Categoria: Basket

  • NBA: ancora down i Celtics ed up i Rockets. Reportage delle partite del 18/10/2017

    NBA: ancora down i Celtics ed up i Rockets. Reportage delle partite del 18/10/2017

    Nella seconda giornata della Season Regular NBA 2017/18, in cui Belinelli e i suoi Atlanta Hawks hanno battuto i Dallas Mavericks, si sono disputate altre dieci partite.

    San Antonio Spurs – Minnesota Timberwolves 107-99

    I San Antonio Spurs, orfani degli infortunati Tony Parker e soprattutto di Kawhi Leonard, debuttano in casa con l’obiettivo stagionale di confermarsi ancora una volta tra i pretendenti al titolo. Lo fanno incontrando i giovanissimi Minnesota Timberwolves, che invece vogliono mostrare di essere ormai esplosi e pronti a fare qualcosa di più grande.

    La vittoria va ai San Antonio Spurs, non senza difficoltà, guidati da un LaMarcus Alridge che realizza 25 punti e prende 10 rimbalzi, sicuramente motivato dal fresco rinnovo contrattuale. Logicamente è il sistema di Gregg Popovich che funziona sempre bene, e lo fa grazie ad un Danny Green da 17 punti (3/7 al tiro da 3 punti), ad un ottimo  esordio da titolare di Dejounte Murray con 16 punti, ad un panchinaro di eccellenza come Rudy Gay (14 punti e 5 rimabalzi), infine grazie all’esperienza in campo di Pau Gasol.

    I Minnesota Timberwolves dimostrano di saperci fare, seppur mancando ancora di certezze. Andrew Wiggins realizza 26 punti, con un inaspettato 4 su 6 al tiro da 3, al quale accompagna 5 rimbalzi.  Karl-Anthony Towns è sempre la, pronto ad essere il Centro del futuro, per lui i punti sono 18 e 13 i rimbalzi. Discreto l’esordio di Jimmy Butler autore di 12 punti.

    Destroit Pistons – Charlotte Hornets 102-90

    Nella notte in cui viene inaugurato da Eminem, Kid Rock e Big Sean, la Little Ceasars Arena, il nuovo campo da gioco dei Detroit Pistons, i padroni di casa festeggiano con una facile vittoria. A guidare la vittoria è Tobias Harris, che parte col botto realizzando nel primo quarto ben 17 punti, su quelli che poi saranno 27 totali, a cui agigungerà 10 rimbalzi. Buona prestazione di Andre Drummond, da 8 punti e 13 rimbalzi, ma per i padroni di casa è stato anche decisivo, oltre ai 10 assist di Reggie Jackson, i 16 punti di Langston Galloway e i 13 di Henry Ellenson.

    Per gli Charlotte Hornets limitato in attacco ma positivo l’esordio di Dwight Howard, che registra 10 punti, 15 rimbalzi e 2 stoppate, anche se il leader della squadra è indubbiamente Kemba Wlaker, autore di 24 punti e 6 rimbalzi. Hanno molti nomi ancora da schierare, ma avranno anche molto da lavorare.

    Indiana Pacers – Brookyln Nets 140-131

    Ad Indianapolis inizia l’era del Post-George, lo fa nel migliore dei modi, con una vittoria a piene mani, in cui ben 8 giocatori vanno a referto in doppia cifra. Si segna tanto gli Indiana Pacers sono quasi sempre avanti, top scorer della squadra di casa, ma per un pelo, è Victor Oladipo, autore di 22 punti a cui accompagna tra l’altro 4 palle rubate. Le doppie doppie si sprecano, segnano 21 punti sia Darren Collison che Myles Turner, il primo con 11 assist, il secondo con 14 rimbalzi e 4 stoppate. 11 i rimbalzi di Thaddeus Young il quale realizza anche 17 punti. Ottima anche la panchina per la squadra di casa, a partire dal figlio di Arvydas Sabonis, Domantas Sabonis segna 16 punti, gli stessi di Lance Stephenson.

    Si vedono belle cose anche da parte dei Brooklyn Nets, in particolare un D’Angelo Russel autore di 30 punti, è quasi invisibile Timofey Mozgov, mentre Trevor Booker va in doppia doppia con 20 punti e 10 rimbalzi. Vicino alla doppia doppia anche Demarre Carrol con 10 punti e 9 rimbalzi. Brutta tegola infine per gli ospiti, Jeremy Lin, autore fino a quel momento di 18 punti, si infortuna nell’ultimo quarto.

    Orlando Magic – Miami Heat 116-109

    Partita a fase alternata quella tra gli Orlando Magic ed i Miami Heat, dopo un primo tempo quasi tutto dominato dagli ospiti, con un Hassan Whiteside in stato di graziea, da 26 punti e 22 rimbalzi, sembra così aver trovato il suo posto nella NBA. Nel secondo vi è il dominio dei padroni di casa, in una vittoria corale, tra cui spicca Nikola Vucevic con 19 punti e 13 rimbalzi, oltre al top scorer Evan Fournier autore di 23 punti, che rimanda indietro l’attacco degli Heat e da la vittoria ai Magic.

    Probabilmente due squadre che nel campionato NBA avranno poco da dire.

    Washington Wizards – Philadelphia 76ers 120-115

    A Washington si è giocata la prima partita della scommessa dei giovani, con in campo nella stessa squadra le prime due prime scelte degli ultimi due anni: Ben Simmons e Markelle Fultz, che insieme a Joel Embiid fanno probabilmente, in prospettiva, il trio più temibile del futuro. A parte ciò, i Wizards incassano la prima vittoria stagione, con il solito John Wall, da 28 punti, 8 assist e 5 rimbalzi, con un Breadly Beal da 25 punti ed un Marcin Gortat da 17 rimnbalzi oltre che 11 punti. I 76ers hanno dimostrato già di voler dire la loro, con un Ben Simmons da 18 punti e 10 assist, il rookie Markelle Fultz da soli 10 punti, un Joel Embiid da 18 punti e 13 rimbalzi, ma soprattutto con l’exploit di un Robert Covington da 29 punti ed un pauroso 7/11 al tiro da 3 punti. Bella partita, chiusa in realtà solo a 15 secondi dalla fine con l’errore da 3 di J.J. Redick.

    Boston Celtics – Milwaukee Bucks 100-108

    Il campionato è iniziato da meno di due giorni e già non è un buon momento per i Boston Celtics che dopo la sconfitta con i Cleveland Cavaliers e l’infortunio di Hayward, subiscono già la prima sconfitta casalinga.
    I Celtics reggono bene, dopo un -7 riescono a far segnare anche un +5, ma è un finale tutto a favore dei Milwaukee Bucks, che guidati da Giannis Antetokounmpo autore nel totale di 37 punti, di cui 16 solo nell’ultimo quarto,  accompagnati da 13 rimbalzi, piazzano un parziale di 11-1 e chiudono definitvamente con il tiro da tre punti di Matthew Dellavedova, autore di 15 punti. Ottimo anche l’apporto di Malcom Brogdon che realizza 19 punti e di Khris Middleton che con 15 punti e 9 rimbalzi non va in doppia doppia per un pelo.
    Dal lato dei Boston Celtics deve ancora ambientarsi Kyrie Irving, 17 punti e solo 4 assist per lui, ma soprattutto un pessimo 7/25 al tiro. Jayson Tatum si trova meno a suo agio della gara d’esordio, mentre a guidare ancora una volta le fila è Jaylen Brown, miglior realizzatore dei suoi con 18 punti. Infine sembra ancora non esplodere Al Horford.

    Memphis Grizzlies – New Orleans Pelicans 103-91

    A Memphis ieri notte è stata evidenziata una certezza, a parte le due torri in casa Pelicans c’è il vuoto e non basta dominare il primo quarto per vincere una partita. Non bastano i 33 punti e 18 rimbalzi di Anthony Davis, nè o 28 punti, 10 rimbalzi e 7 stoppate di DeMarcus Cousins, non bastano se in due si segna più del resto della squadra e se dalla panchina arrivano in totale 8 punti, specie se Jrue Holiday segna 4 punti in tutto facendo 2/11 dal campo.
    Lo dimostrano i Grizzlies che danno la squadra in mano a Mike Conley, realizzatore di 27 punti con un ottimo 9/15 al tiro, ma che lo fanno accompagnare da Marc Gasol che produce una doppia doppia da 14 punti ed 11 rimbalzi, e fanno uscire dalla panchina un rookie come Dillon Brooks esordisce scrivendo nel suo taccuino 19 punti.

    Utah Jazz – Denver Nuggets 106-96

    I Nuggets incassano subito una sconfitta e lo fanno dopo una partenza a razzo ed un dominio quasi perenne tra secondo e terzo quarto, con un +9, sul 49-58, alla fine del primo tempo.
    Chi è che cambia le sorti in campo è Alec Burks, che tra il terzo ed il quarto quarto segna 12 dei suoi 16 punti totali. Chi invece regge per tutta la partita è Rudy Gobert, che va in doppia doppia con 18 punti e 10 rimbalzi, mentre all’esordio in maglia Jazz Ricky Rubio si fa notare per i suoi 10 assist.
    Da Denver si è visto un Willie Burton, 23 punti,  che diventa miglior realizzatore partendo dalla panchina, Nikola Jokic che tira male realizzando solo 7 punti, ma contribuisce con 12 rimbalzi e 8 assist, mentre Paul Millsap realizza 19 punti e prende 6 rimbalzi seppur ancora debba adattarsi.

    Phoenix Suns – Portland Trail Blazers 76-124

    E’ un massacro quello subito dai Phoenix Suns per mano dei Portland Trail Blazers, lo dicono i numeri e le giocate nel campo, lo dicono i 48 punti di scarto tra le due compagini, nuovo record per una sconfitta nella gara di esordio stagionale, lo dice il libro dei record negativi dei Suns. Tutto ciò, corredato dall’assenza di C.J. McCollum tra gli avversari, fa presagire una brutta annata per i Suns, una squadra nella quale i giocatori non sembrano per nulla essere a proprio agio tra di loro. La chiara dimostrazione arriva guardano Eric Bledsoe, che con soli 15 punti e soli 3 assist è il migliore in entrambe le statistiche.
    Dal lato di Portland invece le cose sembrano facili, il leader Damian Lillard scrive 27 punti, 5 rimbalzi e 5 assist, dalla panchina esce Pat Connaughton e fa il record in carriera con 24 punti, Al-Farouq Aminu raccoglie 12 rimbalzi, 11 come i punti sono quelli di Jusuf Nurkic. Oltre questo non c’è altro da dire, il risultato finale dice tutto.

    Sacramento Kings – Houston Rockets 100-105

    Non poteva essere migliore l’avvio di stagione degli Houston Rockets che dopo aver battuto i Golden State Warrios fanno registrare già la loro seconda vittoria, nonostante Chris Paul non tocchi il campo da gioco.
    A pensarci è sempre James Harden, nuovamente a segno con 27 punti, ma soprattutto con 3 pesantissime triple nell’ultimo quarto. Ancora una volta lo segue bene Eric Gordon, che realizza 25 punti con 4 triple, ed infine esce fuori Clint Capela che segna 22 punti e prende 17 rimbalzi.
    Ai Kings è mancata la convinzione di potercela fare, ma i due lunghi Willie Cauley-Stein autore di 21 punti e 10 rimbalzi e Skal Labissiere (12 punti e 10 rimbalzi) hanno dimostrato che in ottica futura nel reparto avranno qualcosa da dire. Buona la prestazione di Buddy Hield con i suoi 19 punti, ma soprattutto ottimo l’esordio del rookie De’Aaron Fox che segna nel suo tabellino 14 punti partendo dalla panchina.
    Gli Houston Rockets quest’anno ce la metteranno tutta, e batterli non sembra sarà così facile.

     

     

  • NBA: Un ottimo Belinelli aiuta gli Hawks a battere i Mavericks

    NBA: Un ottimo Belinelli aiuta gli Hawks a battere i Mavericks

    E’ la notte dell’esordio di Marco Belinelli con la maglia degli Atlanta Haws, notte in cui c’è la conferma che il nostro connazionale può avere il giusto spazio e dare il giusto impatto.

    Belinelli il bombarolo

    Marco Belinelli, autore di 20 punti in 26 minuti, con 4/6 al tiro da 3 punti, insieme al compagno, avversario degli ultimi Campionati Europei, Dennis Schroeder, autore di 28 punti e 7 assist, ha guidato la sua squadra in una vittoria che riportava sul tabellone Dallas Mavericks – Atlanta Hawks 111-117. Molto importante da notare il fatto che Belinelli sia rimasto in campo nei minuti finali della partita, quando il suo allenatore lo ha preferito al più quotato Kent Bazemore. Gli Atlanta Hawks hanno comunque dimostrato di distribuire minuti e gioco tra tutti i giocatori, facendo elevare oltre i due suddetti anche Taurean Prince che ha collezionato una doppia doppia con 10 punti e 10 rimbalzi.

    Dallas Mavericks tra vecchio e nuovo

    La partita è stato alquanto equilibrata, con gli Hawks a guidare quasi sempre e i Mavericks a cercare più volte il sorpasso senza mai riuscirci realmente. Si sono sentiti gli anni di Dirk Nowitzki, 10 punti e 6 rimbalzi in 24 minuti di gioco, che nel finale di partita non è riuscito ad entrare in campo a causa della stanchezza. C’è stato spazio così principalmente per Nerlens Noel che registra i suo career high in maglia Mavs con 16 punti (con un perfetto 6/6 dal campo), accompagnati da 11 rimbalzi, che gli sono valsi la doppia doppia, e 3 stoppate. Notevole l’esordio del rookie Dennis Smith Jr. che con 16 punti e 10 assist mette già nella bacheca dei record quello di essere il più giovane tra i Mavericks ad aver realizzato una doppia doppia, anche se tutto ciò non è bastato a dare la vittoria a Dallas.

    Per dire dove possano arrivare queste due squadre c’è necessità di qualche altro giorno, se non mese, noi intanto tifiamo per Marco Belinelli.

  • NBA Opening Night: I Warriors ricevono l’anello ma subiscono i Rockets

    NBA Opening Night: I Warriors ricevono l’anello ma subiscono i Rockets

    La NBA Opening Night è come sempre la notte in cui vengono consegnati gli anelli ai vincitori del titolo NBA dell’anno precedente, un anello da 11 carati, 36 zaffiri blu e 31 diamanti, valore reale oltre che gloria. Stephen Curry, Kevin Durant e compagni hanno così ricevuto da Adam Silver e Joe Lacob, rispettivamente commissioner e presidente NBA, nel corso di una bellissima cerimonia, il simbolo della vittoria. Insieme agli anelli i giocatori dei Golden State Warrios hanno mostrato il Larry O’Brien Trophy.

    Houston Rockets – Golden State Warriors 122 – 121: Harden ha già la mano calda

    Finita la parte burocratica e di festeggiamenti, si da inizio al vero show, quello del gioco, in cui i campioni Golden State Warriors affrontano gli Houston Rockets, subendo una sconfitta di un solo punto, ma che già brucia, anche per il fatto che il tanto atteso nuovo volto del Texas, Chris Paul, praticamente non ha giocato per metà dell’ultimo quarto.

    La partita inizia all’insegna di James Harden, che oltre ad essere il primo realizzatore della partita è il miglior scorer e probabilmente il miglior giocatore della gara.  Il tiro di Harden, che chiuderà con una doppia doppia da 27 punti, 10 assist e in aggiunta 6 rimbalzi, segneranno il maggior vantaggio degli Houston Rockets. Da li in poi gli ospiti rincorrono per una partita intera.

    La Perfezione dei Warriors e la carica di Nick Young

    I Golden State Warriors sono una macchina perfetta, o almeno lo fanno credere per gran parte della partita. La prima parte di gioco è tutta per Klay Thompson che piazza 4 tiri da 3 punti su quattro tentativi. I Warriors macinano in 5 minuti ben 22 punti, i Rockets sono -13 punti e Mike D’Antoni è costretto al timeout. Uno stratosferico Harden fa di tutto per la rimonta, il pareggio arriva per mano di Ryan Anderson che con una tripla pareggia i conti sul 24-24. A rimandare indietro i Rockets e chiudere il loro break di 15-2 è Nick Young, con 23 punti (di cui 20 nel primo tempo) sarà miglior realizzatore della squadra di casa, che in minuto realizza due tiri da 3 punti. Si va così avanti indietro, con Harden un livello sopra tutti gli altri, almeno in attacco, e il primo quarto si chiude sul +1 (35-34) per i Warriors. Nick Swaggy P Young è in serata coraggiosa, tenta tanto, con ottimi risultati, ma guida il parziale di 10-0 all’inizio del secondo quarto, i Golden State Warrios vanno anche a +16 (il massimo della partita sarà +17), il tabellone del primo tempo  segna Golden State Warriors – Houston Rockets 71-62.

    Il secondo tempo inzia con il sussulto di Stephen Curry, che segna i primi sei punti delle due squadre nel rientro, ne segnerà 22 in totale a fine partita. L’unica alternativa di Houston oltre a James Harden e ad un non troppo esaltante Chris Paul sembra essere Ryan Anderson che, autore di due triple, ancora una volta insieme al compagno barbuto, autore di un altro tiro da tre, insieme i due fanno quindi il parziale del -7
    Per i Warriors il terzo quanto è anche quello di Kevin Durant, MVP delle ultime Finali NBA, che mostra un ottima forma sia in difesa che in attacco, 2 delle 4 stoppati totali e 10 dei 20 punti totali sono in questo quarto, che finisce 101-88 per i padroni di casa.

    La rimonta dei Rockets ed il finale al cardiopalmo

    Il primo pensiero che viene all’inizio dell’ultimo quarto è che la partita sia ormai decisa, cambia tutto però quando si infortuna il difensore dell’anno 2017, Draymond Green, che fino a quel momento aveva collezionato 9 punti, 11 rimbalzi e 13 assist, sfiorando la tripla doppia. Leggera distorsione al ginocchio per lui e gara finita in anticipo.
    L’ultima frazione di gioco dei Rockets è paurosa, inzia con 7 punti di Luc Mbah a Moute che regala alla propria squadra un parziale di 11-3 e fa segnare un -5 totale, sarà poi un continuo, facilitato il tutto anche dalla assenza del suddetto Draymond Green. Nonostante uno Stephen Curry in stato di ottima forma, che segna 4 canestri consecutivi, tra cui una tripla, gli Houston Rockets in questo quarto sono mostruosi, riusciranno infattt a realizzare un parziale di 34-20. Vi è così una rincorsa continua che si completa in uno di quei finali mozzafiato dove un tiro da 3 punti di Trevor Ariza riduce lo svantaggio ad 1 punto e che dopo un minuto e mezzo vedrà il vantaggio compiuto da P.J. Tucker con due tiri liberi che segnano il primo e finale vantaggio della partita dopo quello iniziale e che indicano sul tabellone 121-122.
    segue un concitato finale, Curry perde un pallone, poi dopo una tripla sbagliata da Harden ha la palla della tripla della vittoria che sbaglia, in una serie di tocchi e rimbalzi dalla mano di Shaun Livingston la palla arriva a Kevin Durant che allo scadere tira realizzando i due punti della possibile vittoria, sarà però l’instant replay ad annullare il tiro esendo stato fatto a tempo scaduto.

    Gli Houston Rockets confermano così la loro voglia di vittoria, mostrano i denti e fanno vedere che quest’anno non molleranno mai. Lo mostrano come già detto con Harden, ma anche con una breve panchina, guidata da  un Eric Gordon autore di 24 punti. Mike D’Antoni ha nelle mani un buon potenziale, deve ancora far integrare bene Chris Paul, che tra l’altro è stato in panchina negli ultimi 5 minuti di gioco per un problema al ginocchio, che nonostante gli 11 assist e 8 rimbalzi ha realizzato solo 4 punti con un 2/9 dal campo.

  • NBA Opening Night 2017: i Cavs battono i Celtics

    NBA Opening Night 2017: i Cavs battono i Celtics

    E’ la NBA Opening Night 2017, torna con essa lo spettacolo del Basket americano, le star a stelle e strisce come di consueto tornano sui parquet e nella prima giornata sul campo ci saranno i campioni in carica Golden States Warriors, che affronteranno gli Houston Rockets, e dall’altro lato, nella partita di apertura della stagione, i Cleveland Cavaliers che affrontano i Boston Celtics. Nemmeno a dirlo quattro delle più forti squadre del campionato.

    Cleveland Cavs – Boston Celtics 102-99: Il Re è sempre LeBron James

    C’è una certezza nella NBA, LeBron James è sempre l’uomo da battere, e lo dimostra nella partita di apertura trascinando i suoi Cavs ad una vittoria che nel finale non sembrava tanto certa, lo fa con i suoi numeri, sia sul campo che nelle statistiche, essendo il leader della sua squadra in tutte le cifre che contano con 29 punti, 16 rimbalzi, 9 assist e 2 stoppate, sfiorando così già la prima tripla doppia della stagione.

    L’Infortunio di Gordon Hayward e la fuga dei Cavaliers

    La partita inizia con il classico gol dell’ex, infatti è Kyrie Irving, alla sua prima apparizione con la maglia biancoverde dei Celtics, a realizzare un canestro, tra l’incredulità della TV USA TNT che i due punti li segna ai Cavaliers. L’inizio di partita è equilibriato, se non al quinto minuto del primo quarto l’altro volto nuovo di Boston Gordon Hayward si infortuna (frattura della tibia e della caviglia) rischiando di perdere l’intera stagione. Praticamente in un solo momento potrebbero essere finiti i sogni di gloria di quest’anno per i Boston Celtics.

    Da quel momento è iniziato un lungo periodo buio per gli ospiti, dominati dai Cleveland Cavaliers guidati da un indomabile LeBron James, nonostante anche esso fosse stato in dubbio per un leggero infortunio alla caviglia. I Cavs chiudono con un +10 il primo quarto (29-19) ed addirittura con un +16 il primo tempo (54-38), arrivando anche ad un vantaggio di 18 punti nel corso della partita, tutto questo condito da un redivivo Derrick Rose autore di 14 punti seppur con percentuali bassissime, da un eccellente Jae Crowder autore di 11 punti e da un altalenante J.R. Smith autore di 10 punti, infine a completare per diritto di cronaca Dwayne Wade molto sottotono con solo 8 punti e 4 palle perse.

    La Combattività dei Boston Celtics

    Ad ogni modo Boston Celtics non hanno perso lo spirito dello scorso anno ed hanno combattuto fino alla fine recuperando con un parziale di 33-18 nel terzo quarto ben 15 punti (72-71). A trainare gli ospiti sono stati soprattutto Jaylen Brown autore di 25 punti, che si è posto a leader della squadra in diversi momenti, e l’atteso Kyrie Irving che ha segnato 22 punti e distribuito 10 assist, oltre ad aver recuperato 3 palloni. Da notare l’ottimo esordio del rookie Jayson Tatum, terza scelta assoluta allo scorso draft, che ha debuttato con una doppia doppia segnando 14 punti e prendendo 10 rimbalzi, sopperendo anche in diversi momenti alle mancanze di Al Horford. Infine sempre sul fronte Celtics si conferma una certezza Marcus Smart che copre ogni area del campo e lotta sempre producendo 12 punti, 9 rimbalzi e sfiorando la doppia doppia.

    La vittoria in volata dei Cavs

    Gli stessi Celtics nel quarto quarto hanno recuperato tutto lo svantaggio e sono andati in vantaggio di 4 punti, con un finale deciso dalla tripla di Kevin Love, autore di una doppia doppia con 15 punti ed 11 rimbalzi, che ha fermato il parziale dei Celtics e ha segnato l’esito della partita. Ferma quello che è stato il quarto caldo di Irving (quasi metà dei suoi punti segnati nell’ultima frazione di gioco), ma che alla fine lo ha visto sbagliare il tiro decisivo.

    Finisce così Cleveland Cavaliers – Boston Celtics 102-99, finisce con un abbraccio tra Irving e James, finisce la partita, ma la stagione NBA è appena iniziata e le premesse di un grande campionato ci sono tutte.

  • E’ la Slovenia la regina di EuroBasket 2017

    E’ la Slovenia la regina di EuroBasket 2017

    Più forte di una pur coriacea Serbia, più forte del destino che ha tolto dal campo Doncic per un infortunio a metà del terzo quarto, più forte di tutto e tutti: la Slovenia è campione ad EuroBasket 2017.

    Un torneo fantastico, fatto di sole vittorie nelle 9 gare disputate, un torneo nel quale il veterano Dragic, eletto poi MVP della manifestazione, ha trascinato, insieme al giovanissimo talento Doncic la squadra ad un titolo probabilmente inaspettato nei pronostici della vigilia.

    Una vittoria però che la si può definire anche di squadra perchè, e lo si è visto anche nella finale, quando il duo di fenomeni per diversi motivi non è stato sul parquet ci hanno pensato gli altri, Vidmar, Randolph, Nikolic, Prepelic, a trovare punti, a difendere forte, a strappare palloni per portare la Slovenia a conquistare successi.

    Veniamo al racconto della gara.

    La schiacciata di Doncic | © FIBA

    La partenza della sfida è quella che ci si aspetta, Serbia più fisica che cerca il canestro dentro l’area, Slovenia con il tiro da fuori. I protagonisti iniziali non sono le stelle ma bensì Kuzmic per la Serbia e Muric per la Slovenia che segnando rispettivamente 6 e 5 punti, fissano il risultato sul 8-7 Serbia al 4°. Piano piano si accendono i campioni, Jovic segna, Dragic risponde, Bogdanovic piazza il tiro da due e dall’altra parte Doncic s’inventa il canestro da 2. Marjanovic mantiene la freddezza ai liberi, la tripla di Randolph non entra e dall’altra parte il canestro del +5 di Bogdanovic costringe il coach sloveno al time out. Dal minuto di sospensione esce alla grande lo sloveno Prepelic che con 5 punti permette ai suoi di stare in scia agli avversari. Il primo quarto si chiude sul 22-20 per la Serbia.

    Il secondo quarto si apre male per Macvan che prima sbaglia una tripla, poi regala tre liberi a Randolph che permettono alla Slovenia il sorpasso, sulla successiva rimessa la Serbia perde palla e Dragic deposita a canestro il +3 che costringe Djordjevic al time out. Bogdanovic e Bircevic riportano avanti la Serbia ma una tripla con l’aiuto degli dei del basket di Prepelic ed un coast to coast, concluso con schiacciata, di Doncic lanciano la Slovenia sul 32-28. La Serbia non trova canestri, Dragic sì ed in un attimo gli sloveni volano sul +10. Macvan segna 4 punti ma in mezzo ai suoi due canestri Prepelic infila una tripla da distanza siderale ed il vantaggio, anche grazie al solito Dragic, si mantiene in doppia cifra. La Serbia ha i nervi d’acciaio e con un gioco da 3 punti di Lucic ed una tripla di Guduric riporta i suoi sul -5. Le difese giocano forte e i viaggi in lunetta sono parecchi ambo i lati. Dragic è in gran serata, il veterano sloveno piazza due super triple e tocca quota 24 pt già ad un minuto dalla fine del tempo. All’intervallo lungo si va sul 56-47 per la Slovenia.

    Si rientra in campo come se ne era usciti con una tripla di Dragic che apre il divario, la Serbia si aggrappa al talento di Bogdanovic per rimanere il più vicino possibile ad una Slovenia sempre più convinta. A metà terzo quarto dopo un tentativo in difesa Doncic ricade male con la caviglia che si gira, il giovane talento sloveno lascia il campo dolorante zoppicando. Il suo ko blocca mentalmente la Slovenia e la Serbia accorcia subito sul -4. La Serbia torna addirittura sul -2, la Slovenia chiama il time out e dopo il minuto di sospensione torna in campo con un super Randolph che segna, stoppa, difende forte e aiuta i suoi a tornare sul +8. Bogdanovic sforna un assist ed una tripla che riavvicina la Serbia, Dragic risponde dalla lunetta fissando il risultato sul 71-67 al suono della sirena.

    L’ultimo periodo parte con un paio di giocate sbagliate da Guduric, che prima perde un pallone e poi commette un fallo antisportivo, Nikolic trasforma i liberi e Blazic segna in sottomano per il 75-68 sloveno. La Serbia però non ha intenzione di mollare e Macvan con la tripla, Bogdanovic e Micic con le penetrazioni riportano le distanze ad un solo possesso. Dragic non riesce più a segnare e Macvan firma il sorpasso a 4 minuti e mezzo dalla fine. Prepelic risponde con una super bomba, ma Macvan trova ancora due punti e a 4 dalla fine è 80 pari. Kuzmic dalla lunetta ha la possibilità di riportare avanti la Serbia ma fa 0/2 e dall’altro lato Prepelic, in vera e propria trance agonistica, infila il canestro del 84-82. La Serbia non riesce a segnare, sbaglia anche Prepelic ma il rimbalzo sorride alla Slovenia e Randolph s’inventa il canestro con fallo, non concretizzato il libero, che porta il risultato sul +4 (86-82). Uno straordinario Vidmar stoppa il tentativo di Bogdanovic e dall’altro lato Prepelic subisce il fallo sul tiro da 3, ad un minuto dalla fine la Slovenia tocca il +6. I liberi di Nikolic e Blazic rendono inutile la tripla di Macvan, finisce 93-85, la Slovenia è campione ad EuroBasket 2017.

    SLOVENIA – SERBIA 93-85 (20-22, 56-47, 71-67)

    SLOVENIA: Randolph 11, Dragic 35, Nikolic 4, Prepelic 21, Muric 5, Blazic 7, Vidmar 2, Doncic 8

    SERBIA: Macvan 18, Bogdanovic 22, Lucic 9, Milosavljevic 2, Bircevic 8, Stimac 2, Micic 4, Guduric 6, Jovic 2, Kuzmic 6, Marjanovic 6

  • Troppo forte la Serbia, l’Italbasket saluta EuroBasket ai quarti

    Troppo forte la Serbia, l’Italbasket saluta EuroBasket ai quarti

    L’Italbasket saluta Eurobasket 2017, ai quarti di finale gli azzurri cedono per 67-83 ad una Serbia che obiettivamente si è dimostrata più forte in tutti i lati del campo.

    Oltre al talento dei vari Macvan, Bogdanovic e Lucic e alla mostruosa fisicità di Kuzmic e Marjanovic, l’Italbasket ha pagato anche la serata dalle mani freddissime dei tiratori azzurri, Belinelli in primis, e un nettissimo divario a rimbalzo, 44 per i serbi, di cui 17 in attacco, contro i 18 totali azzurri.

    La sconfitta fa male ma obiettivamente a questa squadra non si poteva chiedere di più, un quarto di finale è un risultato oltre la minima aspettativa che prevedeva l’ottenimento degli ottavi di finale.

    Adesso toccherà a Meo Sacchetti prendere in mano questa squadra e provare a qualificarla al prossimo mondiale, non sarà facile ma il cuore azzurro potrebbe superare anche questo altissimo ostacolo.

    Veniamo al racconto della gara.

    La partenza azzurra è la solita, difesa straripante e buonissimo attacco, Melli-Datome fissano il 5-0 iniziale. L’Italbasket però non segna ma la difesa è eccellente e il primo canestro serbo arriva intorno a metà quarto. L’attacco dell’Italia si inceppa, la Serbia sorpassa ma una magia di Datome riporta avanti l’Italbasket sul 10-8. Filloy e Belinelli bombardano da tre, il gigante Marjanovic comanda in area e tra movimenti e canestri permette ai suoi di stare a contatto. La precisioni ai liberi regala alla Serbia il primo vantaggio proprio a fil di sirena. La Serbia sfrutta bene il primo possesso del secondo quarto e allunga a +3, immediatamente annullato dalla tripla di Melli. E’ solo un’illusione perchè la Serbia continua a segnare e il 3° fallo di Cusin sembra una mazzata per l’Italbasket. Messina butta dentro Burns che prima difende permettendo il recupero, poi si fa trovare pronto a rimbalzo d’attacco per il canestro del -2. Marjanovic giganteggia in area, gli azzurri perdono anche qualche palla di troppo ed il canestro in contropiede di Jovic regala ai serbi il massimo vantaggio sul 25-32. L’Italia soffre tantissimo a rimbalzo, le seconde chance danno tanti punti alla Serbia che tocca anche il +11 con la tripla di Macvan. Burns è on fire, tripla, difesa super ed assist a Datome per la tripla del -5. Purtroppo è solo un momento perchè la Serbia non smette di segnare al contrario dell’Italbasket che non concretizza gli attacchi, si va sul 33-44 all’intervallo lungo. La partenza sembra positiva grazie alla schiacciata di Cusin ma i rimbalzi offensivi diventano un fattore e la Serbia può permettersi qualche errore che tanto la palla finisce nuovamente in mano serbe. Le mani di Belinelli sono freddissime (1/8 da 3) e Lucic dall’altra parte sigla il +15 serbo. Biligha prova a caricarsi gli azzurri sulle spalle, due canestri, due ottime difese e l’Italia torna a -10. L’energia sembra tornare dalla parte azzurra ma un tecnico fischiato alla panchina stoppa l’inerzia e permette alla Serbia di tornare a +11. Il tiro pesante non bacia l’Italbasket, nel terzo quarto è un pesantissimo 0/8, al riposo è 48-59. Il quarto quarto è la fotocopia del precedente, l’Italia balbetta da 3, concede tanti rimbalzi offensivi e la forbice del distacco non scende mai sotto la doppia cifra. Belinelli da 3 e Datome con la penetrazione danno una boccata d’ossigeno all’Italia che torna sul -8 a 5 minuti dalla fine. Bogdanovic, 0/7 da 3, decide di piazzare la bomba al momento giusto per spegnere l’entusiasmo azzurro. L’Italbasket denota una stanchezza incredibile, Bogdan Bogdanovic invece è un campione vero di quelli con la C maiuscola e con i suoi canestri chiude virtualmente la gara a 2 minuti dal termine. Il resto è solo uno scorrere del tempo verso l’ultima sirena che fissa il risultato sul 67-83

     

    ITALIA – SERBIA 67-83 (17-18, 33-44, 48-59)

    ITALIA: Hackett 5, Belinelli 18, Aradori 4, Filloy 3, Biligha 4, Melli 7, Cusin 2, Burns 9, Datome 15

    SERBIA: Macvan 13, Bogdanovic 22, Lucic 11, Milosavljevic 10, Micic 2, Jovic 6, Kuzmic 9, Marjanovic 10

  • Italbasket straordinaria, batte la Finlandia e vola ai quarti

    Italbasket straordinaria, batte la Finlandia e vola ai quarti

    Un’Italbasket a tratti straordinaria parte fortissimo, manda nel baratro del -20 la Finlandia e con la consueta super difesa respinge il ritorno degli avversari e con il risultato di 70-57 conquista il pass per i quarti di finale di EuroBasket 2017.

    Una gara da dividere in due parti, un primo tempo in cui l’attacco azzurro ha sfoderato percentuali, specialmente da 3, davvero altissime sommato ad una difesa asfissiante. Dopo l’intervallo lungo la fase offensiva dell’Italbasket si è inceppata ma la difesa è rimasta concentrata e alla fine Markkanen, tenuto a soli 4 punti, e compagni sono arrivati solo a -9.

    Veniamo al racconto della gara.

    Parte bene in attacco l’Italbasket con un paio di canestri di Datome, anche la difesa tiene discretamente ed i nordici segnano solo grazie ad una tripla fortunosa. Le triple di Belinelli e Melli costringono il coach finlandese al time out sul 5-12 a sei minuti dal termine del primo quarto. La difesa azzurra è strepitosa e in attacco Datome è bollente ed ecco che il tabellone segna 17-7 per l’Italia poco dopo la metà quarto. Un Melli strepitoso ed una perfetta serie al tiro da tre, lancia l’Italia sul 27-13. Il primo quarto si chiude sul 30-17. Il secondo quarto vede alcune seconde linee azzurre in campo ma almeno nei primi due minuti non si nota la differenza. Belinelli è devastante, 5/6 in due serie successive ai liberi, una tripla da lontanissimo e a 6 dal termine del quarto gli azzurri volano sul 38-21. L’Italbasket può contare anche su un gran Biligha, sia in difesa che in attacco. L’intensità difensiva non scende, la Finlandia non riesce mai a sfruttare ripartenze in transizione e a 2 minuti dall’intervallo lungo l’Italbasket tocca il massimo vantaggio sul +19. Nell’ultimo minuto il Datome show, Gigi sbaglia un buon tiro da tre, rientra rapido in difesa, stoppa Murphy, e poi si ripresenta avanti per segnare un delizioso step back da 2 punti. Si va all’intervallo lungo sul 48-29 per l’Italbasket. Si riparte e non cala la mira azzurra dalla lunga, è sempre Belinelli a punire. Koponen infila 5 punti di fila ma di là c’è sempre super Marco Belinelli, l’Italbasket tocca il +20. Qualche forzatura in attacco, con un paio di palle perse, vengono compensate da una difesa strepitosa. Datome si conferma l’incubo di Murphy, il capitano azzurro inchioda un’altra schiacciata, ancora più sensazionale. Gli attacchi si inceppano, ma il +20 sorride sempre agli uomini di Messina. Due triple, una di Koponen ed una di Koivisto, riportano i finlandesi sul -14. Il canestro di Biligha sulla sirena chiude il quarto sul 58-42. L’Italia comincia sempre balbettando in attacco, la Finlandia si avvicina, la sofferenza aumenta. La difesa però è sempre arcigna, Hackett ruba e segna, Markkanen schiaccia ma Biligha risponde con un canestro difficilissimo. La Finlandia a 3 minuti dal termine torna sotto la doppia cifra di svantaggio (55-64). Hackett segna, ma una sanguinosa palla persa regala un canestro facile a Koivisto. Hackett però è nella sua fase bollente e con una super penetrazione prende due liberi che trasforma per il nuovo +11. E’ il canestro che si rivela decisivo, il layup di Filloy è solo il cioccolatino che rende più dolce il successo azzurro.

     

    ITALIA – FINLANDIA 70-57 (30-17, 48-29, 58-42)

    ITALIA: Hackett 10, Belinelli 22, Filloy 4, Biligha 6, Melli 10, Baldi Rossi 3, Datome 15.

    FINLANDIA: Koivisto 5, Huff 6, Salin 11, Kotti 4, Koponen 13, Markkanen 4, Wilson 8, Murphy 6

  • La stoppata di Datome regala il successo all’Italbasket

    La stoppata di Datome regala il successo all’Italbasket

    L’Italbasket vola ad Istanbul da terza nel girone B, con la Georgia arriva un successo pesante quanto sofferto e certificato da una super stoppata di Gigi Datome all’ultimo secondo sul tentativo di pareggio di Shermadini.

    Un successo che stava per sfuggire ad un’Italbasket che era stata avanti anche di quasi 20 punti ma che a causa anche di diversi blackout offensivi, aveva rimesso in corsa una Georgia trascinata da un super Dixon, specialmente nel secondo tempo, capace di riportare i suoi addirittura sul +1 ad un minuto dal termine.

    Veniamo al racconto della gara.

    La partenza porta alla mente la sfida contro la Germania con il primo attacco azzurro fallito con infrazione da 24 secondi. La Georgia però, pur prendendo buoni tiri, non segna. Datome, Belinelli ed Hackett segnano e poco prima di metà frazione l’Italbasket vola sul 10-2. Marco Belinelli non sarà preciso ai liberi ma da tre torna ad essere infallibile e con due triple l’Italia vola sul 16-2. Datome is on fire, il capitano segna da due, segna da tre, la Georgia trova il fondo dalla retina solo dalla linea dei liberi e dopo 8 minuti il risultato è 22-7. Entra in partita anche Ariel Filloy, tripla e penetrazione che valgono il 27-10 a fine primo quarto. L’energia azzurra si mantiene anche nell’inizio del secondo quarto, magari qualche tiro non entra ma la difesa tiene bene e anche Melli si iscrive alla gara del tiro da 3. Sembra tutto facile ma l’attacco dell’Italbasket si inceppa, la Georgia reagisce con un paio di triple pesanti e accorcia sul 21-33. L’Italia non segna più e la Georgia torna a contatto. Sembra tutto pronto per l’aggancio ma Belinelli e Aradori si inventano due canestri che danno respiro. Si va al riposo lungo sul 38-30. Partenza brutta per gli azzurri in attacco, la Georgia ne approfitta e accorcia con un Dixon infallibile da 2. Serve l’inventiva di Filloy che inventa l’assist per la schiacciata di Melli che carica d’energia l’Italbasket, tant’è che Cusin piazza una super stoppata a Pachulia. Aradori da 3, Markoishvili risponde con la stessa moneta, poi Belinelli ancora da 3 con fallo e Biligha, servito divinamente da Aradori, riportano gli azzurri sul +12 (37-49). Datome sbaglia diversi tiri ma quando serve infila la tripla pesante alla quale risponde un Dixon bollente. Il canestro di Biligha a pochi secondi dal termine fissa il risultato sul 47-58. Biligha superstar anche ad inizio dell’ultima frazione, la sua energia permette ai compagni di trovare punti pesanti, specialmente ad un Aradori in versione cagnaccio. La Georgia però non muore mai e approfittando anche di due palle perse dall’Italbasket, trova due facili contropiedi conclusi dalle schiacciate di Pachulia e Shengelia per il -10. SI spegne nuovamente la luce per l’Italia, la Georgia torna sotto sino al -7. Dixon è scatenato, la Georgia addirittura trova il vantaggio ad un minuto dal termine proprio grazie alla tripla di Dixon. Hackett in penetrazione trova il nuovo vantaggio azzurro, poi una super difesa di Melli permette il recupero a Belinelli. Gli ultimi secondi si fanno intensi, Aradori va in lunetta ma fa solo 1 su 2, l’Italbasket si affaccia all’ultima azione avversaria con il +2 (70-68) la tripla di Dixon non entra Aradori viene mandato in lunetta ma fa ancora 1/2, Hackett spende un fallo intelligente, Dixon segna il primo e sbagli il secondo, sul rimbalzo si lancia Shermadini ma Datome gli piazza una stoppata incredibile ed è festa per gli azzurri.

     

    ITALIA – GEORGIA 71-69 (27-10, 38-30, 58-47)

    ITALIA: Hackett 7, Belinelli 15, Aradori 12, Filloy 9, Biligha 4, Melli 6, Cusin 2, Baldi Rossi 2, Datome 14.

    GEORGIA: Dixon 29, Pachulia 9, Shermadini 11, Sanadze 5, Markoishvili 3, Shengelia 12.

  • Brutta Italbasket ma la sconfitta con la Germania è indolore

    Brutta Italbasket ma la sconfitta con la Germania è indolore

    L’Italbasket sforna una prestazione davvero scadente in attacco e contro la Germania arriva il secondo ko consecutivo del girone.

    La squadra di Ettore Messina però, a fine della serata di ieri, ha potuto gioire e tirare un sospiro di sollievo perchè grazie al successo della Georgia contro Israele è arrivata la matematica certezza della qualificazione agli ottavi di finale ed oggi pomeriggio, proprio contro la Georgia, gli azzurri si giocheranno la possibilità di conquistare la terza piazza nel girone B.

    Una giornata storta, si spera, dal punto di vista offensivo non deve oscurare una buona partita dal punto difensivo, l’Italbasket dovrà ripartire con la convinzione di avere una difesa difficile da superare e sperare che la mancanza di precisione al tiro si sia concentrata tutta nella sfida coi tedeschi.

    Veniamo al racconto della gara.

    La partenza dell’Italbasket è positiva, Belinelli trova 6 punti in pochi minuti, anche Melli va a canestro, la Germania sembra scivolare indietro ma Schroeder e Tadda risistemano le cose sul 8-8. Il primo quarto è avaro di canestri e nel finale si ergono a protagonisti Aradori da una parte e Lo dall’altra, al suono della sirena l’Italia chiude avanti sul 17-16. La seconda frazione si presenta ancora più scarsa come percentuali di realizzazione, la Germania scappa sul +5 (19-24) ma il primo canestro dell’Italbasket dal campo, una tripla di Datome arrivata al 5°, ricarica gli azzurri che proseguono nel parziale positivo sino al 27-24 del 17°. Gli errori fioccano e all’intervallo lungo si va sul misero risultato di 29 pari. Il terzo periodo mantiene il trend degli altri due, si segna poco da ambo i lati e regna l’equilibrio, ai pochi canestri tedeschi, rispondono i pochi canestri dell’Italbasket. Lo strappo arriva sul finale di tempo Voigtmann segna la tripla del +4, Belinelli segna solo uno dei due liberi a disposizione e Lo trova il lay up che manda le squadre all’ultimo riposo sul 38-43. Messina le prova tutte per dare verve all’attacco, mandando in campo anche Cinciarini ma i tiri non ne vogliono sapere di entrare, nonostante tutto però l’Italbasket si mantiene in scia sul 45-47 a 6 minuti dalla fine. Si accendono però il temibile Schroeder e Theis, l’Italia non segna e la Germania scava il solco decisivo portandosi sul +12 (47-59) a 3 minuti dal termine. Due triple nel finale di un mai domo Filloy servono solo a rendere meno amara la sconfitta, l’Italbasket perde per 55-61 contro la Germania. 

     

    ITALIA – GERMANIA 55-61 (17-15, 29-29, 38-43)

    ITALIA: Belinelli 12, Aradori 9, Filloy 15, Biligha 2, Melli 8, Datome 9

    GERMANIA: Lo 4, Voigtmann 12, Tadda 6, Theis 11, Schroeder 17, Barthel 9, Heckmann 2

  • Italbasket sconfitta, la Lituania si conferma bestia nera

    Italbasket sconfitta, la Lituania si conferma bestia nera

    La Lituania si conferma la bestia nera degli azzurri, 9 sfide a livello europeo 9 sconfitte, l’Italbasket esce sconfitta per 78-73 ma lascia intravedere comunque un po’ di sereno.

    Un Gigi Datome da 24 punti ed un buon approccio alla gara non bastano a sconfiggere una Lituania che, partita piano, è cresciuta, ha saputo trovare soluzioni pesantissime da fuori, con un Juskevicius devastante dalla lunga distanza.

    Altra nota negativa della serata è l’infortunio di Melli che dopo l’intervallo lungo non ha più visto il campo, dal commento di Sky è filtrato però ottimismo.

    Veniamo al racconto della gara.

    La partenza azzurra è davvero positiva, Belinelli, Melli ed Hackett, sommato ad una difesa d’acciaio lanciano gli azzurri sul 11-2. I rimbalzi in attacco ridanno ossigeno alla Lituania che si riporta sotto. L’Italbasket non si fa spaventare e prontamente riallunga le distanze sul 16-9. Il protagonista del primo quarto è senza dubbio Melli che con triple, rimbalzi e difese permette agli azzurri di mantenere buon vantaggio, i baltici reagiscono e rimangono in linea di galleggiamento grazie a Kuzminskas che infila un 3 su 3 da tre, la prima frazione si chiude sul 23 pari. L’inizio del secondo quarto non sorride all’Italbasket che sbaglia canestri facili e concede qualcosa in difesa. La Lituania diventa ancora più precisa da 3 e vola sul +8 (33-25). L’Italbasket non trova più canestro, sprofonda sul -13 perchè i lituani continuano a infilare triple su triple. La grinta di Datome e un jolly pescato da Ariel Filloy permette all’Italia di contenere il ritardo, si va al riposo sul 32-41. Il rientro dall’intervallo lungo sembra vedere un’Italia più energica anche se la Lituania risponde colpo su colpo. L’Italbasket prende tiri eccellenti ma la palla non entra ed il distacco si dilata. Il cuore e la grinta del capitano però sono enormi e dopo una palla rubata da Filloy, Datome infila il canestro del -10 ad un minuto dalla fine del 3° quarto, il canestro in penetrazione di Filloy fissa il risultato sul 49-57 al 30°. Tripla di qua e tripla di là ad inizio dell’ultimo quarto. Gli azzurri non mollano ma la Lituania gioca un Basket di altissimo livello. L’Italia non muore mai, il duo Datome-Belinelli si mette in proprio e con un parziale di 5-0 riporta gli azzurri a -6 con 6 minuti da giocare. Due palle perse davvero sanguinose non permettono all’Italia di ridurre il distacco. La difesa degli uomini di Messina si fa più rocciosa, costringe la Lituania a due infrazioni da 24 consecutive e Filloy segna la tripla del -6. Tutta la grinta azzurra non basta, alla fine vince la Lituania

     

    ITALIA – LITUANIA 73- 78 (23-23, 32-41, 49-57)

    Italia: Hackett 7, Belinelli 14, Aradori 2, Filloy 10, Melli 8, Cusin 5, Baldi Rossi 3, Datome 24.

    Lituania: Kalnietis 12, Juskevicius 20, Maciulis 3, Valanciunas 13, Kuzminskas 14, Motiejunas 5, Grigonis 8, Gudaitis 3.