Categoria: Basket

  • NBA playoff 2010, Finale: I Lakers vincono gara 1

    Va ai Los Angeles Lakers gara 1 delle Finali NBA 2010: allo Staples Center di Los Angeles i gialloviola battono agevolmente i Boston Celtics con un perentorio 102-89. Ancora una volta è Kobe Bryant il trascinatore dei californiani, che mette a referto 30 punti conditi da 7 rimbalzi e 6 assist. Ottima prova anche di Pau Gasol e di Ron Artest, con 23 punti e 14 rimbalzi il primo e 15 punti per il numero 37. Ai Celtics non bastano i 24 punti di Paul Pierce, e per tutto l’incontro i Lakers non hanno mai veramente sofferto, mantenendo i biancoverdi sempre a distanza di sicurezza. Dopo un primo periodo abbastanza equilibrato e con L.A. avanti di 5 lunghezze sui rivali di sempre, nel secondo quarto i gialloviola mettono la freccia e sul finire del primo tempo dilatano il loro vantaggio portandolo a 9 punti: all’intervallo i Lakers sono avanti per 50-41. Il periodo decisivo è il terzo quarto, nel quale il leader in maglia numero 24 e MVP delle Finals 2009 segna ripetutamente e affonda la difesa avversaria che alla sirena prima dell’ultima parte di gara sono avanti di 20 lunghezze (84-64). Il quarto periodo per i Lakers comincia con il solito momento di calo, un problema che gli uomini di Phil Jackson si portano dietro da un bel pò di partite, con Boston che dopo soli 3 minuti accorcia arrivando fino al -11, con i californiani che mettono a referto soltanto 1 tiro libero di Gasol. Ma al rientro di Bryant sul parquet la musica cambia, e i Lakers allungano nuovamente per poi amministrare il vantaggio accumulato fino agli ultimi 2 minuti della fine della gara, quando Pierce prova con orgoglio a riaprire il match,ormai congelato e portato a casa dai padroni di casa, con 3 canestri consecutivi. Finisce 102-89 per Kobe e compagni, domenica sempre allo Staples Center gara 2 di questa infinita battaglia che da decenni infiamma la rivalità tra le 2 franchigie.

    Risultati NBA del 3 giugno 2010
    Los Angeles Lakers – Boston Celtics 102-89
    –> Lak: Bryant 30, Gasol 23, Artest 15 – Bos: Pierce 24, Garnett 16, Rondo 13

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 1-0

  • NBA playoff 2010, Finale: Los Angeles Lakers – Boston Celtics

    Los Angeles Lakers – Boston Celtics, ci risiamo!
    E’ la 12 volta che le 2 squadre, le più titolate nel panorama NBA, si affrontano nell’ultimo atto della stagione, le Finali, che decideranno il vincitore del campionato.
    Nelle 11 occasioni precedenti i Celtics guardano i rivali di sempre dall’alto verso il basso, forti di un record di 9 finali vinte contro le sole 2 dei Lakers.
    L’ultimo confronto sul palcoscenico più ambito è della stagione 2007-2008 quando i biancoverdi (ricostruiti dal General Manager Danny Ainge con gli acquisti di Kevin Garnett dai T-wolves e di Ray Allen dai Sonics) domarono in 6 partite i rivali gialloviola, chiudendo nell’ultima gara con un clamoroso +39 che ancora nessuno ha cancellato nella mente di tifosi, dirigenza e giocatori californiani.
    Le 2 franchigie, come già detto sono le più titolate nella NBA: 17 titoli per Boston, 15 per Los Angeles. Tuttavia i Lakers hanno disputato ben 30 finali (bilancio in perfetta parità 15 vinte e 15 perse), molto meglio il record dei Celtics che in 20 apparizioni sono usciti sconfitti solo in 3 occasioni (17 vinte e 3 perse).
    Insieme quindi hanno vinto 32 titoli sui 63 campionati finora disputati dalla Lega professionistica americana di basket e il prossimo, indipendentemente da chi vincerà sarà il 33esimo su 64 campionati totali, più della metà dei titoli della NBA sono finiti in mano a queste 2 squadre, ecco perchè sicuramente questa sfida rappresenta la finale più prestigiosa e la più attesa da parte di ogni tifoso appassionato di pallacanestro.
    Rispetto alla finale del 2008 è cambiato il vantaggio del fattore campo: 2 anni fa era a favore di Boston, ora sarà a favore di Los Angeles che ha conquistato in stagione regolare 7 vittorie in più rispetto agli storici rivali di sempre.
    Una piccola curiosità per gli amanti del basket è che i Celtics potrebbero essere la prima squadra nella storia della NBA a vincere l’”Anello” dopo aver concluso la regular season con più vittorie in trasferta che sul parquet amico.
    Quest’anno in regular season il bilancio è in parità con 1 vittoria per parte (entrambe vittorie in trasferta con il minimo scarto di un punto).
    Ecco perchè sarà una sfida dall’esito incerto.

    La stagione regolare per i Boston Celtics non è stata delle migliori, avendo ottenuto solo il quarto piazzamento nella Eastern Conference, superati non solo dalle 2 superpotenze Cleveland Cavaliers e Orlando Magic, ma addirittura degli Atlanta Hawks, cosa che in molti non si sarebbero aspettati alla vigilia del campionato. Il record di 50 vittorie e 32 sconfitte è praticamente uguale a quello ottenuto da Portland Trail Blazers, San Antonio Spurs e Oklahoma City Thunder, rispettivamente squadra sesta, settima e ottava classificata per i playoff nella Western Conference (le ultime per intenderci). Proprio per questo motivo nessuno con un record abbastanza modesto quale quello dei Celtics, si sarebbe aspettato una cavalcata così convincente fino alle Finali NBA di quest’anno.
    Ma i motivi per cui i tifosi biancoverdi possono ambire a sogni di gloria sono tanti, a partire da un gruppo forte e compatto come quello della vittoria del titolo del 2008, con tanta esperienza in più sulle spalle e una ritrovata energia fisica sulla quale in pochi addetti ai lavori avrebbero scommesso. Boston basa gran parte del suo gioco offensivo sull’asse Rajon Rondo-Paul Pierce il quale resta sempre la prima soluzione offensiva della squadra. Tuttavia il giovane playmaker risulta essenziale e fondamentale per via di un’acquisita imprevedibilità che rende la franchigia del Massachusetts praticamente di difficile lettura agli occhi dei giocatori avversari: ancora i Lakers ricordano la sua strepitosa gara 6 nella finale del 2008, dove chiuse con 21 punti, 7 rimbalzi, 8 assist e 6 steals. Logicamente molto del destino dei Celtics dipenderà dalla vena realizzativa di Paul Pierce, è per questo che nei momenti di difficoltà dovranno farsi trovare pronti sia Kevin Garnett che Ray Allen: il numero 5 della squadra del “Trifoglio” è tornato ad altissimi livelli dopo che lo scorso anno l’infortunio al ginocchio ne aveva limitato il talento, importante pedina su entrambi i lati del campo sia in attacco che in difesa. Allen invece ha mantenuto la sua costanza realizzativa specialmente nel tiro da 3 punti, cosa che potrebbe rivelarsi molto utile in questo ultimo atto della stagione. Un giocatore che magari è offuscato dalla luce dai 4 grandi componenti del quintetto ma di un’efficacia e di un’importanza fondamentali è Kendrick Perkins, che quest’anno ha migliorato le proprie statistiche disputando probabilmente la sua migliore stagione da quando è entrato nella Lega. Non male non solo i primi “attori”, ma anche i comprimari dei Celtics, che sono di notevole livello. Tuttavia Rasheed Wallace non ha disputato una stagione regolare eccezionale, ma arrivato alla post season si è totalmente trasformato, risultando decisivo in molte partite, specialmente quelle disputate contro i Cavs e contro i Magic. Importante è stato il contributo dato in questa stagione da Tony Allen, molto pericoloso sia in attacco che in difesa, e l’ormai consolidato sostituto di Garnett, ovvero Glen Davis, maturato e pronto nei momenti di difficoltà ad aiutare i compagni. A metà stagione Boston si è in un qualche modo giovata dell’energia dell’ultimo arrivato Nate Robinson, che quando decide di stare con la testa sul parquet risulta essere un ottimo giocatore. Anche l’arrivo di Finley, sempre a metà stagione, ha dato una certa qualità nel tiro dalla lunga distanza (il suo palmarès parla chiaro), inconstante, ma sempre pericoloso se in giornata, uno dei giocatori più eclettici dell’intera NBA, ovvero Marquis Daniels. Per finire l’analisi sul roster dei biancoverdi non possiamo esimerci dal parlare di coach Doc Rivers, che quest’anno ha affrontato momenti di vera difficoltà ma che alla fine ne è uscito da vero vincitore. Certamente il suo curriculum non è ai livelli del suo collega rivale Phil Jackson, ma la carriera di Rivers è tutta da scrivere, mentre Jackson la sua l’ha già scritta e sta continuando a farlo, e con risultati notevoli (è l’allenatore più vincente della storia dell’NBA).

    Ben altro piazzamento per i Los Angeles Lakers, primi nella Western Conference con il record di 57 vittorie e 25 sconfitte. Pronostici rispettati per la franchigia gialloviola, favoriti per il titolo in quanto campioni in carica. Per L.A. è la terza finale NBA consecutiva, ma bisogna dire che rispetto agli anni precedenti il roster si è rafforzato particolarmente, grazie anche ad una crescita generale del quintetto stesso e della panchina losangelina. Il gioco dei ragazzi di Phil Jackson si basa essenzialmente sull’asse Kobe Bryant-Pau Gasol: il numero 24 gialloviola, dopo una regular season abbastanza costante come rendimento, sta disputando dei playoff entusiasmanti, con 15 partite su 16 al di sopra dei 30 punti! E’ sicuramente l’arma in più di 1 squadra già molto forte in tutti i settori del campo, e tutte le giocate pregevoli passano dai suoi polpastrelli, come recentemente affermato dall’ultimo sconfitto dalla banda gialloviola, Alvin Gentry, coach dei Phoenix Suns, il quale ha chiaramente mostrato nelle finali di Conference di aver adottato tutte le strategie possibili per far marcare Kobe dai suoi uomini, definito poi dallo stesso allenatore “immarcabile” alla fine della serie, nonchè il migliore giocatore dell’intera Lega. In questi playoff inoltre Bryant ha impressionato gli addetti ai lavori anche in qualità di assistman e di rimbalzista, arrivando in molte partite a sfiorare la tripla doppia. L’MVP delle Finals del 2009 è stato senza dubbio il trascinatore assoluto e arriva alla sfida contro i Celtics più carico che mai, e in mente ha il chiodo fisso della vendetta, in quanto i suoi Lakers sono stati battuti proprio da Boston nel 2008. Per quanto riguarda lo spagnolo Gasol, ha inanellato prove superlative sia in attacco che in difesa, con molte doppie doppie nella post season; a volte risulta essere immarcabile sotto canestro e i suoi semiganci sono ormai un incubo per qualsiasi difesa avversaria. Inoltre il feeling con Kobe Bryant sembra ritrovato, anche in virtù dei molti tiri presi durante questi playoff; in difesa risulta essere sempre di più una garanzia, e il notevole apporto a rimbalzo fanno di L.A. una squadra insuperabile sotto canestro, anche grazie al supporto superlativo di Lamar Odom, il sesto uomo ideale della Lega. Raramente il numero 7 ha mancato la sua consueta doppia doppia, e durante questa post season si è riscoperto anche un notevole tiratore da 3 punti. Porta molta sostanza sul parquet che lo rende indispensabile per coach Phil Jackson: memorabili ormai sono i suoi rimbalzi offensivi, che consentono ai Lakers un maggior numero di tiri tentati dalla distanza. Un’altra pedina importante nello scacchiere di Los Angeles è sicuramente Ron Artest, acquistato quest’estate dagli Houston Rockets che si sta rivelando un giocatore determinante anche in fase offensiva (suoi i 2 punti che consentono ai Lakers di battere i Suns a gara 5 a meno di 1 secondo dalla sirena finale). Inoltre la sua media punti nelle ultime gare è notevolmente cresciuta, arrivando a mettere a referto 25 punti in gara 6 sempre contro Phoenix: inutile accennare la sua solidità difensiva, molto famosa da anni, e le sue marcature a uomo estremamente soffocanti, che inducono spesso il suo avversario a cercare tiri improbabili. Altra notizia importante in casa gialloviola è il suo nuovo feeling con il suo ex-nemico Kobe Bryant, il quale gli ha dimostrato una grande fiducia al suo arrivo a Los Angeles nonostante vecchi screzi di recente data (le semifinali di Conference contro Houston, nel quale i 2 stavano quasi venendo alle mani). Infine il numero 37 gialloviola si sta dimostrando molto efficace dal tiro dall’angolo. Una gradita sorpresa per i Lakers è il sempre più fondamentale apporto in fase offensiva da parte del playmaker Derek Fisher, che quando sente odore di playoff sembra trasformarsi in meglio partita dopo partita. Dopo una regular season al di sotto delle sue capacità, e con critiche piovutegli per la sua inefficenza al tiro e come uomo assist, il numero 2 si sta prendendo una grossa rivincita contro chi lo aveva duramente criticato, e la sua esperienza (36 anni ad agosto, con 4 titoli NBA alle spalle) si sta dimostrando utilissima alla causa gialloviola. Merito indubbiamente sempre di coach Phil Jackson, che gli ha sempre dato una grande fiducia, e le statistiche, al momento, gli stanno dando ragione. Per quanto riguarda il giovane centro Andrew Bynum, le sue condizioni fisiche, in particolare il suo ginocchio, è una grossa incognita in vista della Finale NBA, e nel resto dei playoff ha avuto un minutaggio particolarmente esiguo, nonostante parti sempre nel quintetto base. Resta da verificare il suo impiego quanto sarà utile a Kobe Bryant e compagni, al momento il suo menisco non necessita di essere operato. Dalla panchina si stanno dimostrando molto efficaci Jordan Farmar e Shannon Brown, che quando vengono messi sul parquet da Jackson, svolgono il loro compito egregiamente. Il playmaker ex UCLA è fondamentale nel tiro da 3, e molte volte le sue triple spaccano in due la squadra avversaria e indirizzano la gara a favore dei gialloviola; la guardia invece cresce di partita in partita ed è impressionante la sua integrità fisica, condite da schiacciate alla LeBron James e da una esplosività fuori dal comune. La grande varietà di lunghi nel roster dei Los Angeles Lakers non permette a Luke Walton e Josh Powell di avere a disposizione molti minuti di gioco: il figlio di Bill Walton negli anni precedenti, trovando più spazio, ha dimostrato di essere un giocatore molto utile, ma con i vari acquisti nel corso degli anni della franchigia californiana, è arrivato ai margini della rotazione. Powell, con un passato anche in Italia, pure essendo molto giovane, paga il fatto che i Lakers abbiano una rotazione molto ampia appunto tra i lunghi, anche se quando è stato chiamato in causa per via degli infortuni dei suoi compagni, si è dimostrato sempre utilissimo. Infine Sasha Vujacic, lo sloveno ex Udine, che quest’anno ha trovato davvero pochissimo spazio nella rotazione di squadra, e che negli anni precedenti è stato un giocatore fondamentale quando entrava dalla panchina. In panchina Phil Jackson offre ampie garanzie sul modo di condurre sia la singola gara che un’intera serie: il suo ricco palmarès parla chiaro, è l’allenatore più vincente nella storia dell’NBA con 10 titoli in sole 12 finali disputate, avendo superato l’anno scorso nella vittoria contro gli Orlando Magic Red Auerbach, storico coach dei mitici Celtics.

    Le chiavi della serie: innanzitutto la marcatura di Artest su Pierce. Il numero 37 gialloviola era stato acquistato pochi mesi fa per l’eventuale difesa su LeBron James in una ipotetica e probabile finale tra Cavaliers e Lakers. Non ci sarà James, ma visto il Pierce delle finali 2008 servirà il miglior Ron Artest per limitarlo in ogni zona del campo. Pierce poi avrà il difficile compito di limitare Bryant, cosa quasi impossibile tra l’altro vista l’attuale forma del 24 dei “Lacustri”, e questo doppio sforzo sui 2 lati del campo (evitare Artest e marcare Bryant) potrebbe spremerlo fisicamente.
    Poi cercare di limitare Rondo. Non è esagerato affermare che da qui passa gran parte della serie. Se Artest sulla carta può benissimo marcare Pierce, non altrettanto si può dire di Fisher sul playmaker biancoverde.
    Decisivo sarà lo scontro tra Gasol e Garnett: Gasol fu molto criticato per il suo atteggiamento contro i Boston Celtics di due anni fa, definito “soft”, ovvero morbido, molle. Lo spagnolo si è rifatto un anno più tardi, limitando alla grande Dwight Howard e risultando come una delle chiavi della vittoria dell’anello. Ora ritroverà Garnett. Più probabile che non escano vincitori da questo duello, tutt’al più un annullamento reciproco. Ad ogni modo, saranno due sorvegliati speciali.
    Infine le panchine ovvero gli uomini che entreranno a partita in corso. Occhi puntati principalmente su Odom da una parte e Wallace dall’altra, ma non solo. Anche Brown può rivelarsi un’arma importante contro le guardie Celtics, mentre Robinson può essere la variabile impazzita da utilizzare in momenti di crisi per l’attacco di Boston.

    I quintetti: Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Pau Gasol come ali e Andrew Bynum come centro. Poi ci sarà anche bisogno di Farmar Walton e Brown.
    Boston con ogni probabilità schiererà Rajon Rondo e Ray Allen come guardie, Paul Pierce e Kevin Garnett come ali e Kendrick Perkins nel ruolo di centro. Dalla panchina sarà fondamentale l’apporto di Nate Robinson, la difesa di Tony Allen, i “piazzati” di Michael Finley, la freschezza fisica di Glen Davis e l’apporto fondamentale da parte di Rasheed Wallace che già contro Cleveland e Orlando ha fatto vedere qualcosa di buono contribuendo alla clamorosa eliminazione degli ex favoriti al titolo del 2010 e ai vice campioni del 2009.

    Ultima considerazione: non sarà una riedizione delle Finals del 2008.
    Sono almeno 3 i motivi che ci spingono a dire che queste Finali rischiano di essere profondamente diverse rispetto a quelle del 2008. Ecco quali sono: 1) Il fattore campo rovesciato rispetto a 2 anni fa che ora è appannaggio dei Lakers (e potrebbe essere un fattore non di poco conto).
    2) I Lakers, rispetto a due anni fa, si sono rinforzati in quello che era il loro aspetto più debole: la difesa. Questo grazie all’acquisizione di Artest e ad una maggiore consistenza difensiva di Gasol. Attenzione, però. Lo spagnolo dovrà dimostrare di non temere nè il clima in trasferta nè la marcatura di Garnett, che riuscì a limitarlo.
    I Celtics, da parte loro, hanno aggiunto un ottimo attaccante come Rasheed Wallace e hanno a propria disposizione un Rajon Rondo nettamente migliorato, e che si è innalzato insieme a Paul Pierce come il trascinatore della sua squadra. Insomma, se nel 2008 i Lakers erano una squadra prettamente offensiva e i Celtics basavano la propria forza sulla difesa, ora le due squadre appaiono più equilibrate.
    3) I giocatori di entrambe le franchigie hanno fatto dei passi in avanti enormi sotto il profilo dell’esperienza. Tutti i giocatori chiave, da Bryant a Pierce passando per Gasol, Odom, Allen e via dicendo (eccezion fatta per Rondo) hanno superato la soglia dei 30 anni. E tutti loro hanno vinto un titolo, tranne che Artest. Non è un’eresia dire che si fronteggeranno i due roster più esperti dell’intera NBA.

    Sarà una sfida da non perdere e i motivi per stare al televisore incollati per un paio d’ore ci sono tutti e speriamo di averli elencati tutti.
    La sfida prenderà il via stanotte alle 3 ora italiana. Leggermente diverso il formato rispetto a tutti gli altri turni dei playoff, infatti le Finali hanno un formato di 2-3-2 per quanto riguarda le sfide in casa e trasferta rispetto al consueto e solito 2-2-1-1-1 degli altri turni. Ecco in dettaglio tutto il programma di queste attese “Finals”:

    Gara 1 Boston Celtics @ Los Angeles Lakers giovedì 3 giugno 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 2 Boston Celtics @ Los Angeles Lakers domenica 6 giugno 2010 8.00 PM (02.00 in Italia)
    Gara 3 Los Angeles Lakers @ Boston Celtics martedì 8 giugno 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 4 Los Angeles Lakers @ Boston Celtics giovedì 10 giugno 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 5 * Los Angeles Lakers @ Boston Celtics domenica 13 giugno 2010 8.00 PM (02.00 in Italia)
    Gara 6 * Boston Celtics @ Los Angeles Lakers martedì 15 giugno 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 7 * Boston Celtics @ Los Angeles Lakers giovedì 17 giugno 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)

    *se necessaria

    IN COLLABORAZIONE CON LUCA NACCARATO.

  • NBA: Turkoglu vuole lasciare i Raptors

    Hedo Turkoglu ha espresso il desiderio alla dirigenza dei Toronto Raptors di voler lasciare la squadra per poter giocare da qualche altra parte nella NBA.

    L’ala turca infatti è stufa dei Raptors e vorrebbe uscire dal contratto già da questo primo di luglio. Le motivazioni sono scontate: non c’è mai stato feeling con coach Jay Triano, incapace di capire come sfruttare le doti del turco ma soprattutto di dargli la voglia di battersi fino allo stremo delle forze per la franchigia canadese.
    Queste le parole di Turkoglu ad un’emittente del suo Paese:

    • Le circostanze in cui mi son trovato mi hanno fatto perdere l’entusiasmo per il gioco e per la città. Sono 10 anni che gioco in NBA ed è la prima volta che il pubblico di casa mi contesta“.

    Poi ha proseguito:

    • Spero che si possa trovare una soluzione al più presto…!“.

    Lasciando intendere quale sia il suo desiderio e le sue reali intenzioni per la prossima stagione.
    Nella scorsa estate si pensava che gli Orlando Magic avessero fatto una stupidata a darlo via a Toronto e che i Raptors avessero fatto il colpaccio: ma niente di tutto ciò è successo, Turkoglu ha vissuto un’annata da comprimario in Canada (chiusa con 11.3 punti, 4.60 rimbalzi e 4.1 assist) i Magic hanno perso invece un punto di riferimento che l’acquisto di Vince Carter non è riuscito a colmare. Evidente il fatto che da ambo le parti ci sia stato un peggioramento della situazione. Magari se il matrimonio fosse continuato i Magic avrebbero ottenuto nuovamente una Finale NBA da giocare, e Turkoglu sarebbe stato il solito protagonista come nello scorso anno! Magari si potrebbe pensare ad uno scambio tra Raptors e Magic per riportare il turco in Florida e far tornare Carter, dopo tanti anni lontano dalla franchigia che lo lanciò nel basket che conta e al grande pubblico NBA, in Canada. Non sarebbe un’idea disprezzabile e forse sarebbe la migliore soluzione per tutti!

  • Basket, Serie A: Milano espugna Caserta

    Importantissimo successo dell’Armani Jeans Milano in gara 1 delle semifinali scudetto dei playoff del campionato italiano di Serie A di basket.
    Milano si prende infatti il vantaggio del fattore campo espugnando il parquet dei campani.

    Partita giocata punto a punto e sul filo dell’equilibrio almeno per 35 minuti. Poi le giocate degli ultimi 2 arrivi in casa dell’Armani Jeans ovvero Chris Monroe e Jamie Arnold hanno procurato il parziale decisivo per i milanesi che hanno così ottenuto la preziosissima vittoria che potrebbe spostare gli equilibri della serie.
    I padroni di casa hanno disputato una gara più che discreta, puniti solo dalla precisione milanese: Ebi Ere, 25 punti, ha fatto le veci di un Jumaine Jones indispettito dal duello con Mike Hall, l’ex Fabio Di Bella ha imperversato nell’area pitturata come anche l’altro ex Andrea Michelori.
    Per i vincitori del confronto ci sono 22 punti di Monroe (con uno spettacolare 5/6 dalla linea dei 3 punti) e 19 di Arnold protagonista di alcune giocate da altissimo coefficiente di difficoltà messe in serie una dopo l’altra. 90-80 il risultato finale con buona pace del numerosissimo pubblico presente accorso per sostenere i propri beniamini.
    Caserta ha tutte le armi per rendere il favore ai lombardi quando la serie si sposterà sul parquet dell’Armani Jeans, ma se vuole continuare a restare viva dovrà prima vincere gara 2 che disputerà sempre in casa. Andare in trasferta sotto per 2-0 vorrebbe dire essere quasi fuori dai giochi per la Finalissima che presumibilmente avrà la Montepaschi Siena come squadra da battere (che in gara 1 di semifinale ha strapazzato Cantù per 100-73).

    I risultati dei playoff di Serie A (gara 1):

    Montepaschi Siena – NGC Cantù 100-73
    Pepsi Caserta – Armani Jeans Milano 80-90

    Le serie dei quarti di finale dei playoff di Serie A:

    1)Montepaschi Siena – 4)NGC Cantù 1-0
    2)Pepsi Caserta – 3) Armani Jeans Milano 0-1

  • Ryan Victorio: ha 9 anni il nuovo fenomeno del basket

    In un piccola città dell’Arizona è riuscita a mettersi una piccola stella. Si chiama Ryan Victorio ha solo 9 anni ma sul parquet dimostra numeri degni di un veterano. I suoi video hanno fatto il giro del mondo e molti sono pronti a scommettere sul suo futuro in NBA

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  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Top 5 del 27 maggio 2010

    NBA top 5 del 27 maggio 2010.

    Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA IL VIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Highlights del 27 maggio 2010

    Ecco gli highlights della partita NBA disputata il 27 maggio, valida per le Finali di Conference dei playoff 2010.

    Guarda gli highlights:

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  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Artest manda i Lakers in paradiso

    Va ai Los Angeles Lakers Gara 5 delle Finali della Western Conference dei playoff NBA. Finisce 103-101 per i gialloviola allenati da Phil Jackson, ma all’inizio del terzo periodo i campioni in carica erano in vantaggio addiritura di 17 punti. La franchigia dell’Arizona non si dà per vinta e con i fondamentali punti della panchina riesce a rimontare e a pochi secondi dalla fine anche a pareggiare con una tripla di Jason Richardson. Partita che sembra essere destinata all’overtime, fin quando una magia del deludente Ron Artest (solo 4 punti per lui, 2 nel finale, quelli decisivi) regala un’incredibile vittoria alla sua squadra, avendo raccolto il tiro decisivo fuori bersaglio di Kobe Bryant e insaccando a meno di un secondo dalla sirena finale.
    Con questa vittoria L.A. torna a condurre nuovamente la serie sul 3-2, dopo una partita che li ha visti a tratti devastanti e a tratti inguardabili, sciupando il loro vantaggio tra il terzo e il quarto periodo. Sconfitta che brucia in casa Suns dopo la prova a dir poco notevole, in casa dei campioni. Non bastano i 29 punti e gli 11 assist di Steve Nash e il notevole apporto dalla panchina di Channing Frye (doppia doppia anche per lui, 14 punti e 10 rimbalzi). Per i Lakers in grande spolvero il solito Bryant con 30 punti e 11 rimbalzi, 9 assist e 4 stoppate, un galvanizzato Fisher autore di ben 22 punti, e la coppia Odom-Gasol (17 punti e 13 rimbalzi l’americano, 21 punti e 9 rimbalzi lo spagnolo).Gli uomini di Alvin Gentry si giocheranno il possibile riaggancio ai Lakers a Gara 6 in programma sabato notte a Phoenix. Per la franchigia della California doppio match-point in vista della finale NBA: in caso di sconfitta a Phoenix, Los Angeles si giocherà tutto a Gara 7 in casa allo Staples Center, con un occhio anche ad Est dove stanotte si gioca Gara 6 di Boston-Orlando, con i biancoverdi in vantaggio per 3-2 nella serie, ma avendo sciupato un vantaggio di 3-0. In attesa di una possibile rivincita per Kobe & compagni…

    Risultati NBA del 27 maggio 2010

    Los Angeles Lakers – Phoenix Suns 103-101
    –> Lak: Bryant 30, Fisher 22, Gasol 21 – Pho: Nash 29, Stoudemire 19, Frye 14

    LE SERIE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Magic-Celtics 2-3
    Lakers-Suns 3-2

  • NBA: Howard manda al tappeto Davis! Guarda il video

    Dwight Howard ancora protagonista nella Finale di Eastern Conference contro i Boston Celtics in cui già precedentemente aveva fatto parlare di sè per via del suo gioco alcune volte fin troppo energico.

    Se la prima vittima del mastodontico centro degli Orlando Magic era stata il capitano biancoverde Paul Pierce, ora a farne le spese sono stati Marquis Daniels e Glen Davis che hanno avuto il poco invidiabile piacere di trovarsi il gomito del giocatore della Florida stampato in viso!

    Se nel caso di Daniels gli effetti sono stati limitati, altrettanto non si può dire per la gomitata ricevuta da Davis che è crollato sul parquet ed ha avuto seri problemi di equilibrio ed orientamento, con il viso fortemente stralunato e visibilmente scosso nel rendersi poi conto di quello che gli era accaduto. Davis tra l’altro è un giocatore dal peso fisico notevole, non per niente è stato ribattezzato “Baby Shaq”, vista la somiglianza corporea con l’enorme centro ora ai Cleveland Cavaliers ovvero Shaquille O’Neal e che ha fatto la storia degll’NBA prima coi Lakers (3 titoli) e poi con gli Heat (1 titolo).

    Alcune voci lo danno addirittura in dubbio per gara 6, le sue condizioni saranno valutate dallo staff medico che daranno il responso definitivo in vista di venerdì dove i Celtics saranno chiamati a vincere per chiudere il discorso che ora sta prendendo una piega pericolosa dopo la seconda vittoria consecutiva dei Magic che tallonano Boston rimontata ora sul 3-2.

    Vi offriamo le immagini del terrificante impatto e della reazione di Davis completamente fuori equilibrio.

    GUARDA IL VIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Top 5 del 26 maggio 2010

    NBA top 5 del 26 maggio 2010.

    Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA IL VIDEO:

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