Categoria: Ciclismo

  • Riccò: “Mi Vendicherò” e intanto la Vacansoleil lo licenzia

    Riccò: “Mi Vendicherò” e intanto la Vacansoleil lo licenzia

    Riccardo Riccò è stato ufficialmente licenziato dalla squadra olandese Vacansoleil che in una nota ufficiale  ha dichiarato di licenziare l’ ex corridore modenese per “violazione del regolamento interno”. Il team olandese aveva sospeso Riccò dopo quanto affermato dall’atleta emiliano, che dopo un malore aveva ammesso di essersi sottoposto ad un’autotrasfusione.

    Molto singolari e preoccupanti risultano essere le dichiarazioni dello stesso Riccò, tramite la sua pagina Facebbok: “Leggere i quotidiani è come leggere i giornali di gossip, mi fate ridere cari giornalisti ah ah ah ah ah ah ah!!!!! La vendetta è un piatto che va servito freddo!!!!”. Sicuramente, se queste dichiarazioni fossero veramente dell’ ex cobra, allora bisognerebbe veramente cercare di aiutare da un punto di vista psicologico, una persona che sembrerebbe aver perso completamente il contatto con la realtà non rendendosi conto di aver rischiato la vita e di essere stato molto fortunato.

    Nei prossimi giorni Riccò sarà ascoltato dalla procura di Modena, ricordiamo Riccò è formalmente indagato dalla stessa Procura ed è anche oggetto di un procedimento da parte della Procura antidoping del Coni.

  • Riccò ha lasciato l’ ospedale, la Procura lo attende

    Riccò ha lasciato l’ ospedale, la Procura lo attende

    Riccardo Riccò è stato dimesso dall’Ospedale di Baggiovara, in cui si trovava ricoverato da quasi due settimane dopo essersi sentito male a causa di un autotrasfusione che gli aveva provocato un blocco renale e una embolia polmonare.

    Le condizioni dell’ ormai ex corridore modenese sono molto migliorate e per i medici le sue condizioni di salute non destano più preoccupazioni. Al momento non si conosce con esattezza dove Riccò trascorrerà i prossimi giorni per il completo recupero fisico, ma la cosa certa è che il prossimo periodo non sarà certo facile per l’ ex cobra, infattti la Procura di Modena ha aperto un’inchiesta sull’episodio, indagandolo per violazione della legge antidoping 376/2000, e sta cercando conferme a sostegno dell’ipotesi di reato contestata.

    La procura non è assolutamente convinta che Riccò abbia fatto tutto da solo ritenendo che per la pratica dell’ autotrasfusione sia necessaria la presenza di una persona che abbia delle particolari conoscenze mediche, quindi con ogni probabilità, vi sarà la convocazione del modenese per essere interrogato e cercare di fare chiarezza su una delle più tristi storie dello sport e del ciclismo italiano.

    

  • I novant’ anni di un mito, il C.T saggio Alfredo Martini

    I novant’ anni di un mito, il C.T saggio Alfredo Martini

    Alfredo Martini taglierà domani un traguardo molto importante nella vita di un uomo, i novant’anni, quasi un secolo trascorso per la maggior parte del tempo nel segno delle due ruote quelle spinte non da un motore ma dalle gambe, dove la fatica ed il sacrificio rappresentavano faccia nostalgica e pulita di un ciclismo che forse, ormai, non esiste più.

    Mitico gregario ai tempi dei totem Coppi e Bartoli, come corridore non ha vinto tanto, sette vittorie tra il 1946 ed il 1951 tanti piazzamenti importanti tra cui il podio nel Giro d’ Italia del 1950 dove giunse terzo e tre volte maglia azzurra.

    È proprio la maglia azzurra che segnerà per sempre la sua leggenda, non come corridore ma come commissario tecnico. Infatti Alfredo Martini è il più grande e vincente C.T. della storia del ciclismo italiano, 6 primi posti, 7 secondi e 7 terzi dal 1975 al 1998 con le vittorie più belle di Moser, Saronni e Gianni Bugno e con la capacità innata di saper comunicare ai tanti campioni che ha guidato sapientemente dall’ ammiraglia, l’ umiltà ed il sacrificio per il gruppo caratteristiche queste, insite ed impresse in maniere indelebili nel suo forte carattere. Anche dopo il 1998 rimane molto vicino alla nazionale, sempre presente durante i mondiali e consigliere di fiducia dei tanti C.T. subentrati dopo il suo abbandono.

    “Sono una persona normale e se rifletto sulla mia vita vedo più difetti che pregi, ma li tengo per me. E se penso ai progetti sono più quelli non realizzati di quelli compiuti”. Uno lo ha realizzato, quello di essere un maestro. “Ma ho imparato tanto da Binda, il mio primo ct. E un altro maestro è stato Girardengo, il primo a capire l’importanza dell’alimentazione. Poi sono arrivati i mercanti di veleni e hanno ammorbato il ciclismo”.

    Da queste parole possiamo trarre tanti insegnamenti, soprattutto in questo periodo molto oscuro del ciclismo mondiale, fatto in gran parte di truffe, provette e siringhe che di sudore, fatica e sacrificio.

  • Contador assolto dalla federciclismo spagnola, farsa o giustizia?

    La Federciclismo spagnola ha assolto Alberto Contador dall’ accusa di essersi somministrato, durante l’ ultimo Tour De France, il clenbuterolo uno stimolante con effetti anabolizzanti che consente di perdere peso – mantenendo però inalterata la massa muscolare – e di migliorare la capacità aerobica e credendo così, alla tesi dell’ atleta iberico che sosteneva che la presenza, seppur minima della sostanza illecita nel proprio corpo, fosse da attribuire ad una bistecca.

    La sentenza che scagiona Contador pare essere stata influenzata da un altro caso, conclusosi il 15 ottobre scorso: l’assoluzione del pongista tedesco Dimitrij Ovtcharov, positivo al clenbuterolo (75 picogrammi) ma in grado di dimostrare di aver mangiato un filetto contaminato durante una gara in Cina. Tuttavia, manca nel mondo dello sport, una coerenza di giudizio ad altri casi simili di doping che hanno portato a sentenze molto diverse tra loro: 2 mesi e mezzo di squalifica al tennista Gasquet per un bacio alla cocaina; 1 anno alla nuotatrice Jessica Hardy per un integratore contaminato; 1 anno per positività proprio al clenbuterolo al ciclista italiano Alessandro Colò, che però aveva partecipato a una corsa a tappe in Messico dove in effetti quella sostanza è molto usata nel trattamento dei bovini.

    Alberto Contador  sarà già in gara nella prima tappa della Volta Algarve, gara a tappe in Portogallo. “E’ stata un’esperienza molto dura – ha detto Contador – Sto volando in Portogallo, non vedo l’ora di risalire in bici. Provo un misto di allegria e di tristezza per tutto quello che è successo, E’ stata messa in dubbio la mia onestà di uomo ma adesso ho avuto giustizia. Felice, sì, sono felice: ma tutto quello che è sucecsso non si può cancellare in un giorno”.

    Adesso sia l’ Uci che la Wada hanno un mese di tempo per presentare appello al Tas ma quello che più preoccupa è come sia stato possibile che la federazione spagnola sia passata in tempi molto brevi dalla richiesta di un anno di squalifica all’ assoluzione. Il presidente dell’Uci, McQuaid, è stato piuttosto chiaro: ” Appello contro l’assoluzione di Contador? Dobbiamo prima studiare il dossier completo. Ma le dichiarazioni politiche su questo affare in Spagna sono state inopportune. Se mi sorprende il cambio di decisione, il passaggio da un anno all’assoluzione? Visto che si tratta della Spagna, non si sorprende niente…”

    Resterà da vedere come Contador verrà accolto in gruppo dai colleghi e dai tifosi per le strade, sicuramente il ciclista iberico non sarà presente al Tour De France mentre per la sua presenza al Giro, gli organizzatori della corsa rosa ancora non si sono espressi al riguardo.

  • Riccò, confermata l’ autotrasfusione. Il commento del presidente della Wada John Fahey “Caso tragico e disperato”

    Riccò, confermata l’ autotrasfusione. Il commento del presidente della Wada John Fahey “Caso tragico e disperato”

    Purtroppo i sospetti e le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi, sono confermate dai primi esami clinici a cui è stato sottoposto l’ ormai ex corridore Riccardo Riccò. Il modenese ha rischiato di morire per un autotrasfusione probabilmente con sangue trattato male se non addirittura scaduto situazione questa, che ha suscitato grande sdegno soprattutto dai suoi ex colleghi che gli hanno fatto ricordare come Aldo Sassi, prima di morire di cancro, avesse puntato sul suo recupero tendendogli una mano quando nessuno voleva aiutarlo ad uscire dal tunnel della depressione.

    Duro è anche il commento del presidente della Wada, l’ agenzia internazionale per il controllo antidoping, John Fahey che definisce Riccò “un caso tragico e disperato”. Sempre lo stesso Fahey ha confermato che si stanno studiando nuove sanzioni per combattere il doping ma che purtroppo, la vittoria sarà molto difficile perché la natura umana porta naturalmente verso l’ inganno e la truffa.

    Adesso per Riccò arriveranno altri problemi, accantonata la sua carriera sportiva il modenese, appena si sarà ripreso, dovrà rispondere se l’ autotrasfusione è stata fatta con l’ aiuto di altre persone oppure da solo come dichiarato al dottore durante il primo soccorso in ospedale.

  • Contador positivo, Riccò recidivo? Il ciclismo è a pezzi, ma ne vale la pena?

    Contador positivo, Riccò recidivo? Il ciclismo è a pezzi, ma ne vale la pena?

    Con la caduta dell’ ultimo mostro sacro, Alberto Contador, dominatore di tutte le corse a tappe in cui ha preso parte nella rete del doping e il nuovo presunto coinvolgimento di Riccardo Riccò, sentitosi male e tutt’ ora ricoverato in ospedale per una presunta autotrasfusione, il ciclismo sembra ormai aver preso l’ imbocco di un tunnel buio e senza via d’ uscita.

    A colpire il sentimento e la passione di tutti i tifosi di questo splendido sport è l’ assoluta mancanza di rispetto dei corridori “pizzicati” nella morsa del doping, che non riescono proprio a capire che barare non paga più e che prima o poi si viene scoperti. Il caso Contador è emblematico, il quotidiano Marca, citando alcuni documenti in possesso della Federazione Ciclistica Spagnola (Rfec), ha accusato il corridore di essere risultato positivo all’ultimo Tour de France per ben quattro volte mentre per Riccardo Riccò, se la versione del medico che gli ha prestato il primo soccorso e cioè, la confessione della stesso Riccò di aver effettuato un autotrasfusione del suo stesso sangue conservato in frigo da ben 25 giorni, venisse confermata allora oltre al licenziamento in tronco già annunciato dalla sua squadra, la Vacansoleil, ci sarà un denuncia della stessa per danno d’ immagine e la provabilissima radiazione, visto che lo stesso Riccò ha già scontato una squalifica di 20 mesi per essere risultato positivo al Cera al Tour De France del 2008.

    Sarebbe ormai opportuno pensare per l’ Uci, di dover prevedere la radiazione anche dopo la prima squalifica, forse ultima speranza per scoraggiare i corridori, a prendere in giro le tante persone che lavorano e che guardano con tanto passione questo fantastico, forse ancora per poco, sport.

  • Presentata la Tirreno – Adriatico targata 2011

    Presentata la Tirreno – Adriatico targata 2011

    Presentata l’edizione 2011 della Tirreno – Adriatico, la cosiddetta ‘Corsa dei Due Mari’ organizzata dalla Rcs Gazzetta dello Sport che si snoderà per 1070 km lungo lo Stivale. La gara a tappe, seconda per importanza sul suolo patrio solo al Giro, partirà il 9 Marzo a Marina di Carrara (cronometro individuale) e si concluderà il 15 dello stesso mese con la passerella conclusiva di San Benedetto del Tronto.

    In Abruzzo la tappa-chiave dell’intera corsa, come lo scorso anno: sabato 12, infatti, si terrà la Narni-Chieti di 240 km che molto, se non tutto, dirà ai fini della classifica generale. Il giorno seguente, la carovana ripartirà dal capoluogo teatino per raggiungere Castelraimondo (Macerata) lungo un percorso dello stesso chilometraggio della frazione precedente. Oltre a Danilo Di Luca, hanno confermato la propria presenza Andy Schleck, Vincenzo Nibali, Ivan Basso, Fabian Cancellara, Giovanni Visconti, Stefano Garzelli (campione uscente), Damiano Cunego, Andrea Noè, AleJet Petacchi, Tor Hushovd e Cadel Evans.

    Il programma della Tirreno – Adriatico 2011

    • 9 Marzo: cronometro di Marina di Carrara
    • 10 Marzo: Carrara-Indicatore (Arezzo)
    • 11 Marzo: Terranuova Bracciolini (Arezzo)- Perugia
    • 12 Marzo: Narni (Terni)-Chieti
    • 13 Marzo: Chieti-Castelraimondo (Macerata)
    • 14 Marzo: Ussita (Macerata)- Macerata
    • 15 Marzo: cronometro San Benedetto del Tronto (Ap)
  • Riccò in prognosi riservata. Ha rischiato di morire

    Riccò in prognosi riservata. Ha rischiato di morire

    Poteva avere un pericolo ben peggiore e buttare ancora una volta il ciclismo nel dramma ma per fortuna le condizioni di Riccardo Riccò sembrano in progressivo miglioramento.

    Il ciclista della Vacansoleil è stato ricoverato domenica pomeriggio in seguito ad un malore avuto nella notte tra sabato e domenica in seguito ad un allenamento. Riccò è attualmente tenuto in prognosi riservata presso il S.Agostino Estense di Modena e per le 17 di oggi pomeriggio è atteso un nuovo comunicato stampa da parte dell’equipe di medici.

    Il Cobra avrebbe dovuto prender parte al Giro del Mediterraneo, in programma sempre in Francia dal 9 al 13 febbraio. Anche se nessuno si permette di far ipotesi l’accostamento al doping aleggia nel pensiero di tifosi e addetti ai lavori visto che già nel 2008 Riccò venne trovato positivo al potentissimo Cera e squalificato per due anni.

  • Ciclismo, presentata la Farnese Vini-Neri di Giovanni Visconti

    Ciclismo, presentata la Farnese Vini-Neri di Giovanni Visconti

    E’ stata presentata persso il Teatro Tosti di Ortona (Ch) il team Farnese Vini-Nero Sottoli che ha nel campione italiano su strada Giovanni Visconti la sua pu nta di diamante.

    Un vernissage di prestigio, allietato dalla performance di Piero Mazzocchetti (noto tenore con una partecipazione anni fa al Festival di Sanremo) che per buon auspicio ha intonato ‘Nessun Dorma’, nei quali sono stati svelati programmi ed obiettivi della giovane squadra.

    Un rooster che mescola gioventù ed esperienza, classe e sostanza, per puntare nuovamente alla vittoria del Campionato Italiano con Visconti stesso e ad indossare almeno per qualche giorno la Maglia Rosa al Giro d’Italia. L’inossidabile Noè è il collante del gruppo guidato dal D.S. Luca Scinto

  • Ciclismo: Ettore Torri, “Doping Legalizzato” provocazione o resa?

    Ciclismo: Ettore Torri, “Doping Legalizzato” provocazione o resa?

    Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni rilasciate dal Procuratore Capo Antidoping, Ettore Torri, riguardanti la possibilità di legalizzare il doping visto l’ impossibilità di una sua sconfitta totale, ed il rammarico che questo non può essere fatto in quanto lesivo della salute umana.

    Sicuramente molto forti le dichiarazioni di Ettore Torri, uomo che ha passato la vita a cercare di eliminare il doping dallo sport e che devono far riflettere.  È ovvio che, la vicenda che in questi giorni sta riguardando Alberto Contador, non aiuta il clima generale ma è opinione di chi vi scrive che bisogno sempre lottare in tutti i campi e mai arrendersi, neanche quando combattere sembra davvero inutile. certo, nell’ impossibilità di una sconfitta, è sempre opinione di chi vi scrive, che sarebbe ora di inasprire veramente le pene e passare dagli attuali due anni di stop, alla radiazione a vita in caso anche di prima positività, sicuramente opinione forte e magari non condivisa da tutti, ma adesso più che mai, vi è il rischio che uno degli sport più amati dagli italiani e che rappresenta anche la cultura e la vita del bel paese, perda definitivamente ogni parvenza di credibilità.

    Intanto,Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, e il Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, hanno incontrato questa mattina il Procuratore Capo Antidoping, Ettore Torri. Nel corso dell’incontro, Torri ha spiegato che le sue dichiarazioni non andavano interpretate come un’apertura verso una depenalizzazione del reato, ma solo come uno sfogo, di una persona che da anni lotta contro il problema. Torri ha altresì confermato al Coni che l’impegno personale e l’opera meritoria del suo Ufficio continueranno ai massimi livelli, in collaborazione con le varie Procure della Repubblica che attualmente si occupano con importanti risultati della lotta ad un fenomeno dilagante che, come è noto, in Italia è considerato anche reato penale.