Categoria: Basket

  • NBA: Gallinari batte Durant, Lakers a picco senza Howard

    NBA: Gallinari batte Durant, Lakers a picco senza Howard

    Soltanto quattro le partite Nba giocate nella notte italiana ma non sono mancate di certo le sorprese. La più clamorosa si è registrata all’Air Canada Centre, dove i Lakers, superfavoriti alla vigilia, hanno imbroccato una serata storta, condizionati anche da un arbitraggio che ha scatenato l’ira di Mike D’Antoni, esploso letteralmente nei minuti conclusivi del quarto periodo quando il destino pareva ormai già segnato per i giallo-viola. L’altra sorpresa è la vittoria all’overtime di Denver contro i lanciatissimi Thunder. Un ruolo importante nel successo dei Nuggets lo recita anche il nostro Danilo Gallinari, che chiude la serata mettendo a referto 18 punti. Nelle altre due partite vittoria in trasferta per Dallas ad Orlando ed ennesimo ko di Boston contro Detroit.

    NBA, Toronto Raptors – Los Angeles Lakers 108-103

    Poche volte in questa stagione si era visto un Mike D’Antoni così, letteralmente fuori di sé dopo decisioni arbitrali (su tutte l’espulsione di Dwight Howard al termine del secondo periodo) secondo lui contrarie ai giallo-viola e che in qualche modo hanno portato all’inopinata sconfitta contro Toronto (15-26) al Canada Air Centre. L’occasione era di quelle ghiotte per riuscire a recuperare terreno rispetto alle rivali per l’ottavo posto, dopo le sconfitte della sera prima di Houston e Portland, ma i Lakers hanno trovato il modo di sprecarla malamente. Il vero problema è stata la difesa, a tratti imbarazzante, incapace di catturare il pallone quando tutte le leggi della fisica sono favorevoli. Impossibile però trascurare l’assenza forzata di Howard, perché il contributo del numero 12 nella difesa dei californiani è importante quanto il sole lo è per le piante. I Raptors approfittano quindi sia della mollezza difensiva degli ospiti sia della prova maiuscola offerta da Jose Calderon, che chiude la serata con 22 punti e 9 assist, a cui si aggiungono i 18 punti di Landry. Tanti, forse troppi, gli errori Bryant invece (10/32 da due), nonostante sia comunque anche questa notte il top scorer dei suoi con 26 punti, uno in più di Pau Gasol.

    NBA, Denver Nuggets – Oklahoma City Thunder 121-118 (OT)

    Danilo Gallinari marcato da KD | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari marcato da KD | ©Doug Pensinger/Getty Images

    Denver pone fine alla serie di sei vittorie consecutive dei Thunder (32-9) e piazza il sedicesimo trionfo al Pepsi Center in 19 partite (16-3). Successo importante quello dei Nuggets, che si aggiudicano meritatamente l’incontro che li ha visti ribattere colpo su colpo ai canestri della scatenata coppia Durant (37) – Westbrook (36), protagonista con 73 punti complessivi. Proprio Russel aveva portato la sfida all’overtime con il canestro da due a 25 secondi dal termine dell’incontro per il definitivo 109-109. A decidere la partita è stato il layup a 46″ dal termine di Kenneth Faried, che ha riportato avanti Denver 117-116. I successivi liberi di Andre Miller e Wilson Chandler hanno fatto il resto. Oltre a The Manimal Denver deve erigere già da oggi una statua a Corey Brewer, dopo la sensazionale prestazione da 26 punti partendo dalla panchina. Per il nostro Danilo Gallinari 18 punti in 38 minuti giocati.

    NBA, Orlando Magic – Dallas Mavericks 105-111

    Continua il momento positivo di Dallas (18-24), che supera anche Orlando e inizia a sognare una clamorosa rimonta sull’ottavo posto nella Western Conference. Gara quasi sempre controllata dai Mavericks, sopra di 13 punti anche nell’ultimo periodo, prima di farsi rimontare pericolosamente dai Magic fino al 104-102 negli ultimi 60 secondi. A porre una definitiva sentenza sul match ci ha pensato Darren Collison con una tripla a 31″ dal termine. Per Dallas migliore in campo Shawn Marion con 20 punti e 10 rimbalzi. E’ stato però tutto il collettivo a girare per il meglio, con ben 7 giocatori in doppia cifra sui 9 che sono scesi sul parquet. Ancora una volta importante l’apporto dalla panchina di Vince Carter (15), mentre si ferma a 12 punti Dirk Nowitzki. Tra i padroni di casa top scorer Glen Davis con i suoi 26 punti, a cui si aggiungono i 20 di Jameer Nelson e i 18 di J.J. Redick.

    NBA, Detroit Pistons – Boston Celtics 103-88

    Serata da dimenticare in fretta per i Celtics (20-20), che a Detroit (15-25) subiscono il terzo ko consecutivo. Inutili i 15 assist di Rajon Rondo in una partita che ha visto i padroni di casa dominare su quasi tutti i fondamentali di gioco. Disarmante poi la facilità con cui Greg Monroe (15) e compagni sono scappati nel quarto periodo, rendendo così il finale di partita particolarmente noioso, aggettivo che comunque è ben lontano da quanto visto nei primi tre quarti, con l’attacco di Detroit devastante per lo spettacolo offerto da Brandon Knight. Con questo successo comunque i Pistons restano ugualmente lontani dall’ottava piazza della Eastern Conference occupata proprio da Boston, che conserva un margine di cinque vittorie.

    NBA, classifica Eastern Conference

    1. Heat 26-12
    2. Knicks 25-13
    3. Pacers 25-16
    4. Nets 24-16
    5. Bulls 23-16
    6. Hawks 22-18
    7. Bucks 21-18
    8. Celtics 20-20
    9. 76ers 17-23
    10. Pistons 15-25
    11. Raptors 15-26
    12. Magic 14-26
    13. Bobcats 10-30
    14. Cavaliers 10-32
    15. Wizards 8-30

    NBA, classifica Western Conference

    1. Thunder 32-9
    2. Clippers 32-9
    3. Spurs 32-11
    4. Grizzlies 26-13
    5. Warriors 24-15
    6. Nuggets 25-18
    7. Jazz 22-19
    8. Rockets 21-21
    9. Blazers 20-20
    10. Timberwolves 17-20
    11. Mavericks 18-24
    12. Lakers 17-23
    13. Kings 16-25
    14. Hornets 13-27
    15. Suns 13-28

    NBA, Top 5 Plays

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”167618″]

  • Pronostici Nba: Lakers facile a Toronto? Gallinari contro Durant

    Pronostici Nba: Lakers facile a Toronto? Gallinari contro Durant

    Inauguriamo oggi la rubrica sui pronostici Nba, sperando possa essere un utile strumento per tutti gli appassionati di pallacanestro con il quale studiare meglio le partite della notte, per poi leggere la mattina seguente l’intero film su quanto accaduto nei parquet più famosi della pallacanestro statunitense. La serata di oggi propone soltanto quattro partite, fra cui un match che si preannuncia davvero interessante al Pepsi Center di Denver, dove i Nuggets di Danilo Gallinari ospitano i Thunder, leader della Western Conference. Tornano in campo i Lakers, impegnati nella trasferta canadese di Toronto. Riflettori puntati anche ad Orlando, dove i Magic ospitano Dallas. Infine i Celtics sono chiamati ad invertire la rotta nella sfida contro i “pistoni”.

    Pronostici Nba: Toronto Raptors – Los Angeles Lakers

    D’accordo, i Lakers non hanno un feeling esagerato lontano dallo Staples Center (5-12), ma all’Air Canada Centre di Toronto una vittoria dei giallo-viola non è impossibile, anzi. I Raptors sono reduci da quattro ko consecutivi (sei nelle ultime sei partite), con evidenti difficoltà a ritrovare la bussola, in realtà mai avuta in questa stagione. I Lakers si presentano con i big-four, Bryant-Howard-Gasol-Nash, che insieme sono stati protagonisti nella rimonta giallo-viola su Miami nell’ultima partita giocata contro gli Heat, dove soltanto un super LeBron James ha respinto l’assalto dei padroni di casa. D’altronde se i californiani falliscono queste serate come possono sperare di raggiungere la zona play-off? Pronostico: 2

     

    Pronostici Nba: Denver Nuggets – Oklahoma City Thunder

    Kevin Durant contro Kobe Bryant | ©FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images
    Kevin Durant contro Kobe Bryant | ©FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images

    Cinque giorni dopo la sconfitta per 117-99 rimediata alla Chesapeake Energy Arena, Denver ritrova la squadra più forte di tutta la lega (32-8), i Thunder appunto. Nelle ultime due partite i Nuggets di Danilo Gallinari sono stati battuti due volte, due giorni fa anche dai Wizard, incassando così la terza sconfitta casalinga (15-3). Se dobbiamo guardare il match dal punto di vista delle motivazioni diamo come leggermente favoriti i padroni di casa, ma il periodo di forma attraversato da Oklahoma (8-2) non lascia immaginare un risultato diverso dalla loro vittoria anche al Pepsi Center. Kevin Durant, mister 52 punti, e Russel Westbrook continueranno nel personalissimo two men showPronostico: 2

    Pronostici Nba: Orlando Magic – Dallas Mavericks

    Sicuramente è la sfida che più sfugge a qualsiasi pronostico. D’altronde di fronte ad Orlando (14-25) i segni non sono mai semplici, sopratutto se consideriamo che nello spazio di 48 ore i Magic sono riusciti nell’impresa di violare lo Staples Center battendo i Clippers per poi perdere contro gli Wizard. Qualche certezza in più la regalano i Mavericks, in netta ripresa nelle ultime partite (4-1), con la sconfitta subita per mano dei Thunder che ha posto fine alla striscia positiva di quattro vittorie consecutive. Tra i padroni di casa il bollettino medico dà Jameer Nelson in forse, ed un’eventuale assenza della guardia tiratrice di Orlando potrebbe far pendere in maniera decisiva le sorti dell’incontro a favore di Dallas. Pronostico: 2

    Pronostico Nba: Detroit Pistons – Boston Celtics

    Di rientro dalla “trasferta” europea, Detroit vuole tornare a correre, lasciandosi alle spalle le ultime tre sconfitte casalinghe contro Bobcats, Jazz e Knicks (a Londra, ndr). Se prendiamo in esame il ruolino di marcia avuto dalle due squadre nelle precedenti dieci partite notiamo lo stesso record di sei vittorie e quattro ko. A parità di valori i Celtics sono da considerarsi superiori rispetto a Detroit, anche se negli ultimi tre incontri contro Boston i Pistons hanno sempre vinto. Se alla recente tradizione sommiamo anche le due L consecutive dei Celtics potremmo pensare ad una sorpresa proprio in questa partita, confidando anche nel buon Greg Monroe, che ha una media di 20.3 punti e 10.3 rimbalzi nelle ultime quattro sfide contro Boston. Pronostico: 1

  • NBA: Bulls a terra, Parker e Chris Paul in forma

    NBA: Bulls a terra, Parker e Chris Paul in forma

    BULLS – GRIZZLIES: 82-85 (ot): Un altro overtime per Chicago, stavolta a vincere però sono gli avversari. Dopo la fantastica vittoria di ieri con Belinelli in versione “The Shot” al Garden di Boston, i Bulls non si ripetono davanti ai propri tifosi e cadono per mano di Memphis, nonostante una straordinaria rimonta nell’ultimo periodo, quando nel terzo quarto si sono ritrovati addirittura sotto di 17 punti. I Grizzlies (26-13) ringraziano Marc Gasol (19), autore di 4 punti consecutivi decisivi nell’ultimo minuto e mezzo del quarto quarto, quando sotto di tre punti (75-72) lo spagnolo è riuscito a riportare avanti i propri compagni di squadra. All’overtime non c’è stata praticamente storia, con Memphis capace di segnare subito i primi 6 punti affidandosi ancora a Gasol e Zac Randolph (13), autori di sette dei nove punti totali realizzati nell’extra-time. Chicago ha dunque incassato la sua undicesima sconfitta interna (11-11), pagando oltremodo l’assenza di Luol Deng. Tra i Tori il migliore è stato Jimmy Butler, top scorer con 18 punti, a cui si aggiungono i 17 di Carlos Boozer. Per il nostro Marco Belinelli 8 punti, 3 rimbalzi e tre assist in 30 minuti effettivi.

    CLIPPERS – WIZARDS 94-87: Ennesima vittoria (32-9) per i Clippers, che si confermano al secondo posto nella Western Conference alle spalle dei Thunder. L’avversario di stanotte non era dei più difficile, con Washington che detiene un record in trasferta decisamente mediocre (2-17). Dopo tre assenze consecutive Chris Paul è tornato a dare una mano ai suoi compagni, prendendosi da subito le proprie responsabilità e conducendo in porto una vittoria quasi mai in discussione. Cp3 conclude con 22 punti e 11 assist, ed insieme a Blake Griffin (17) ribadisce l’indiscussa leadership in seno alla squadra. Negli ospiti in ombra Bradley Beal, che si ferma a 13 punti. A sorpresa il migliore è John Wall che dalla panchina ne mette 24.

    Tony Parker al top nella vittoria di San Antonio sugli Hawks | ©Kevin C. Cox/Getty Images
    Tony Parker al top nella vittoria di San Antonio sugli Hawks | ©Kevin C. Cox/Getty Images

    HAWKS – SPURS 93-98: C’è lo zampino di Tony Parker nella convincente vittoria degli Spurs (32-11) al Philips Arena di Atlanta. Padroni di casa subito in difficoltà nel primo quarto (16-25), con gli ospiti subito a proprio agio. Nonostante a San Antonio manchino due giocatori del calibro di Duncan e Ginobili, la squadra di coach Gregg Popovich riesce a contenere senza troppe difficoltà la verve degli Hawks, che di sicuro non stanno attraversando un momento di forma semplicissimo (2-10). Oltre al contributo fondamentale di Parker (doppia doppia da 23 punti e 12 assist), gli Spurs trovano anche 17 punti da Matt Bonner e 14 di Tiago Splitter.

    BLAZERS – BUCKS 104-110: Portland (20-20) non riesce a fermare l’emorragia di sconfitte consecutive che la vedono protagonista in questi ultimi giorni, e perdendo in casa contro Milwaukee arriva così anche il quinto ko di fila. Il danno maggiore va letto in classifica, con i Blazers scesi ormai al 50% e che adesso sentono da vicino ormai le urla dei “nemici” (vedi Rockets, T-wolves e gli stessi Lakers). Sono dunque inutili i 26 punti di Lillard , in una serata che ha visto l’ex Virtus Roma Brandon Jennings scrivere a referto 30 punti e 8 assist.

    JAZZ – CAVALIERS 109-98: All’EnergySolutions Arena di Salt Lake City i Jazz (22-19) hanno la meglio sui Cavaliers in un incontro che ha vissuto la svolta nel terzo periodo, quando Randy Foye (20) e compagni hanno piazzato un parziale di 30-21, portando a 17 il margine di vantaggio sugli ospiti, tra cui spiccano le prove dei due rookie Dion Waiters (23) e Kyrie Irving (18). In classifica Utah conserva la settima posizione nella Western Conference davanti Houston.

    TIMBERWOLVES – ROCKETS 92-79: Proprio i Rockets sono i protagonisti in negativo del prossimo incontro di cui vi parliamo, con Houston che continua la sua caduta libera (7 sconfitte consecutive). L’ultima vittoria degli uomini di coach McHale risale al match del 9 gennaio scorso con i Lakers al Toyota Center. James Harden (18) può fare ben poco di fronte la prestazione di squadra dei T-wolves, guidati da un grande Andrei Kirilenko, autore di 21 punti e 11 rimbalzi.

    HORNETS – WARRIORS 112-116: Ci hanno provato gli Hornets (13-27) e la rimonta del terzo periodo aveva illuso i tifosi della New Orleans Arena ad un successo alla vigilia insperato. Nell’ultimo quarto però Golden State ha rimesso in chiaro le cose, aiutata anche dai 29 punti di Klay Thompson oltre ai 25 di Jarret Jack. Top scorer tra i padroni di casa Eric Gordon con 23 punti.

    BOBCATS – KINGS 93-97: La sfida dei poveri viene vinta da Sacramento (16-25), che prima di stanotte aveva vinto soltanto 3 partite in trasferta a fronte di 15 sconfitte. Continua invece il momento negativo dei Bobcats, il cui destino era già scritto prima che iniziasse la stagione. Nonostante si impegni (14 punti e 10 assist) Kemba Walker ha in DeMarcus Cousins un avversario troppo superiore (17 punti, 10 rimbalzi, 4 assist), sopratutto se aggiungiamo i 18 punti dalla panchina del top scorer Marcus Thornton.

    NBA TOP 10 DEl 19 GENNAIO 2013

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”167287″]

  • Eurolega: Siena mette il turbo nel finale, Olympiacos ko

    Eurolega: Siena mette il turbo nel finale, Olympiacos ko

    Energia, velocità e Bobby Brown. La Montepaschi Siena compie l’impresa sul campo dei campioni d’Europa dell’Olympiacos e conquista la quarta vittoria consecutiva nelle Top 16 Eurolega, conservando il primato nel girone insieme con Vitoria. Nessuno fino a un mese fa avrebbe scommesso un solo euro su questo filotto incredibile di successi europei della nuova Siena targata coach Bianchi, che è riuscita a zittire una ad una le cosiddette grandi, come Maccabbi alla prima giornata e lo stesso Olympiacos, sconfitto per 72-74 dopo un finale di gara da vedere e rivedere ancora per milioni di volte. Già, proprio lei, Siena, orfana del totem Pianigiani e di McCalebb fra gli altri, che all’improvviso si scopre grande anche in Europa, laddove fino a qualche mese fa aveva recitato un ruolo di sparring partner o quello di eterna seconda. Stavolta invece tutto sembra essere diverso, tutto sembra combaciare alla perfezione con il sogno dei tifosi di Siena che da anni ormai desiderano tornare in trionfo dalle Final Four, e spezzare così l’incantesimo che vede le squadre italiane a secco dal lontano 2001, quando l’allora Kinder Bologna ebbe la meglio sugli spagnoli del TAU.

    Bobby Brown, il Dio straniera in Grecia | ©STR/AFP/Getty Images
    Bobby Brown, il Dio straniera in Grecia | ©STR/AFP/Getty Images

    EPPURE – Eppure quando mancavano 50″ alla sirena lunga Siena era addirittura sotto di cinque punti. Uno svantaggio che già di per sé renderebbe un eventuale successo complicatissimo, se poi ci aggiungi l’avversario, se poi ci aggiungi la location, allora capisci che non stiamo parlando più di una semplice partita vinta ma di una vera e propria impresa, se non anche qualcosa di più. A 35″ dal termine ci pensa Ress a schiacciare per il 72-69. Tre punti di distacco e palla in mano ai giocatori dell’Olympiacos. Tutto sarebbe finito
    se solo Law non avesse sbagliato l’impossibile, ma in Grecia ieri erano tutti in ferie, comprese tutte le divinità panelleniche. Un dio però c’era in campo, ed era Bobby Brown. Prima invita Antic al fallo mentre ha i piedi staccati dall’arco, infilando tre tiri liberi per il pareggio. Nel possesso successivo l’Olympiacos è nuovamente beffata dallo stesso Brown che si fa tutto il campo in un amen per il canestro del sorpasso a 1″7 dalla sirena. Le fiabe ancora esistono nel mondo del basket.

    Olympiacos: Spanoulis 13, Hines 13, Shermadini 9
    Siena: Brown 22, Hackett 11, Ress 10

    Classifica TOP 16 Eurolega classifica gruppo F

    1. Vitoria 4-0
    2. Siena 4-0
    3. Khimki 3-1
    4. Barcellona 3-1
    5. Olympiacos 1-3
    6. Maccabi 1-3
    7. Besiktas 0-4
    8. Fenerbache 0-4
  • NBA: Chicago batte Boston, Belinelli “The Shot”. Durant 52 punti

    NBA: Chicago batte Boston, Belinelli “The Shot”. Durant 52 punti

    Nove le partite Nba giocate nella notte italiana. Clamoroso quanto successo a Dallas, dove Kevin Durant firma il suo career high con 52 punti nella vittoria dei Thunder sul parquet dei Mavericks, a cui nulla sono serviti i 29 punti di Vince Carter e la tripla di O.J Mayo con la quale i padroni di casa avevano portato la sfida all’overtime, deciso senza neanche dirlo dallo stesso KD con il canestro da due a 16 secondi dal termine per il momentaneo 116-114 per gli ospiti. Oklahoma conquista così la sua sesta vittoria consecutiva, confermando il primato nella Western Conference con un record di 32-8. Il precedente career high di Durant era di 51 punti segnati contro Denver lo scorso febbraio. Oltre alla straordinaria prestazione del numero 35, i Thunder trovano anche i 31 punti di Westbrook.

    CELTICS – BULLS 99-100 (OT): Ancora un overtime vincente per Chicago, che viola il campo dei Celtics arrivati alla loro terza sconfitta consecutiva dopo una striscia positiva con la quale avevano riagganciato prepotentemente la zona play-off nella Eastern Conference. L’eroe è Marco Belinelli (10) che con un canestro quando ormai stava già cadendo indietro a tre secondi dal termine del primo tempo supplementare ha regalato ai Bulls un successo insperato, con Boston avanti 99-98 a dodici dalla fine grazie al tiro in sospensione di Terry. Ancora non ci credono i giocatori di Chicago, capaci di uscire vincitori da un match definito da tutti crazy, sostantivo per il quale non servono traduzioni. Altra performance superlativa di Carlos Boozer, autore di 19 punti e 20 rimbalzi. Inutile invece il season high di Rajon Rondo con i suoi 30 punti.

    Marco Belinelli The Shot festeggiato dai suoi compagni | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Marco Belinelli The Shot festeggiato dai suoi compagni | ©Jared Wickerham/Getty Images

    NUGGETS – WIZARDS 108-112: Terza sconfitta stagionale al Pepsi Center per i Nuggets. Nonostante un vantaggio di 7 punti in avvio di quarto periodo, Denver subisce la rimonta di Beal (23) e compagni, che prima di oggi avevano vinto soltanto una partita in trasferta a fronte di 16 sconfitte. Ko in ogni caso indolore per Gallinari (16 punti), dal momento che in classifica i Nuggets restano al sesto posto nella Western Conference con un discreto margine di vantaggio sui Rockets, attualmente noni. Top scorer della serata canadese è stato Ty Lawson con 29 punti. Ty ha anche fornito 6 assist per i suoi compagni, fra cui anche quello per Kenneth Faried, protagonista di una schiacciata che verosimilmente verrà inserita nella Top 10 della notte.

    LE ALTRE PARTITE – Nelle altre sei partite si registra la nuova sconfitta dei Raptors, che cadono in trasferta contro i 76 ers, i quali approfittano dell’ennesima serata di grazia di Jrue Holiday con 33 punti e 14 assist. All’Amway Center di Orlando i Magic vengono sconfitti a sorpresa dalla cenerentola Charlotte. Protagonista della gara Kemba Walker con i suoi 25 punti e 8 rimbalzi. Vittoria casalinga invece per Indiana sui Rockets. Quest’ultimi pagano a caro prezzo la serata storta al tiro di James Harden, mentre è infallibile Paul George, top scorer con 31 punti. Vittorie casalinghe anche per Nets (24 punti di Deron Williams), Memphis (18 punti e 10 rimbalzi di Marc Gasol), e San Antonio con 24 punti e 10 rimbalzi di Tim Duncan e i 25 punti di Tony Parker.

    NBA RISULTATI 18-01-2013

    CELTICS – BULLS 99-100 (ot)
    76 ERS – RAPTORS 108-101
    MAGIC – BOBCATS 100-106
    PACERS – ROCKETS 105-95
    NETS – HAWKS 94-89
    GRIZZLIES – KINGS 85-69
    SPURS – WARRIORS 95-88
    NUGGETS – WIZARDS 108-112
    MAVERICKS – THUNDER 114-117 (ot)

    VIDEO BELINELLI BOSTON – CHICAGO 99-100

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”167166″]

  • NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    C’era un solo grande spettacolo (Londra capirà) nella notte Nba, che offriva al pubblico statunitense (ed europeo) quattro incontri. Su tutti ovviamente spiccava quello dello Staples Center di Los Angeles, dove i Lakers affrontavano i detentori dell’anello, i Miami Heat. Reduce da due vittorie consecutive, la squadra di Mike D’Antoni sembrava potesse farcela a superare il quintetto di coach Spoelstra, sopratutto per via del rendimento esterno non proprio eccezionale di Miami (fino a stanotte aveva un record di nove vittorie e nove sconfitte). I giallo-viola si sono presentati al completo davanti a LeBron e Wade, che compiva proprio oggi la veneranda età di 31 anni. Oltre al recupero di Dwight Howard, che risaliva già a 48 ore prima, i californiani hanno potuto contare anche sull’apporto di Pau Gasol, assente per diverse partite a causa di un infortunio al naso durante il match contro i Nuggets del nostro Danilo Gallinari. Nonostante le premesse fossero di una grande partita, a detta degli esperti equilibrata, in realtà ha visto il netto predominio degli ospiti, guidati da uno strepitoso LeBron James.

    MUFASA – Già, il re dell’immensa savana statunitense è sempre lui, Mufasa. Dopo aver raggiunto i 20 mila punti nell’incontro di ieri contro gli Warriors, abbattendo di fatto qualsiasi precedente record, carte d’identità alla mano, LeBron ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza nella casa dell’acerrimo nemico, Kobe Bryant. Fra le altre cose quest’ultimo gli ha soffiato il trono dell’audience, se così si può definire, riguardo le votazioni del pubblico per la partecipazione all’All-Star Game, in programma a Houston in Texas dal 15 al 19 febbraio, superandolo di quasi ottomila voti e relegandolo al secondo posto. Dicevamo della prova autoritaria di stanotte sul parquet dei Los Angeles. Già i numeri da soli bastano a descrivere quello che è stato LeBron nella serata appena conclusasi: 39 punti (17/25 da due), 7 rimbalzi e 8 assist in 42 minuti giocati. E’ stato lui ad aprire le danze nel primo quarto, ed è stato sempre lui a chiuderle fissando il risultato sul 99-90. Quando poi hai per compagno di squadra Dwyane Wade (27) le cose si semplificano e tutto si trasforma in magia.

    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    KOBE – Se sbagli i primi 14 tiri sui 17 che provi capisci subito che qualcosa non va. E anche se ti chiami Kobe Bryant e segni 13 punti sui 22 totali nell’ultimo quarto, riuscendo con una tripla delle tue ad impattare sul 90-90 a due minuti dalla fine, puoi solo sperare in un altro miracolo, che però non sempre accade. Già, perché poi succede che in squadra hai Dwight Howard, contro il quale se la prendono quelli intelligenti di Miami, e lo mettono alla prova del nove, quella dei tiri liberi. E puntualmente Dwight li sbaglia, realizzando un 1/4 alla fine della fiera decisivo, in negativo, per i Lakers. D’altronde che importa segnare 13 punti e catturare 16 rimbalzi se poi nel momento clou dell’incontri non arrivi neanche al ferro a cronometro fermo? Già, nulla. Per carità, la rincorsa ai play-off verosimilmente riuscirà, con i Lakers che stacheranno quantomeno l’ottavo posto nella Western Conference, con Portland che dovrebbe recitare il ruolo di vittima sacrificale. Però in un’eventuale sfida play-off alcuni fattori potrebbero far sì che la gara venga decisa già prima della palla a due.

    NONNO ALLEN – Si sa, il basket vive di variabili infinite e apocalittiche, sulle quali un coach può spendere ore e ore di fronte ad una lavagnetta che quest’ultima non riuscirà mai a rispondere ai quesiti fondamentali. Perché Ray Allen segna sette dei nove punti totali negli ultimi cinque minuti della partita? Ecco, questa domanda Mike D’Antoni sicuramente se la sta ponendo, anche ora che presumibilmente è a letto. Ma, a meno che non conosca qualche oscura divinità ancestrale, Mike non si saprà dare una risposta. Fatto sta che questa sera allo Staples Center Ray Allen è stato il Fattore. Ha segnato una tripla pesantissima sul 83-83, riportando avanti Miami di tre lunghezze a 4.54 dalla sirena. Due minuti dopo ha realizzato un altro canestro da due importantissimo sul 88-86. Ed infine ha segnato forse il canestro decisivo del 94-90 ad 1.30 dal termine, indirizzando in maniera definitiva il match verso la sua squadra.

    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 22, Metta World Peace 16, Howard 13
    Miami Heat: LeBron James 39, Dwyane Wade 27, Ray Allen 9

    TUTTI I RISULTATI NBA DEL 17-01-2013

    DETROIT – KNICKS 87-102
    TIMBERWOLVES – CLIPPERS 77-90
    SUNS – BUCKS 94-98
    LAKERS – HEAT 90-99

    NBA TOP 10 WEEK 17 GENNAIO

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”167107″]

  • NBA: Beli vince, ko il Gallo. LeBron supera 20 mila punti

    NBA: Beli vince, ko il Gallo. LeBron supera 20 mila punti

    Prima di parlare delle partite di stanotte, non possiamo non concedere la copertina di oggi a LeBron James, definitivamente entrato nella storia della Nba. Il giocatore di Miami è il più giovane (28 anni) ad aver raggiunto i ventimila punti in carriera, ed è il dodicesimo nella storia ad aver collezionato oltre ai 20k sotto canestro anche cinquemila rimbalzi e cinquemila assist. Chapeau al Prescelto, che nella serata appena trascorsa ha trascinato gli Heat alla vittoria contro Golden State con 25 punti, 7 rimbalzi e 10 assist. Curiosità: LeBron James ha strappato il record detenuto in precedenza da Kobe Bryant, che aveva siglato i suoi primi ventimila punti all’età di 29 anni e 122 giorni. Kobe che aveva a sua volta scavalcato sua maestà Wilt Chamberlain di appena 12 giorni, e lo stesso Michael Jordan, il quale arrivò a ventimila punti quando aveva quasi trentanni. Conclusa la doverosa copertina per LeBron, passiamo ora ai nostri due italiani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari.

    Belinelli sorride ancora | ©Jonathan Daniel/Getty Images
    Belinelli sorride ancora | ©Jonathan Daniel/Getty Images

    RAPTORS – BULLS 105-107 (OT): Vince ancora Chicago, alla sua quarta vittoria consecutiva in trasferta, il nono successo nelle ultime undici partite disputate lontano dallo United Center. I Bulls stavolta devono faticare più del previsto per avere la meglio sui non irresistibili Raptors, che all’Air Canada Center le provano davvero tutte per evitare la nona sconfitta casalinga. Invano però, perché  sui resti di Toronto si abbatte l’uragano di nome Carlos Boozer, autore del suo season-high con 36 punti, catturando anche 12 rimbalzi. Ma a segnare il canestro decisivo a quattro secondi dal termine del primo tempo supplementare è Luol Deng, che mette a referto 19 punti e sette assist. Positiva la prova del nostro Marco Belinelli, autore di dieci punti (2/9 da due, 6/9 a cronometro fermo), a segno con dei tiri liberi chiave nel finale del quarto periodo e del primo overtime. L’ex Fortitudo ha avuto fra le mani il pallone della vittoria negli ultimi secondi dell’ultimo quarto, ma il tiro ha trovato solo il ferro. Con questo successo Chicago supera Brooklyn in classifica e si piazza al quarto posto nella Eastern Conference, avendo un record di 22-15.

    THUNDER – NUGGETS 117-97: Troppo forte Oklahoma per Denver, che vede così interrompersi la striscia di sei vittorie consecutive. Gallinari non ha potuto nulla contro lo straripante Kevin Durant (20), ma sopratutto i Nuggets non sono riusciti ad opporsi in alcun modo allo scatenato Russel Westbrook, top scorer con 32 punti, di cui la metà messi a referto nel primo quarto. Oklahoma conferma di essere una macchina fin qui pressoché perfetta, e la dimostrazione di forza offerta allo Staples Center venerdì scorso potrebbe rappresentare forse la pietra miliare di una stagione che li vuole ancora protagonisti come lo scorso anno. Tra Denver il migliore è stato Koufos con 16 punti e 9 rimbalzi, a cui si aggiungono i 10 assist di Miller e i dodici punti di Iguodala. Per il Gallo undici punti in 26 minuti di gioco e la consapevolezza che non sempre dovrà sfidare un ragazzo dal numero 35 sulle spalle le cui iniziali sono la K e la D.

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre partite giocate nella notte, si registrano le vittorie casalinghe di Orlando (97-86 contro Indiana, Vucevic in doppia doppia con 16 punti e 15 rimbalzi), Atlanta (109-95 contro i Nets, career-high di Teague con 28 punti), Dallas (105-100 sui Rockets, Nowitzki top scorer con 19 punti), San Antonio (103-82 contro Memphis con un super Duncan da 19 punti, 8 rimbalzi, 4 assist e 5 stoppate), e i Kings (95-94 sui Wizards, Cousins in doppia doppia con 21 punti e 16 rimbalzi). Vittorie esterne invece per New Orleans, che si impone al Garden contro Boston 78-90 (15 punti e 11 rimbalzi di Greivis Vasquez), e Cavaliers, che superano i Blazers per 93-83 con i 31 punti di Irving.

    NBA RISULTATI 16-01-2013

    RAPTORS – CHICAGO 105-107
    MAGIC – PACERS 97-86
    HAWKS – NETS 109-95
    CELTICS – HORNETS 78-90
    THUNDER – NUGGETS 117-97
    MAVERICKS – ROCKETS 105-100
    SPURS – GRIZZLIES 103-82
    KINGS – WIZARDS 95-94
    BLAZERS – CAVALIERS 88-93
    WARRIORS – HEAT 75-92

    NBA TOP 10 16-01-2013

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”166968″]

  • Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Lakers sulle spalle di Howard, Denver in braccio a Gallinari

    Oggi parleremo della rinascita di Dwight e dei Lakers, dell’ennesima tripla decisiva del Gallo, e di quanto la panchina dei Clippers possa giocare un ruolo fondamentale in assenza di Chris Paul. NUGGETS – BLAZERS 115-112 (OT): E sono sei. Al Pepsi Center Denver conquista la sesta vittoria consecutiva (season-high), ribaltando Portland al primo overtime. La differenza? Gallinari le mette, Lillard no. Fantastica prestazione del nostro Danilo, che a un minuto dallo scadere del primo tempo supplementare porta i Nuggets avanti con la bomba del 109-107. Per l’azzurro sono 25 i punti messi a referto (top scorer dei suoi), dei quali 13 segnati soltanto nel primo quarto. Non si può non sottolineare però la prova di Ty Lawson (24 punti e 12 assist) e quella di The Manimal, con Faried che chiude in doppia doppia (21 punti e 11 rimbalzi, 9/12 da due). Calcolatrice alla mano, le tre star di Denver hanno messo insieme qualcosa come 70 punti, senza dimenticare anche i 13 punti dalla panchina arrivati dalle mani di Wilson Chandler, in campo per 19 minuti. E così diventa inutile la comunque ottima prova offerta dal quintetto di Portland, che ha in Aldridge l’assoluto protagonista (28 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), anche perché nei momenti chiave della partita la palla ce l’aveva un certo Lillard, il quale nonostante si stia imponendo quest’anno come uno dei migliori rookie non ha ancora la freddezza dei grandi campioni (a Chicago potrebbero pensarla diversamente però). In classifica Denver (24-16) allunga su Houston e gli stessi Blazers, consolidando il sesto posto nella Western Conference.

    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Danilo Gallinari contro Portland | ©Doug Pensinger/Getty Images

    LAKERS – BUCKS 104-88: Stanno tornando. D’accordo, forse Cavaliers e Bucks non sono proprio gli avversari più tignosi della lega, sopratutto se la cornice è quella dello Staples Center, però è un fatto innegabile come la squadra di Mike D’Antoni abbia svoltato nel Monday night contro Cleveland. Due vittorie consecutive in 24 ore, minuto più minuto meno, e quello che più è importante, un ritorno a buoni livelli di Dwight Howard. Il Superman di Orlando è rientrato alla grande, e nelle ultime due partite sembra davvero un altro giocatore rispetto all’avvio di stagione. Stanotte Dwight ha segnato 31 punti (top scorer insieme a Bryant), catturato 16 rimbalzi, e stoppato quattro volte. Va da sé che avendo anche Steve Nash come assist man (11, nove nel primo tempo), ed una difesa che inizia a funzionare, tutto diventa più facile per i californiani. Il profondo rosso toccato contro i Thunder diventa ad ogni ora un ricordo più confuso, sebbene i giallo-viola non debbano commettere l’errore di dimenticare chi fossero soltanto quattro-cinque giorni fa. Sta di fatto che in classifica Portland è distante soltanto tre vittorie. E con ancora metà stagione da giocare, i Lakers possono ragionevolmente pensare in positivo, forse per la prima volta quest’anno, dopo aver speso intere settimane sui banchi di scuola per studiare quel concetto chiave sotto la voce chemistry.

    LE ALTRE PARTITE: Rimanendo in California, i Clippers hanno battuto in trasferta i Rockets 109-117, arrivando ad un record stagionale di 30-19. Nonostante sia mancato per la seconda serata consecutiva il loro giocatore simbolo Chris Paul ancora alle prese con la botta rimediata nel finale di partita contro J.J. Redick, match alla fine vinto proprio dai Magic. Al Toyota Center il migliore è Jamal Crawford con i suoi 30 punti dalla panchina. Ai 76 ers non bastano invece i 29 punti di Jrue Holiday per evitare il ko interno contro gli Hornets (Greivis Vasquez top scorer con 23 punti). Vittoria in trasferta anche per Indiana (76-103 a Charlotte), con 16 punti e 10 rimbalzi di Paul George. Perdono, e non è una sorpresa, i Raptors al Barclays Center di Brooklyn, dove i Nets vincono la loro settima partita consecutiva, consegnando a coach P.J. Carlesimo un invidiabile record di 9-1. Mattatore dell’incontro Brook Lopez con 22 punti e 9 rimbalzi.

    NBA RISULTATI 15-01-2013

    76 ERS – HORNETS 99-111
    BOBCATS – PACERS 76-103
    NETS – RAPTORS 113-106
    ROCKETS – CLIPPERS 109-117
    NUGGETS – BLAZERS 115-111 (OT)
    LAKERS – BUCKS 104-88

  • NBA: Chicago bestiale contro Atlanta, Miami perde ancora

    NBA: Chicago bestiale contro Atlanta, Miami perde ancora

    Otto le partite giocate nella notte. Vincono, facendo rumore, i Bulls del nostro Marco Belinelli, che allo United Center di Chicago devastano quel che è rimasto di Atlanta. Nessuna difficoltà anche per i Clippers contro Memphis. Continua a vincere Boston con la 26^ tripla doppia in carriera di Rajon Rondo, mentre Miami paga dazio a Utah, la cui panchina riesce a fare miracoli anche dopo le feste. Nel frattempo KD e Russ si prendono gioco dei Suns in Arizona, giocando un secondo tempo da fantascienza, dove in confronto Space Jam può sembrare una partita reale. La copertina della serata però spetta a Dion Waiters, il rookie di Sacramento capace di fare qualcosa di abbastanza compromettente per la sua futura carriera, in senso positivo si intende.

    BULLS – HAWKS 97-58: Più che un punteggio da Nba sembra una comunissima partita europea che vede le classiche matricole sfidare qualcosa più grande di loro. In realtà allo United Center a scendere in campo sono gli Hawks, che non possono essere etichettati come l’ultima squadra arrivata, con un record di 21-16 a testimoniarlo. E’ anche vero però che Atlanta nell’ultimo periodo sta faticando, e non poco, avendo perso sei delle ultime sette partite disputate. Caso vuole che la partita di stanotte passerà alla storia. Mai infatti era successo che una squadra della lega rientrasse dagli spogliatoi con 20 punti nel primo tempo, e mai era successo che concludesse la partita con soli 58 punti a referto. Orlando (59) e Knicks (22) possono così tirare un sospiro di sollievo e cedere il trono meno agognato ad Atlanta. Coach Larry Drew a fine partita ha ammesso: “Questo è davvero, davvero imbarazzante. Da quello che eravamo prima a quello che siamo diventati adesso, abbiamo perso qualsiasi cosa che faccia dire di essere una squadra. E perché sia successo questo io non riesco davvero a dirlo”.  Tra i padroni di casa ancora una volta il migliore è Carlos Boozer con la sua immancabile doppia doppia (20 punti e 13 rimbalzi), a cui si aggiungono anche i 18 punti di Luol Deng e i 16 rimbalzi di Joakim Noah. Il nostro Marco Belinelli ha giocato complessivamente 23 minuti, segnando 6 punti con 2/5 da due e il 100% dai liberi. Con questo successo Chicago scavalca proprio Atlanta al quinto posto nella Eastern Conference con un record di 21-15, avendo ormai nel mirino il terzo posto di Indiana (23-15) e la quarta piazza dei Nets (22-15).
    Chicago Bulls: Carlos Boozer 20, Luol Deng 18, Joakim Noah 9, Marco Belinelli 6 (2/5, 0/1)
    Atlanta Hawks: Mike Scott 10, Josh Smith 9, Kyle Korver 9

    Miami cade ancora | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    Miami cade ancora | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    JAZZ – HEAT 104-97: Ma ndo vai se la panchina non ce l’hai…No, non l’ha cantata LeBron a fine partita, aveva altro a cui pensare il nostro Mufasa. Però in un certo senso il refrain è quello in casa Miami. Se in Florida vogliono dare seguito all’anello vinto lo scorso anno non possono e non devono sottovalutare un piccolo ma fondamentale dettaglio, la cara e tanto amata bench. Nessuna squadra al mondo infatti può pensare di continuare a vincere se dalla panchina arrivano 26 punti quando invece gli avversari nella stessa partita ne guadagnano 47. Ed è così quasi inevitabile che non bastino i 32 punti del Prescelto. Anzi, diventa un errore bestiale credere che lasciarlo in campo 44 minuti possa risolvere qualsiasi problema. Sbaglio su cui coach Spoelstra deve iniziare a riflettere, e trovarne rimedio prima dei play-off, perché un LeBron versione gara 6 contro Boston non capita nè tutti i giorni nè in tutte le finali di Conference. Così James a fine partita: “Avevamo poco energia. Non puoi giocare con poca energia contro una squadra come Utah, per di più sul loro parquet con questa folla incredibile”. Protagonista assoluto nella vittoria dei Jazz Al Jefferson, top scorer con 23 punti.
    Utah Jazz: Al Jefferson 23, Gordon Hayward 22, Paul Millsap 17
    Miami Heat: LeBron James 32, Chris Bosh 16, Rashard Lewis 13

    LE ALTRE PARTITE: Ha qualcosa di fantascientifico quanto successo allo US Airways Center di Phoenix, dove i Thunder hanno schiacciato i padroni di casa 90-102, con Kevin Durant (41) e Russel Westbrook (36) che hanno segnato 47 punti sui 51 totali del secondo tempo per i Thunder. Ormai le parole sono finite lo scorso anno per questi due autentici fenomeni. Vince anche Boston, alla sua sesta vittoria consecutiva, grazie alla tripla doppia di un ispirato Rajon Rondo (17 punti, 12 assist, 10 rimbalzi). Piccoli segnali di ripresa anche a Dallas, dove i Mavericks battono Minnesota 113-98 (top scorer Darren Collison con 23 punti), facendo registrare la terza vittoria consecutiva, la migliore striscia positiva di questa stagione. I Wizards battono al Verizon Center i Magic 120-91, con Bradley Beal premiato poco prima dell’inizia della gara con il premio di rookie del mese. A proposito di rookie, a Sacramento si stropicciano gli occhi i tifosi dei Kings dopo la sovrumana prestazione di Dion Waiters, che dalla panchina mette a referto 33 punti trascinando i padroni di casa al successo contro i Cavaliers (124-118). Ed infine i Clippers regolano a domicilio Memphis 73-99 con i 16 punti di Matt Barnes, nonostante l’assenza per infortunio di Chris Paul.

    NBA RISULTATI 14-01-2013

    WIZARDS – MAGIC 120-91
    CELTICS – BOBCATS 100-89
    BULLS – HAWKS 97-58
    GRIZZLIES – CLIPPERS 73-99
    MAVERICKS – TIMBERWOLVES 113-98
    JAZZ – HEAT 104-97
    SUNS – THUNDER 90-102
    KINGS – CAVALIERS 124-118

  • NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    NBA: Denver invincibile, Gallinari 21 punti

    Sette le partite giocate nella notte Nba. Denver fa cinquina contro Golden State, trascinata dal Gallo e dal ritorno di Wilson Chandler. Rientro da star anche per Dwight Howard, con i Lakers che interrompono la striscia negativa di sei sconfitte consecutive battendo allo Staples Center Clevaland. Vincono anche San Antonio, Nets, Knicks e Thunder. NUGGETS – WARRIORS 116-105: Quinta vittoria consecutiva per Denver, che al Pepsi Center ritocca il record casalingo portandolo ad un confortante 14-2, grazie ad un quarto periodo da urlo (37-18), dopo che i primi tre quarti della gara si erano conclusi sul 79-87 per gli ospiti. Ancora una volta il nostro Danilo Gallinari è il miglior realizzatore dei Nuggets con 21 punti (nove nel decisivo quarto quarto), a cui aggiunge anche 8 rimbalzi e 6 assist. Alle spalle del Gallo si piazza Ty Lawson con i suoi 20 punti. Doppia doppia invece soltanto sfiorata per The Manimal, che chiude con 9 rimbalzi e 10 rimbalzi. Ma la copertina della serata è tutta per Wilson Chandler, al suo rientro dall’infortunio dopo due mesi. La guardia tiratrice di Denver parte dalla panchina e in soli 21 minuti di gioco mette a referto 14 punti, 6 rimbalzi e tre palle recuperate, risultando il migliore delle riserve. Un’autentica standing ovation ha salutato il suo rientro in campo, ai fini del risultato fondamentale perché sono due sue palle recuperate ad inizio quarto periodo a spaccare letteralmente il match e a dare il via alla rimonta dei padroni di casa. Ed è proprio la forza del gruppo che colpisce di più nella squadra di Denver, la quale potrà contare d’ora in avanti anche su un Wilson Chandler in più. Riguardo quest’ultimo aspetto si è soffermato a fine partita uno dei leader della squadra, Kenneth Faried: “E’ confortante sapere che quando arriveranno i play-off noi avremo profondità nella nostra panchina e ragazzi pronti ad aiutarci, specialmente quando qualcuno avrà una serata storta. Infatti noi non dipendiamo soltanto da uno o due giocatori, ma abbiamo tre, quattro, cinque ragazzi che possono entrare dalla panchina e segnare, o difendere, e fare quelle piccole cose che ci aiutano a vincere le partite”.
    Denver Nuggets: Danilo Gallinari 21, Ty Lawson 20, Wilson Chandler 14
    Golden State Warriors: Stephen Curry 29, David Lee 23, Harrison Barnes 21

    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images
    Dwight Howard è tornato | ©Harry How/Getty Images

    LAKERS – CAVALIERS 113-93: Un altro ritorno, che arreca un nome decisamente più importante (così come la squadra), è essenziale nel ritorno (scusate il gioco di parole) al successo dei Lakers di Mike D’Antoni allo Staples Center di Los Angeles contro i malcapitati Cavaliers. E’ infatti un rientro in grande stile quello di Dwight Howard, autore di una doppia doppia da 22 punti e 14 rimbalzi con cui i padroni di casa giallo-viola hanno spazzato via Cleveland. Così, dopo sei sconfitte consecutive e le prime streghe pronte a scendere sul parquet dei californiani, Kobe Bryant e compagni vincono un match fondamentale per il rientro nella corsa play-off. L’ottava piazza per la verità è ancora lontana, con Portland ottava (20-17), mentre i Lakers sono ancora sotto il 50% (16-21), ma se Steve Nash (9 assist stasera) e Howard riusciranno a trovare un’intesa perlomeno accettabile,  sarebbe difficile immaginare la squadra di D’Antoni fuori dai play-off. Proprio Dwight ha voluto esprimere al termine della gara la propria gioia per la prestazione della gara: “Quando noi giochiamo come stasera vinciamo, e vinciamo bene. Dobbiamo continuare ad apprendere da queste partite, e con fiducia possiamo iniziare una grande serie di vittorie”. Era dunque stato buon profeta Mike D’Antoni, il quale dopo la sconfitta bruciante contro Oklahoma aveva assicurato ai giornalisti che il campionato dei Lakers sarebbe iniziato domenica. Detto, fatto.
    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 23, Dwight Howard 22, Antawn Jamison 16
    Cleveland Cavaliers: Kyrie Irving 15, Dion Waiters 15, Alonzo Gee 14

    LE ALTRE PARTITE: Nelle altre partite giocate nella notte Nba si registra il ritorno alla vittoria dei Knicks di Melo Anthony (27) contro gli Hornets (100-87), mentre a Toronto i Raptors si suicidano nell’ultimo quarto facendosi rimontare dai Bucks un qualcosa come 20 punti di vantaggio (96-107). Sfruttano a dovere il fattore casalingo invece Brooklyn (97-86 contro Indiana, Deron Williams 22) e San Antonio (106-88 contro i T-Wolves) con un fantastico Tim Duncan, che mette a referto 12 punti, 9 rimbalzi, 5 assist, 3 palle recuperate e 7 stoppate. Cade infine al Rose Garden Portland, messa sotto 83-87 dai ragazzini terribili di Oklahoma. Kevin Durant ancora sugli scudi (33 punti), dopo la fantastica prestazione allo Staples Center contro i Lakers.

    NBA RISULTATI 13-01-2013

    KNICKS – HORNETS 100-87
    RAPTORS – BUCKS 96-107
    NETS – PACERS 97-86
    SPURS – TIMBERWOLVES 106-88
    NUGGETS – WARRIORS 116-105
    BLAZERS – THUNDER 83-87
    LAKERS – CAVALIERS 113-93

    NBA METTA WORLD PEACE DOPO LA SCHIACCIATA

    [jwplayer config=”30s” mediaid=”166707″]