Categoria: Calcio

  • Juve-Real: si decide per Morata, Pogba e altro

    Juve-Real: si decide per Morata, Pogba e altro

    Dalla Spagna arrivano indiscrezioni importanti e l’asse Juve-Real si fa sempre più aperto, una trama che s’infittisce ogni giorno di più e che coinvolge oltre a Morata anche Pogba ed altri nomi sui taccuini delle due società.

    Secondo le nostre fonti addirittura nei prossimi giorni, entro la fine della settimana per essere precisi, sapremo il destino di Alvaro Morata sul quale ruotano una serie di trattative collegate. Infatti, sempre secondo la fonte, Juventus e Real Madrid dovranno incontrarsi per definire le sorti dell’attaccante e il Real Madrid ha pronta un’offerta ufficiale per i bianconeri che comprende il lascito di Morata con una valutazione di circa 30 milioni, più 70 milioni cash per ottenere Paul Pogba. Si arriverebbe quindi alla maxi-offerta di 100 milioni di Euro richiesta dalla Juventus quale base per una trattativa che riguardasse il francese.

    Paul Pogba e Alvaro Morata | Foto Web
    Paul Pogba e Alvaro Morata | Foto Web

    Le trame tra i due club sono tanto fitte che il Real si è messo in mezzo pure nell’affare che la Juventus stava conducendo per Miralem Pjanic, non tanto per infastidire i bianconeri quanto per dargli una mano visto a sua volta l’interessamento del Barcellona per il centrocampista della Roma. Insomma Juve e Real si stanno spalleggiando per tenere botta al mercato e difendere le loro rispettive trattative pur rimanendo legate a loro volta da interessi reciproci. Se l’offerta del Real Madrid per Pogba non fosse ritenuta sufficiente i blancos lascerebbero il passo per Miralem Pjanic e in caso di definizione darebbero l’iniezione di liquidi necessaria alla Juventus per chiudere con la Roma. Con 70 milioni in tasca Marotta concluderebbe il mercato in entrata in pochissimo tempo cominciando proprio da Pjanic.

    Oltre a Pjanic la Juventus è molto interessata anche a Kovacic, sempre del Real, seppur al momento questa trattativa sia slegata dall’affare Pogba-Morata i due club avrebbero un ulteriore motivo per sedersi a trattare ed eventualmente inserire Kovacic nell’affare prioritario. Ulteriore nome uscito ultimamente che interessa come prospetto futuro per la Vecchia Signora sembra essere il canterano dei blancos Borja Mayoral, attaccante come Morata.

    Quindi gli scenari che si prospettano possono essere diversi e possono definirsi in base alle valutazioni dei due club. Per la Juventus chiudere positivamente l’affare Morata vuol dire parco attaccanti completato, in caso di cessione di Pogba vorrebbe anche dire denaro fresco pronto da usare per sbloccare trattative importanti, Pjanic su tutte ed eventualmente chiudere con il Real anche per Kovacic. Questo vorrebbe dire anche aver risolto il problema dell’assenza di Marchisio per mezza stagione, ma non solo, resterebbero ancora liquidi per completare e definire in tranquillità la rosa per Massimiliano Allegri per la prossima stagione.

    Secondo la fonte i due club dovrebbero incontrarsi a breve perché il Real Madrid deve esercitare la clausola di recompra tra il 30 giugno e il 15 luglio, la stessa Juventus pressa per avere una definizione rapida per Morata. Al tempo stesso da ormai alcune settimane Zinedine Zidane ha dichiarato che Paul Pogba è il suo obbiettivo principale per la prossima stagione, quale occasione migliore per fare un summit con la Juventus prendendo due piccioni con una fava proprio in questi giorni?

  • Italia, un attacco tutt’altro che Immobile

    Italia, un attacco tutt’altro che Immobile

    L’Italia di Antonio Conte ha effettuato l’ultimo test prima di partire per la Francia. Al “Bentegodi” di Verona si vede un attacco frizzante, con Zaza e Immobile che sembrano cresciuti insieme legati solo da un pallone, tuttavia ci vogliono un calcio di rigore realizzato da Candreva nel primo tempo e una rete di De Rossi nella ripresa per comporre il risultato.

    Antonio Conte sa di avere una macchina non perfetta, ha lacune qualitative in confronto alle compagini quotate per la vittoria finale, ma sa e dimostra anche questa sera che la sua creatura è tosta, organizzata e sopperisce a quelle lacune, quando gira, con un gran lavoro di squadra.

    Lo stadio dimostra di apprezzare e incita la Nazionale dal primo all’ultimo minuto portando un boato quando nella ripresa, in un contropiede che poteva diventare pericoloso, vede Zaza rincorrere l’avversario fino all’area di rigore di Buffon.  Il pubblico gradisce la prova contro un avversario che qualche mese fa ci aveva bloccato in un pareggio, mentre oggi è sembrata piccola cosa, ma il merito è dell’impostazione che gli azzurri hanno dato alla partita.

    Candreva sblocca il match su calcio di rigore | Foto Twitter
    Candreva sblocca il match su calcio di rigore | Foto Twitter

    Da questa a partita escono alcune indicazioni più che altro per i giornalisti che possono già scrivere dell’attacco contro il Belgio composto da Immobile e Zaza, infatti i due dimostrano un’ottima intesa ed un’altrettanta attitudine al sacrificio per pressare e ripiegare quando serve. Bene anche Giaccherini, probabilmente il più in forma degli azzurri.

    Festeggiamenti dopo la rete di de Rossi | Foto Twitter
    Festeggiamenti dopo la rete di de Rossi | Foto Twitter

    In difesa i tre bianconeri sono al solito granitici e coordinati, anche se Chiellini è apparso un po’ più indietro nella condizione ma sempre puntuale nelle chiusure. El Shaarawy e Candreva spingono bene devono solo coordinarsi meglio con gli interni per evitare falle, Parolo c’è crea, s’inserisce e qualche volta sparisce ma è perché fa il lavoro oscuro di recupera palloni.

    L’unica nota stonata arriva da Thiago Motta che verticalizza solo a tratti e spesso è troppo lento nella manovra, così in fase di costruzione sopperisce Bonucci con i soliti lanci mentre in copertura ha sempre bisogno di un ulteriore filtro che lo aiuti. Insomma se dopo le polemiche per il numero di maglia ci si aspettava una reazione si è rimasti delusi.

    Le indicazioni, tutte positive, dicono anche che è difficile pensare di fermare una fonte di gioco nell’Italia perché quando il gioco non viene creato dal regista avanzato o arretato che sia in quella fase ecco che gol e assist arrivano dagli esterni. In questo caso Candreva che è salito ancora di condizione rispetto al match precedente con la Scozia.

    La nostra Nazionale lavora l’avversario con il ritmo e lo avvolge nella manovra, fa fatica a segnare con l’attacco ma ha armi imprevedibili da sfoderare e poi ha fame, ha la stessa fame di quella Juventus del primo anno di Conte. Se trovasse nella fase a gironi l’iniezione di autostima giusta, magari proprio contro il Belgio potrebbe diventare un cliente scomodo per chiunque. In ogni caso in questa Italia non ci sono “prime donne” e l’indicazione più importante la da anche la voglia di lottare che hanno gli azzurri.

    Ora il tempo dei test per gli azzurri è finito e si va in Francia sapendo già (domani l’annuncio ufficiale) chi sarà il prossimo CT della Nazionale. Si parte con o senza consensi, con o senza qualità tecniche, con o senza favori del pronostico ma si va senz’altro con tanta voglia di fare bene e la consapevolezza di essere una squadra. Forza azzurri!

  • Claudio Gentile, tackle duro sul sistema calcio

    Claudio Gentile, tackle duro sul sistema calcio

    Claudio Gentile è una furia, come un fulmine a ciel sereno si scaglia contro il “palazzo” e contro il sistema calcio incancrenito ormai da tempo. In una intervista rilasciata a Tv2000 qualche giorno fa non le manda a dire a chi, secondo lui, è artefice di un accerchiamento nei confronti della sua persona.

    In tre passaggi significativi, Gentile, tocca i punti nevralgici che rappresentano il marcio del nostro calcio, e inizia proprio dalla sua esperienza personale:

    “Per colpa di persone meschine mi hanno stroncato la carriera perché non abbassavo la testa. Ho detto no quando mi hanno proposto di far giocare in Nazionale Under21 ragazzi che non ritenevo all’altezza. Questo mi ha messo contro diverse società e soprattutto la Federazione. Così dopo essermi guadagnato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi con l’U21 sono stato mandato via”.

    Claudio Gentile | Foto Web
    Claudio Gentile | Foto Web

    Poi Claudio Gentile continua sulla vicenda che lo ha riguardato in prima persona manifestando la sua candidatura ad una panchina in Italia dove in effetti, ogni anno viene accostato a società più o meno importanti ma poi alla fine dei conti il suo nome sparisce dai rotocalchi:

    “Perché non alleno più? Ricevo molte richieste dall’estero ma non capisco perché non posso allenare qua in Italia. Mi hanno fatto terra bruciata intorno. Sono uno che non sta al sistema, quindi ci sono poche società che si prendono la bega di andare contro il potere del calcio. Non voglio mollare e non voglio andare all’estero, voglio allenare in Italia. E’ possibile che in questo Paese chi è onesto non trova mai una sistemazione e chi si vende le partite invece sì?”.

    Nel mirino di Gentile inoltre finiscono anche i calciatori stranieri e fa un’analisi dura anche del sistema attuale atto a far crescere negativamente i vivai dei club:

    “Non posso pensare bene del calcio italiano di oggi, negli anni ’80 e ’90, tutti gli stranieri da Zico a Maradona venivano nel campionato italiano per avere la prova di essere dei grandi giocatori. Adesso non vengono più i migliori. Le scuole calcio? Sono solo un pretesto per fare business. Il più grande errore è stato quello di aver tolto spazio agli oratori, è lì che si cresceva con il pallone. Si cominciava a giocare all’una e si tornava a casa alle otto di sera. E poi non ci sono tecnici all’altezza per creare ragazzi di un certo potenziale”.

    Insomma l’ex Campione del Mondo di Spagna ’82 ha lanciato l’ennesimo sasso in uno stagno che certo ultimamente non vive acque tranquille e visto l’imminente inizio di Euro 2016 non aveva certo bisogno di altri sconquassi.

    Claudio Gentile nella sua intervista a Tv2000 tocca temi che sono identificati quali principali problematiche del sistema calcio, a cominciare dalla meritocrazia dei protagonisti e per finire ai settori giovanili dei club. Il tutto con parole pesanti perché pronunciate da un personaggio che al calcio italiano ha portato moltissimo.

  • Primavera: ai calci di rigore festa giallorossa

    Primavera: ai calci di rigore festa giallorossa

    Il Campionato Primavera è giallorosso. La squadra capitolina batte la Juventus nella finale in programma al Mapei Stadium dopo un’estenuante battaglia alla quale sono serviti i fatidici calci di rigore dopo i novanta minuti regolamentari ed i tempi supplementari.

    Non rimane indifferente alla prodezza nemmeno il presidente giallorosso James Pallotta che attraverso il proprio profilo sul social Twitter cinguetta:

    “Fantastica vittoria e titolo Primavera. Congratulazioni ai nostri ragazzi ed agli allenatori”

    Un comunicato stringato ma che raccoglie una grande soddisfazione, il club giallorosso infatti, per sua mission, è sempre attento alle politiche giovanili e promuove al pari della prima squadra proprio l’attività dei ragazzi del club. Da quando la proprietà americana si è insediata infatti sono ingenti le risorse impiegate per il settore giovanile, sia in strutture ed in formazione che nella ricerca di potenziali futuri campioni. E questi sono i risultati.

    La Roma è Campione d'Italia Primavera | Il Pallonaro
    La Roma è Campione d’Italia Primavera | Il Pallonaro

    La Juventus era partita bene nel match equilibrato con la Roma, era riuscita a sbloccare la partita con Kastanos su calcio di rigore al 36° e a chiudere in vantaggio la prima frazione mostrando al solito un ottimo palleggio e un bello stato di forma che però a fine primo tempo mostrava qualche cedimento.

    Passano due minuti dall’inizio della ripresa e la Roma pareggia con Ponce. A questo punto ci si aspetta che saltino le dinamiche serrate di due formazioni che con l’esuberanza giovanile possano aprirsi per offrire spettacolo. Invece proprio come i grandi mostrano scambi in velocità e tanta maturità, sapendosi coprire al momento giusto  ma al tempo stesso mostrare trame interessanti, tuttavia il risultato non cambierà più né fino al novantesimo e nemmeno dopo i tempi supplementari.

    Si arriva così ai calci di rigore e il protagonista diventa il portiere giallorosso Crisanto che neutralizza i tiri dal dischetto di Vadalà e Favilli regalando il tricolore alla Roma.

    Per la Roma vanno a segno dal dischetto Ponce, Vasco, Spinozzi, Capradossi, Bordin e Grossi mentre per la Juventus, oltre agli errori di Vadalà e Favilli vanno a segno Lirola, Cassata, Kastanos, Di Massimo e Zappa.

  • Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Il mercato, la Juventus insegna, spesso offre l’opportunità di tessere alleanze e portare benefici futuri per i club attraverso accordi volti a far crescere i rispettivi giocatori al fine, un domani, di poter riavere in casa dei campioni che possono portare una monetizzazione importante. Questo tipo di operazioni, per lo più, possono farle quelle squadre che hanno una situazione economica più che tranquilla e quindi guardare al futuro perché il presente è già roseo.

    La Juventus con il suo reingresso tra i club di elite d’Europa ha iniziato ormai da qualche anno a tessere trame importanti, volte al consolidamento prima e al confronto diretto con le avversarie sul mercato oggi. Marotta e l’entourage bianconero fecero il primo sgambetto ad una diretta concorrente (PSG) sul mercato con il duo Coman-Pogba, il primo fruttò una bella plusvalenza nella postuma cessione al Bayern Monaco ed il secondo è divenuto il centrocampista più desiderato d’Europa, capace qualora fosse ceduto, di portare un introito tale da far rifondare una squadra intera.

    Il Paris Saint Germain non la prese bene e l’affaire Cavani di cui si parla da qualche mese è complicato anche per questo, inoltre c’è anche Ibrahimovic che vuole andar via da Parigi e di fatto dando al matador la possibilità di essere la prima punta dei francesi nella prossima stagione, cosa a lui molto gradita.

    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro
    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro

    La Juve tuttavia nei vari inserimenti e viaggi nella Capitale francese ha fatto un altro sgambetto al Paris Saint Germain distratto proprio ad arte su Cavani, i bianconeri infatti sono piombati come dei falchi e hanno preso a parametro zero l’attaccante esterno Ikone, 17 anni, vera e propria stella nascente del PSG che ricorda molto nei movimenti un mix tra Henry e Coman. Giocatore che da qualche mese era corteggiato da club della Premier importanti, concorrenti della Vecchia Signora pure loro, come Tottenham e Manchester City. Inutile dire che il Paris Saint Germain sia su tutte le furie e infatti si è infilato nella trattativa juventina per Dani Alves, ma forse tardivamente.

    Un altro club che è freddamente arrabbiato con madama è il Barcellona, perché? Facile Dani Alves è al 90% bianconero e se lo diventerà sarà a parametro zero, bloccando quindi le entrate ipotizzate dai catalani che vivono per il fair play finanziario un inizio di mercato condizionato proprio dallo snellimento della rosa per poter operare in entrata. Altro fattore che ha aperto sì la porta per trattare con Mascherano ma che di fatto ha raffreddato i rapporti con il club blaugrana, al punto tale che improvvisamente il Barcellona è attratto da un altro obbiettivo bianconero, Miralem Pjanic. Nell’operazione che la Juventus sta facendo con il Barcellona, o meglio sotto gli occhi distratti del Barcellona per Alves e Mascherano, pare abbastanza chiara la compiacenza di un’altra grande d’Europa, il Real Madrid. Perché?

    Qui la storia s’intreccia da dopo calciopoli, quando i blancos aiutarono proprio la Juventus a rifondarsi facendo spesa a Torino con Emerson e Cannavaro e mantenendo un asse importante sul mercato ratificato proprio con Morata ormai tre anni fa. Quando Morata arrivò a Torino era un giovane di ottimo prospetto, oggi è un attaccante completo e l’operazione è stata chiara fin da subito con la famosa “clausola de recompra” messa dal principio. Se Alvaro fosse cresciuto la Juve guadagnava soldi e trofei nel mentre era nelle sue fila, in caso contrario si sarebbe ritrovata in casa un buon centravanti low cost. In tutto questo però il Real teneva l’ultima parola compreso il controllo su una concorrente “amica” qualora fosse divenuta troppo vicina a loro. La Juve è cresciuta al punto tale che proprio grazie ai gol di Morata nella scorsa stagione ha guadagnato la finale di Champions League a scapito proprio del Real.

    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.
    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.

    Oggi con i soldi anche guadagnati dall’affare Morata la Juventus può andare in battaglia, anche sul mercato, contro le grandissime d’Europa e perché non farlo contro la rivale principale dell’amico Real? Anche in questo caso il guadagno è duplice, i bianconeri si porterebbero in casa giocatori di prim’ordine ed al tempo stesso contrasterebbero una rivale diretta per quel sogno chiamato Champions League che anche a livello economico porta tantissimo.

    La Juventus ufficialmente è entrata in guerra sul mercato contro i club miliardari d’Europa e lo sta facendo con una strategia oculata, tessendo trame importanti, cercando sempre colpi di prospetto ma ora anche calciatori di consolidata fama mondiale tra le fila delle sue avversarie europee. C’è da capire se è già in grado di sostenere una guerra fatta di acume strategico e buon nome contro bordate milionarie che gli altri club possono mettere sul piatto o forse per madama era meglio stare ancora con un profilo più basso?

  • L’Italia fortino del Conte dimezzato

    L’Italia fortino del Conte dimezzato

    Il gruppo azzurro di Antonio Conte non parte certamente con i favori del pronostico, ma oltre alla considerazione meramente oggettiva sui valori dei prescelti, aumenta anche lo scetticismo derivante dalle scelte ponderate dal Commissario Tecnico.

    L’Italia è alla fase finale del torneo continentale con il ruolo di outsider, ma tra le compagini che ricoprono questo ruolo sembra avere meno credito in patria che all’estero, eppure Antonio Conte dalle macerie di Brasil 2014 ha ricavato una Nazionale che non solo è arrivata prima nel proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei, ma ha anche convinto con il gioco nella maggior parte delle prestazioni. Inoltre il gruppo azzurro è rinnovato rispetto alla squadra di Prandelli che fallì clamorosamente in Sudamerica.

    Il credito scarso che i “pallonari nostrani” danno alla Nazionale è soprattutto riferito proprio alla composizione dei ventitré che il C.T. ha fatto escludendo alcuni più graditi dal popolo e che forse nell’ultimo anno hanno fatto vedere cose migliori rispetto a chi partirà per la Francia.

    Antonio Conte | Il Pallonaro
    Antonio Conte | Il Pallonaro

    Parafrasando l’opera di Calvino pertanto Antonio Conte si ritrova dimezzato nella fiducia del popolo e nella rosa dove, a causa di infortuni, in un solo colpo si è ritrovato a dover fare a meno di una parte importante dei suoi uomini “chiave“, Claudio Marchisio e Marco Verratti. Ecco che, come in passato, la fiducia nel tecnico della Nazionale viene spaccata dall’opinione pubblica che, dati alla mano, è pressoché assente durante amichevoli e match di qualificazione mentre si decuplica con l’avvicinamento delle fasi finali dei tornei continentale e mondiale, trovando accoliti pronti a criticare ogni passo del C.T. e preparando l’humus giusto per rimettere in piedi “il fortino azzurro” che portò poi i successi di Spagna ’82 e di Berlino nel 2006. Se ci si aggiunge inoltre la peculiarità del carattere di Conte il gioco è fatto, prepariamoci alla carica giusta fatta di difesa ad oltranza del gruppo e tanto orgoglio da tirar fuori, o almeno questo è il palese intento del tecnico pugliese.

    Al di là dei nomi, sui quali come sempre l’Italia pallonara si divide, ci sono un paio di riflessioni da fare che potrebbero far capire facilmente perché non c’è appeal per questa squadra, almeno solo in partenza perché con l’arrivo delle prime partite lo stivale come sempre sarà pronto a tingersi d’azzurro a difesa del gruppo che, almeno si spera, prenderà la tenacia di Antonio Conte.

    L’avversario principale nel nostro girone è il Belgio e la squadra di Wilmots parte come favorita per il primo posto del gruppo.

    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro
    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro

    La rosa scelta dal tecnico ha un valore globale di 460 milioni di Euro, la nostra di soli 272 milioni e consideriamo la valutazione eccessiva di Bonucci (30 milioni) che è il più quotato ma al tempo stesso la mancanza di Marchisio e Verratti che alzerebbero il valore sensibilmente. Questo raffronto impietoso sui valori di mercato delle due rose è paragonabile in partenza al raffronto che si può fare tra il Milan e la Juventus ad inizio stagione, confronto monetario che poi il campo può sempre rovesciare o confermare. Antonio Conte già dalle prime partite aveva scelto una strada che guardasse poco al nome ed alla valutazione escludendo reduci quotatissimi allora di Brasil 2014 come Balotelli, Pirlo e Cassano e inserendo davanti Zaza e Pellè mentre a centrocampo le chiavi erano state date da subito a Verratti. Questa riflessione va fatta soprattutto pensando a quanto talento nel potenziale c’era e quanto poi è andato perduto davanti per arretrare in mezzo al campo. In questa Italia non c’è e non ci potrebbe essere un gruppo di attaccanti pauroso, non c’è un lume a centrocampo imprescindibile e in difesa c’è l’aggrapparsi al gruppo più consolidato italiano che ha espresso la Serie A. Ma soprattutto, in due anni l’espressione del calcio italiano si è deprezzata confermando l’impoverimento tecnico.

    Se fino a qualche anno addietro ci ritrovavamo a discutere se inserire tra i centrocampisti Roberto Baggio per portare un attaccante in più tra Signori o Massaro, oppure nel pre-partita eravamo indecisi su chi era più in forma tra Del Piero o Totti da mettere insieme a Vieri davanti oggi siamo ridotti ad arrovellarci ed incupirci dietro alle esclusioni di Pavoletti e Bonaventura, entrambi per carità reduci da buone stagioni ma dalla certa non imprescindibilità. Perché a parte rare eccezioni non ci sono giocatori imprescindibili.

    La seconda riflessione è più tecnica. Conte ha rovesciato la Nazionale in due anni sempre ruotando intorno ad alcune certezze tattiche, il 3-5-2 è il modulo che più facilmente può essere trasformato in corsa e guardando la rosa scelta ci si rende conto che questo sarà il leitmotiv del nostro Europeo con il cambio in difesa a quattro quando serve e il cambio a tre davanti quando è permesso. Per farla breve, contro il Belgio probabile una partenza con il 3-5-2 mentre contro l’Irlanda è molto probabile un 4-3-3 all’inizio, ma in entrambi i casi in corsa con gli uomini scelti si può ragionare tranquillamente su cambi di modulo.

    Difficile prevedere dove può arrivare questa Nazionale, ma è molto facile immaginare che visti i suoi componenti, a differenza di altre rassegne dove siamo andati come favoriti svogliati, la squadra darà il massimo per arrivare più lontano possibile contro avversari più forti e contro chi non gli da credito anche fra le mura amiche.

  • Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Svelata la lista dei 23 convocati per Francia 2016, Antonio Conte ha sciolto le riserve, i 23 azzurri che patiranno per la spedizione francese saranno annunciati ufficialmente questa sera, 31 maggio, in diretta TV dall’auditorium Rai del Foro Italico.
    Intanto però filtrano le prime indiscrezioni che, sembra, troveranno conferma questa sera alle 20.35: out Montolivo per un problema muscolare, a centrocampo Sturaro preferito a Jorginho. Altro escluso dalla lista dei convocati è Bonaventura al quale il mister ha preferito Bernardeschi. La regia verrà affidata a Thiago Motta o De Rossi.
    Restano a casa anche Rugani, Zappacosta, Benassi e Astori.
    Antonio Conte ha invece deciso di portare tutti i 5 attaccanti a sua disposizione, quindi Insigne, Immobile, Eder, Pellé e Zaza staccano il pass per Euro 2016.

    Alle 23 scelte di Conte si aggiungeranno le riserve Zappacosta, Benassi e Rugani che lavoreranno con la squadra perché, in caso di infortunio fino a 24 ore prima della gara inaugurale, si può procedere a una sostituzione.

    Ecco la lista dei convocati per Francia 2016:

    Portieri: Buffon (Juve), Marchetti (Lazio), Sirigu (Psg);

    Difensori: Barzagli (Juve), Bonucci (Juve), Chiellini (Juve), Darmian (Manchester United), De Sciglio (Milan), Ogbonna (West Ham).

    Centrocampisti: Bernardeschi (Fiorentina), Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), El Shaarawy (Roma), Florenzi (Roma), Giaccherini (Bologna), Sturaro (Juventus), Thiago Motta (Psg), Parolo (Lazio).

    Attaccanti: Eder (Inter), Immobile (Torino), Insigne (Napoli), Pellè (Southampton), Zaza (Juve).

    Riserve: Zappacosta (Torino), Rugani (Juventus), Benassi (Torino)

  • Gioia Blanca, il Real Madrid conquista la Champions

    Gioia Blanca, il Real Madrid conquista la Champions

    Il Real Madrid alza al cielo di San Siro la Champions League 2015/16, la Undecima nella storia dei Blancos. 

    La storia si ripete e l’Atletico di Diego Simeone non riesce a vendicarsi del k.o. subito a Lisbona nel 2014 e forse stasera fa ancora più male. Se due anni fa infatti i Colchoneros avevano subito la beffa del pareggio nel recupero, crollando poi nei supplementari contro un Real che comunque aveva fatto a tratti la gara, in questa finale l’Atletico è andato sotto, ha fallito un rigore, ha rimontato un avversario non certo irresistibile ma poi si è arreso ai calci di rigore con il legno colpito da Juanfran che ha consegnato sui piedi di un acciaccato Cristiano Ronaldo il match point ed ovviamente Cr7 non ha fallito.

    Zinedine Zidane entra così nel ristretto cerchio di quei tecnici capaci di aver vinto la Champions sia da calciatore che da allenatore.

    Veniamo al racconto della gara.

    Nessuna sorpresa per Zidane che schiera i suoi con il 4-3-3 con Ramos-Pepe coppia centrale, con Casemiro a centrocampo insieme a Kroos e Modric e con la classica BBC, Bale, Benzema e Cr7, in attacco. Simeone sciogli gli ultimi ballottagi dando una maglia da titolare a Savic e Augusto Fernandez. In avanti la coppia d’oro Griezmann-Torres.

    La partenza del Real è ottima e dopo una parata di Oblak su Benzema al 5°, i Blancos passano con il tocco sottoporta, in posizione dubbia, di Sergio Ramos, ancora lui, al quarto d’ora. La reazione dei colchoneros è blanda e gli uomini di Zidane controllano la prima frazione di gioco.

    Nella ripresa Simeone inserisce Ferreira Carrasco per un Fernandez decisamente negativo. Passano solo due minuti e Pepe commette un fallo ingenuo su Torres, Clattenburg fischia il rigore ma Griezmann centra la traversa. L’Atletico Madrid però ha tutt’un altro spirito e si getta alla ricerca del pareggio, rischia tantissimo specialmente al 78°, con un salvataggio sulla linea, ma poi al 79° trova il pari con Carrasco bravo a trovare il tap-in vincente. Si va ai supplementari.

    Cr7 non sta bene ma il Real non ha più cambi, l’Atletico ha più freschezza ma il risultato non cambia e così per decidere il vincitore servono i calci di rigore.

    Dal dischetto i primi 4 rigoristi per squadra sono perfetti, poi tocca a Juanfran che colpisce il palo. Il rigore decisivo è sui piedi di Cristiano Ronaldo, il portoghese riscatta l’opaca serata andando a gonfiare la rete alle spalle di Oblak, regalando la gioia a tutti i tifosi del Real Madrid. 

     

    REAL MADRID – ATLÉTICO MADRID 6-5 d.c.r. (1-1 d.t.s 15° Ramos (R), 78° Carrasco (A))

    Real Madrid (4-3-3): Navas; Carvajal (52° Danilo), Pepe, Ramos, Marcelo; Kroos (72° Isco), Casemiro, Modrić; Bale, Benzema (77° Lucas Vazquez), Ronaldo.

    Allenatore: Zidane.

    Atlético Madrid (4-4-2): Oblak; Juanfran, Godín, Savic, Filipe Luís (109° Lucas Hernández); Saúl Ñíguez, Gabi, Augusto Fernández (46° Carrasco), Koke (116° Partey); Griezmann, Torres.

    Allenatore: Simeone.

    Arbitro: Clattenburg (Inghilterra)

    Ammoniti: Carvajal (R), Navas (R), Casemiro (R), Ramos (R), Danilo (R), Pepe (R), Torres (A), Gabi (A).

    Sequenza rigori: Lucas Vazquez (R) GOL, Griezmann (A) GOL, Marcelo (R) GOL, Gabi (A) GOL, Bale (R) GOL, Saúl Ñíguez (A) GOL, Ramos (R) GOL, Juanfran (A) PALO, Ronaldo (R) GOL.

  • Calcio Femminile: l’analisi di Mattia Martini

    Calcio Femminile: l’analisi di Mattia Martini

    La stagione di Serie A di calcio femminile ha chiuso i battenti solo qualche giorno fa e per fare un resoconto sul campionato appena concluso, ci siamo rivolti a Mattia Martini, grande conoscitore del calcio femminile, manager e consulente di calciomercato in Italia ed esperto anche di calcio estero.

    Ciao Mattia, iniziamo questa chiacchierata analizzando la stagione appena conclusa. Molti lo hanno definito come uno dei campionati più belli ed intensi degli ultimi anni, il Brescia ha vinto, il Verona è in Champions, verdetti giusti?

    Uno dei più coinvolgenti, appassionanti, degli ultimi anni. Il Brescia ha legittimato tutta la propria dimensione di mattatrice italiana ed ha rinforzato il proprio profilo in ambito europeo, il Verona ha dato una prova di forza a tutta la Serie A, essendo la squadra più titolata d’Italia: chi è abituato a vincere affronta in maniera diversa certe situazioni e, pur con numerose problematiche, ha conquistato la Champions. I verdetti di un campionato sono sempre giusti.

    Quale squadra ti ha stupito maggiormente e quale invece non ha reso, a tuo parere, per le aspettative del precampionato?

    La Res Roma, su tutte, penso sia stata la squadra più abile ad interpretare il campionato. Nonostante la rosa corta e quasi completamente U19 ha espresso sempre il proprio credo calcistico ed ha ottenuto esiti importanti e positivi contro Big come Verona, Mozzanica e Tavagnacco. La delusione forse un po’ la piazza bergamasca… Chi ha un attaccante davanti da oltre 30 gol a stagione è chiamato a far di più di un quarto posto.

    Vittorio Veneto e Sudtirol salutano la Serie A dopo una sola stagione, è ancora così ampio il divario tra A e B, oppure il Luserna dimostra che anche le matricole possono riuscire a salvarsi?

    Nel calcio, sopratutto in un campionato, vince, va in Champions, si salva e scende chi merita e demerita. Se parlassimo di Coppa Italia potremmo tirare in causa molti fattori, ma in questo caso non è il caso. La differenza vi è ed è netta ed importante, però tranquillamente colmabile con il minimo sforzo numerico ed economico e la massima oculatezza in sede di calciomercato.

    Proviamo a costruire una top 11 di questo campionato, schierandole con un 4-3-3, scegliendo un portiere, due difensori centrali, due esterni, tre centrocampisti e tre attaccanti.

    “Ho preso visione tra Coppa Italia, Serie A e Champions League quasi a 41 partite, per cui penso di avere un’idea chiara nell’affermare:

    Porta: Ceasar (Brescia)

    Difensori Centrali: Linari (Brescia) – Gama (Brescia)

    Terzino destro: Guagni (Fiorentina)

    Terzino sinistro: Bartoli (Mozzanica)

    Centrocampisti: Cernoia (Brescia) – Carissimi (Verona) – Ek (Fiorentina)

    Attaccanti: Girelli (Brescia) – Giacinti (Mozzanica) – Caccamo (Fiorentina)

    Il Brescia ha disputato una buona Champions arrendendosi solo al Wolfsburg nei quarti di finale. Siamo ancora distanti dalle grandi d’Europa oppure pian piano si stanno facendo passi avanti?

    Il Brescia si è rivelata una squadra di dimensione e caratura europea, che ha fatto gioire l’Italia sino ai Quarti di Finale di Champions, eliminando in prima battuta il Liverpool, mettendo K.O. il Fortuna ed arrendendosi solo alla finalista Wolfsburg. Logico che chi investe di più, chi ha maggiore gettito economico, vince quasi sempre.
    Ad oggi l’Italia non ha gli stessi budget dei maggiori club europei. È un dato appurato.

    A proposito di Champions League, saranno proprio le tedesche del Wolfsburg a giocarsi la finale al Mapei Stadium, contro il Lione. Pensì sarà il momento delle francesi per prendersi la rivincita dopo il k.o. del 2012/13 oppure il Wolfsburg proseguirà la striscia di vittorie tedesche?

    Lione è d’altra categoria: numero uno vero, difesa che scappa quando puntata ed impeccabile nei movimenti coordinati, centrocampo di qualità ed interdizione, attacco da almeno due reti a partita.
    Quest’edizione della Champions la vedo tinta dei colori francesi.

    Facciamo un salto in avanti, nell’estate 2016 si disèuterà il torneo olimpico, vedi ancora gli Stati Uniti favoriti oppure Brasile ed europee potranno recitare il ruolo di temibili antagoniste?

    USA favoriti, ma attenzione alla Francia! Ad inizio anno, nella tournee in Nord America, ci dimostrò, proprio contro un avversario come la Germania, tutte le sue potenzialità, sia di gruppo, sia per i singoli talenti.

    Ritorniamo nei confini nazionali, vista la tua esperienza, ci vuoi dare qualche nome di giovani calciatrici italiane che potranno essere protagoniste in futuro?

    Se analizziamo le U19 abbiamo numerosissimi talenti, che, ahimè, dopo il Mondiale in Costa Rica U17, non hanno trovato più molto spazio nei club. A volte addirittura, quando infortunati, messi da parte.
    Bisognerebbe puntare più su questi talenti, sono il patrimonio del nostro calcio.
    Se dovessi porre all’attenzione un nome direi Giada Greggi, classe 2000, centrocampista della Res Roma. Di certa e sicura prospettiva.

  • Serie A Femminile: Brescia Campione, Verona secondo

    Serie A Femminile: Brescia Campione, Verona secondo

    La Serie A Femminile si è conclusa, il Brescia ha sconfitto di goleada, in trasferta il Riviera di Romagna, andando così a bissare lo storico scudetto del 2013/14.

    Alle spalle delle Leonesse è arrivato il sorpasso, proprio all’ultima curva, da parte del Verona che ha fatto suo lo scontro diretto contro la Fiorentina conquistando il secondo posto ed il conseguente accesso alla prossima Champions League.

    Vivacissima anche la lotta salvezza che ha visto Res Roma, vincente per 1-0 contro il Mozzanica, e Luserna, 2-0 a Bari, garantirsi la permanenza nella massima serie a danno proprio della Pink Bari e del Vittorio Veneto, ko a Tavagnacco, che vanno a far compagnia in Serie B alle già retrocesse Riviera di Romagna e Sudtirol.

    Dunque è ancora una volta il Brescia a far festa, alle ragazze di Milena Bertolini sarebbe bastato un pareggio per garantirsi la matematica certezza del titolo ma le Leonesse hanno messo subito le cose in chiaro grazie alla doppietta di Girelli tra il 27° ed il 34°. Nella ripresa sono arrivate anche le doppiette di Sabatino e Tarenzi, oltre ai gol di Bonansea e Serturini, ed un rigore parato da Marchitelli, per il definitivo 8-0.

    Non si fa però solo festa a Brescia ma anche a Verona con le gialloblù che sono riuscite nell’incredibile sorpasso ai danni della Fiorentina vincendo proprio lo scontro diretto con le viola. Un successo che sembrava totalmente in ghiaccio quando Bonetti al 58° andava ad aggiungere la sua firma tra i marcatori, oltre a Pirone e Ledri a segno nel primo quarto d’ora. La Fiorentina però ha tirato fuori tutto l’orgoglio andando ad accorciare con Vicchiarello e Panico. Reazione però tardiva, i tre punti sono andati al Verona che può così gioire per la partecipazione alla prossima Champions League.

    Senza obiettivi di classifica, San Zaccaria tranquillo e Sudtirol già retrocesso, le due compagini hanno dato vita ad un match frizzante concluso sul 3-3 con le romagnole sempre a rimontare i tre vantaggi del Sudtirol.

    La Res Roma blinda la salvezza con la rete di Palombi che stende un Mozzanica con la testa ormai alla Coppa Italia.

    Crolla il Vittorio Veneto che subisce una pesantissima manita a Tavagnacco e saluta la Serie A. 

    Serie A che vedrà al via anche nella prossima stagione il Luserna capace di imporsi per 2-0 a Bari e condannando così le pugliesi alla retrocessione.

     

    RISULTATI 22° ED ULTIMA GIORNATA SERIE A FEMMINILE

    BARI 1908 PINK – LUSERNA 0-2 (32° D’Ancona, 88° Cantoro)

    RES ROMA – MOZZANICA 1-0 (24° Palombi)

    RIVIERA DI ROMAGNA – BRESCIA 0-8 (27°, 34° rig. Girelli, 48°, 73° Sabatino, 55°, 58° Tarenzi, 80° Bonansea, 83° Serturini)

    SUDTIROL – SAN ZACCARIA 3-3 (27° rig Tonelli (Su), 32° Tucceri Cimini (Sa), 43° Pasqualini (Su), 55° Montalti (Sa), 64° Menegoni (Su), 73° Cimatti (Sa))

    TAVAGNACCO – VITTORIO VENETO 5-0 (9° Camporese, 32° Zuliani, 38° rig. Parisi, 40° Del Stabile, 88° Paroni)

    VERONA – FIORENTINA 3-2 (2° Pirone (V), 14° Ledri (V), 58° Bonetti (V), 70° rig. Vicchiarello (F), 88° Panico (F))

     

    CLASSIFICA FINALE SERIE A FEMMINILE

    BRESCIA 55, VERONA 50, Fiorentina 49, Mozzanica 44, Tavagnacco 41, San Zaccaria 26, Luserna e Res Roma 22, VITTORIO VENETO 18, BARI 1908 PINK 16, RIVIERA DI ROMAGNA 15, SUDTIROL 13