Categoria: In Primo Piano

  • Juve, sia meno popolare e più popolana

    Juve, sia meno popolare e più popolana

    A pochi giorni dall’inizio ufficiale del mercato, per la Juve, si accostano tanti nomi ma manca quello del suo 12mo uomo in campo.

    E’ ormai qualche anno che lo Juventus Stadium o “Allianz Arena” non fa più paura a nessuno, lo stadio della Juve ha visto squadre di qualsiasi caratura che non sentono il peso del campo.

    Sfacciatamente le avversarie aggrediscono la Vecchia Signora che per nove anni ha dominato la Serie A. Se il primo impatto è stato di riverenza, nei confronti della squadra più popolare d’Italia, la fase successiva degli avversari è stata, all’abbassarsi troppo del team di Massimigliano Allegri, di aggressione e che ha strappato molti punti tra le mura amiche alla Juve.

    Un’involuzione tecnica della squadra c’è stata, anche se i nomi tra le fila bianconere sono tutti comunque di prim’ordine, pur vero è che le crisi singole di vari giocatori e alcuni malumori di spogliatoio durante la stagione non hanno aiutato, però manca quel quid in più che spesso aiuta le squadre, soprattutto in casa, a sopperire a quel deficit momentaneo durante la partita o a dare quella carica in più per affrontare certe partire senza perdere la concentrazione. Manca l’urlo della folla e il pathos di chi aspetta tutta la settimana per vedere i suoi idoli superare l’ostacolo e manca il suo motore trainante, la Curva Sud della Juve.

    Sciarpata dei tifosi della Juve.
    Sciarpata dei tifosi della Juve in Curva Sud.

    Sono tanti i fattori che hanno promosso questo stacco tra il tifo caldo e la squadra e tutto è iniziato proprio quando la società ha deciso di puntare tutto sulla sua popolarità e sul suo merchandising lasciando stare gli “affari di cuore” che rendevano la Juve di lignaggio nobile ma di linguaggio popolano. Tutto è cominciato proprio con il bagno di folla all’innaugurazione del nuovo stadio della Juve dove la nuova presidenza Agnelli radunava i suoi accoliti per trasformarli in spendaccioni clienti. Attenzione, la Juventus è una società quotata in borsa che vive di entrate ed uscite legate allo sport ed alle prestazioni sportive quindi non si sta criticando un’azienda che a casa ha portato ammirevoli risultati sia sportivi che economici ma si vuole puntare il dito in quello che non sta più funzionando rispetto al passato e che ha radici vecchie di ormai undici anni.

    Il nuovo stadio della Juve ha iniziato a creare spaccature proprio nella suddivisione degli spazi comuni, la scelta di una sola curva assegnata al tifo organizzato ha portato inevitabilmente a un compromesso tra i gruppi storici che hanno anche estradizione territoriale e nascita diversa tra loro, ma questo nei primi anni non ha creato alcun problema, nonostante durante l’anno della Serie B e la convivenza temporanea al Comunale avesse lasciato qualche strascico.

    Con lo Juventus Stadium sono arrivati negli anni in sequenza, un rincaro degli abbonamenti per i tifosi popolari della Juve mostruoso (dalla stagione 2011/12 abbonamento in curva a 270 euro fino alla stagione 2020/21 arrivati a 700 euro), una strategia commerciale dal “portafoglio sanguinolento” per chi volesse seguire la squadra in trasferta per l’Europa con la gestione di un tour operator partner commerciale per nulla a buon mercato. Certo i risultati sportivi ci sono, i nomi famosi sono arrivati (Ronaldo su tutti) e il tifoso medio ha sempre aperto il portafoglio per seguire la squadra ma sempre più saltuariamente oppure come in molti casi anche abbonandosi e rivendendo poi i singoli tagliandi per recuperare qualcosa con il cambio nominativo.

    Dallo scandalo dell’inchiesta “Last Banner” e le successive condanne è poi cambiato tutto, il rapporto già complicato tra le tifoserie della Juve e la società si è ulteriormente inasprito arrivando quasi al reciproco silenzio. L’impossibilità di introdurre striscioni, bandieroni, tamburi, megafoni e tutto il materiale che permette ai gruppi organizzati di sostenere la propria squadra è stato come rendere un bravissimo tenore improvvisamente afono. Non basta mettere la musica e fare il gioco di luci prima delle partite o giocare con l’impianto audio dell’Allianz Arena per creare quell’atmosfera da “fiato sul collo” che è in grado di sovverchiare gli esiti delle partite, non basta nel silenzio assordante di un teatro asettico pensare di vincere le partite grazie alle sgroppate di uno svogliato Pallone D’oro, ci vuole la passione tramutata a condottiero che ti urla sul collo cosa fare, un unisono di voci che per mano ti portano alla vittoria. Questo era il tifo bianconero, che in passato nel buio e l’immensità del Camp Nou trascinava Amoruso, Zalajeta e compagni decimati a sbancare Barcellona o che trascinano 20000 juventini a Bari per l’lultima partita di campionato che vale lo scudetto mentre già si stanno addensando le terribili nubi di calciopoli.

    Il principale oggetto del desiderio dei tifosi della Juve è il ritorno di Paul Pogba.
    Paul Pogba, il suo ritorno sarebbe gradito ai tifosi della Juve

    Poi viene la questione sportva, alla Juve certo la popolarità piace, piace sfruttarla anche per fare mercato e far girare i nomi alle varie testate, ma cominciamo da quello che a fronte di opportunità commerciali colte ha perso invece il “cuore”. Il tecnico attuale è succeduto ad Andrea Pirlo uno che il pubblico teneva in palmo di mano, mentre Max Allegri, a cui non vanno addossate tutte le colpe societarie, è divisivo per antonomasia. Gli juventini sanno che se un top player va via ne è già pronto un altro, negli ultimi anni sono andati via giocatori che toccavano il cuore dei tifosi ma sono arrivate solo opportuità commerciali e merchandising. Il colpo Pogba può aiutare a rimettre un po’ di vernice fresca e riesumare ricordi ma serve il ritornare a credere in nuovi idoli. Bene lo snellimento del peso ingaggi ma serve pompare il cuore con nuova linfa juventina non riappesantire il portafoglio con un Di Maria che a 34 anni fa le bizze. Andasse via De Ligt, come le sirene londinesi sussurrano, serve un immediato innesto di pari qualità ed un restyling utile ad Allegri per fare il suo gioco e non per gestire le situazioni, la Juve deve crearle le situazioni agli avversari non subirle e adattarsi.

    In questi giorni leggiamo di Arrivabene che precisa la posizione societaria, il non voler tornare indietro, il voler continuare ad avere un teatro aperto privo di passione per la paura di aver a che fare con tifosi che possano mettere sotto scacco la società. Ma la Juve ha un servizio di sicurezza interno eccellente, ha la capacità e la forza di isolare e non far entrare in casa sua eventualmente chi trascende e allora scelga lei gli interlocutori, sappia parlare con i suoi tifosi e sappia trovare il modo per restutuire al popolo l’arena esattamente come fanno tutte le altre società o come piace chiamarle alla Juve gli altri competitor. Potrebbe essere il più importante colpo di mercato della Juve, quello che da popolare civettuola di corte la riporterebbe ad essere cortigiana del popolo che sa far paura ai nobili di corte perché dietro di sè ha, prima dei nomi in campo, il favore del popolo.

  • Osniel Melgarejo, da Cuba un’iradiddio per la Powervolley

    Osniel Melgarejo, da Cuba un’iradiddio per la Powervolley

    Il mercato non è attivo solo per il calcio ma anche per la pallavolo, a Milano ufficializzano il cubano Osniel Melgarejo, un acquisto destinato a lasciare il segno nella prossima stagione.

    All’Allianz Powervolley Milano serviva alternative in fase offensive e soprattutto nuova potenza di fuoco, in questo mercato ha fatto un’ottima impressione l’acquisto, ufficializzato proprio pochi giorni fa, del martello cubano Osniel Melgarejo un’autentica iradiddio di 197 cm.

    Melgarejo, atleta che occuperà senz’altro un posto di rilievo nel roster a disposizione di coach Piazza, viene dalla Ligue A francese dove ha fatto molto bene tra le fila del Chaumont VB 52 di Silvano Prandi consacrandosi tra i migliori schiacciatori del campionato francese. Per la prima volta approda in Italia, 25 anni , alto 1 metro e 97 cm. si contraddistingue per la sua potenza e la notevole elevazione ed è da considerare come valida alternativa per Piazza.

    E’ proprio il tecnico a presentare Melgarejo come un obiettivo inseguito da tempo:

    Abbiamo scelto con pazienza questo ragazzo cubano, che ha giocato nel campionato francese, per il quale c’è stata la concorrenza di parecchie squadre ma siamo riusciti comunque a trasmettergli il nostro entusiasmo e ne siamo contenti perché potrebbe essere una piacevole sorpresa.

    Osniel Melgarejo mostra i muscoli dopo essere andato a segno per il Chaumont (foto Twitter)

    Ai piedi della Madonnina, in casa Allianz Powervolley si respira entusiasmo e ci si prepara ad una stagione piena di sorprese, il volley ormai è una passione vissuta al pari del calcio e si vuole essere protagonisti dell’immediato futuro. Lo stesso Osniel Melgarejo sembra essere contagiato da queste aspettative:

    “Le sensazioni sono le migliori che io possa avere. Si tratta del campionato migliore al mondo.”

    L’obiettivo di mercato raggiunto dalla Powervolley è stato certo agevolato dall’ottimo rapporto tra i presidenti delle due società, infatti Allianz Powervolley e Chaumont sono molto legate tra loro così come appunto c’è una stretta amicizia tra i due patron. A collaborare alla buona riuscita dell’operazione poi è stata sicuramente la volontà e l’entusiasmo del martello cubano il quale si era già prefissato, come dichiarato in sede di presentazione, la meta di giungere nel nostro massimo campionato che reputa altamente probante per la carriera di ogni pallavolista.

    Non sembra nemmeno essere un problema per lui essere inizialmente un martello dei tanti a disposizione del coach, con umiltà sa che dovrà conquistarsi il posto in squadra ma ha anche in testa molto chiaramente quali sono le sue chance per rientrare il più in fretta possibile negli schemi di Piazza. Melgarejo infatti con ambizione dichiara di condividere in pieno la mission della società, arrivare in cima alla vetta, sia dal punto di vista personale che da quello di team.

    Melgarejo in una potente schiacciata quando militava nel campionato argentino (Foto twitter)

    Riuscirà il 25enne cubano a diventare perno fondamentale della squadra lombarda? Sarà come da premesse in grado di sovverchiare gli equilibri quando chiamato in causa?

    Nell’ultima stagionedella Superlega di volley Allianz Powervolley si è classificata al quinto posto con 41 punti e nella Coppa Italia Milano ha dovuto cedere il passo a Itas Trentino in semi finale, segno che per Piazza e Camperi soprattutto questa fase di mercato e un buon lavoro di modulazione delle varianti siano fondamentali per colmare il gap con le avversarie davanti.

  • Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    L’esterno del Bordeaux, Raoul Bellanova, in prestito al Cagliari lotta con i suoi compagni fino all’ultima giornata per convincere madama e giocarsi il futuro in bianconero.

    Non può certo essere passata inosservata, ai dirigenti juventini, l’ottima prova fornita da Raoul Bellanova in occasione della sfida tra Cagliari ed Inter. Per il Cagliari certo si trattava di una partita fondamentale per il diffcile compito di centrare la salvezza in Serie A mentre per l’Inter si trattava di un passaggio quasi formale in una tappa di provincia. tant’è che i nerazzurri hanno dovuto faticare per passare indenni dalla Sardegna e continuare così la difficile rincorsa ai cugini del Milan. Epilogo che si chiuderà domenica prossima con l’assegnazione dello scudetto o a San Siro o al Mapei Stadium.

    Altro epilogo che andrà a concludersi è quello relativo proprio alla salvezza, dove a giocarsi l’ultimo posto disponibile per la permanenza in Serie A sono la Salernitana e proprio il Cagliari di Raoul Bellanova, la prima affronterà l’Udinese in casa mentre i sardi saranno ospiti del Venezia che da quando avuto la matematica certezza della retrocessione ha creato molti grattacapi agli avversari di turno ultimamente.

    L’esterno di proprietà del Bordeaux ma in prestito al Cagliari in questa stagione Raoul Bellanova con la Nazionale Under 21

    Raoul Bellanova nasce a Rho in Brianza e cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan, classe 2000 nel 2019 si trasferisce in Francia. Approda prima alla corte del Bordeaux con il quale ha un contratto valido fino al 2023 e poi in prestito torna in patria dove milita prima nel Pescara, poi nell’Atalanta e quest’anno nel Cagliari. durante il suo percorso di formazione indossa inoltre tutte le casacche azzurre delle varie Under, dalla Under 15 all’Under 21 dove proprio quest’anno entrerà “fuori quota”.

    Proprio oggi, giorno del suo ventiduesimo compleanno la società sarda, attraverso il profilo social Instagram del Cagliari celebra l’esterno destro facendogli gli auguri.

    Raoul Bellanova sta per concludere, in ogni caso, una stagione dal punto di vista personale che lo ha consacrato quale astro del futuro sia azzurro che della Serie A, da capire quali possano essere le intenzioni del Bordeaux ma di certo la volontà del ragazzo lombardo sembra essere molto chiara, restare a giocare per la massima serie del suo paese, anche se non si preclude alcuna destinazione futura.

    Raoul bellanova in azione con la maglia del Cagliari

    Prima di firmare per il Bordeaux, Raoul Bellanova era stato avvicinato da diversi club che erano interessati alla crescita del ragazzo, Manchester City, Tottenham, Bologna, Sampdoria e anche proprio la Juventus che dopo questa stagioe sembra essersi convinta fiinalmente a provare la “zampata” vincente per accaparrarsi il gioiellino italiano.

    Veloce, scattante e dalla spiccata attitudine fluidificante, Raoul Bellanova sembra avere il profilo perfetto per l’operazione di rinverdimento che deve fare la Juventus nei prossimi anni, a cominciare anche da quella fascia occupata da un De Sciglio che nelle ultime stagioni non sembra più essere lo stesso con tanti, troppi errori marchiani compiuti. Al contrario Bellanova si è giocato le sue carte in piena regola mettendo in discussione il posto di Goldaniga e collezionando ad oggi 30 presenze con la maglia rossoblù. In azzurro con la Under 21 non è andata diversamente con 21 presenze, 2 assist ed un goal.

    Per la Juventus si potrebbe trattare di un’operazione low cost in quanto il cartellino di Raoul Bellanova si dovrebbe aggirare intorno agli 8-9 milioni di euro che potrebbero essere inferiori venendo appesantiti della retrocessione del Cagliari che inevitabilmente tirerebbe giù la cifra. inoltre per madama si tratterebbe di un tradizionale investimento sul calcio italiano giovanile, in linea con la sua filosofia storica di fare calcio.

    La scadenza del contratto con il Bordeaux fissata nel 2023 cade a fagiolo e sembra dichiarare la prosima sessione di mercato quella buona per chiudere l’affare per la Juve.

  • Serie A, Sassuolo-Milan è sold out dopo 20 minuti di prevendita.

    Serie A, Sassuolo-Milan è sold out dopo 20 minuti di prevendita.

    In Serie A domenica prossima saranno 90 minuti di passione e la febbre inizia già a salire per la lotta allo scudetto con la prevendita dei biglietti per Sassuolo-Milan letteralmente bruciata.

    L’ultima giornata di Serie A sarà per “cuori forti” non c’è dubbio, a novanta minuti dalla chiusura della massima serie mancano tasselli importanti tra cui quello fondamentale della lotta al titolo. Il Milan forte della bella vittoria casalinga sull’Atalanta non può permettersi un passo falso contro il Sassuolo al Mapei Stadium, mentre l’Inter dovrà vedersela con la già salva Sampdoria tra le mura amiche. Entrambe le avversarie delle pretendenti al titolo a loro volta arrivano da due prestazioni convincenti e vittoriose.

    La 37ma giornata di Serie A infatti ha visto la Sampdoria sbarazzarsi agevolmente della Fiorentina a Marassi con un sonoro 4-1 per i liguri, mentre il Sassuolo che faceva visita al Bologna ha strapazzato i rossoblù con un netto 1-3, per entrambe le formazioni prossime antagoniste di Inter e Milan non esiste alcun assillo di classifica e il fatto di poter giocare con la mente sgombra da qualsiasi preoccupazione potrebbe fare la differenza per il destino dello scudetto.

    Sassuolo-Milan, è sold out per il match scudetto in Serie A

    Visti i risultati dunque dell’ultima giornata di Serie A diventa veramente un rebus capire a chi vadano i favori del pronostico per la vittoria finale. Prima di tutto perché l’Inter, che ha un impegno sulla carta più agevole dal momento che avrà San Siro a disposizione e l’abbraccio dei suoi tifosi tra le “mura amiche” non è passata così indenne come sembra da Cagliari. Una partita non proprio facile e condita da alcune polemiche per un tocco di braccio galeotto di Dumfries che ha rinvigorito le polemiche sull’operato del VAR in questa stagione. In seconda battuta poi c’è da considerare il Milan, che è stato una costante per tutto l’anno e nonostante non sembrasse così attrezzata nel “percorso lungo” e a tappe del campionato di Serie A invece si è dimostrata solida e concentrata sull’obiettivo finale.

    Sarà una vera e propria onda rossonera ad invadere il Mapei Stadium per l’ultima giornata di Serie A.

    Poi da considerare c’è l’effetto entusiasmo ritrovato dei tifosi rossoneri, dopo poche ore dall’inizio della prevendita dei biglietti per la partitissima con il Sassuolo al Mapei Stadium sono arrivate a 90000 le richieste per i tagliandi da Milano. Una vera e propria onda rossonera vuole raggiungere la squadra a Reggio Emilia tanto da mandare da subito in tilt il canale di prevendita e da rinvigorire i canali alternativi di vendita come il sito Viagogo, che batte i primi prezzi dei biglietti a 1000 euro. Il Comune di Milano sta valutando se creare un’area rossonera in città dove poter trasmettere la partita sui maxi schermi, ma come fare se in contemporanea gioca proprio l’Inter a San Siro?

  • Jake Daniels, da Blackpool il coraggio rende liberi.

    Jake Daniels, da Blackpool il coraggio rende liberi.

    Il giovanissimo attaccante del Blackpool Jake Daniels segue l’esempio di Josh cavallo e dopo il debutto in Championship fa coming out.

    Jake Daniels, 17 anni e recente esordiente tra i professionisti con la squadra del Blackpool Fc diventa il primo calciatore in attività a fare coming out nel Regno Unito, a distanza di una settimana dal suo debutto in campo, attraverso un’intervista rilasciata a Sky Sport UK e pubblicata dalla società trova il coraggio di dichiarare la sua omosessualità.

    Attraverso i canali social del Blackpool Fc, Daniels attraverso una lettera ai tifosi si racconta.

    Credo che questo sia il momento giusto, mi sento pronto a raccontare la mia storia.

    Jake Daniels durante l’intervista per Sky sport Uk

    Nel raccontare ed aprirsi ai tifosi Daniels ringrazia i compagni per il sostegno ricevuto e di riflesso la società che gli ha dato l’opportunità di togliersi un peso inconfessato finora e che ha minato nel tempo anche la sua crescita come uomo:

    Ho persino avuto una fidanzata per un po’ di tempo, così da far credere ai miei amici che fossi etero, ma si trattava di una menzogna faticosa. A scuola tutti mi chiedevano se fossi gay ma io negavo perché non mi sentivo pronto.

    Nell’intervista, il diciassettenne inglese, emozionato, quasi a scusarsi anche per aver mentito in tutto questo tempo, segno che ancora a livello culturale, anche in un paese con una mentalità aperta come l’Inghilterra, vivere la propria omosessualità sia ancora un tabù per molti insormontabile. Racconta per esempio che dopo essersi dichiarato con i famigliari il giorno dopo ha realizzato ben quattro gol contro l’Accrington a testimonianza del peso che si era tolto.

    Quando è iniziata la stagione volevo dimostrare chi ero come calciatore, e ci sono riuscito. Restava un’ultima cosa da fare, ora la gente lo sa, e posso vivere la mia vita, come preferisco.

    Daniels, classe 2005, ha debuttato proprio lo scorso week end nella sfida vinta per 5-0 contro il Peterborough in Championship dopo aver firmato il suo contratto da professionista che lo lega al Blackpool. Prima di questo aveva realizzato 30 reti con la squadra Under 18 dimostrando il suo potenziale come attaccante.

    Apprezzamenti e sostegno, in modo trasversale, sono arrivati da tutto il mondo del calcio inglese, da Gary Nevill a Rio Ferdinand sono arrivati attestati di stima per il coraggio dimostrato e la stessa Premier League ha scritto: “Samo al fianco di Jake e crediamo che il calcio sia per tutti” e la Federcalcio inglese ha definito il calciatore come un’ispirazione per tutti.

    Fino al coming out di Jake Daniels di questi giorni, dagli anni ’90 con le rivelazioni di Justine Fashanu avvenute però già a carriera finita, solo Thomas Hitzlsperger e Thomas Beattie avevano dichiarato la propria omosessualità sempre dopo aver smesso di giocare però. Mentre Josh Cavallo, 22 anni dell’Adealaide United, proprio prima dell’inizio della stagione in A-League ad ottobre aveva fatto coming out divenendo l’unico calciatore attualmente in attività ad essersi dichiarato gay.

  • NBA 2K Standard Edition: è Giannis Antetokounmpo l’atleta in copertina

    NBA 2K Standard Edition: è Giannis Antetokounmpo l’atleta in copertina

    Sarà Giannis Antetokounmpo, rivelazione dei Milwaukee Bucks e due volte NBA All-Star, l’atleta scelto per la copertina di NBA 2K Standard Edition! Primo e unico giocatore nella storia dell’NBA a concludere la regular season classificandosi nella top 20 delle 5 categorie statistiche maggiori (punti, rimbalzi, assist, palle rubate e stoppate),  Antetokounmpo ha conquistato il soprannome “The Greek Freak” per le sue incredibili abilità atletiche.

    Queste le parole dell’atleta greco:

    Sono onorato di essere il primo giocatore internazionale di copertina di NBA 2K19. Amo giocare a NBA 2K e questo significa molto per me. Ho lavorato duro per ottenere notorietà nell’NBA ed essere sulla copertina di NBA 2K19 è un sogno diventato realtà“.

    NBA 2K Standard Edition – copertina

    La sua straordinaria abilità unita alla sua personalità genuina e la costanza di lavorare duramente ogni giorno per migliorarsi, Antetokounmpo ha velocemente conquistato i fan di NBA. Ha inoltre guadagnato il rispetto dei suoi compagni ottenendo moltissimi riconoscimenti a livello di squadra, fra i quali: “All-Rookie Second Team“, “NBA All-Defensive Second Team“, “All-NBA Second Team” (2 volte) e “Most Improved Player“.

    Anche il vice presidente marketing di NBA 2K non risparmia gli elogi sull’atleta:

    E’ il perfetto atleta di copertina e siamo entusiasti di averlo come prima star internazionale poiché NBA 2K ha un forte seguito di fan in tutto il mondo“.

    Sviluppata da Visual Concepts, l’ NBA 2K19 Standard Edition sarà disponibile a partire dall’11 settembre 2018 per le piattaforme Xbox One, PlayStation®4, Nintendo Switch e PC.

    La NBA 2K19 20th Anniversary Edition , che vede protagonista in copertina LeBron James, sarà disponibile dal 7 settembre 2018 per le piattaforme Xbox One, PlayStation®4, Nintendo Switch e PC.

    I giocatori che desiderano portarsi avanti con La mia CARRIERA di NBA 2K19, possono scaricare il nuovo NBA 2K19: Il Preludio a partire dal 31 agosto 2018, disponibile per Xbox One e Playstation 4.

    NBA 2K19 Standard Edition include i seguenti oggetti digitali:

    • 5,000 Virtual Currency.
    • 10 pacchetti lega La mia SQUADRA (consegnati uno a settimana)
    • 1 carta La mia SQUADRA Giannis Antetokounmpo Zaffiro

    Ecco il trailer dedicato a Giannis Antetokounmpo

  • Cheick Diabaté, gigante maliano spauracchio della Signora

    Cheick Diabaté, gigante maliano spauracchio della Signora

    Benevento-Juventus certo è ormai passata agli archivi, tuttavia restano tra le righe dei quotidiani sportivi le belle prestazioni della squadra di De Zerbi e di Cheick Diabaté.

    Segnare una doppietta a questa Juventus non è una cosa semplice e fare in Serie A un gol ogni 39′ in una squadra che lotta per la salvezza lo è ancora meno. Cheick Diabaté però da gennaio ad oggi non solo ha fatto questo, è anche riuscito a convertire gli scettici sul suo acquisto.

    Contro la Juventus

    Prima del match con i bianconeri lo aveva detto:

    “Nulla è impossibile!”

    Proprio riferendosi alla possibilità di fare goal alla Vecchia Signora e dopo un’ottima prestazione contro il Verona dove il franco-maliano aveva realizzato un’altra doppietta.

    Nel match contro la Juventus Diabaté mostra i muscoli si batte e sbatte contro i difensori Campioni d’Italia, trova due reti che consentono ai giallorossi di agguantare il pari dopo essere passati in svantaggio due volte. Viene da pensare se l’attaccante non avesse avuto i problemi fisici iniziali appena giunto in Italia quanto il Benevento avrebbe potuto risolvere prima la sua astinenza dal goal, perché di fatto Diabatè ha una media realizzativa per ora straordinaria.

    Cheick Diabaté esulta dopo il gol | Foto Twitter

    Due palloni vaganti in area bianconera e due reti da opportunista vero, il primo su un pallone che filtra anticipando in spaccata il proprio marcatore, il secondo sfruttando un bel calcio d’angolo battuto da Viola beffando l’alta e spigolosa difesa juventina.

    Diabaté è l’uomo del momento, è il volto sorridente di una squadra che amaramente scende verso la cadetteria con onore.

    Alle spalle una storia triste

    Diabaté approda in Italia dopo aver convinto il presidente Vigorito che, ignorando chi sconsigliava l’investimento sul franco-maliano, lo preleva dall’Osmanlispor valutando ininfluenti le sue scarse condizioni fisiche e facendo affidamento alle ottime esperienze precedenti in Francia del giocatore con Metz, Bordeaux e Nancy condite con una Coppa di Francia.

    Alle spalle di questo gigante di un metro e novantaquattro centimetri la storia triste di chi ha perso all’età di 13 anni la madre, poi un amico, il fratello e infine il proprio padre nella sua terra di origine. Serie di lutti che lo hanno spinto lontano dal suolo patrio per ritrovare la felicità, chissà che Benevento non sia un nuovo sorridente inizio.

     

     

  • Da Maldini a Donnarumma due “colpi” alla credibilità del Milan cinese

    Da Maldini a Donnarumma due “colpi” alla credibilità del Milan cinese

    Perché Gigio Donnarumma ha detto no al Milan? Avremo mai una risposta a questa domanda? I tifosi del Milan ma in generale tutto il mondo pallonaro si interroga e molto probabilmente continuerà a farlo per almeno tutta questa calda estate sul perché non ci sia stato un lieto fine a una “storia” che sulla carta aveva tutti i requisiti per esser a lieto fine. Nonostante sia milanista non ce l’ho con Donnarumma e non riesco ad avercela nemmeno con il suo procuratore, il potentissimo Mino Raiola, che da padre padrone e con l’arroganza di chi sa di aver sempre il coltello della parte del manico ha deciso di non dare credibilità al progetto di rilancio rossonero in formato cinese.

    I grandi dubbi sul closing derivanti dalla difficoltà del presidente Li Yonghong nel racimolare i capitali necessari per acquisire il Milan nei tempi concordati, i rinvii, la necessità di richiedere un finanziamento al fondo statunitense Elliot sono oggettivamente passi inusuali per chi ha l’ambizioso obiettivo di riportare il Milan nel calcio che conta così come il rinvio al prossimo autunno dell’approvazione del “voluntary agreement” presentato da Marco Fassone all’Uefa per ridefinire i paletti del Financial Fair Play per il piano di rilancio del nuovo Milan non fanno altro che innescare il dubbio sulla solidità del progetto e sulla credibilità degli interlocutori cinesi.

    Il progetto di Fassone e Mirabelli è sembrato sin da subito molto chiaro: dimostrare compattezza, capacità economica e competenza per far si che si inizi a dar credito al Milan e permetter così al presidente Li Yonghong di trasmettere fiducia. Gli acquisti di Musacchio, Rodriguez, Kessie e André Silva, l’inserimento in organico di due bandiere storiche e carismatiche come Gennaro Ringhio Gattuso e Cristian Abbiati vanno sicuramente in quella direzione e fanno sperare i tifosi del Milan di poter ritornare a vedere la loro squadra finalmente più competitiva per le posizioni che contano e non dover esultare per uno striminzito sesto posto.

    Tutto però si gioca sulla credibilità e al no di Gigio Donnarumma per forza di cose si deve aggiungere quello adesso dimenticato ma altrettanto doloroso e senza un vero perché. Il dopo Berlusconi infatti per il Milan cinese era nato da un altro importante no, quello di capitan Maldini, che rifiutò di metterci la faccia a un progetto con tante linee d’ombra e dai contorni non del tutto chiari. Da tifoso milanista ma anche per il calcio italiano spero che Maldini prima e Donnarumma dopo si pentiranno delle loro scelte e il Milan possa tornare ad esser protagonista nell’elite del calcio che conta e riacquisire quella credibilità che adesso non ha e ha convinto Raiola a non dar fiducia agli attuali interlocutori.

  • Calciomercato: Atalanta in anticipo, preso Cornelius!

    Calciomercato: Atalanta in anticipo, preso Cornelius!

    Il calciomercato è attivo sempre e le notizie si rincorrono per tutto l’anno con rumors vari. Ma quando a spaccare le voci e a dare un’ufficialità fuori dalle date canoniche è una cosiddetta provinciale i rumors vengono spazzati via dalla notizia. L’Atalanta brucia le tappe e lavora già con convinzione per la prossima stagione, al punto tale che, oggi ufficializza l’acquisto di Andreas Cornelius, giovane attaccante poderoso prelevato dal F.C. Copenaghen.

    Un colpo di calciomercato che instrada il club bergamasco verso l’ampliamento della rosa, sia in quantità che in qualità, per dare a Gasperini un team in grado di poter affrontare l’avventura europea senza subire il contraccolpo del gravoso impegno.

    Certo rimane fermo, anche in sede di calciomercato, l’obbiettivo di investire nei giovani da parte dell’Atalanta infatti l’attaccante danese ha 24 anni e ha già suscitato l’interesse di diversi club europei come uno dei migliori prospetti giovani del calcio scandinavo.

    Andreas Cornelius, nuovo acquisto dell’Atalanta | Foto Twitter

    Andreas Cornelius dopo essersi formato nelle giovanili del F.C. Copenaghen si è messo in luce a suon di gol e di buone prestazioni anche in prima squadra, questo gli ha permesso di essere visionato e richiesto in prestito dal Cardiff nel 2013 per giocare in Premier League. L’esperienza però dura solo 6 mesi con solo 8 presenze in campo e nessun gol così a gennaio dello stesso anno l’attaccante ritorna al Copenaghen ricominciando a macinare reti e buone prestazioni.

    9 reti e 5 assist in 21 partite di campionato, oltre a 2 gol e 3 assist nelle quattro partite dei playoffs scudetto che gli hanno permesso di vincere il titolo in Danimarca. Questo il bottino in patria del nuovo giocatore dell’Atalanta in quest’anno.

    Che l’operazione di calciomercato atalantina sia stata fatta per bruciare eventuali inserimenti della concorrenza non c’è dubbio, come non c’è dubbio che il rinforzo sia legato alla prossima esperienza europea. Infatti Cornelius ha, proprio in questa stagione, realizzato anche 6 reti in Champions League, tra la fase dei preliminari e quella a gironi. Con il passaggio, dopo la fase a gironi della Champions, in Europa League della squadra, Cornelius realizza solo una rete negli ottavi di finale contro l’Ajax. Andreas Cornelius è anche un giocatore cardine della Nazionale danese dal 2013 e anche nella rappresentativa nazionale ha segnato diverse reti. Il giocatore sarà a disposizione dei nerazzurri dal raduno per la prossima stagione.

    Alto 1 metro e 94 centimetri nella sua struttura e per il modo di giocare rappresenta un’ottima alternativa per Andrea Petagna sia dal punto di vista fisico che tattico, in quanto può rappresentare un ottimo “grimaldello” per scardinare le difese avversarie e aprire i varchi giusti per gli inserimenti dei centrocampisti tanto cari a Gasperini.

  • Inter, Milan e Fiorentina: quando l’Europa è questione di nervi

    Inter, Milan e Fiorentina: quando l’Europa è questione di nervi

    Isterismi e crisi di nervi sulla strada che porta all’Europa League per una fetta delle squadre italiane impegnate nella lotta. Sarà un finale di stagione caldo per Inter, Milan e Fiorentina su questo non ci sono dubbi.

    Nell’anticipo del sabato abbiamo visto quanto è deleterio per una squadra far parlare l’ambiente, su cambi di allenatore su rivoluzioni future etc. etc. I nerazzurri hanno impattato in uno dei peggiori secondi tempi visti in tutta la loro stagione, mentre la Fiorentina è riuscita a raddrizzare una partita, senza mai avere un picco d’intensità nel gioco, che pareva in mano proprio ai milanesi.

    Il Milan incappa in una sconfitta certamente inaspettata ma che a vederla bene va di pari passo con il rendimento visto nella prima frazione del derby della settimana scorsa.

    Cosa ha funzionato:

    Per l’Inter hanno funzionato certamente coloro che sono più in forma in questo finale di stagione Joao Mario, Handanovic, Candreva e soprattutto Icardi. La Fiorentina si prende tre punti importanti che la rimettono nel gruppo in lotta per l’Europa e la squadra dimostra di non risentire, in una sfida così importante, del ribaltone subito nella prima frazione. Per il Milan ha funzionato, ma non è bastato, la reazione della squadra sotto per due reti in casa contro l’Empoli.

    Cosa non ha funzionato:

    Non funziona per tutte e tre le squadre certamente quello che si sta creando intorno, le voci riguardanti i cambi delle panchine provocano sempre alibi nella testa dei giocatori, inoltre creano nervosismi per i tecnici in una fase di stagione molto delicata. L’Inter come nel derby si sfalda nella ripresa, si disunisce e trova solo per individualismi pochi risultati, non attacca di squadra e non difende da squadra mettendo in evidenza i limiti individuali dei suoi difensori, Medel su tutti.

    Stefano Pioli | Foto Twitter

    Pioli, al quale si continua a paragonare la media punti di De Boer e non si capisce perché, non è ancora riuscito ad amalgamare un gruppo che vive sulle intuizioni geniali degli uomini in forma del momento, ora alcuni, mesi fa altri. Inoltre anche questa volta lascia stupiti, con la rosa che ha il tecnico, che mentre si costruiva la disfatta non siano stati fatti cambi utili per modificare l’assetto della squadra.

    La Fiorentina ha il merito di avere un’identità ma non il merito di saper variare, a seconda delle occasioni, la sua velocità ed intensità. Una partita piatta, senza picchi che ha messo in evidenza la fragilità difensiva dei viola quando cala la concentrazione. Borja Valero fa una fatica bestia a tenere incollati difesa ed attacco per dare equilibrio alla squadra e proprio per questo il ritmo resta sempre a bassi giri. Paulo Sousa in panchina vive una situazione da “separato in casa” lo si vede nel rapporto timido che ha con i giocatori durante il match.

    Il Milan aveva un impegno agevole contro un avversario che gioca al massimo delle sue possibilità e lo ha dimostrato la settimana precedente a Firenze. Il primo tempo dei rossoneri conferma la difficoltà, della squadra, nel saper leggere la partita e prendere subito le misure all’avversario. L’Empoli fa il suo gioco molto semplice eppure riesce a mettere in difficoltà i rossoneri facilmente chiudendogli gli spazi in campo. Solo nel secondo tempo con alcuni innesti il Milan ha sfiorato il recupero  ma sempre con delle azioni d’attacco confusionarie e dettate dalla stanchezza degli avversari che quindi hanno lasciato più spazi.

    Gli scenari:

    Gli scenari che si stanno delineando non sono certamente positivi su tutti e tre i fronti.

    Su Montella qualcuno inizia a domandarsi il vero valore di un tecnico che in una stagione non è riuscito a dare equilibrio nei risultati alla squadra. Appendersi a Bacca dopo averlo bocciato in tutti i modi, e dire che gol ne ha fatti, quando è all’ “ultima spiaggia” rende colpevole anche Montella che a differenza dei suoi due colleghi pare abbia la conferma per la prossima stagione in tasca.

    Vincenzo Montella | Foto Twitter

    Pioli a voce ha la fiducia ma intorno sente muovere le trame per un’altra guida tecnica nella prossima stagione, infatti la stampa lo mette sempre sotto esame nei risultati. Prima Conte, poi Spalletti nominati come sostituti e pochi gironi prima del match con i viola si è letta la possibilità che proprio Pioli possa essere il prossimo tecnico della Fiorentina non considerando, in tale ipotesi, da parte dei maligni l’illazione secondo cui la sconfitta dei nerazzurri agevoli proprio la prossima squadra del tecnico e quindi fosse, in un certo senso, somatizzato meglio il risultato. A fine gara la mezz’ora di briefing con la dirigenza negli spogliatoi del “Franchi” ma con i giocatori già in mix zone confermano che siamo alle ultime spiagge. Ultime notizie parlano della dirigenza dell’Inter intenta a riportare Mourinho a Milano. In tutto questo bisogna considerare con amarezza che in ogni caso le idee non sono chiare e questo dà il tasso di credibilità sui progetti futuri nerazzurri.

    A proposito di idee chiare non si può non notare che, la Fiorentina aveva già scelto Di Francesco, come tecnico per la prossima stagione, ma nelle settimane scorse il patron del Sassuolo Squinzi ha blindato il tecnico. Questo pone i viola di fronte alla ricerca di nuovi nomi ed ecco spuntare Pioli ma a rifletterci bene sono due allenatori completamente diversi quindi se fosse vero conferma il fatto che, anche per la Fiorentina non c’è molta chiarezza su cosa e come si voglia procedere.

    Paulo Sousa | Foto Twitter

    Paulo Sousa è attaccato tutta la settimana dalla stampa e nonostante la vittoria sulla diretta concorrente a fine gara in modo nervoso ha risposto agli addetti ai lavori, la Fiorentina a tratti fa un bel calcio è a ridosso dell’Europa League come da obbiettivo ma nonostante tutto sul banco degli imputati è solo come un cane nella freddezza generale.

    In questa corsa chi ne sta beneficiando di più sono Atalanta e Lazio che continuano a macinare punti e guadagnando strada sui passi falsi delle altre tre. Sarà una corsa dettata dai nervi che ci saprà dire chi vuole veramente andare in Europa la prossima stagione.