Il Vicenza, sconfitto a Brescia per 3-0, e viene scavalcato in classifica da Frosinone e Bologna scivolando a quota 62 punti in classifica: a decidere la gara la doppietta di Caracciolo e il gol di Benali; il Bologna è al terzo posto a quota 63 dopo aver sconfitto, nell’anticipo di lunedi sera, il Catania per 2-0: Cacia e Sansone i marcatori. Siciliani fermi a 47 punti. La quinta forza del campionato, il Pescara, sale a 57 punti in classific, dopo aver sconfitto per 1-0 la Pro Vercelli “all’Adriatico”: Caprati al 12′ decide la sfida; la squadra di Scazzola ora è invischiata nei play-out a pari della Virtus Entella la quale viene sconfitta in casa dall’ultima in classifica Varese con il gol Forte. lo Spezia fa compagia al Pescara a 57 punti in classifica dopo aver espugnato il “Tombolato” di Cittadella per 1-3: è Catellani con una tripletta a decidere la sfida, il primo gol su rigore, per i padroni di casa a segno Kupitz.
Il Livorno viene fermato, in casa, sull’1-1 dal Modena: Granoche ha siglato il vantaggio per gli ospiti dopo 8′; il pareggio dei padroni di casa al 53′ con Emerson per la squadra di Panucci; l’Avellino esce battuto dalla sfida di Crotone per 2-0: la doppietta di Ciano porta i calabresi a 44 punti a pari merito con la Ternana battuta in casa dal Frosinone: Frara al 7′ ha deciso la sfida per la squadra di Stellone. va a 46 punti il Trapani che ha battuto, per 1-0, la Virtus Lanciano: a decidere la gara è stato Barillà al 3.
Sempre più serrata la lotta per accedere ai playoff dove approderanno le squadre classificate dal 3° all’8° posto. A comandare la classifica dei marcatori è Granochè del Modena con 18 centri insieme a Catellani dello Spezia.
Classifica: Carpi 75; Frosinone 64; Bologna 63; Vicenza 62; Pescara e Spezia 57; Perugia 56; Livorno e Avellino 54; Virtus Lanciano e Bari 48; Catania 47; Modena e Trapani 46; Crotone e Ternana 44; Latina 43; Pro Vercelli e Entella 42; Cittadella 40; Brescia 36; Varese 32.
Il Carpi ce l’ha fatta, il calcio italiano scrive una altra storia bella da raccontare, che rimarrà negli annali di questo sport. Una storia iniziata nel 2009 ed è iniziata a Lamezia Terme quando il Carpi conquistava la certezza matematica di tornare nel calcio professionistico dopo 9 anni. E, ieri sera, è stata messa la ciliegina sulla torta, è arrivata la storica promozione in Serie A.
Bastava conquistare un punto alla formazione di Castori per poter festeggiare, anche se la sconfitta maturarata dal Vicenza al “Rigamonti” per mano del Brescia dava, anche in caso di sconfitta, la certezza di potere essere in Serie A.
Il secondo campionato in cadetteria del Carpi era cominciato, come lo scorso, con l’obiettivo di conquistare la salvezza, ma man mano che le settimane passavano, si aveva la consapevolezza di una squadra che prendeva sempre più coscienza dei propri mezzi e della propria forza: al termine del 2014 la squadra di Castori ha virato con 9 punti di vantaggio sulle seconde; c’è stato un piccolo passaggio a vuoto nei mesi di febbraio e di marzo per poi ripredere la cavalcata trionfale culminata nel mese di aprile con 7 vittorie su 8 gare disputate prima della sconfitta, indolore, di Frosinone.
Gran merito va dato al tecnico Fabrizio Castori, in estate scelte ben precise con la fiducia nella vecchia guardia, Pasciutti approdato dalla Serie D, Poli e Di Gaudio in C2; sono stati pochi gli innesti effettuati: sono arrivati in prestito Gabriel e Struna arrivati in estate insieme a Suagher; da sottolineare la rande stagione di Jerry M’Bakogu, autore di 14 reti, che il D.S. Guntoli ha prevelato in estate dopo il fallimento del Padova.
L’incognita per la prossima stagione è rappresentata dallo stadio, serve un ampliamento dei posti attualmente disponibili che sono 4200; cosi le destinazioni più probabili sono Modena o Pama, località temporanee per una piazza che vuole giocare al “Cabassi”, per una piazza che ha festeggiato una promozione, fino a un anno fa, impensabile.
Ibranon è più un elemento indispensabile per il Paris Saint Germain, a rivelarlo è l’Equipe che ritiene sicura la dipartita del campione svedese a fine stagione dalla Capitale transalpina.
Il fattore scatenante del divorzio secondo la popolare rivista francese sono state le parole poco eleganti che il calciatore pronunciò il 15 marzo scorso dopo la partita contro il Bordeaux in Ligue 1. Ibrahimovic disse allora che “la Francia è un paese di m….” e questo comportò una serie di reazioni importanti coinvolgendo anche noti volti della politica transalpina, la questione poi si ridimensionò ma come una brace ardente che è viva sotto una coltre di cenere è tornata a bruciare demarcando una linea che pare insanabile tra la proprietà del club e lo stesso giocatore.
Da quella partita ne conseguirono ben quattro turni di squalifica, ieri contro il Metz il giocatore era in tribuna a seguire i compagni che strapazzavano i rivali per 3-1 e si riprendevano, senza di lui, la vetta del campionato francese. Oltre al fatto sportivi, prettamente legato al risultato, in questi giorni sono accadute alcune cose che fanno riflettere sullo scenario del mercato che si andrà ad aprire nei prossimi mesi e le strade di Paris Saint Germain e Juventus sembrano destinate ad incrociarsi con sullo sfondo lo sguardo imperscrutabile proprio di Ibra.
Andiamo con ordine. Che le strade di Ibrahimovic e del PSG si stessero dividendo si poteva intuire, ma non in maniera così repentina, considerando poi chi è il procuratore dello svedese (Raiola) si poteva avvertire già l’ennesimo trasferimento ma dove? Secondo l’Equipe il PSG sarebbe intenzionato ad onorare il contratto con il calciatore, riconoscendogli quanto pattuito nel contratto ma rescindendo lo stesso a fine stagione, come una sorta di rimborso per il disturbo di andarsene.
Nei giorni scorsi Le Parisien, altra rivista autorevole francese, aveva ipotizzato che la cessione di Edinson Cavani a fine stagione a favore della Juventus fosse una cosa fisiologica, dovuta proprio al dualismo esistente tra il Matador e Ibra, in questo modo uno dei due elementi doveva essere escluso dal club ed il più debole, secondo il magazine era proprio l’uruguaiano, tuttavia l’Equipe ora rimette, secondo quanto detto sopra, nuovamente alla pari i due gioielli del PSG.
La Juventus è alle prese con la difesa di Pogba, o meglio cerca di tenerlo o di monetizzare il più possibile su un’eventuale sua cessione di fronte a qualcosa di indecente e questo non è un mistero, chi è il procuratore del giocatore? Mino Raiola. Nella giornata di ieri, sempre attraverso Le Parisienecco che esce un’intervista a Nasser Al-Khelaifi, sceicco proprietario del Paris Saint Germain, il quale ammette di aver incontrato Paul Pogba, che il giocatore gli interessa ma che c’è una folta concorrenza dietro di lui. Oltre a questo Al-Khelaifi conferma anche Blanc, Ibra e Cavani per il prossimo anno. Ovviamente non tutto è credibile ma si può ipotizzare una strategia ben definita con dietro le quinte proprio Mino Raiola.
Ibrahimovic pare essersi bruciato in Francia, le giornate di squalifica mitigano le reazioni ma al suo rientro in campo potrebbe riaccendersi il fuoco, i francesi sono molto nazionalisti, quindi Raiola potrebbe essere alla ricerca di una nuova sistemazione per il giocatore veramente. Paul Pogba, ha dichiarato più volte il suo debole per il Paris Saint Germain, essendo parigino e se avesse la possibilità di raddoppiare il suo ingaggio prenderebbe l’ipotesi in considerazione lasciando la Juventus. Cavani è nel progetto del PSG che vede in lui un’alternativa valida alla star Ibrahimovic, ecco che quindi Raiola potrebbe intercedere a favore di uno scambio tra Juve e PSG per i suoi due assistiti, facendo però entrare nelle casse della Juventus un consistente conguaglio economico per la differenza di valore attuale tra i due giocatori.
In questo caso resta il problema dell’ingaggio alto di Ibraper la Juve, ma se l’Equipe ha visto giusto quell’indennizzo previsto per lo svedese, di cui abbiamo parlato sopra, sarebbe un contributo al compenso più basso che Zlatan prenderebbe dai bianconeri. La Juventus metterebbe a posto l’attacco con due pezzi da novanta come Tevez, ammesso che resti ancora un anno, e Ibrahimovic e in questo modo avrebbe una cinquantina di milioni più gli introiti derivanti dalla Champions Leaguedi quest’anno da spendere per rinforzare gli altri reparti.
Ovviamente indovinare le strategie del mercato quando ci sono personaggi come Raiola e Marotta come registi è sempre molto complicato, ma se fosse possibile come la prenderebbero i tifosi juventini un eventuale ritorno di Ibrahimovic a Torino?
Vittoria pesantissima nella corsa all’Europa per l’Inter che espugna il Friuli per 2-1, il gol vittoria lo segna Podolski pochi secondi dopo esser entrato in campo.
Ad uscire tra gli applausi però è stata l’Udinese. I bianconeri, nella serata del 205° gol di Di Natale in Serie A, che è valso l’aggancio a Roberto Baggio, sono rimasti in 10 al 40° per il rosso a Domizzi, poi in 9 al 58° quando l’arbitro Rocchi ha espulso Badu autore di una protesta troppo veemente. Nonostante la doppia inferiorità numerica la squadra di Stramaccioni ci ha provato e al 92° ha anche avuto la palla del 2-2 con Perica, salvata in corner.
Come già detto 3 punti importanti per l’Inter ma certamente Mancini dovrà limare quei difetti, come la mancata capacità di chiudere il match, visti nella serata friulana, per cercare di continuare a tenere vivo il sogno europeo.
Veniamo al racconto della gara.
Stramaccioni conferma sostanzialmente l’undici visto contro il Milan sabato scorso, fatta eccezione per Geijo che lascia il posto a Thereau.
Mancini invece torna a schierare Kovacic dall’inizio, il croato si sistema a metà campo con Medel e Guarin. In difesa Felipe prende il posto dello squalificato Ranocchia.
Il primo quarto d’ora vede regnare l’equilibrio con alcuni tiri dalla distanza, Guarin per l’Inter, respinge Karnezis, Allan per l’Udinese, palla fuori, poi Hernanes su punizione ribattuta fuori dal portiere greco. Il ritmo cresce a tratti ma almeno sino alla mezz’ora non si assiste ad occasioni pericolose. Proprio al 30° Hernanes ha una buona occasione ma il suo colpo di testa finisce tra le braccia di Karnezis. Al 40° Domizzi prende il secondo cartellino giallo lasciando i suoi in 10. Sul finale di frazione è bravo il portiere dei bianconeri a deviare in corner prima un diagonale ravvicinato di Icardi e poi una conclusione da dentro l’area di Hernanes. Il primo tempo si chiude comunque sullo 0-0.
Si riparte e subito l’Inter ottiene il calcio di rigore per il contatto tra Danilo e Kovacic, dal dischetto va Icardi che trasforma. L’Udinese però ha un’immediata reazione d’orgoglio, Allan s’inventa la giocata si avvicina all’area, serve Di Natale che davanti ad Handanovic non sbaglia. L’Inter potrebbe subito riportarsi avanti ma la conclusione di Kovacic esce di poco. Al 58° altra svolta, Badu protesta troppo vivacemente per un fallo non fischiato e Rocchi gli mostra prima il giallo poi il rosso diretto, Udinese in 9 contro 11. Al 65° Mancini si gioca la carta Podolski ed il tedesco colpisce subito, con un bel tiro da fuori che batte Karnezis. L’Udinese paga la doppia inferiorità numerica e l’Inter sfiora il gol del 3-1 ancora con Podolski. I nerazzurri gestiscono il gioco e vanno nuovamente vicini alla rete con una conclusione di Hernanes fuori di poco. L’Udinese però, sopratutto Allan, ci crede e prova a spaventare l’Inter nel finale. Nel recupero il Friuli grida al gol ma il colpo di testa di Perica viene salvato in corner. I bianconeri ci mettono tutto il cuore ma non basta, passa l’Inter che continua a sognare l’Europa.
UDINESE – INTER 1-2 (47° rig. Icardi (I), 50° Di Natale (U), 65° Podolski (I))
Quello che il 32° turno di Serie A lascia ai posteri non sarà l’escalation di risultati a sorpresa come la sconfitta della Fiorentina contro il Cagliari o la vittoria nel Derby della Mole del Torino dopo venti anni di supremazia bianconera nella stracittadina, ma sarà il dibattito sulla bomba carta lanciata o confezionata male e sulla violenza legata al calcio.
Mentre Procura e Polizia torinese si smentiscono a vicenda analizzando le immagini di quanto accaduto all’interno e all’esterno dello stadio “Olimpico” di Torino (che sarebbe meglio ribattezzare “Polveriera Granata” perché di olimpico, come spirito, ha mostrato ben poco in questa domenica), la giustizia sportiva attonita ed impreparata come sempre prende tempo attendendo lo sviluppo delle indagini.
Partendo dai fatti accaduti all’interno dello stadio si sono analizzati i filmati ripresi dalle telecamere dell’impianto che mostrano un fitto lancio di oggetti da entrambi i settori. Ora, già questo in un Paese che sa di poter fare della legalità il suo fiore all’occhiello dovrebbe bastare, perché se c’è un pre-filtraggio e poi un filtraggio con tanto di perquisizioni etc. etc. vuol dire che bengala, fumogeni, petardi e altro non dovrebbe esserci all’interno, inoltre se c’è un fitto lancio di oggetti c’è la sospensione della partita ed eventualmente la sua soppressione, cosa che sappiamo non avviene mai per questioni di ordine pubblico. E qui torniamo indietro di un anno alla finale di Coppa Italia, quando era palese che il calcio era morto nell’incarnazione del compianto Ciro Esposito, ma si giocò ugualmente in un clima surreale.
A Torino non c’è stato il morto, per fortuna, tuttavia il nesso è lo stesso perché affianco a dove cade un pezzo di seggiolino (o anche peggio) c’è sempre una persona ignara che è lì con la sola colpa di vedere una partita di calcio, quindi il rischio comporta comunque una violenza altrui. La bomba carta esplode prima del match, quindi a prescindere dopo quanto accaduto al pullman della Juventus, sarebbe stato bello un comunicato dello speaker che recitava “Signori, per colpa di alcuni di voi che ne hanno assaltato il pullman la Juventus si è deciso di non scendere in campo e per colpa di alcuni di voi che hanno portato all’interno ordigni esplosivi che hanno ferito alcuni supporter granata il Torino ha deciso di non scendere in campo” ergo una presa di posizione da entrambe le società, che avrebbe saputo tanto di quella serietà perduta nel mondo del calcio e una colpa nei confronti di entrambe le tifoserie a prescindere.
Non è fondamentale chi sia stato a tirare la bomba carta, è fondamentale e allucinante solo pensare di portare un oggetto del genere in uno stadio. I feriti si sono verificati per la conseguenza della deflagrazione e delle schegge di seggiolini che sono finiti addosso ferendo le persone. E’ un po’ come una bomba a mano con carica ridotta in guerra, solo che in guerra c’è in ballo la vita delle persone, la sopravvivenza, non tre semplici punti per una classifica che comunque tra qualche mese ricomincerà da zero. Veramente allucinante.
L’assalto al pullman della Juventus è altrettanto allucinante perché chi ha visionato le immagini può constatare che lungo il percorso che il mezzo fa ci sono centinaia, non la solita decina di idioti, ma centinaia, che vedono in quel pullman un nemico da insultare, abbattere e sfasciare. Dalle immagini si vedono persone che appartengono a generazioni differenti, padri di famiglia, nonni, gente che magari poi ad un bambino il lunedì direbbe “non alzare le mani su un tuo compagno di scuola“. Vuol dire che lì in quel pezzo di città, con quella sciarpa addosso, con l’avversario in quel momento a disposizione tante, troppe persone diventano solo bestie.
Il Ministero dell’Interno, ma tutto il Governo, dovrebbe porsi qualche domanda, qui non si tratta di hooligans, non si tratta di ultrà si tratta di un paese che è affetto da una nevrosi aggressiva e che soprattutto è diventato intollerante anche nel contrastare l’intolleranza. Dalla politica allo sport, ogni volta che c’è una manifestazione o un evento c’è il rischio di scontri tra chi non è d’accordo con l’altro e di mezzo ci sono le forze dell’ordine che non hanno idea e non sanno come fare per tutelare il regolare svolgimento delle cose, come democrazia e legalità imporrebbero.
Adesso nel caso specifico escono fuori filmati fatti dai tifosi per capire se c’è stato il lancio della bomba carta o meno, ben vengano, è giusto che si arrivi ad una verità, tuttavia in questo Paese affetto da nevrosi aggressiva c’è da chiedersi perché siamo arrivati al punto da adottare anche la moviola sugli spalti….
Attaccante con grande senso del gol, incubo delle difese avversarie, capace di gonfiare la rete per quasi 200 volte nel campionato di Serie A, stiamo parlando di Daniela Sabatino un vero e proprio bomber di razza che vuole trascinare il Brescia verso uno storico bis.
Nata ad Agnone (provincia di Isernia) il 26 giugno 1985, Daniela è cresciuta nelle giovanili del Campobasso. L’esordio e la prima rete in Serie A sono arrivati a soli 15 anni con il Picenum. Dopo altre avventure, tra cui una in Svizzera con il Lugano, Sabatino passa alla Reggiana, dove gioca dal 2006 al 2010 e con la quale vince una Coppa Italia. Dall’estate 2010 indossa la maglia del Brescia con la quale ha vinto un’altra Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, un titolo di capocannoniere a pari merito con Patrizia Panico, ma sopratutto lo Scudetto nella scorsa stagione.
Conosciamo meglio questo formidabile attaccante, partendo dai suoi esordi sino all’attualità.
Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?
Seguivo le partite con mio padre e mio cugino, così mi sono avvicinata al calcio. Mia mamma mi ha raccontato che da piccola non mi piaceva giocare con le bambole, mi divertivo a giocare a calcio con gli amici. Insomma con un pallone ero felice.
Hai un idolo, un calciatore a cui ti ispiri?
Sicuramente Inzaghi. Qua a Brescia mi hanno soprannominato Pippo, proprio perchè ho caratteristiche che assomigliano alle sue e proprio come lui voglio sempre vincere.
Se tu potessi scegliere una calciatrice di un campionato straniero con cui ti piacerebbe giocare, chi sceglieresti?
Non ne ho una in particolare, ce ne sarebbero molte.
In Nazionale ti ricordiamo per aver segnato 6 gol nella stessa gara, la sfida con la Macedonia, qual è il tuo rapporto con la maglia azzurra?
Giocare con la propria nazionale è il sogno di ogni calciatrice, è una soddisfazione unica. Mi spiace essermi fratturata la mandibola, infortunio che mi è costato un mese e mezzo di stop, proprio nel momento in cui ero stata chiamata per il playoff mondiale. La nazionale rimane comunque un obiettivo.
Hai provato l’esperienza europea con la maglia del Brescia quali sono state le sensazioni? I risultati non sono stati purtroppo positivi, cosa manca al calcio italiano per competere?
Siamo lontani anni luce, il metodo di lavoro è totalmente diverso, già a partire dal settore giovanile. C’è un’organizzazione diversa, un differente metodo di allenamento. Per quanto riguarda le sensazioni, beh entrare nello stadio del Lione, vederlo tutto pieno, è stata una grandissima emozione. Così come giocare al “Rigamonti”, davvero una grande emozione.
Veniamo ad un’analisi tecnica, sei un attaccante, un vero e proprio Bomber, qual è la tua posizione ideale, c’è uno schema che preferisci?
Mi piace svariare su tutto il fronte d’attacco, come richiesto dal mister sono disposta al sacrificio, anche nel rientrare. Per caratteristiche mi trovo meglio con una giocatrice dietro di me, come per esempio un 4-3-1-2.
Qual è il tuo punto di forza? Dove invece vorresti migliorare?
Come punto di forza direi la furbizia tattica, vorrei migliorare invece nell’utilizzo del sinistro.
Veniamo all’attualità , come giudichi questa stagione del Brescia?
Diciamo che è una stagione un po’ così, siamo ancora in corsa per il titolo però abbiamo perso punti pesanti in sfide che sulla carta sembravano da 3 punti.
L’anno scorso fu Scudetto, ci racconti le tue sensazioni?
Sono sensazioni uniche, che però vorrei ripetere. Diciamo che è stato uno Scudetto inaspettato anche se noi ci abbiamo sempre creduto.
C’è uno stadio in cui ti piacerebbe giocare?
Beh da tifosa milanista direi San Siro.
C’è un gol, tra tutti quelli che hai segnato, che ricordi particolarmente volentieri?
Quello dello scorso anno segnato al volo contro la Torres che fu il mio gol numero 100 con la maglia del Brescia.
Com’è il tuo rapporto con i tifosi del Brescia?
Un rapporto ottimo, mi trovo benissimo qua. Ci seguono sempre anche nelle trasferte più lunghe come quelle di Bari e Sassari. Poi come già detto mi hanno anche dato il soprannome “Pippo”.
C’è tra le tue compagne una giovane che, a tuo parere, può divenire un futuro talento?
Sicuramente Martina Rosucci. E’ una ragazza che per la giovane età ha già grande maturità e qualità. Se continua così penso che potrà togliersi grandi soddisfazioni e potrà aiutare l’Italia.
Prima di salutarti e ringraziarti, vogliamo chiederti secondo te perché i nostri lettori dovrebbero seguire ed appassionarsi al calcio femminile?
Perchè è un calcio pulito, in cui si vede la passione e la voglia di giocare. Noi facciamo di tutto per giocare, senza giocare per soldi.
La 33° giornata di Serie A, sarà l’ultimo turno infrasettimanale stagionale, si disputerà su tre giorni, sarà aperta dall’anticipo del martedì alle 20.45 Udinese-Inter e sarà chiuso dal posticipo delle 20.45 del giovedì Empoli-Napoli.
Come ogni turno, per venire incontro ai fantallenatori, torna la rubrica Consigli Fantacalcio con i consigliati, gli sconsigliati e le sorprese delle 20 squadre di Serie A.
CONSIGLI FANTACALCIO PER LA 33° GIORNATA DI SERIE A
UDINESE – INTER martedì 28/04 h.20.45
CONSIGLIATI
THEREAU: il francese potrebbe far male alla retroguardia di Mancini.
ICARDI: anche quando non gioca al top ha sempre i numeri per portar bonus.
SCONSIGLIATI
BUBNJIC: non avrà una giornata semplice contro l’attacco nerazzurro.
MEDEL: tanta grinta ma anche tanto rischio cartellino.
SORPRESE
BRUNO FERNANDES: torna dalla squalifica, potrebbe far bene.
KOVACIC: il talento croato potrebbe portar bonus anche entrando a gara in corso.
CESENA – ATALANTA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
CARBONERO: potrebbe ripetersi dopo il gol al Genoa.
PINILLA: ritorna dalla squalifica, vorrà far bene.
SCONSIGLIATI
RENZETTI: potrebbe dover difendere su Zappacosta, ruolo scomodo.
BIAVA: il rapido Defrel potrebbe creargli problemi.
SORPRESE
SUCCI: potrebbe trovare i gol della speranza.
ESTIGARRIBIA: non ha la certezza della titolarità ma può comunque far bene.
CHIEVO – CAGLIARI mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
PALOSCHI: è in forma, va schierato.
COP: finalmente ha mostrato il suo valore, vorrà ripetersi.
SCONSIGLIATI
DAINELLI: le sfuriate degli avanti rossoblu potrebbero regalargli una serata difficile.
DESSENA: non convince, meglio evitare.
SORPRESE
BIRSA: attenzione ai numeri dello sloveno.
DONSAH: potrebbe tornare a disposizione, ha buon tiro ed inserimento.
JUVENTUS – FIORENTINA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
TEVEZ: sarà l’Apache il condottiero contro la viola, va schierato.
SALAH: a Torino ha già mostrato le sue doti in Coppa Italia.
SCONSIGLIATI
OGBONNA: non sembra in grado di portare buoni voti, meglio evitare.
BASANTA: potrebbe essere una serata difficile per lui.
SORPRESE
MARCHISIO: torna a disposizione, potrebbe anche tornare al gol.
MATI FERNANDEZ: ha i numeri per regalare bonus.
LAZIO – PARMA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
CANDREVA: conclusioni da fuori e assist, può portare tanti bonus.
MAURI: è in buone condizioni, ha il talento per far bene.
SCONSIGLIATI
MAURICIO: è in netta difficoltà, da evitare.
CASSANI: potrebbe soffrire la spinta di Felipe Anderson.
SORPRESE
CATALDI: torna a disposizione, potrebbe anche trovare il gol contro il Parma.
NOCERINO: grinta, inserimento e anche rigori, tante occasioni per bonus inaspettati.
MILAN – GENOA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
PAZZINI: pare avere trovato la titolarità, può ripetersi nel trovare il gol.
NIANG: alla ricerca del gol dell’ex.
SCONSIGLIATI
ANTONELLI: non al top, meglio non azzardarlo.
BERGDICH: non ha la certezza della titolarità e potrebbe soffrire l’esterno del Milan.
SORPRESE
DE JONG: in stagione ha già portato bonus inaspettati.
PAVOLETTI: potrebbe ripetersi dopo il gol al Cesena.
PALERMO – TORINO mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
DYBALA: serve che torni a segnare, non lo fa da troppo tempo.
QUAGLIARELLA: eroe del derby potrebbe candidarsi a riportare il Torino in Europa.
SCONSIGLIATI
RISPOLI: potrebbe soffrire gli esterni di Ventura.
AMAURI: sembra non avere spazio.
SORPRESE
RIGONI: già autore di diversi gol in stagione, potrebbe ripetersi.
MARTINEZ: ha tanta voglia di mostrare tutto il suo valore.
SAMPDORIA – VERONA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
MURIEL: è rapido, può creare problemi alla difesa gialloblu.
TONI: impossibile lasciar fuori il bomber.
SCONSIGLIATI
SILVESTRE: previste scintille con Toni, meglio evitare.
MARQUEZ: rientra ma non sarà al top, meglio non rischiare.
SORPRESE
ACQUAH: potrebbe tornare disponibile e regalare il bonus che non ti aspetti.
CHRISTODOULOPOULOS: il greco ha la chance della titolarità, non vorrà fallirla.
SASSUOLO – ROMA mercoledì 29/04 h.20.45
CONSIGLIATI
FLORO FLORES: titolare e con la possibilità di far molto bene.
NAINGGOLAN: serve una scossa e pare l’unico in grado di darla.
SCONSIGLIATI
TAIDER: rischia di perdere la sfida col centrocampo della Roma.
ASTORI: nell’ultima giocata non ha convinto, meglio evitare.
SORPRESE
FLOCCARI: potrebbe giocare e far bene.
ITURBE: ci si aspetta che esploda, le occasioni sono agli sgoccioli.
EMPOLI – NAPOLI giovedì 30/04 h.20.45
CONSIGLIATI
MACCARONE: senso del gol che non invecchia mai.
HIGUAIN: forma strepitosa, impossibile lasciarlo fuori.
SCONSIGLIATI
VALDIFIORI: non pare al top, meglio evitare.
MAGGIO: rischia contro la vivacità di Mario Rui.
SORPRESE
MARIO RUI: può portare preziosi bonus con assist.
DAVID LOPEZ: che sia la serata buona per portare bonus?
Due destini contrapposti quelli che ha disegnato la storia per le due squadre torinesi, il Toroquando aveva, probabilmente, la squadra più forte di tutti i tempi in Serie A è stato abbattuto dalla malasorte che oltre a fermare una macchina perfetta ha spezzato le vite di campioni leggendari ponendo i granata ad un dolorosissimo e mai dimenticato default. La Juventus, all’ombra della Moleha trovato la proprietà e la protezione della famiglia più aristocratica e ricca d’Italia, attingendo da essa la forza economica e l’appeal che le ha fornito nella sua storia campioni e l’ha fatta diventare, prima la più amata d’Italia e poi la più titolata.
Due strade che sono partite in simbiosi, con dalla Juventus alcuni soci che si dissociarono fondando il Torino che conosciamo oggi, ma due strade che hanno portato nella storia a due contrapposizioni sociali nella città, così come accaduto a Milano, dove gli interisti rappresentavano i borghesi mentre i milanisti le classi operaie. Il fenomeno del Derby della Moleprende proprio vita grazie a questo, l’espansione economica della FIAT e nel contempo la fama e la gloria della Juventus contro la Torino che suda, che lotta, che lavora in fabbrica subendo le angherie del “padrone”. Ovviamente tutto ciò è la facciata di comodo, nella realtà in fabbrica lavoravano e lavorano fianco a fianco tifosi bianconeri e granata che come in tutte le città italiane al lunedì dopo le partite discute animatamente ed al tempo stesso nel tessuto sociale torinese sono presenti anche imprenditori potenti di fede granata.
Insomma il valore storico del Derby della Moleè uguale a quello di qualsiasi altro derby, ma il suo percorso fatto di uno sbilanciamento netto a favore dei bianconeri lo rende ancor di più valoroso, desiderato e difficile per il Toro. Vincere questa partita contro i cugini diventa un’impresa, ogni volta, titanica e se raggiunta porta in dote una gloria immensa. Inutile dire che contro questa Juventus la squadra di Ventura dovrà fare l’impresa.
I presupposti ci sono, come in passato quando i bianconeri erano nettamente più forti ci sono delle trappole che possono far inciampare una signora disattenta e che ha fatto le “ore piccole” in Europa. La Juventus deve per forza gestire le sue forze e deve per forza incominciare a pensare al suo prossimo avversario di Champions League, se non lo facesse da subito perderebbe un’occasione d’oro e questo Allegri lo sa benissimo.
I granata dal canto loro hanno un allenatore in grado di leggere e preparare le partite in modo incredibile e poi c’è il popolo, un popolo che chiede un successo sui cugini da tempo immemorabile la Juve non ha la stessa spinta, ha una spinta che parte da tutta l’Italia ormai, che l’ha fatta esportare al di fuori dei confini torinesi e che oggi più di ieri vive questa sfida come una questione di supremazia su una rivale storica al pari della Fiorentina o del Milan, quindi è importante per lei ma non è prioritario come per il Torino in questo caso vincere, ma c’è sempre quel “germe”, quel DNA fatto di non lasciare niente a nessuno, fatto di non mollare mai che l’ha portata dopo l’oblio nuovamente alla gloria.
Il Torino ha nelle sue caratteristiche le possibilità per portare a casa il Derby della Mole, dovrà essere aggressivo, rasentando la cattiveria sportiva, ma soprattutto non dovrà mollare un secondo i cugini tenendo gli occhi aperti per tutti i novanta minuti, il resto lo faranno l’imprevedibilità e la voglia di rivincita di giocatori come Quagliarella. Si presenta una sfida davvero più equilibrata, in questo caso, di quanto ci si possa aspettare, perché il derby è questo e normalmente lo vince chi vuole più prenderselo.
Il 32° turno di Serie A mette in anticipo serale del sabato un match che sarebbe potuto essere, secondo i pronostici di inizio stagione, una partita scudetto ed invece confronta due compagini in cerca di definire la propria stagione mettendo sul piatto della bilancia, secondo l’ultimo andamento di Inter e Roma, più rischi che traguardi.
Così si avvicinano a questa sfida affascinante lombardi e laziali, ospiti demoliti e tritati dalla Juventus nella lotta scudetto prima, poi centrifugati dalla furia del Bayern in Championsed infine estromessi dalla Fiorentina prima in Coppa Italiae poi in Europa League, il resoconto di una stagione che dirà alla fine zero trofei ma che potrebbe anche dire zero Champions Leaguel’anno prossimo in quanto i cugini della Lazio hanno sorpassato ed ora c’è un Napoli che ha ricominciato a correre dietro.
L’Inter è sempre la “pazza Inter” di sempre, nomi interessanti, prospettive buone ma risultati altalenanti, da Mazzarri a Mancini, da Palacio a Podolski passando per Shaqiri non si è mai trovata la quadratura del cerchio, come se ci fosse sempre il solito blocco psicologico che mette i ceppi ai talentuosi piedi nerazzurri.
Le due squadre iniziano il match guardinghe ma sostenendo un buon ritmo, non c’è una delle due compagini che sembra prendere in mano la gara, tuttavia entrambe non affondano fino al 15° quando i padroni di casa su un’invenzione di Hernanes si portano in vantaggio. Palacio serve il brasiliano al limite dell’area ed il centrocampista nerazzurro tira mirando l’angolino basso a destra di De Sanctis gonfiando la rete per l’1-0.
Quattro minuti dopo Ibarbo potrebbe pareggiare l’incontro, ma il suo tiro di controbalzo colpisce solo il palo sinistro. Poi fio alla mezz’ora del primo tempo il pallino del gioco torna in mano all’Inter che mantiene il possesso limitando le velleità giallorosse. Poco altro per il resto della frazione se non qualche tiro a fuori sballato e qualche bella trama che avrebbe potuto concludersi con miglior sorte ma le due difese sono attente.
La ripresa inizia come si è concluso il primo tempo, al 52° Icardi non concretizza bene un bel passaggio filtrante che lo mette in condizione di calciare verso la porta avversaria indisturbato, il pallone termina alto non di molto. E’ un campanello d’allarme che illumina Garcia, il quale toglie Francesco Totti inserendo Keita, mossa che permette alla Roma di essere più coperta in caso di rush finale giallorosso.
Da questo momento la partita cambia inerzia, ora la Roma ha più equilibrio e si fa sotto con più insistenza e pericolosità. Pjanic al 58° serve in area Florenzi per un’occasione d’oro ma il tiro dell’esterno finisce alto di poco. Sarà un caso ma con l’uscita del Capitano giallorossoPjanic inizia una partita fatta di più spazi e maggiore incisività.
E’ proprio Pjanic a servire l’assist per Nainggolan per il pareggio della Roma, questo avviene al 63° quando il belga calcia di prima in girata verso la porta in modo impeccabile e rimettendo il risultato sulla parità.
La reazione del Inter è immediata, al 66° Guarin con un gran tiro da fuori impegna De Sanctis che respinge. E la Roma non è da meno perché cinque minuti dopo ancora con Pjanic va vicina al vantaggio con una stupenda punizione dove solo Handanovic poteva intervenire deviando in angolo.
La mossa di Mancini non si fa attendere perché vuole i tre punti e al 79° inserisce Shaqiri al posto di Fredy Guarin, nel tentativo di aggiungere imprevedibilità al suo attacco, i frutti si vedono all’85° quando Icardi supera tutta la difesa giallorossa ma da posizione molto favorevole tira alto. Tre minuti dopo l’Inter si riporta in vantaggio. Mauro Icardi viene servito da Lukas Podolski in area e con un perfetto rasoterra segna il 2-1. Garcia cerca disperatamente di recuperare inserendo Doumbia, ma è tutto vano, sarà ancora l’Inter ad andare vicina alla terza rete con Palacio.
La sfida per la conquista del campionato di Serie A Femminile tra Verona e Brescia si mantiene sempre più viva.
Al successo del Verona in casa del Tavagnacco, ha risposto il Brescia corsaro a Firenze. Il distacco rimane di un solo punto a favore delle venete ma le Leonesse proveranno sino all’ultimo a cercare di riconfermarsi. Verona-Brescia sarà quindi una lotta che ci accompagnerà sino al termine della stagione.
Una super Giacinti trascina il Mozzanica al successo sulla Torres, vittoria che vale il matematico 3° posto. Vince anche la Res Roma che batte il Cuneo e allontana lo spettro playout. Cinquina del San Zaccaria contro la Pink Bari, che retrocede matematicamente in B. Pareggiano 1-1 Pordenone e Riviera di Romagna, finisce invece 2-2 tra Como ed Orobica.
Veniamo al racconto delle gare.
TAVAGNACCO – VERONA
Il Verona vince a Tavagnacco ma portare a casa i 3 punti non è stato certo semplice. Il primo tempo della sfida è stato equilibrato con occasioni da ambo le parti. Nella ripresa però si accende Sipos che al 60° sfrutta una disattenzione della difesa di casa e firma il vantaggio. Al 78° è ancora Sipos con un tiro potente a trovare la doppietta che alla fine chiude la gara e tiene il Verona in vetta.
FIRENZE – BRESCIA
Il Brescia sbanca di goleada a Firenze ma forse il passivo è un po’ troppo pesante per le gigliate. Partenza super del Brescia che nel primo quarto d’ora colpisce due volte, prima con Sabatino e poi con il tiro da fuori di Girelli. La reazione viola si fa vedere e si concretizza con il gol di Del Prete che al 31° controlla e sola in area batte Marchitelli. La ripresa vede una miglior partenza del Firenze con una combinazione Rinaldi-Adami che vede il portierone del Brescia compiere un super intervento. Al 61° le padrone di casa chiedono il rigore ma l’arbitro non lo concede e sulla ripartenza Bonansea è letale e piazza il gol del 1-3. La rete corrisponde ad un vero e proprio crollo delle viola, le Leonesse ne approfittano e vanno ancora in gol con Sabatino e Bonansea, con quest’ultima che colpisce pure due legni.
MOZZANICA – TORRES
Sulla Torres si abbatte l’uragano Giacinti. Il bomber del Mozzanica infatti nel match contro la squadra sarda è stata protagonista di una strepitosa tripletta. Dopo 2 pali colpiti, Giacinti sblocca il risultato con un colpo di testa. La rete carica le bergamasche che trovano il raddoppio al 43° con il tiro di Iannella. Ad inizio ripresa la Torres accorcia le distanze con Bartoli e sfiora il pari con Piacezzi.Giacinti però decide che questa è la sua gara e al 67° sigla il 3-1 e dopo soli nove minuti realizza un Hat Trick per il 4-1. La Torres prova a rendere meno amara la sconfitta e lo fa con Bartoli che sigla la sua doppietta al 82°
RES ROMA – CUNEO
Vittoria importantissima per la Res Roma che con un calcio di rigore trasformato da Ciccotti al 15°, batte per 1-0 il Cuneo. Le padrone di casa hanno sfiorato più volte il raddoppio ma hanno rischiato nel finale quando Franco ha colpito il palo che sarebbe valso l’uno ad uno per le piemontesi.
PORDENONE – RIVIERA DI ROMAGNA
Tra Pordenone e Riviera il risultato si decide ad inizio ripresa. Dopo un primo tempo equilibrato con potenziali occasioni per entrambe e con un finale leggermente favorevole alle ospiti, la gara viene sbloccata dal gran tiro di Chiara Eusebio al 46°. Il Pordenone reagisce subito e trova l’immediato pari con Paroni abile a sfruttare un errore delle romagnole.
SAN ZACCARIA – PINK SPORT TIME BARI
Un super secondo tempo permette al San Zaccaria di rifilare una manita e condannare la PinkBari alla retrocessione. Il primo tempo si chiude infatti sul 1-1 per il vantaggio romagnolo di Filippozzi e la risposta dal dischetto di Clelland. Nel secondo tempo le padrone di casa dilagano, in 3 minuti prima Piemonte e poi Cimatti dal dischetto portano la gara sul 3-1. Nel finale c’è spazio per Principi e Longato che fissano il risultato sul 5-1.
COMO – OROBICA
L’orgoglio dell’Orobica frena la rincorsa del Como. Le padrone di casa sprecano il doppio vantaggio costruito dai gol di Erba al 21° e Fusetti ad inizio ripresa. L’Orobica però ha orgoglio da vendere e Massussi prima, al minuto 55, e sopratutto Zangari al 4° minuto di recupero rimontano lo svantaggio per il definitivo 2-2.
SAN ZACCARIA – PINK SPORT TIME BARI 5-1 (15° Filippozzi (S), 29° rig. Clelland (P), 50° Piemonte (S), 53° rig. Cimatti (S), 81° Principi (S), 83° Longato (S))
TAVAGNACCO – VERONA 0-2 (60°, 78° Sipos)
CLASSIFICA DOPO 24 GIORNATE
Verona 61, Brescia 60, Mozzanica 53, Tavagnacco 46, Firenze 45, Torres 41, Res Roma 35, Riviera di Romagna 29, San Zaccaria 27, Cuneo 21, Como 18, Pink Sport Time Bari e Pordenone 15, Orobica 8