Categoria: Basket

  • NBA All-Star Game: Chris Paul Mvp, trionfa Los Angeles

    NBA All-Star Game: Chris Paul Mvp, trionfa Los Angeles

    Tutti a nanna ragazzi, l’All-Star Game è finito da un pezzo. C’è stata una sola città a dominarlo, Los Angeles, che ha dato alla squadra dell’Ovest la vittoria sulle stelle dell’Est, dove c’era quel figazzo di LeBron, a cui non è bastato presentarsi con il titolo di “io segno almeno 30 punti in sei partite consecutive tirando col 60%” per conquistare il premio che invece è finito a Chris Paul, uno che quando gioca insieme a delle stelle si trasforma in sole, facendole brillare e girare tutte intorno, sfidando persino il sistema tolemaico (altri “brillanti” egocentrici come James). Cp3 ha chiuso la sua serata da sogno mettendo a referto 20 punti e 15 assist. Voi direte: e con ciò? Niente, vi basti pensare che qualcosa del genere non capitava dai tempi di Magic Johnson e Isiah Thomas. Mica due sprovveduti che trovi al campetto dell’oratorio, due astri veri, che sono arrivati sulla Terra per errore, un po’ come Michael Jordan, che su questo pianeta c’è forse già rimasto troppi anni.

    All-Star Game, Chris Paul e gli altri

    Chris Paul Mvp dell'All Star Game 2013 | ©Ronald Martinez/Getty Images
    Chris Paul Mvp dell’All Star Game 2013 | ©Ronald Martinez/Getty Images

    La domanda che tutti si fanno (a cui forse sanno già come rispondere, ma non importa) è a chi Chris Paul ha passato ieri il pallone. Presto detto, anche perché non è che ci fosse tutta questa scelta. Il primo a beneficiare degli assist di Cp3 è stato Kevin Durant, top scorer della partita con 30 punti. Dopotutto una prestazione normale per KD, uno dei migliori realizzatori (o il migliore, ora non ricordo bene) di questa stagione. Sì, ma c’era anche Kobe Bryant, che ha voluto continuare a fare il buon samaritano giocando anche per gli altri, senza però mancare all’appuntamento delle Top 5 (non vi anticipiamo niente). A testimonianza di ciò i “soli” 9 punti e 8 assist a referto.

    EST: Carmelo Anthony 26, Dwyane Wade 21, LeBron James 19
    OVEST: Kevin Durant 30, Chris Paul 20, Blake Griffin 19

    TOP 5 All-Star Game

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  • I 50 anni di Michael Jordan, l’uomo che reinventò l’NBA

    I 50 anni di Michael Jordan, l’uomo che reinventò l’NBA

    Michael Jordan compie 50 anni. Un traguardo che di certo non sarà scritto nel suo libro di record, ma un giorno in cui con piacere ricordiamo il mezzo secolo di His Airness.
    Riconosciuto globalmente come il miglior giocatore di basket della storia, ha cambiato tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90 il modo di intendere e di giocare il basket, portando l’NBA ad un livello ancora più alto di quello che era e diventando una star ed un modello esemplare anche al di fuori del parquet.

    Fin dall’inizio della sua carriera da professionista mise subito in chiaro quale sarebbe stato il suo futuro, anche se già al suo anno universitario da freshman vinse il campionato NCAA segnando il tiro della vittoria, quello che gli appassionati ricordano come  il suo primo “The Shot”. Nel campionato 1984-85, il primo nella NBA, con la maglia dei Chicago Bulls, vinse il titolo di Rookie Of The Year, la miglior matricola dell’anno, primeggiando su giocatori del calibro di Hakeem Olajuwon, Charles Barkley e John Stockton.

    Michael Jordan | © Rick Stewart/ALLSPORT/ Getty Images
    Michael Jordan | © Rick Stewart/ALLSPORT/ Getty Images

    Nei primi anni della sua carriera ebbe modo di rivaleggiare con alcuni dei più grandi giocatori di sempre, tra cui Magic Johnson e Larry Bird, non riuscendo subito ad ottenere i successi meritati, ma comunque dimostrando di che pasta fosse fatto, tutto questo nonostante anche un infortunio non di poco conto. Negli anni ’90 invece diventa la star assoluta e batte avversari sempre più forti, tra i tanti ricordiamo Shaquille O’Neal, John Stockton, Karl Malone, Charles Barkley, Hakeem Olajuwon, David Robinson, Patrick Ewing, Dominique Wilkins. Fino ad arrivare alla fine della carriera, giocata con i Washington Wizards, che ha visto i tifosi impazzire per lui.

    Le sue giocate uniche restano impresse nella mente di tutti, le finte ad una mano, i cambi in volo del tiro passando da una mano all’altra, le schiacciate saltando da lontanissimo e volando letteralmente in aria, i tiri all’ultimo secondo. Anche se è da notare che oltre per la sua freddezza offensiva è stato tra i migliori anche per le sue qualità difensive, in cui spesso primeggiava nelle classifiche.

    Statisticamente parlando resta quello da battere, con sei titoli NBA nel suo palmares, sei MVP delle Finali NBA, cinque MVP della Regular Season, undici volte leader nei punti segnati. Cifre che sono solo una parte dei suoi record, che non sono esaustive ma che fanno capire anche ai più giovani di chi stiamo parlando. E naturalmente la sua presenza nel famoso Dream Team originale lo rende ancora più grande.

    Oggi Air, come lo chiamavano i tifosi, segna 50 anni nel suo score, nonostante la speranza di vederlo ancora una volta in campo con la maglia dei Charlotte Bobcats, squadra di cui ora è proprietario, sia sfumata, a noi piace ricordarlo così e fargli gli auguri.

    Buon Compleanno Michael Jordan!

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  • Eurolega: Siena è grande, battuto anche il Vitoria

    Eurolega: Siena è grande, battuto anche il Vitoria

    La Montepaschi Siena chiude il girone d’andata delle Top 16 di Eurolega con il successo casalingo sul Vitoria (85-76). Una settimana magica per i toscani, reduci dalla vittoria (la quinta consecutiva) nelle Final Eight di Coppa Italia, dopo aver asfaltato al Mediolanum Forum la capolista Varese grazie ad una prova di grande maturità. La stessa che la squadra di Luca Bianchi ha messo in campo ieri sera difronte al proprio pubblico. L’avversario non era propriamente dei più semplici, eppure Siena è riuscita a far sembrare piccola persino una realtà come quella del Vitoria, che fin qui aveva ottenuto quattro vittoria e due sconfitte.

    Baschi che erano partiti bene, con Siena in difficoltà contro la fisicità degli ospiti, avanti 35-37 al termine dei primi due periodi di gioco. Il match cambia ad inizio ripresa, quando David Moss infila le prime due triple della serata, dando il via allo show di Siena dall’arco (10/12). Il Vitoria perde la bussola della partita, sopratutto durante l’assenza di Nocioni dal parquet, lasciato in panchina dopo un fallo tecnico mentre la squadra basca vedeva Siena scappare (61-46 al termine del terzo periodo). Nell’ultimo quarto l’energia di Hackett e Ress mettono la pietra tombale alla partita (71-54 a 6’30” dalla sirena), e neanche un tentativo disperato di rimonta operato dagli ospiti (-9) mette in difficoltà i padroni di casa, consapevoli che vincere sei delle prime sette partite nelle Top 16 non è cosa da tutti.

    Eurolega, risultati 7 giornata

    Gruppo E

    Cska Mosca – Panathinaikos 86-69
    Alba Berlin – Unicaja Malaga 65-67
    Anadolu Efes – Real Madrid 74-72
    Brose Baskets – Zalgiris Kaunas 87-88

    Gruppo F

    Maccabi Electra – Barcelona 77-82
    Khimki – Olympiacos Piraeus 82-87
    Fenerbache – Besiktas 78-72
    Montepaschi Siena – Caja Laboral Vitoria 85-74

    Le classifiche

    Gruppo E

    Anadolu Efes 6-1
    Real Madrid 6-1
    Cska Mosca 5-2
    Panathinaikos 4-3
    Zalgris Kaunas 3-4
    Unicaja 3-4
    Alba Berlin 1-6
    Brose Baskets 0-7

    Gruppo F

    Barcelona 6-1
    Montepaschi Siena 6-1
    Khimki 4-3
    Olympiacos 4-3
    Vitoria 4-3
    Maccabi 2-5
    Fenerbache 2-5
    Besiktas 0-7

  • NBA: derby ai Clippers, James batte OKC

    NBA: derby ai Clippers, James batte OKC

    Soltanto due le partite Nba giocate nella notte, ma che incontri. Alla Chesapeake Energy Arena è sbarcato sua maestà LeBron James. Spettacolo doveva essere e così è stato, tra lui e Kevin Durant, il one man show di Oklahoma City. Ai punti ha vinto il padrone di casa, che a referto ha ascritto 40 punti, uno in più del Prescelto. Ma a conquistare la vittoria è stato l’ospite, LeBron appunto, con Miami che ha violato il parquet della seconda forza ad Ovest 100-110, comandando quasi sempre le operazioni di gioco, grazie sopratutto ad un ottimo primo quarto (parziale 17-31). Oltre a James, da segnalare i 20 punti di Chris Bosh e i 13 dalla panchina di Ray Allen. Tra i padroni di casa brilla Westbrook (26 punti, 10 assist), ma la panchina è disastrosa, con un contributo di soli 16 punti.

    A Los Angeles chi comanda sono i Clippers

    Kobe Bryant perde il derby contro i Clippers | ©FREDERIC J. BROWN/Getty Images
    Kobe Bryant perde il derby contro i Clippers | ©FREDERIC J. BROWN/Getty Images

    Lakers who? Nell’ennesimo derby stagionale tra le due squadre di Los Angeles, il terzo, il quintetto capitanato da Chris Paul e Blake Griffin si conferma di un altro livello rispetto a quello che conta tra gli altri Kobe Bryant, Dwight Howard e Steve Nash. Una dura lezione quella che i Clippers hanno inferto ai giallo-viola (125-101), un risultato che non ammette repliche e che deve far riflettere più di un tifoso dei Lakers in ottica play-off. Difficilmente infatti i limiti difensivi mostrati in questa stagione si risolveranno come magia fra qualche mese, e l’atletismo che oggi manca alla squadra di Mike D’Antoni non arriverà per incanto una volta conquistato l’ottavo posto. Per la cronaca, Chris Paul è top scorer con 24 punti, a cui si aggiungono i 22 di Griffin e i 21 di Billups. Ai Lakers non bastano i 20 punti e 11 assist di Black Mamba.

    VIDEO NBA TOP 5 DEL 14 FEBBRAIO [jwplayer config=”60s” mediaid=”171077″]

  • NBA: Belinelli non basta, Chicago ko a Boston

    NBA: Belinelli non basta, Chicago ko a Boston

    Dodici le partite Nba giocate nella notte italiana. La copertina di oggi la dedichiamo al nostro Marco Belinelli, uno dei protagonisti nel match del TD Garden che ha visto Boston superare 71-69 Chicago. L’azzurro è stato il miglior realizzatore dei Bulls con 12 punti in appena 19 minuti giocati. In questa partita dallo score decisamente basso, a fare la differenza sono stati gli 8 punti segnati da Kevin Garnett nell’ultimo periodo, e sopratutto il canestro da due a 20″ dal termine quando il punteggio vedeva i Celtics avanti di una sola lunghezza (67-66). Gli ospiti hanno però avuto la possibilità nei secondi finali di compiere il sorpasso con la tripla tentata da Boozer, che però ha raggiunto a fatica il ferro. Per Boston è l’ottava vittoria in nove partite, tutte disputate senza RR.

    No Belinelli, no Denver

    Kevin Garnett sa fare ancora la differenza | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Kevin Garnett sa fare ancora la differenza | ©Jared Wickerham/Getty Images

    Continua la striscia negativa dei Nuggets, che lontano dal Pepsi Center non sanno più vincere. Contro Brooklyn (119-108), Denver perde la terza partita consecutiva. Assente per la seconda serata di fila Danilo Gallinari, frenato da una fastidiosa sinusite. I Nets possono sorridere per la grande prestazione di Joe Johnson (26), il migliore dei suoi insieme C.J Watson (25), che non hanno fatto rimpiangere l’assenza di Deron Williams. Tra gli ospiti Ty Lawson si conferma top scorer con i suoi 26 punti.

    Sempre ad Est si registrano le facili vittorie di Atlanta (76-108 sul campo di Orlando, Josh Smith da 30 punti), e Indiana, che umilia Charlotte 101-77, nella notte della tripla-doppia di Paul George, autore di 23 punti, 12 rimbalzi e 12 assist. Vincono anche i Bucks, che battono Philadelphia 94-92, con un grandissimo Monta Ellis, che mette a referto 27 punti, fra cui i due tiri liberi decisivi nel finale di gara. Grossa sorpresa poi al Garden di New York, dove i Knicks si son visti superare da Toronto, una delle squadre più in forma al momento. Con quella di stanotte sono ormai quattro le vittorie consecutive dei Raptors, che oggi devono ringraziare i 26 punti di Alan Anderson, partito dalla panchina. Per Bargnani invece solo due punti in dodici minuti. Giornata da dimenticare per Carmelo Anthony, che si ferma a 12 punti ed un imbarazzante 5/24 da due.

    Non sono mancate le sorprese nemmeno ad Ovest, dove Portland è stata letteralmente spazzata via da New Orleans (99-63). Anthony Davis è il migliore dei suoi con 21 punti e 11 rimbalzi. Meno sorprendente invece la sconfitta di Washington in trasferta a Detroit (96-85), con i Pistons che hanno beneficiato della fantasia di Will Bynum (8 assist) e Jose Calderon (24 punti), per avere ragione dei Wizards. A Dallas i Mavs si sbarazzano facilmente dei Kings (123-100), festeggiando lo storico traguardo di Vince Carter, che supera Larry Bird nella speciale classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi (21,769, cinque in più della leggenda Bird). Prosegue nel frattempo la silenziosa marcia di San Antonio, anche stanotte vincente (95-96 a Cleveland), aiutata dalla tripla di Kawhi Leonard nel finale e dal rientro delle sue stelle (Tim, Tony, Manu). In chiave play-off si registrano infine da una parte la vittoria dei Jazz nella terra dei laghi (93-97 su Minnesota, 20 punti per Al Jefferson, dall’altra il ko dei Rockets allo Staples Center, dove i Clippers si sono imposti per 106-96 grazie ai 20 punti di Griffin e gli 11 assist di Chris Paul.

    Tutti i risultati

    Magic-Hawks 76-108
    Cavaliers-Spurs 95-96
    Pacers-Bobcats 101-77
    Pistons-Wizards 96-85
    Knicks-Raptors 88-92
    Nets-Nuggets 119-108
    Celtics-Bulls 71-69
    Hornets-Blazers 99-63
    Timberwolves-Jazz 93-97
    Bucks-Sixers 94-92
    Mavericks-Kings 123-100
    Clippers-Rockets 106-96

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 35-14
    2. Knicks 32-18
    3. Pacers 32-21
    4. Nets 31-22
    5. Bulls 30-22
    6. Hawks 29-22
    7. Celtics 28-24
    8. Bucks 26-25
    9. Sixers 22-29
    10. Raptors 21-32
    11. Pistons 21-33
    12. Cavaliers 16-37
    13. Wizards 15-36
    14. Magic 15-37
    15. Bobcats 12-40

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 42-12
    2. Thunder 39-13
    3. Clippers 38-17
    4. Grizzlies 33-18
    5. Nuggets 33-21
    6. Warriors 30-22
    7. Jazz 30-24
    8. Rockets 29-26
    9. Lakers 25-28
    10. Blazers 25-28
    11. Mavericks 23-29
    12. Timberwolves 19-31
    13. Hornets 19-34
    14. Kings 19-35
    15. Suns 17-36
  • NBA: LeBron James riscrive la storia

    NBA: LeBron James riscrive la storia

    LeBron James entra (di nuovo) nella storia NBA. Centrando per la sesta partita consecutiva la quota trenta punti con il 60% al tiro, il Prescelto stacca definitivamente tutti gli altri grandi del basket americano, sedendosi sul trono che spetta al più forte di tutti i tempi. Neanche Michael Jordan arrivò a tanto, e quando scomodiamo Air, stiamo scomodando il Dio della pallacanestro mondiale, scusate se è poco. La stella di Miami vive l’ennesima notte magica nella partita vinta dagli Heat su Portland con il risultato di 117-104, mettendo a referto 30 punti, 6 rimbalzi, 9 assist e 2 stoppate. Top scorer della serata il giovane Damian Lillard, leader dei suoi con 33 punti. Prestazione comunque inutile di fronte allo strapotere di James e del quintetto di casa, che conquista la vittoria numero 23 in Florida, a fronte di tre sole sconfitte. Nella vittoria di Miami da segnalare anche i 32 punti di Chris Bosh, che come percentuali tira addirittura meglio del suo compagno di squadra (13/16 dal campo).

    Denver senza Gallinari, Toronto la punisce con Rudy Gay

    LeBron James entra nella storia | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James entra nella storia | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    I Nuggets cadono per la seconda volta consecutiva nel giro di tre giorni, dopo aver fatto registrare in precedenza una striscia record di 15 vittorie in 18 partite. Stavolta Denver deve inchinarsi ai Raptors (109-108), e all’immenso Rudy Gay, che regala un altro successo ai suoi nuovi compagni di squadra con un canestro in sospensione a 4″ dal termine, con il risultato che vedeva avanti gli ospiti 107-108. La squadra di coach Karl non ha potuto contare sul prezioso apporto di Gallinari, costretto al forfait per un’infezione alle vie respiratorie. Dall’altra parte, nonostante Toronto abbia vinto, non può esultare nemmeno Bargnani, che ha chiuso la serata con 4 punti  in 18 minuti di gioco partendo dalla panchina.

    Nella Western Conference si registra la vittoria casalinga di Memphis sui Kings, grazie alla doppia-doppia da 24 punti e 12 punti fatta registrare da Marc Gasol.

    Le vere sorprese però si registrano in chiave ottavo posto, ultima posizione utile per conquistare l’accesso ai play-off. Non sono buone notizie per i Lakers (che hanno battuto senza difficoltà i Suns 91-85, con 19 punti e 18 rimbalzi di Howard), perché sia i Rockets che i Jazz hanno vinto i loro rispettivi incontri.

    Houston ha violato l’Oracle Arena (107-116, top scorer Harden con 27 punti), confermando così quanto si pensava alla vigilia, ovvero che i Warriors stanno facendo enorme fatica per riprendersi dalla recente striscia negativa che li vede loro malgrado protagonisti.

    La più grande sorpresa è però giunta da Utah, dove i padroni di casa sono riusciti nell’impresa di battere OKC (109-94). Ha giocato un fattore decisivo l’apporto straordinario della panchina dei Jazz, capace di contribuire con 49 punti, tra cui i 15 di Derrick Favors. Ai Thunder non sono bastati i 33 punti di Kevin Durant per evitare la prima sconfitta dopo quattro vittorie consecutive.

    Tutti i risultati

    Raptors-Nuggets 109-108
    Heat-Blazers 117-104
    Grizzlies-Kings 108-101
    Jazz-Thunder 109-94
    Warriors-Rockets 107-116
    Lakers-Suns 91-85

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 35-14
    2. Knicks 32-17
    3. Pacers 31-21
    4. Bulls 30-21
    5. Nets 30-22
    6. Hawks 28-22
    7. Celtics 27-24
    8. Bucks 25-25
    9. Sixers 22-28
    10. Raptors 20-32
    11. Pistons 20-133
    12. Cavaliers 16-36
    13. Wizards 15-35
    14. Magic 15-36
    15. Bobcats 12-39

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 41-12
    2. Thunder 39-13
    3. Clippers 37-17
    4. Grizzles 33-18
    5. Nuggets 33-20
    6. Warriors 30-22
    7. Jazz 29-24
    8. Rockets 29-25
    9. Blazers 25-27
    10. Lakers 25-28
    11. Mavericks 22-29
    12. Timberwolves 19-30
    13. Kings 19-34
    14. Hornets 18-34
    15. Suns 17-36

    Top 10 Nba della notte

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  • NBA: Belinelli ko in casa, male Boston. Clippers in ripresa

    NBA: Belinelli ko in casa, male Boston. Clippers in ripresa

    Otto le partite Nba giocate nella notte. Una delle sorprese maggiori si è registrata a Charlotte, dove i Bobcats si sono imposti 94-91 su Boston, ponendo così fine alla serie di sette vittorie consecutive degli ospiti, reduci dalla bella vittoria contro Denver. Byron Mullens è l’eroe di giornata per i padroni di casa, autore di 25 punti e 18 rimbalzi. Quella di oggi è la prima sconfitta dei Celtics dopo l’infortunio di Rajon Rondo. Agli ospiti non è dunque bastata la doppia-doppia da 16 punti e 13 rimbalzi di Kevin Garnett, e la tripla-doppia stavolta sfiorata da Paul Pierce, che chiude la serata con 13 punti, 8 rimbalzi e 8 assist.

    Vincono e convincono (finalmente) i Clippers, galvanizzati dal rientro sul parquet di Chris Paul, anche stanotte fondamentale nella vittoria dei rosso-blu al Wells Fargo Center di Philadelphia (90-107). Per Cp3 21 punti e 11 assist (oltre a 5 palle recuperate), con Blake Griffin che tocca quota 20 punti insieme a Jamal Crawford. Ottime percentuali al tiro da due per i californiani (44-75), che hanno sfiorato il 60% di realizzazione da due.

    Belinelli e Chicago ko contro le riserve di San Antonio

    Se c’è un gruppo forte, che se ne infischia delle assenze, è quello di San Antonio. Gli Spurs si regalano un altro successo, prestigioso, allo United Center di Chicago, dove i Bulls vengono travolti 89-103. Senza Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan, la squadra ospite trova in Kawhi Leonard il protagonista più importante. Leonard realizza 26 punti per il suo career-high, a cui si aggiungono i 18 di Danny Green. Tra i Tori Rossi altra prestazione confortante di Robinson (20) e Hamilton (16). Belinelli gioca 19 minuti segnando 6 punti e confezionando due assist.

    Blake Griffin e Chris Paul si riprendono i Clippers | ©Ezra Shaw/Getty Images
    Blake Griffin e Chris Paul si riprendono i Clippers | ©Ezra Shaw/Getty Images

    Ko interno per Cleveland, sorpresa da Minnesota (92-100). La squadra di Kyrie Irving incassa la quindicesima sconfitta casalinga, nonostante i 20 punti e 7 assist della sua stella. I Timberwolves ringraziano invece Luke Ridnour (21) e la doppia-doppia di Ricky Rubio (13 punti e 10 assist).

    Perde in casa anche Indiana, sconfitta all’overtime da Brooklyn (84-89). In stagione i gialli avevano perso soltanto quattro volte prima del match di stanotte. I Nets trovano prima il pareggio (74-74) a 13″ dalla sirena grazie al canestro di Joe Johnson, per poi scappare all’extra-time grazie ad un ottimo Brook Lopez, top scorer con i suoi 25 punti.

    Il segno due ricorre anche nelle ultime tre sfide della serata. Detroit cede difronte ai 31 punti di Ryan Anderson contro New Orleans (86-105), tornando quindi con i piedi per terra dopo due vittorie (specialmente quella contro San Antonio) che avevano fatto gridare al miracolo.

    Ko anche Milwaukee, che in casa viene battuta da Washington per 90-102. Ritorno fondamentale tra i Wizards quello di Bradley Beal. Dopo aver saltato le ultime cinque partite, Bradley realizza 28 punti nella difficile trasferta sul parquet dei Bucks.

    E per non farci mancare nulla, si registra infine la sconfitta dei Mavs, messi ko da Atlanta (101-105) in Texas. Josh Smith ispira la vittoria degli ospiti mettendo a referto 26 punti. Anche Al Horford (21) e Jeff Teague (20) danno il loro prezioso contributo agli Hawks, che vincono la loro sesta gara nelle ultime 10 partite.

    Tutti i risultati

    Bobcats-Celtics 94-91
    Cavaliers-Timberwolves 92-100
    Pacers-Nets 84-89
    Pistons-Hornets 86-105
    Bucks-Wizards 90-102
    Bulls-Spurs 89-103
    Mavericks-Hawks 101-105

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 34-14
    2. Knicks 32-17
    3. Pacers 31-21
    4. Bulls 30-21
    5. Nets 30-22
    6. Hawks 28-22
    7. Celtics 27-24
    8. Bucks 25-25
    9. Sixers 22-28
    10. Pistons 20-33
    11. Raptors 19-32
    12. Cavaliers 16-36
    13. Wizards 15-35
    14. Magic 15-36
    15. Bobcats 12-39

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 41-12
    2. Thunder 39-12
    3. Clippers 37-17
    4. Grizzlies 32-18
    5. Nuggets 33-19
    6. Warriors 30-21
    7. Jazz 28-24
    8. Rockets 28-25
    9. Blazers 25-26
    10. Lakers 24-28
    11. Mavericks 22-29
    12. Timberwolves 19-30
    13. Kings 19-33
    14. Hornets 18-34
    15. Suns 17-35

    NBA Top 10 di giornata

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  • NBA: Toronto vince senza Bargnani, Gallinari ko a Boston

    NBA: Toronto vince senza Bargnani, Gallinari ko a Boston

    Nove le partite Nba giocate nel Sunday night americano. Serata dai sentimenti opposti per i nostri italiani, con Bargnani che può sorridere per la seconda vittoria consecutiva di Toronto dopo aver battuto al Canada Air Centre gli Hornets (102-89) nonostante non sia sceso sul parquet neanche un minuto per un improvviso attacco influenzale. Tra i Raptors, che hanno tirato dall’arco con percentuali intorno al 50%, spicca la prova di John Lucas, autore di 10 dei suoi 19 punti (season-high) nel decisivo quarto periodo, dove di fatto si è deciso l’incontro. Ancora ottimo Rudy Gay, top scorer con 20 punti. Da sottolineare anche la prestazione di Kyle Lowry, che mette a referto 14 punti, 5 rimbalzi e addirittura 10 assist. Agli ospiti non bastano i 36 punti della coppia Lopez-Vasquez.

    Gallinari si arrende dopo 3 overtime, Miami regola i Lakers

    I Nuggets di Danilo Gallinari cadono a Boston (118-114) dopo una partita infinita. Ci sono infatti voluti tre overtime per decretare Boston vincitrice dell’incontro. I padroni di casa conquistano così la loro settima vittoria consecutiva, mentre Denver arresta la sua corsa dopo nove successi di fila. L’eroe della serata è Paul Pierce con l’ennesima tripla doppia della stagione (27 punti, 14 rimbalzi, 14 assist), e sopratutto autore della bomba a 7″ secondi dalla fine del secondo extra-time che ha consentito ai Celtics di allungare l’incontro al terzo ot. Gallinari chiude la serata con 18 punti e 10 rimbalzi, mentre Ty Lawson raggiunge i 29 punti.

    In Florida Miami batte i Lakers (107-97) grazie ad un’altra grande prestazione di LeBron James, per la quinta serata consecutiva sopra i 30 punti (record della franchigia) e sempre con una percentuale superiore al 60% (ha raggiunto Adrian Dantley e Moses Malone). Ai Lakers non sono bastati i 28 punti e 9 assist di un ispirato Kobe Bryant per rimanere a galla. In ogni caso Mike D’Antoni può consolarsi con il ko dei Rockets contro Sacramento (117-111). L’ottavo posto nella Western Conference continua ad essere a portata per i californiani.

    Chris Paul torna in trionfo dal Garden | ©Al Bello/Getty Images
    Chris Paul torna in trionfo dal Garden | ©Al Bello/Getty Images

    Dall’altra parte i tifosi dei Clippers esultano per aver ritrovato finalmente il loro leader. Chris Paul è il protagonista assoluto del successo dei rosso-blu al Garden di New York, dove i Knicks sono affondati con un netto 88-102. Per Cp3 25 punti, 6 rimbalzi e 7 assist, a cui si aggiungono i 17 punti di Blake Griffin. Dall’altra parte Carmelo Anthony termina con 42 punti, sebbene venga letteralmente murato nell’ultimo periodo da un’impressionante difesa di Grant Hill, che lo limita a due soli canestri.

    Ad Orlando i Blazers confermano il loro pessimo ruolino di marcia esterno (8-18), perdendo contro una delle squadre peggiori della lega (110-104). Dopo 12 sconfitte consecutive, i Magic tornano alla vittoria trascinati dai 22 punti di J.J. Redick e la doppia-doppia di Nikola Vucevic da 17 punti e 19 rimbalzi. Tra gli ospiti da segnalare i 25 punti di LaMarcus Aldridge.

    Netto successo casalingo di Memphis contro Minnesota (105-88), nel quale si mettono in evidenza i nuovi arrivati. Tayshaun Prince segna 18 punti (8/8 dal campo), Austin Daye ne firma 16. Il migliore è però Mike Conley con 16 punti e 8 assist.

    San Antonio riprende il cammino interrotto a Detroit travolgendo Brooklyn in trasferta (86-111). Troppo superiore il divario tecnico tra le due squadre, dove emerge un fantastico Tony Parker con 29 punti e 11 assist. Sottolineiamo che ai Spurs mancavano sia Tim Duncan che Manu Ginobili.

    Infine Oklahoma City si diverte con Phoenix (69-97), servendole una pesante umiliazione davanti ai suoi stessi tifosi. Top scorer della serata Russell Westbrook con 24 punti, mentre un Kevin Durant sdolcinato si ferma a 18.

    Tutti i risultati

    Knicks-Clippers 88-102
    Heat-Lakers 107-97
    Celtics-Nuggets 118-114 (3 ot)
    Raptors-Hornets 102-89
    Magic-Blazers 110-104
    Grizzlies-Timberwolves 105-88
    Nets-Spurs 86-111
    Suns-Thunder 69-97
    Kings-Rockets 117-111

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 34-14
    2. Knicks 32-17
    3. Pacers 31-20
    4. Bulls 30-20
    5. Nets 29-22
    6. Hawks 27-22
    7. Celtics 27-23
    8. Bucks 25-24
    9. Sixers 22-27
    10. Pistons 20-32
    11. Raptors 19-32
    12. Cavaliers 16-35
    13. Magic 15-36
    14. Wizards 14-35
    15. Bobcats 11-39

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 40-12
    2. Thunder 39-12
    3. Clippers 36-17
    4. Grizzlies 32-18
    5. Nuggets 33-19
    6. Warriors 30-21
    7. Jazz 28-24
    8. Rockets 28-25
    9. Blazers 25-26
    10. Lakers 24-28
    11. Mavericks 22-28
    12. Timberwolves 18-30
    13. Kings 19-33
    14. Hornets 17-34
    15. Suns 17-35

    Kevin Durant in love

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  • Final Eight: Siena padrone d’Italia, Varese ko in finale

    Final Eight: Siena padrone d’Italia, Varese ko in finale

    Siena, sempre e solo Siena. Nelle settimane scorse qualcuno ha voluto trovare qualche assonanza tra il fallimento della Montepaschi (la banca) e la squadra di coach Bianchi. Il risultato di oggi però fa crollare l’intero castello di carte. Le Final Eight di Coppa Italia si concludono così come erano terminate le ultime quattro, ovvero con la vittoria dei toscani. Simone Pianigiani è volato in Turchia, Bo McCalebb l’ha seguito, Siena sembrava ridimensionata, eppure non dopo quattro mesi ci accorgiamo che in realtà nulla è cambiato sotto il sole italiano. Anzi, si potrebbe anche pensare che paradossalmente la Montepaschi sia più forte di quella della scorsa stagione, sopratutto se leggiamo i referti degli incontri di Eurolega. Le apparenze ingannano quasi sempre.

    LA PARTITA – Il risultato (77-74) può far credere che la finale tra Siena e Varese sia stata equilibrata, ma appunto, le apparenze ingannano. Un match subito segnato dal parziale di 18-0 registrato dai futuri pentacampioni in avvio di primo quarto, di fronte al quale i ragazzi di Frank Vitucci sono rimasti scioccati. Siena ha sempre controllato la partita, chiudendo il primo tempo sul 43-29. La Montepaschi rallenta i giri del motore soltanto nel finale, quando Varese accorcia le distanze fino al meno 5 (66-61), grazie ad un break di 0-12. Ci pensa quindi Hackett a far calare i titoli di coda  con una tripla da mille e una notte, riportando in carrozza Siena fino al traguardo finale.

    VARESE – Ha deluso stavolta e parecchio. Dopo la grandissima prova di forza offerta nel derby contro Milano ai quarti, la Cimberio non è riuscita ad entrare mai in partita, venendo letteralmente schiantata da Siena. Sarebbe dovuta essere la grande sorpresa, la squadra rompiscatole, l’anti-Siena, ma nella finale le gerarchie del basket italiano si sono palesate all’inverosimile. Varese, ricordati che le apparenze ingannano.

    Siena: Brown 25, Hackett 17, Janning 10
    Varese: Green 29, Dunston 14, De Nicolao 8

  • Pronostici Nba: sfida LeBron-Bryant, Gallinari a Boston

    Pronostici Nba: sfida LeBron-Bryant, Gallinari a Boston

    Il Sunday night dell’Nba sta all’amore, come Franco Battiato sta alla musica. Premessa doverosa per le partite di stasera, che messe insieme formano una poesia bella e buona. Il primo verso sarà recitato in Florida, dove Miami incontra i Lakers. Partita che gli ospiti cercheranno di vincere per accorciare ulteriormente il loro distacco dall’ottavo posto, ultima piazza utile per l’accesso ai play-off. Non sarà però semplice, anzi, perché di fronte c’è un certo LeBron James. Se non bastasse, il Prescelto attraversa uno stato di forma eccezionale, avendo segnato 37 degli ultimi 47 tiri provati. Miami poi in casa ha perso fin qui soltanto tre partite. Ci vorrà quindi tutto l’orgoglio dei californiani e di una persona in particolare, Black Mamba, che in queste serate cambia marcia.

    Gallinari e Bargnani, notti magiche

    Lebron James ospita i Lakers in Florida | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    Lebron James ospita i Lakers in Florida | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    In campo anche i nostri due italiani, Danilo Gallinari e Andrea Bargnani. Il primo è atteso al match più difficile, con Denver che sarà ospite dei Celtics, in quello che si preannuncia come un incontro durissimo per i ragazzi di coach George Karl. Dopo nove vittorie consecutive, i Nuggets forse incasseranno proprio stasera il loro primo ko, contro una squadra che comunque sta giocando il suo miglior basket di tutta la stagione proprio ora che è assente Rajon Rondo.

    Bargnani dovrebbe invece avere vita facile contro New Orleans. Nonostante infatti gli ospiti arrivino da due vittorie consecutive, fra cui la vittoria alla Philips Arena di Atlanta, i Raptors hanno dimostrato nelle ultime partite (vedi la vittoria su un campo ostico per tutti come quello di Indianapolis) di poter rialzarsi in piedi dopo una prima parte di stagione deludente. Con Rudy Gay e Bargnani al tiro, più la regia di Calderon, Toronto può davvero costruire le basi per un solido futuro.

    Altamente spettacolare infine anche la partita del Garden di New York tra Knicks e Clippers. I rosso-blu hanno recuperato finalmente Chris Paul, anche se nell’ultimo incontro perso a Miami Cp3 non ha mostrato una forma fisica eccezionale, così come era normale dopo oltre due settimane di assenza per i problemi al ginocchio. Dall’altra parte i Knicks di Melo Anthony vorranno confermare l’eccellente ruolino di marcia casalingo avuto negli ultimi giorni, con cinque vittorie consecutive dal 28 gennaio al 5 febbraio scorso.

    Pronostici Nba 10 febbraio

    Knicks-Clippers 1
    Heat-Lakers 1
    Celtics-Nuggets 1
    Grizzlies-Timberwolves 1
    Magic-Blazers 2
    Raptors-Hornets 1
    Suns-Thunder 2
    Nets-Spurs 2
    Kings-Rockets 2