Categoria: Ciclismo

  • Tirreno-Adriatico, bis di Vincenzo Nibali. Crono a Tony Martin

    Tirreno-Adriatico, bis di Vincenzo Nibali. Crono a Tony Martin

    Vincenzo Nibali vince per la seconda volta consecutiva la Tirreno – Adriatico contenendo nella cronometro finale il ritorno del britannico Christopher Froome ed entrando nella storia del ciclismo italiano. Lo squalo concede il bis nella corsa dei due Mari come Moser e Tony Rominger negli anni precedenti grazie soprattutto alla fantastica prova in discesa della sesta tappa con arrivo a Porto Sant’Elpidio dove il siciliano ha sorpreso il britannico Christopher Froome e lo spagnolo Alberto Contador. Proprio Froome e Contador accompagnano Nibali nel podio finale con un ritardo rispettivamente di 23” e 52”, un podio decisamente prestigioso che potrebbe essere ripetuto, speriamo, nei prossimi grandi giri.

    Vincenzo Nibali ©Bryn Lennon/Getty Images
    Vincenzo Nibali ©Bryn Lennon/Getty Images

    Non era arrivato nel massimo della condizione Nibali a questa Tirreno – Adriatico, il capitano dell’Astana ha come obiettivo principale del 2013 il Giro d’Italia ed a differenza dell’anno scorso, la preparazione è stata tarata proprio per arrivare nella condizione perfetta alla corsa rosa. Nibali ha vinto grazie alla sua dote migliore, la discesa e non perdendo mai terreno in salita sia da Contador che da Froome. Non è servito al britannico il grande lavoro del team Sky che si è trovato decisamente impreparato durante l’attacco di Nibali in discesa nel corso della sesta tappa. Buona Tirreno per Alberto Contador con il capitano della Saxo Bank che chiude in terza posizione ma che tuttavia non ha saputo fare la solita differenza in salita.

    La crono finale è stata vinta dal Campione del Mondo della specialità, il tedesco Tony Martin con un ottimo Adriano Malori in seconda posizione a sei secondi dal tedesco. Peter Sagan è il mattatore delle vittorie di tappa con i due successi ad Arezzo ed a Porto Sant’Elpidio, buona Tirreno anche per Joaquin Rodriguez e Mauro Santambrogio con Damiano Cunego che chiude la corsa con la piccola soddisfazione della vittoria della maglia verde di miglior scalatore.

    Classifica  Finale

    1 Vincenzo NIBALI ITA AST      28 07’51”
    2 Christopher FROOME GBR SKY        23”
    3 Alberto CONTADOR SPA SAX        52”
    4 Michal KWIATKOWSKI POL OPQ        53”
    5 Joaquin RODRIGUEZ SPA KAT        54”
  • Tirreno-Adriatico, acuto di Froome. Nibali terzo

    Tirreno-Adriatico, acuto di Froome. Nibali terzo

    Tirreno-Adriatico, quarta tappa verità alla corsa dei due mari con l’arrivo in salita a Prati di Tivo dove il britannico Christopher Froome conquista l’arrivo in salita grazie ad un lavoro praticamente perfetto di tutto il team Sky con un ottimo Manuel Santambrogio in seconda posizione e Vincenzo Nibali in terza. Buona prova della squalo dello stretto, vincitore un anno fa su questa salita ma che in questa stagione ha come obiettivo principale il Giro d’Italia e che quindi la condizione del capitano dell’Astana non può essere sicuramente al massimo in questo momento della stagione. Buona tappa anche per Alberto Contador che è stato il più attivo sulla salita finale mentre gli sconfitti di giornata sono certamente l’australiano Cadel Evans e lo spagnolo del team Katusha Joaquin “Purito” Rodriguez.

    Christopher Froome ©JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images
    Christopher Froome ©JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images

    Ma andiamo ad analizzare meglio la vittoria di Froome che come detto ha saputo sfruttare al meglio il lavoro dei suoi gregari con Dario Cataldo, Sergio Henao e Rigoberto Uran che hanno scortato il britannico sino all’ultimo chilometro dove Froome ha piazzato appunto l’allungo decisivo con un cambio di ritmo devastante. Il più attivo in salita è stato Alberto Contador ma lo spagnolo sicuramente non aveva la gamba dei giorni migliori considerando che quando si è trovato insieme a Nibali ai meno 2km dall’arrivo è stato sempre a ruota del siciliano pagando secondi preziosi nell’ultimo km da Froome. Peccato per Vincenzo Nibali che ha provato a ripetere la vittoria dell’anno scorso ma contro il team Sky ed il Froome visti oggi, c’era veramente poco da fare.

    La maglia azzurra di leader della generale va sulle spalle del giovane polacco del Omega Quick – Step Kwiatkowski con Froome dietro di soli quattro secondi.

    Classifica  Generale

    1 Michal KWIATKOWSKI POL OPQ      16 04’59”
    2 Christopher FROOME SPA MOV        4”
    3 Vincenzo NIBALI ITA AST        16”
    4 Alberto CONTADOR SPA SAX        30”
    5 Rigoberto URAN URAN COL SKY        33”
  • Doping, Cipollini accusato dalle carte di Fuentes

    Doping, Cipollini accusato dalle carte di Fuentes

    Come distruggere un mito; o come distruggere il proprio stesso mito costruito in lunghi anni di successi, di sprint in volate, di braccia alzate al cielo in segno di vittoria. Mario Cipollini, soprannominato “il Re Leone”, è stato questo per il ciclismo italiano, il più forte velocista della sua generazione, ed oggi anche sul suo personaggio si allunga l’ombra del doping, la più oscura e terribile che possa riguardare qualsiasi sportivo. Tutto ciò emerge dalla carte dell’ormai celebre Operacion Puerto, il processo di Madrid in cui è coinvolto il dottor “Doping” Fuentes, da cui sono emersi nei giorni scorsi altri clamorosi sviluppi  che riguarderebbero il mondo del calcio. Nei fascicoli i riferimenti appaiono in codice, e nel caso di Cipollini il suo nome sarebbe declinato al femminile, ossia “Maria”, ed a questo sarebbe associato anche il numero di fax dell’abitazione di Cipollini stesso, a Lucca, ed alcuni flussi di pagamento che il medico ricevette dall’ex ciclista. A questo si aggiunge, poi, una tabella, una sorta di programma giornaliero, che il dottor Fuentes avrebbe stilato per Cipollini, prevedendo Epo, ormoni della crescita e anabolizzanti, con precisa indicazione di date e periodi in cui alternarli, prima di giungere alla fatidica “E”, ossia i prelievi di sangue finalizzati a ripulirlo dalle scorie prima di reimmettere in circolo, sempre in periodi predefiniti, solo la parte corpuscolare. Una pratica, questa, già contestata a Ivan Basso, portandolo alla squalifica.

     

    Cipollini accusato dalle carte di Fuentes | © Christian Petersen/Getty Images
    Cipollini accusato dalle carte di Fuentes | © Christian Petersen/Getty Images

    I fatti in questione si riferiscono all’anno 2002, una delle stagioni più brillanti in termini di risultati per la carriera di Mario Cipollini, con la vittoria della classica di Primavera, la Milano-San Remo,  ed il terzo posto alla classica per velocisti Gand-Wevelgem. Ma, sempre nell’anno 2002, arrivò il ritiro a sorpresa alla Vuelta alla quattordicesima tappa, a tre settimane di distanza dal Mondiale di Zolder, l’attesa corsa iridata, motivando quella decisione che aveva spiazzato tutti affermando di conoscere bene il proprio corpo e di preferire “non intaccare una condizione già ottima a poca distanza dal Mondiale”: proprio quel Mondiale di Zolder che, poi, Mario Cipollini vinse. Ad oggi, se ciò che appare dai fascicoli del dottor Fuentes venisse confermato, è chiaro che i disegno di Cipollini si riconduce ad una precisa strategia, concordata con lo stesso dottor Fuentes ed il suo staff, seguendo passo passo i suoi dettami.

    In quei giorni, secondo quanto emerge dalle carte del dottor Fuentes e secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, Cipollini avrebbe effettuato prelievi di tre sacche di sangue, nel periodo dal 20 al 24 Settembre 2002, da 250 ml, per poi reimmettere in circolo il sangue ripulito dalle scorie, a scaglioni. L’ultima sacca sarebbe stata utilizzata già durante il Mondiale, dopo la tappa di Salice Terme e prima di recarsi in Belgio, per evitare di trasportare il materiale scottante all’estero: nelle tabelle di Fuentes veniva indicato chiaramente l’arco di tempo in cui effettuare “l’operazione” e, sempre negli stessi fascicoli, è stato individuato un poco equivocabile cerchietto sulla data del 9 Ottobre 2002.

    Dopo aver appreso la notizia dell’individuazione del suo nome – seppur in codice – fra le carte di Fuentes, Mario Cipollini non ha voluto commentare, preferendo attendere di visionare quegli scottanti documenti.

     

  • “Mi sono dopato” Lance Armstrong confessa e minaccia

    “Mi sono dopato” Lance Armstrong confessa e minaccia

    E confessione fu: il quarantunenne ex ciclista texano Lance Armstrong, in un’intervista della durata di novanta minuti rilasciata a Oprah Winfrey e registrata nella casa di Austin di Armstrong, che andrà in onda giovedì, ha ammesso di aver fatto uso di doping nel corso della sua carriera per poter vincere la più ambita competizione ciclistica, ossia il Tour de France. Per ora, dunque, si tratta di indiscrezioni circa le sue ammissioni ma ben fondate anche se rimaste anonime, ed avrebbero riportato tali indiscrezioni ad Usa Today; Oprah Winfrey, invece, non ha voluto confermare nello specifico quanto trapelato – probabilmente per mantenere l’alone di curiosità attorno alla sua trasmissione – ma ha Twittato “appena concluso con Lance Armstrong, due ore e mezza, è arrivato pronto”.

    Lo stesso Lance Armostrong, nella giornata di lunedì, si è scusato con i membri della sua Fondazione per la lotta al cancro, Livestrong, per averne offeso ed incrinato l’immagine con la sua condotta certamente non consona. Inoltre, nella giornata di sabato, in vista dell’intervista, l’ex ciclista si dichiarava pronto a rispondere “direttamente, onestamente e candidamente” alle domande della nota giornalista.

     Lance Armstrong confessa il doping | © Tom Pennington/Getty images
    Lance Armstrong confessa il doping | © Tom Pennington/Getty images

    Tutti segnali che, dunque, qualcosa “di grosso” è stato detto e che, comunque, entro due giorni sarà reso noto dalla messa in onda dell’intervista, portando sicuramente ad un grande scalpore in virtù della portata della confessione, della tematica scottante e della dimensione mediatica dell’ex ciclista, uno dei più vincenti della storia recente della bicicletta.

    A questo si aggiunge, poi, un ulteriore possibile risvolto clamoroso considerando che, secondo fonti vicine al New York Times, Lance Armstrong avrebbe intenzione di testimoniare contro alcune importanti figure del ciclismo mondiale che sarebbero state a conoscenza del suo uso di sostanze dopanti e che non avrebbero fatto nulla per contrastarlo nè farlo emergere ed, anzi, avrebbero favorito ed agevolato in qualche modo. In tal senso, Lance Armstrong dovrebbe riferire le sue eventuali accuse al Dipartimento di Giustizia ed i nomi “caldi” in questione vi sarebbero il noto banchiere Thom Weisel, insieme ad altri esponenti del suo team, l’Us Postal Service.

     

    A questo punto, dunque, è lecito chiedersi “perchè” tali rivelazioni giungano proprio in questo momento, e cosa lo abbia spinto a confessare qualcosa di così pesante: probabilmente, in questo modo, Armstrong spera di potersi in qualche modo riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica, considerando che sulla sua immagine pesa come un macigno il bando a vita dagli sport olimpici, oltre al fatto di essere stato privato da parte dell’Unione Ciclistica internazionale dei suoi sette titoli di campione del Tour de France a seguito del dossier pubblicato dall’Agenzia anti-doping in cui emergeva la partecipazione diretta di Armstrong a contribuire alla creazione di un sistema estremamente sofisticato di doping, “mai visto prima nella storia dello sport”, così come dichiarato da Travis Tygart, il numero uno dell’Agenzia anti-doping.

    In tale dossier, inoltre, non è presente soltanto il nome di Lance Armsotrong, che è però considerato “la mente” del programma doping fatto di steroidi, stimolatori e farmaci che avevano effetto sulla circolazione sanguigna, ma anche altri undici componenti della squadra Us Postal Service a partire dagli anni Novanta.

  • Ciclismo, Bradley Wiggins investito da un’auto

    Ciclismo, Bradley Wiggins investito da un’auto

    Ennesimo incidente nel mondo del ciclismo: nella giornata di ieri, attorno alle 19.00, Bradley Wiggins è stato investito da un’automobile mentre si stava allenando in una strada nei pressi Wrightington, nel Lancashire. Il campione britannico, vincitore del Tour de France e oro olimpico a cronometro si è ritrovato a terra dopo essere stato urtato da un’auto, guidata da una donna: immediatamente sono stati chiamati i soccorsi e dopo poco l’ambulanza ha trasportato Wiggins all’ospedale.

    Secondo le testimonianze il tutto è avvenuto a causa del buio in quanto la donna al volante dell’Astra non ha minimamente visto il malcapitato che è stato fatto sbalzare via dalla sua sella: nonostante il volo fatto però Wiggins può considerarsi fortunato in quanto se l’è cavata con una costola rotta e qualche livido. Appena avvenuto l’impatto gli abitanti del posto sono usciti in strada e, dopo aver aiutato Bradley, hanno chiamato i soccorsi ed anche la moglie del ciclista Catherine che in un batter d’occhio è arrivata sul posto. Lo stesso campione delle due ruote ha voluto tranquillizare i propri famigliari subito appena avvenuto l’incidente onde evitare ogni equivoco.

    Bradley Wiggins Tour of Britain - Stage One
    Bradley Wiggins © Jamie McDonald/Getty Images

    Durante la notte il campione britannico è stato tenuto sotto osservazione in ospedale ma tutti gli esami a cui è stato sottoposto fanno stare tranquilli staff e famigliari. Il team Sky ha voluto pubblicare un comunicato per poter tenere informati tutti coloro che hanno saputo dell’incidente e si sono preoccupati per il ciclista britannico: “Ha trascorso la notte in ospedale sotto osservazione. Gli infortuni patiti non sono seri ed i medici credono in un pieno e veloce recupero”.

    Sicuramente ora si mobiliteranno tutti coloro che quotidianamente lavorano nel mondo del ciclismo: dopo questo incidente e soprattutto dopo la morte di Victor Cabedo, giovane promettente ciclista spagnolo, rimasto vittima mentre si allenava nei pressi della località di Almedijar, ci sarà bisogno di mettere le mani sulla sicurezza degli atleti che si allenano in strada.

  • L’UCI cancella Armstrong dal ciclismo, revocati i 7 Tour

    L’UCI cancella Armstrong dal ciclismo, revocati i 7 Tour

    È arrivata veramente la fine sportiva di uno degli atleti che ad oggi, ha segnato in maniera indelebile ed in modo negativo, la storia del proprio sport. L’Unione Ciclistica Internazionale ha deciso di togliere i sette Tour de France all’americano Lance Armstrong depennandolo conseguentemente dal ciclismo mondiale.

    Infatti l’ex numero uno del ciclismo mondiale è stato definitivamente radiato dall’UCI che ha accolto in pieno le richieste dell’USADA, l’agenzia antidoping americana, che ha fatto luce su una delle frodi sportive più grandi di tutti i tempi.

    Pat McQuaid, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale ha così seguito alla lettera le indicazioni fornite dall’agenzia antidoping americana che è riuscita a smascherare il texano con l’aiuto importantissimo dei suoi ex compagni di squadra che hanno lasciato dichiarazioni incredibili sul metodo corruttivo di Armstrong nell’ambito del ciclismo e sul fatto che in quel periodo, doparsi era l’unico metodo per rimanere competitivi.

    Seguono a ruota le parole sconcertanti, ma purtroppo vere, del capo dell’ agenzia antidoping mondiale (WADA)  John Fahey, che ha affermato che nell’era di Lance Armstrongnel ciclismo «si dopavano tutti» e questa «debacle» di credibilità può essere superata sono destituendo i dirigenti che avrebbero dovuto controllare.

    Pat McQuaid
    Pat McQuaid presidente dell’UCI ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    Armstrong adesso dovrà affrontare una vera e propria tempesta, la Nike lo ha abbandonato, la sua fondazione denominata Livestrong che svolgeva attività benefiche per la ricerca e la cura contro il cancro subirà dei notevoli danni d’immagine e per finire, una compagnia di assicurazioni del Texas ha avviato un’azione legale per recuperare 7,5 milioni di dollari di bonus da Armstrong. La SCA Promotions ha pagato un premio di rendimento al corridore dopo il suo sesto successo al Tour de France nel 2004, titolo che gli è stato revocato per doping insieme agli altri sei successi al Tour. L’avvocato della SCA, Jeffrey M. Tillotson, ha detto alla BBC Sport: «Faremo una richiesta formale di restituzione dei fondi. Se questo non avrà successo, si avvierà un procedimento legale formale nei confronti del signor Armstrong».

  • Il Leone delle Fiandre sale in cielo, è morto Fiorenzo Magni

    Il Leone delle Fiandre sale in cielo, è morto Fiorenzo Magni

    Lutto nel Mondo del ciclismo italiano ed internazionale, a quasi 92 anni ci lascia l’ultimo grande eroe del ciclismo del dopo guerra, Fiorenzo Magni conosciuto da tutti come il Leone delle Fiandre.

    Un grandissimo interprete del ciclismo antico fatto di sudore, fatica e soprattutto dolore in un periodo tragico dove le gesta del grande Fiorenzo facevano dimenticare per un po’ le sofferenze della grande guerra.

    Superbo passista ed eccezionale discesista, queste le doti che portarono Fiorenzo Magni alla vittoria di ben tre giri delle Fiandre consecutivi dal 1949 al 1951 e che ne valsero il celebre soprannome di “Leone delle Fiandre”. Non solo la grande classica del Nord per il nobile Fiorenzo che vinse anche tre Giri d’Italia, il primo nel 1949 il secondo nel 1951 e l’ultimo nel 1955 conquistando l’ultimo maglia rosa all’età di 35 anni.

    Fiorenzo Magni
    Fiorenzo Magni in un arrivo del Tour del 1953 ©AFP/AFP/Getty Images

    Due le immagini storiche che Magni ha lasciato per sempre nella memoria collettiva: la grande delusione del Tour del 1950 dove, quando era in maglia gialla, dovette abbandonare la Grande Boucle insieme a tutta la sua squadra a causa dell’aggressione subita dal sua compagno di squadra e grande amico Gino Bartali sul Col d’Aspin da parte di alcuni tifosi francesi e poi l’eroica impresa al Giro d’Italia del 1956 dove cadde e si fratturò una clavicola. Ma il grande Fiorenzo si rialzò, non si ritirò continuò il suo Giro e nella cronoscalata sul San Luca, a Bologna, mordendo un tubolare attaccato al manubrio per stringere i denti andò avanti rappresentando a tutti come la forza di volontà sia più forte del dolore.

    Un esempio questo che ci deve sempre ricordare come il ciclismo sia fatto di sudore e sofferenza due elementi che rispecchiano l’immagine di un grande uomo e  che deve essere d’esempio per i tanti giovani che si avvicinano a questo sport e che devono assolutamente dimenticare un “sogno” americano capace di vincere sette Tour consecutivi e caduto, in queste ultime settimane, miseramente in rovina

  • Dopo il doping accuse di corruzione per Lance Armstrong

    Dopo il doping accuse di corruzione per Lance Armstrong

    La caduta di un mito, la discesa all’inferno di uno degli eroi del nuovo millennio nel Mondo dello sport e della vita reale. Lance Armstrong dopo il ciclone doping che lo ha investito negli scorsi giorni mettendolo davanti alla gogna mediatica e sociale di tutto il Mondo sportivo e non, deve far fronte ad una nuova gravissima accusa.

    L’ex vincitore di sette Tour de France consecutivi, che per voce dell’ Unione Ciclistica Internazionale non verranno assegnati, viene accusato da un suo ex compagno di squadra di aver corrotto dei corridori per truccare l’esito di alcune competizioni ciclistiche molto remunerative negli Stati Uniti.

    L’accusatore ha il nome di Stephen Swart, compagno del texano nel 1994 e nel 1995 alla Motorola. Swart rivolge ad Armstrong accuse ben precise ed inequivocabili: “Ci promise quei soldi perché non fossimo aggressivi e non cercassimo di vincere”.Questa la dichiarazione a dir poco scioccante che mette delle nuove ombre sulla carriera ma soprattutto sulla vita di un uomo che ad oggi fatichiamo a considerarlo ancora tale e di cui ci si attende nei prossimi giorni una difesa agguerrita da parte dei suoi avvocati.

    Lance Armstrong
    Lance Armstrong ©ROGERIO BARBOSA/AFP/GettyImages

    Lance Armstrong avrebbe offerto  la bellezza di 50 mila dollari per combinare il risultato di alcune prove ciclistiche svoltesi negli Stati Uniti che valevano complessivamente un milione di dollari. La competizione incriminata è il “Thrift Drug Triple Crown of Cycling“,  un trittico di gare vinto proprio da Lance Armstrong nel 1993. Oltre alla corruzione Armstrong dovrà anche rispondere nei prossimi giorni dell’accusa di spergiuro, un accusa molto grave soprattutto per la ferrea giustizia americana che si basa molto sulle dichiarazione effettuate dai teste e degli imputati, infatti Armstrong ha dichiarato in più occasioni sotto giuramento in tribunale di non essersi mai dopato e dopo le vicende della scorsa settimana si attendono nuovi guai per l’ex stella del ciclismo mondiale.

  • Doping, Lance Armstrong vuole sottoporsi alla macchina della verità

    Doping, Lance Armstrong vuole sottoporsi alla macchina della verità

    In queste ore Lance Armstrong ha dichiarato di essere disponibile a sottoporsi alla macchina della verità pur di arrivare a ripulire le vittorie durante la sua carriera dalle accuse di doping che l’Usada, l’agenzia antidoping americana, ha presentato contro di lui. Il tutto è infatti raccolto in un dossier di 1000 pagine dove, oltre che del ciclista, si parla anche della US Postal: l’accusa che ricade sui due è di aver usato sostanze assolutamente proibite e in più di frode sportiva.

    Di certo anche se l’atleta arriverà a sottoporsi alla macchina della verità sarà difficile che le accuse vengano ritirate anzi, anche il suo avvocato Tim Herman, ha dichiarato che con questa mossa il suo cliente non otterrà risultati incoraggianti. Dopo aver rinunciato di difendersi dalle accuse Armstrong sembra quindi aver scelto di procedere su questa via, forse prendendo esempio dallo spagnolo Alberto Contador, il quale pochi mesi fa dopo esser risultato positivo al clenbuterolo, ha utilizzato la macchina della verità per cercare di dimostrare di essere innocente. Il tutto però è stato inutile in quanto il Tas lo ha sanzionato con due anni di squalifica ed è per questo che Herman ha spiegato che questa mossa non gioverà al ciclista. La volontà del texano è però quella di far sottoporre al test anche tutte e 26 le persone che hanno testimoniato contro di lui all’Usada:

    CANADA-HEALTH-CANCER-ARMSTRONG
    Lance Armstrong © ROGERIO BARBOSA/AFP/GettyImages

    “Vi posso assicurare che molti testimoni hanno versioni contraddittorie e Lance ha avuto nel corso della sua di carriera in Europa più di 600 ciclisti, dirigenti e tecnici. Vedo inoltre che undici di loro hanno detto cose, ma molti altri hanno confutato queste accuse. Per questo sottoponendoli a questo test farà emergere alcune verità nascoste”.

    Nonostante questa decisione la macchina della verità potrebbe essere un’idea che lo penalizzerebbe ulteriormente: oltre a perdere le vittorie dei sette Tour de France, Lance Armstrong inciamperebbe nella falsa testimonianza che lo condannerebbe al carcere. Il passato su questo insegna in quanto atleti come Marion Jones, beccata con le mani nel sacco del doping, la quale ha dichiarato di non aver mai utilizzato sostanze vietate, ha dovuto scontare alcuni mesi di prigione.

  • Doping Lance Armstrong, da invincibile ad imbroglione

    Doping Lance Armstrong, da invincibile ad imbroglione

    Un doping di squadra più sofisticato e mai riuscito della storia dello Sport”, ecco la clamorosa rivelazione dell’Usada, l’agenzia antidoping americana, dopo la consegna del dossier di 200 pagine con cui incastra Lance Armstrong e la US Postal , con l’ accusa di uso di sostanze proibite e della condotta reiterata individuata nella frode sportiva.

    Viene messa così fine ad una delle truffe più grandi di tutta la storia dello sport con protagonista un uomo che si era reso portatore, con la sua storia da ex malato di cancro, di grande speranze ed esempio per tutti noi.

    Ed invece eccoci a guardarci di nuovo allo specchio e ridere della nostra immagine e soprattutto della nostra ingenuità in un mondo in cui gli uomini sembrano oramai essere davvero disposti a tutto per raggiungere fama, prestigio e soprattutto soldi. Un dossier di oltre 200 pagine viene quindi finalmente consegnato all’Unione Ciclistica Internazionale che dovrà cancellare dalla storia sportiva del ciclismo Lance Armstrong e tutti i suoi compagni. Infatti le prove risultano essere schiaccianti contro l’ex dominatore del Tour de France: Ventisei testimonianze giurate comprese undici di ex corridori della US Postal, per svelare “il doping di squadra più sofisticato, professionale e riuscito mai visto nella storia dello sport”.

    Lance Armstrong
    Lance Armstrong ©Riccardo S. Savi/Getty Images

    Ecco i nomi dei testimoni presenti nel comunicato stampa con cui l’Usada ha reso pubblica la sua decisione: sei ancora in attività nel 2012, Levi Leipheimer (Omega Pharma-QuickStep), Christian Vande Velde (Garmin-Sharp), David Zabriskie (Garmin-Sharp), Tom Danielson (Garmin-Sharp), Michael Barry (Sky) e George Hincapie (Bmc) sono stati sospesi. Barry e Hincapie hanno già annunciato il ritiro, mentre gli altri potrebbero tornare in gruppo già in primavera, visto che la squalifica di 2 anni dovrebbe essere ridotta a 6 mesi grazie alla collaborazione data alle indagini. Altri 5 ex US Postal hanno testimoniato contro Armstrong: Frankie Andreu, Tyler Hamilton, Floyd Landis, Stephen Swart e Jonathan Vaughters. Il medico italiano Michele Ferrari e lo spagnolo Garcia del Moral sono stati squalificati a vita per il loro ruolo nel doping di squadra della US Postal. L’ex direttore sportivo Johan Bruyneel, uno dei medici della squadra Pedro Celaya e il team trainer “Pepe” Marti hanno scelto di rispondere alle accuse davanti a un arbitrato composto da tre giudici indipendenti.

    Oltre all’indicazione precisa dei testimoni e del contenuto delle loro testimonianze, il dossier contiene anche le prove inconfutabili del doping di squadra alla Us Postal, e-mail, analisi e risultati di laboratorio che dimostrano come Armstrong era dopato durante le vittorie dei suoi sette Tour de France e che era al centro della cospirazione del doping di squadra.