Categoria: Basket

  • Finale scudetto Montepaschi Siena-Armani Milano, programma e analisi

    Finale scudetto Montepaschi Siena-Armani Milano, programma e analisi

    La Finale più attesa: stasera prende il via l’appuntamento clou della stagione del campionato italiano di basket, con la sfida tra Montepaschi Siena (testa di serie numero 1 nei playoff visto il miglior piazzamento in stagione regolare) ed Emporio Armani Milano (arrivata seconda al termine della regular season). Toscani, campioni d’Italia in carica, che cercano il sesto successo consecutivo. Lombardi che invece cercheranno di spezzare il dominio biancoverde per conquistare un titolo che in casa biancorossa manca ormai da ben 16 anni (allora, nel 1996 i protagonisti del successo furono Tanjevic in panchina e Bodiroga in campo).

    1) Montepaschi Siena vs 2) EA7 Emporio Armani Milano:

    Siena tenterà di ottenere un’impresa storica, che nel nostro torneo non è mai riuscita a nessuno, ovvero vincere 6 campionati consecutivi (al momento la truppa di Pianigiani ha eguagliato la Milano di Borletti che tra il 1950 ed il 1954 ottenen 5 scudetti di fila). Proveranno a spezzare i sogni biancoverdi i ragazzi di coach Scariolo che negli ultimi 3 anni hanno già affrontato Siena in Finale per 2 volte venendo spazzati via sempre per 4-0 (anche se l’attuale allenatore biancorosso non era ancora stato preso in panchina per dirigere le operazioni).

    Infatti mai come quest’anno, sotto la guida dell’attuale selezionatore della nazionale spagnola, Milano può dirsi davvero vicina al livello dei rivali. Quest’anno Siena e Milano si sono affrontate 3 volte, in campionato ha prevalso il fattore campo (+7 Milano all’andata, +9 Siena al ritorno), nella semifinale di coppa Italia la Montepaschi si è imposta in volata per 67-65. La prima impressione è che Siena ha ancora qualcosa in più ma l’Olimpia è l’unica squadra italiana in grado di sovvertire il pronostico.

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    I numeri però non sono dalla parte dell’Emporio Armani dato che in 11 sfide dirette di playoff Siena ha fatto bottino pieno e non ha lasciato ai rivali neanche le briciole.

    I giocatori delle 2 formazioni sostanzialemnete si equivalgono, gruppo inossidabile e rodato quello dei toscani, talentuoso e più giovane il gruppo biancorosso. La differenza la potrà fare la maggiore esperienza della Montepaschi in queste serie, dato che nel corso degli ultimi anni sono state tante le sfide a questi livelli vinte e dominate.

    Una chiave importante per determinare l’esito di questa Finale sarà la battaglia sulle panchine: riuscirà a prevalere Simone Pianigiani (coach di Siena) oppure Sergio Scariolo (allenatore di Milano)? A parità di talento del roster è più che probabile che le decisioni degli allenatori indirizzeranno l’esito di questa attesa sfida. Chi riuscirà ad “imbrigliare” le idee dell’altro e ad imporre le proprie vincerà la serie e lo scudetto. E forse per la prima volta negli ultimi anni Pianigiani si trova di fronte un degno rivale che potrà dargli filo da torcere.

    La parola al campo dunque. Si parte stasera alle 20:30 a Siena, sperando che in ogni gara non mancheranno le emozioni.

    PROGRAMMA DELLA SERIE:

    gara 1: Montepaschi Siena-EA7 Emporio Armani Milano sabato 9 giugno a Siena, ore 20:30
    gara 2: Montepaschi Siena-EA7 Emporio Armani lunedì 11 giugno a Siena, ore 20:30
    gara 3: EA7 Emporio Armani Milano-Montepaschi Siena mercoledì 13 giugno a Milano, ore ore 20:30
    gara 4: EA7 Emporio Armani Milano-Montepaschi Siena venerdì 15 giugno a Milano, ore 20:30
    *gara 5: Montepaschi Siena-EA7 Emporio Armani domenica 17 giugno a Siena, ore 20:30
    *gara 6: EA7 Emporio Armani Milano-Montepaschi Siena martedì 19 giugno a Milano, ore 20:30
    *gara 7: Montepaschi Siena-EA7 Emporio Armani giovedì 21 giugno a Siena, ore 20:30

    *se necessaria

  • LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    Doveva rispondere a giornalisti, analisti, critici e detrattori che dopo la super prova di Kevin Durant nella serie contro gli Spurs lo davano ormai come perdente. Doveva (se ce ne fosse stato ancora bisogno) dimostrare di non essere secondo a nessuno. Doveva riprendersi ciò che stava svanendo lentamente ma anche inesorabilmente. E lo ha fatto con una prova mostruosa. Questo è LeBron James che nella possibile notte dell’ennesima abdicazione personale ed eliminazione di una sua squadra dai playoff, tira fuori dal cilindro una prestazione da laggenda: per lui 45 punti e 15 rimbalzi ma come sempre (e come già detto ieri per Durant), i numeri alcune volte non dicono tutto. Da solo, in sostanza, stritola Boston che dopo il colpo esterno di gara 5 vedeva sempre più le Finals NBA a portata di mano. Serie di Finale di Eastern Conference pareggiata sul 3-3, i Celtics si sono dovuti inchinare. James non ci teneva ad uscire per la terza volta in 4 anni a testa bassa dal Garden di Boston dopo le cocenti delusioni dei playoff del 2008 e del 2010 in cui i Verdi eliminarono i Cavaliers di LeBron. Ed infatti la storia è andata diversamente. Tuttavia gli Heat nonostante si siano salvati avranno un altra difficile partita nella serata di sabato, tutto si deciderà infatti in gara 7 in programma a Miami. Partita da dentro o fuori, vivere o morire. Celtics ed Heat si daranno battaglia fino all’ultimo decimo di gioco per raggiungere gli Oklahoma City Thunder in Finale.

    Boston solo in avvio, precisamente nei primi secondi di gioco, riesce a mettere la testa avanti, poi gli ospiti prendono le redini del match e non mollano più la leadership del risultato. Il primo quarto si chiude sul 26-16 ma gli Heat continuano a spingere forte. James, dopo aver sbagliato il primo tiro dell’incontro ne infila 11 consecutivi e ad un certo punto sui 32 punti totali di squadra lui ne ha griffati la metà ovvero 16! Boston riesce solo a limitare i danni non riuscendo ad arrivare in scia agli avversari ed il primo tempo si chiude sul 55-42.

    Ritmi bassi in avvio di ripresa, Miami però tocca anche il +18 con un parziale di 6-1 (61-43). I padroni di casa con l’orgoglio però riescono a tornare sul -10 e costringono coach Spoelstra a chiamare timeout. La pausa giova a Wade e compagni che si portano nuovamente sul +15 (67-52) anche grazie alla bomba di Mario Chalmers. Il terzo quarto va in archivio sul risultato di 72-59.

    LeBron James, Miami Heat | © Jim Rogash Getty/Images Sport

    Ultima frazione di gioco senza storia: 2 canestri di Wade ed una tripla di Battier siglano il +18 (81-63), poi arriva anche il massimo vantaggio della gara sul +25 per gli Heat, messo a segno da Lebron James per i suoi ultimi 2 punti dal campo prima di sedersi in panchina per gli ultimi 5 minuti e mezzo dell’incontro. Nel garbage time i Celtics rosicchiano qualche punto ma il punteggio resta lo stesso impietoso: 98-79.

    Prestazione da leggenda per LeBron James, cifre semplicemente spettacolari, 45 punti, 19/26 al tiro, 15 rimbalzi, 5 assist e un primo tempo da 30 punti con 12/14 al tiro e 10 rimbalzi. Proprio i sui 30 punti nel primo tempo si avvicinano ai 35 di sua maestà Michael Jordan ottenuti nel primo tempo di gara 1 delle Finals del 1992 contro i Portland Trail Blazers, prestazione che contribuì a scrivere il suo nome nella leggenda. James inoltre è il primo giocatore da 25 anni a questa parte in NBA a sfoderare una performance da 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist nei playoff. Solo Wade riesce ad arrivare in doppia cifra per Miami con 17 punti, poi le briciole per gli altri con Chalmers che si ferma a 9 punti (tutti ottenuti da dietro l’arco (3/4 per lui) e Bosh che gioca 28 minuti con un bottino di 7 punti e 6 rimbalzi. Ai padroni di casa non sono bastati i 21 punti e 10 assist di Rondo (unico a salvarsi) ed i 12 a testa di Garnett e Bass, male il capitano Paul Pierce con 9 punti ottenuti con ben 18 tiri presi (0/6 da 3).

    Per gara 7 si torna a Miami. Come già detto gara da vita o morte, sperando che lo spettacolo sia di livello assoluto.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 7 giugno:

    Boston Celtics-Miami Heat 98-79
    Bos: Rondo 21, Bass 12, Garnett 12
    Mia: James 45, Wade 17, Chalmers 9

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 3-3

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Contro questi Thunder c’è poco da fare: Oklahoma City batte per la quarta volta consecutiva i San Antonio Spurs, si aggiudica gara 6 e chiude i conti della Finale di Western Conference vincendo la serie per 4-2. I neo campioni dell’Ovest sono la prima squadra a qualificarsi per la Finale NBA dei playoff 2012, un risultato che dopo le prime 2 partite della sfida vinte dai texani sembrava quasi sfumato. Ma il talento, la forza fisica e mentale, la determinazione del team di coach Scott Brooks alla fine sono emerse prepotentemente e non hanno lasciato scampo ai neroargento che si sono dovuti inchinare al cospetto degli avversari.

    Si tratta della prima Finale NBA nella storia della giovane franchigia dell’Oklahoma, nata nel 2008 dalle ceneri dei Seattle SuperSonics, la quarta complessiva (un titolo vinto nel 1979) se si considera invece la storia unificata delle 2 città (l’ultima dei Sonics risale alla stagione 1996 conro i Chicago Bulls di Michael Jordan persa per 4-2). E proprio come il grande M.J. che fece grandi quei Bulls, ora è il turno di Kevin Durant a prendersi lo scettro di “Re” della NBA, un talento puro, un fenomeno che alla guida dei giovani Thunder rischia seriamente di usurpare il trono di sua altezza Jordan. A soli 23 anni (classe 1988, compirà 24 anni a fine settembre), nessuno nella Lega può mettersi al pari del numero 35 di Oklahoma City che sembra proprio destinato a dominare la NBA nelle prossime 10 stagioni.

    Il match è in sostanza una sintesi della serie: gli Spurs scappano via nei primi 2 quarti ma vengono ripresi e poi superati nella ripresa. Tony Parker in avvio è scatenato ed in 12 possessi texani firma 7 canestri e 5 assist, guidando i suoi compagni al provvisorio +18 (48-30), prima di andare al riposo lungo in vantaggio di 15 punti (63-48). I neroargento giocano bene, Duncan è il perno a centro area e Stephen Jackson è chirurgico dalla distanza (9/15 nelle triple per gli ospiti alla fine del primo tempo) e la truppa di coach Popovich sembra essersi ritrovata dopo i 3 KO di fila.

    Il secondo tempo però è un monologo dei Thunder e di Durant: dopo aver concesso 63 punti in 24 minuti, nei successivi 24 la difesa di Oklahoma City tiene a soli 33 punti dal campo l’attacco neroargento, K.D. inizia a segnare da ogni posizione ed in ogni modo, sciorinando il suo vasto repertorio di attaccante di razza, semplicemente inarrestabile per qualsiasi difensore. Il primo parziale in avvio di terzo periodo fa capire quanto le cose siano cambiate: 11-2 Thunder per ritornare a contatto, solo 18 punti per San Antonio nel terzo quarto ed il punteggio torna in equilibrio (81-80 per gli ospiti).

    Match punto a punto fino a 3 minuti dalla sirena, poi Harden e Fisher portano l’inerzia dalla parte dei padroni di casa, con 2 triple, per il provvisorio +6. A 75 secondi dalla fine Parker firma il 99-103 che restituisce qualche speranza agli uomini di Popovich, che però sbagliano i 3 tiri successivi (tra cui una tripla di Jackson, perfetto fino a quel momento dalla lunga distanza con uno stupefacente 6/6). E così Perkins, con una schiacciata a 24 secondi dal termine, può sigillare il trionfo dei Thunder (107-99 il risultato).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Michael Heiman/Getty Images

    M.V.P. del match senza ombra di dubbio è Kevin Durant autore di 34 punti, 14 rimbalzi 5 assist 2 stoppate con 9/17 al tiro, 4-8 da 3 e 12-15 ai liberi, ma i numeri non riescono neanche a spiegare la sua bravura, la sua completezza tecnica (superiore) ed il suo essere sempre decisivo nei momenti cruciali della partita, una caratteristica che lo accomuna ancora di più con il suo illustre predecessore Jordan! Il segreto del suo successo sta nella testa, un ragazzo dal cuore d’oro, educato e disponibile, legato profondamente alla mamma (come sempre a bordo campo per ogni sua gara) con la quale ancora vive assieme. Non siamo di fronte al solito “esaltato” giocatore NBA, ma ci troviamo davanti ad una persona che non gradisce le luci della ribalta se non quelle del parquet, il suo habitat naturale. A dare supporto al numero 35 dei Thunder ci pensano i soliti Westbrook (25 punti) ed Harden (16), ma importanti sono anche i 10 punti di Ibaka (e la sua difesa) ed i 9 punti di Fisher. Agli Spurs non basta Parker (29 punti e 12 assist), nè Duncan (25 punti e 14 rimbalzi) e neanche un chirurgico Jackson (23 punti e 6/7 da 3), opaco Ginobili con soli 10 punti.

    Oklahoma City diventa campione della Western Conference, un trionfo meritato (anche se ora va completata l’opera) che parte da lontano, esattamente da Seattle, anno 2007, con la fortunata Lottery che assegna ai SuperSonics la scelta numero 2 al Draft, spesa per chiamare Kevin Durant (ad oggi i Blazers si mangiano le mani per aver chiamato con la numero 1 assoluta Greg Oden). Nell’anno seguente a Seattle arrivano le scelte di Westbrook ed Ibaka (il congolese è lasciato un altro anno a giocare in Spagna), il team si trasferisce tra mille polemiche (ancora non completamente finite, e forse non finiranno mai!) ad Oklahoma City ed aggiunge un’altro talento grazie al Draft, quello di James Harden. Sam Presti, il G.M., costruisce una vera e propria corazzata, il resto è storia recente. Ed a Seattle (per la franchigia) e in maniera minore a Portland (per Durant), lo sconforto è grande e lascia solo l’amaro in bocca. Non ad Oklahoma City dove la gente è completamente innamorata ed impazzisce per questi Thunder da 10 e lode.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 6 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 107-99
    Okl: Durant 34, Westbrook 25, Harden 16
    S.A.: Parker 29, Duncan 25, Jackson 23

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    2 serie parallele, quelle delle Finali di Conference dei playoff NBA 2012: come ieri Oklahoma City, dopo essersi trovata sotto per 2-0 dopo le prime 2 partite giocate contro gli Spurs, ha rimontato e si è portata in vantaggio per 3-2 nel computo totale della sfida, la stessa cose è accaduta nella Finale dell’Eastern Conference dove i Boston Celtics, sotto per 2-0 dopo gara 2, hanno trovato la forza e le energie fisiche e mentali per ribaltare completamente la situazione, che ora vede i Verdi del Massachusetts in vantaggio per 3-2 dopo il colpo esterno in quel di Miami sul parquet degli Heat ai quali non è bastato neanche il ritorno in campo di Chris Bosh. Una sconfitta pesante per il team della Florida (94-90 il risultato finale) che è sull’orlo del baratro, una situazione impensabile pochi giorni fa. Al contrario i Celtics vedono la Finale NBA e per quanto si è visto finora nella serie il punteggio è meritato. Un parallelismo, quello dei risultati di Thunder e Boston, che lascia presagire che saranno con ogni probabilità queste 2 franchigie a giocarsi il titolo a partire dalla prossima settimana.

    Bosh parte dalla panchina, per precauzione, ma gli Heat sembrano lo stesso in palla prendendo la leadeship del match. Gli ospiti però non demordono ed in breve si riportano sotto, a soli 2 punti di distacco. E’ il momento di Bosh che entra in campo e trova 5 punti consecutivi che regalano il provvisorio 24-16 che chiude il primo quarto.

    Il margine si dilata ad inizio del secondo periodo con 3 canestri in fila di James (tra cui una tripla) per il provvisorio +13 (31-18). Boston reagisce con l’energia di Garnett e la splendida regia di Rajon Rondo che guida i suoi compagni di nuovo sul -2 all’intervallo lungo (42-40).

    Wade parte forte all’inizio della ripresa e la strada sembra in discesa per Miami. Sembra, appunto, perchè un controparziale di 15-1 dei Verdi permette a Boston di mettere il naso avanti quando mancano solo gli ultimi 12 minuti da giocare (65-60).

    Paul Pierce, Boston Celtics | © Mike Ehrmann/Getty Images

    In 4 minuti dall’apertura dell’ultima frazione gli Heat capovolgono nuovamente la situazione e la bomba di James firma il 74-72 per i padroni di casa, passano altri 2 minuti ed a metà del periodo i rossoneri arrivano sul +6 (78-72) ma qui emerge prepotentemente il cuore ed il proverbiale orgoglio Celtics: Pietrus e Garnett ribaltano l’inerzia del match e a 3 minuti dalla sirena Boston è di nuovo avanti (81-80). La giocata dell’incontro la firma il capitano biancoverde, “The Truth” Paul Pierce che a 52 secondi dal termine spara in faccia a LeBron James la tripla del provvisorio 90-86 che taglia le gambe a Miami. Con la forza della disperazione i padroni di casa si portano sul -2 a 9 secondi dalla fine (92-90), Garnett subisce fallo ma è glaciale dalla lunetta ed infila i tiri liberi del definitivo +4 (94-90).

    Solo 2 giocatori in dopia cifra per gli Heat, James segna 30 punti con 13 rimbalzi e Wade invece 27 punti, poi il vuoto con Chalmers e Bosh a quota 9 punti (ed il lungo di Miami sparisce via via con il passare dei minuti rispetto al promettente avvio). Percentuali terribili per la squadra della Florida con il 39% complessivo (26% da 3 punti) e non basta il dominio a rimbalzo (49-39 sugli ospiti). Boston invece si affida alla regia esemplare di Rondo che capisce sin da subito che non è una serata felice al tiro e si dedica agli assist per i compagni (7 punti, 6 rimbalzi, 13 assist e 4 recuperi il suo score), meraviglioso Garnett (doppia doppia da 26 punti ed 11 rimbalzi), eroico Pierce con i suoi 19 punti e la tripla decisiva. Ma importante è anche l’apporto di Ray Allen (13 punti), di Bass (10 punti) e di Pietrus (13 punti fondamentali dalla panchina).

    Ora per gara 6 si torna a Boston e per i Celtics ci sarà il primo match point, occasione da non farsi sfuggire. Gli Heat sull’orlo del baratro sono chiamati a dimostrare il loro valore: un’eventuale eliminazione porterebbe quasi sicuramente ad una rivoluzione della squadra.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 5 giugno:

    Miami Heat-Boston Celtics 90-94
    Mia: James 30, Wade 27, Bosh 9, Chalmers 9
    Bos: Garnett 26, Pierce 19, Allen 13, Pietrus 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Milano vince a Pesaro e chiude la serie. In Finale sfida contro Siena

    Milano vince a Pesaro e chiude la serie. In Finale sfida contro Siena

    L’Emporio Armani Milano espugna il parquet della Scavolini Pesaro in gara 4 delle semifinali playoff del campionato italiano di Serie A di basket e conquista il punto del 3-1 nella serie che consente alla squadra di coach Sergio Scariolo di accedere alla Finale del torneo dove affronterà la Montepaschi Siena che si è sbarazzata del Banco di Sardegna Sassari in sole 3 partite.

    Davanti a più di 9mila persone, accorse all’Adriatic Arena per sostenere la Scavolini, l’Olimpia non fallisce il secondo match ball dopo aver perso gara 3. Ottimo inizio dell’incontro per gli ospiti che si affidano a Bourousis e Fotsis per volare sul 12-7 nei primi 4 minuti di gioco. Pesaro però ribatte colpo su colpo e nonostante un Hickman un pò opaco riesce comunque a diminuire lo svantaggio per chiudere sotto di un solo punto alla fine del periodo (21-20).

    Le squadre si danno battaglia anche nel secondo quarto, Milano trova in Hairston e Fotsis le armi per scardinare la difesa avversaria ma la Scavolini risponde ai biancorossi con le prodezze di White ed Hackett che tengono a contatto i padroni di casa ed il primo tempo va in archivio sul 41-38 per Milano.

    Alla ripresa delle ostilità l’Emporio Armani prende in mano il match e con un gioco atletico e fisico riesce a portarsi sul provvisorio +8 (62-54) alla fine del terzo quarto.

    Emporio Armani Milano | © ELIO CASTORIA/AFP/Getty Images

    La reazione della Scavolini non tarda ad arrivare nonostante si denoti nel team di coach Dalmonte una certa stanchezza (frutto delle 5 partite giocate nella serie precedente contro la Bennet Cantù). Tuttavia Jumaine Jones e Cusin firmano un parziale che riduce il gap da Milano a soli 4 punti a 7 minuti dalla sirena. La lucidità in attacco viene meno per entrambe le formazioni, ma gli ospiti riescono a mantenere la leadership del match con la difesa anche se a 2 minuti dalla fine Pesaro si rifà minacciosa accorciando sul -2. A chiudere i conti ed a spegnere le residue e poche speranze dei padroni di casa ci pensa Omar Cook, glaciale dalla linea del tiro libero. Finisce 73-67 per Milano che trionfa grazie soprattutto all’apporto di Antonis Fotsis (12 punti) e di Malik Hairston (12) senza trascurare il contributo di Alessandro Gentile (10 punti). A Pesaro non bastano 5 giocatori in doppia cifra con james White autore di 14 punti, Ricky Hickman e Jumaine Jones ne infilano 13 a testa, 12 vengono da Daniel Hackett e 10 dal sempre positivo Marco Cusin.

    Milano torna a giocare la Finale dopo quella del 2010 e l’avversario sarà sempre la Montepaschi Siena, giunto alla sesta finale di fila. Nel 2010 trionfo netto dei toscani per 4-0, vedremo se i biancoverdi si dimostreranno ancora una volta superiori oppure l’Olimpia avrà le armi per impensierire la corazzata di coach Simone Pianigiani. Si parte il 9 giugno e la sfida verrà giocata al meglio delle 7 partite.

    BASKET PLAYOFF SERIE A 2012, RISULTATI 4 giugno:

    Scavolini Siviglia Pesaro-EA7 Emporio Armani Milano 67-73
    Pesaro: White 14, Hickman 13, Jones 13
    Milano: Fotsis 17, Hairston 12, Gentile 10

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI:

    1) Montepaschi Siena vs 4) Banco di Sardegna Sassari serie 3-0 Siena (La Montepaschi si qualifica per la Finale del campionato)
    2) EA7 Emporio Armani Milano vs 6) Scavolini Siviglia Pesaro serie 3-1 Milano (L’EA7 Emporio Armani si qualifica per la Finale del campionato)

  • Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Colpaccio esterno degli Oklahoma City Thunder che in gara 5 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012 battono in Texas i San Antonio Spurs e ribaltano l’esito della serie che dopo le prime 2 partite vedeva i neroargento in vantaggio per 2-0. La situazione infatti ora è sul 3-2 per la squadra di coach Brooks che è veramente ad un passo dalla prima Finale NBA della sua giovane storia, dato che per gara 6 i Thunder potranno sfruttare il sostegno del pubblico amico di Oklahoma City.

    E’ con ogni probabilità la partita della svolta, questa gara 5, anche perchè mai in questa stagione gli Spurs avevano subìto 3 KO consecutivi (anzi erano reduci da 20 vittorie di fila), un dato rilevante e che deve far riflettere coach Popovich, che negli ultimi 3 incontri è stato dominato dal collega Brooks, in grado di portare (dopo le prime 2 sconfitte della sua squadra) gli aggiustamenti necessari per sovvertire l’esito della serie.

    Per dare un segnale forte Popovich fa partire Ginobili titolare e dopo 6 minuti i texani sono sul 13-6, ma la rimonta di Oklahoma City è inesorabile ed il primo quarto va in archivio sul 26-21 per gli ospiti.

    Un immnso Ginobili prova a trascinare la sua squadra ma la forza fisica dei Thunder è impressionante e con facilità Durant e compagni riescono ad andare al riposo lungo sul +8 (52-44).

    Ad inizio ripresa Ginobili sembra aver messo indietro le lancette del tempo di 10 anni e grazie ai suoi canestri i texani riassaporano la leadership dell’incontro (57-56 dopo 4 minuti di gioco nel corso del terzo periodo). E con triple a ripetizione l’argentino guida un super parziale che porta San Antonio sul 67-61. A riportare sotto i Thunder ci pensa Kevin Durant con alcune giocate magistrali ed a 2 minuti dalla fine della terza frazione ecco il controsorpasso Oklahoma City (72-71). I ragazzi di Brooks continuano a premere l’acceleratore ed arrivano a toccare il provvisorio +9 alla fine del quarto (81-72).

    Gregg Popovich, San Antonio Spurs | © Tom Pennington/Getty Images

    Il cuore dei neroragento però è grande e minuto dopo minuto, azione dopo azione, Duncan, Ginobili e Parker trascinano il team neroargento a sole 2 lunghezze di distanza dagli avversari (103-101) quando sul cronometro mancano solo 50 secondi. A spezzare le gambe alla rimonta dei padroni di casa è la tripla di James Harden (106-101) a 28 secondi dalla sirena. Gli Spurs provano con la forza della disperazione quantomeno a pareggiare il match per andare in overtime ma sul 106-103 la tripla di Ginobili (dopo un recupero di palla di Leonard ai danni di Sefolosha) non va abuon fine ed i Thunder chiudono i conti con i tiri liberi del definitivo 108-103.

    Ancora una volta Kevin Durant è monumentale con 27 punti ed il 52% al tiro, a dare una grande mano al leader di Oklahoma City sono i soliti Westbrook (23 punti e 12 assist) e James Harden (20 punti e 3 triple assassine nei momenti caldi del match). Agli Spurs non bastano i 34 punti, 6 rimbalzi e 7 assist di un Ginobili in stato di grazia, Parker tira male ma piazza comunque 20 punti mentre Duncan segna 11 dei suoi 18 punti totali nell’ultimo periodo chiudendo in doppia doppia (per lui infatti anche 12 rimbalzi). Non serve neanche la buona prova difensiva di Leonard, nè i 13 punti di Jackson dalla panchina,

    L’impressione è che San Antonio non abbia più nè le forze, nè le energie per contrastare i più giovani ed atletici Thunder. Troppa la differenza di età tra le colonne portanti dei giocatori di Oklahoma City (Durant-Westbrook-Ibaka-Harden) e quelle dei texani (Duncan-Ginoibili-Parker). La neonata franchigia dell’Oklahoma riesce a piazzare la vittoria esterna nel momento migliore ed ora può chiudere tranquillamente i conti in casa nella bolgia della Chesapeake Arena domani notte, dove quasi 20mila persone accorreranno in massa per essere testimoni della probabile pagina di storia NBA scritta dai loro beniamini. Impresa disperata per gli Spurs, apparsi sconfortati e quasi arresi alla fine di questa gara 5 al cospetto del talento dei Thunder.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 4 giugno:

    San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 103-108
    S.A.: Ginobili 34, Parker 20, Duncan 18
    Okl: Durant 27, Westbrook 23, Harden 20

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-2

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    In gara 4 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012, i Thunder battono gli Spurs con il risultato di 109-103 e pareggiano la serie (ora sul 2-2). Una vittoria che fa decisamente andare l’inerzia della sfida dalla parte di Oklahoma City, ed ora San Antonio trema davvero dopo aver perso molto male queste 2 partite in trasferta.

    I texani provano a stare davanti in avvio di match (13-5), ma i padroni di casa riordinano le idee e riescono a chiudere il primo quarto in parità (26-26) anche grazie all’apporto di Kendrick Perkins autore di 10 punti, cosa inconsueta per il centro dei Thunder che predilige la difesa all’attacco.

    Nel secondo periodo si assiste al repeat di gara 3: gli Spurs vanno subito in difficoltà e segnano solo 5 punti in 7 minuti di gioco ed Oklahoma City si prende la leadership del risultato arrivando sul +12 all’intervallo lungo (55-43) dopo un canestro da 3 punti annullato giustamente a Leonard che rilascia il pallone quando il tempo è ormai scaduto.

    I Thunder portano il divario sul +15 ad inizio ripresa (68-53) poi, dal baratro, i neroargento riemergono prepotentemente piazzando un parziale di 18-5 (frutto di una bella sfuriata in panchina di coach Popovich durante un timeout) che li porta sul -2 (73-71).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Ronald Martinez/Getty Images

    Gli ospiti però devono ancora fare i conti con il talento di Kevin Durant: il 23enne fenomeno dei Thunder nell’ultimo quarto segna la metà dei suoi punti totali (18 sui 36 complessivi) rintuzzando ogni volta le residue chance degli Spurs di pareggiare l’incontro o quantomeno di restare in scia per piazzare la zampata finale. Durant segna 16 punti consecutivi per Oklahoma City (in appena 7 minuti) diventando letteralmente immarcabile e punendo la difesa texana con canestri tutti diversi tra loro che mettono ancora più in evidenza la sua capacità di segnare da ogni posizione ed in ogni modo. Inutili così le triple finali di Leonard che servono solo per avere un margine di scarto in punti molto minore di quanto in realtà avrebbe dovuto essere quello reale.

    Durant domina la gara segnando 36 punti ed aggiungendo anche 6 rimbalzi ed 8 assist, a sorpresa a contribuire al successo ci sono le prestazioni mostruose di Perkins ed Ibaka autori rispettivamente di 15 e 26 punti (per il congolese di passaporto spagnolo è career high) che sopperiscono alle mancanze di Westbrook (solo 7 punti) ed Harden (11 punti). Gli Spurs vengono spazzati via nonostante un Tim Duncan da 21 punti ed un positivissimo Leonard che ne piazza 17. Prestazioni anonime invece per Parker e Ginobili ( 12 punti per il francese, 13 per l’argentino), apparsi però non al meglio.

    La serie si sposta a San Antonio per gara 5 che può essere considerata davvero cruciale per il prosieguo della sfida: gli Spurs dovranno necessariamente proteggere il vantaggio del fattore campo, con ogni mezzo ed in ogni modo, i Thunder invece sembrano aver preso in mano l’inerzia della serie e sono favoriti per l’accesso alla Finale NBA, ma dovranno portare via il successo dal parquet dei neroargento. Gara tutta da vedere e da vivere fino in fondo!

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 2 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 109-103
    Okl: Durant 36, Ibaka 26, Perkins 15
    S.A.: Duncan 21, Leonard 17, Ginobili 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-1 Heat

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-2

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Siena è super, Sassari cede. Montepaschi ancora in Finale

    Siena è super, Sassari cede. Montepaschi ancora in Finale

    Il dominio di Siena in territorio nazionale è imbarazzante: la Montepaschi batte in trasferta il Banco di Sardegna Sassari per 79-64 in gara 3 della semifinale dei playoff 2012 del campionato italiano di Serie A di basket, chiude la serie sul 3-0 e guadagna l’accesso alla Finale scudetto, la sesta di fila per gli uomini di coach Simone Pianigiani.

    Dopo aver vinto agevolmente nelle prime 2 sfide in casa, i biancoverdi non trovano difficoltà neanche sul parquet dei sardi, campo imbattuto da ben 11 partite: netto il divario tra le 2 squadre con i campioni d’Italia che volano subito sul +11 nel primo quarto (23-12 il parziale) grazie ad un super Bo McCalebb che piazza 10 dei suoi 21 punti totali.

    Siena non si accontenta ed anche nella seconda frazione trova, con il gioco corale, tantissime soluzioni offensive portandosi anche a ridosso di 20 punti di vantaggio prima di chiudere il primo tempo sul +16 (44-28).

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    Nella ripresa i padroni di casa provano in tutti i modi a riparire la gara, soprattutto con Easley, Hosley ed i cugini Diener, ma lo sforzo è vano perchè Siena mantiene i 16 punti di vantaggio a 10 minuti dal termine del match (61-45).

    La Dinamo nell’ultimo quarto arriva fino al -9 a 4 minuti dalla sirena, la possibile rimonta degli isolani viene spezzata però da 2 triple di Thornton e Zisis che chiudono la contesa. Finisce 79-64 e Siena potrà difendere il titolo nella Finalissima.

    Per i padroni di casa ci sono 17 punti e 10 rimbalzi di Easley, 13 di Hosley e 10 di Drake Diener. La Montepaschi trionfa grazie ad un celestiale McCalebb (21 punti), mentre Lavrinovic e Kaukenas portano alla causa rispettivamente 12 e 10 punti. Il tutto senza sfruttare David Andersen, ancora una volta tenuto a riposo precauzionale. Una prova di forza impressionante.

    Siena attende di conoscere la squadra che sfiderà in Finale: indiziata numero 1 è Milano che conduce la serie su Pesaro per 2-0 e già in gara 3 potrebbe chiudere i conti.

    BASKET PLAYOFF SERIE A 2012, RISULTATI 1 giugno:

    Banco di Sardegna Sassari-Montepaschi Siena 64-79
    Sassari: Easley 17, Hosley 13, Drake Diener 10
    Siena: McCalebb 21, Lavrinovic 12, Kaukenas 10

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI:

    1) Montepaschi Siena vs 4) Banco di Sardegna Sassari serie 3-0 Siena (La Montepaschi si qualifica per la Finale del campionato)
    2) EA7 Emporio Armani Milano vs 6) Scavolini Siviglia Pesaro serie 2-0 Milano

  • Rondo, Garnett e Pierce, Boston stende Miami e riapre la serie

    Rondo, Garnett e Pierce, Boston stende Miami e riapre la serie

    Giochi riaperti anche nella Finale della Eastern Conference: in gara 3 i Boston Celtics sfruttano al meglio il vantaggio del fattore campo e mandano KO i Miami Heat con il risultato di 101-91. La serie ora è sul punteggio di 2-1 per il team della Florida.

    Vittoria convincente per i ragazzi di coach Doc Rivers, frutto di un gioco spumeggiante come poche volte si era visto in stagione. Parte bene Boston ma a rispondere colpo su colpo è LeBron James che dopo 10 minuti di gioco si trova già con 16 punti segnati. I Celtics però riescono a chiudere in vantaggio il primo quarto per 30-28.

    Come già successo ieri nella sfida tra Thunder e Spurs, la differenza per la squadra di casa arriva nei 2 parziali centrali: nel secondo periodo Boston chiude sul 25-14 e va al riposo con il punteggio di 55-42 e 13 lunghezze di vantaggio. Lo stesso vale per la terza frazione in cui i Verdi rifilano altri 9 punti di scarto a Miami per volare sul +22 (85-63).

    Boston Celtics | © Jim Rogash/Getty Images

    In apertura di ultimo quarto, è ovvio che la partita è irrimediabilmente compromessa per gli ospiti e Ray Allen fa registrare il massimo vantaggio dei padroni di casa con il canestro del +24. Il calo di tensione di Boston però è notevole e James, assisitito da Chalmers ma soprattutto da Miller (per lui 3 bombe in fila per riaprire la gara in appena 3 minuti di gioco) rientra nel match fissando il provvisorio -11. Fiutato il pericolo i Celtics si rimettono in moto e mantengono la doppia cifra di vantaggio abbastanza facilmente chiudendo con il punteggio di 101-91.

    Non basta a Miami la grande gara di LeBron James, che piazza 34 punti, 8 rimbalzi e 5 assist (dopo i 16 punti nel primo quarto il talento degli Heat si è andato un pò spegnendo grazie alla grande difesa sulle sue giocate, ma è tornato a splendere nell’ultimo periodo). Dwyane Wade tocca quota 18 punti (con 20 tiri dal campo) senza riuscire ad andare in lunetta, preziosi quanto inutili i contributi di Mario Chalmers (14 punti) e Mike Miller (11 punti e 3 triple che potevano anche riaprire la partita). Poco produttivo Udonis Haslem (solo 3 punti). Per Boston grande partita in primis di Kevin Garnett (doppia doppia da 24 punti ed 11 rimbalzi), ben supportato da capitan Paul Pierce (23 punti) e Rajon Rondo (ancora superlativo con 21 punti, 10 assist e 6 rimbalzi). Dalla panchina fondamentali (in combinata) i 16 punti e 9 rimbalzi in 36 minuti di impiego totale della coppia Marquis Daniels e Keyon Dooling, che oltre al contributo offensivo portano tanta difesa che annichilisce l’attacco di Miami.

    Per gara 4 si resta a Boston: i Celtics proveranno ad arpionare il pareggio per giocarsi tutte le chance nella trasferta seguente in Florida. Gli Heat per stare tranquilli da ogni insidia dovranno vincere e portarsi sul 3-1, coach Spoelstra (secondo le ultime news) potrebbe utilizzare a sorpresa anche la carta Chris Bosh che si sta allenando con la squadra e sta recuperando dall’infortunio che lo tiene fermo oramai da 2 settimane.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 1 giugno:

    Boston Celtics-Miami Heat 101-91
    Bos: Garnett 24, Pierce 23, Rondo 21
    Mia: James 34, Wade 18, Chalmers 14

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-1 Heat

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-1 Spurs

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Morto Orlando Woolridge, ex NBA, Treviso e Bologna

    Morto Orlando Woolridge, ex NBA, Treviso e Bologna

    L’ex giocatore NBA Orlando Woolridge è morto a causa di problemi cardiaci in casa dei suoi genitori a Mansfield, città della Louisiana. Woolridge aveva 52 anni.

    Il coroner ha confermato che a stroncare la vita di Woolridge è stato il cuore. Era stato anche in cura in ospedale per qualche tempo per risolvere i suoi problemi (una condizione cardiaca cronica e degenerativa).

    Nato a Bernice, il 16 dicembre del 1959, Woolridge è stato un atelta scelto al primo giro del draft del 1981 dai Chicago Bulls e ha giocato nella NBA per 13 anni. Agli inizi della sua carriera (Hig School a Mansfield) era considerato uno dei migliori talenti nazionali. Successivamente ha scelto di giocare per Notre Dame University (con la quale ha raggiunto per tutti i 4 anni di militanza le Finali NCAA vincendone una) prima di entrare in NBA con la maglia rossonera di Chicago.

    Orlando Woolridge (Lakers) & Shawn Kemp (Sonics) | © Ken Levine/Getty Images

    Otre che per i Bulls, Woolridge ha giocato anche per i Los Angeles Lakers, per i New Jersey Nets, per i Philadelphia 76ers ed infine per i Detroit Pistons, ed ha anche allenato le Los Angeles Sparks nella WNBA, la lega di basket professionistica femminile.

    Wooldridge è stato uno degli schiacciatori più incredibili dei suoi tempi e nelle sue stagioni in NBA ha avuto una media di 16.0 punti, 4.3 rimbalzi, 1.9 assist e 28.3 minuti in 851 partite giocate. Dopo aver terminato la sua carriera NBA, Woolridge ha trascorso le sue ultime due stagioni da atleta in Italia con le maglie di Benetton Treviso e Virtus Bologna.

    Con le squadre del nostro campionato ha portato a casa 3 trofei: una Euro Cup e una Coppa Italia con la Benetton Treviso (anno 1995) di Mike D’Antoni e la Supercoppa Italiana 1996 nella Buckler Bologna.

    Un triste epilogo per un giocatore che nei suoi anni migliori ci ha fatto sognare con il suo gioco spettacolare ed a volte anche innovativo.