Categoria: Basket

  • NBA, Gallinari devasta i Lakers. Thunder e Miami senza freni

    NBA, Gallinari devasta i Lakers. Thunder e Miami senza freni

    LAKERS – NUGGETS 105-112: Eterna incompiuta, in questa stagione si intende. La squadra di Mike D’Antoni perde in casa anche con Denver. Sorride Gallinari (20), e non può essere altrimenti, perché una sua tripla nel concitatissimo finale ha di fatto consegnato ai Nuggets un successo importantissimo in chiave play-off. A 13 secondi dalla fine una bomba del Gallo manda ai titoli di coda la partita (108-102), nonostante i 20 punti nell’ultimo quarto di un immenso Bryant, che con due triple da fantascienza nel finale aveva ridato fiato e speranza ai tifosi dello Staples Center. L’urlo Lakers Lakers Lakers è però rimasto in gola a molti quando il nostro Danilo Gallinari ha ammazzato l’incontro sia con il tiro dall’arco sia con gli ultimi due liberi della serata, che hanno fissato il risultato finale sul 112-105 per gli ospiti. Poteva essere, ma non è stata, la partita di Dwight Howard. Dopo aver raggiunto la doppia doppia (10 punti, 10 rimbalzi) in appena 14 minuti di gioco, l’ex centro di Orlando ha perso un pallone decisivo sul 101-97 con ancora due minuti da giocare, errore capitalizzato al meglio da Andre Miller, che riportava a più 6 Denver. Ma c’è di più, perché Dwight poteva ancora diventare l’eroe della serata quando a 16 secondi dalla sirena col punteggio di 105-102 per i Nuggets si esibiva in una tremenda stoppata ai danni dello stesso Andre Miller. Dove va a finire però il pallone? Già, a Gallinari, che da tre punti inchioda il match sul 108-102. Quell’alchimia di squadra tanto desiderata sia da Howard che da Mike D’Antoni sembra essere piuttosto lontana. E la classifica inizia ad essere qualcosa di cui preoccuparsi per i giallo-viola californiani. Anche se hai un Bryant che ti inventa bombe impossibili o ti segna 20 punti nell’ultimo quarto.

    La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images
    La grinta di Gallinari dopo la tripla decisiva contro i Lakers | ©Stephen Dunn/Getty Images

    PISTONS – BOBCATS 101-108 (OT): Sorpresa. Charlotte ancora non sa come sia riuscita ad espugnare il campo dei Pistons. Sotto di due a pochi secondi dalla sirena lunga, una fantastica penetrazione di Kemba Walker (top scorer dei suoi con 20 punti) ha mandato la partita all’overtime, dove la franchigia “amministrata” (non c’è bisogno di spiegare le virgolette) da Jordan ha devastato Detroit con un parziale di 12-5, con sei punti di un prezioso Tyrus Thomas. Dopo 18 sconfitte consecutive, Charlotte ha prima battuto i Bulls allo United Center, perso di due contro i Cavaliers, e vinto stanotte a Detroit. Che qualcosa stia cambiando?

    RAPTORS – THUNDER 92-104: C’è nessuno a Toronto? KD (22) e Westbrook (23), con la collaborazione di Ibaka (19), spazzano via i Raptors a domicilio nonostante il maggiordomo di casa Alan Anderson piazzi la partita della vita con 27 punti in 33 minuti di gioco (career-high). Partita tutto sommato equilibrata nel primo tempo, chiuso dai Thunder avanti di due lunghezze. Nel terzo quarto però si sveglia Westbrook, che mette a referto dodici punti. Ultimo periodo poi di ordinaria amministrazione, con OKC che conferma il miglior record ad ovest (26-7). Chi aveva dei dubbi circa la reale forza in trasferta dei Thunder ha avuto una risposta.

    Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images
    Primo piano di KD | ©Scott Halleran/Getty Images

    SUNS – GRIZZLIES 81-92: Tutti ai piedi di Marc Gasol (10 punti, 12 rimbalzi, 5 assist) e Z-Bo (21), che conducono Memphis alla vittoria sul parquet dei Suns. Importante contributo anche di Rudy Gay (20) per il terzo successo nelle ultime cinque partite disputate dai Grizzlies. Partita quasi sempre in mano agli ospiti, con i padroni di casa che mandano in doppia cifra soltanto due giocatori, P.J. Tucker (17) e Marcin Gortat (12).

    HEAT – WIZARDS 99-71: Solo un pazzo poteva forse pensare che gli Wizard uscissero dall’A.A. con un risultato diverso dalla sconfitta, con Miami reduce dal ko interno contro i Bulls. Ma ormai di pazzi a Washington crediamo ne siano rimasti davvero pochi, perché una squadra che detiene l’invidiabile record di 4-28 in teoria non dovrebbe neanche avere una cheerleader. LeBron James, un po’ il Mufasa della Lega dopo essersi sbloccato lo scorso anno con il fatidico anello, anche ieri ha superato la barriera dei 20 punti per la trentaduesima serata consecutiva in questa stagione, games che diventano come per magia 53 se prendiamo in esame la serie play-off dello scorso anno. Sull’altra sponda il miglior realizzatore dei Wizards è Seraphin, che chiude con 14 punti a referto.

    NBA HIGHLIGHTS LAKERS – NUGGETS 105-112

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    NBA TOP 10 HIGHLIGHTS 06-01-2013

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  • NBA, Gallinari forza 26. Vincono anche Clippers e Celtics, ko Dallas

    NBA, Gallinari forza 26. Vincono anche Clippers e Celtics, ko Dallas

    Torna a brillare la stella di Danilo Gallinari, protagonista nella vittoria casalinga di Denver contro i Jazz (110-91), l’ottava consecutiva al Pepsi Center. Priva di Mo Williams, Utah non ha saputo opporre nulla di particolare alla furia dei padroni di casa, che trovano nel Gallo il top scorer della serata con 26 punti. Per il nostro Danilo anche 5 rimbalzi, 3 assist, una palla recuperata e ottime percentuali al tiro (7/11 da due, 11/12 a cronometro fermo).  Solita prova difensiva da incorniciare per Koufos (13 rimbalzi, oltre a 15 punti) e in zona assist (6) per Andre Miller. I Nuggets con un record di 19-16 restano in zona play-off, mantenendo un leggero margine di vantaggio sui Timberwolves, sconfitti questa notte a domicilio da Portland. In attesa dei rientri di Lakers e Mavericks, Gallinari può continuare a sperare nella play-off, sopratutto se Denver riuscirà a stare davanti a Portland e Houston.

    MAVERICKS – HORNETS 96-99 (OT): Dopo 27 partite Dirk Nowitzki rientrava nel quintetto titolare, come annunciato alla vigilia da coach Rick Carlisle. Il tedesco è rimasto sul parquet 34 minuti totalizzando 20 punti, offrendo così il suo massimo contribuito dopo l’infortunio. Nonostante ciò, i Mavericks sono riusciti a perdere anche contro gli Hornets, di certo non la squadra più attrezzata della lega. L’eroe della serata per New Orleans è senza dubbio Eric Gordon, che con un gioco da tre punti a 4.7 dalla sirena del primo overtime ha regalato il successo ai suoi compagni. Grande partita tra gli Hornets anche di Greivis Vasquez, top scorer con 25 punti, di cui 15 nell’ultimo quarto.

    Il ritorno di Nowitzki non basta ai Mavericks | ©Ronald Martinez/Getty Images
    Il ritorno di Nowitzki non basta ai Mavericks | ©Ronald Martinez/Getty Images

    HAWKS – CELTICS 81-89: Pazzesca Boston. Arrivata ad essere a meno 19 dagli Hawks in avvio di terzo quarto, la squadra di coach Rivers annienta letteralmente una delle migliori squadre ad Est con un secondo tempo da urlo. Paul Pierce protagonista con 17 dei suoi 26 punti proprio nel terzo quarto, chiuso da Boston con un parziale di 33-9. L’altra star della notte è Rajon Rondo con una tripla doppia da record (14 punti, 11 rimbalzi e 10 assist). Agli Hawks non bastano i 28 punti di Lou Williams, spentosi insieme al resto della squadra dopo il primo tempo chiuso a quota 21 punti.

    MAGIC – KNICKS 106-114: Quarto quarto da suicidio per i Magic (17-33), sconfitti in casa dai Knicks 106-114. Prima di oggi Orlando aveva perso le ultime 7 partite. Nonostante il buon rientro di Jameer Nelson quindi (29 punti e 8 assist), sorridono i Knicks di Melo Anthony, ancora mostruoso con i suoi 40 punti, 6 rimbalzi e 6 assist. Contributo importante anche se in campo soltanto 16 minuti da parte di Stoudemire (11 punti e 4 rimbalzi), alla sua prima trasferta in stagione dopo l’infortunio. Nei Magic grandi prove di Afflalo, che come Nelson chiude a 29 punti), e Vucevic con i suoi 18 rimbalzi e 11 punti.

    Melo stratosferico anche stasera | ©Sam Greenwood/Getty Images
    Melo stratosferico anche stasera | ©Sam Greenwood/Getty Images

    NETS – KINGS 113-93: La sfida tra due dei migliori centri della lega, Brook Lopez (18.9) e DeMarcus Cousins (17.1), si risolve a favore dei Nets. Decisivo per Brooklyn l’apporto dalla panchina, con MarShon Brooks, Blatche (15 punti ciascuno) e Teletovic (career-best con 14 punti) fondamentali nel successo di stanotte. A Sacramento non basta l’ennesima doppia doppia stagionale di Cousins (28 puntie  11 rimbalzi) per evitare la prima sconfitta dopo due successi di fila.

    CLIPPERS – WARRIORS 115-89: Otto solo sconfitte stagionali per Cp3 e compagni, due contro Golden State, l’ultima tre giorni fa. Era un po’ questo il riassunto alla vigilia della partita, che in realtà storia non ne ha mai avuto, con i Clippers che salutano gli Warriors già alla fine del primo quarto infliggendogli un parziale di 35-12. Dopo la vittoria nel derby, i Clippers hanno asfaltato Klay Thompson e compagni con un vantaggio che a tratti ha superato i 40 punti, salvo poi prendersi una meritata boccata d’ossigeno e chiudere l’incontro a +26. Chris Paul è restato sul parquet 28 minuti, quanto basta per mettere a referto 27 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 20 punti di Blake Griffin. L’Nba ha i suoi nuovi padroni?

    Altri 20 punti per Blake Griffin questa notte | ©FREDERIC J. BROWN/Getty Images
    Altri 20 punti per Blake Griffin questa notte | ©FREDERIC J. BROWN/Getty Images

    SPURS – 76ERS 109-86: Reduce dal ko contro New York, San Antonio si riprende subito e centra la decima vittoria casalinga consecutiva. Vittima designata sono i 76ers, incapaci di fermare il collettivo degli avversari. Top scorer Parker con 20 punnti, a cui si aggiungono i 19 di Manu Ginobili e i 16 di Tim Duncan. Per Philadelphia il migliore in campo è Spencer Hawes, che mette a referto 22 punti e 6 rimbalzi.

    PACERS – BUCKS 95-80: Difficoltà zero per i Pacers che di fronte al proprio pubblico sconfiggono nettamente i Bucks per la prima volta in questa regular season (due ko, sempre in trasferta, nei precedenti confronti). A decidere le sorti della partita l’ottima prestazione di Roy Hibbert, che mette a referto 20 punti e 15 rimbalzi, oltre a 5 stoppate. Periodo no per i Bucks, alla loro terza sconfitta consecutiva.

    CAVALIERS – ROCKETS 104-112: Un favoloso James Harden (29 punti, 7 palle recuperate) consente ai Rockets di violare il parquet di Clevaland, con un quarto quarto da 16 punti. Alla prova di Harden va sommata poi quella di Jeremy Lin, autore di 20 punti e 5 assist. Tra i Cavaliers il migliore è Kyrie Irving con 30 punti.

    James Harden protagonista nella vittoria dei Rockets | ©Scott Halleran/Getty Images
    James Harden protagonista nella vittoria dei Rockets | ©Scott Halleran/Getty Images

    TIMBERWOLVES – BLAZERS 97-102: Alla fine stava per sciupare tutto Portland, avanti di 22 punti nel terzo quarto, facendosi raggiungere sul meno 1 da Minnesota a 1.19 dalla sirena lunga. Non è bastato però ai padroni di casa lo sforzo disumano di Derrick Williams (18 punti nell’ultimo quarto), per raggiungere i Blazers guidati da un inesauribile Nicolas Batum, top scorer dei suoi con 26 punti. Ancora assente per infortunio tra i Timberwolves lo spagnolo Ricky Rubio.

    SPETTACOLO A LOS ANGELES BY CP3 E DEANDRE JORDAN

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    GALLINARI CONTRO I JAZZ

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    INFINITO MELO AD ORLANDO

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    TRIPLA DOPPIA DI RONDO

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  • Kobe Bryant su Twitter, “l’antisociale è diventato sociale”

    Kobe Bryant su Twitter, “l’antisociale è diventato sociale”

    Ci siamo, anche Kobe Bryant su Twitter. La guardia dei Los Angeles Lakers ha inviato il suo primo tweet 18 ore fa, nell’immediata vigilia del derby di Los Angeles contro i Clippers. “L’antisociale è diventato sociale”: con questa frase ad effetto che descrive al meglio la sua personalità, Kobe ha salutato il mondo di Twitter per la prima volta, compiendo così il fatidico salto nel social media del momento, preferendo il veloce cinguettio al più compromettente account di facebook, dove vanta oltre 15 milioni di fan. La notizia dell’iscrizione di Kobe Bryant su Twitter ha fatto presto il giro del mondo, scatenando centinaia di migliaia di fan. In poche ore i followers del numero 24 giallo-viola erano addirittura 200 mila, cifra che ha raggiunto quasi il mezzo milione dopo neanche venti ore. Di questo passo Kobe potrà contare sul milione di seguaci già da stanotte.

    Kobe Bryant su Twitter tira più del Papa

    Kobe Bryant | © Ronald Martinez/Getty Images
    Kobe Bryant | © Ronald Martinez/Getty Images

    Se paragoniamo l’account del Papa a quello di Kobe Bryant, i numeri sono tutti dalla parte del cestista americano. Fin qui l’account inglese di Benedetto XVI ha 1,3 milioni di followers, cifra che verosimilmente verrà triplicata dalla guarda dei Lakers. Kobe Bryant trasferisce su Twitter la sfida a LeBron James, il Prescelto, seguito da oltre 6 milioni di persone.

    Il giocatore della squadra californiana ha anticipato la sua iscrizionne su Twitter con alcune foto sul profilo ufficiale della Nike, foto che ritraevano il campione americano insieme alla figlia e mentre indossava una maglia per una partita speciale.

    Adesso che Bryant è su Twitter, i fan del fuoriclasse americano potranno incoraggiarlo e spingere i suoi Lakers a cambiare marcia, considerato il pessimo avvio nella regular season, che vede la squadra di Mike D’antoni occupare l’undicesima posizione nella Western Conference con un record di 15-17 (il 18° complessivo dell’intera lega).

    Kobe Bryant su Twitter
    Kobe Bryant su Twitter
  • Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Undici le partite giocate nella notte Nba. I Chicago Bulls di Marco Belinelli battono Miami 96-89 fuori casa, costringendo LeBron James e compagni alla terza sconfitta casalinga in stagione (15-3). Per l’italiano partita incolore, con soli 7 punti a referto e 17 minuti sul parquet. Chris Bosh al termine dell’incontro dice apertamente che i Bulls questa sera li hanno uccisi. Come dare torto all’ex Toronto, consapevole del 48-28 subito a rimbalzo (19-4 in attacco) per mano degli ospiti, e un trend che conferma Miami una squadra poco propensa a questo fondamentale. Top scorer per Chicago Carlos Boozer, che mette a referto 27 punti e 12 rimbalzi, dando così seguito alle brillanti prestazioni dell’ultimo periodo. Prezioso l’apporto anche del centro Joakim Noah, protagonista con 12 rimbalzi e 13 punti segnati. In stagione gli Heat avevano perso all’AmericanAirlines soltanto in due occasioni, contro i Knicks e i Warriors. In Florida comunque la situazione in classifica resta abbastanza tranquilla, con il quintetto di coach Spoelstra sempre leader ad Est (22-9).

    Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers 107-102

    Derby di Los Angeles infinito tra Lakers e Clippers. La vittoria va al quintetto capitanato da Chris Paul (107-102), che chiude la serata con 30 punti e 13 assist (11 nei primi due quarti). E’ stata una sfida emozionante, con i Clippers sempre a condurre, ma l’orgoglio e la classe di Kobe Bryant (38 punti) hanno mantenuto in vita i giallo-viola fino alla fine, nonostante a 10 minuti dal termine i Lakers si trovassero sotto di 19 punti (massimo vantaggio Clippers) per la tripla segnata da Odam.

    Partita pazzesca, ricca di spunti e colpi di scena, ma anche tante belle giocate, fra tutte la schiacciata di Bryant in faccia a Chris Paul nel primo quarto, che ha letteralmente fatto scattare in piedi i tifosi dello Straples Center. E’ stato anche il derby di Blake Griffin e delle sue proverbiali schiacciate, sebbene verrà ricordato sopratutto per il grandissimo salvataggio nel terzo quarto, quando è volato oltre il parquet atterrando contro due bambini seduti a bordo campo. Con 24 punti Griffin è insieme a Chris Paul l’artefice della vittoria dei Clippers sul quintetto di coach Mike D’Antoni.

    Dicevamo che è stato un derby intensissimo, sopratutto nel finale, quando i Lakers trascinati dall’orgoglio di Kobe Bryant si sono riportati a meno 2 con 90 secondi ancora da giocare. Canestro sublime quello del numero 24 giallo-viola, segnato tenendosi in bocca parte della maglietta, magia che non è servita però per evitare la sconfitta, forse già scritta nel libro del destino.

    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images
    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images

    Wizards – Nets 113-115 (2OT)

    A 0.7 secondi dalla fine del secondo overtime, Joe Johnson regala la vittoria ai Nets per 115-113 sui Wizards dopo tre ore di partita. Per coach Carlesimo è il quarto successo da quando si è seduto sulla panchina di Brooklyn (4-1), striscia positiva che proietta la franchigia di New York al sesto posto nella Eastern Conference. Top scorer della serata per i Nets Brook Lopez, autore di 27 punti e 13 rimbalzi. Ottima la prova anche di Deron Williams, che aggiunge 24 punti e 10 assist.

    A nulla è servito per i Wizards il career high di un fantastico Bradley Beal (24 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), che con due liberi a 9 secondi dal termine stava portando la sfida al terzo overtime, prima che arrivasse il canestro decisivo di Joe Johnson.

    I Wizards avevano la partita in pugno durante il primo overtime, complice un mini-break di 8-0 (101-93), salvo subire il contro break dei Nets (101-104) con meno di 4 secondi da giocare Mette d’accordo tutti Beal, che con una bomba manda le due squadre al secondo overtime. Classifica drammatica per Washington, che con un record di 4-27 rappresenta ad oggi il peggio che la lega possa offrire.

    Risultati Nba 04-01-2013

    Clippers – Lakers 107-102
    Suns – Jazz 80-87
    Bucks – Rockets 101-115
    Thunder – 76ers 109-85
    Grizzlies – Blazers 84-86
    Celtics – Pacers 94-75
    Heat – Bulls 89-96
    Pistons – Hawks 85-84
    Wizards – Nets 113-115
    Raptors – Kings 96-105
    Bobcats – Cavaliers 104-106

  • Top 16 Eurolega, impresa Siena contro il Fenerbache dell’ex Pianigiani

    Top 16 Eurolega, impresa Siena contro il Fenerbache dell’ex Pianigiani

    Seconda vittoria consecutiva per la Montepaschi Siena nelle Top 16 Eurolega. Dopo il successo casalingo contro gli israeliani del Maccabbi, Siena batte l’ex Pianigiani in Turchia per 98-92, in una partita dove gli attacchi l’hanno fatta da padrone. Partita tesissima fino al 39′, quando il match ha sorriso al quintetto di coach Bianchi. Per il Fenerbache secondo ko consecutivo, che mette seriamente in pericolo la qualificazione ai play-off, confermando sostanzialmente il giudizio avuto durante la prima fase, quando i turchi non impressionarono, ottenendo il pass per le Top 16 soltanto negli ultimi quaranta minuti contro Cantù. La capolista della TBL (12-1) non è forse ancora pronta per competere in Eurolega, e l’eliminazione appare come l’esito più scontato.

    Fenerbache – Montepaschi Siena 92-98

    Partenza a razzo delle due squadre, che chiudono il primo quarto con un fantascientifico 26-26, a dispetto delle previsioni della vigilia che volevano un match molto nervoso alla Ulker Sports Arena. Fin dai primi dieci minuti si ergono a protagonisti i due giocatori su cui vivrà l’intera partita, Bobby Brown da una parte e Bogdanovic dall’altra, letteralmente immarcabili per le due difese. Sempre nel primo periodo inizia ad emergere con costanza un fattore importante per Siena, i rimbalzi offensivi (7-1), leggibile attraverso il differente passo della Mens Sana rispetto agli statici turchi (escluso Bo McCalebb, of course).

    Nel secondo quarto Fenerbache prova a prendere in mano le redini dell’incontro, sfruttando la giornata di grazia di Bogdanovic (18 punti dopo i primi 20′, a meno 1 dal high-season fatto registrare a Barcellona nella prima partita delle Top 16). E’ sopratutto il mini-break nel finale (7-0) che consente al Fenerbache di chiudere avanti con sei punti di vantaggio (51-45) all’intervallo lungo.

    In avvio di terzo quarto i padroni di casa guidati da Pianigiani scappano subito a più 8 su Siena (53-45) con l’ex McCalebb. Da qui in avanti però Bobby Brown diventa assolutamente devastante. Una sua schiacciata riporta la Mens Sana sotto (55-54) a metà periodo, ma Fenerbache trova ancora in Bogdanovic un fattore assoluto e allunga fino al massimo vantaggio di +11 (69-58) a 3.40 dalla fine del penultimo quarto. Siena non molla comunque di un centimetro, e con Bobby Brown e la preziosa collaborazione di Sanikidze, riaccorcia fino al 73-69 con cui si conclude il terzo tempo.

    Siena amara per l'ex Pianigiani | ©JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images
    Siena amara per l’ex Pianigiani | ©JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    Gli ultimi dieci minuti sono da brividi. Fenerbache è sempre avanti, addirittura ritrova 7 lunghezze di vantaggio con Onan (79-72) a 8.39 dalla sirena. La rimonta però è dietro l’angolo. Tre triple di Moss, Bobby Brown e Kangur tengono in vita Siena che si appresta all’ultimo decisivo sforzo per raggiungere una vittoria che sa di impresa.

    Sliding doors dell’incontro è il fallo sulla linea dell’arco di Sato contro Bobby Brown, che con tre liberi (14/14 a cronometro fermo per l’mvp della serata) riporta Siena in parità (85-85) a 4.28. Entra poi in scena Ress, fin lì non pervenuto, che inchioda al tabellone il lay up di McCalebb del possibile nuovo sorpasso Fenerbache. I turchi non rimetteranno più il becco avanti.

    La schiacciata di Tomas Ress a 3 minuti dalla fine spinge Siena avanti di 3 punti (85-88). L’ex Fortitudo infila 6 punti consecutivi (gli unici della sua partita) fondamentali per la vittoria dei suoi, dimostrando anche in Turchia di essere comunque uno dei giocatori più preziosi a disposizione di coach Bianchi. Il finale di partita è una guerra di tiri liberi che di fatto non cambia l’ordine delle cose. L’ultimo canestro è di Bobby Brown, che completa una serata mostruosa con 41 punti e 7 assist.

    Siena sale a quattro punti dopo le prime due sfide. Pianigiani invece mastico amaro, con la sua squadra ancora ferma al palo.

  • Andrea Trinchieri coach part-time della Nazionale greca

    Andrea Trinchieri coach part-time della Nazionale greca

    Enorme soddisfazione per coach Andrea Trinchieri, che nella giornata di ieri è diventato ufficialmente il nuovo allenatore della Nazionale ellenica di basket, una delle più forti formazioni sia nel Vecchio Continente che nel mondo. Un traguardo incredibile per il capo allenatore di Cantù, uno dei coach più stimati nel nostro Paese, dopo le imprese degli ultimi anni della squadra bianco-blu in campo nazionale ed internazionale, dove è tornata finalmente a recitare un ruolo da protagonista come vuole la tradizione e la storia della società italiana più titolata in Europa, dietro solo agli spagnoli del Real Madrid. Da quattro anni sulla panchina di Cantù, Trinchieri ha avuto l’onore e il merito di riportare i bianco-blu a competere contro l’armata Siena e dare battaglia in Eurolega.

    Coach Trinchieri allenatore della Grecia

    Chi si intende di basket sa che parlare della Grecia equivale a prendere in esame una delle migliori nazionali della pallacanestro mondiale. Negli ultimi 7 anni gli ellenici hanno conquistato un argento mondiale (2006), un oro europeo (2005), e un bronzo sempre agli Europei (2009).

    La storia recente invece vede la Grecia in flessione, con i Mondiali del 2010 in Turchia chiusi al decimo posto e un anno più tardi, in Lituania, è arrivato il mediocre sesto posto nella rassegna continentale. Risultati che hanno convinto la federazione greca (EOK) a cambiare guida tecnica, affidando le redini della squadra ad Andrea Trinchieri.

    Andrea Trinchieri nuovo coach della Nazionale greca di pallacanestro | ©JACK GUEZ/AFP/Getty Images
    Andrea Trinchieri nuovo coach della Nazionale greca di pallacanestro | ©JACK GUEZ/AFP/Getty Images

    Nonostante la flessione registratasi negli ultimi due anni, la Nazionale greca di basket può vantare ancora il quarto posto nel Ranking FIBA, che di fatto colloca gli ellenici a ridosso del podio virtuale occupato da Stati Uniti, Spagna e Argentina.

    Nella sua nuova avventura, che ricordiamo sarà di due anni con contratto part-time (allenerà infatti ancora Cantù), coach Andrea Trinchieri potrà fare affidamento su giocatori dal talento immenso come Papaloukas, Diamantidis e Spanoulis. Il derby tutto italiano con coach Pianigiani può cominciare.

  • Nba, Gallinari in chiaroscuro. Denver ko contro Minnesota

    Nba, Gallinari in chiaroscuro. Denver ko contro Minnesota

    Soltanto due le partite giocate nella notte Nba. Una di queste vedeva il nostro Danilo Gallinari ospitare al Pepsi Center Minnesota. Ci si attendeva una vittoria dai padroni di casa, e invece i Timberwolves hanno sorpreso tutti andando a battere Denver 101-97, grazie ad un ultimo quarto da urlo, sopratutto per J.J. Barea, autore di 12 dei 17 punti totali messi a referto proprio nell’ultimo periodo.
    Per assurdo, Minnesota ha giocato meglio dopo l’uscita di Kevin Love, infortunatosi al dito di una mano durante il terzo periodo, nonostante avesse già segnato 12 punti e catturato 17 rimbalzi in meno di 25 minuti. Sedutosi in panchina Love, i Timberwolves hanno trovato ritmo e velocità, cambiando di fatto l’incontro, che aveva visto Denver condurre le operazioni con relativa tranquillità.

    Il vero episodio decisivo della partita si è registrato a 2.43 dal termine, quando Luke Ridnour con un tiro da tre punti consegnava il vantaggio agli ospiti. Tripla subito replicata da J.J. Barea, canestro che si rivelerà un colpo mortale alle ambizioni di vittoria dei Nuggets. Protagonista assoluto dell’ultimo periodo, J.J. Barea a fine partita dichiara tutta la propria gioia per la vittoria, che consegna a Minnesota l’ottavo posto nella Western Conference, proprio alle spalle di Denver, con un record di 15-14.

    E’ tanta la delusione tra i tifosi presenti questa sera al The Can, i quali si aspettavano qualcosa in più dallo stesso quintetto che due notti prima aveva posto fine all’epica striscia di vittorie consecutive dei Clippers. Partita in chiaroscuro per Danilo Gallinari, che con 12 punti (3 triple, una schiacciata, 1/2 dai liberi) non vive di certo una serata indimenticabile. Top scorer della serata per i Nuggets Kosta Koufos, che chiude con 16 punti.

    Prestigioso traguardo infine per Andre Miller. Il playmaker (11 punti e 10 assist), ha abbattuto la soglia dei 15 mila punti, ed è l’ottavo giocatore di sempre ad aver siglato contemporaneamente anche 7500 assist. Roba da Magic Johnson e John Stockton per intenderci.

    Carmelo Anthony ancora sopra i 20 punti | ©Bruce Bennett/Getty Images
    Carmelo Anthony ancora sopra i 20 punti | ©Bruce Bennett/Getty Images

    NEW YORK KNICKS – SAN ANTONIO SPURS 100-83

    Al Madison Square Garden San Antonio perde la sua imbattibilità che durava ormai da sette partite. Duncan e compagni hanno pagato a caro prezzo la loro quarta partita consecutiva nelle ultime cinque notti, mostrando preoccupanti segnali di stanchezza che nel quarto periodo hanno consentito ai padroni di casa di allungare le mani verso la vittoria.

    Ai Knicks è sufficiente un Carmelo Anthony a mezzo servizio (si fa per dire), che chiude con 23 punti, 8 rimbalzi e 3 assist, per avere la meglio sugli ospiti per 100-83. Melo, andando sopra i 20 punti anche questa sera, diventa il sesto giocatore nella storia dei Knicks a timbrare almeno 20 punti in 20 partite consecutive, in compagnia di Richie Guerin, Patrick Ewing, Stoudemire, Bernard King e Wal Frazier. Non male per l’ex Denver, sbarcato a New York la scorsa stagione nell’ambito della maxi operazione che ha portato Gallinari al the Can.

    Tornando alla partita di questa notte, il momento decisivo dell’incontro si è registrato ad inizio quarto quarto, quando i Knicks avanti di 7 punti (67-60), hanno segnato i primi 10 punti del periodo, guadagnando così un vantaggio incolmabile per gli Spurs di 17 punti.

    Coach Gregg Popovich ha visto le streghe da subito, quando Stephen Jackson appena entrato dalla panchina ha dovuto abbandonare il match per uno stupido infortunio alla caviglia destra causato da una waitress a bordo campo, proprio davanti agli occhi del sindaco di New York Michael Bloomberg.

    Quando infine J.R. Smith si è reso protagonista della giocata più bella dell’intera serata Nba, con una meravigliosa schiacciata all’indietro ricevendo l’assist di Prigioni avendo già abbandonato la sicurezza del parquet preferendo a quest’ultimo la leggerezza dell’aria. Oltre a Carmelo Anthony, New York vola con i 20 punti di J.R. Smith, i 15 di Novak e il contributo sempre importante di Chandler (10 punti e 14 rimbalzi).

    In classifica i Knicks si confermano seconda forza ad Est, dietro solo Miami, con un record di 22-10. Dall’altra parte, sconfitta indolore per San Antonio, che resta al terzo posto nella Western Conference alle spalle di Thunder e Clippers.

  • La schiacciata di Victor Dukes. E’ lui il nuovo Michael Jordan?

    La schiacciata di Victor Dukes. E’ lui il nuovo Michael Jordan?

    Semplicemente impressionante. La prima volta che vedi la schiacciata di Victor Dukes rimani un po’ perplesso, quasi non ti rendi conto. Allora ti viene la curiosità di vedere il video per una seconda volta. Anche ora la sensazione è quella di non averci capito molto. Una terza, quarta, quinta volta però il gesto atletico si fa largo e ti entra nella testa senza più abbandonarti. La mente è inesorabilmente attratta da quel numero che indossa Victor Dukes, troppo evidente e sublime per non notare la straordinaria coincidenza. Perché un conto è se lo indossa uno dei nostri amici o comunque un giocatore qualsiasi sul parquet, giusto per omaggiare l’indimenticato Michael Jordan. Ma Victor Dukes ha quel qualcosa in più che il pubblico americano, sensibile più di ogni altro, riesce a comprendere. E anche da una semplice schiacciata di un cestista di Nettleton, città del Mississipi, può nascere un’emozione.

    La schiacciata di Victor Dukes
    La schiacciata di Victor Dukes

    Lo studente che arriva dal Jonesboro, Arkansas, ha superato e vinto le leggi della fisica. Victor Dukes, nonostante sia al college, non sa che sulla Terra vige ancora la legge di gravità. Come fa a restare così in alto? Dove sono le molle?

    D’accordo, da qui a dire che Victor Dukes è il nuovo Michael Jordan dobbiamo attraversare non solo l’Atlantico, ma anche il Pacifico, l’Indiano e riattraversare l’Atlantico. Perché si sa, di Airness ne hanno fatto uno per poi buttare lo stampo. In ogni caso la schiacciata di Victor Dukes è scioccante in tutti i sensi, sia per il pubblico che per il malcapitato difensore, restato a terra come un pugile appena colpito da un gancio ben assestato. Che sia davvero Victor Dukes il nuovo Jordan?

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  • Nba, rimonta Heat su Dallas con LeBron. Durant espulso

    Nba, rimonta Heat su Dallas con LeBron. Durant espulso

    Anche nella notte appena trascorsa l’Nba ha deliziato il pubblico statunitense con ben dodici partite disputate. C’era un solo italiano che giocava oggi, ed era Marco Belinelli. I suoi Bulls hanno violato il parquet di Orlando per 96-94. Piuttosto in ombra l’ex Fortitudo, con soli 2 punti a referto in 17 minuti giocati. Protagonista dell’incontro Carlos Boozer, che con 31 punti segnati piazza il suo season high. Prezioso contributo anche per Luol Deng con 23 punti e gli ultimi due tiri liberi decisivi. Una partita per la verità mai in discussione, dove Chicago è sempre stata avanti, prima di subire la rimonta dei Magic ad inizio quarto periodo, con Nelson (top scorer della serata, 32 punti) e Vucevic capaci di riportare in vita i padroni di casa (86-84 a cinque dalla fine). Ma due possessi scellerati di Orlando fanno nuovamente precipitare la situazione, e i Bulls scappano a più 10 con un parziale di 8-0. Non è ancora finita però, perché una tripla di J.J. Redick, una schiacciata di Vucevic e un canestro da due di Afflalo consegnano al pubblico di casa un finale da brividi, con Chicago avanti di sole due lunghezze a 46 secondi dal termine. Nelson a 11.3 secondi ha la palla del pareggio ma la sbaglia. Il match si chiude allora nei successivi due tiri liberi di Deng, che a 4 secondi dalla fine pone Chicago avanti di 4 punti, salvo poi concludere con un punteggio finale di 96-94.

    MAVERICKS – HEAT 119-109 (1 o.t.)

    Che cosa fai Dallas? I Mavericks perdono la loro settima gara nelle ultime otto partite, ma stavolta coach Rick Carlisle ha di che rammaricarsi per un successo che a tre minuti dalla sirena lunga sembrava già acquisito. Dallas infatti aveva da gestire un vantaggio enorme, 6 punti (100-94), dopo la tripla di un Nowitzki che pian piano sta tornando ad essere un fattore (19 punti in 29 minuti giocati). Da una situazione di calma apparente, Miami resuscita in un amen, lanciando un chiaro messaggio di forza all’intera lega. Nel finale gli Heat non solo impattano la gara ma mettono il loro becco avanti con la tripla di Shane Battier, fin lì disastroso dall’arco (0/3), su assist di un mostruoso LeBron James (32 punti, 12 rimbalzi, 9 assist). A 4 secondi dalla fine Nowitzki trova il canestro che consegna a Dallas i supplementari, dove però scende in campo una sola squadra, Miami appunto. Con un parziale di 7-0 grazie alla tripla di Allen (15 punti a referto per l’ex Celtics), James da due e una schiacciata di Wade, gli Heat chiudono definitvamente la pratica Dallas, portando il loro record stagionale a 22 vittorie e 8 sconfitte, e confermandosi prima forza ad Est.

    King James vs Nowitzki | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    King James vs Nowitzki | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    THUNDER – NETS 93-110

    E’ la sorpresa della serata. Brooklyn batte Oklahoma 110-93 alla Chesapeake Energy Arena, grazie al season high di Johnson (33 punti), e i 19 punti e 13 assist di Williams. Ma la partita tra Nets e Thunder passerà alla storia per la prima espulsione in carriera di Kevin Durant poco prima della sirena lunga, dopo aver prima subito la chiamata del tecnico sul fallo contro Kendrick Perkins per poi avere una discussione con Danny Crawford, quest’ultima decisiva nella scelta dell’arbitro di allontanare Durant dal parquet. Fin lì l’ala piccola dei Thunder aveva segnato 27 punti, top scorer dei suoi. L’oro olimpico di Londra si è quindi giustificato dicendo che per lui la chiamata dell’arbitro sul primo tecnico era errata, ed il sentimento di frustazione per la partita ormai persa ha fatto sì che avesse quella reazione che gli è costata la sua first ejection career.

    WARRIORS – CLIPPERS 115-94

    Seconda sconfitta consecutiva per i Clippers, che dopo il ko subito ieri contro Denver pagano dazio anche contro Golden State. A Oakland va in scena lo show di Curry, top scorer con 31 punti (25 nei primi due quarti), 6 rimbalzi e 8 assist. Partenza a razzo dei Warriors, che sorprendono il quintetto californiano reduce da 17 vittorie di fila, colpito emotivamente dalla morte di Donald Sterling, il figlio del proprietario dei Clippers, trovato morto nella sua abitazione a Malibu per una sospetta overdose. Nonostante la notizia della morte di Sterling Jr. lo abbia lasciato senza parole, Chris Paul ha provato in tutti i modi a riportare sotto i suoi compagni di squadra, mettendo a referto 23 punti, 4 rimbalzi e 6 assist, senza però mai impensierire la franchigia di Oakland.

    RISULTATI NBA 02-01-2013

    Raptors – Blazers 102-79
    Magic – Bulls 94-96
    Cavaliers – Kings 94-97
    Pacers – Wizards 89-81
    Celtics – Grizzlies 83-93
    Heat – Mavericks 109-119 (1 o.t.)
    Bucks – Spurs 110-117
    Rockets – Hornets 104-92
    Thunder – Nets 93-110
    Jazz – Timberwolves 106-84
    Suns – 76ers 95-89
    Warriors – Clippers 115-94

  • Nba, Gallinari ferma la corsa dei Clippers. Figuraccia Lakers

    Nba, Gallinari ferma la corsa dei Clippers. Figuraccia Lakers

    Sei le partite giocate nella notte Nba. La corsa dei Clippers si arresta a Denver, dove Chris Paul e compagni attraversano una serata durissima (50% dai liberi, 5/29 dall’arco, sotto il 40% dai due punti). I Nuggets interrompono così la striscia consecutiva di vittorie (17 ndr) dei californiani, impartendo loro un sonoro 92-78, frutto di un terzo parziale da +11 (75-59 il complessivo prima dell’ultimo periodo). Mvp della serata Andre Miller con 12 punti e 12 assist (sui 28 complessivi di squadra, con la lob-city ferma a 15). Giornata di grazia anche per Gallinari, che riscatta la brutta prestazione della notte precedente e conquista la palma di top scorer con 17 punti a referto. Sempre prezioso comunque ache l’apporto di Kennet Faried, che chiude con la solita doppia doppia (14 punti e 11 rimbalzi).

    I Mavericks interrompono il momento no (6 ko di fila) e sbancano il Verizon Center per 103-94. Washington ormai in caduta libera, con un record di 1 vittoria nelle ultime 10 partite giocate. Per gli ospiti da segnalare la doppia doppia di Shawn Marion (11 punti, 14 rimbalzi ma anche 4 assist), e i 23 punti di Vince Carter, top scorer della serata. Si rivede a tratti anche Dirk Nowitzki che resta sul parquet 17 minuti, sufficienti al tedesco per mettere a referto 11 punti (5/7 da due). In classifica i Mavericks conservano il 12° posto ad Ovest.

    Carmelo Anthony con 45 punti non basta a New York per superare i Blaizers | ©Elsa/Getty Images
    Carmelo Anthony con 45 punti non basta a New York per superare i Blaizers | ©Elsa/Getty Images

    Terza sconfitta casalinga in 15 partite per i Knicks. La franchigia di New York si fa sorprendere dai Blazers che vincono con il risultato finale di 105-100. La partita vive nel segno di Carmelo Anthony, autore di 45 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Il problema per i Knicks è che soltanto 3 giocatori superano i 5 punti, mentre dall’altra parte troviamo Portland che gioca di squadra e ne piazza quasi quattro oltre i 20 punti. Batum e Lillard, rispettivamente con 26 e 21 punti sono i migliori realizzatori per gli ospiti. A questi si aggiunge anche Aldridge con la sua doppia doppia (19 punti e 14 rimbalzi).

    Ultimi due quarti letali per gli Hornets che in casa non ne combinano una giusta (record di 3-13, tra i peggiori dell’intera lega). Fin troppo facile per Atlanta, tra le più belle sorprese ad Est, che trova in Josh Smith il protagonista assoluta della serata con 23 punti realizzati oltre a 13 rimbalzi, 7 assist, 3 palle recuperate e 4 stoppate. Semplicemente straordinario. Per gli Hawks (20-10) terzo posto ad Est alle spalle di Miami e i Knicks.

    Detroit conferma di attraversare un buon momento di forma e supera Sacramento per 103-97. Kings disastrosi fin qui in trasferta (record di 1-13). Per i “Pistoni” prezioso apporto di Greg Monroe (18 punti e 11 rimbalzi) e Brandon Knight (top scorer con 20 punti). Grazie ad un ruolino al 50% (5-5 nelle ultime 10 partite), Detroit conserva intatte le speranze playoff nonostante un mediocre 12-22 stagionale.

    Perdono e male i Lakers, battuti in casa dai 76ers per 103-99. Philadelphia in controllo del match fin dal primo periodo e brava a respingere gli ultimi tentativi di rimonta del quintetto di Mike D’Antoni. Allo Staples Center va in scena l’ennesimo one man show di Kobe Bryant (36 punti), perfettamente inutile però, perché se Howard in 39 minuti segna un solo canestro da due c’è qualcosa che davvero non torna, così come il 2/12 da due fatto registrare da Paul Gasol. Primo dell’anno decisamente migliore invece per Jrue Holiday (26 punti e 10 assist) ed Evan Turner (22 punti, 13 rimbalzi e 5 assist), autentici alfieri dei 76ers che con questo successo entrano in zona play-off all’ottavo posto (record di 15-17).

    RISULTATI NBA 01-01-2013

    Washington Wizards – Dallas Mavericks 94-103
    WSH: Beal 22, Okafor 14, Webster 14
    DAL: Carter 23, Collison 15, Mayo 15

    New York Knicks – Portlant Blazers 100-105
    NYK: Anthony 45, Chandler 10, Stoudemire 6
    POR: Batum 26, Lillard 21, Aldridge 19

    Detroit Pistons – Sacramento Kings 103-97
    DET: Knight 20, Monroe 18, Bynum 15
    SAC: Cousins 21, Thompson 16, Fredette 14

    New Horleans Hornets – Atlanta Hawks 86-95
    NO: Anderson 23, Vasquez 17, Gordon 11
    ATL: Smith 23, Horford 20, Korver 14

    Denver Nuggets – Los Angeles Clippers 92-78
    DEN: Gallinari 17, Faried 14, Miller 12
    LAC: Griffin 12, Bledsoe 12, Jordan 11

    Los Angeles Lakers – Philadelphia 76ers 99-103
    LAL: Bryant 36, Peace 13, Nash 12
    PHI: Holiday 26, Evan Turner 22, Hawes 13