Categoria: In Primo Piano

  • Serena Williams troppo forte, è suo lo Us Open

    Serena Williams troppo forte, è suo lo Us Open

    E’ sempre lei la più forte; e, a dirla tutta, la novità non c’è. In tutto il torneo le sue avversarie non sono riuscite a portare via più di tre game a set. Serena Williams conquista lo US Open vincendo 6-3; 6-3,  schiantando in finale  Caroline Wozniacki  e conquistando il diciottesimo Slam in carriera, andando ad eguagliare due leggende del tennis femminile come Chirs Evert e Martina Navratilova.

    Uno US Open sta dominato con una finale a senso unico; Caroline Wozniacki non ha potuto davvero nulla. Quando Serena Williams sfodera le due condizioni principali che hanno costruito i successi della sua straordinaria carriera , ovvero integrità fisica e freschezza mentale, non ce n’è per nessuno: come è stato anche oggi, quando le condizioni sono queste commentare i match dell’americana rischia di diventare un compito monotono e noioso. Dopo una partenza contratta di entrambe,

    La vincitrice dello US Open in azione
    La vincitrice dello US Open in azione

    il match è stato preso di mano dalla tennista di casa, la danese ha giocato malino rispetto ai precedenti incontri; preoccupata da una prima da non poter sbagliare causa eccessiva aggressività della Williams sulla seconda, la Wozniacki ha finito per giocare male anche quella; con il dritto poi ha sbagliato più del solito.

    Serena Williams ha cosi dominato l’incontro vincendo una finale gestita alla perfezione e aggiornando un invidiabile record: il sesto titolo conquistato a New York, il terzo consecutivo. E, per il secondo anno consecutivo inoltre la statunitense, grazie ai successi dell’estate, si porta a casa le US Open Series aggiungendo ai tre milioni di dollari dell’assegno destinato alla vincitrice un milioncino extra di bonus. E poi dicono i calciatori….

    La Wozniacki ha fatto sicuramente progressi in questo torneo ma ancora non basta per poter trionfare, almeno quando Serena è come in questo torneo.  Scesa lo scorso marzo fino al 18esimo posto del ranking WTA, la danese ha saputo reagire al meglio alle vicissitudine della sua vita privata giocando, in estate, forse il tennis migliore della sua carriera e da oggi ritorna tra le prime dieci del ranking WTA.

     

  • Italia-USA 1-3, Zaytsev si rompe ma si va avanti

    Italia-USA 1-3, Zaytsev si rompe ma si va avanti

    Nell’ultima gara del girone nella prima fase dei Campionati Mondiali di volley maschili in Polonia gli azzurri non riescono a superare gli Stati Uniti, che infliggono un 1-3 alla squadra di Mauro Berruto, tuttavia in virtù dei risultati delle altre l’Italia passa alla seconda fase ma entrerà in un girone durissimo.

    Adesso le sconfitte sono tre su cinque gare disputate e che Poland 2014 fosse una competizione da fare in salita ce n’eravamo accorti già alla prima giornata, quando l’Iran ci aveva battuto, poi con Francia e Belgio s’erano visti progressi importanti prima della terribile débâcle contro il fanalino di coda Portorico. Gli Stati Uniti sono partiti subito forte e ci hanno lasciato poco margine di manovra e la conferma dei tanti troppi errori sia in fase di impostazione che in fase di difesa. La Nazionale di  coach Berruto mostra a tratti timidezza ed in altri momenti limiti importanti come il non riuscire a ricevere palle semplici senza mandarle in posizioni complicate per Baranovicz che fa i salti mortali per recuperare e indirizzare i compagni. In sintesi i primi due set sono filati via così mettendo subito l’Italvolley con un gap pesante da recuperare.

    Altra nota dolente in questa fase è l’infortunio di Ivan Zaytsev, uno dei migliori nella competizione per media realizzativa nel suo ruolo, in un’azione mentre scende a terra da un’elevazione a muro si scontra contro un compagno (Buti) e si procura una distorsione alla caviglia che lo costringe ad uscire.

    Nel terzo set si parte con un altro spirito, forse la squadra capisce che può gettare il cuore oltre l’ostacolo visto che non ha, a questo punto, più nulla da perdere e si gioca il set migliore. Vettori che già aveva sostituito Zaytsev è nuovamente in campo ed al posto di un impreciso e poco assistito Baranovicz entra Travica in regia, segno anche questo che l’Italia non ha le idee del tutto chiare. E’ come detto il momento di maggiore continuità azzurro, gli Stati Uniti cedono, non facilmente, il set con un parziale di 25-23 e sembra che Travica abbia trovato la chiave giusta aumentando il ritmo degli attacchi dei centrali.

    Il quarto set però è impietoso, gli Stati Uniti riprendono a martellare come all’inizio mettendo in difficolta continua la nostra ricezione ed anche la copertura a muro è spesso in ritardo e bucata, morale si arriva in fondo con otto match-point a disposizione degli americani che chiudono.

    Ivan Zaytsev | Foto Twitter
    Ivan Zaytsev | Foto Twitter

    L’Italia passa comunque alla fase successiva del torneo, perché il Belgio, a pari punti con gli azzurri, perdono al tie-break contro la Francia e quindi è preceduto grazie ad una vittoria in più della Nazionale, lo scontro diretto in questo caso. Tuttavia il cammino che già è stato complicato, diventa arduo per la composizione del girone della seconda fase dove gli azzurri vengono collocati, cioè insieme a Polonia, Serbia, Argentina e Australia. Mercoledì affronteranno i padroni di casa in un match infuocato ed il giorno successivo sarà la volta della Serbia infine sabato e domenica rispettivamente contro Argentina e Australia.

    Per proseguire l’Italia deve tentare di fare sue almeno tre gare su quattro e vedere i risultati degli altri, ma soprattutto dovrà sfruttare quello che di buono c’è, ovvero il gioco dei due centrali Buti e Birarelli che si stanno esprimendo a buoni livelli, la regia di Travica che pare più fluida rispetto a Baranovicz e poi dovrà tentare il recupero di Zaytsev, unico in grado di cambiare una partita storta.

    ITALIA-STATI UNITI 1-3 (18-25 / 20-25 / 25-23 / 17-25)

  • Serie B: super Carpi, tonfo Avellino a Cittadella

    Serie B: super Carpi, tonfo Avellino a Cittadella

    Allo stadio “Dall’Ara” è 1-1  tra il Bologna e la Virtus Entella. Vantaggio del liguri con Sansovini su cross di Mazzarani; la squadra di Prina sfiora in pi di un’occasione il gol del raddoppio ma, in apertura di ripresa arriva il pareggio bolognese con Cacia che sfrutta al meglio un assist di Troianiello.  Il Carpi sconfigge 4-2 il Varese, gli uomini di Castori vanno sotto due volte nel punteggio ma grazie ad un secondo tempo giocato alla grande hanno portato a casa i tre punti dando continuità al pareggio di Livorno; ospiti in vantaggio con il grande slalom di Petkovic, tre avversari seminati e con il colpo di testa di Neto su cross di Zecchin. I padroni di casa ribaltano la situazione nel secondo tempo con Poli e Gagliolo su cross di Pasciutti, prima della prodezza di Lollo con inserimento in area di rigore e sinistro sotto la traversa.

    Risultato a sorpresa al “Tombolato” dove il Cittadella sconfigge il più quotato Avellino; la partenza degli uomini di Foscarini avviene con un rigore fallito da Coralli e sul ribaltamento di fronte Pellizzer provoca un calcio di rigore che viene realizzato da Castaldo. In due minuti, a cavallo tra il 30′ e il 33′, il Cittadella ribatte il risultato grazie al tocco dello stesso Pellizzer su sponda area di Sgrigna e al gran destro sempre di Alessandro Sgrigna; nel finale è Geraldi che chiude i conti. Il Lanciano sconfigge lo spento Modena; un tap-in a porta sguarnita, dopo il miracolo di Pinsoglio, di Gatto a sbloccare il match. In apertura di ripresa è Thian a mettere il sigillo sul match con un destro secco e angolato. Quarto punto per gli uomini di D’Aversa.carpi

    Lo Spezia conquista i primi tre punti e la prima vittoria in campionato avendo la meglio sul Frosinone mai rassegnato nonostante la doppia inferiorità numerica. Apre le marcature Ebagua trasformando dal dischetto il rigore concesso per atterramento in area di Catellani; Daniel Ciofani riporta il match in parità con un penalty provocato dal difensore spezzino Datkovic. Alla mezzora il gol che fissa il punteggio sul 2-1 che non varierà più nel corso della ripresa; il classe 1992 Culina converge dalla sinistra e fa partire un gran tiro che si infila all’incrocio dei pali.

    Finisce in parità, 1-1, il match tra Ternana e Pescara. Vantaggio dei padroni di casa con Ceravolo, abile a beffare Fiorillo con un tocco morbido; nella ripresa la grande punizione a giro di Pasquato riporta il match in equilibrio, la parità non verrà più scalfita nonostante i vari tentativi cercati da ambo le parti.  Il Trapani di Boscaglia soffre, ma vince nei confronti del Vicenza attrezzato per la Lega Pro che sta ancora sistemando il mercato per la cadetteria. Lo stacco aereo di Terlizzi dopo 4′ porta in vantaggio i siciliani, con la complicità di un’uscita errata di Bremec; il pareggio dei veneti arriva grazie a un colpo di testa di Andrea Cocco su cross di Laverone. Nel finale è il capitano Pagliarulo indovina un tacco volante per il definitivo 2-1 per  il Trapani.

    Nel match disputato alle ore 18 allo stadio “Silvio Piola” la Pro Vercelli sconfigge 3-2 il Catania al termine di un match estremamente palpitante. Al 30′ espulso Cosenza per fallo a palla lontana su Cani: Pro Vercelli in 10 uomini. Vantaggio dei siciliani al 33′ con Martinho che sfrutta un 1-2 con Monzon e segna tirando sul primo palo dal cuore dell’area. Al 70′ si ristabilisce la parità numerica quando Sauro, per doppia ammonizione, viene allontanato. Il pareggio dei ragazzi di Scazzola arriva al 60′ quando Marchi ha colpito liberissimo nel cuore dell’area di rigore su cross di Belloni; al 71′ le bianche casacche ribaltano il risultato con Belloni abile a sfruttare una palla vagante in area di rigore dopo una punizione a giro di Ronaldo che ha preso il montante. Al 79′ è Rosina di rigore a portare la situazione sul 2-2: fallo di Ragatzu su Martinho ma, all’83, è una meravigliosa punizione di Ronaldo a beffare Frison per il definitivo 3-2.

  • GP d’Italia, Mercedes imprendibile anche a Monza.

    GP d’Italia, Mercedes imprendibile anche a Monza.

    Ancora una volta, anche nel GP d’Italia di Formula 1, la Ferrari delude tantissimo, mentre l’ennesimo duello stagionale tra le due frecce d’argento delle Mercedes stavolta viene vinto da Lewis Hamilton, che diminuisce di 7 punti il gap che lo separa da Rosberg, diminuito da 29 a 22 punti. Ancora una volta sorprendono sia in qualifica che in gara le Williams di Massa (3°) e Bottas (4°). Come detto, malissimo le rosse, su cui si è parlato molto nel week-end per la faccenda riguardante MontezemoloKimi Raikkonen è solo nono, ennesima bruttissima prestazione per lui quest’anno; era andato meglio ma non troppo Alonso, che si è dovuto ritirare dopo 29 giri a causa di un guasto al motore, interrompendo una serie di ben 86 gare completate senza ritiri).

    La Williams di Massa
    La Williams di Massa

    Dopo le Williams, nel GP d’Italia, si piazzano le due Red Bull, andando a completare la terza doppietta nell’ordine d’arrivo: Mercedes-Mercedes-Williams-Williams-Red Bull-Red Bull. Grande rimonta di Daniel Ricciardo, che distacca di 9 secondi il compagno di scuderia Sebastian Vettel. Settima la Force India di Perez, poi Button, Raikkonen, Magnussen (che ha ricevuto 5 secondi di penalità per una manovra pericolosa: il suo tempo infatti è di 1.01.171, sarebbe arrivato settimo). 11° Kvyat, poi Hulkenberg e Vergne. Doppiati di un giro Maldonado, Sutil, Grosejan, Kobayashi Bianchi, due giri per Gutierrez ed Ericsson. Si ritirano Alonso e Chilton.

    Parte male Hamilton che si ritrova quarto, passato dalle due Williams. Ne approfitta Rosberg, che poi però sbaglia due frenate in chicane ed è costretto a tagliarle, permettendo al compagno di squadra inglese, che intanto si era ripreso la seconda posizione, di passarlo. Molto acclamato sul podio dai suoi ex tifosi è stato Felipe Massa, che ritorna sul podio per la prima volta dopo l’addio alla Ferrari.

    Per dimostrare che i motori Mercedes sono assolutamente i migliori basta guardare la griglia di arrivo di questo GP d’Italia: tra le prime 10, 7 sono motorizzate Mercedes: oltre alle due Mercedes vere e proprie, ci sono le due Williams, la Force India di Perez e le McLaren di Button e Magnusson.

    A sei gare dal termine, la classifica è questa:

    Rosberg 238, Hamilton 216, Ricciardo 166, Bottas 122, Alonso 121, Vettel 106, Button 72, Hulkenberg 70, Massa 55, Raikkonen 41, Perez 39, Magnussen 38, Vergne 11, Grosejan 8, Kvyat 8, Bianchi 2. Sutil, Ericsson, Maldonado, Gutierrez, Chilton, Kobayashi e Lotterer a 0.

  • Lega Pro: Monza, Pavia e Ascoli le prime della classe

    Lega Pro: Monza, Pavia e Ascoli le prime della classe

    Il sabato della seconda giornata di Lega Pro regala le vittorie di Monza, Pavia e Ascoli che si confermano a punteggio pieno in attesa delle gare della domenica.

    GIRONE A: il Monza espugna lo stadio “Città di Meda” sconfiggendo il Renate con il punteggio di 2-3. Il risultato ha premiato gli ospiti che hanno giocato meglio dopo una prima frazione equilibrata. Vantaggio del Monza con Anastasi dopo 1 minuto e mezzo; pareggio del Renate all’11’ con Iovine che dopo 2 minuti ribalta il risultato portando avanti i neroazzurri con un  bel tiro al volo fulminando Viotti.  Alla fine della prima frazione il Monza ristabilisce la partià con Vita; gol della vittoria al 64′ con Virdis.

    Il Bassano espugna il “Druso” di Bolzano per 2-3. Vantaggio della squadra di Asta al 12′ con Proietti, Campo su rigore, al 36′, riporta il match in parità; al 61′ nuovo vantaggio del Bassano con Semenzato, Nolè, al 75′ permette agli ospiti di allungare; accorcia le distanze Lendric al 77′. Il Como espugna Sassari per 0-2: vantaggio degli uomini di Colella al 38′ con Cristiani con una conclusione in diagonale. Definitivo 0-2 al 52′ con Curti sfruttando, di testa, un calcio d’angolo.

    Matteo Serafini, capitano del Pavia in azione
    Matteo Serafini, capitano del Pavia in azione

    Fuochi d’artificio al “Fortunati” di Pavia, i padroni di casa si impongono 5-3 contro la Pro Patria; i ragazzi di Maspero, dopo 15′, sono avanti 3-0 grazie a Ferretti all’11’, Soncin al 13′ e Cesarini al 15′. In apertura di ripresa accorcia le distanze la Pro Patria con Serafini; al 64′ Candido diminuisce ancora il distacco, al 68′ arriva il pareggio di Serafini. Cristini riporta avanti il Pavia al 78′ e chiude definitivamente il match Sereni al 84′. Al Novara basta un gol per avere la meglio sulla Feralpisalò: ci pensa Corazza,al 27′, con un gran tiro da fuori area.

    GIRONE B: Il Grosseto castiga a domicilio il Teramo per 1-3. Vantaggio dei toscani con Pichlmann al 29′; pareggio di Donnarumma al 48′; nuovo vantaggio per gli uomini di Silva con Elez al 71′  e definitivo 1-3 con Torromino al 90. Buona la prima casalinga del Savona che sconfigge per 3-1 la Spal; vantaggio dei liguri con Spadafora al 3′; pareggio di Filippini al 46′; nuovo vantaggio degli uomini di Di Napoli con Defeo al 54′; Demartis al 68′ fissa il punteggio finale. L’Ascoli batte 2-1 L’Aquila: la doppietta di Perez al 5′ e al 32′ permette alla squadra di Petrone di dare un’impronta al match, accorcia le distanze Pacilli all’88. Carrarese e Pistoiese si dividono la posta il palio: la compagine di Lucarelli va in vantaggio al 17′ con Mungo; pareggio degli uomini di Remondina con Merini al 37′ i quali raddoppiano con Belcastro al 60′; 2-2 di Tripoli al 68′; nuovo vantaggio di Merini al 75′ in pieno recupero il definitivo pareggio della Carrarese con Frascatore.

    GIRONE C: il Vigor Lamezia supera 3-1 il Savoia: avanti con Montella al 5′ i padroni di casa si fanno raggiungere da Di Piazza al 13′; al 81′ è Del Sante a riportare avanti la squadra di Erra, rete della tranquillità con Scarsella al 81′. Finisce 2-2 il match tra Cosenza e Foggia; la squadra di Petrone va avanti di due reti, Agnelli e Immello i marcatori, ma, complice anche l’espulsione di Quinto, si fanno recuperare dalla doppietta di Calderini. Juve Stabia e Matera si dividono la posta in palio: è 1-1 il finale del match: Ripa al 26′ del primo tempo e pareggio di Letizia al 52′ fissano il punteggio. Il Lecce ha la meglio sul Barletta per 1-0: decide Della Rocca al 50′.

  • Effetto Sforzini, il Crotone è sconfitto

    Effetto Sforzini, il Crotone è sconfitto

    Buona la prima di mister Berretta, anche se non era in  panchina causa squalifica al suo posto Canzi,  sulla panchina del Latina; i pontini esordiscono nel nuovo campionato di Serie B con una vittoria sofferta contro il Crotone di Drago, lo scorso campionato concorrente nella corsa agli spareggi.

    Ferdinando Sforzini, abbracciato, dopo la rete decisiva
    Ferdinando Sforzini, abbracciato, dopo la rete decisiva

    A decidere il match ci ha pensato Ferdinando Sforzini arrivato a Latina a fari spenti  e subito decisivo; il Crotone ha da recriminare per le occasioni sfumate e per il bottino delle prime due giornate di Campionato che dice 0 punti.

    Nel primo tempo buona partita del Crotone che al 14′ costringe il portiere Farelli a una respinta di piede dopo un’incursione di Beleck. Il Latina soffre ma verso la metà della frazione sfiora la rete: Sbaffo impegna Bajza con un colpo di testa su cross da destra di Angelo. Latina più pimpante nella ripresa quando aumenta i giri del motore Alessandro Sbaffo: dribbling stretto su Zampano ma la battuta con il sinistro è imprecisa. Il Crotone va a un passo dal vantaggio quando Ciano ruba il tempo a Rossi e colpisce la traversa con violento sinistro; dopodichè è lo stesso Ciano a chiamare al miracolo Farelli con il sinistro in ribattuta. Al 79′ il gol della vittoria del Latina: Sforzini si fionda su una palla che vaga in area di rigore, dopo un rimpallo, e la trasforma in rete con spaccata vincente in allungo di destro.

    LATINA-CROTONE 1-0 (79′ Sforzini)

    Latina (3-5-2): Farelli; Bruscagin, Dellafiore, Esposito; Angelo, Crimi, Bruno, Sbaffo, Rossi [87’ Milani]; Pettinari [93’ Ricciardi], Paolucci [67’ Sforzini] Allenatore: Canzi [Beretta squalificato]

    Crotone (4-3-3): Bajza; Zampano, Claiton, Cremonesi, Modesto; Suciu, Minotti, Maiello [55’ Salzano]; Ricci [71’ Ciano], Beleck, De Giorgio [78’ Ferrari] Allenatore: Drago

    Arbitro: Sacchi di Macerata

    Ammoniti: Rossi [L]; Maiello [C], De Giorgio [C], Zampano [C], Minotti [C]

    Il Livorno espugna il “Rigamonti” di Brescia grazie alla sfortunata autorete di Minelli al 79′. I padroni di casa tengono testa ai toscani solamente nel primo tempo per poi crollare alla distanza. La squadra di Iaconi si trova con 0 punti dopo due giornate disputate.

    Esultanza dei giocatori del Livorno dopo la rete
    Esultanza dei giocatori del Livorno dopo la rete

    Parte forte il Livorno con Belinghieri che colpisce di destro di controbalzo ma il balzo di Minelli evita il vantaggio ai toscani. Tiro di Corvia respinta Mazzoni. Al 30′ episodio chiave della prima frazione: il cross di Emerson è intercettato dal braccio di Coly e l’arbitro Manganiello assegna il calcio di rigore: Cutulo dal dischetto si fa respingere la conclusione da Minelli  e il risultato non si schioda.  L’ingresso di Siligardi da maggiore profondità al Livorno e le occasioni aumentano: proprio il neo entrato scheggia la traversa con un tiro velenoso. Dopo due grandi parate di Minelli, sullo scavetto di Vantaggiato e sulla conclusione di Moscati, il portiere bresciano non può nulla, al 79′,

    sul colpo di testa di Djokovic su schema da corner di Siligardi: la palla sbatte sulla traversa e dopo aver toccato la linea di porta carambola sulla schiena dello sfortunato portiere. Finale rovente con l’espulsione di mister Iaconi, le conclusioni velenose di Siligardi e l’intervento salva partita di Mazzoni sulla conclusione di Di Cesare.

    BRESCIA-LIVORNO 0-1 79’ Minelli [aut.]

    Brescia (3-5-2): Minelli; Zambelli, Budel, Di Cesare; Sestu, Benali, Ruben Olivera [81’ Valotti], Scaglia, Coly [53’ Bentivoglio]; Corvia [78’ Morosini], Caracciolo And. Allenatore: Iaconi

    Livorno (4-3-3): Mazzoni; Ceccherini, Bernardini, Emerson, Lambrughi; Moscati, Mosquera, Djokovic; Belingheri [82’ Gemiti], Jefferson [60’ Siligardi], Cutolo [65’ Vantaggiato] Allenatore: Gautieri

    Arbitro: Manganiello

    Ammoniti: Coly [B]; Lambrughi [L], Belingheri [L], Mosquera [L], Siligardi [L]

     

     

  • Cilic-Nishikori, la finale che non ti aspetti

    Cilic-Nishikori, la finale che non ti aspetti

    Clamoroso, incredibile, impronosticabile, il sabato pomeriggio delle semifinali maschili dello US Open sarà ricordato a lungo dagli appassionati di questo sport e dagli addetti ai lavori: saranno Kei Nishikori  e Marin Cilic  a contendersi lo scettro di New York. Prima la vittoria del giapponese contro il numero 1 Novak Djokovic al Mondo e poi quella del croato contro Roger Federer.

    Marin Cilic ha disputato la partita della vita, è stato perfetto. Federer ha commesso diverse imprecisioni ma è stato grande il tennista croato. Da quando il tennista croato ha preso come allenatore Goran Ivanisevic il servizio è diventato un’arma veramente devastante; la tattica di Cilic si è basata sull’aggressività, sul servizio con la prima, sull’attaccare a testa bassa cercando di evitare gli scambi prolungati. Federer si è infatti dimostrato incapace di trovare soluzioni per rimanere nel match. Il croato ha dimostrato una enorme forza mentale ed il game con cui ha chiuso il match è stato emblematico: ace, ace, ace, rovescio in lungolinea. Sono stati due i momenti chiave del match: il break in apertura di secondo set, con un Federer ancora spiazzato per aver perso il primo e il terzo game del terzo set quando, dopo aver perso il servizio per la prima volta nel corso del match, Cilic è subito rientrato con un controbreak che ha annientato le speranze dello svizzero. In un ora e tre quarti Cilic va in finale con il punteggio di: 6-3; 6-4; 6-4.

    La vita delle volte è veramente strana. Kei Nishikori, gli US Open, non li avrebbe nemmeno dovuti disputare, un’infezione all’alluce del piede destro aveva compromesso l’estate del giapponese; oggi è il primo asiatico ad arrivare in finale in uno slam. Djokovic si è dovuto inchinare ad un avversario forte fisicamente e mentalmente; il giapponese non ha mai dato segni di cedimento. Il serbo è partito falloso e poco continuo al servizio, permettendo a

    Kei Nishikori in azione
    Kei Nishikori in azione

    Nishikori di attaccare fortissimo sulle seconde; l’andamento del match è stato, quasi, sempre gestito dal giapponese: avanti per ben due volte di un break nel primo set, alla fine il nipponico ha avuto bisogno della terza opportunità per passare. Il secondo set ha avuto un cambio di rotta: Djokovic ha alzato il rendimento della prima e approfittato di un passaggio a vuoto del giapponese. Il terzo gioco del terzo set è stato il game decisivo: dopo quattro palle break annullate il giapponese è riuscito a inchiodarsi al suo servizio trascinando la partita fino al tie break decisivo. Subito avanti 4-0 Nishikori con un paio di errori, tra cui un doppio fallo, ha riportato il serbo fino al 4/5 riaprendo il game. E’ proprio qui che, inaspettatamente, il serbo è crollato risentendo del tie break giocato malamente e a inizio del quarto set concendo il break di allungo al giapponese. Il nipponico ha saputo gestire il vantaggio e ha chiuso infine con un nuovo contro break. In 2 ore e 52 minuti di gara con il punteggio di 6-4; 1-6; 7-6; 6-3.

    Sarà una finale inedita dello Us Open maschile: basti pensare che era da quasi 10 anni che uno tra Federer, Nadal, Murray e Djokovic non raggiungeva l’ultimo atto di uno slam. Il segnale che i giovani stanno cercando di ritagliarsi uno spazio importante per cercare di emergere è arrivato ai più esperti, ed è arrivato forte e chiaro.

  • Italvolley abbattuto da Portorico ora rischia

    Italvolley abbattuto da Portorico ora rischia

    Nella memoria di ogni sportivo italiano è presente il ricordo, vissuto o tramandato, della sconfitta scioccante nei Campionati del Mondo del 1966 in Inghilterra della Nazionale di calcio contro la Corea del Nord. Da ieri questo tipo di dolore storico non appartiene più solo al football ma diventa uno scheletro nell’armadio anche per il glorioso Italvolley.

    Ai mondiali in Polonia di pallavolo maschile l’Italia era partita male, con una sconfitta subito inflitta dall’Iran, poi la squadra di Berruto ha raddrizzato il cammino, ha battuto la Francia compiendo una rimonta importante e ha rifilato un secco 3-1 al Belgio rimettendosi in classifica in linea con l’aspettativa di passare alla seconda fase.

    Ieri doveva essere, in modo quasi scontato, la conferma che Mauro Berruto e i suoi ragazzi dell’Italvolley avevano compiuto la risalita nella classifica del girone e potevano guardare all’ultima sfida contro gli Stati Uniti con la serenità di chi è già qualificato ed invece è accaduto l’imponderabile.

    Portorico infligge alla Nazionale di volley maschile un pesantissimo 3-1 e lo fa nella maniera più dolorosa e incredibile, lo fa rimontando dopo aver perso il primo set. Considerando che Portorico fino a questo momento del mondiale non aveva vinto nemmeno un set in tutte le altre gare precedenti è facile capire come sia andata. Il primo set l’Italvolley lo vince facile (19-25), senza problemi ma si vede che qualcosa non quadra la squadra in tanti spezzoni di set sembra assentarsi e lasciare in mano agli avversari il gioco, sono i tanti errori dei centroamericani a costruire lo 0-1 per gli azzurri.

    Una fase del match tra Italia e Portorico | Foto Twitter
    Una fase del match tra Italia e Portorico | Foto Twitter

    Portorico capisce nel secondo set che può sfruttare le amnesie italiane e inizia a fare quello che nel volley è fondamentale, cose semplici ma senza errori, perché ogni errore è un punto per gli avversari e chiude incredibilmente la frazione di gioco 25-19. Il resto lo fa l’entusiasmo, l’adrenalina che a loro sale e ai nostri scende sotto le scarpe e quando siamo sul finale del terzo e quarto set loro chiudono e l’Italia no.

    Finisce che se per la storia del calcio nostrano la sconfitta più cocente ha il nome di Pak Doo Ik, la sconfitta più dolorosa, per ora, nella storia dell’Italvolley si chiama Torres, autentico trascinatore per i centroamericani. Ecco i parziali del match:

    ITALIA-PORTORICO 1-3 (25-19 / 19-25 / 25-23 / 25-22)

    Adesso la Nazionale azzurra rischia di uscire in questa prima fase, per scongiurare questo c’è solo una strada, senza calcoli o ragionamenti, domani l’Itavolley deve battere gli U.S.A. non ci sono alternative e la cosa non sarà semplice, soprattutto se coach Berruto non riuscirà a far capire ai giocatori che la concentrazione deve essere altissima contro tutti e che si deve ragionare di squadra. Perché finora quello che si è visto della nostra Nazionale in Polonia è una bella panchina e tante belle individualità.

  • Formula 1: GP d’Italia, il risveglio di Hamilton

    Formula 1: GP d’Italia, il risveglio di Hamilton

    Dopo le prove libere, che hanno fatto sognare i tantissimi tifosi della Ferrari arrivati a Monza, nelle qualifiche di oggi pomeriggio c’è stato il brusco risveglio con le Mercedes nuovamente ad innalzarsi dal coro e dettare legge e tempi. Il risveglio però, ha riguardato anche Nico Rosberg che si è visto, finalmente aggiungiamo noi, il compagno di scuderia piazzare la zampata nella griglia di partenza in un GP d’Italia che vede proprio nell’inizio e nei box fattori determinanti.

    La Ferrari aveva lanciato segnali positivi durante le prove libere, dimostrando che la casa di Maranello riusciva a tenere il passo della scuderia leader del mondiale, ed oggi invece è arrivata la doccia gelata. Lewis Hamilton, diciamolo subito, già da ieri aveva lasciato intendere che sarebbe stata la sua gara, o almeno ci sono, ancora oggi, tutti i presupposti per esserlo, nonostante la Ferrari fosse vicina aveva piazzato la sua Freccia d’Argento davanti a Rosberg (furioso) che aveva avuto mille problemi meccanici e appunto alla prima Ferrari, quella di Alonso, distaccata solo da quattro decimi.

    Lewis Hamilton e Nico Rosberg | Foto Twitter
    Lewis Hamilton e Nico Rosberg | Foto Twitter

    Le qualifiche di oggi tuttavia hanno evidenziato, in uno dei circuiti più veloci della Formula 1, lo strapotere della Mercedes perché la pole position come detto va a Lewis Hamilton (1’24″109) davanti al compagno sfortunato Rosberg, poi Bottas, Massa, Magnussen e Button ovvero tutte monoposto motorizzate Mercedes.

    Ferrari male, anzi, considerando che si tratta del GP d’Italia, malissimo. Alonso piazza un settimo posto tenendo dietro le Red Bull di Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo. Nei primi dieci si conferma ancora una volta la Force India di Sergio Perez.

    QUALIFICHE GRAN PREMIO D’ITALIA (Monza) – Primi dieci classificati:

    1° Lewis Hamilton (Mercedes) – 1’24″109

    2° Nico Rosberg (Mercedes) – 1’24″383

    3° Valtteri Bottas (Williams-Mercedes) – 1’24″697

    4° Felipe Massa (Williams-Mercedes) – 1’24″865

    5° Kevin Magnussen (McLaren-Mercedes) – 1’25″314

    6° Jenson Button (McLaren-Mercedes) – 1’25″379

    7° Fernando Alonso (Ferrari) – 1’25″430

    8° Sebastian Vettel (Red Bull-Renault) – 1’25″436

    9° Daniel Ricciardo (Red Bull-Renault) – 1’25″709

    10° Sergio Perez (Force India-Mercedes) – 1’25″944

  • Serena Williams in finale, strapazzata la Makarova

    Serena Williams in finale, strapazzata la Makarova

    Ha impiegato soltanto un’ora esatta, nella prima semifinale, per avere la meglio sulla russa Ekaterina Makarova e prenotare la finale dello US Open. Serena Williams è stata semplicemente perfetta, un’imbarazzante prova di superiorità: a farne le spese la russa sconfitta con il punteggio di 6-1; 6-3. In finale, a caccia del diciottesimo slam e del terzo consecutivo qui a Flashing Meadows, troverà Caroline Wozniacki.  Troppo forte , concentrata, concreta. L’americana ha dominato la russa Makarova dal primo all’ultimo scambio; quest’ultima non ha potuto proprio nulla; è riuscita a conquistare un misero break quando ormai il match si era incanalato in una maniera precisa.

    Le due finaliste dello US Open femminile 2014
    Le due finaliste dello US Open femminile 2014

    In una seconda semifinale molto combattuta, fin a quando si è giocata, Caroline Wozniacki ha la meglio, causa ritiro, di Shuai Peng che, dopo aver perso il primo set al tie break, nel secondo è costretta al ritiro sul 4-3 e viene portata via sulla sedia a rotelle a causa di problemi respiratori con il conseguente ritiro forzato. Il caldo e il tennis battagliero hanno costretto la tennista cinese ad alzare bandiera bianca. In finale ci va, meritatamente, la danese che ha giocato un primo set con altissimo livello d’intensità. La Peng ha venduto cara la pelle andando due volte avanti di un break grazie alle sue prime di servizio e a traiettorie molto alte e profonde con il rovescio.  La Wozniacki ha avuto il merito di non farsi mai scappare l’avversaria giocando un grande tie break nel primo set chiuso per 7/1 nel quale la cinese ha evidenziato i primi segni di calo fisico, nonostante nel secondo set ci sia stato un suo iniziale break ma, come nel primo set, la danese non ha permesso alla avversaria di scappare via, infilando 4 giochi consecutivi alla Peng in evidente difficoltà. Dall’ottavo gioco in poi i crampi, la ripresa del gioco ma dopo soli due punti la cinese è crollata a terra ormai senza forze.

    E cosi domenica le due amiche si troveranno di fronte per contendersi lo scettro americano: la Williams è alla prima finale dello Slam di questo 2014 ma può prendersi il terzo titolo consecutivo in terra di casa. La Wozniacki cercherà di provare a levarsi una soddisfazione fin ad ora mai raggiunta 5 anni dopo la sconfitta con Kim Clijster.