Categoria: Calcio

  • Kenan Yildiz e Matias Soulé sarà la coppia della Juve del futuro?

    Kenan Yildiz e Matias Soulé sarà la coppia della Juve del futuro?

    La partita di Coppa Italia tra Juventus e Frosinone mette di fronte Kenan Yildiz e Matias Soulé, le due stelline più brillanti del progetto “Next Gen” della società bianconera.

    Yildiz ha impressionato con un rapido sviluppo, segnando gol cruciali per la Juventus nelle ultime settimane. Il suo impatto è stato così significativo che persino il tecnico Allegri lo ha preferito a giocatori più consolidati in alcune partite. D’altro canto, Soulé ha avuto una stagione di consacrazione al Frosinone, con numerose presenze, gol e un atteggiamento da leader tecnico riconosciuto dal suo allenatore Di Francesco e dai suoi compagni di squadra.

    Il futuro sembra essere roseo per entrambi ma potranno coesistere insieme con la maglia bianconera? Se il futuro di Kenan Yildiz, grazie anche il rinnovo fino al 2027, sembra essere sicuro in maglia bianconera quello di Soulé è ancora incerto, con voci di mercato che lo circondano. Nonostante le offerte giunte, la Juventus ha deciso di lasciarlo concludere la stagione al Frosinone ma in estate potrebbero riaprirsi altre opportunità.

    Soulé potrebbe rappresentare un’alternativa a Yildiz come seconda punta, ma la sua adattabilità a diverse posizioni potrebbe essere limitata dal sistema di gioco attuale della Juventus. Ci sono speculazioni su un possibile cambio di formazione a favore di entrambi, ma nulla è certo.

    In sintesi, il futuro della giovane promessa della Juventus dipenderà dalle decisioni tattiche dell’allenatore e dalle dinamiche del mercato calcistico estivo.

  • Sven-Göran Eriksson Rivela la Sua Battaglia contro il Cancro: Il Percorso dell’Ex Allenatore della Lazio

    Sven-Göran Eriksson Rivela la Sua Battaglia contro il Cancro: Il Percorso dell’Ex Allenatore della Lazio

    Sven-Göran Eriksson, l’ex allenatore storico della Lazio, ha rivelato in un’intervista alla radio svedese P1 di essere affetto da cancro. L’allenatore, leggenda del calcio, ha condiviso la notizia dopo un evento che ha cambiato la sua vita.

    Eriksson, all’età di 75 anni, ha raccontato come ha scoperto la sua malattia in circostanze scioccanti. “Durante una corsa di cinque chilometri, sono collassato improvvisamente”, ha detto. Un esame medico successivo ha rivelato non solo un recente ictus ma anche la presenza di un tumore. “Nel migliore dei casi, mi resta un anno di vita, ma potrebbe essere anche meno”, ha aggiunto con tristezza.

    Con una carriera gloriosa alle spalle, inclusa la vittoria dello scudetto con la Lazio, Eriksson affronta ora la sfida più dura della sua vita. Il mondo del calcio si stringe attorno a lui in questo momento difficile.

  • Juve, sia meno popolare e più popolana

    Juve, sia meno popolare e più popolana

    A pochi giorni dall’inizio ufficiale del mercato, per la Juve, si accostano tanti nomi ma manca quello del suo 12mo uomo in campo.

    E’ ormai qualche anno che lo Juventus Stadium o “Allianz Arena” non fa più paura a nessuno, lo stadio della Juve ha visto squadre di qualsiasi caratura che non sentono il peso del campo.

    Sfacciatamente le avversarie aggrediscono la Vecchia Signora che per nove anni ha dominato la Serie A. Se il primo impatto è stato di riverenza, nei confronti della squadra più popolare d’Italia, la fase successiva degli avversari è stata, all’abbassarsi troppo del team di Massimigliano Allegri, di aggressione e che ha strappato molti punti tra le mura amiche alla Juve.

    Un’involuzione tecnica della squadra c’è stata, anche se i nomi tra le fila bianconere sono tutti comunque di prim’ordine, pur vero è che le crisi singole di vari giocatori e alcuni malumori di spogliatoio durante la stagione non hanno aiutato, però manca quel quid in più che spesso aiuta le squadre, soprattutto in casa, a sopperire a quel deficit momentaneo durante la partita o a dare quella carica in più per affrontare certe partire senza perdere la concentrazione. Manca l’urlo della folla e il pathos di chi aspetta tutta la settimana per vedere i suoi idoli superare l’ostacolo e manca il suo motore trainante, la Curva Sud della Juve.

    Sciarpata dei tifosi della Juve.
    Sciarpata dei tifosi della Juve in Curva Sud.

    Sono tanti i fattori che hanno promosso questo stacco tra il tifo caldo e la squadra e tutto è iniziato proprio quando la società ha deciso di puntare tutto sulla sua popolarità e sul suo merchandising lasciando stare gli “affari di cuore” che rendevano la Juve di lignaggio nobile ma di linguaggio popolano. Tutto è cominciato proprio con il bagno di folla all’innaugurazione del nuovo stadio della Juve dove la nuova presidenza Agnelli radunava i suoi accoliti per trasformarli in spendaccioni clienti. Attenzione, la Juventus è una società quotata in borsa che vive di entrate ed uscite legate allo sport ed alle prestazioni sportive quindi non si sta criticando un’azienda che a casa ha portato ammirevoli risultati sia sportivi che economici ma si vuole puntare il dito in quello che non sta più funzionando rispetto al passato e che ha radici vecchie di ormai undici anni.

    Il nuovo stadio della Juve ha iniziato a creare spaccature proprio nella suddivisione degli spazi comuni, la scelta di una sola curva assegnata al tifo organizzato ha portato inevitabilmente a un compromesso tra i gruppi storici che hanno anche estradizione territoriale e nascita diversa tra loro, ma questo nei primi anni non ha creato alcun problema, nonostante durante l’anno della Serie B e la convivenza temporanea al Comunale avesse lasciato qualche strascico.

    Con lo Juventus Stadium sono arrivati negli anni in sequenza, un rincaro degli abbonamenti per i tifosi popolari della Juve mostruoso (dalla stagione 2011/12 abbonamento in curva a 270 euro fino alla stagione 2020/21 arrivati a 700 euro), una strategia commerciale dal “portafoglio sanguinolento” per chi volesse seguire la squadra in trasferta per l’Europa con la gestione di un tour operator partner commerciale per nulla a buon mercato. Certo i risultati sportivi ci sono, i nomi famosi sono arrivati (Ronaldo su tutti) e il tifoso medio ha sempre aperto il portafoglio per seguire la squadra ma sempre più saltuariamente oppure come in molti casi anche abbonandosi e rivendendo poi i singoli tagliandi per recuperare qualcosa con il cambio nominativo.

    Dallo scandalo dell’inchiesta “Last Banner” e le successive condanne è poi cambiato tutto, il rapporto già complicato tra le tifoserie della Juve e la società si è ulteriormente inasprito arrivando quasi al reciproco silenzio. L’impossibilità di introdurre striscioni, bandieroni, tamburi, megafoni e tutto il materiale che permette ai gruppi organizzati di sostenere la propria squadra è stato come rendere un bravissimo tenore improvvisamente afono. Non basta mettere la musica e fare il gioco di luci prima delle partite o giocare con l’impianto audio dell’Allianz Arena per creare quell’atmosfera da “fiato sul collo” che è in grado di sovverchiare gli esiti delle partite, non basta nel silenzio assordante di un teatro asettico pensare di vincere le partite grazie alle sgroppate di uno svogliato Pallone D’oro, ci vuole la passione tramutata a condottiero che ti urla sul collo cosa fare, un unisono di voci che per mano ti portano alla vittoria. Questo era il tifo bianconero, che in passato nel buio e l’immensità del Camp Nou trascinava Amoruso, Zalajeta e compagni decimati a sbancare Barcellona o che trascinano 20000 juventini a Bari per l’lultima partita di campionato che vale lo scudetto mentre già si stanno addensando le terribili nubi di calciopoli.

    Il principale oggetto del desiderio dei tifosi della Juve è il ritorno di Paul Pogba.
    Paul Pogba, il suo ritorno sarebbe gradito ai tifosi della Juve

    Poi viene la questione sportva, alla Juve certo la popolarità piace, piace sfruttarla anche per fare mercato e far girare i nomi alle varie testate, ma cominciamo da quello che a fronte di opportunità commerciali colte ha perso invece il “cuore”. Il tecnico attuale è succeduto ad Andrea Pirlo uno che il pubblico teneva in palmo di mano, mentre Max Allegri, a cui non vanno addossate tutte le colpe societarie, è divisivo per antonomasia. Gli juventini sanno che se un top player va via ne è già pronto un altro, negli ultimi anni sono andati via giocatori che toccavano il cuore dei tifosi ma sono arrivate solo opportuità commerciali e merchandising. Il colpo Pogba può aiutare a rimettre un po’ di vernice fresca e riesumare ricordi ma serve il ritornare a credere in nuovi idoli. Bene lo snellimento del peso ingaggi ma serve pompare il cuore con nuova linfa juventina non riappesantire il portafoglio con un Di Maria che a 34 anni fa le bizze. Andasse via De Ligt, come le sirene londinesi sussurrano, serve un immediato innesto di pari qualità ed un restyling utile ad Allegri per fare il suo gioco e non per gestire le situazioni, la Juve deve crearle le situazioni agli avversari non subirle e adattarsi.

    In questi giorni leggiamo di Arrivabene che precisa la posizione societaria, il non voler tornare indietro, il voler continuare ad avere un teatro aperto privo di passione per la paura di aver a che fare con tifosi che possano mettere sotto scacco la società. Ma la Juve ha un servizio di sicurezza interno eccellente, ha la capacità e la forza di isolare e non far entrare in casa sua eventualmente chi trascende e allora scelga lei gli interlocutori, sappia parlare con i suoi tifosi e sappia trovare il modo per restutuire al popolo l’arena esattamente come fanno tutte le altre società o come piace chiamarle alla Juve gli altri competitor. Potrebbe essere il più importante colpo di mercato della Juve, quello che da popolare civettuola di corte la riporterebbe ad essere cortigiana del popolo che sa far paura ai nobili di corte perché dietro di sè ha, prima dei nomi in campo, il favore del popolo.

  • Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    Raoul Bellanova, salvezza Cagliari sognando la Juve

    L’esterno del Bordeaux, Raoul Bellanova, in prestito al Cagliari lotta con i suoi compagni fino all’ultima giornata per convincere madama e giocarsi il futuro in bianconero.

    Non può certo essere passata inosservata, ai dirigenti juventini, l’ottima prova fornita da Raoul Bellanova in occasione della sfida tra Cagliari ed Inter. Per il Cagliari certo si trattava di una partita fondamentale per il diffcile compito di centrare la salvezza in Serie A mentre per l’Inter si trattava di un passaggio quasi formale in una tappa di provincia. tant’è che i nerazzurri hanno dovuto faticare per passare indenni dalla Sardegna e continuare così la difficile rincorsa ai cugini del Milan. Epilogo che si chiuderà domenica prossima con l’assegnazione dello scudetto o a San Siro o al Mapei Stadium.

    Altro epilogo che andrà a concludersi è quello relativo proprio alla salvezza, dove a giocarsi l’ultimo posto disponibile per la permanenza in Serie A sono la Salernitana e proprio il Cagliari di Raoul Bellanova, la prima affronterà l’Udinese in casa mentre i sardi saranno ospiti del Venezia che da quando avuto la matematica certezza della retrocessione ha creato molti grattacapi agli avversari di turno ultimamente.

    L’esterno di proprietà del Bordeaux ma in prestito al Cagliari in questa stagione Raoul Bellanova con la Nazionale Under 21

    Raoul Bellanova nasce a Rho in Brianza e cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan, classe 2000 nel 2019 si trasferisce in Francia. Approda prima alla corte del Bordeaux con il quale ha un contratto valido fino al 2023 e poi in prestito torna in patria dove milita prima nel Pescara, poi nell’Atalanta e quest’anno nel Cagliari. durante il suo percorso di formazione indossa inoltre tutte le casacche azzurre delle varie Under, dalla Under 15 all’Under 21 dove proprio quest’anno entrerà “fuori quota”.

    Proprio oggi, giorno del suo ventiduesimo compleanno la società sarda, attraverso il profilo social Instagram del Cagliari celebra l’esterno destro facendogli gli auguri.

    Raoul Bellanova sta per concludere, in ogni caso, una stagione dal punto di vista personale che lo ha consacrato quale astro del futuro sia azzurro che della Serie A, da capire quali possano essere le intenzioni del Bordeaux ma di certo la volontà del ragazzo lombardo sembra essere molto chiara, restare a giocare per la massima serie del suo paese, anche se non si preclude alcuna destinazione futura.

    Raoul bellanova in azione con la maglia del Cagliari

    Prima di firmare per il Bordeaux, Raoul Bellanova era stato avvicinato da diversi club che erano interessati alla crescita del ragazzo, Manchester City, Tottenham, Bologna, Sampdoria e anche proprio la Juventus che dopo questa stagioe sembra essersi convinta fiinalmente a provare la “zampata” vincente per accaparrarsi il gioiellino italiano.

    Veloce, scattante e dalla spiccata attitudine fluidificante, Raoul Bellanova sembra avere il profilo perfetto per l’operazione di rinverdimento che deve fare la Juventus nei prossimi anni, a cominciare anche da quella fascia occupata da un De Sciglio che nelle ultime stagioni non sembra più essere lo stesso con tanti, troppi errori marchiani compiuti. Al contrario Bellanova si è giocato le sue carte in piena regola mettendo in discussione il posto di Goldaniga e collezionando ad oggi 30 presenze con la maglia rossoblù. In azzurro con la Under 21 non è andata diversamente con 21 presenze, 2 assist ed un goal.

    Per la Juventus si potrebbe trattare di un’operazione low cost in quanto il cartellino di Raoul Bellanova si dovrebbe aggirare intorno agli 8-9 milioni di euro che potrebbero essere inferiori venendo appesantiti della retrocessione del Cagliari che inevitabilmente tirerebbe giù la cifra. inoltre per madama si tratterebbe di un tradizionale investimento sul calcio italiano giovanile, in linea con la sua filosofia storica di fare calcio.

    La scadenza del contratto con il Bordeaux fissata nel 2023 cade a fagiolo e sembra dichiarare la prosima sessione di mercato quella buona per chiudere l’affare per la Juve.

  • Serie A, Sassuolo-Milan è sold out dopo 20 minuti di prevendita.

    Serie A, Sassuolo-Milan è sold out dopo 20 minuti di prevendita.

    In Serie A domenica prossima saranno 90 minuti di passione e la febbre inizia già a salire per la lotta allo scudetto con la prevendita dei biglietti per Sassuolo-Milan letteralmente bruciata.

    L’ultima giornata di Serie A sarà per “cuori forti” non c’è dubbio, a novanta minuti dalla chiusura della massima serie mancano tasselli importanti tra cui quello fondamentale della lotta al titolo. Il Milan forte della bella vittoria casalinga sull’Atalanta non può permettersi un passo falso contro il Sassuolo al Mapei Stadium, mentre l’Inter dovrà vedersela con la già salva Sampdoria tra le mura amiche. Entrambe le avversarie delle pretendenti al titolo a loro volta arrivano da due prestazioni convincenti e vittoriose.

    La 37ma giornata di Serie A infatti ha visto la Sampdoria sbarazzarsi agevolmente della Fiorentina a Marassi con un sonoro 4-1 per i liguri, mentre il Sassuolo che faceva visita al Bologna ha strapazzato i rossoblù con un netto 1-3, per entrambe le formazioni prossime antagoniste di Inter e Milan non esiste alcun assillo di classifica e il fatto di poter giocare con la mente sgombra da qualsiasi preoccupazione potrebbe fare la differenza per il destino dello scudetto.

    Sassuolo-Milan, è sold out per il match scudetto in Serie A

    Visti i risultati dunque dell’ultima giornata di Serie A diventa veramente un rebus capire a chi vadano i favori del pronostico per la vittoria finale. Prima di tutto perché l’Inter, che ha un impegno sulla carta più agevole dal momento che avrà San Siro a disposizione e l’abbraccio dei suoi tifosi tra le “mura amiche” non è passata così indenne come sembra da Cagliari. Una partita non proprio facile e condita da alcune polemiche per un tocco di braccio galeotto di Dumfries che ha rinvigorito le polemiche sull’operato del VAR in questa stagione. In seconda battuta poi c’è da considerare il Milan, che è stato una costante per tutto l’anno e nonostante non sembrasse così attrezzata nel “percorso lungo” e a tappe del campionato di Serie A invece si è dimostrata solida e concentrata sull’obiettivo finale.

    Sarà una vera e propria onda rossonera ad invadere il Mapei Stadium per l’ultima giornata di Serie A.

    Poi da considerare c’è l’effetto entusiasmo ritrovato dei tifosi rossoneri, dopo poche ore dall’inizio della prevendita dei biglietti per la partitissima con il Sassuolo al Mapei Stadium sono arrivate a 90000 le richieste per i tagliandi da Milano. Una vera e propria onda rossonera vuole raggiungere la squadra a Reggio Emilia tanto da mandare da subito in tilt il canale di prevendita e da rinvigorire i canali alternativi di vendita come il sito Viagogo, che batte i primi prezzi dei biglietti a 1000 euro. Il Comune di Milano sta valutando se creare un’area rossonera in città dove poter trasmettere la partita sui maxi schermi, ma come fare se in contemporanea gioca proprio l’Inter a San Siro?

  • Jake Daniels, da Blackpool il coraggio rende liberi.

    Jake Daniels, da Blackpool il coraggio rende liberi.

    Il giovanissimo attaccante del Blackpool Jake Daniels segue l’esempio di Josh cavallo e dopo il debutto in Championship fa coming out.

    Jake Daniels, 17 anni e recente esordiente tra i professionisti con la squadra del Blackpool Fc diventa il primo calciatore in attività a fare coming out nel Regno Unito, a distanza di una settimana dal suo debutto in campo, attraverso un’intervista rilasciata a Sky Sport UK e pubblicata dalla società trova il coraggio di dichiarare la sua omosessualità.

    Attraverso i canali social del Blackpool Fc, Daniels attraverso una lettera ai tifosi si racconta.

    Credo che questo sia il momento giusto, mi sento pronto a raccontare la mia storia.

    Jake Daniels durante l’intervista per Sky sport Uk

    Nel raccontare ed aprirsi ai tifosi Daniels ringrazia i compagni per il sostegno ricevuto e di riflesso la società che gli ha dato l’opportunità di togliersi un peso inconfessato finora e che ha minato nel tempo anche la sua crescita come uomo:

    Ho persino avuto una fidanzata per un po’ di tempo, così da far credere ai miei amici che fossi etero, ma si trattava di una menzogna faticosa. A scuola tutti mi chiedevano se fossi gay ma io negavo perché non mi sentivo pronto.

    Nell’intervista, il diciassettenne inglese, emozionato, quasi a scusarsi anche per aver mentito in tutto questo tempo, segno che ancora a livello culturale, anche in un paese con una mentalità aperta come l’Inghilterra, vivere la propria omosessualità sia ancora un tabù per molti insormontabile. Racconta per esempio che dopo essersi dichiarato con i famigliari il giorno dopo ha realizzato ben quattro gol contro l’Accrington a testimonianza del peso che si era tolto.

    Quando è iniziata la stagione volevo dimostrare chi ero come calciatore, e ci sono riuscito. Restava un’ultima cosa da fare, ora la gente lo sa, e posso vivere la mia vita, come preferisco.

    Daniels, classe 2005, ha debuttato proprio lo scorso week end nella sfida vinta per 5-0 contro il Peterborough in Championship dopo aver firmato il suo contratto da professionista che lo lega al Blackpool. Prima di questo aveva realizzato 30 reti con la squadra Under 18 dimostrando il suo potenziale come attaccante.

    Apprezzamenti e sostegno, in modo trasversale, sono arrivati da tutto il mondo del calcio inglese, da Gary Nevill a Rio Ferdinand sono arrivati attestati di stima per il coraggio dimostrato e la stessa Premier League ha scritto: “Samo al fianco di Jake e crediamo che il calcio sia per tutti” e la Federcalcio inglese ha definito il calciatore come un’ispirazione per tutti.

    Fino al coming out di Jake Daniels di questi giorni, dagli anni ’90 con le rivelazioni di Justine Fashanu avvenute però già a carriera finita, solo Thomas Hitzlsperger e Thomas Beattie avevano dichiarato la propria omosessualità sempre dopo aver smesso di giocare però. Mentre Josh Cavallo, 22 anni dell’Adealaide United, proprio prima dell’inizio della stagione in A-League ad ottobre aveva fatto coming out divenendo l’unico calciatore attualmente in attività ad essersi dichiarato gay.

  • Sorteggi Champions, inizia la corsa verso la finale di San Pietroburgo

    Sorteggi Champions, inizia la corsa verso la finale di San Pietroburgo

    Sorteggi Champions dal gusto dolce amaro e con nostalgia e ricordi e soprattutto diverse sfide revival.

    Sono passati 12 mesi ma per l’Inter sembra quasi una replica di quello che i Sorteggi Champions avevano sancito la scorsa stagione, i nerazzurri troveranno nuovamente il Real Madrid e lo Shakhtar Donetsk ed insieme a spagnoli ed ucraini ci saranno gli esordienti moldavi dello Sheriff Tiraspol. I tifosi dell’Inter si augurano in un esito diverso rispetto al 4° posto dello scorso anno.

    Piccola curiosità, nel girone D ci saranno tre allenatori italiani su quattro: Inzaghi (Inter), Ancelotti (Real Madrid), De Zerbi (Shakhtar).

    Ci saranno i Campioni d’Europa del Chelsea, rinforzati dall’arrivo di Lukaku, sulla strada della Juventus. Insieme ai bianconeri nel gruppo H ci saranno i russi dello Zenit San Pietroburgo e gli svedesi del Malmoe, prima squadra affrontata in Champions da Allegri nella prima esperienza sulla panchina della Juve. Precedenti sostanzialmente positivi contro le tre avversarie.

    Poteva andare meglio, poteva andare peggio per l’Atalanta, i Sorteggi Champions di Istanbul tutto sommato hanno piazzato la Dea in un girone complicato ma non impossibile. La compagine di Gasperini dovrà vedersela con le due finaliste della scorsa Europa League: il Villarreal ed il Manchester United. Il gruppo è completato dagli svizzeri dello Young Boys che paiono esser la squadra più debole del raggruppamento.

    Gruppo davvero difficilissimo per il Milan, ma paradossalmente i Sorteggi Champions potevano esser anche peggiori per i rossoneri. Gli uomini di Pioli si troveranno ad affrontare l’Atletico Madrid, ultima squadra affrontata nella propria storia in Champions League, il Liverpool che porta il ricordo della cocente delusione di Istanbul ma anche della rivincita di Atene ed il Porto che è squadra assolutamente da non sottovalutare.

    Negli altri gironi spicca il gruppo A che vedrà lo scontro tra le due corazzate Manchester City e Psg.

    Altra grande sfida sarà Bayern Monaco e Barcellona, i sorteggi Champions le hanno accoppiate nel gruppo F insieme a Benfica e Dinamo Kiev.

    Riepilogando il tutti quindi un 4 su 4 pare complicato ma non impossibile, Juventus ed Inter sembrano le due squadre che possono ottenere il pass per gli ottavi. Sicuramente non impossibile la missione dell’Atalanta, occhio però a sottovalutare il Villarreal. Decisamente più difficile la situazione del Milan, Atletico e Liverpool sembrano superiori ma i rossoneri hanno dalla loro due fattori, il Dna Europeo e soprattutto niente da perdere.

    I risultati dei Sorteggi Champions | © UEFA

    RIEPILOGO SORTEGGI CHAMPIONS LEAGUE 2021/22

    Gruppo A: Manchester City, Psg, Lipsia, Bruges

    Gruppo B: Atletico Madrid, Liverpool, Porto, Milan

    Gruppo C: Sporting Lisbona, Borussia Dortmund, Ajax, Besiktas

    Gruppo D: Inter, Real Madrid, Shakhtar Donetsk, Sheriff Tiraspol

    Gruppo E: Bayern Monaco, Barcellona, Benfica, Dinamo Kiev

    Gruppo F: Villarreal, Manchester United, Atalanta, Young Boys

    Gruppo G: Lille, Siviglia, Salzburg, Wolfsburg

    Gruppo H: Chelsea, Juventus, Zenit, Malmoe

  • Le favorite per la vittoria dell’Europeo

    Le favorite per la vittoria dell’Europeo

    Gli Europei di calcio sono iniziati da qualche giorno e cresce l’interesse dei tifosi italiani nei confronti di una competizione che non vede l’Italia vincente da 63 anni, da quando Facchetti, Riva e Anastasi, all’esito di una cavalcata trionfale, riuscirono a vincere il primo e unico titolo europeo della nostra storia nella finale disputata all’Olimpico di Roma contro la Jugoslavia. Quest’oggi andremo a vedere quali sono le favorite della vigilia per la vittoria finale di una rassegna che si preannuncia più equilibrata che mai.

    L’Italia torna tra le squadre da battere

    Dopo anni difficili, culminati con la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, l’Italia di Roberto Mancini torna a far sognare i tifosi. Gli azzurri da due anni a questa parte hanno cambiato marcia e sono tornati a essere una delle migliori selezioni al mondo, sia in termini di gioco espresso che in termini di risultati raggiunti. Dopo la vittoria del girone di qualificazione degli Europei, la qualificazione alle Final Four di Nations League, le tre vittorie di fila nelle prime tre partite nei gironi di qualificazione ai prossimi Mondiali in Qatar, l’Italia di Roberto Mancini è tornata al 7° posto del Ranking FIFA e ora sogna di fare qualcosa di grande nella rassegna continentale che in parte si terrà anche in Italia.

    Il Belgio cerca il primo titolo della propria storia

    Sono diverse le favorite della vigilia e il Belgio è sicuramente una di queste. Sono anni ormai che le furie giallorosse sono nei primi posti del Ranking FIFA e si presentano a questi Europei come la prima squadra al mondo nel Ranking. Un risultato importante che però deve essere la base da cui partire per portare a casa il primo titolo internazionale. C’è il rischio concreto che questa generazione di fenomeni resti incompiuta e i vari De Bruyne, Mertens, Hazard e Lukaku sono chiamati a compiere il definitivo salto di qualità. Il percorso dei giallorossi partirà dal Girone B in cui l’Euro Belgio dovrebbe vincere senza particolari difficoltà il raggruppamento con Russia, Finlandia e Danimarca.

    La Francia è la favorita numero uno

    La principale indiziata per la vittoria finale è però la Francia, Campione del Mondo in carica e infarcita di una quantità spropositata di talento. Pogba, Kanté, Varane, Mbappé e Griezmann sono i giocatori maggiormente rappresentativi della selezione transalpina che in questa edizione potrà contare anche sulle prestazioni di Karim Benzema, al ritorno in Nazionale dopo sette anni di esilio dopo la brutta vicenda che lo vide coinvolto con alcuni ex compagni di spogliatoio. Ora Deschamps sogna di poter replicare il successo di tre anni fa nella rassegna iridata e la sensazione è che questa Francia abbia a propria disposizione tutti i mezzi per entrare ulteriormente nella storia del calcio europeo.

    Italia, Francia e Belgio sono tra le principali indiziate per la vittoria finale dei prossimi Europei, ma non inserire Portogallo, Spagna, Inghilterra e Germania all’interno della lista delle possibili vincitrici sarebbe sbagliato. Da appassionati di questo sport non ci resta altro da fare che accomodarci e goderci lo spettacolo che le migliori selezioni d’Europa metteranno in scena.

  • Il Chelsea fa festa, è tutto”Blues” il cielo di Porto

    Il Chelsea fa festa, è tutto”Blues” il cielo di Porto

    La notte di Porto si colora di Blues, un gol di Havertz nel finale di primo tempo regala al Chelsea di Thomas Tuchel la Champions League 2020/21.

    Un grande successo per la squadra londinese che ha sconfitto il Manchester City di Guardiola che da molti era dato come nettamente favorito alla vigilia.

    La partita ha detto decisamente altro, il City non è riuscito ad imporre il proprio gioco, si è salvato quando Werner ha fallito due gol nei primi minuti ma è capitolato sul finale di tempo quando Mount ha servito un filtrante perfetto ad Havertz che ha superato Ederson e depositato in rete.

    Nella ripresa non sono bastati nemmeno gli ingressi di Gabriel Jesus ed Aguero per impensierire Mendy, anzi è sto Pulisic ad avere e fallire la palla del possibile k.o.

    L’errore dell’americano però non è pesato, dopo 7 minuti di recupero, al triplice fischio di Lahoz è stata festa per il Chelsea e grande delusione per il City.

    Tuchel diventa così il terzo allenatore tedesco di fila a vincere la Champions League dopo Klopp e Flick.

    Protagonista assoluto della gara è stato Kantè, il centrocampista francese ha giocato la partita perfetta, ha saputo chiudere tutti i varchi sulle avanzate dei Citizens e allo stesso tempo ha saputo riavviare spesso l’azione con qualità.

    Veniamo al racconto della Finale di Champions League ad Oporto tra Manchester City e Chelsea.

    La partita inizia sul filo dell’equilibrio, le squadre provano ad esser aggressive con un pressing ben organizzato, al 7° però un bel lancio di Ederson trova Sterling in area, la difesa Blues salva. Risposta Chelsea con una grossa chance per Werner che da buona posizione cicca il pallone. Il ritmo cresce e serve una gran chiusura di Chilwell per evitare un gol facile a Mahrez.

    Al 14° altra ottima occasione da Werner che viene ben servito da Mount ma calcia troppo debolmente per impensierire Ederson. Il tedesco ci prova subito dopo ma la sua conclusione è deviata sull’esterno della rete.

    Il match si mantiene su buoni ritmi, con entrambe le compagini che sembrano accusare la pressione. Brutto colpo per il Chelsea, al 38° Thiago Silva è costretto a lasciare il campo per un infortunio, entra Christensen.

    Al 42° però il Chelsea passa in vantaggio, lancio perfetto in profondità per Havertz che supera Ederson, che tenta un uscita alla disperata, e poi con facilità deposita in gol. Il primo tempo si chiude con i Blues avanti per 1-0.

    Il secondo tempo comincia con gli stessi interpreti che avevano chiuso la prima frazione. I Citizens cercano di fare la partita, gli uomini di Tuchel però chiudono sempre con attenzione. Brutta perdita per Guardiola, De Bruyne dopo un forte scontro con Rudiger è costretto a lasciare il campo piuttosto stordito.

    Il City attacca palla al piede ed al 68° serve una gran chiusura di Azpilicueta per salvare su Mahrez. Clamorosa palla gol fallita da Pulisic al 72°, grandissimo contropiede con Havertz che serve un pallone d’oro all’americano che colpisce sotto per scavalcare Ederson ma mette fuori.

    La squadra di Guardiola spinge, i ragazzi di Tuchel chiudono soprattutto con un Kantè strepitoso. Al 96° Mahrez colpisce al volo da fuori area, Mendy è immobile ma la palla esce di un niente. Finisce così, il Chelsea di Thomas Tuchel vince la Champions League 2020/21.

    MANCHESTER CITY – CHELSEA 0-1 (42° Havertz)

    Manchester City (4-3-1-2): Ederson; Walker, Stones, Ruben Dias, Zinchenko; Bernardo Silva (64° Fernandinho), Gundogan, Foden; De Bruyne (60° Gabriel Jesus); Mahrez, Sterling (76° Aguero).

    Allenatore: Guardiola.

    Chelsea (3-4-2-1): Mendy; Azpilicueta, Thiago Silva (39° Christensen), Rudiger; James, Jorginho, Kante, Chilwell; Havertz, Mount (80° Kovacic); Werner (66° Pulisic).

    Allenatore: Tuchel.

    Arbitro: Lahoz.

    Ammoniti: Gundogan (M), Rudiger (C), Gabriel Jesus (M)

  • Undici metri di gioia, il Villarreal conquista l’Europa League

    Undici metri di gioia, il Villarreal conquista l’Europa League

    Undici metri per fare la storia, il Villarreal è riuscito a farcela, il Submarino Amarillo che già aveva conquistato una storica finale è riuscito a spuntarla sul Manchester United dopo una lunghissima serie di 22 calci di rigore ed ha alzato al cielo di Danzica l’Europa League 2020/21.

    Decisiva è stata l’undicesima serie quando il portiere degli spagnoli Rulli ha prima trasformato il suo calcio di rigore e poi ha parato quello del collega De Gea.

    La storia quindi è fatta, la piccola cittadina di soli 50mila abitanti di Villarreal può vantare adesso la conquista di una coppa Europea.

    La partita non aveva offerto tantissimi spunti, il Villarreal aveva trovato il vantaggio nel primo tempo con Gerard Moreno e poi è stata raggiunta nella ripresa dalla rete di Cavani.

    Anche nei supplementari è prevalsa più la paura di perdere, insieme alla stanchezza, che la voglia di vincere, si è giunti così all’epilogo dei calci di rigore con l’unico errore di De Gea che ha consegnato la coppa ai ragazzi di Emery.

    Veniamo al racconto della finale di Europa League di Danzica tra Villarreal e Manchester United.

    Partenza migliore per il Manchester United che controlla il gioco contro un Villarreal che pare decisamente più contratto. Gli spagnoli provano a sciogliersi e a creare qualche situazione pericolosa, la gara però vede solo potenziali occasioni.

    Al 29° la gara si sblocca, punizione pennellata da parte di Parejo, Moreno s’infila e con un bel tocco di destro porta avanti il Villarreal. La reazione dello United si concretizza con un paio di cross molto insidiosi salvati a fatica dalla difesa di Emery. Il primo tempo si chiude con il Villarreal avanti per 1-0.

    Secondo tempo che parte senza sostituzioni. Subito un brivido nell’area dello United, si accende una mischia con Moreno e Bacca che non riescono a concretizzare. Al 55° arriva il pareggio, conclusione da fuori di Rashford, la palla rimane in area, arriva Cavani che da due passi segna. Dopo un lungo controllo VAR il gol è confermato.

    La rete mette più carica agli inglesi che provano ad insistere, grande occasione per Cavani il cui colpo di testa è ribattuto a pochi passi dalla linea, il Villarreal invece si limita a chiudersi. Il pareggio non cambia sino al triplice fischio, si va ai supplementari.

    Si riparte senza cambi, il Villarreal avrebbe ancora quello aggiuntivo, lo United tutti. Il Villarreal sembra più vivace, la pressione dei gialli costringe i Red Devils ad uscire con difficoltà. Il primo tempo supplementare si chiude sul 1-1.

    Anche il secondo tempo supplementare comincia senza sostituzioni. Anche in questa seconda frazione si fanno preferire gli spagnoli che però di fronte all’area non riescono a colpire. Non succede molto, il risultato non si sblocca, l’Europa League 2020/21 sarà decisa ai calci di rigore.

    Le due squadre sono praticamente infallibili, entrambe segnano con tutti i calciatori di movimento, l’undicesimo rigore è per i portieri, Rulli calcia bene e trasforma, De Gea invece se lo fa parare, finisce così, è immensa gioia per il piccolo Villarreal che conquista una prima storica Europa League, mentre per Emery è il quarto successo dopo i 3 con il Siviglia.

    VILLARREAL – MANCHESTER UNITED 12-11 d.c.r 1-1 (29° G. Moreno (V), 56° Cavani (M))

    Sequenza Rigori: G.Moreno (V) GOL, Mata (M) GOL, Raba (V) GOL, Telles (M) GOL, Alcacer (V) GOL, Bruno Fernandes (M) GOL, A.Moreno (V) GOL, Rashford (M) GOL, Parejo (V) GOL, Cavani (M) GOL, Moi Gomez (V) GOL, Fred (M) GOL, Raul Albiol (V) GOL, James (M) GOL, Coquelin (V) GOL, Shaw (M) GOL, Gaspar (V) GOL, Tuanzebe (M) GOL, Pau Torres (V) GOL, Lindelof (M) GOL, Rulli (V) GOL, De Gea (M) PARATO.

    Villarreal (4-3-3): Rulli; Foyth (88° Gaspar), Raul Albiol, Pau Torres, Alfonso Pedraza (88° A. Moreno); Parejo, Capoue (123° Raba), Trigueros (77° Moi Gomez); G.Moreno, Bacca (60° Coquelin), Pino (77° Paco Alcacer).

    Allenatore: Emery.

    Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Wan-Bissaka (123° Mata), Lindelof, Bailly (116° Tuanzebe), Shaw; Pogba (116° James), McTominay (123° Telles); Greenwood (101° Fred), Bruno Fernandes, Rashford; Cavani.

    Allenatore: Solskjaer.

    Arbitro: Turpin.

    Ammoniti: Capoue (V), Bailly (M), Foyth (V), Cavani (M).