Categoria: Basket

  • Intervista al dance team degli Utah Jazz

    Intervista al dance team degli Utah Jazz

    In occasione della tappa di Reggio Calabria dell’NBA 3X Summer Tour 2012, la nostra redazione ha intervistato una delle ballerine del dance team degli Utah Jazz che si trovava al seguito della manifestazione creata da NBA Italia.

    Cosa vuol dire per te essere una dancer degli Utah?

    Come prima cosa per me vuol dire essere una tifosa della squadra visto che amo il basket e amo l’NBA quindi è un modo per essere vicina alla mia squadra del cuore.

    Quanto è difficile entrare nel gruppo?

    E’ molto difficile entrare a far parte della squadra perché nello Utah ci sono molte brave ballerine e loro ogni anno fanno due settimane di prove per poter essere scelte quindi è una cosa molto complicata.

    Quanto è importante sentirsi parte del gruppo ed avere buoni rapporti con le tue compagne?

    E’ molto importante essere parte di un gruppo e andare d’accordo con le ragazze perché passiamo molto tempo insieme, viaggiamo anche spesso e ovviamente se c’è affiatamento riusciamo a performare meglio durante le esibizioni.

    Che rapporto hai con i giocatori, con la squadra?

    Abbiamo un rapporto professionale con i giocatori: li vediamo durante le partite, in delle apparizioni che facciamo insieme ma niente al di fuori di quello.

    Dance Team Utah Jazz © Jed Jacobsohn/Getty Images

    Chi è il tuo giocatore preferito?

    Quello attuale è John Stockton e Jamal Tinsley e Jeremy Evans.

    E’ la prima volta che vieni in Italia? Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto? Ti è piaciuta Reggio Calabria?

    E’ la prima volta che vengo in Italia, mi piace tantissimo qui, mi piace il cibo, mi piace la gente, ci piace il mare e ci stiamo divertendo tantissimo a Reggio Calabria.

    Eri già una tifosa prima di diventare una tifosa degli Utah?

    Sì fin da piccola sono sempre stata una tifosa.

    Qual è il tuo sogno oltre ad essere parte di questo gruppo e fare la ballerina?

    Il mio sogno è essere felice con la mia famiglia, avere una vita piena di questo, oltre naturalmente a continuare a fare la ballerina.

  • Hugh Jones vince il Red Bull King of The Rock, sfortunato Pietro Fusella

    Hugh Jones vince il Red Bull King of The Rock, sfortunato Pietro Fusella

    Si è concluso con il trionfo di Hugh “Baby Shaq” Jones l’edizione 2012 del Red Bull King of The Rock, torneo 1 contro 1 di street-basket ad eliminazione organizzato da Red Bull le cui regole sono quelle del basket tradizionale così come il punteggio, il canestro vale due punti o tre se si realizza dall’arco; i contendenti si affronteranno in match di cinque minuti ciascuno mentre al quinto fallo commesso la sconfitta sarà automatica. Il vincitore si sposterà di volta in volta in una nuova partita, per affrontare un nuovo partecipante. L’americano si è così fregiato del titolo per il secondo anno consecutivo ed è stato incoronato dalla stella NBA nonchè play dei Boston Celtics Rajon Rondo.

    Al torneo ha preso parte per la prima volta anche un italiano, Pietro Fusella, che a giugno aveva vinto le selezioni in Italia ottenendo così il diritto a partecipare alla finalissima svoltasi sul campetto del penitenziario di Alcatraz nella baia di San Francisco denominato appunto “The Rock”. Pietro è riuscito a superare il primo turno battendo lo statunitense JJ Walsh prima di essere eliminato nella seconda sfida dall’ucraino Vladimir Abdrakhmanov.

    Il campione delle selezioni italiane ha avuto modo di condividere questa avventura con Marco Belinelli, guardia della Nazionale Italiana e dei Chicago Bulls, che ha accompagnato il partecipante ad Alcatraz commentando così questa esperienza: “È stato bello accompagnare Pietro alla finale del Red Bull King of the Rock. Mi è piaciuto molto il modo in cui ha affrontato questa finale, con tanta concentrazione e grinta. Ha dominato la prima gara e l’ha vinta, nella seconda invece è stato un po’ sfortunato e gli è mancato il tiro decisivo. Dopo questo break a San Francisco, torno a Chicago per focalizzarmi sulla nuova stagione“.

    Pietro Fusella, uno dei più giovani tra i partecipanti al torneo, spera di potersi rifare l’anno prossimo commentando così questa esperienza memorabile: “Partecipare alla finale mondiale del Red Bull King of the Rock in un posto come Alcatraz è stata un’esperienza incredibile. Mi sono potuto confrontare con alcuni tra i più forti giocatori da playground del mondo in uno scenario fantastico. Il freddo della serata ha condizionato la performance di tutti, ma io ho dato il massimo. Il prossimo anno cercherò di arrivare ancora con più grinta“.

    Di seguito alcune immagini di Marco Belinelli e di Pietro Fusella al Red Bull King of The Rock

  • Seattle SuperSonics, la lunga strada verso il ritorno in NBA

    Seattle SuperSonics, la lunga strada verso il ritorno in NBA

    Rivedremo mai i Seattle SuperSonics in giro sui parquet NBA? La risposta potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo però in questi casi) positiva. E’ notizia delle ultime ore che il comune della città del Nord-Ovest del Pacifico ha approvato un piano finanziario per la costruzione di una nuova Arena che permetterebbe alla città di riavere una squadra di basket.

    La storia dei Sonics è nota un pò a tutti, appassionati e non della NBA: fondati nel 1967 i gialloverdi scomparvero dalla grande pallacanestro americana nel 2008, quando il proprietario Clayton Bennett (che aveva acquistato il team nel 2006 dal fondatore della Starbucks Howard Schultz) spostò la franchigia nella sua città natale, Oklahoma City, cambiando anche nome e colori sociali alla squadra che diventò così Oklahoma City Thunder. Bennett lasciò, con un accordo economico, sia il nome SuperSonics che i colori sociali alla città di Seattle, pagando quasi 80 milioni di dollari (suddivisi in 2 rate) per uscire dal contratto di locazione della Key Arena, il palazzo utilizzato per le partite casalinghe dei Sonics, che sarebbe scaduto nel 2010. Nell’accordo Bennett espresse la volontà di mantenere però la storia dei Sonics anche ad Oklahoma City benchè di quella squadra non potesse utilizzare nulla. Sono molti gli analisti della NBA (in primis l’ex ala grande di Sixers, Suns e Rockets Charles Barkley) che però non riconoscono ai Thunder il titolo conquistato nel 1979 dai Sonics ed il record vincente (con oltre 1000 successi) nelle 41 stagioni disputate a Seattle.

    La questione del trasferimento dei SuperSonics ha avuto molte conseguenze in territorio americano, da ricordare il film-documentario sportivo “Sonicsgate-la morte di una squadra”, interamente realizzato dai tifosi gialloverdi per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto successo nel 2008: scavando a fondo infatti i fans dei Sonics sono riusciti a risalire ad alcune mail tra il commissioner NBA David Stern ed il proprietario Clay Bennett dalle quali è emerso il tentativo, quasi fraudolento, di acquistare la franchigia con il chiaro intento di spostarla ad Oklahoma City. Facendo leva sul fatto che la Key Arena non potesse ospitare più eventi di basket in quanto obsoleta (ma l’arena era stata rinnovata una decina di anni prima e risulta tutt’ora molto funzionale per gli eventi sportivi), Bennett ha chiesto al comune di Seattle un nuovo stadio da 500 milioni di dollari (per non trasferire la squadra nell’Oklahoma) da far pagare ai contribuenti con le loro tasse, una mossa astuta in quanto una cifra del genere difficilmente può essere racimolata a breve periodo (ma non solo). Trovando l’opposizione della città ha avuto campo libero e con l’appoggio di Stern ha attuato il piano di delocalizzazione, portato avanti con successo.

    In effetti, nel quasi perfetto meccanismo degli sport americani, questa è l’unica pecca: si tende il più possibile a rendere equilibrate le squadre con l’utilizzo del salary cap (che limita le società più ricche nell’acquisizione dei giocatori miliori) e del Draft (che assegna i migliori prospetti universitari ai team che sono risultati nella stagione precedente i peggiori della Lega per aiutare a migliorarli) ma non c’è nessuna regola che vieta gli spostamenti delle franchigie di città in città se approvati dal consiglio dei proprietari. E questa è una cosa che non riguarda solo la NBA ma anche le altre Leghe professionistiche come la MLB, la NHL e la NFL. Il risultato è che molti tifosi da un momento all’altro potrebbero anche trovarsi senza una squadra per cui tifare, come successo a quelli di Seattle.

    Il “dolore” e la rabbia nella Emerald City sono stati ancora più grandi dato che nel 2007 i Sonics ebbero la fortuna di selezionare al Draft Kevin Durant, un fenomeno assoluto che potenzialmente potrebbe diventare il numero 1 in NBA al pari di LeBron James. Dal 2008 l’ex beniamino di casa (rookie of  the year con i SuperSonics nel 2007) è stato visto compiere magie con la maglia dei Thunder (capocannoniere nelle ultime 3 stagioni) e nello scorso torneo la sua definitiva esplosione ha condotto Oklahoma City alla Finale NBA persa per 4-1 con gli Heat.

    Ecco perchè l’annuncio di un accordo tra il comune di Seattle ed il miliardario Chris Hansen viene visto con molte speranze di riavere indietro la propria squadra dai tifosi gialloverdi. Hansen ha investito 490 milioni dollari nella costruzione della futura Arena (anche se 200 sono fondi pubblici che Hansen restituirà nel giro di 30 anni da obbligo contrattuale) e proprio ieri il consiglio ha dato l’OK all’iter con una votazione di 6 favorevoli e 2 contrari. Hansen ha anche detto che oltre ai Sonics mira a portare a Seattle anche una franchigia di hockey, dato che il nuovo palazzetto, polifunzionale, potrà ospitare anche la NHL. Hansen ha chiaramente detto che ha in mente un progetto vincente che potrebbe riportare a Seattle i tempi d’oro del basket degli anni ’90 quando i SuperSonics erano una potenza della NBA grazie alle Star Gary Payton e Shawn Kemp, guidati in panchina da coach George Karl (ora allenatore di Danilo Gallinari a Denver) che li condusse alla finalissima del 1996, contro gli imbattibili Chicago Bulls di Michael Jordan (record di 72 vinte e 10 perse in regular season), persa però per 4-2.

    A questo punto però arriva la nota dolente: per riavere indietro i SuperSonics Hansen dovrà cercare di fare quello che Bennett fece 4 anni fa, ovvero strappare ad altri tifosi una franchigia NBA per portarla a Seattle (e rinominarla con il nickname Sonics). Un “circolo vizioso” a cui però non si può mettere fine. Ci sarebbe anche la possibilità di un team di espansione ma la NBA, in forte crisi economica, non vede di buon occhio questa ipotesi che stravolgerebbe tra l’altro gli equilibri di Division e Conference. La franchigia indiziata maggiormente a cambiare aria sono i Sacramento Kings, con i Maloofs (i proprietari) sommersi dai debiti che hanno fatto saltare un accordo tra città e Lega per la costruzione di una nuova arena che avrebbe permesso ai neroviola di restare a Sacramento. I Maloofs hanno rifiutato già una prima proposta di Hansen che intendeva rilevare la franchigia versando loro 400 milioni di dollari (un centinaio in più rispetto al reale valore di mercato). La questione è destinata a continuare ed una situazione simile viene vissuta nell’hockey dato che gli Oilers si sono interessati alle vicende di Seattle dato che ad Edmonton è (almeno per ora) fallito il tentativo di costruzione di un’avveniristica arena per i giovani campioncini del team canadese.

    Nelle prossime settimane si attendono ulteriori sviluppi, ma siamo certi che il ritorno dei Seattle SuperSonics non sia poi così lontano…

  • Cantù spezza il dominio di Siena e vince la Supercoppa Italiana

    Cantù spezza il dominio di Siena e vince la Supercoppa Italiana

    La Mapooro Cantù batte la Montepaschi Siena nel primo match della nuova stagione agonistica 2012/2013. In palio c’era la Supercoppa Italiana, trofeo che sistematicamente finiva nella bacheca toscana da ben 5 anni. I lombardi però si sono imposti per 80-73 grazie ad un super Manuchar Markoishvili, l’atleta georgiano alla fine è stato anche eletto M.V.P. della partita.

    Dopo un lustro di dominio totale in campo nazionale il nuovo corso della Montepaschi non inizia nel migliore dei modi: in Estate l’addio del plurititolato coach Simone Pianigiani, finito in Turchia sulla panchina del Fenerbahce, ha dato una grossa occasione al suo vice storico Luca Banchi che però non è riuscito a portare a casa il primo trofeo stagionale. Ovviamente serve tempo per oliare i meccanismi di un gruppo nuovo che dovrà cercare di imitare le gesta di quello precedente ma sarà meglio se tutto ciò verrà fatto alla svelta. Sorride invece Cantù che al quarto tentativo nella finale della Supercoppa finalmente fa centro.

    Primo quarto di marca biancoverde con i toscani che chiudono avanti 25-16 e solo una tripla di Mazzarino evita un passivo più grande per Cantù.

    Inizio di secondo periodo stratosferico per la Mapooro che con 2 triple si porta sul -3 (25-22). Dopo pochi minuti il punteggio è in parità 26-26 ma a metà frazione Siena scappa ancora portandosi sul 33-28 grazie a Sanikidze e Brown. Tyus ed Aradori permettono ai biancoblu di restare a contatto ma all’intervallo il punteggio è 42-37 per i toscani.

    Il secondo tempo comincia un 5 a 0 per la Mapooro (che rimette tutto in equilibrio) firmato Leunen- Markoishvili, ed il risultato è sul 42 a 42 dopo 2 minuti. E’ la schiacciata di Cusin che vale il vantaggio per Cantù sul 44 a 42. La reazione biancoverde, propiziata da Moss, permette alla Mens Sana di impattare a quota 46 a metà del terzo periodo. I ragazzi di Trinchieri da oltre l’arco fanno però male agli avversari ed insaccano due bombe con il solito Markoishvili e Smith e prendono il comando della gara sul 52 a 48 a 3 minuti dalla fine della frazione. Siena non ci sta e con Hackett e Brown torna a -1 (55-56), nonostante le affondate di Tyus e Brooks. E’ un gioco da 3 punti dello stesso Tyus che fissa il punteggio, al termine del terzo quarto, sul 59 a 57 per la Mapooro.

     

    logo legabasket | © foto tratta dal web

    L’ultima frazione si apre con il lay- up di Moss per il 59 a 59. Ress realizza una bomba, un ottimo Tyus schiaccia violentemente tenendo la gara in equilibrio sul 62 a 61 Montepaschi a 8 minuti dalla conclusione del match. I biancoblu insaccano altre 2 triple con Smith e Markoishvili che valgono il +3 per la squadra di coach Trinchieri sul 69 a 66 (metà quarto periodo). Brown cerca di ricucire il divario, Brooks però, con 4 punti consecutivi, tiene avanti Cantù sul 73 a 68 a 3 minuti dalla fine della partita. Ad un minuto dal termine si è sul 73-71. La schiacciata di Tyus vale il +4, ma Hackett dalla lunetta firma il nuovo – 2 sul 75 a 73. Smith è glaciale ai tiri liberi e non sbaglia per il 77 a 73. Sono Smith e Leunen, dopo la bella difesa lombarda, a regalare alla Mapooro vittoria e Supercoppa con il risultato di 80 a 73.

    Markoishvili veine eletto M.V.P. dell’incontro e chiude la sua prova con 15 punti e 5 rimbalzi che permettono alla sua squadra di alzare al cielo il trofeo. Super prova anche di Tyus con 18 punti, contributo fondamentale di Smith con 14 punti. A Siena non bastano i 18 punti di Brown, i 17 di Sainikidze ed i 10 di Moss. Opaco Hackett con soli 7 punti.

    SUPERCOPPA ITALIANA:

    MAPOORO CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 80–73 (16-25, 37-42, 59-57) 

    MAPOORO CANTU’: Kudlacek ne, Awudu ne, Smith 14, Markoishvili 15, Leunen 4, Mazzarino 3, Casella ne, Brooks 11, Tyus 18, Tabu 5, Aradori 4, Cusin 6. All. Trinchieri.

    MONTEPASCHI SIENA: Kasun 2, Brown 18, Eze 8, Carraretto 3, Rasic, Kangur 3, Sanikidze 17, Ress 3, Lechthaler ne, Janning 2, Hackett 7, Moss 10. All. Banchi

  • Intervista a Katia Bassi “NBA 3X Summer Tour 2012 un successo clamoroso”

    Intervista a Katia Bassi “NBA 3X Summer Tour 2012 un successo clamoroso”

    L’NBA 3X Summer Tour 2012 prosegue e la scorsa settimana ha fatto tappa a Reggio Calabria, creando ancora una volta un’occasione unica di incontro tra giovani e di divertimento assoluto. Nel corso dell’evento, che ha visto gareggiare in tornei 3 contro 3 ragazzi di tutte le fasce d’età (sono previsti tornei tra ragazzi e ragazze di 11 e 12 anni, di 13 e 14, di 15 e 16 e maggiori di 17 anni e Open Division, che consiste in squadre miste) oltre a vederli usufruire di divertenti attività interattive, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchere ed intervistare Katia Bassi, General Manager di NBA Italia che dopo Dopo Lignano Sabbiadoro, Trapani, Ostia e la prossima Torino ha fatto visita anche alla città dello Stretto, la quale con molta cortesia e simpatia ci ha dedicato del tempo e ha risposto alle nostre domande.

     

    Katia Bassi
    Katia Bassi | © Georgea Costa Netto

    Ecco a voi l’intervista.

    Giuseppe Guerrasio: Sembra che l’NBA si stia interessando all’Italia, l’NBA 3X Summer Tour 2012 ha toccato sei città italiane, e diversamente da tanti altri eventi ha davvero coperto tutto il paese, questo è un chiaro segnale che il marchio NBA vuole tornare in Italia ai livelli che aveva toccato nei primi anni ’90?

    Katia Bassi: Il nostro obiettivo come mission NBA è quello di diffondere più possibile il gioco del basket in tutto il mondo, quale migliore attività che andare a trovare i nostri tifosi sul territorio. NBA non ha un problema di notorietà di marca perchè è conosciuta per l’84% sul territorio italiano, ha un problema naturalmente di presenza sul territorio, perchè naturalmente le partite non sono giocate che negli Stati Uniti, quindi quello che noi vogliamo fare è far capire a tutti i nostri tifosi, e sono tanti, quasi cinque milioni, che noi ci siamo e ci siamo in maniera continuativa, vicino poi soprattutto a colori i quali hanno voglia di giocare e a chi vuole avvicinarsi al basket ed è interessato a vedere come lavoriamo.

    GG: Hai anticipato la mia successiva domanda dato che volevo chiederti quanto NBA possa contribuire a far crescere lo sport del Basket. Per la scelta delle varie tappe, ho visto che diversamente da altri sport avete fatto comunque eventi in tutta Italia, da Milano a Torino passando per Reggio Calabria. In base a cosa avete scelto le location delle tappe?

    KB: Abbiamo scelto innanzitutto sulla base di tradizioni di basket molto importanti da un lato, dall’altro anche in base ad accordi collaborativi naturalmente, perchè quello di cui abbiamo bisogno sono belle location, che abbiano un bel traffico naturale e che possano ospitare chiaramente le nostre strutture, come la metratura richiesta ad esempio, veramente molto alta, ed è necessario che ci siano tutte queste caratteristiche.

    GG: Quindi la scelta di Reggio Calabria al posto di città come Milano e Roma è dovuto anche a questo?

    KB: Su Milano e Roma è normale che si facciano degli eventi, intanto su Milano avremo la partita dei Boston Celtics, per cui ci sembra più che sufficiente, oltretutto quello che noi volevamo fare era non essere più Roma-centrici o Milano-centrici ma andare dove i nostri tifosi sono e i tifosi non sono solo a Milano e a Roma.

    GG: Noi a Reggio Calabria tra l’altro abbiamo il ricordo di Manu Ginobili e credo anche questo significhi tanto vero?

    KB: Certamente, c’è una grandissima tradizione che speriamo ritorni molto presto.

    GG: A proposito dell’evento di Milano, l’attesa per EA7 Milano – Boston Celtics è tanta, l’NBA ha mai pensato addirittura di far giocare qualche partita della regular season, magari non solo in Italia, ma anche un mini tour in Europa?

    KB: Intanto noi abbiamo già fatto una partita di Regular Season nel 2011 a Londra e è quello che rifaremo nuovamente, sempre a Londra, a Gennaio del 2013. Evidentemente dobbiamo scegliere delle località che abbiano un palazzetto all’altezza e delle capacità per poter prevedere anche un ritorno interessante, dato che è chiaro che una partita in Europa ha dei costi diversi che negli USA.

    GG: Visto l’idea di diffondere il basket, avete pensato magari di realizzare un appuntamento settimanale con qualche canale televisivo nazionale in chiara, come RAI o Mediaset, in modo che il marchio NBa arrivi anche a chi non ha un abbonamento SKY o non segue Sportitalia?

    KB: Diciamo che con Sportitalia e Sky abbiamo un rapporto di esclusiva e soprattutto qualsiasi sia il nostro modo di comunicare abbiamo e cerchiamo un altissimo livello di produzione, che è ovviamente importante. Noi crediamo inoltre che avvicinarci alla nostra fascia di pubblico, il nostro target è quello dell’età compresa tra i 16 e i 34 anni, significhi usare strumenti di comunicazioni nuovi, in particolar modo i social network.

    GG: L’NBA 3X Summer Tour 2012 è ormai alle battute finali, dopo quella di Reggio Calabria manca solo la tappa di Torino, tirando le somme come è andato il tour?

    KB: E’ stato un successo clamoroso, sia come affluenza di partecipanti che, ancor di più, come accoglienza delle persone, addirittura alcuni genitori sono arrivati a ringraziarci per come hanno visto i loro figli divertirsi, il tutto naturalmente gratuitamente, e portare a casa bei ricordi e tantissimi premi messi in palio da NBA.

    Ringraziamo nuovamente Katia Bassi e speriamo di avere modo di reincontrarla presto per nuove iniziative sul territorio italiano.

  • Nba 3X tour, a Reggio Calabria il 9 e il 10 settembre

    Nba 3X tour, a Reggio Calabria il 9 e il 10 settembre

    Sei appassionato di basket?  Ti piace la competizione? E soprattutto, sei di Reggio Calabria o dintorni? Allora non prendere impegni per il 9 e il 10 settembre perché è in arrivo la tappa calabrese del NBA 3x TOUR.

    Questo evento sta superando ogni più rosea aspettativa, infatti Reggio Calabria è la quinta tappa, dopo Lignano Sabbiadoro, Napoli, Trapani e Ostia ed andrà a concludersi con Torino il 15-16 settembre. Le cifre raggiunte sono da capogiro, parliamo di 100 squadre iscritte nella prima tappa di Lignano e addirittura 300 quelle scese in campo a Napoli con 100 mila appassionati (e non) presenti sui campi brandizzati NBA.
    Il tutto inizierà alle ore 15 del 9 settembre e terminerà alle ore 22 del 10 settembre. In questi due giorni oltre alle gare 3 contro 3 ci saranno altre attività, come le sfide sui tiri da 3, gare di schiacciate e tanto altro! Insomma, ci si può divertire anche se non si è appassionati di questo sport.

    NBA 3X TOUR

    La principale attrazione di questo tour sono naturalmente le sfide 3 contro 3, il torneo è aperto a ragazzi e ragazze che verranno divisi secondo le seguenti categorie:

    • Under 11-12 – Men’s and Women’s Divisions
    • Under 13-14 – Men’s and Women’s Divisions
    • Under 15-16 – Men’s and Women’s Divisions
    • Over 17 Open Division (entrambi i sessi)
    Le gare verranno svolte nei sei campi disponibili che saranno montati presso il lungomare Falcomatà, Arena dello Stretto e per non farsi mancare niente, l’evento sarà arricchito dall’esuberanza e l’energia del Dance Team degli Utah Jazz.
    All’interno della Fan Zone (dove ci saranno i 6 campi da gioco e la central court) saranno presenti anche le gigantografie dei giocatori di Nba con la quale i fan potranno divertirsi a scattare simpatiche fotografie.
    I partner che sostengono NBA 3X TOUR sono: adidas, Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia, Sprite, FootLocker, Gatorade, HP e Radio Deejay.
    Che aspettate allora? Iscrivetevi cliccando QUI e partecipate alle sfide 3 contro 3 per dimostrare che siete i più forti.
    Vi aspettiamo tutti (iscritti e non) per il 9 e 10 settembre per passare un week end all’insegna del basket e del divertimento.

     

     

  • Basket, l’Italia conquista la qualificazione ad Euro2013 in Slovenia

    Basket, l’Italia conquista la qualificazione ad Euro2013 in Slovenia

    L’Italbasket di Simone Pianigiani non si ferma più e conquista la qualificazione ai prossimi Europei che si terranno in Slovenia nell’ Estate del 2013 grazie alla sesta vittoria su altrettante gare in un girone di qualificazione letteralmente dominato.

    Altra bella vittoria dei ragazzi azzurri che hanno superato al PalaTrieste la Repubblica Ceca con il punteggio di 68 a 56. Protagonisti della vittoria ancora il trio composto da Pietro Aradori, Danilo Gallinari e Gigi Datome.

    Grazie ad un ottimo Stefano Mancinelli in avvio ed alla solidità di Daniel Hackett, l’Italia si porta subito avanti nel match con la Repubblica Cecadisorientata e incapace di arginare la difesa azzurra, vero punto di forza in questo torneo di qualificazione. Il primo tempo si chiude con gli azzurri nettamente avanti e con la sensazione di poter comandare sino alla fine ed a proprio piacimento, il ritmo partita.

    Il coach azzurro Simone Pianigiani ©JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images

    L’inizio della ripresa vede però un Italia forse sin troppo rilassata dall’ottimo primo tempo disputato con la Repubblica Ceca che cerca di rifarsi sotto soprattutto nel punteggio. Per oltre 4’ la squadra di Pianigiani resta a secco ed i cechi prendono coraggio limando fino al 44-34 del 25’ dove però inizia lo show di Danilo Gallinari con l’ala di Denver che piazza 5 punti consecutivi “ammazzando” psicologicamente la partita. Si va al +21 al 33’ con Datome e Gigli sugli scudi con la partita che praticamente finisce qui per la gioia immensa del Presidente Federale Dino Meneghin.

    Grandissima prova soprattutto di carattere dei nostri azzurri che in Slovenia ritroveranno le altre due stelle Nba Andrea Bargnani e Marco Belinelli che in questo torneo non sono stati presenti a causa del recupero dell’infortunio al polpaccio subito dal Mago durante la Regular Season Nba e la situazione contrattuale di Belinelli che fortunatamente si è risolta con l’approdo dell’ex Fortitudo ai Chicago Bulls di Derek Rose.

    Adesso per avere anche la matematica certezza del primo posto nel girone, che consentirebbe una posizione privilegiata all’Italia nel sorteggio dei prossimi europei sloveni, basterà battere la Bielorussia in casa sabato prossimo e sempre a Trieste.

     

  • Howard ai Lakers. Iguodala va da Gallinari e Bynum ai Sixers

    Howard ai Lakers. Iguodala va da Gallinari e Bynum ai Sixers

    Gran colpo di mercato dei Los Angeles Lakers che quasi a sorpresa (quando nessuno se lo aspettava più) acquisiscono il fortissimo centro degli Orlando Magic Dwight Howard. Dopo alcuni giorni di immobilismo totale torna dunque a movimentarsi il mercato NBA. Per poter portare il miglior centro della Lega in California i gialloviola hanno dovuto cercare dei “partner” (visto che da soli i Lakers non avevano le contropartite adatte per chiudere il cerchio ed accontentare gli Orlando Magic) e nell’affare si sono inseriti dunque i Philadelphia 76ers ed i Denver Nuggets facendo diventare dunque la trade a 4 team.

    Il dettaglio della trade è questo: Dwight Howard passa dagli Orlando Magic ai Los Angeles Lakers, Andre Iguodala va dai Philadelphia 76ers ai Denver Nuggets del nostro Danilo Gallinari (con il quale formerà un duo davvero pericolosissimo sia in difesa che in attacco), Andrew Bynum viene ceduto dai Lakers ai Sixers (che si devono accollare il contratto anche di Jason Richardson dei Magic) mentre la formazione della Florida riceve Arron Afflalo, Al Harrington (dai Nuggets), Nikola Vucevic e Moe Harkless (dai Sixers) più 3 prime scelte future al Draft, una da ogni squadra coinvolta nell’operazione (più un’ulteriore seconda scelta da Denver).

    Sicuramente chi esce meglio da questa trade sono i Lakers che devono ringraziare la bravura del general manager Mitch Kupchak che senza sacrificare anche Pau Gasol è riuscito a prendersi il centrone di Orlando. Grazie a quest’operazione i gialloviola diventano la prima contendente per la vittoria del prossimo campionato NBA dato che un quintetto con Steve Nash in cabina di regia, Kobe Bryant guardia, Metta World Peace ala piccola, Pau Gasol ala grande e Dwight Howard centro sarà difficilissimo da battere (per non parlare di Antawn Jamison in uscita dalla panchina a fare il sesto uomo di lusso!).

    Dwight Howard | &© Chris Trotman/Getty Images

    Dall’affare escono bene anche Denver e Philadelphia: Iguodala completa un quintetto, quello dei Nuggets, che sarà insidioso per tutti e che potrà ulteriormente crescere vista la giovane età media. Bynum va invece a coprire un grosso buco a centro area nel roster dei Sixers e il team di Philadelphia andrà tenuto d’occhio dalle altre rivali della Eastern Conference.

    Chi invece esce con le ossa rotte da questo scambio sono gli Orlando Magic che perdono il loro giocatore migliore (e questo era assodato visto che il centro aveva fatto presente di voler essere ceduto) il loro leader, ma per un atleta come Howard avrebbero dovuto ottenere molto di più. Ora i Magic avranno parecchi anni bui davanti a loro dove dovranno cercare di ricostruire il team al meglio per riportarlo in alto, non proprio una cosa semplice per il neo G.M. Rob Hennigan.

    Superman ha trovato una casa. Siamo carichi, vogliamo riportare il titolo a Los Angeles”.

    Così Kobe Bryant, impegnato con team U.S.A. alle Olimpiadi di Londra 2012, dalla sua pagina Facebook accoglie Dwight Howard ai Los Angeles Lakers.

    Los Angeles e’ in fermento per l’affare ed e’ giusto che sia così. I Lakers si sono assicurati un giocatore che, speriamo, possa trascinare la franchigia anche quando io non ci sarò più. Ho gia’ parlato con Dwight Howard, siamo carichi per riportare il titolo a Los Angeles”.

    Nel messaggio, ci sono anche parole per Andrew Bynum, il centro che i Lakers hanno sacrificato nella trattativa:

    Gli auguro solo il meglio, spero che il prossimo anno disputi un campionato migliore dell’ottima stagione passata“.

  • Serie A di basket riparte il 27 settembre. McCalebb va al Fenerbahce

    Serie A di basket riparte il 27 settembre. McCalebb va al Fenerbahce

    La Legabasket ha varato ufficialmente il nuovo calendario di Serie A: saranno 16 le squadre impegnate nel prossimo campionato (dopo le esclusioni di Teramo e Treviso), la stagione 2012/2013 prenderà il via il 30 settembre ma l’opening day è fissato per il 27 quando si affronteranno Brindisi ed i campioni d’Italia di Siena che anticiperanno la loro partita del secondo turno per dar modo alla Montepaschi di poter disputare la mini tournèe negli Stati Uniti che la vedrà impegnata in amichevole contro i Cleveland Cavaliers ed i San Antonio Spurs.

    Discorso analogo per Milano, che anticiperà a mercoledì 3 ottobre la trasferta sul campo della Virtus Bologna per scendere in campo domenica 7 al Forum contro i Boston Celtics. Nel programma del turno inaugurale invece posticipo di 48 ore per Cantù-Venezia, che si giocherà martedì 2 ottobre per lasciare spazio alla corsa verso l’Eurolega dei brianzoli (impegnati dal 25 al 28 settembre a Desio nel Qualifying Round che assegna l’ultimo dei 24 posti della massima manifestazione continentale).

    La fine della stagione regolare è fissata per il 5 maggio 2013 (non ci saranno turni infrasettimanali nelle 30 giornate in programma). Tabellone playoff invariato con le prime 8 che si qualificheranno alla post season, la novità riguarda però il format dei playoff che, come già anticipato da noi qualche settimana fa, sarà a 7 partite fin dal primo turno (prima lo era solo la Finalissima). La data di inizio della volata-scudetto è legata all’eventuale presenza di squadre italiane alle Final 4 di Eurolega (9 maggio senza rappresentanti italiane, 15 maggio se Siena, Milano o eventualmente Cantù dovessero qualificarsi per le finali di Londra). Nella prima ipotesi la finale-scudetto si disputerà dal 9 al 21 giugno (data dell’eventuale gara-7), nella seconda il titolo italiano numero 91 si assegnerà tra il 15 e il 27 giugno. L’ultima classificata retrocederà in Legadue.

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    Il primo big-match della stagione andrà in scena già alla seconda di campionato con la Virtus Bologna che esordirà alla Futurshow Station contro l’EA7 di Sergio Scariolo. Il “remake” della finale scudetto tra Siena e Milano è in programma alla sesta giornata: andata al PalaSclavo il 4 novembre, ritorno il 3 marzo ad Assago. I toscani saranno ospiti di Cantù (rivale delle ultime 2 stagioni tra Coppa Italia, finale tricolore del 2010/2011 e Supercoppa) nel nono turno del 25 novembre (ritorno a Siena il 24 marzo). Il primo derby lombardo sarà quello tra Cimberio Varese e Cantù (andata il 28 ottobre a Masnago); le altre due sfide storiche si giocheranno sotto le feste (il 23 dicembre Milano-Varese, il 6 gennaio Cantù-Milano).

    Le pause previste in stagione saranno 2: il campionato si fermerà il 16 dicembre per l’All Star Game, mentre le Final 8 di Coppa Italia si terranno dal 7 al 10 febbraio. La SuperCoppa italiana è in programma il 22 settembre a Rimini e se la giocheranno Siena e Cantù.

    Intanto però il campionato italiano perde il suo giocatore migliore: Bo McCalebb lascia la Montepaschi Siena e vola al Fenerbahce di Simone Pianigiani che in toscana lo ha allenato nelle ultime 2 stagioni prima di trasferirsi in Turchia pure lui. McCalebb, che ha firmato per 3 stagioni con i turchi, si è aggiudicato il titolo di M.V.P. delle ultime finali scudetto ed è stato il miglior marcatore dell’Eurolega 2011-12.

    Durante la sua permanenza a Siena ha vinto 2 scudetti, 2 Supercoppe e 2 Coppe Italia con una media di 13.5 punti (con oltre il 64% dal campo), 3.1 assist e 2.8 rimbalzi. Secondo alcune indiscrezioni, il Fenerbahce avrebbe pagato circa 1,3 milioni di euro per liberare il giocatore dalla Mens Sana, con cui Bo aveva rinnovato fino al 2014. Il play, a lungo corteggiato pure in NBA dai San Antonio Spurs, va a rafforzare la compagine di Simone Pianigiani, che nei giorni scorsi ha firmato un altro ex senese come Sato. La Montepaschi, intanto, continua nella costruzione del suo roster: dopo gli arrivi di Sanikidze e Hackett, è ufficiale quello dell’ala Marcellus Kemp. Vicinissimo anche l’accordo con Matt Janning, guardia che nell’ultimo anno ha giocato a Casale Monferrato.

  • Il ritorno di Brandon Roy, doppio colpo dei Warriors

    Il ritorno di Brandon Roy, doppio colpo dei Warriors

    Brandon Roy è ritornato nella NBA: ad un solo anno di distanza dal suo ritiro per i cronici problemi alle cartilagini di entrambe le ginocchia, l’ex guardia dei Portland Trail Blazers è stato presentato dai Minnesota Timberwolves, sua nuova squadra che però crede fermamente nelle sue capacità dato che lo scelse con il pick numero 6 al Draft del 2006 prima di girarlo proprio a Portland dove divenne in pochi anni uno dei cestisti più forti e completi della Lega.

    Reduce da 15 mesi di stop e 6 operazioni di fila, Roy è potuto ritornare a giocare grazie al cosiddetto intervento-Bryant (che inietta nel ginocchio plasma ricco di piastrine favorendo la guarigione di problemi degenerativi), e l’operazione ha avuto successo.

    Il contratto di Roy con Minnesota è di 2 anni a 10 milioni di dollari complessivi, in conferenza stampa ha espressamente dichiarato di aver scelto i Timberwolves per poter essere allenato da un coach come Rick Adelman. Roy ha precisato ieri di non aver mai considerato la sua assenza come un ritiro, ma solo come una pausa dal gioco che ha sempre amato, necessaria per capire se era ancora in grado di essere competitivo ai massimi livelli. Dopo uno stop di un paio di mesi per recuperare in modo naturale prima di sottoporsi al trattamento con il Regenokine, Roy ha iniziato a verificare se le sue capacità erano ancora intatte. Si è allenato a Los Angeles con Bill Bayno, assistente dei Wolves con il quale aveva lavorato anche ai tempi di Portland, che ha ammesso di essere rimasto assolutamente impressionato dalla qualità del gioco di Roy e di aver rivisto il “Brandon Roy di un tempo“. Del resto il cestista dei Wolves ha spiegato che è proprio questo l’obiettivo: Roy non sta cercando di tornare per essere solo il decimo giocatore in panchina, ma ha comunicato ufficialmente il suo rientro nella lega solo quando ha capito di essere ancora in grado di giocare agli stessi livelli del passato.

    Brandon Roy | © Ronald Martinez/Getty Images

    Minnesota diventa così una delle squadre più difficili da affrontare dato che il roster è stato notevolmente migliorato. Per competere per il titolo la strada è ancora lunga ma almeno si è presa la direzione giusta rispetto al recente passato che è stato pieno di errori.

    Per quanto riguarda gli altri movimenti: doppio colpo dei Golden State Warriors che rifirmano la guardia Brandon Rush (contratto biennale da 8 milioni di dollari) e prendono il lungo Carl Landry (anche per lui biennale da 8 milioni). I californiani rinforzano notevolmente la squadra con queste 2 aggiunte.

    Nate Robinson ha trovato un accordo con i Chicago Bulls del nostro Marco Belinelli: per la guardia, alta solo 175 centimetri ma vincitrice della gara delle schiacciate all’All Star Game quando militava nei Knicks, ancora non sono stati resi noti i termini dell’accordo. Chicago segue con attenzione anche Tracy McGrady, ex superstar della Lega ma tormentato da problemi fisici (alle ginocchia in particolare).

    Chiudiamo con Matt Barnes: l’ex giocatore dei Los Angeles Lakers (free agent al momento dopo che i gialloviola non gli hanno rinnovato il contratto) è stato arrestato e poi rilasciato (su pagamento di cauzione) per minacce ad un poliziotto.