da una parte e Mascherano dall’altra.

    Nel secondo tempo passano i minuti ma non cambia l’approccio al match delle due squadre; non ci sono tiri in porta, regna l’equilibrio. Le marcature difensive sono perfette. Al 84′ Rojo tira da 40 metri blocca Cillessen. Al 90′ è monumentale Mascherano che riesce a evitare un diagonale di Robben respingendo in angolo.

    Nel primo tempo supplementare difese sempre impeccabili, tantissima pioggia. Al 100′ sinistro di Robben da fuori area, blocca la sfera Romero.

    Nel secondo tempo supplementare De Vrij tira da 45 metri ma Romero guarda. Al 115′ occasione per Palacio: la palla rimbalza, lui a  tu per tu colpisce di testa tra le braccia di Cillessen.

    SEQUENZA RIGORI:

    OLANDA: Vlaar parato; Robben gol; Sneijder parato; Kuyt gol;

    ARGENTINA: Messi gol; Garay gol; Aguero gol; Maxi Rodriguez gol

    OLANDA-ARGENTINA 0-0 (2-4 rig.)

    Olanda (3-5-2): Cilessen; Vlaar, de Vrij, Martins Indi (46′ Jaanmat); Kuyt, Wijnaldum, De Jong (61′ Clasie), Sneijder, Blind; Robben, Van Persie (96′ Huntelaar)

    Argentina (4-2-3-1):Romero; Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo; Mascherano, Biglia; Perez (81′ Palacio), Messi, Lavezzi (100′ Maxi Rodriguez); Higuain (81′ Aguero).

    AMMONITI: 42′ Martins Indi; 49′ Demichelis; 104′ Huntelaar;

    ARBITRO: Cakir ( Turchia )

  • Brasile 2014: i precedenti tra Olanda e Argentina

    Brasile 2014: i precedenti tra Olanda e Argentina

    Questa sera, alle ore 22 italiane, Olanda e Argentina si affronteranno nella seconda semifinale dei Mondiali di Brasile 2014 per stabilire chi domenica dovrà affrontare la Germania nella finale della Coppa del Mondo. Una sfida dal grande passato e che si è già disputata per quattro volte in un Mondiale: due vittorie ad una per l’Olanda ed un pareggio.

    I precedenti sono a favore della formazione olandese che si è imposta quattro volte rispetto ai tre pareggi e all’unica, ma importantissima, vittoria dei sudamericani. L’Argentina non vince la Coppa del Mondo dal 1986 mentre l’Olanda è specializzata in beffe: è arrivata tre volte in finale ed è sempre stata sconfitta.

    1833Nel Campionato del Mondo 1978 disputato in Argentina la finale mise di fronte i padroni di casa all’Olanda, a Buenos Aires, e si concluse con il punteggio di 3-1 a favore dei sudamericani dopo i tempi supplementari. La doppietta di Mario Kempes e il gol di Daniel Bertoni diedero all’Argentina il titolo mondiale, mentre all’Olanda non bastò il gol del momentaneo pareggio di Dirk Jacobus Willem Nanninga.

    L’ultimo precedente giocato in un Mondiale è il pareggio senza reti, 0-0, nella fase a gironi dei Mondiali del 2006 che permise ad entrambe le squadre di superare il turno.

    Per risalire ad una vittoria olandese dobbiamo andare con la macchina del tempo al Mondiale disputato in Francia nel 1998 nei quarti di finale; allo stadio “Velodrome” di Marsiglia fu Dennis Bergkamp a permettere all’Olanda di sconfiggere l’Argentina per 2-1, dopo le reti di Patrick Kluivert e del “piojo” Lopez, staccando il biglietto per la semifinale poi persa contro il Brasile di Ronaldo.

    Nella storia delle sfide tra le due compagine c’è anche un roboante 4-0 inflitto dall’Olanda. Era una sfida valida per il secondo girone valevole per l’accesso alla finale. Era l’epoca del calcio totale olandese, con una nazionale meravigliosa e che aveva fatto innamorare tutti gli appassionati per il suo gioco roboante; fu decisiva la doppietta di Joan Cruiff e i gol di Rep e Krol. Qell’anno, in finale, l’Olanda fu sconfitta dalla Germania e domenica, i ragazzi di Van Gaal, sperano di prendersi una storica rivincita al Maracanà.

  • Brasile 2014: Settebello Germania è finale, Brasile distrutto

    Brasile 2014: Settebello Germania è finale, Brasile distrutto

    Una partita senza storia, una sfida che per le proporzioni del risultato rimarrà sicuramente negli annali del calcio, che la Germania partisse avvantaggiata nella semifinale di Brasile 2014, lo sapevamo già prima della gara anche viste le assenze nel Brasile di Thiago Silva e Neymar, ma che i tedeschi potessero arrivare a distruggere con un netto 7-1 i padroni di casa, era tutt’altro che pronosticabile.

    Una partita che non ha praticamente avuto mai storia, il Brasile ha aggredito i primi minuti poi i tedeschi hanno preso il largo e di lì in poi è stato un dominio teutonico ed un naufragio sudamericano.

    Per quanto riguarda le formazioni Scolari inserisce Dante al posto dello squalificato Thiago Silva e non volendo cambiare modulo (errore che sarà pagato caro) inserisce Bernard al posto di Neymar.

    Low non cambia modulo e schiera nuovamente Klose in attacco supportato da Ozil e Muller.

    Miroslav Klose
    Miroslav Klose

    Partenza aggressiva del Brasile nei primissimi minuti, anche se la Germania con alcune accelerazioni prova a spaventare i verdeoro. Al 11° la Germania passa in vantaggio, corner di Kroos, i difensori del Brasile vanno tutti al centro dell’area e sul secondo palo si trova solo Muller che di piatto deposita alle spalle di Julio Cesar. Il Brasile abbozza una reazione ma senza mai impensierire seriamente Neuer. Al 22° arriva il raddoppio della Germania con Klose che si fa respingere la prima conclusione da Julio Cesar ma si ritrova la palla li e fa gol, un gol storico che gli vale il record solitario nella storia dei gol mondiali. Passano solo due minuti e Kroos riceve un cross rasoterra di Lahm, con Muller che buca la conclusione, e trova il 3-0. Un minuto, solo un minuto, e Kroos ruba un pallone su un errore della difesa e dopo un uno-due con Khedira realizza la doppietta. Al 29° la Germania, che entra nella difesa brasiliana come il coltello caldo nel burro, trova anche la cinquina con Khedira che con facilità realizza. Il Brasile è a terra e non costruisce nulla sino al 45°, anzi sono i tedeschi a sfiorare più volte il 6-0.

    Si riparte con Scolari che inserisce Paulinho e Ramires per Fernandinho ed Hulk, Low da riposo ad Hummels per Mertesacker. Il Brasile riparte con la grinta con l’orgoglio e nei primi 10 minuti impensierisce Neuer che però è attento e respinge sfoderando un paio di interventi prodigiosi. Nonostante gli assalti del Brasile è Muller che sfiora il gol con un tiro a giro che viene salvato da Julio Cesar in corner. Al 69° arriva il sesto gol tedesco, Lahm entra in area e mette palla rasoterra per Schurrle che realizza la rete con un tocco facile facile. Dieci minuti di niente ed ecco che arriva la doppietta per Schurrle, palla scodellata in mezzo per il calciatore del Chelsea che calcia di prima, la palla sbatte sotto la traversa e si infila in gol. Nel finale, al 90° Oscar con una bella giocata in area si libera e batte Neuer per il gol della bandiera del definitivo 1-7.

    Low può così festeggiare e puntare dritto al Maracanà, mentre Scolari dovrà riflettere sugli errori commessi nelle scelte fatte che hanno causato per il Brasile una sconfitta storica che servirà da lezione per provare a rialzarsi.

     

    BRASILE – GERMANIA 1-7 (0-5) (11° Muller (G), 22° Klose (G), 24°, 25° Kroos (G), 29° Khedira (G), 69°, 79° Schurrle (G), 90° Oscar (B))

    BRASILE (4-2-3-1): Julio César; Maicon, David Luiz, Dante, Marcelo; Luiz Gustavo, Fernandinho (46° Paulinho); Bernard, Oscar, Hulk (46° Ramires); Fred (69° Willian).

    Allenatore: Scolari.

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels (46° Mertesacker), Howedes; Schweinsteiger, Kroos, Khedira (76° Draxler); Muller, Klose (58° Schurrle), Ozil.

    Allenatore: Low.

    Arbitro: Rodriguez.

    Ammonito: Dante (B)