Categoria: Basket

  • NBA: Crolla Miami Heat, vittoria per gli italiani

    NBA: Crolla Miami Heat, vittoria per gli italiani

    Erano ben 14 le partite in programma nella notte NBA. Esordio negli Houston Rockets con il botto per Dwight Howard che, insieme a James Harden, trascina i texani al successo per 96-83 sui Charlotte Bobcats. L’ex centro dei Lakers chiude il match con una doppia doppia da 17 punti e 26 rimbalzi, suo massimo in carriera, e tante belle giocate in coppia con Harden (21 punti e 5 assist). Gara in equilibrio fino al terzo quarto quando nell’ultimo periodo si ha lo strappo decisivo anche grazie ai punti di Jeremy Lin e Francisco Garcia. Nei Bobcats il top scorer è Ramon Session con 14 punti, bene Al Jefferson con 13 punti e 8 rimbalzi.

    Sconfitta per Miami Heat | © Mitchell Leff / Getty Images
    Sconfitta per Miami Heat | © Mitchell Leff / Getty Images

    Inaspettata sconfitta dei Miami Heat a Philadelphia per 114-110 nonostante la superlativa prova di LeBron James da 25 punti e 13 assist. Grandi per i padroni di casa Turner (26 punti), Hawes (24 punti e 9 rimbalzi) e Carter-Williams (22 punti e 12 assist) sotto gli occhi dell’ex stella 76ers Allen Iverson che ha appena annunciato il suo ritiro.

    Altra sorpresa per la sconfitta dei favoriti per la vittoria finale ad Est, insieme ai bicampioni in carica di Miami, Brooklyn Nets sul parquet dei Cleveland Cavaliers. La franchigia newyorkese cede per 98-94 sotto i colpi della prima scelta assoluta del draft del 2011 e stella di Cleveland Kyrie Irving autore di 15 punti e 9 assist a cui ha aggiunto anche 7 rimbalzi e Tristan Thompson (18 punti e 9 rimbalzi per lui). Per Brooklyn non bastano i 21 punti di Lopez e i 17 dell’ex capitano dei Celtics Paul Pierce. Male Garnett con soli 8 punti a referto.

    Tre vittorie per i tre italiani in campo (mancava solo Danilo Gallinari, ala dei Denver Nuggets, ancora fermo per infortunio): vincono i Detroit Pistons di Gigi Datome che ha calcato il parquet solo per gli ultimi 19 secondi di gara contro i Washington Wizards. Mattatore del match Greg Monroe autore di 24 punti. Stesso esito per i New York Knicks di Andrea Bargnani che battono i Milwaukee Bucks 90-83 (per il Mago 6 punti, 2 rimbalzi e 1 assist in 17 minuti di gioco) così come i finalisti dello stesso anno San Antonio Spurs che superano i Memphis Grizzlies 101-94 (per Marco Belinelli 5 punti, 4 rimbalzi e 1 assist in 19 minuti di gioco).

    Risultati NBA 30 ottobre 2013

    Cleveland Cavaliers – Brooklyn Nets 98-94

    Philadelphia 76ers – Miami Heat 114-110

    Toronto Raptors – Boston Celtics 93-87

    Detroit Pistons – Washington Wizards 113-102

    New York Knicks – Milwaukee Bucks 90-83

    Houston Rockets – Charlotte Bobcats 96-83

    Minnesota Timberwolves – Orlando Magic 120-115

    New Orleans Pelicans – Indiana Pacers 90-95

    Dallas Mavericks – Atlanta Hawks 118-109

    San Antonio Spurs – Memphis Grizzlies 101-94

    Utah Jazz – Oklahoma City Thunder 98-101

    Phoenix Suns – Portland Trail Blazers 104-91

    Sacramento Kings – Denver Nuggets 90-88

    Golden State Warriors – Los Angeles Lakers 125-94

  • NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    E’ ripartito il campionato NBA con tre partite giocate nella notte. Tanta attesa per il ritorno sul parquet di Derrick Rose (altro…)

  • Europei Basket, l’Italia batte e incanta tutti

    Europei Basket, l’Italia batte e incanta tutti

    Alzi la mano chi credeva in un inizio di Europeo così per l’Italia. Ed invece in Slovenia ecco che gli azzurri, privi di alcuni tra i più rappresentativi giocatori, tirano fuori le unghie, vincono contro tutti e conquistano a mani basse il passaggio al turno successivo. Un girone eliminatorio strepitoso, con qualche grattacapo solo nel match inaugurale contro la Russia. Poi vittorie contro la Turchia, la rivelazione Finlandia e contro la corazzata Grecia, squadra che sembrava invincibile e che invece è andata ko. Così come la Svezia che nell’ultimo match del girone ha tenuto testa alla squadra di Pianigiani per tre quarti. Cinque su cinque insomma con buona pace degli avversari che vedevano un’Italia da comparsa o poco più. Marco Belinelli si è eretto a leader in questa squadra, e non poteva essere altrimenti dopo quanto fatto vedere nella Nba, campionato questo nel quale di qui a poco entrerà a far parte anche Gigi Datome, altro pilastro della squadra di Pianigiani.

    L'Italia celebra il passaggio del turno © ANDREJ ISAKOVIC/Getty Images
    L’Italia celebra il passaggio del turno © ANDREJ ISAKOVIC/Getty Images

    Se loro sono i più conosciuti sul piano internazionale, molti altri magari con meno fama stanno però facendo grandi cose. A partire da Gentile, capace di imporsi anche a grandi livelli cosi come Cusin, sul quale in pochissimi avrebbero scommesso. Melli sembra stia bruciando mentre Aradori sta dimostrando una precisione unica al tiro. E se Cinciarini dal canto suo sta dimostrando di non demeritare la maglia da titolare, anche gente come Poeta che gioca di meno si sta esaltando. Il tutto sapientemente mescolato da Pianigiani, unico nella lettura della gara, che riesce con l’organizzazione e la grinta a sopperire a qualche lacuna sul piano tecnico. Un’Italia che ha dimostrato di sapersi adattare a tutte le circostanze e a tutti gli avversari, sfruttando le debolezze altrui ed esaltando i propri punti di forza.

    Adesso c’è la seconda fase, quella nella quale l’Italia si porterà dietro le vittorie contro Grecia e Finlandia e dovendo sfidare le tre del girone C che sono approdate al turno successivo ovvero i padroni di casa della Slovenia, la Spagna e la Croazia. Sfide esaltanti e difficili ma oramai sembrano gli altri a dover temere gli azzurri che mireranno ai quarti di finale, puntando come minimo a quella finale 5-6 posto che potrebbe valere i Mondiali di Madrid 2014.

     

     

  • Nba, Metta World Peace raggiunge Bargnani ai Knicks

    Nba, Metta World Peace raggiunge Bargnani ai Knicks

    Il figliol prodigo torna a casa, Ron Artest per tutti oggi Metta World Peace, giocherà la prossima stagione con i New York Knicks raggiungendo il mago Andrea Bargnani nella grande Mela. Ritorno finalmente a casa per il newyorkese purosangue deciso più che mai a scrivere la storia di una delle franchigie più controverse di tutto il panorama professionistico americano. Metta World Peace giocherà quindi non solo con il nostro Andrea Bargnani ma anche, e soprattutto con Carmelo Anthony puntando decisamente al titolo senza nascondersi e con la spavalderia che ha sempre contraddistinto l’ex giocatore dei Los Angeles Lakers che nella sua carriera non ha sempre fatto parlare di sè per le sue gesta in campo dimostrandosi una testa decisamente calda.

    Metta World Peace, con Bargnani ai Knicks ©Pensinger/Getty Images
    Metta World Peace, con Bargnani ai Knicks ©Pensinger/Getty Images

    Appunto i Los Angeles Lakers che avevano deciso di amnistiare il suo contratto per avere il più ampio spazio salariale possibile durante la prossima estate dove ci saranno tanti free agent illustri, a cominciare dal re di Miami Lebron James. Niente football americano per Metta che avrebbe tutti i requisiti per giocare nella massima lega americana ma il richiamo della sua New York è stato troppo forte anche se i newyorkesi non hanno mai avuto fortuna nel vestire la casacca di casa. Sempre sul fronte Knicks purtroppo c’e’ da registrare il brutto infortunio per il miglior sesto uomo della passata stagione, J.R. Smith dovrà infatti operarsi per la rottura del legamento crociato del ginocchio e starà fuori per almeno quattro mesi.

    Sugli altri fronti intanto è arrivata la firma a Detroit del quarto italiano che nel prossimo anno giocherà oltreoceano, Gigi Datome ha infatti firmato il suo biennale con la franchigia dei Pistons ed è pronto più che mai ad iniziare la prossima stagione da protagonista in una squadra che non avrà velleità di titolo e forse anche di Playoofs ma che gli potrà garantire sicuramente tanti minuti in campo.

  • Nba, Gigi Datome nuovo giocatore dei Detroit Pistons

    Nba, Gigi Datome nuovo giocatore dei Detroit Pistons

    Dopo Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari il basket professionistico americano accoglie il quarto italiano con Gigi Datome  che diventa un nuovo giocatore dei Detroit Pistons. (altro…)

  • Nba, Andrea Bargnani ai Knicks. La scelta di Howard

    Nba, Andrea Bargnani ai Knicks. La scelta di Howard

    Mercato letteralmente impazzito nella massima lega mondiale di basket professionistico e protagonisti sono anche gli italiani con Andrea Bargnani e Marco Belinelli in cerca di sistemazione per la prossima stagione. Il giocatore romano dei Toronto Raptors è vicinissimo ad un clamoroso approdo a New York sponda Knicks con Carmelo Anthony che ha pubblicamente espresso il desiderio di aver a fianco per la prossima stagione un giocatore con le caratteristihe precise di Bargnani. Per Marco Belinelli è invece una questione di scelta su dove il 27enne di S.Giovanni in Persiceto vuole trascorrere i prossimi due o tre anni in America, tramontata la pista Bulls con quest’ultimi decisi a non garantire all’azzurro un contratto triennale nonostante la splendida ultima stagione ed un ruolo di protagonista agli ultimi Playoffs, si apre la possibilità di un approdo di Marco alla corte di Jason Kidd nei fortissimi Nets.

    Andrea Bargnani possibile nuovo giocatore dei Knicks ©Chris Chambers/Getty Images
    Andrea Bargnani possibile nuovo giocatore dei Knicks ©Chris Chambers/Getty Images

    Sicuramente sarebbe una grande notizia per i tanti tifosi italiani se queste trattive dovessero tramutarsi in realtà con finalmente tre giocatori azzurri, non dimentichiamoci Danilo Gallinari infortunatosi al ginocchio, capaci di ritagliarsi un ruolo di assoluti protagonisti sia in Regular Season che soprattutto ai Playoffs.

    Intanto tutto il mercato Nba è incentrato sulla scelta di Dwight Howard per la prossima stagione con “Superman” che ha ricevuto le delegazioni di tantissime squadre compresi anche i Lakers di mister Kobe Bryant e Steve Nash. Howard non sembra però convinto di trascorrere un altra stagione sotto il sole californiano e le piste caldissime per il prossimo anno sono essenzialmente due: tornare nella sua Atlanta per un ruolo di assoluto re della franchigia oppure giocarsi le possibilità di titolo ai Rockets con il “barba” James Harden al suo fianco. Per quanto riguarda le trattative concluse registriamo l’arrivo ai Clippers di un tiratore affidabile e formidabile come JJ Redick insieme a Jared Dudley. Phoenix riceve Caron Butler ed Eric Bledsoe mentre a Milwaukee finiscono due future seconde scelte. Redick ha firmato un quadriennale da 27 milioni di dollari con la franchigia californiana.

  • Boston Celtics senza Garnett, Pierce e Terry

    Boston Celtics senza Garnett, Pierce e Terry

    E’ ufficilamente terminata l’era dei big Three a Boston, dopo la dipartita della passata stagione di Ray Allen finito con un anello a Miami, i Boston Celtics hanno deciso di lasciar andare anche “The Captain and the Truth” Paul Pierce e “The Revoluton” Kevin Garnett con i due senatori finiti alla corte del miliardario russo Mikhail Prokhorov ai Brooklyn Nets assieme al “Jet” Jason Terry con la franchigia di New York decisa più che mai a puntare al titolo già dalla prossima stagione con l’eccentrico russo disposto a pagare una luxury tax (la tassa applicata dal Nba per chi sfora il tetto d’ingaggi) di 80 milioni oltre che un monte salari superiore ai 100 per inseguire l’anelloche oggi più che mai è saldamente nel dito del padrone della lega americana Lebron James. Ai Celtics che ripartiranno da Rajon Rondo sono finiti nella maxi trade Gerald Wallace, il contratto in scadenza di Kris Humphries, Reggie Evans, Keith Bogans e Kris Joseph. Più le scelte al primo giro dei Nets nel forte draft 2014, nel 2016 e nel 2018 inoltre nel 2017 Boston potrà ottenere la scelta di Brooklyn se più alta della propria.

    Pierce e Garnett salutano i Celtics ed approdano ai Nets ©Jim Rogash/Getty Images
    Pierce e Garnett salutano i Celtics ed approdano ai Nets ©Jim Rogash/Getty Images

    Tutto ruotava nella decisione di Kevin Garnett che aveva nel suo contratto ai Celtics la possibilità di rifiutare qualsiasi trade che lo riguardasse ma la garanzia dei 12 milioni del suo contratto che finiranno nelle sue tasche hanno convinto l’ex numero 5 del Boston Garden al trasferimento al Barclays Center di Brooklyn. Stessa sorte anche per Paul Pierce che percepirà ai Nets 15 milioni di dollari formando con Brooke Lopez, Deron Williams ed appunto Jason Terry e Kevin Garnett, una squadra ricca d’esperienza e talento che dovrebbe mettere sin da subito in difficoltà Lebron James e soci.

    Intanto nella notte di ieri si è chiuso il Draft 2013, l’ultimo della trentennale carriera del Commissioner David Stern, la prima scelta dei Cleveland Cavaliers è andata con qualche sorpresa sul canadese di UNLV Anthony Bennett mentre Nerlens Noel, da tutti accreditato come la prima scelta assoluta finisce invece alla sesta chiamata venendo selezionato dai Pelicans ma indossando il cappellino di New Orleans per pochi minuti, visto che la franchigia della Louisiana lo spedisce subito a Philadelphia, insieme a una prima scelta al prossimo draft, ricevendo in cambio Jrue Holiday e il 42° pick, Pierre Jackson di Baylor.

  • NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    I Miami Heat si sono confermati campioni NBA, vincendo per il secondo anno consecutivo il l’anello NBA simbolo del titolo e realizzando così il Back-To-Back, battendo in gara 7, in una serie tiratissima, i San Antonio Spurs per 95-88. (altro…)

  • Montepaschi Siena, uno scudetto tra mille difficoltà

    Montepaschi Siena, uno scudetto tra mille difficoltà

    Ancora Siena. Settimo tricolore di fila per la Montepaschi, capace di chiudere al quinto atto la contesa con l’Acea Roma. Ma non è stato uno scudetto come tutti gli altri per i toscani. Nell’estate scorsa infatti la crisi che investi il main sponsor, la Montepaschi, aveva ridimensionato progetti ed ambizioni. Via il tecnico protagonista degli anni d’oro Simone Pianigiani, divorzio con pezzi da novanta come McCalebb, Andersen, Kaukėnas, Lavrinovič e Zisis mentre Stonerook si ritira. In panca c’è quel Luca Banchi che Siena la conosce bene avendo fatto per anni il vice di Pianigiani. Organico rinnovato, restano i vari David Moss, Marco Carraretto e Tomas Ress, gente si di valore ma che adesso deve salire in cattedra e prendere in mano la squadra senza avere accanto gente più esperta. Tra gli altri giungono in Toscana Daniel Hackett e Bobby Brown, innesti che nel corso della stagione risulteranno decisivi. Come lo è poi l’innesto dicembrino di Benjamin Ortner arrivato al posto di Kasun e dimostratosi più efficace di quest’ultimo.

    Luca Banchi, allenatore della Montepaschi Siena © AFP/ Getty Images
    Luca Banchi, allenatore della Montepaschi Siena © AFP/ Getty Images

    La stagione però non era iniziata affatto bene, con la sconfitta in Supercoppa contro Cantù. Un inizio in salita, e il doppio impegno tra campionato ed Eurolega di certo non facilita il compito. Ma Siena c’è, pur non essendo come quella degli altri anni. Nei momenti decisivi sa tirare fuori le unghie, come nella finale di Coppa Italia vinta di tre punti contro Varese. In campionato si accusa parecchio la stanchezza e la squadra fatica a stare tra le prime quattro. Tanto che l’eliminazione dall’Eurolega viene vista quasi come una sorta di sollievo. La Mens Sana però chiude al quinto posto in campionato. Non l’ideale per i playoff, anche per i corsi e ricorsi storici: era dal 1995/1996 che una squadra, allora l’Olimpia Milano, non vinceva lo scudetto partendo da questa posizione. E ai toscani toccano proprio i meneghini, che nei quarti di finale cominciano meglio portandosi prima sul 2-0 e poi sul 3-2.

    Uno scatto d’orgoglio, su campo avversario, consente però al Siena di vincere nel match decisivo e di approdare cosi in semifinale. Avversario Varese, anche qui con fattore campo sfavorevole. Siena stavolta parte meglio, si porta sul 3-1, ma subisce la rimonta. Nel match decisivo però la squadra di Banchi non fallisce e centra un grandissimo salto in finale dove c’è l’Acea Roma. I pronostici sono dalla parte dei capitolini che però steccano la prima in casa. Si rifanno poco dopo, ma Siena nella due gare seguenti farà valere il fattore campo. Il 3-1 regala tre match point ai ragazzi di Banchi. Che non si fanno pregare e sfruttano il primo di questi travolgendo in trasferta Roma di 16 e festeggiando uno scudetto inatteso e dal sapore particolare rispetto a tutti gli altri. Una festa a metà per Banchi che dopo anni ha annunciato l’addio alla Mens Sana, e chissa che con lui non parta anche Hackett. Magari entrambi con destinazione Milano. Tanto la Montepaschi Siena agli stravolgimenti è abituata. Cosi come a vincere.

  • Miami Heat di misura sui San Antonio Spurs in gara 6 delle NBA Finals 2013

    Miami Heat di misura sui San Antonio Spurs in gara 6 delle NBA Finals 2013

    Gara 6 delle NBA Finals 2013 tra Miami Heat e San Antonio Spurs ha avuto il sapore di una grande partita, di come davvero nei playoff devono essere giocate. Grande agonismo, tante belle giocate ed anche molti errori, in una partita che finisce all’Over Time e mette in mostra tanti campioni nei momenti decisivi. Alla fine all’Americaran Airlines Arena di Miami tra Heat e Spurs finisce 103 – 100, qui San Antonio, con un pessimo 5-18 al tiro da 3 punti,  ha visto sfuggire di mano la prima occasione di ottenere il titolo NBA ed ora ci sarà una gara 7 in cui tutto è possibile.

    Nel corso della partita si è visto nuovamente un LeBron James in formato Dr. Jekyll and Mr. Hyde, gioca una prima parte di gara leggermente sottotono, subendo ancora una volta la difesa di Kawhi Leonard, per poi cambiare il corso della partita con delle giocate importanti e dei tiri decisivi, terminando poi la gara con una tripla doppia da 32 punti, 11 assist e 10 rimbalzi.
    Quello che però è forse il vero protagonista della serata è “He Got Game” Ray Allen
    , che mostra a tutti cosa significa essere il miglior tiratore da 3 punti della storia della NBA, dalle sue mani parte la tripla che manda le squadre al tempo supplementare, e sempre le sue mani segnano i due tiri liberi che danno la vittoria ai Miami Heat.
    Utile ma un poco limitato Dwayne Wade, mentre si salva solo nel finale Chris Bosh ,che in alcuni momenti è stato addirittura fischiato, grazie ad il rimbalzo ed assist per la tripla del quarto quarto di Allen ed alla stoppata nel finale di overtime su Danny Green. Infine è tornato nuovamente a farsi notare Mario Chalmers, dopo tre gare in cui è stato praticamente assente segna 20 punti con 4/5 ai tiri da 3.

    Kawhi Leonard schiaccia su Mike Miller
    Kawhi Leonard schiaccia su Mike Miller

    Immenso Tim Duncan che ha fatto notare la sua presenza sia in attacco che in difesa, 30 punti e 17 rimbalzi, purtroppo dopo un grandissimo primo tempo è un poco calato nel secondo tempo. Kawhi Leonard ancora una volta gioca una partita ad alti livelli, per lui 22 punti ed 11 rimbalzi, oltre a come già detto una grande prova in difesa contro King James, anche se ha sulla coscienza l’errore del libero che poteva dare la vittoria agli Spurs. Tony Parker si conferma ancora una volta il motore di questa squara, segna 19 punti e regala 8 assist, ha il coraggio di prendersi l’ultima palla da giocare nel quarto quarto e anche se non va a segno poco importa, lui combatte sempre. Chi va male invece è il duo Manu Ginobili – Danny Green, il primo è ancora una volta sotto le sue capacità, perde una palla decisiva su un dubbio fallo, oltre a perdere 8 palle in tutta la partita, sicuro avrà molto su cui pensare oggi, mentre il secondo gioca la sua peggior partita delle finali NBA, solo 3 punti, 1/7 dal campo ed 1/5 da 3 punti, un disastro per le aspettative che si erano create intorno a lui. Quello che però forse ha la colpa principale di questa sconfitta è coach Greg Popovich, non indirizzando i suoi a fare fallo sul +3 alla fine del quarto periodo.

    Gara 6 – La partita

    Le due formazioni scendono in campo con gli stessi giocatori della precedente gara, si inizia con il possesso di palla dei Miami Heat e con Wade che da un assist a Bosh, la risposta dei San Antonio Spurs è immediata con l’assis di Ginobili per il solito Duncan. Chi vuol fare vedere la differenza da gara 5 è Mike Miller che realizza subito un tiro da 3 punti.
    Kawhi Leonard parte benissimo, ma è Tim Duncan in forma perfetta, che non sbaglia nulla, a guidare i San Antonio Spurs, mentre i Miami Heat tengono botta con Mario Chalmers. Sono questi due giocatori a fare il gioco del primo quarto, terminano segnando a referto il primo 12 punti ed il secondo dieci. Prima frazione giocata molto bene da entrambi le parti, con Manu Ginobii annullato in attacco da LeBron James, con l’unico vantaggio degno di nota segnato da un +5 di San Antonio, ma si finisce sul 27-25 per Miami.

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    Il secondo quarto inizia con un tiro da 3 Shane Battier, ma è pronta la risposta di Danny Green, in quello che purtroppo resterà il suo unico sussulto della serata. Dwayne Wade prova ad accelerare ma Duncan continua a non sbagliare nulla e per gi Heat è ancora Chalmers a fare il gioco, mentre James prima dorme, sbaglia prima un tiro e poi si fa stoppare da Green facendo arrivare gli Spurs a -1 e poi segna prima un canestro e poi due tiri liberi che riportano i suoi a +5. Ma è ancora Tim Duncan, che chiude il quarto con 25 punti e che sembra voler vincere la partita da solo, a dare la marcia giusta agli Spurs che chiudono il quarto ad un secondo dalla fine con il tap in di Leonard del 50-44.

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    Inizia il secondo tempo e sembra suonare la sveglia per Ginobili, ma è solo un caso, Duncan sembra voler continuare la sua serie, ma saranno solo 2 dei 5 punti che segnerà fino alla fine della partita, gli altri tre arrivano con un 2+1 su un canestro più fallo subito, il tiro libero darà un +12 agli Spurs con 04.31 da giocare nel quarto, vantaggio che per mano di Tony Parker si incrementerà circa 40 secondi dopo di un ulteriore punto. Gli Heat devono ancora una volta recuperare, con Battier che infila ancora una bomba e nonostate gli sforzi di Wade e James il terzo quarto si chiude 65-75 per la formazione del Texas.

    Mario Chalmers ha voglia di essere l’eroe della serata e inaugura il quarto quarto con un tiro da 3 punti, meno però memorabile di quello di Mike Miller che segna la tripla con una sola scarpa, esce fuori anche la forza di LeBron James che realizza 8 dei primi 14 punti del quarto dei Miami Heat, comprensivi di due schiacciate,  tutto ciò fa si che con 8 minuti ancora da giocare gli Heat vadano a -3 sul 79-82.  Sembra quasi che gli Spurs stiano facendo tutto perdere, troppi errori al tiro con Duncan che non trova più il canestro e Green che non ne indovina una dalla lunga distanza. Chris Andersen riduce le distanze su tiro libero, mentre il canestro del pareggio è ancora di James e quello del vantaggio è di Ray Allen. Break incredibile per la squadra della Florida che costringe coach Popovich a chiamare timeout.

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    Al ritorno in campo fa ancora tutto James, sia in positivo che in negativo, perde palle, segna, fa fallo, ma è dopo un’alternanza di canestri di Ginobili e Wade che però arriva il risveglio di Tony Parker che segna prima uno splendido tiro da 3 punti e poi un canestro da 2 punti che porta il risultato sul 91-89 per i San Antonio Spurs con 58 secondi da giocare, un ultimo minuto che sarà incredibile.

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    Ginobili dalla lunetta non è impeccabile, ma nonostante ciò segna tre dei quattro tiri liberi che si procura e porta la sua squadra a +5, subito dopo aver rubato palla a LeBron James, ed è proprio per mano del prescelto che arriva un canestro importantissimo, il tiro da 3 pnti che porta gli Heat a -2, il tutto in una azione in cui prima LBJ sbaglia dalla lunga distanza, dove Miller recupera il rimbalzo e gli passa nuovamente la palla. Con 20 secondi da giocare Erik Spoelstra indovina tutto, fallo di Miller su Leonard che però segna solo uno dei due riti liberi non riuscendo a mettere le giusta distanza tra la sua squadra e quella degli avversari. E’ invece Greg Popovich che sul +3 decide di non far fare fallo ai suoi, LeBron James sbaglia l’ennesimo tiro da 3, ma c’è il risveglio di Chris Bosh, ancora una volta criticato ed anche fischiato, che si trova nel momento giusto al posto giusto, prende il rimbalzo, ha il riflesso giusto e da ad un freddissimo Ray Allen l’assist del pareggio, con 5 secondi da giocare. Come già detto nulla potrà Parker per evitare i supplementari e vincere il titolo.

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    Si va all’overtime, arrivano due canestri di Leonard intervallati da uno di Bosh, poi a 02:42 dalla fine della partita Parker segna il canestro del +3, ma dopo che Allen riduce di nuovo a -1 sbaglia un fondamentale tiro dalla lunga distanza. Ancora una volta è James a decidere le sorti del gioco, prima segna il tiro del vantaggio di un punto dei Miami, poi perde una palla importantissima. Bosh non ci sta a non essere amato dal proprio pubblico e decide di fare a differenza in difesa, stoppa quindi Parker. A 10 secondi dalla fine l’errore di Wade fa ancora sperare gli Spurs, ma Ginobili è in giornata no e si vede, perde palla contro Allen, con il dubbio che ci sia stato il fallo, quando il cronometro segna 2 secondi alla fine. Il fallo di Boris Diaw manda in lunetta Ray Allen che non sbaglia e regala la vittoria ai suoi. L’ultimo assalto per gli Spurs al canestro degli Heat lo fa Green, ma ancora una volta Bosh decide di essere presente e stoppa mandando tutti a gara 7.

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    Una partita intensa, giocata ad ottimi livelli e che ha dato tante emozioni, se serviva da premessa a gara 7 allora dobbiamo aspettarci una partita unica tra qualche giorno, perchè tra l’altro, si sa, non c’è rivincita a gara 7.

    Miami Heat – San Antonio Spurs 103 -100

    Miami Heat:
    James 32 punti, Chalmers 30, Wade 14.
    Bosh 11 rimbalzi, James 10, Miller 7.
    James 11 assist.

    San Antonio Spurs:
    Duncan 30 punti, Leonard 22, Parker 19.
    Duncan 17 rimbalzi, Leonard 11.
    Parker 8 assist.