“Nel 2003/2004 io sono sulla corda perché non ho ancora un contratto per l’anno successivo, Kobe lo è perché teme di andare in prigione per le accuse di stupro e quindi continuiamo a punzecchiarci. Subito prima della stagione 2003-04 Phil Jackson e il resto dello staff ci invitano a non accusarci più pubblicamente, pena una multa. Ma Kobe che cosa fa? Rilascia un’intervista in cui dice che sono grasso, fuori forma, e che stavo sfruttando l’infortunio all’alluce per avere più tempo libero e per convincere la dirigenza ad allungarmi il contratto. Così aveva rotto la tregua, ed alla successiva riunione di squadra dico a tutti che l’avrei ucciso. Lui si alza e mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Hai sempre detto di essere il mio fratello maggiore, ma quando è successa questa cosa in Colorado (le accuse di stupro, n.d.r.) non mi hai nemmeno chiamato. Pensavo che mi avreste supportato, tutti, almeno pubblicamente. Dovreste essere miei amici”. E così all’improvviso scopriamo che gli importava qualcosa di noi quando immaginavamo che non gliene fregasse nulla. A questo punto interviene Brian Shaw: “Kobe, perché dici così? Shaq ti ha invitato a un sacco di feste a cui non ti sei mai presentato, ti ha invitato al suo matrimonio e tu non c’eri. Poi tu ti sei sposato e non hai invitato nessuno. E ora che sei nei guai ti aspetti che prendiamo le tue difese?”. Shaw va avanti per un po’, ma quando la situazione sembra essersi calmata io mi alzo e dico a Kobe che l’avrei ucciso se avesse rilasciato un’altra intervista del genere. Lui mi risponde con un chissenefrega. Da quel giorno abbiamo chiuso“.
Shaq racconta anche di un altro episodio avvenuto nel 1996/1997, anno in cui si trasferì ai Lakers dagli Orlando Magic dove trovò come suo compagno di squadra Kobe Bryant che i gialloviola acquistarono al Draft di quella stagione dagli allora Charlotte Hornets:
“Era giovane e immaturo, ma tutto quello che sta facendo ora me lo aveva già detto. Ricordo quando in autobus mi diceva che voleva essere il miglior realizzatore dei Lakers, vincere 5-6 anelli ed essere il migliore di sempre. Io lo liquido con un “sì, certo”, ma lui mi guarda negli occhi e mi dice che vuole essere il Will Smith della NBA. Ricordo che in quella mia prima stagione ai Lakers avevamo in squadra 2 matricole e li trattavamo piuttosto male: è un rito di passaggio in tutte le squadre NBA, ma noi forse siamo andati un po’ oltre. Derek Fisher, l’altra matricola, ha subìto senza lamentarsi. Kobe invece è andato dritto a lamentarsi da Jerry West!“
O’Neal non risparmia neanche l’altra grande “Star” del pianeta NBA, ovvero LeBron James con cui ha giocato per una sola stagione a Cleveland, nel 2009/2010:
“LeBron era una star grandissima, come lo ero io nel 2000 con i Lakers quando dominavo la NBA. Mike Brown, il nostro coach, era una brava persona, ma stava sempre sulla corda perché nessuno poteva dire niente a LeBron. Volevano tutti che restasse, quindi gli permettevano di fare praticamente tutto. Ricordo una sessione video in cui il coach stava analizzando gli errori in difesa dopo una partita. In uno spezzone LeBron non ritorna a difendere dopo aver sbagliato un tiro, ma il coach non dice una parola e passa alla clip successiva, in cui Mo Williams commette lo stesso errore. Ed il coach lo riprende. Delonte West allora si alza dalla sedia e protesta, ed il coach praticamente gli dà ragione. Non so se Kobe ascolterà Mike Brown (nuovo tecnico dei Lakers), ma di sicuro LeBron non l’ha mai fatto!“
Per tutti gli appassionati del basket NBA la data del 2 novembre 2011 era cerchiata in rosso sul calendario: nella notte avrebbe dovuto prendere il via l’attesissima regular season con 3 partite affascinanti, con il match tra i Dallas Mavericks neo campioni della Lega ed i Chicago Bulls che avrebbe dovuto prevedere anche la consegna degli anelli per il titolo conquistato qualche mese fa dai texani contro i Miami Heat in Finale, la sfida tra Houston Rockets e gli Utah Jazz e l’incontro tra i Los Angeles Lakers del neo assistant-coach Ettore Messina e gli Oklahoma City Thunder del fenomenale Kevin Durant, la stella della NBA nel prossimo decennio. Ed invece tutto questo rimarrà un programma senza via di realizzazione per via del lockout. NBA.comNon vogliamo esaminare per l’ennesima volta le colpe, i meriti, i demeriti, le buone intenzioni delle parti in causa (associazione dei giocatori, capitanata da Derek Fisher, da un lato e i proprietari dall’altro, appoggiati dal Commissioner David Stern) vogliamo solo sottolineare il grave danno che questa situazione sta portando a tutti coloro che credono fermamente in questo sport, tutti noi tifosi che siamo pronti a “sacrificare” una fetta importante del nostro tempo per seguire le gesta degli atleti e le sorti delle squadre in nome di una passione innata che ci rende partecipi quotidianamente di uno spettacolo unico, di rara bellezza e che purtroppo per via delle ultime vicende ci lascia molto delusi. Ultimamente si è mosso anche il Presidente degli Stati UnitiBarak Obama, ma anche i suoi consigli sono caduti nel vuoto e tutto è rimasto esattamente come prima, anzi, forse, peggio di prima. La crisi economica che sta attanagliando gli sport americani è evidente ma i fatti degli ultimi mesi ci lasciano in dote una considerazione triste e desolante, ovvero quella che ormai l’unica cosa che conta in ambito sportivo sono i soldi, il denaro e le prospettive di guadagno. Da questa situazione, permetteteci di dire, ne escono male entrambe le parti, i giocatori che attraverso messaggi fiduciosi ai tifosi di voler trovare una soluzione sulla spartizione dei proventi tuttavia dimostrano che il motivo principale delle loro imprese sui parquet sono i ricchi contratti garantiti a cui non vogliono rinunciare per nessuna ragione, ed i proprietari che ora vorrebbero rimediare a tutti gli errori commessi in più di 10 anni di gestione dalla firma dell’ultimo contratto collettivo che ha dato la possibilità di elargire emolumenti principeschi ad atleti che in fondo non se lo meritavano e che ha creato così delle perdite consistenti all’interno del sistema ora non più sopportabili. E’ per questo che esaminando i fatti (che poi sono l’unica cosa che conta in questi momenti delicati) la soluzione, al di là dell’ottimismo di facciata che alcune volte risulta anche indecente perchè prende in giro i tifosi, è ben lontana dall’essere trovata, i più ottimisti sperano che, come già successo nel lontano 1998/1999, la stagione possa partire da gennaio 2012, una regular season “mozzata” che però salverebbe onore e “faccia” ad una Lega che sta perdendo molto, non solo in termini economici ma soprattutto in credibilità! I ben informati parlano addirittura di un anno di stop (come successe nella NHL nel 2004/2005 e che portò alla cancellazione dell’intero campionato), un’ipotesi quasi surreale. Surreale perchè basta dare tranquillamente un’occhiata, su siti specializzati, agli enormi guadagni che alla fine percepiscono le star del basket d’oltreoceano. Una vera valanga di soldi, per carità magari anche ampiamente guadagnati, ma rinunciare a qualche milione e dare un esempio di attaccamento ai valori dello sport sarebbe un gesto alquanto gradito e forse anche doveroso da parte di chi ha fatto le sue fortune (economiche, di immagine e non solo) proprio grazie all’attività sportiva. In molti riusciamo ad andare avanti nella nostra vita con poche migliaia di euro guadagnate nell’arco di un anno, non necessariamente deve esserci l’esigenza di avere uno stipendio milionario e di poter acquistare ogni genere di lusso. Evidentemente così non la pensa chi si è ormai abituato ad un determinato stile di vita al quale non vuole rinunciare anche a discapito di tutte quelle persone (chiamate comunemente fans) che hanno contribuito alle sue fortune. Perchè, ricordiamolo, che uno sport senza seguito non permette di essere pagati lautamente e profumatamente, uno sport senza seguito è più o meno come una macchina bellissima, costosissima e con tutti i comfort ma senza benzina: ovvero inutilizzabile perchè non potrà mai percorrere neanche un metro di strada…
“Non è stata una decisione facile, spero che questo venga capito. Avevo sperato che questo matrimonio fosse per sempre ma a volte le cose non vanno come previsto. Spero tuttavia che io e Kris rimarremo amici“.
Queste le poche parole rilasciate dalla Kardashian.
E’ morto a soli 35 anni Livio Neri, molto conosciuto nell’ambiente della pallacanestro di Ravenna per aver ricoperto per 3 stagioni l’incarico di responsabile del settore giovanile dell’Acmar.
Era da tempo molto malatoe le sue condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi giorni: il tecnico era stato ricoverato in ospedale a Bologna, dove è morto nella giornata di ieri. Livio Nato nel 1976, da qualche anno abitava a Cesena ma era molto conosciuto (soprattutto in Emilia Romagna) per il suo impegno sportivo nel nome della pallacanestro italiana.
Noi tutti esprimiamo profondo cordoglio per la prematura scomparsa di coach Livio Neri.
Nella quarta giornata di Serie A del campionato italiano di basket Pesaro si conferma “ammazza-grandi” stoppando la capolista Bennet Cantù dopo aver fermato 2 settimane fa l’Olimpia Milano. Del passo falso di Cantù approfittano tutte le inseguitrici, da Siena a Milano per finire con Avellino, Varese ma soprattutto Caserta che al momento è l’unica formazione imbattuta in campionato. legabasket.itVittoria di misura per la Montepaschi Siena sul parquet dell’Angelico Biella (67-70): a salvare i campioni d’Italia dal KO sono le prodezze in serie di Bo McCalebb (19 punti). Impresa sfiorata per Biella trascinata da un immenso Aubrey Coleman da 27 punti e da un Dragicevic molto presente (16 punti). L’impresa però riesce a Pesaro che batte la capolista Cantù (66-71): è la coppia della Nazionale azzurra composta da Daniele Cavaliero (17 punti dalla panchina) e Daniel Hackett (15 punti) a guidare Pesaro alla seconda vittoria consecutiva di prestigio dopo aver affossato solo 2 settimane fa la corazzata Milano. Dopo una gara condotta bene fin dall’inizio la Bennet si disunisce nel finale e gli ospiti ne approfittano, a nulla servono i 12 punti a testa di Micov e Markoishvili. Terrell McIntyre è il salvatore della Virtus Bologna con un tiro da 3 sulla sirena che regala il successo alla sua squadra e beffa Cremona (80-78) che aveva avuto il merito di operare una clamorosa rimonta negli ultimi minuti di gioco. Al 33esimo Bologna sembra controllare il match (66-48) ma gli ospiti iniziano ad infilare una tripla dietro l’altra trascinati da un incredibile Von Wafer (31 punti alla fine). Ci pensa l’americano di Bologna a risolvere il match (piuttosto deludente con solo 5 punti in partita) anche se le V-nere devono ringraziare Koponen ed Homan con 18 punti e Douglas-Roberts che ne mette 15. Colpo di Varese sul campo di Roma che cade dopo un tempo supplementare per 74-76 dopo una partita molto emozionante, Tucker (17 punti) e Dasic (13) sono i top scorer della Virtus, Diawara è incontenibile per la Cimberio e chiude con 16 punti e 12 rimbalzi, 15 a testa sono invece per Stipcevic e Kangur. Affermazione più facile del previsto per Milano a Sassari (88-60): la squadra di Sergio Scariolo conduce dall’inizio fino alla fine e ringrazia un grande Hairston (17 punti) ed un ottimo Bourousis (14), con Melli e Mancinelli autori di 12 punti a testa. Sassari, che paga a caro prezzo la poca qualità in panchina e l’assenza di Travis Diener, ha in Hosley il miglior realizzatore con 20 punti seguito da Drake Diener con 15. Caserta rimane l’unica formazione imbattuta del campionato, con la vittoria ottenuta contro il fanalino di cosa casale Monferrato (67-52), Fletcher 19 punti, Collins 17 e Smith 12 sono i migliori per i campani mentre per i piemontesi si mettono in evidenza Janning (13 punti) e Temple (12). Nelle altre 2 partite di giornata importante successo di Avellino sul campo di Teramo (71-57) grazie ai 15 punti a testa di Slay e Green ed ai 13 di Johnson, mentre Venezia ottiene i primi 2 punti della sua stagione imponendosi per 72-62 su Montegranaro grazie ad uno straordinario Szewzcyk da 22 punti RISULTATI SERIE A QUARTA GIORNATA (riposo per Treviso):Bennet Cantù-Scavolini Siviglia Pesaro 66-71 Virtus Roma-Cimberio Varese 74-76 Angelico Biella-Montepaschi Siena 67-70 Umana Venezia-Fabi Shoes Montegranaro 72-62 Canadian Solar Bologna-Vanoli Braga Cremona 80-78 Pepsi Caserta-Novipiù Casale Monferrato 67-52 Banca Tercas Teramo-Sidigas Avellino 57-71 Banco di Sardegna Sassari-EA7 Emporio Armani Milano 60-88CLASSIFICA 1. Bennet Cantù 6 2. Montepaschi SI 6 3. Sidigas AV 6 4. EA7?Emporio Armani MI 6 5. Cimberio VA 6 6.Pepsi CE 6 (una gara in meno) 7. Virtus Roma 4 8. Angelico BI 4 9. Banco di Sardegna SS 4 10. Canadian Solar BO 4 11. Scavolini Siviglia PS 4 (una gara in meno) 12. Vanoli?Braga CR 2 13. Fabi Shoes MGR 2 14. Benetton TV 2 (una gara in meno) 15. Umana VE 2 (una gara in meno) 16. Novipiù Casale Monferrato 0 17. Banca Tercas TE 0
Non è servito a nulla neanche l’intervento di Barak Obama (leggi l’articolo) per cercare di spronare le parti in causa (quella dell’associazione dei proprietari e quella dei giocatori) per porre fine alle discussioni e poter trovare una soluzione al lockout NBA. nba.comChi si aspettava una stretta di mano e l’inizio delle operazioni per dare il via alla stagione regolare è rimasto purtroppo deluso, anzi, l’unico effetto sortito dalla riunione di ieri è stato, come già ampiamente preventivato e riportato qualche giorno fa (leggi l’articolo), la cancellazione di altre 2 settimane di gare, quindi niente NBA almeno fino agli inizi di dicembre. Il pomo della discordia riguarda sempre e solo la spartizione dei proventi con i giocatori che vogliono restare al di sopra del 52% ed i proprietari che chiedono una divisione “ex aequo” del 50%. Un probabile nuovo incontro è fissato per la prossima settimana, amaro è il commento del commissioner Davids Stern che aveva sperato nel “miracolo” fino all’ultimo:
“Abbiamo sperato fino all’ultimo di poter trovare un accordo, ma il sindacato ha troncato le discussioni, il tempo stringe e il calendario è impietoso, per cui siamo costretti a cancellare altre partite“.
E con questa cancellazione di 2 settimane ulteriori di gare svanisce anche l’ultima residua possibilità di vedere un campionato con le canoniche 82 partite. Questo invece il commento di Derek Fisher, presidente del sindacato giocatori:
“Non siamo riusciti ad avvicinarci abbastanza, ovviamente vogliamo trovare un accordo, abbiamo fatto tante concessioni ma evidentemente per i proprietari non è sufficiente. Non sappiamo quando ci incontreremo ancora ma speriamo di poter arrivare a una soluzione il prima possibile“.
Fare previsioni resta difficile, non sappiamo quando e come questa vicenda potrebbe trovare un lieto fine. Intanto a giovarsi di questa situazione sono le squadre europee che potranno contare sui giocatori NBA, che hanno firmato un contratto per giocare nel Vecchio Continente, ancora per qualche altra settimana.
“E’ora che i giocatori e i proprietari delle squadre di NBA pensino di più ai loro tifosi e che si ricordino che devono a loro tutto il successo che hanno avuto. In questi anni hanno guadagnato tutti (sia proprietari che giocatori) milioni di dollari, dovrebbero essere in grado, adesso, di spartirsi una torta da 9 milioni.Hanno bisogno di ricordare a loro stessi che se hanno raggiunto questi numeri di successo è perchè là fuori c’è una massa di gente che ama il basket. Sinora è andato tutto bene, ma dopo questo tipo di serrate, come capita spesso, poi serve molto tempo a risolvere i problemi e far tornare tutto alla normalità“.
La “strigliata” in diretta nazionale (tra l’altro Obama è un grande tifoso di basket, dei Chicago Bulls per essere precisi, oltre ad averlo giocato da giovane) ha provocato subito i primi effetti dato che le parti sono tornate ad incontrarsi con una riunione-fiume di ben 15 ore in cui erano presenti il commissioner David Stern, il vice Adam Silver, i numeri uno di San Antonio (Peter Holt), Minnesota (Glen Taylor) e New York (James Dolan), con i vertici del sindacato rappresentati da Billy Hunter, Derek Fisher e Maurice Evans. Secondo varie fonti, l’accordo è più vicino con un incontro a metà strada legato alla divisione dei proventi della Lega: ai giocatori spetterebbe il 51,5%. Si cercherà inoltre, in caso di esito positivo su questo accordo verbale, di lasciare intatto il calendario NBA senza tagli, quindi con una stagione regolare da 82 partite (in caso di inizio stagione ai primi di dicembre), ovviamente con una frequenza delle sfide molto più ravvicinata rispetto alla normale programmazione. Un vero tour de force per i giocatori che saranno chiamati ad uno sforzo quasi sovraumano come quello di giocare quasi ogni sera una partita senza in pratica mai riposare! Queste le parole del commissioner all’uscita dagli uffici:
“La riunione è stata produttiva, non escludo una stagione a 82 gare, anche se dipenderà da molti fattori. Cercheremo di disputare una stagione con il maggior numero di gare possibili. Oggi abbiamo lavorato bene, dobbiamo fare lo stesso domani“.
Non resta che sperare in un felice esito delle trattative.