Il Bayer Leverkusen centra la qualificazione alla fase a gironi della Champions League 2015/2016 sconfiggendo per 3-0 una Lazio in confusione dopo aver subito la prima rete al 40′ del primo tempo; la squadra di Pioli non è più stata in grado di reagire e di tentare di raddrizzare il risultato che si stava mettendo a favore dei tedeschi. Il primo gol del Bayer Leverkusen è stato un autentico regalo di DeVrij incapace di spazzare in area di rigore una palla vagante favorendo il gol di Calhanoglu; da li in poi la strada è stata completamente in salita con la Lazio incapace di reagire e di creare situazioni pericolose da gol; in avvio di ripresa subito il secondo gol del Bayer Leverkusen ha aggravato la situazione già difficile che si è definitivamente posta appannaggio dei tedeschi quando Mauricio è stato espulso per doppia ammonizione al 67. La definitiva terza rete arriva a due minuti dalla fine ed in contropiede.
La Lazio ha perso in un sol colpo partita, qualificazione ai gironi di Champions League e quasi 40 milioni di ricavi. Invece la truppa di Lotito si dovrà accontentare della Europa League; è la quinta volta nelle ultime sette stagioni che le squadre italiane non riescono a superare l’ostacolo del turno preliminare, dopo la riforma voluta dal Presidente Uefa Michael Platini soltanto la Fiorentina nel 2009 e il Milan nel 2013 sono riuscite a passare il turno.
CRONACA DELLA GARA:
3′ pasticcio difensivo della difesa tedesca, cincischiano i due centrali difensivi e la palla staziona pericolosamente in area di rigore con Leno che è costretto all’uscita.
6′ diagonale di Bellarabi, con la palla che attraversa tutta l’area di rigore ma nessuno ne sa approfittare.
16′ destro di Calhanoglu da fuori area e la palla va alta sopra la traversa
18′ Basta da fuori area si inventa una conclusione a foglia morta, da posizione molto defilata sulla fascia destra con la palla che esce alta sulla parte alta della rete
18′ tiro di Calhanoglu, dal limite dell’area, ma la palla è respinta da Berisha
25′ colpo di testa di Calhanoglu e la palla si stampa sulla traversa con Berisha fermo, immobile
26′ testa di Papadoupolos, su cross di Calhanoglu, palla fuori.
17′ Candreva serve Keita che, sulla corsa, entra in area di rigore, di sinistro conclude in diagonale la Lendo blocca la palla
30′ Keita conclude da dentro l’area di rigore, di destro sul primo palo ma Lendo devia in calcio d’angolo
39′ gol del vantaggio per il Bayer Leverkusen: azione partita da destra, De Vrij non esce a rinviare il pallone e Kiessling tira di destra, la palla rimpalla su tre gambe e giunge a Calhanoglu che, di destro, di piatto supera Berisha
48′ Seconda rete del Bayer: Bellarabi serve in profondità Mehmedi, con Mauricio che sbaglia l’intervento e fulmina Berisha sul primo palo.
50′ tiro di sinistro di Calhanoglu, dopo un 1/2 con Bellarabi, Berisha, in uscita, si oppone
52′ Bender da fuori area calcia, di potenza e Berisha alza la sfera in calcio d’angolo
65′ destro di Bellarabi, da dentro l’area di rigore e la palla, deviata, scorre in calcio d’angolo
67′ la Lazio rimane in dieci uomini per l’espulsione, per doppia ammonizione, di Mauricio per fallo su Kiessling.
88. Terza rete del Bayer Leverkusen: contropiede perfetto, perfetto l’incrocio sull’asse Kiessling-brandt con quest’ultimo che serve Bellarabi il quale può depositare a porta vuota dopo l’assist del primo.
Supermarioriapproda a Milanello, dopo un esilio inglese durato solo una stagione. A Milano si aspettava Ibrahimovic dopo l’arrivo di Bacca e di Luiz Adriano e invece a sorpresa il Milan, con pare un blitz, ha sbloccato i ceppi che legavano Balotelli a Liverpool.
La notizia non è passata inosservata e soprattutto ha suscitato qualche reazione di stupore, in effetti a pensarci bene i rossoneri continuano ad ogni sessione di mercato a puntare sul Top Player in attacco, quando nelle stagioni recenti non hanno mai avuto realmente bisogno di un rinforzo massiccio in quel reparto. Inoltre per andare ad acquisire un calciatore ingombrante, a livello di immagine, come Mario Balotelli, considerando già chi c’è in rosa, vengono molte perplessità alla mente, eppure noi de Il Pallonaro eravamo abbastanza preparati alla notizia.
In un articolo di novembre, dopo il passaggio e le prime uscite di Supermariocon il Liverpool, avevamo riportato un’indiscrezione tutta britannica che ai più era passata inosservata ed oggi ritorna prepotentemente d’attualità Il passaggio di Mario Balotelli al Milan era molto probabilmente, come auspicato a novembre, uno degli scenari preventivati allora.
Allora Duncan Castles per il Bleacher Reportriprendendo una famosa frase pronunciata da Brendan Rodgers, manager dei Reds, ipotizzava un affare tra il Liverpool, il Milan e Mino Raiola che dipingeva lo sfondo di quanto accaduto in questi giorni.
“E’ un rischio calcolato”.
Da questa frase di Brendan Rodgers, Castles partiva per la sua inchiesta e concludeva parlando del trasferimento di Supermariocome di un affare a titolo temporaneo mascherato, con l’aiuto dell’agente del calciatore, come fosse un trasferimento a titolo definitivo. Vediamo perché riavvolgendo il nastro della vicenda:
Il Milan voleva cedere Balotelli nella finestra di mercato estiva della scorsa stagione a titolo definitivo, in pochi e con pochi capitali sia per l’ingaggio che per l’acquisto si erano fatti avanti. L’unica proposta concreta arrivava da Liverpool e la Premier League per Raiola era una collocazione ideale per il suo assistito che vedeva dopo il fallimentare Brasil 2014 il campionato inglese come un’ottima vetrina per Balotelli. Il problema sussisteva nel fatto che però il Liverpool voleva il calciatore solo a titolo temporaneo scontrandosi così con la volontà del Milan.
Secondo Duncan Castles la soluzione è stata trovata in una maniera fantasiosa che bypassa le regole rigide sui trasferimenti per le squadre della Premier League. Il giornalista nella sua inchiesta ricorda che il Milan ha rifiutato di dare in prestito il calciatore al Liverpool, tuttavia può aver accettato di cedere i diritti economici all’agente. In questo modo Raiola ha potuto offrire Balotelli in prestito al Liverpool che quindi ha accettato dando via al trasferimento per le cifre riportate allora e permesso allo stesso agente di incassare la sua quota di indennità di trasferimento. Una soluzione estrosa che permetteva di mettere d’accordo tutte e tre le parti. Il Milan si toglieva definitivamente l’ingombro Balotelli, Raiola incassava il suo per il trasferimento e il Liverpool aveva il suo “rischio calcolato”.
Non era certo che Balotelli tornasse al Milan se le cose a Liverpool non fossero andate bene, ma vista com’era andata la finestra di mercato estiva della scorsa stagione era auspicabile che i buoni rapporti tra Galliani e Raiola avrebbero riportato il calciatore a Milanello se si verificava quello scenario e infatti è andata così. Esattamente come previsto da quell’inchiesta allora che ricordava come questo tipo di trattative fosse vietato in Premier ma che all’interno dei contratti spesso ci sono cavilli e scappatoie che poi rendono possibile l’aggiramento dei regolamenti come è ipotizzato per l’affaire Balotelli.
Nel mezzo, in questa finestra di mercato e per tutto l’anno, ovviamente Raiola ha provato a piazzare il suo assistito nella Sampdoria ed in altre realtà, ma come un anno fa tanto fumo e niente arrosto anche per la poca volontà di Supermarioad abbassarsi sensibilmente l’ingaggio, fino all’epilogo di qualche giorno fa a tinte rossonere.
Per lo stesso motivo, il giallo che è attorno al messaggio via Facebookrecapitato da Supermarioai tifosi del Liverpool con quel “Non è un arrivederci ma un addio!” pur trattandosi in questo caso di un prestito gratuito fino al 30 giugno 2016, potrebbe non essere un mistero. Ma solo un altro giochino tra i cavilli delle tre parti in causa, con la sicurezza che Mario Balotelli a fine stagione non ritornerà ai Reds.
Il campionato è ripartito, così come il Fantacalcio, e la prima giornata ha subito portato tante sorprese.
La prima tornata di gare ha visto un buon numero di bonus, ricavati dai gol, anche se solo due marcature multiple, ma un basso numero di assist.
I gol segnati in questo primo turno di Serie A sono stati 27: Mancosu, Lazzari, Matos, Birsa, Meggiorini, Paloschi, Saponara, Ilicic, Alonso, Soddimo, Jovetic, Biglia, Kishna, Hamsik, El Kaoutari, Florenzi, Eder (2), Fernando, Muriel (2), Floro Flores, Sansone, Baselli, Quagliarella, Thereau, Jankovic.
Gli Assist realizzati ed assegnati da “La Gazzetta dello Sport” sono stati 11: Brienza, Gabriel Silva, Birsa, Meggiorini, Croce, Paganini, Cassani, Berardi, Avelar, Kone, Halfredsson.
In questa giornata, nella sfida che ha visto le due uniche marcature multiple, c’è stato anche un rigore sbagliato, o meglio parato dal portiere della Sampdoria Viviano, al calciatore del Carpi Lazzari.
Per quanto riguarda i malus, ci sono state 3 espulsioni, quella del centrocampista dell’Atalanta Carmona nella sfida di San Siro con l’Inter, quella del difensore del Milan Rodrigo Ely nel match del Franchi contro la Fiorentina, e del centrocampista della Sampdoria Ivan nell’incontro, tra le mura amiche del Ferraris, con il Carpi.
IL MIGLIORE PUNTEGGIO DI GIORNATA
Il migliore di giornata è il colombiano della Sampdoria Luis Muriel. L’attaccante blucerchiato, autore di una doppietta, si è giocato il titolo con il compagno di reparto Eder, 2 gol anche per lui. Muriel però ha preso un miglior voto in pagella (8) che gli ha così permesso di raggiungere un totale di 14 punti.
TOP 11
Questa la top 11 dei migliori di giornata, schierata con un 4-3-3, con voti, bonus e malus presi da “La Gazzetta dello Sport”.
Viviano 7.5; El Kaoutari 10, Alonso 9.5, Avelar 7.5, Cassani 7.5; Birsa 11, Baselli 10, Jankovic 10; Muriel 14, Eder 13, Meggiorini 11
FLOP 11
Questa la flop 11 dei peggiori di giornata, schierata con un 4-3-3, con voti, bonus e malus presi da “La Gazzetta dello Sport”.
Manca ormai poco. Alla vigilia della gara di ritorno del playoff di Champions League in programma domani alla BayArena il clima è già caldo. La Lazio sogna una qualificazione alla fase a gironi della e a dividere i biancocelesti di Pioli da una competizione che manca da tredici anni sono solo novanta minuti contro un Bayer Leverkusen forte ma che, come dimostrato all’andata, non è imbattibile.
Una gara già fondamentale prima dell’inizio di settembre, un motivo per iniettarsi fiducia e dimostrare di essere una grande squadra, sfruttare i punti deboli dell’avversario e non concedere spazi devono essere i due obiettivi principali domani. Due risultati su tre.
Vantaggio minimo ma di vitale importanza per i capitolini, perché l’1-0 firmato da quel KeitaBalde che sembrava già sul punto di partire ha significato tanto. Risultato milgiore non si poteva chiedere dopo una gara di sofferenze in cui la Lazio ha saputo soffrire e colpire al momento giusto, quando la stanchezza cominciava ad affiorare. Il segno del destino, perché probabilmente senza l’infortunio di MiroKlose il giovane spagnolo di origini senegalesi non sarebbe entrato ma a soli vent’anni ha deciso un incontro importantissimo, lasciandosi scivolare ogni tipo di pressione di dosso e diventando l’eroe di Roma per una notte. Un’azione personale da vero fenomeno con l’uomo della provvidenza, dopo aver tagliato la difesa avversaria, ha messo alle spalle del portiere tirando fuori in un urlo tutta la gioia mischiata alla rabbia. Quella di chi si era sentito fuori da un progetto ma che in poco tempo, complice anche l’infortunio di Klose, ha riscalato posizioni nelle gerarchie di Pioli.
La Lazio va a Leverkusen quindi con un vantaggio ma non dovrà fare l’errore di chiudersi, visto il potere offensivo della squadra allenata da Roger Schmidt. Da temere c’è il solito Calhanoglu che, nell’ultima gara disputata in Bundesliga, ha timbrato il cartellino con una stupenda punizione dando la vittoria ai suoi. Dati alla mano nelle ultime cinque sfide casalinghe il Bayer non ha mai perso, quattro vittorie e un pareggio il rullino di marcia dei tedeschi ma la Lazio può contare sulla solidità difensiva e la vena realizzativa degli uomini davanti, che saranno pur giovani, ma hanno un potenziale incredibile.
Si preannuncia una gara vibrante come all’andata, dove si è visto un solo gol ma dove le tante azioni confezionate dalle due formazioni ne avrebbero potuti portare altri. L’arbitro dell’incontro reso noto dall’Uefa sarà lo spagnolo Carlos Velasco Carballo.
Il capitano dei tedeschi Lars Bender ha le idee chiare:
“Dobbiamo essere più freddi, cercare di segnare il prima possibilee poi giocarcela. Sarà una partita aperta, una battaglia come all’andata”.
Psicologicamente arriva bene il Bayer, dopo la vittoria sull’Hannover, così come la Lazio, che ha liquidato il Bologna sabato, perdendo però un perno del suo centrocampo, ovvero Lucas Biglia, il cui posto potrebbe essere preso da Parolo, con Lulic avanzato a centrocampo, mentre il principale candidato a sostituire l’argentino, ovvero l’azzurrino Cataldi, non sarà nell’undici titolare, almeno secondo le indiscrezioni della vigilia.
Biancocelesti quindi sfortunati e che dovranno fare a meno per qualche settimana della loro “mente”, oltre che dei due attaccanti Klose e Djordjevic, ai box ancora per un po’. Tranquilla ma non troppo quindi la formazione italiana che non potrà rilassarsi visto che saranno i tedeschi a provare a prendere in mano il pallino del gioco, attaccando ma allo stesso tempo lasciando qualcosa. La difesa del Bayer Leverkusen non è parsa certo insuperabile. Papadopoulos e il giovane Jonathan Tah sono fisici ma in velocità possono andare in difficoltà e, se Hilbert sulla destra è parso affidabile, non si può dire la stessa cosa di Wendell sulla fascia sinistra, più propenso a offendere che difendere.
Candreva e Felipe Anderson sono avvertiti, puntarlo potrebbe essere la soluzione migliore, con Keita che agirà gioco forza di nuovo come perno centrale, incaricato di dare imprevedibilità all’attacco. Kishna dopo il gol all’esordio partirà dalla panchina, caldo per entrare a gara in corso. Nella linea a tre di centrocampo oltre al giovane dell’Under 21di Di Biagio ci sarà un cambio rispetto all’andata, con la fiducia data a Milinkovic – Savic, che prenderà il posto di Onazi al fianco di Parolo, ma occhio anche alla possibilità di vedere Lulic nel ruolo di mezz’ala, visto il ritorno dalla squalifica di Radu che prenderà il suo posto a sinistra. Mauri non è stato ancora inserito nella lista UEFA e quindi non potrà essere della partita. La difesa davanti a Berisha ancora titolare vedrà De Vrij con a fianco uno tra Mauricio e Gentiletti, mentre sarà Dusan Basta a completare la linea a quattro disegnata da Pioli, ma occhio anche all’ipotesi a tre che potrebbe essere una variante.
Nel Leverkusen torna Bellarabi, mentre Aranguiz dovrà star fermo sei mesi, una brutta tegola per Schmidt.
La formazione capitolina arriverà in Germania oggi, alle 17 la conferenza del tecnico e seguire la rifinitura sul manto erboso della BayArena.
Novanta minuti solo a quella che sarebbe una qualificazione storico, un sogno quello di ascoltare la musica della Championsche si può avverare per questa Lazio.
In Lega Pro le speranze non muoiono mai, corrono dietro a regole mai definite, con i dirigenti della Lega e delle squadre che si divertono a cambiare, stracciare delle regole di continuo.
Oggi è il giorno della composizione dei gironi, è il giorno in cui si dovrebbe conoscere il destino di molte squadre ansiose di sapere quali saranno i propri avversari da qui a maggio; c’è un solo posto disponibile nel lotto delle squadre partecipanti e il regolamento parla chiaro: il posto di una società ripescata sarà preso dalla prima nella lista stilata dalla Lega Dilettanti dopo i playoff di giugno; quella società sarebbe dovuta essere il Sestri Levante che quei playoff li ha vinti, ma la società si è chiamata fuori per motivi economici. C’è il Monopoli che si fregia del secondo posto e che, a suo tempo, aveva presentato domanda di ripescaggio, qualche tempo fa.
Nel Consiglio Federale dello scorso 4 agosto, il Presidente Carlo Tavecchio disse senza tema di smentita che la Lega Pro sarebbe stata a 54 squadre, con tre gironi da 18 squadre eludendo di fatto la norma delle Noif che fissava il format della LegaPro a 60 squadre: era stato proprio il Consiglio Federale del 24 febbraio 2015 a stabilire che nel campionato 2015/16 non ci sarebbe potuta essere alcuna riduzione di organico. Su questa norma si stanno aggrappando molte società: Fondi, Viterbese, Seregno,Taranto, Grosseto e Sambenedettese; in effetti molti si aggrappano alla sentenza che dodici mesi fa diede ragione al Novara.
La squadra piemontese aveva come obiettivo il ripescaggio in B, ma la Lega di Serie B non voleva prenderla in considerazione, pensando di poter ridurre il numero delle squadre nel campionato. L’Alta Corte di Giustizia del Coni invece diede ragione alla società di De Salvo e la Lega di B fu costretta a ripristinare il campionato a 22 squadre. Poi ad trarne beneficio da questa situazione fu il Vicenza, ripescato al posto del Novara.
La situazione è molto ingarbugliata e complicata, con un campionato che deve cominciare al 5/6 settembre; si prospetta un altro finale di agosto caldissimo per la terza serie nazionale, l’ennesimo nel quale il caos regna sovrano.
Campionato, quanto c’eri mancato. Riprende la routine, iniziano i primi rumors, iniziano a essere dati i primi giudizi. Alcune delusioni, diverse sorprese, scoperte di nuovi talenti che si sono presentati al meglio in questa nuova serie A, laddove altri giocatori più blasonati non hanno ripagato le aspettative.
Ecco che quindi vogliamo, alla luce di questa prima giornata, mettere a nudo le note positive e quelle stonate di un campionato che si preannuncia essere molto livellato, con diverse squadre che si sono rinforzate e altre destinate a recitare il ruolo di outsider.
I battenti sono stati aperti dalla Roma nell’anticipo delle 18 in programma sabato. Curiosità nel vedere la principale rivale, o etichettata come tale alla vigilia, della “Vecchia Signora”. Un mercato scoppiettante, con il popolo di Roma galvanizzato dagli arrivi di Dzeko e Salah. Un’annata dove è vietato fallire, si saranno detti tutti nell’ambiente, il gap ridotto e la necessità di fare quel salto di qualità dopo due anni consecutivi di secondi posti.
Parte con il freno a mano tirato la Roma di Rudi Garcia, qualche scricchiolio dietro e un terzino sinistro che dovrà arrivare prima del 31 agosto. Poco ha cambiato l’HellasVerona di Andrea Mandorlini, formazione arcigna e ostica che ha aggiunto Giampaolo Pazzini a uno scacchiere già di tutto rispetto. Bosko Jankovic quando vede giallorosso si scatena e la Roma fatica. A evitare una pesante sconfitta ci pensa il “tuttofare” AndreaFlorenzi. Nulla di nuovo, autore sempre di gol pesanti, nessun nome nuovo quindi a referto, i grandi attesi hanno steccato, almeno per ora.
L’altra laziale invece nella partita della sera può sorridere e con essa i nuovi. Il risultato sta stretto ai biancocelesti di mister Pioli. Quante palle gol create contro il neopromosso Bologna. L’infortunio di Biglia rappresenta una grossa perdita, quella del metronomo in grado anche di segnare. In cabina di regia ora Cataldi non dovrà farlo rimpiangere. E’ tornato capitan Mauri, mentre non ci si poteva aspettare debutto migliore da Ricardo Kishna, classe ’95, talento e classe allo stato puro. La baby coppia formata dall’ex giocatore dell’Ajax e da Keita, quarant’anni in due, si prende subito l’Olimpico, una Lazio che darà del filo da torcere a tante formazioni. Il Bologna non può certo esser soddisfatto, non era certo la gara da vincere e Delio Rossi, ex di turno, lo sa. Qualcosa dovrà cambiare, nell’atteggiamento, la serie A è un’altra cosa.
La delusione più grossa è arrivata nella giornata di ieri, dove la Juventus Campione d’Italia, finalista della scorsa Coppa dei Campioni e vincitrice della Super Coppa Italiana, ha steccato come non avveniva ormai da anni. In casa, davanti al proprio pubblico, i bianconeri partono con la giusta aggressività ma le perdite di Pirlo in cabina di regia, sostituito da Padoin, duttile ma non certo dal piede vellutato, di Vidal e soprattutto di Carlos Tevez si sono fatte sentire. Aggiungendo le assenze di Marchisio, fondamentale nello scacchiere di Allegri, e Khedira. Non un alibi, visto che sono arrivati giocatori di blasone come Mario Mandzukic e Paulo Dybala, cui il tecnico ha preferito però dall’inizio Coman, intraprendente ma ancora acerbo.
Paul Pogba, nuovo 10 atipico è la delusione di giornata, viste le aspettative che tutti riponevano su di lui, come ha dimostrato il pubblico dello Juventus Stadium che, spazientito da alcune giocate di “ folklore ” ha rumoreggiato. Per chi è abituato a vincere, e a farlo sempre, perdere alla prima non è mai bello, contando che la prossima con la Roma sarà un importantissimo banco di prova. Non la solita Juventus schiacciasassi, inerme anche dopo la rete dello svantaggio subito, poco cattiva e cinica. Di fronte a un’Udinese che ha fatto invece tutto quello che doveva fare, dietro Heurtaux e Danilo hanno eretto una vera e propria diga, bene a tratti il terzino sinistro Ali Adnan, primo iracheno a calcare la nostra serie A, non certo impaurito all’esordio. Una sorpresa quella di Iturra, che si è francobollato a tutti, ostacolando l’inizio della manovra juventina. Il centrocampista ex Granada ha corso per due lì in mezzo al campo dimostrando che la famiglia Pozzo si muove sempre bene sul mercato. Il “ vecchietto ” Di Natale è ancora lì a dare consigli e urla ai compagni, Thereau è il risolutore, ma il migliore è stato Bruno Fernandes nella sua nuova posizione di mezz’ala, un salvataggio incredibile, tanti palloni recuperati e spirito di sacrificio.
Passiamo ora alle milanesi, che si sono rinforzate sul mercato, e in questi ultimi giorni piazzeranno altri colpi. Due estati diverse, il Milan con una nuova mentalità infusa dal sergente serbo Mihajlovic, sembrava già avere idee ben chiare, solidità difensiva e il cinismo davanti di CarlosBacca, uno che ha sempre segnato. L’Inter invece veniva da prestazioni deludenti contro formazioni di caratura mondiale, cambiata sia nella retroguardia che a centrocampo, con l’arrivo di Kondogbia pagato fior fior di quattrini e la partenza di Kovacic direzione Real Madrid.
Di fronte la Fiorentina, già in forma e rodata nei meccanismi disegnati da Paulo Sousa, l’ex Basilea, arrivato tra le polemiche a Firenze per un passato trascorso con la maglia della Juventus. Una squadra che gioca bene, manovra fluida, un 3 – 4 – 1 – 2 che alterna possesso palla a giocate in velocità, il tutto condito da un’aggressività in fase di non possesso per recuperare subito la sfera. Tanto equilibrio, finché Rodrigo Ely, che Sinisa Mihajlovic ha deciso di schierare al fianco di Romagnoli in una retroguardia italiana e giovane, con De Sciglio e Antonelli a completare il reparto, non viene espulso per doppia ammonizione. La perla di giornata è quella di Marcos Alonso, che mette all’incrocio con il mancino direttamente su calcio di punizione emulando proprio il tecnico rossonero, ex specialista nelle soluzioni da fermo. Gara in salita per i rossoneri, cambia l’inerzia e nel secondo tempo anche Romagnoli, l’ultimo arrivato, si lascia andare a un fallo ingenuo che causa il rigore. Ilicic firma il raddoppio, delusione per il Diavolo, da cui ci si aspettava di più, ma è presto per parlare. Può sorridere Paulo Sousa che forse forse sta entrando nel cuore dei tifosi, mentre Mihajlovic aspetta Balotelli, sperando di poterlo far rinascere.
Se una parte di Milano se ne torna a casa con una sconfitta, l’altra, quella nerazzurra si gode una vittoria a San Siro raggiunta nella cosiddetta “zona Cesarini” ma quanta fatica contro l’Atalanta che si chiude e a volte riparte. Reja l’ha impostata così ma Mancini può godersi finalmente una coppia difensiva di tutto rispetto, con Miranda e Murillo che non soffrono mai, o quasi, dietro, mentre Juan Jesus a sinistra, aspettando i rinforzi su quella fascia. Kondogbia, che aveva lasciato perplessi nella tournée estiva, dimostra di essere un buon acquisto, giovane e che potrà ancora crescere. Gnoukouri sbaglia troppo, ma se Icardi esce per infortunio, Mancini trova il man of the match in Stevan Jovetic. Il montenegrino fa le prove e scarica un destro potente che sfiora la traversa poi nel recupero con un tiro a giro fa esplodere San Siro. Perde Icardi Mancini, fermato da un dolore alla coscia, ma il mercato forse gli porterà un altro attaccante, o forse due, chissà. L’Atalanta ha giocato con aggressività, pagata a caro prezzo nel caso dell’espulsione per doppia ammonizione di Carmona. Sfortunata con la perdita di Denis nei primi minuti ha fatto poco per impensierire la retroguardia interista. Nessun tiro in porta, un pareggio sarebbe stato tanta manna, ma le partite da non sbagliare saranno altre.
Chi ha cambiato molto, a partire dalla guida tecnica, era il Napoli, con il “ maestro ” Sarri pronto a confrontarsi con una piazza storicamente difficile per qualsiasi allenatore. Un nuovo volto per gli azzurri, automatismi da collaudare. Già il tecnico toscano aveva avvertito che il Sassuolo sarebbe stato l’avversario più duro da incontrare. Previsioni che si trasformano in realtà, anche se Hamsik dopo pochi minuti aveva fatto pensare a una gara incanalata su certi binari. I neroverdi di Di Franscesco hanno cambiato poco e si vede, schemi fatti a memoria quasi e dopo il gol del “ napoletano doc ” Floro Flores arriva anche il gol della vittoria, nel secondo tempo, firmata Sansone. Sconfitta all’esordio per questo Napoli, tanto ancora da lavorare, ma è presto per giudicare, siamo solo all’inizio.
Chi ben inizia è a metà dell’opera, vincere all’esordio contro una formazione candidata alle prime posizioni non è da tutti. Una sorpresa ma non troppo questo Sassuolo, perché che gli emiliani giocassero un calcio sempre propositivo era cosa nota, che potessero imbrigliare l’attacco partenopeo invece è una nota da segnalare. Bravo Di Francesco e campionato che si appresta a riservare sorprese giornata dopo giornata.
Passiamo ora alle genovesi, Sampdoria e Genoa, che hanno cambiato tanto.
Contro il Carpi neopromosso hanno vita facile gli uomini di WalterZenga che all’esordio in campionato non vogliono ripetere gli errori fatti alla prima nel preliminare di Europa League. La squadra di Castori paga la storica prima gara in serie A, forse l’emozione ha influito, morale della favola Samp che annichilisce gli ospiti mettendo in mostra tanta fantasia. Muriel ed Eder seminano il panico e regalano subito giocate e gol, aspettando un Cassano tirato a lucido. Fernando è autore di una punizione magistrale, mentre il Carpi si consola con Lazzari e Matos, con l’ex Fiorentina tra i più positivi già nel pre campionato. Manita per i blucerchiati, rimandati visto che con tutto rispetto l’avversario non ha certo creato particolari problemi. Da rivedere il calo di concentrazione nel secondo tempo dove la Sampdoria si è come accontentata, ma il Carpi dovrà cercare di compattarsi dietro, con la prova di Brkic insufficiente, colpevole in almeno due reti, dove poteva fare sicuramente di più.
Il Genoa è la squadra che ha mostrato forse il miglior calcio nella passata stagione. Gli uomini di Gian PieroGasperini avevano guadagnato il quinto posto ma la Giustizia Sportiva aveva tolto loro la possibilità di conquistare un pass per l’Europa. Buonissima prova per venti minuti dove gli ospiti sarebbero potuti passare in vantaggio almeno due volte con Goran Pandev, ipnotizzato da Sorrentino. Pagano le tante assenze i rossoblù ma il Palermo di Iachini aveva a sua volta visto scappare via con il mercato Dybala e da ultimo il “ gallo ” Belotti. Occasioni da una parte e dall’altra, una traversa colpita da Rigoni, centrocampista goleador, ma la gara si sblocca nel finale, in pieno recupero, a beneficiarne sono i rosanero.
Un nome nuovo, El Kaoutari, che non possa rivelarsi a sorpresa il nuovo colpo, d’altronde i vari Cavani, Dybala, all’inizio erano solo delle scommesse, è lui l’autore del gol che regala i primi tre punti al Pelermo.
Il Genoa può godersi Ntcham, tra i più positivi, mentre gli esterni devono ancora migliorare l’intesa. Esordio amaro per Diego Capel, messo in campo e sostituito dopo pochi minuti, non ottimali le sue condizioni fisiche
Veniamo poi all’Empoli, Saponara, sempre lui, porta in vantaggio i toscani allenati da Giampaolo ma il Chievo dimostra di essere una squadra che sa soffrire e colpire poi al momento giusto, con giocatori ormai di categoria ed esperti quindi.
Tre reti segnate dai clivensi, squadra di Maran che difficilmente stecca contro formazioni di pari livello e questo è diventato un “credo” grazie al quale i gialloblu riescono ogni anno a raggiungere la salvezza.
Sarri si è portato con sé Hysaj e Valdifiori, due pedine importanti, sarà un’annata difficile, assimilare la partenza di un tecnico che ha fatto tanto non sarà semplice ma quello che ha lasciato l’ormai nuovo allenatore del Napoli fa sperare.
L’altra neopromossa era il Frosinone che al Matusa negli ultimi anni non aveva quasi mai perso. Prima in A per i ciociari, Soddimo entra nella storia siglando il primo gol per gli uomini di Stellone nella massima serie. Il Torino ha cambiato molto, quasi tutto, sono arrivati Zappacosta, Baselli, Acquah e Belotti, ma il vero maestro è il tecnico Ventura, capace sempre di far giocare bene le sue formazioni.
A sorpresa in svantaggio ha prima pareggiato i conti con il sempreverde FabioQuagliarella, per poi trovare il gol che ha portato i primi tre punti in casa granata con il nuovo acquisto, l’ex atalantino Baselli, che si è già messo in cabina di regia facendo sognare i tifosi del Toro.
Tra ritorni a sorpresa, quello di Jovetic in primis, scoperte eccellenti come quella di Kishna ed El Kaoutari, che si sono fatti conoscere segnando al debutto, altri giovani interessanti, è tornata la serie A. Aspettando gli ultimi botti dal mercato.
Una prima giornata di Serie A all’insegna di molte sorprese e poche conferme, a cominciare dalla Fiorentina che batte il Milan con una prestazione attenta e precisa che conferma la competitività dei viola e dalla prestazione dell’Inter che con autorità strappa tre punti a Bergamo contro l’Atalanta. La Sampaffonda il Carpi mentre il Torino in rimonta supera il Frosinone. Le sorprese arrivano dal Sassuolo che batte il Napoli e dall’Udinese che strappa tre punti incredibili allo Juventus Stadium.
JUVENTUS-UDINESE 0-1 (0-0) – 78° Thereau (U)
La Juventus non parte male nella gara casalinga con l’Udinese solo impatta nelle difficoltà alle quali dovrebbe essere abituata e invece ci si impantana dentro. Poca cattiveria e idee poco chiare contro il solito avversario che si chiude e aspetta, aspetta fino a quando i bianconeri casalinghi calano la pressione poi in contropiede sono abilissimi a fare male. Bravissimo Colantuono a impiegare la freccia Zapata quando la punta di Di Natale è limata dalla fatica tenendo sempre uno sfogo pericoloso all’azione di rimessa dei suoi. Grave l’ingenuità di Lichtsteiner che si lascia sfilare Thereau in occasione del gol ospite lasciandolo solo a colpire davanti a Buffon.
Una gara ben giocata, a viso aperto, con un Chievo che si porta a casa tre punti preziosi in uno scontro che si potrebbe considerare diretto contro una delle candidate alla salvezza. Parte bene l’Empoli che si porta in vantaggio con Saponara subito anche se gli ospiti sono belli vivi e sembrano non risentire del gap subito. Nella ripresa il Chievo in 11 minuti ribalta la partita con Meggiorini (uno dei migliori in campo), Birsa e Paloschi, un cocktail micidiale che mette ko l’Empoli e farà riflettere molto Giampaolo.
FIORENTINA-MILAN 2-0 (1-0) – 38° Alonso (F), 56° Ilicic (F)
Sinisa Mihajlovic dovrà far tesoro di questo risultato se vorrà rimettere il Milan tra le pretendenti al titolo, inutile far vedere i muscoli nel precampionato se poi alla prima in campionato con Roma e Juventus bloccate non si esce con il muso duro e la cattiveria giusta. La Fiorentina di Paulo Sousa rispetto ai titoloni estivi è squadra attenta e ben preparata con una concentrazione spaventosa, se l’ambiente sosterrà il cammino della squadra viola e non imploderà alle prime difficoltà a Firenze ci sarà da divertirsi. Il Milan nel complesso si vede che ha buone potenzialità tuttavia è sempre ben tenuto dai viola che quando ripartono sono pericolosissimi, Rodrigo Ely al 36° si fa espellere per somma d’ammonizioni facendo andare in un senso preciso il match. Su punizione Alonso due minuti dopo segna. Il raddoppio come il vantaggio si concretizza su palla inattiva, stavolta è Romagnoli a sgambettare un avversario in area di rigore e Ilicic trasforma al 55° chiudendo di fatto la gara.
Bella partita al “Matusa” di Frosinone dove le due squadre hanno dato vita ad una sfida emozionante e non sembrava che il Frosinone fosse una neopromossa. Tuttavia rimane marchiano qualche errore di troppo dei padroni di casa su cui dovranno lavorare molto perché il Torino è stato anche sfortunato. Passano sette minuti di gara e il Frosinone con Soddimo ben servito da Paganini realizza il vantaggio, nel primo tempo siamo in pieno equilibrio con azioni da una parte e dall’altra e il Torino avrebbe pure pareggiato se non fosse che Quagliarella al 25° dall’arbitro è ritenuto in fuorigioco. Nella ripresa i granata partono con un altro piglio e schiacciano subito le matricole padroni di casa, al 59° pareggia Quagliarella e sei minuti dopo Baselli segna per l’1-2 finale. La seconda parte della ripresa è ad appannaggio dei padroni di casa ma i granata chiudono ogni varco.
INTER-ATALANTA 1-0 (0-0) – 93° Jovetic (I)
L‘Inter esce da Bergamo con tre punti importanti, non ottenuti attraverso una grandissima prestazione perché i nerazzurri ospiti sono ancora un cantiere aperto, ma importanti perché arrivano con una rete fresca di un nuovo arrivato che porta sempre morale nelle rivoluzioni di squadra. Insomma Mancini raccoglie il massimo con il minimo sforzo, in un campo ostico e può far vedere alla società che, con ancora un piccolo sforzo sul mercato, le potenzialità per tornare grandi ci sono. L’Atalanta non mette mai in seria difficoltà l’Inter e anche questo per i meneghini è un buon segno.
PALERMO-GENOA 1-0 (0-0) – 91° El Kaoutari (P)
Il Genoa inizia meglio ma alla fine arriva il Palermo. La gara inizia con il Grifone che in accelerazione mette in seria difficoltà i padroni di casa, verso la fine del primo tempo cala un po’ la birra e allora i rosanero colgono una traversa clamorosa, insomma si fa preferire il Genoa ma il Palermo è vivo. Nella ripresa il Genoa si sbilancia un po’ e il Palermo coglie un altro legno, Gasperini corre ai ripari e quando sembra che le due squadre si possano accontentare del pari arriva la zampata di El Kaoutari sugli sviluppi di un calcio di punizione evitabilissimo.
SAMPDORIA-CARPI 5-2 (5-1) – 14° Eder (S), 11° Muriel (S), 21° Muriel (S), 33° Eder (S), 37° Fernando (S), 38° lazzari (C), 88° Matos (C)
La Samp battezza il neopromosso Carpi in maniera brutale, gli rifila una cinquina secca che avrebbe abbattuto un toro, una sequenza di reti in 23 minuti impressionante poi si ferma e il Carpi che non si abbatte accorcia due volte il risultato e nei minuti finali con Lazzari sbaglia pure un rigore. Insomma da capire se la partita senza storia è figlia di un approccio completamente sbagliato degli ospiti o se gli emiliani sono veramente così distanti dai livelli della Serie A. Da rivedere la settimana prossima per capire, intanto i blucerchiati se la godono.
Il Napoli spumeggiante del precampionato non si è visto, si è visto invece il solito Sassuolo di Eusebio Di Francesco, quello che non guarda il nome dell’avversario e gioca sempre con disinvoltura, rischiando, ma spesso prendendosi soddisfazioni contro le grandi. Segna subito il Napoli con Hamsik ma il Sassuolo combatte e lotta, raggiunge prima della fine del primo tempo il pari e poi nella ripresa completa il capolavoro.
CLASSIFICA:
3 punti: Sampdoria, Chievo, Fiorentina, Sassuolo, Udinese, Inter, Lazio, Torino e Palermo; 1 punto: Roma e Verona; 0 punti: Atalanta, Bologna, Frosinone, Napoli, Genoa, Juventus, Empoli, Milan e Carpi.
Il secondo anticipo della prima giornata di Serie A vedeva di fronte l’altra romana, la Lazio contro una neopromossa di belle speranze, il Bologna dell’ex-tecnico biancoceleste Delio Rossi. Nonostante per la Lazio si trattasse di un impegno ravvicinato dopo il match con il Bayer Leverkusen in Champions, con una rete di Biglia e Kishna i padroni di casa liquidano in fretta la pratica. Poi la stanchezza alla fine di entrambe le frazioni si fa sentire e a fine primo tempo c’è il ritorno dei rossoblù con Mancosu che accorciano le distanze, nella ripresa ancora emozioni ma finisce 2-1 per i biancocelesti.
Pioli in questa gara deve fare a meno di Klose infortunatosi proprio in Champions, al tempo stesso in difesa preferisce il già rodato Gentiletti a Mauricio mentre a centrocampo risparmia Onazi e davanti inserisce dall’inizio Kishna al posto di Anderson. Delio Rossi invece tiene fuori dall’inizio Destro e mette in campo una squadra accorta che pensa soprattutto a difendersi per colpire in contropiede.
La partita inizia con il canovaccio classico che la Lazio molto probabilmente intende impostare nelle sue partite. Ritmo alto da parte dei biancocelesti che cercano da subito di imprimere pressione all’avversario e la via della rete con un attacco formidabile, qualunque siano gli interpreti. Il Bologna appare stordito da tutto questo e per buona parte del primo tempo e della ripresa si limiterà solo a lanci lunghi quasi imprendibili per il suo duo d’attacco.
La prima occasione per i padroni di casa fiocca già al decimo del primo tempo, quando Candreva per un soffio, colpendo di testa da un cross di Lulic, lambisce il palo della porta difesa da Mirante. La rete è rinviata fino al 16° quando Parolo mette ancora un buon cross verso la porta, la difesa rossoblù libera centralmente fuori area di rigore e Biglia in corsa piazza un sinistro di piatto che chirurgicamente batte Mirante per il vantaggio biancoceleste.
Dopo sei minuti sugli sviluppi di un altro cross Kishna, migliore in campo, batte per la seconda volta Mirante e sembra chiudere la partita.
La Lazio però allenta la presa per qualche minuto e per tutta la fase centrale del primo tempo non accade nulla, da segnalare solo un bel tiro di Basta smanacciato dal portiere rossoblù. La Lazio verso la fine della frazione inizia a sentire la stanchezza e il Bologna riesce a costruire qualche azione collettiva, al 43° Mancosu ben servito si smarca e poi batte Berisha con un tiro potente sotto la traversa. Si va negli spogliatoi con la sensazione che non ci sia partita a livello tecnico ma tuttavia gli ospiti se tengono possono riacciuffare il risultato.
La ripresa non smentisce le sensazioni, infatti la Lazio tiene bene e mette sempre un buon ritmo, soprattutto a Candreva e Kishna sempre pericolosi, ma alla fine gli ultimi dieci minuti di match sono ad appannaggio dei bolognesi che però, salvo qualche pericolo, non preoccupano mai Berisha. la Lazio così chiude bene la pratica e ora può pensare alla sfida di ritorno con il Bayer Leverkusen che vale molto di più dei tre punti in palio stasera, unica nota negativa l’infortunio di Biglia che è costretto ad uscire dal campo.
Comincia con un pareggio il campionato di Roma e Verona.
Al Bentegodi, nella gara che ha aperto la Serie A 2015/16, finisce 1-1 una partita piuttosto divertente che entrambe le squadre avrebbero potuto vincere.
Molto bene un Verona molto tonico che ha fatto dell’aggressività e della corsa il suo punto di forza, ottima la prova del debuttante Souprayen.
La Roma invece ha ancora qualche meccanismo da oliare specie nel reparto avanzato, non si sono viste le geometrie in velocità, se non in qualche rara occasione, che ci si aspettava dagli uomini di Garcia. Anche dietro c’è qualcosa da rivedere, Torosidis si è fatto beffare troppo facilmente da Jankovic nell’occasione del gol del Verona.
E’ servito un tiro di Florenzi da fuori, con complicità di Rafael, per evitare ai giallorossi di partire con una sconfitta.
Veniamo al racconto della gara.
Mandorlini nel suo 4-3-3 si affida alle certezze dello scorso anno, con il solo Souprayen tra i nuovi arrivati nell’undici titolare. Davanti attacco affidato a Toni, accompagnato da Juanito Gomez e Jankovic. Iniziale panchina per Pazzini.
Garcia risponde con lo stesso modulo, puntando sul neo arrivato Sczcesny tra i pali e sui due nuovi rinforzi in avanti: Dzeko e Salah partiranno dall’inizio insieme a Gervinho.
Il Verona parte forte ed aggressivo e dopo poco più di un minuto Halfredsson imbecca Juanito Gomez che tenta subito il tiro a giro che però esce di poco. I gialloblù si mantengono aggressivi costringendo la Roma a lanci per Dzeko che prova a far sponde. Al 12° primo guizzo di Salah che innesca Dzeko, il bosniaco serve il connazionale Pjanic che però non controlla e l’azione sfuma. I giallorossi crescono, al 23° Dzeko e Pjanic combinano, la difesa del Verona respinge, palla a Nainggolan che controlla ma calcia centrale, blocca Rafael. La partita si mantiene vivace, Toni spreca calciando male dopo una ripartenza, Gervinho ci prova ma il suo tiro esce di poco. Al 41° il Verona sfiora il vantaggio, prima Szczesny devia una conclusione di Souprayen e sul successivo corner De Rossi salva quasi sulla linea sul colpo di testa di Jankovic. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
La ripresa, che riparte senza cambi, vede i padroni di casa ripartire con la stessa intensità ed aggressività della prima frazione. La Roma sembra non riuscire a trovare varchi contro un Verona ben messo in campo. Al 56° errore di Manolas in uscita che costringe Szczesny al doppio miracolo su Halfredsson e Juanito Gomez. Il gol però non tarda ad arrivare perchè al 61° Halfredsson pennella un cross perfetto per l’inserimento di Jankovic che colpisce al volo per il vantaggio gialloblù. La Roma tenta subito la reazione, Garcia effettua due cambi ma è il portiere del Verona a risultare decisivo, andando insicuro su un tiro da lontano di Florenzi che s’insacca. Il portiere brasiliano però subito dopo si rende protagonista di un paio di buoni interventi. L’equilibrio rimane vivo, Pjanic sfiora il palo con una conclusione violenta, il Verona risponde con aggressività e ripartenze. Al 88° Rafael fa dimenticare l’errore del 1-1 andando a salvare in corner sul tiro ravvicinato di Pjanic. Nei 4 minuti di recupero è protagonista ancora Rafael che respinge su Nainggolan, non accade altro, la Serie A 2015/16 si apre con un 1-1.
VERONA – ROMA 1-1 (61° Jankovic (V), 66° Florenzi (R))
Verona-Roma, ci siamo, si riparte, si ricomincia, l’attesa finalmente è finita. La Serie A è pronta ad
alzare il suo sipario sulla stagione agonistica 2015/2016, sul suo ottantaquattresimo campionato a girone unico e lo farà allo stadio “Bentegodi” di Verona dove andrà in scena il primo dei due anticipi del sabato: si affronteranno Verona-Roma.
Anche quest anno il punto di riferimento per il confermato Andrea Mandorlini si chiama Luca Toni, 38 primavere sulle spalle il quale vuole ancora essere protagonista; questa stagione come compagno di reparto avrà Giampaolo Pazzini reduce da stagioni opache e in cerca di riscatto. Rudi Garcia farà affidamento sui nuovi colpi del mercato estivo, ovvero Salah dalla Fiorentina e Dzeko dal Manchester City.
La formazione di Mandorlini disputerà per il terzo anno consecutivo la Serie A e si presenta ai nastri di partenza come compagine, vogliosa, di raggiungere quanto prima la salvezza e cercare di stupire. Domani il tecnico dovrebbe affidarsi al solito 4-3-3 mentre c’è attesa per vedere all’opera la Roma di Rudi Garcia, la squadra capitolina si è rinforzata molto in attacco, da citare anche l’arrivo, in porta, dall’Arsenal di Szczesny e il ritorno di Castan, guarito dal tumore al cervello ma con la cessione di Romagnoli, ceduto al Milan e quindi, con una difesa ancora da puntellare, magari negli ultimi giorni di mercato. Domani non saranno a disposizione l’ex Iturbe, squalificato; Strootman e Maicon ancora alle prese con i loro problemi fisici.
Cosi il tecnico dei veneti Mandorlini in conferenza stampa pre gara:
“Affrontiamo una squadra che si è rafforzata tantissimo, una formazione che lotterà fino alla fine per la conquista dello scudetto. Sulla carta non c’è partita i valori tecnici sono differenti. Noi proveremo nel nostro piccolo a metterli in difficoltà”.
Alla vigilia il tecnico dei giallorossi ha dichiarato:
“L’obiettivo primario è ancora una volta qualificarci per la Champions League però quest anno, anche fuori da Trigoria ci sono convinzioni forti, anche se non certezze. Io non sono cambiato, ho sempre tanta ambizione”.