Il main event della notte NBA era la sfida tra i New York Knicks e i Los Angeles Lakers. Al Madison Square Garden la franchigia della Grande Mela batte i rivali californiani per 116-107 acuendo la crisi dei gialloviola che incassano la quarta sconfitta consecutiva per un record assolutamente negativo per quelle che erano le aspettative di inizio stagione con l’arrivo del playmaker Steve Nash, out per infortunio, e del centro dominante della Lega Dwight Howard. Record che ora recita 9 vittorie e 14 sconfitte. Neanche l’arrivo di Mike D’Antoni, ex Knicks, in panchina è riuscito a cambiare le cose in casa Lakers che se dovessero continuare con questo trend sarebbero costretti a dire addio alla post season (ancora mancano 3/4 della stagione regolare). La sfida personale tra Kobe Bryant e Carmelo Anthony la vince comunque il Black Mamba che mette a referto 31 punti, 10 rimbalzi e 6 assist, che non sono bastati ad evitare la sconfitta, contro i 30 punti e 3 rimbalzi di Melo.
I San Antonio Spurs cadono a Portland per quella che è la seconda sconfitta consecutiva. Il rookie Damian Lillard, sesta scelta assoluta dell’ultimo draft che sta impressionando al suo primo anno in NBA, guida i Trail Blazers con 29 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. Agli Speroni, che comunque conservano la leadership nella Southwest Division, non bastano i soliti Tony Parker (21 punti e 5 assist) e Tim Duncan (16 punti e 6 rimbalzi).
Infine gli Atlanta Hawks superano senza particolari problemi i Charlotte Bobcats. Top scorer Devin Harris con 20 punti seguito da Josh Smith con 18. Per la franchigia del North Carolina 17 punti di Gerald Henderson e 16 di Ramon Sessions.
RISULTATI NBA 13 DIC 2012
Atlanta Hawks – Charlotte Bobcats 113-90 Atl: Harris 20, Smith 18, Johnson 16 Cha: Henderson 17, Sessions 16, Walker 13
New York Knicks – Los Angeles Lakers 116-107 NY: Anthony 30, Felton 19, Chandler 18, Smith 18 Lak: Bryant 31, World Peace 23, Howard 20
Sei le partite disputate nella notte NBA. I due italiani in campo non riescono ad emulare le recenti “gesta” di Marco Belinelli che ha trascinato a suon di punti i Chicago Bulls, orfani ancora di Derrick Rose, alla vittoria. Infatti Andrea Bargnani cade con i suoi Toronto Raptors sul parquet di Los Angeles contro i Clippers lanciatissimi ormai alla conquista della Pacific Division. Per il Mago prestazione sottotono con soli 12 punti e 2 rimbalzi messi a referto e un deludente 5/15 dal campo. Ai canadesi non bastano i 24 punti di Demar DeRozan per contrastare Blake Griffin e compagni. La stella della franchigia losangelina realizza 19 punti catturando 9 rimbalzi.
Non è andata meglio a Danilo Gallinari che con i suoi Denver Nuggets ha perso contro la sua ex squadra, i New York Knicks. Il Gallo, a differenza del connazionale dei Raptors, ha comunque brillato nonostante la sconfitta mettendo a segno 21 punti e prendendo 9 rimbalzi. 112-106 il finale per i bluarancio trascinati da un altro ex, Carmelo Anthony, al rientro (34 punti) che ottengono la 15esima vittoria stagionale rafforzando la propria leadership a Est.
Ottava vittoria consecutiva per gli Oklahoma City Thunder, finalista della passata stagione e favorita alla conquista del titolo quest’anno, che domano gli Indiana Pacers 104-93. In evidenza la coppia Durant con 27 punti e 8 rimbalzi e Westbrook con 21 punti, 7 rimbalzi e 6 assist ma anche Kevin Martin autore di 24 punti che si candida alla conquista del titolo di miglior sesto uomo dell’anno. Infine altra sconfitta per i Los Angeles Lakers: sul parquet amico dello Staples Center i gialloviola devono cedere il passo agli Utah Jazz. Non bastano i 34 punti del capocannoniere della Lega Kobe Bryant.
RISULTATI NBA 9 DIC 2012
Los Angeles Clippers – Toronto Raptors 102-83 Cli: Griffin 19, Paul 16, Crawford 16 Tor: DeRozan 24, Kleiza 17, Bargnani 12
La sontuosa prestazione di Marco Belinelli nella notte NBA consente ai Chicago Bulls di battere a domicilio i New York Knicks in una gara dal risultato incerto fino alle battute finali del match. La franchigia dell’Illinois parte bene e mette a distanza di sicurezza i blu-arancio orfani di Carmelo Anthony, che tiene botta soltanto con i punti fondamentali di Tyson Chandler che la fa da padrone nel pitturato, aggiungendo 18 rimbalzi ad uno score personale di 14 punti. Felton spara a salve e chiude con 27 punti ma un 9/30 dal campo, pessimo tanto quanto il resto della squadra che colleziona in totale un 27/84 che è davvero poco per poter impensierire questi Bulls. Belinelli, partito titolare, piazza 22 punti importanti per lui e per la squadra, e con l’aiuto di un ottimo Deng (22 punti anche per lui) e del vivace Nate Robinson, regala una vittoria dal sapore speciale per i Bulls e i suoi tifosi, in visibilio sugli spalti per aver battuto una storica rivale e una possibile pretendente al titolo, dando un chiaro segnale di ripresa e di unità nonostante la pesantissima assenza di un certo Derrick Rose.
Ritorna al successo dopo due ko di fila per Miami, vittoriosa contro gli Hornets sul parquet amico dell’American Airlines Arena. Partita senza storia già dalle prime battute del match, con gli Heat che prendono il largo già ad inizio del secondo quarto trascinati dal solito duo James-Wade, che mettono a referto complessivamente 50 punti. New Orleans ha un sussulto di orgoglio solo nel finale, quando Robin Lopez porta i suoi a -8 mantenendo vive le flebili speranze dei “calabroni” di espugnare il campo dei campioni in carica. Miami sigilla il match con un parziale terrificante di 11-0 infliggendo l’ennesima sconfitta agli Hornets.
Show nel derby texano tra Dallas e Houston, vinto dai Mavericks dopo un emozionante duello tra OJ Mayo e James Harden, veri protagonisti della serata. “The Beard” guida la rimonta dei Rockets che nel primo quarto erano sotto di 15, per poi passare in vantaggio e mantenere un esiguo margine alla fine del primo tempo. Si scatena così Mayo che dopo aver totalizzato 22 punti nella prima frazione, sfodera un quarto quarto da paura replicando alla prestazione altrettanto super di un Harden in forma All Star e trascinando i suoi ad una vittoria memorabile sul parquet di Houston. Alla fine il tabellino dirà 40 punti per Mayo e 39 per Harden, che la dice lunga sull’equilibrio e la spettacolarità della partita.
RISULTATI NBA 8 DIC 2012
Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 117-99 Cli: Griffin 24, Crawford 21, Paul 16 Pho: Beasley 21, Brown 19, Scola 18
Washington Wizards – Golden State Warriors 97-101 Was: Crawford 22, Beal 17, Seraphin 14, Martin 14 GS: Lee 24, Thompson 23, Curry 22
Charlotte Bobcats – San Antonio Spurs 102-132 Cha: Walker 23, Henderson 13, Sessions 12 SA: Green 23, Parker 22, Mills 13
Boston Celtics – Philadelphia 76ers 92-79 Bos: Garnett 19, Green 16, Pierce 13 Phi: Young 22, Turner 13, Holiday 11
Miami Heat – New Orleans Hornets 106-90 Mia: Wade 26, James 24, Bosh 13 NO: Anderson 24, Lopez 20, Smith 12
Cleveland Cavaliers – Detroit Pistons 97-104 Cle: Pargo 24, Varejao 16, Miles 15 Det: Knight 30, Prince 14, Monroe 11
Chicago Bulls – New York Knicks 93-85 Chi: Belinelli 22, Deng 22, Robinson 14 NY: Felton 27, Smith 15, Chandler 14
Memphis Grizzlies – Atlanta Hakws 83-93 Mem: Randolph 18, Gasol 18, Gay 17 Atl: Smith 24, Williams 21, Horford 19
Houston Rockets – Dallas Mavericks 109-116 Hou: Harden 39, Parsons 18, Douglas 13 Dal: Mayo 40, Kaman 20, Collison 12, Carter 12
Nella notte Nba vincono i Denver Nuggets di Gallinari e i Chicago Bulls di Belinelli, mentre cadono malamente i Toronto Raptors di Andrea Bargnani sul parquet degli Utah Jazz.
Denver batte gli Indiana Pacers in trasferta con un decisivo parziale di 10-0 nell’ultimo quarto grazie al prodigioso apporto della panchina gialloazzurra che spiana la strada della vittoria ai Nuggets su un campo ostico. Gallinari mette a segno 9 punti, 7 rimbalzi e 8 assist in una serata dove steccano i titolari (Iguodala e Lawson su tutti) e brillano le riserve di George Karl, in particolare Miller e Brewer, che spezzano l’equilibrio del match e regalano un’importantissima vittoria alla franchigia del Colorado.
La strepitosa prestazione di Joakim Noah permette ai Bulls di espugnare il parquet dei Pistons per 108-104 allungando la striscia positiva contro la franchigia del Michigan che dura dal 2008. Il centro francese è autore di 30 punti e 23 rimbalzi e riscatta alla grande un primo tempo dei “tori” decisamente sottotono, in cui Detroit controllava il vantaggio abbastanza agevolmente. Belinelli ripete la grande prestazione di due giorni fa a Cleveland, in cui aveva messo a segno 23 punti, e ne mette a referto 16 dando segnali di crescita. I Pistons mostrano un gran carattere e non si arrendono fino al definitivo strappo dei Bulls che a 2 minuti dal termine scappano a +10 e chiudono la partita.
Serata da dimenticare per Bargnani e i Raptors, asflatati a Salt Lake City dai Jazz 131-99. Nonostante i 20 punti del “Mago” conditi da 8 rimbazi, Toronto esce dal match già all’inizio del terzo quarto seppellita dalle bombe di Mo Williams e Carroll che dilatano il vantaggio dei padroni di casa. Per i canadesi è la nona sconfitta in dieci gare, i playoff restano ancora uan volta un miraggio.
Va agli Spurs il derby texano contro i Rockets, vittoriosi senza non troppi problemi dopo una partita giocata alla grande. Houston cade sotto i colpi devastanti di Parker e compagni, e alzano bandiera bianca troppo in fretta dopo il +30 rifilato dai nero-argento all’inizio dell’ultimo quarto. Per la franchigia biancorossa prstazione comunque positiva di James Harden, autore di 29 punti.
Il big match della notte, nonchè probabile finale della Western Conference tra Oklahoma City Thunder e Los Angeles Lakers va alla squadra vice campione Nba, trascinata da un Westbrook sontuoso e da un Durant immenso. Si capisce fin dalle prime battute che i Thunder non scherzano, e scappano già dopo pochi minuti con il prodotto di UCLA che ne mette 27 solo nella prima frazione. I Lakers, tramortiti, provano a reagire allo strapotere della squadra di casa ma solo nel finale riescono a provocare qualche brivido al pubblico di Oklahoma dopo che le triple di Chris Duhon e Kobe Bryant riportano i gialloviola a -4 a pochi secondi dalla sirena. Altra sconfitta per Los Angeles che in questo inizio di stagione ha deluso clamorosamente le aspettative ritrovandosi a battagliare per gli ultimi posti disponibili per i playoff nonostante una squadra allestita per vincere il titolo.
RISULTATI NBA 7 DIC 2012
Philadelphia 76ers – Boston Celtics 95-94 Phi: Turner 26, Young 17, Holiday 15 Bos: Pierce 27, Green 19, Garnett 17
Indiana Pacers – Denver Nuggets 89-92 Ind: George 22, West 18, Hill 15 Den: Brewer 20, McGee 20, Miller 15
Brooklyn Nets – Golden State Warriors 102-109 Bro: Johnson 32, Williams 23, Blatche 22 GS: Lee 30, Curry 28, Jack 15
Atlanta Hawks – Washington Wizards 104-95 Atl: Smith 23, Teague 19, Harris 15, Stevenson 15 Was: Seraphin 19, Beal 18, Crawford 14
Detroit Pistons – Chicago Bulls 104-108 Det: Stuckey 24, Knight 21, Villanueva 15 Chi: Noah 30, Boozer 24, Deng 16, Belinelli 16
New Orleans Hornets – Memphis Grizzlies 89-96 NO: Anderson 15, Rivers 15, Roberts 15 Mem: Gay 28, Randolph 15, Gasol 13
Minnesota Timberwolves – Cleveland Cavaliers 91-73 Min: Love 36, Ridnour 12, Barea 10 Cle: Gee 16, Miles 13, Sloan 10
Nonostante l’assenza pesante di Carmelo Anthony i New York Knicks sbancano il parquet dei campioni in carica dei Miami Heat rafforzando la propria leadership a Est. 112-92 il punteggio finale per la franchigia della Grande Mela che ha trovato in Raymond Felton il trascinatore assoluto della serata: il play arancioblu segna 27 punti conditi da 7 assist e con uno strepitoso 6/10 dall’arco guidando New York alla vittoria numero 14 in stagione. Dalla panchina esce anche Steve Novak autore di 18 punti mentre per Miami a nulla vale la prestazione di LeBron James, proclamato proprio in questi giorni sportivo dell’anno 2012 dalla prestigiosa rivista statunitense Sport Illustrated, che ha sfiorato la tripla doppia: per il Prescelto 31 punti, 10 rimbalzi e 9 assist. Sotto tono invece gli altri due componenti dei Big Three Dwyane Wade e Chris Bosh che hanno chiuso rispettivamente con 13 e 12 punti e un pessimo 23% e 25% dal campo.
Nell’altra gara in programma nella notte NBA i Dallas Mavericks riescono a spuntarla per un soffio sui Phoenix Suns battendoli per soli 3 punti, 97-94 il finale. Dopo un primo tempo di sostanziale equilibrio, i texani subiscono la rimonta dei padroni di casa che si rifanno sotto raggiungendo la parità sull’87-87 a 40 secondi dalla fine. O.J. Mayo però prende per mano Dallas guidandola al successo con 23 punti ai quali aggiunge anche 5 rimbalzi e 5 assist. Per i Suns top scorer Goran Dragic e Markieff Morris, ottimo anche il contributo dell’ex Houston Rockets Luis Scola dalla panchina che chiude con 13 punti e 9 rimbalzi in poco più di 24 minuti di gioco. I Mavericks si portano così a sola una partita dal raggiungere la parità nel record stagionale (9-10).
Da sempre lo sport americano ed in particolare la NBA, offre al Mondo intero atleti che grazie alle proprie gesta sono diventate vere ed autentiche icone, sui quali spesse volte sono stati realizzati film o fiction tv, ciò ha permesso a tali atleti di entrare cosi a far parte di quella stretta cerchia di personaggi da museo dello sport contemporaneo.
Ora la galleria di tale museo, ricca già di suo, di tanti volti di atleti, che nelle proprie discipline hanno scritto pagine memorabili di storia, c’è anche il viso di Kobe Bryant celebre stella dei Los Angeles Lakers e della Nazionaledegli USA, giocatore di basket senza dubbio tra i più celebri al mondo, proprio grazie alla sua bravura e fisicità, qualità che gli hanno concesso di poter diventare nella sua lunga carriera un’autentica icona della NBA.
Ma questo alla stella dei Lakers non bastava, infatti come grandi film americani ambientati nel mondo dello sport, su tutti spicca il famosissimo Rocky seguito da tanti altri film, in cui il coraggio, la voglia di vincere e di migliorarsi, consentivano ai protagonisti di raggiungere vittorie difficili ed insperate, anche Bryant ha realizzato la sua impresa.
Però il traguardo raggiunto dal celebre giocatore dei Lakers, non è frutto di un copione cinematografico o di effetti speciali, ma è dovuto alle sue grandi qualità di cestista, che gli hanno concesso l’opportunità di volare oltre i limiti dell’immaginabile, toccando l’incredibile quota di 30mila punti realizzati in carriera.
Tale traguardo tagliato nella vittoria contro gli Hornets, match in cui la stella di Los Angeles ha siglato ben 29 punti, gli ha aperto le porte del celebre museo dello sport, diventando cosi il quinto giocatore della NBA a toccare tale cifra ma il più giovane a realizzarlo.
Infatti prima di Kobe, altri 4 giocatori erano riusciti in questa impresa, il primo fu Kareem Abdul-Jabbar, che militando sempre nei Lakers realizzò la bellezza di 38.387 punti in carriera, seguito da Karl Malone con un bottino di 36.928 punti, alle sue spalle Michael Jordan con un totale di 32.292 punti, per finire con Wilt Chamberlain il quale centrò la bellezza di 31.419. Però Kobe a differenza di chi lo ha preceduto ha dalla sua parte il tempo, infatti con ancora un anno e mezzo di contratto e con 34 anni sulle spalle, la stella dei Lakers ha ancora davanti a se almeno altri 4 forse 5 anni di carriera da poter sfruttare.
Questo significa che il record fissato dei 30mila punti, potrebbe essere facilmente superabile, a cui va aggiunto anche il un altro record, ossia i 600 punti realizzati nella postseason per tre anni consecutivi, che certificano a tutti gli effetti l’ingresso di Bryant tra i più grandi dello sport nell’epoca contemporanea.
Con estrema probabilità a partire dalla prossima stagione, i New Orleans Hornets team della NBA potrebbero cambiare nome, diventando cosi New Orleans Pelicans, passando cosi dai calabroni simbolo che attualmente contraddistingue il team, ai pellicani. Tale cambiamento è stato progettato da Tom Benson proprietario del club, che fin dal suo arrivo nel mese di aprile, aveva messo in cantiere un possibile cambio di denominazione e nel caso specifico di logo. La scelta del pellicano come simbolo, risiede nel fatto che tale specie di volatile è presente nello Stato della Louisiana, a cui si aggiunge il fatto che lo stesso proprietario del team è anche l’attuale detentore dei diritti sul logo.
Ad oggi la NBA non è nuova ad improvvisi cambi di denominazione da parte dei team che vi fanno parte, infatti tra i casi più celebri c’è quello degli attuali Brooklyn Nets, nati nel 1967 con il nome di New Jersey Americans, nel corso degli anni il team di New York ha avuto diversi cambi di denominazione, come New York Nets mantenuto dal 1968 al 77, per poi passare a New Jersey Nets mantenuto dal 1977 al 2012, per poi passare nell’attuale stagione a Brooklyn Nets.
Logo attuale degli Hornets
Discorso simile anche in casa Philadelphia 76ers, dove in origine il nome del team era Syracuse Nationals, poi dal 1963 il cambio di denominazione. Stessa cosa accaduta anchenel calcio ed in particolare in MLS (in USA ci sono ben 3 federazioni calcistiche la MLS è la più alta in grado,equivalente della nostra serie A) dove gli attuali New York Redbulls, hanno cambiato per ben tre volte la propria denominazione, cominciando da Cosmos, passando per Metrostars fino ad arrivare agli attuali RedBulls. Discorso simile per i Los Angeles Galaxy, club in cui la dirigenza prima degli attuali colori sociali ossia: gialloro e blu, in precedenza utilizzarono il nero ed arancione
Dunque anche in casa New Orleans sembra essere tutto pronto per un nuovo “battesimo”, ed essendo un pellicano che ne contraddistinguerà la bandiera, i tanti tifosi si augurano possa essere anche un ottimo porta fortuna, al fine che la propria squadra possa volare in classifica proprio come fanno i pellicani nel cielo della Louisiana.
La prestigiosa rivista statunitense Sports Illustrated proclama Lebron James uomo 2012. Nessuno migliore di lui quindi nell’anno solare, nessuno che sia riuscito ad eguagliare il Prescelto, vincitore del suo primo anello Nba con la maglia dei Miami Heat. Lebron era stato a lungo sulle copertine di Sports Illustrated, mai però come vincitore dell’anello. Adesso che il sogno si è trasformato in realtà, Lebron James può festeggiare anche il celebre riconoscimento della rivista americana. La sua è stata una stagione fantastica, degna davvero del miglior James di sempre.
LA DIFFERENZA – Quello che ha fatto la differenza rispetto agli anni passati è stato il rendimento nei play-off. Ventitré gli incontri disputati dal Prescelto, per 983 minuti giocati, con 697 punti messi a referto (il record precedente apparteneva alla stagione 2007 con la maglia dei Cavaliers) e 224 rimbalzi. Numeri mostruosi anche per uno come Lebron James, assoluto protagonista nella serie decisiva contro i Celtics, che ha consentito agli Heat di approdare alla finalissima con i Thunder, stravinta da Lebron e compagni.
I PREMI – Lebron James ha vinto tutto ciò che poteva vincere. Oltre all’anello infatti, sono arrivati i riconoscimenti come Mvp Nba della stagione 2012, Mvp delle finali, e l’oro olimpico con la Nazionale statunitense durante la spedizione ai Giochi di Londra.
GLI ALTRI – Sports Illustrated, come dichiarato dallo stesso Paul Fichtenbaum (direttore del Time Inc. Sports Group ndr), non ha avuto dubbi nel celebrare Lebron James come sportivo dell’anno, nonostante il 2012 sia stato un anno particolarmente ricco di grandi prestazioni individuali. Come ad esempio quella di Usain Bolt, nuovamente re dei 100 e 200 metri a Londra. Rimanendo in tema Olimpiadi come non citare Michael Phelps, diventato il primo nuotatore a vincere tre medaglie d’oro nella stessa disciplina (200 misti ndr, dopo un appassionante duello con Lochte e Cseh) in tre Olimpiadi consecutive. Senza dimenticare infine la settima meraviglia di Roger Federer, che a Wimbledon ha vinto il settimo titolo londinese di una carriera irripetibile.
Il derby italiano in programma nella notte Nba va a Danilo Gallinari ed ai suoi Denver Nuggets, che battono a fatica i Toronto Raptors di Andrea Bargnani per 113-110. Nonostante un super avvio di marca Nuggets, la franchigia canadese si rifà sotto nell’ultimo quarto grazie alle conclusioni del Mago, che chiuderà con 23 punti all’attivo e vincerà il confronto personale con il Gallo, e di Kyle Lowry che segna 12 punti solo nell’ultimo periodo. Denver vede ridursi il lauto vantaggio accumulato in 40 minuti di gioco e uan difesa non irresistibile permette a Bargnani di sparare bombe da dietro l’arco e di segnare canestri di prepotenza con tale facilità tanto da ritrovarsi a -1 a pochi minuti dal termine. Ci pensa Ty Lawson a riportare i Nuggets avanti di un possesso, i Raptors non si arrendono e a 5 secondi dalla sirena hanno la possibilità di portarsi sul pari e prolungare il match all’overtime, ma De Rozan fallisce malamente la decisiva tripla che poteva consentire a Toronto di acciuffare un risultato impensabile a fine terzo quarto. Gallinari e compagni possono così esultare dopo 3 ko consecutivi, mentre il record negativo dei Raptors di Bargnani si fa sempre più pesante, soprattutto in chiave playoff.
I Los Angeles Clippers vincono di misura a Salt Lake City grazie ad uno stratosferico Blake Griffin, autore di 30 punti. Partita combattuta con Utah sempre in vantaggio durante l’arco della gara, ma il decisivo sorpasso nei minuti conclusivi ad opera della squadra californiana è frutto di errori madornali dei Jazz che non riescono a segnare nemmeno un punto in 4 minuti permettendo a Griffin e compagni di dominare sotto canestro e rimontare un passivo di 10 punti. Ci prova un ottimo Randy Foye a raddrizzare le sorti del match a favore della squadra di casa ma Chris Paul risulta decisivo portando i suoi a +4 a 17 secondi dal termine. Utah quindi perde sul parquet amico dopo 7 vittorie consecutive, per i Clippers invece è la terza vittoria in altrettante gare.
Continua la striscia vincente degli Orlando Magic “on the road”, che dopo avere espugnato clamorosamente il parquet dei Lakers con un quarto quarto da paura, infligge una lezione anche ai Warriors, vera sorpresa di questo inizio di stagione. Trascinati dalle triple di un JJ Redick in stato di grazia e dai punti fondamentali di Afflalo e Davis (entrambi chiudono a 24), i Magic prendono il largo nell’ultimo periodo spezzando l’equilibrio di un match che dopo la doppia cifra di vantaggio doveva soltanto essere amministrato. Nonostante i Warriors provino caparbiamente a rimontare lo svantaggio (8 punti in poco più di un minuto per i californiani), Orlando li rimette a distanza di sicurezza andando a vincere meritatamente con un altro quarto quarto impressionante dal punto di vista realizzativo.
La sfida più attesa della notte NBA era sicuramente quella tra i Miami Heat e i Brooklyn Nets. I campioni in carica trascinati da Dwyane Wade e LeBron James superano la franchigia di New York 102-89 in rimonta recuperando un passivo in doppia cifra: 34 i punti per Flash (con 7 assist), 21 quelli di King James che mette a referto anche 9 rimbalzi e 6 assist. Con questa vittoria Miami consolida il suo primato nella Southeast Division e nella Eastern Conference.
Scontro al vertice anche nella Western Conference tra San Antonio e Memphis. La gara viene decisa solo dopo un overtime che premia la solidità dei padroni di casa campioni nel 1999, 2003, 2005 e 2007 multati recentemente di 250 mila dollari dalla Lega per aver fatto riposare 4 dei suoi titolari nella sfida giocata a Miami giovedì notte. Sugli scudi il play Tony Parker autore di 30 punti e Tim Duncan che ne mette 27 e cattura anche 15 rimbalzi. Inutili gli apporti di Marc Gasol (20 punti), Mike Conley (18), Zach Randolph (17+15 rimbalzi) e Rudy Gay 15. Nonostante la sconfitta Memhis resta in testa alla Conference.
Vince l’unico italiano in campo, Marco Belinelli. I suoi Chicago Bulls vincono 93-88 contro i Philadelphia 76ers grazie a Luol Deng (25 punti) e Richard Hamilton (15). Per l’italiano solo 2 punti negli 11 minuti in cui è sceso sul parquet. Festival dei punti segnati a Houston (ben 240) con i Rockets che battono gli Utah Jazz con 7 giocatori in doppia cifra. Top scorer Patrick Patterson con 20 punti ai quali aggiunge anche 7 rimbalzi.
RISULTATI NBA 1 DIC 2012
Miami Heat – Brooklyn Nets 102-89 Mia: Wade 34, James 21, Allen 13 Bro: Blatche 20, Wallace 13, Johnson 12