Categoria: Basket

  • NBA Top 10 del 29 ottobre 2010. Guarda le migliori giocate della notte

    NBA Top 10 del 29 ottobre 2010. Guarda le migliori giocate della notte

    NBA top 10 del 29 ottobre 2010.

    Tutto lo spettacolo del mondo NBA nelle migliori 10 giocate della notte.

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  • Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    A Miami, gli Heat fanno a pezzi i “cugini” dei Magic nel derby della Florida. Un secondo tempo orrendo di Orlando (solo 25 punti per Howard e compagni) permette a Wade (26 punti) di guidare la sua squadra verso la seconda vittoria consecutiva. Ancora sottotono James (solo 15 punti per lui), doppia doppia per Bosh ed Haslem (11 punti ed 11 rimbalzi per entrambi), per gli ospiti 19 punti di Howard costretto però poi ad uscire per limiti di falli.

    Stephen Jackson sbaglia il tiro da 3 per portare la partita in overtime e gli Indiana Pacers espugnano il parquet dei Bobcats. Granger super con 33 punti, Wallace ne piazza 29 ma non sono sufficienti per riuscire a vincere l’incontro

    I Nets vincono la seconda gara di fila, ma è Sacramento a buttare via l’incontro: avanti di 8 punti a 3 minuti dalla fine del match (97-89), l’attacco dei Kings si blocca, la difesa concede ai padroni di casa le giocate del contro-sorpasso, ad un minuto dalla fine Harris riporta avanti i Nets con un tiro da 3 (98-97). A quel punto la gara è segnata con la vittoria di Lopez e compagni.

    Atlanta espugna Philadelphia grazie ai 22 punti di Joe Johnson ed ai 20 di Horford (per lui anche 12 rimbalzi). Bene Josh Smith (12 punti, 9 rimbalzi), soprattutto in difesa con 6 stoppate e decisivo anche nell’altra metà campo visto che è lui a segnare la tripla che in pratica chiude il match a 45 secondi dalla fine. A Phila non bastano i 27 punti, 10 assist e 6 rimbalzi di Iguodala e i 20 punti di un redivivo Brand. Turner chiude con 0 punti la sua seconda gara in NBA.

    Gara da dimenticare per i Cleveland Cavaliers che vengono asfaltati in Canada dai Raptors di Bargnani (20 punti) e Kleiza (19 punti e 13 rimbalzi). Tanto lavoro aspetta la franchigia dell’Ohio, troppo altalenante nelle prestazioni.

    La tripla doppia di uno spettacolare Rajon Rondo (10 punti, 10 rimbalzi e ben 24 assist) guida i Boston Celtics alla sofferta vittoria sui Knicks. Importanti anche i 25 punti e 14 rimbalzi di Pierce ed i 24 punti e 10 rimbalzi di Garnett. Stoudemire brillantissimo per New York, con a referto anche 2 bombe da 3 per un totale di 27 punti, ma è mancato Gallinari (solo 2 punti, su tiro libero per giunta, in 12 minuti di gioco).

    un canestro di Jeff Green a 2 secondi dalla fine dà la vittoria ai giovani Thunder al “Palace” di Detroit. Villanueva con un tiro da 3 aveva portato avanti i Pistons, dopo un lungo inseguimento, a 5 secondi dalla fine. Ma la gran giocata di Green ha spezzato il sogno dei tifosi di “Mo-Town”. Super prestazione per Ben Gordon (32 punti) e Stuckey (24 punti, 9 assist, 5 rimbalzi), per i Thunder solito Durant (30 punti e 8 rimbalzi) oltre ai 21 di Green ed ai 17 (conditi da 11 assist e 6 rimbalzi) per Russell Westbrook.

    La coppia Beasley-Love comincia ad ingranare per i Wolves: 21 punti e 10 rimbalzi per il primo, 17 punti e 16 rimbalzi il secondo. Minnesota intravede spiragli di luce. Per i Bucks si salva solo Maggette (23 punti in 30 minuti). Pessimo 15% da 3 punti per Milwaukee che con queste percentuali perde la partita.

    Il solito Paul (18 punti) in accoppiata con West (17 punti) regala il successo agli Hornets di un Belinelli in ombra (solo 5 punti). Per denver Anthony piazza 24 punti ma è bene per i Nuggets cercare di risolvere la situazione contrattuale del numero 15.

    Una pasticciata rimessa di Jason Kidd regala il successo ai Memphis Grizzlies a Dallas. Anche senza Randolph ci pensano Mayo e Gay, 20 e 21 punti rispettivamente a guidare gli ospiti . Non bastano i 27punti del solito Nowitzki.

    Nel derby californiano tra Warriors e Clippers hanno la meglio i gialloblu di Oakland che piegano i losangelini grazie ai 24 punti di Dorell Wright. bene anche Ellis (15 punti ed 11 assist) e Lee (15 punti e 12 rimbalzi), Curry invece ne piazza 16. Per i Clippers 19 di Gordon e doppia doppia di Griffin con 14 punti e 10 rimbalzi. Golden State si candida come possibile sorpresa della nuova stagione, costruita una squadra equilibrata e compatta.

    Nella riedizione della finale di Western Conference dello scorso anno i lakers battono a domicilio i Suns, grazie ai 25 punti di Bryant ed alla straordinaria prestazione di Gasol da 21 punti, 8 rimbalzi e 9 assist. Odom in serata di grazia (18 punti +17 rimbalzi). A Phoenix non basta l’eterno Grant Hill (21 punti), sotto tono Nash (8 punti e 9 assist).

    Risultati NBA 29 ottobre 2010

    Miami Heat-Orlando Magic 96-70

    • Mia: Wade 26, James 15, Bosh 11, Haslem 11; Orl: Howard 19, Anderson 12, Nelson 10

    Charlotte Bobcats-Indiana Pacers 101-104

    • Cha: Wallace 29, Augustin 17, Diaw 13; Ind: Granger 33, Hibbert 13, Hansbrough 12

    New Jersey Nets-Sacramento Kings 106-100

    • N.J.: Lopez 29, Harris 21, Outlaw 18; Sac: Garcia 18, Evans 18, Udrih 14, Landry 14

    Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 101-104

    • Phi: Iguodala 27, Brand 20, Williams 16; Atl: Johnson 22, Horford 20, Jamal Crawford 19

    Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 101-81

    • Tor: Bargnani 20, Kleiza 19, Barbosa 13, Weems 13; Cle: Jamison 13, Parker 10, Gibson 9

    Boston Celtics-New York Knicks 105-101

    • Bos: Pierce 25, Garnett 24, Davis 16; N.Y.: Stoudemire 27, Chandler 19, Felton 17

    Detroit Pistons-Oklahoma City Thunder 104-105

    • Det: Gordon 32, Stuckey 24, Hamilton 14; Okl: Durant 30, Green 21, Westbrook 17

    Minnesota Timberwolves-Milwaukee Bucks 96-85

    • Min: Beasley 21, Love 17, Ridnour 13; Mil: Maggette 23, Jennings 14, Gooden 12

    New Orleans Hornets- Denver Nuggets 101-95

    • N.O.: Paul 18, West 17, Okafor 13; Den: Anthony 24, Billups 20, Smith 12

    Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 90-91

    • Dal: Nowitzki 27, Butler 18, Terry 13; Mem: Gay 21, Mayo 20, Arthur 14

    Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 109-91

    • G.S.: D. Wright 24, Curry 16, Ellis 15, Lee 15; Cli: Gordon 19, Griffin 14, Kaman 13

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 106-114

    • Pho: Hill 21, Lopez 18, Richardson 17; Lak: Bryant 25, Gasol 21, Odom 18

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  • Eurolega: Risultati e classifiche della seconda giornata

    Eurolega: Risultati e classifiche della seconda giornata

    Ecco tutti i risultati e le classifiche della seconda giornata di Eurolega, disputatasi nei giorni 27 e 28 ottobre 2010.

    RISULTATI

    Lietuvos Rytas-Montepaschi 75-79
    Efes Pilsen-Power Electronics 79-63
    Asseco Prokom-Caja Laboral 73-80
    Brose Baskets-Olympiacos 73-61
    Partizan-BC Khimki 72-68
    Cholet-Regal Barcelona 77-84
    Spirou Charleroi-Virtus Roma 55-64
    Cibona-Fenerbahce Ulker 68-73
    Real Madrid-Unicaja 68-56
    Panathinaikos-CSKA Moscow 74-60
    Maccabi Electra-Zalgiris 86-70
    A.J. Milano-Union Olimpija domani 72-76

    CLASSIFICHE

    GRUPPO A
    Caja Laboral 2-0
    Khimki 1-1
    Partizan 1-1
    Zalgiris 1-1
    Maccabi Electra 1-1
    Asseco Prokom 0-2

    GRUPPO B
    Virtus Roma 2-0
    Unicaja 1-1
    Olympiacos 1-1
    Brose Baskets 1-1
    Real Madrid 1-1
    Spirou Charleroi 0-2

    GRUPPO C
    Montepaschi Siena 2-0
    Regal FC Barcelona 2-0
    Fenerbahce Ulker 2-0
    Cibona Zagreb 0-2
    Cholet Basket 0-2
    Lietuvos Rytas 0-2

    GRUPPO D
    Union Olimpija 2-0
    Panathinaikos 2-0
    Armani Jeans Milano 1-1
    Efes Pilsen 1-1
    CSKA Moscow 0-2
    Power Elec. Valencia 0-2

  • Orlando spazza via Washington, colpo Suns in casa dei Jazz

    Orlando spazza via Washington, colpo Suns in casa dei Jazz

    Solo 2 le gare nella notte NBA.
    Amaro debutto per la prima scelta assoluta del Draft 2010, John Wall, che viene schiantato ad Orlando con i suoi Wizards: 29 i punti di scarto a fine partita con il punteggio che recita 83-112 per i padroni di casa. Wall apre la sua carriera NBA con una prova da 6/19 dal campo, per 14 punti complessivi e 9 assist. Nel nuovo impianto dell’Amway Center, i giocatori di coach Van Gundy nonostante un modesto 18/32 dalla lunetta (dovuto soprattutto ad Howard che mostra i soliti limiti nei liberi con un brutto 9/19), dominano a rimbalzo (53-25) e chiudono la gara sin dalle prime battute (24-7 dopo pochi minuti di gioco). Howard incide con la sua doppia doppia da 23 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate) in soli 29 minuti di impiego. Il quintetto di Orlando chiude con il 69% dal campo e per i Wizards il match è una sofferenza lunga 48 minuti. In assenza di Arenas, Cartier Martin è il top scorer a quota 17 mentre delude Blatche che non va oltre i 6 punti al referto in una squadra che chiude con il 37% dal campo.

    Dopo la sconfitta di ieri a Denver i Jazz incassano anche la prima sconfitta casalinga dai non irresistibili Phoenix Suns del dopo Stoudemire: Brutto avvio per gli uomini di Sloan che dopo una preseason perfetta con 2 vittorie sul parquet dei Lakers campioni in carica, si affacciavano al debutto stagionale con grande fiducia. Ed invece ci sono problemi da risolvere. Phoenix prende il largo a metà secondo quarto con la tripla di Turkoglu ed i canestri di Richardson (11 punti in 5minuti). Utah prova a riaprire la partita ma Warrick dà il successo ai Suns con un paio di giocate di alta scuola all’inizio del quarto periodo. Doppia doppia (18 puntie 11 rimbalzi) per il prodotto di Syracuse che insieme a Frye garantisce punti, presenza e impatto uscendo dalla panchina (almeno in questa partita). Nash si ferma a soli 5 assist ma garantisce alla causa 18 punti e 2 triple mentre sono 12 i rimbalzi catturati da un intramontabile Grant Hill. In casa Jazz, altra opaca prova di Deron Williams che sbaglia 9 dei 12 tiri presi (13 punti alla fine) mentre il trio Jefferson-Millsap-Kirilenko segna 58 dei 94 punti totali (20 per “Big Al”, 19 a testa per Millsap ed “A.K. 47”). Impatto della panchina praticamente nullo per la squadra di casa. Per Sloan c’è da tanto da lavorare.

    Risultati NBA del 28 ottobre 2010

    Orlando Magic-Washington Wizards 112-83

    • Orl: Howard 23, Carter 18, Nelson 16; Was: Martin 17, Wall 14, Hinrich 12

    Utah Jazz-Phoenix Suns 94-110

    • Uta: Jefferson 20, Millsap 19, Kirilenko 19; Pho: Nash 18, Warrick 18, Richardson 16

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  • Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Il dopo LeBron James parte nel migliore dei modi per Cleveland che supera di misura Boston, che solo 24 ore prima aveva dato una lezione di gioco all’ex numero 23 dei Cavs ed alla sua nuova squadra, gli Heat.
    Sugli scudi Hickson con 21 punti, Gibson con 16 e Sessions con 14. Per Boston si salva Rondo grazie ai 18 punti e 9 assist. Opache le prestazioni di Allen e Pierce.

    I Nets battezzano il Prudential Center, nuovo impianto di Newark, con una vittoria grazie al duo Harris-Lopez che mette insieme 47 punti. Morrow decisivo con la tripla del sorpasso a pochi secondi dal termine. Detroit parte ancora male sebbene abbia 7 giocatori in doppia cifra.

    Decisivo il terzo quarto con un parziale di 25-8 che spacca il match in 2 a favore di Miami che va su un comodo +25. Wade protagonista con 30 punti, James solo 16 (e 9 palle perse, peggio delle 8 di ieri a Boston). Buona la prova, per i Sixers, del rookie Turner.

    Dopo una preseason perfetta da 8-0 ecco che nel momento più importante i Grizzlies si sciolgono come neve al sole. Atlanta passa in trasferta grazie a percentuali altissime da campo e con un Joe Johnson super da 22 punti. favoloso Josh Smith in difesa con ben 5 stoppate.

    Senza Evans fermo per squalifica, i Sacramento Kings espugnano il Target Center di Minneapolis in un match molto gradevole e con il risultato in bilico per tutti i 48 minuti. Decidono la freddezza di Udrih ed i 2 canestri di Landry nel finale dell’ultimo quarto. 22 punti con 11 rimbalzi per l’ex Rockets coadiuvato da un promettente Cousins che chiude la sua prima in NBA con 14 punti, 8 rimbalzi e ben 5 assist. Solo 11 punti per Love mentre Ridnour prende il timone della squadra chiudendo con 20 punti e buone percentuali, ma sono cifre che non bastano ai T-Wolves.

    Un ottimo Marco Belinelli da 18 punti e 6 rimbalzi in 36 minuti di gioco aiuta gli Hornets a battere dei coriacei Bucks che nonostante 5 uomini in doppia cifra devono arrendersi a Paul (17 punti e 16 assist) e West (22 punti). Milwaukee resta a contatto per tutto il match e raggiunge il -1 con la quinta tripla di Delfino (19 pts) ma il tiro fallito da Gooden e la quarta palla persa di Salmons fanno alzare la bandiera bianca nonostante il 15+15 di Bogut.

    Il trio Durant-Westbrook-Green (79 punti sui 106 di squadra) spazza via i generosi Bulls di un mai domo Derrick Rose. Durant ne firma 30, Westbrook 28 e Green 21 ed i Thunder volano grazie ad un quarto quarto al limite della perfezione. Noah incredibile con 18 punti e 19 rimbalzi.

    Vittoria abbastanza semplice per i Dallas Mavericks, trascinati da un ottimo Nowitzki da 28 punti e 13 rimbalzi. Per Charlotte si salva Thomas autore di 22 punti.

    Popovich non sarà contento dei 109 punti subiti ma gli Spurs conquistano ugualmente la vittoria con una grande prestazione offensiva e con le 3 stelle in grande spolvero. 65 punti per il trio Parker-Ginobili-Duncan con il caraibico apparso un buonissime condizioni: 22 punti con soli due errori al tiro (10/12). Ginobili infila 5 delle 9 triple degli Spurs mentre Parker ai 20 punti aggiunge anche 9 assist. Bene anche Jefferson che apre il parziale di 18-5 che risulterà decisivo nell’ultimo quarto. Indiana tira meglio (53%) ma perde troppi palloni (23) nonostante la grande gara del duo Hibbert-Granger (20/36 dal campo per 54 punti, 28 per il centro, 26 per l’ala).

    Nella rivincita del primo turno degli scorsi playoff di Western Conference i Nuggets stritolano i Jazz grazie ai 23 punti di Anthony. Male Utah che delude e non va oltre il 38% dal campo con più palle perse (22) che assist (21). Solo 3/10 per Williams che chiude da top scorer dei Jazz con 17 punti. Invisibile in neo acquisto Jefferson.

    Non c’è più Don Nelson ma la sua pallacanestro rimane l’anima della Oracle Arena. Partita da 250 punti totali con i Warriors che trionfano sui Rockets per la prima volta dal dicembre 2007 mentre Houston perde la seconda volata nel giro di 24 ore. Fantastica la prestazione di Monta Ellis che piazza 46 punti con un incredibile 18/24 dal campo. Doppia doppia per Lee (17 punti +15 rimbalzi) e per un ottimo Curry da 25 punti ed 11 assist. Ai Rockets non bastano i 42 liberi segnati (17/17 per Martin) e la monumentale prova di Scola, autore di 36 punti e 16 rimbalzi.

    Dopo il successo sui Suns, Portland concede il bis e va a prendersi la vittoria allo Staples Center contro i Clippers. Fondamentale è il dominio sotto il canestro dei Blazers che catturano 21 rimbalzi offensivi (13 per la coppia Aldridge-Camby). Si conferma Batum (15 pts, 3/4 da 3) mentre Roy timbra una doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi. Clippers che segnano solo 17 punti negli ultimi 12 minuti nonostante il buon esordio di Griffin, autore di 20 punti e 14 rimbalzi. Male Kaman che sbaglia 14 dei 18 tiri presi.

    Toronto-New York: commento e tabellino

    Risultati NBA del 27 ottobre 2010

    Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87

    • Cle: Hickson 21, Gibson 16, Sessions 14; Bos: Rondo 18, Davis 14, Pierce 13

    New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98

    • N.J.: Lopez 25, Harris 22, Morrow 13; Det: Prince 14, Stuckey 14, Villanueva 14

    Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97

    • Phi: Turner 16, Williams 15, Young 15; Mia: Wade 30, Jones 20, James 16

    Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 104-119

    • Mem: Conley 23, Gay 21, Arthur 19; Atl: Johnson 22, Bibby 19, Pachulia 17

    Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117

    • Min: Ridnour 20, Beasley 17, Telfair 15; Sac: Garcia 22, Landry 22, Udrih 18

    New Orleans Hornets-Milwaukee Bucks 95-91

    • N.O.: West 22, Belinelli 18, Paul 17; Mil: Delfino 19, Maggette 16, Gooden 15, Bogut 15, Jennings 15

    Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95

    • Okl: Durant 30, Westbrook 28, Green 21; Chi: Rose 28, Noah 18, Gibson 16

    Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86

    • Dal: Nowitzki 28, Terry 22, Butler 13; Cha: Thomas 22, Wallace 16, Jackson 14

    San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109

    • S.A.: Duncan 23, Ginobili 22, Parker 20; Ind: Hibbert 28, Granger 26, Collison 19

    Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88

    • Den: Anthony 23, Afflalo 22, Billups 14; Uta: Williams 17, Millsap 15, Bell 12

    Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128

    • G.S.: Ellis 46, Curry 25, Lee 17; Hou: Scola 36, Martin 28, Hayes 16

    Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98

    • Cli: Gordon 22, Griffin 20, Butler 16; Por: Roy 22, Aldridge 19, Batum 15
  • Highlights Toronto Raptors – New York Knicks 98-93

    Highlights Toronto Raptors – New York Knicks 98-93

    Ecco gli highlights del match tra Toronto Raptors e New York Knicks, disputatosi ieri notte in Canada e che ha visto protagonisti i nostri connazionali Andrea Bargnani e Danilo Gallinari.
    Per la cronaca la partita è terminata 98-93 a favore dei Knicks grazie al duo Chandler-Stoudamire.

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  • NBA: New York sbanca Toronto ma Bargnani batte Gallinari

    NBA: New York sbanca Toronto ma Bargnani batte Gallinari

    Nell’esordio stagionale di Andrea Bargnani e Danilo Gallinari, messi l’uno di fronte all’altro nella prima partita di regular season NBA per un derby italiano attesissimo, sono i New York Knicks del numero 8 ad aggiudicarsi l’incontro. Il numero 7 dei Raptors, nonostante un migliore score a referto rispetto al collega, esce battuto per 98-93 ed incassa la prima sconfitta interna della nuova stagione.

    Eppure la partita era iniziata nel migliore dei modi per il “Mago” che nei primi minuti di gioco era riuscito a trascinare i suoi con 7 punti in fila (tutti quelli segnati dai canadesi in pratica) portando in testa i Raptors. Molto più freddo Gallinari che con un brutto 0/3 dal campo non riusciva a tenere testa all’amico e compagno di Nazionale.
    I Knicks, partiti un pò in sordina, sono riusciti a prendere il comando nel momento in cui si accendeva Stoudemire, e grazie anche ad una tripla di Gallinari chiudevano il primo quarto avanti per 29-22.
    Nel secondo quarto ancora un’ottimo momento per New York che riusciva a portarsi anche in vantaggio in doppia cifra, ma sul finire di quarto la reazione dei Raptors ricuciva lo strappo fino al provvisorio 51-47 che chiudeva il primo tempo del match.

    Secondo tempo più combattuto, molto più fisico e tirato, il terzo quarto iniziava bene per Gallinari che segnava 5 punti nei minuti iniziali, ma consapevoli della loro forza i Raptors arrivavano fino al -2 in chiusura di quarto (74-72).
    Ultimo periodo che ha un dominatore assoluto in Wilson Chandler. Uscito dalla panchina il talento dei Knicks ricacciava indietro Toronto che dopo soli 2 minuti di gioco passava a condurre per 77-76 con una tripla di Barbosa: Chandler con giocate stupefacenti rimetteva però le cose al posto giusto per gli arancioblu e la squadra della “Grande Mela” riprendeva le redini dell’incontro mettendo una distanza di sicurezza tra le 2 squdre. Fino ai minuti finali quando, tentando il tutto per tutto i Raptors si portavano fino al -3 ad 11 secondi dalla fine (96-93). Il gioco disegnato da Triano per il pareggio non trovava però successo e 2 liberi di Felton chiudevano l’incontro per il 98-93 finale.

    In conclusione si può dire che i Knicks rispetto allo scorso anno sono migliorati molto e chissà che non si stiano riservando qualche altro colpo nel mercato fino a Febbario. Squadra più compatta, determinata e finalmente con un progetto che ha delle linee guida. Mike D’Antoni potrà essere soddisfatto ed iniziare a lavorare molto più sereno e tranquillo. Stoudemire molto bene in questa prima uscita con 19 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate. Ci sono 9 palle perse per il numero 1 Knicks ma il tempo per limare questo dettaglio c’è tutto. Uomo partita però Wilson Chandler con 22 punti, 8 rimbalzi e 2 stoppate. Segno che anche lui si sente coinvolto nel progetto. Poi ci sono i 15 punti di Felton (a cui aggiunge 6 rimbalzi ed altrettanti assist) che ha messo in mostra una regia molto ordinata. Solo 12 punti per Gallinari, con 6 rimbalzi, apparso ancora un pò freddino (anche se reduce da un leggero infortunio).
    Cattive notizie invece per Toronto, che probabilmente quest’anno vivrà una fase di transizione in attesa di un futuro migliore. Guardando giocare la squadra si notano molte lacune, purtroppo la perdita di Bosh è grave, Bargnani fa quel che può ma se non diventa leader alla svelta non ci saranno speranze per i canadesi. Comunque in questo match Bargnani è stato il migliore dei suoi con 22 punti a referto (6 rimbalzi, ma in questa specialità il numero 7 deve fare di più chiudendo in doppia cifra), ben assistito da Jack con 16 punti e dai 13 a testa per Barbosa e Kleiza. A Toronto però urge trovare subito una soluzione in vista dei prossimi impegni.

    Risultato NBA 27 Ottobre 2010

    New York Knicks-Toronto Raptors 98-93

    • N.Y.: Chandler 22, Stoudemire 19, Felton 15; Tor: Bargnani 22, Jack 16, Kleiza, Barbosa 13
  • Eurolega: Cadono Olympiacos e Khimki, vola il Barcellona

    Eurolega: Cadono Olympiacos e Khimki, vola il Barcellona

    Negli altri risultati della seconda giornata di Eurolega (che si completerà domani con gli ultimi 5 incontri rimanenti, Milano in casa contro l’Olimija Lubiana) spiccano le sconfitte dell’Olympiacos contro il Brose Baskets e del Khimki contro il Partizan. Benissimo invece il Barcellona che supera senza troppe difficoltà lo Cholet. Ma andiamo con ordine.

    Tonfo dell’Olympiacos, i greci dopo aver battuto il Real Madrid nel primo turno si fanno beffare dai tedeschi del Brose Baskets per 73-61. mattatore dell’incontro Brian Roberts con 23 punti che ha letteralmente dominato l’incontro per i teutonici.

    Male anche il Khimki di Sergio Scariolo battuto per 72-68 a Belgrado dal Partizan. Ultimo quarto strepitoso per i padroni di casa, ai russi non bastano i soliti Langford (19 punti) e Planinic (16).

    Bene il Barça che grazie ai 19 punti di Lorbek, ai 16 di Ndong ed ai 15 di Navarro si impone contro il malcapitato Cholet. In ombra Rubio (1 solo punto per lui in 19 minuti di gioco).

    Nelle ultime 2 partite di giornata, l’Efes Pilsen batte il Valencia 79-63 grazie ai 20 punti di Igor Rakocevic, ai 19 di Thornton ed ai 16 di Tunceri, mentre il Caja Laboral espugna il parquet dell’Asseco Prokom: protagonisti Barac e Teletovic rispettivamente con 18 e 17 punti. Ai polacchi non bastano i 19 di Brown ed i 16 dell’ex Boston Celtics J.R. Giddens.

    Nella giornata di domani si completerà il secondo turno, occhi puntati su Milano che ospita l’Olimpija Lubiana e sul big match che sarà tra Panathinaikos e CSKA Mosca. Derby spagnolo per Ettore Messina ed il suo Real Madrid che se la vedranno contro l’Unicaja Malaga, chiudono il turno Maccabi contro Zalgiris e Cibona contro Fenerbahce.

    Risultati Eurolega seconda giornata

    Lietuvos Rytas-Montepaschi 75-79
    Efes Pilsen-Power Electronics 79-63
    Asseco Prokom-Caja Laboral 73-80
    Brose Baskets-Olympiacos 73-61
    Partizan-BC Khimki 72-68
    Cholet-Regal Barcelona 77-84
    Spirou Charleroi-Virtus Roma 55-64
    Cibona-Fenerbahce Ulker domani ore 18:30
    Real Madrid-Unicaja domani ore 20:45
    Panathinaikos-CSKA Moscow domani ore 20:45
    Maccabi Electra-Zalgiris domani ore 21:00
    A.J. Milano-Union Olimpija domani ore 21:00

    Classifiche Eurolega dopo la seconda giornata

    GRUPPO A
    Caja Laboral 2-0
    Khimki 1-1
    Partizan 1-1
    Zalgiris 1-0
    Maccabi Electra 0-1
    Asseco Prokom 0-2

    GRUPPO B
    Virtus Roma 2-0
    Unicaja 1-0
    Olympiacos 1-1
    Brose Baskets 1-1
    Real Madrid 0-1
    Spirou Charleroi 0-2

    GRUPPO C
    Montepaschi Siena 2-0
    Regal FC Barcelona 2-0
    Fenerbahce Ulker 1-0
    Cibona Zagreb 0-1
    Cholet Basket 0-2
    Lietuvos Rytas 0-2

    GRUPPO D
    Union Olimpija 1-0
    Panathinaikos 1-0
    Armani Jeans Milano 1-0
    Efes Pilsen 1-1
    CSKA Moscow 0-1
    Power Elec. Valencia 0-2

  • Eurolega: Siena vince a Vilnius, Roma super in Belgio

    Eurolega: Siena vince a Vilnius, Roma super in Belgio

    Una Montepaschi Siena dai 2 volti, quasi orribile nel primo tempo (soprattutto in difesa), concentrata e tonica invece nel secondo, supera in Lituania il Lietuvos Rytas per 79-75. Di positivo c’è il secondo tempo degli uomini di Pianigiani e aver preso altri 2 punti nel girone, molto utili per il prosieguo del torneo.
    Kaukenas parte in quintetto al fianco di Carraretto, ma i problemi della Montepaschi sono vicino a canestro, dove il Lietuvos comincia bene nel verniciato, trascinato dal sorprendente diciottenne Valanciunas, che mette a referto 9 dei primi 13 punti della sua squadra. Siena prova a resistere rifornendo un ispirato Rakovic, ma i problemi in mezzo all’area vengono evidenziati anche da Bajramovic, che lancia i lituani sul 21-15 al primo intervallo.
    Nel secondo quarto il Lietuvos tocca anche il +10 in avvio (25-15), ma Siena ricuce lo starppo con Kaukenas e una tripla di Lavrinovic. I lituani provano di nuovo l’allungo sfruttando le troppe palle perse della Montepaschi, ma nel momento di maggior difficoltà, la squadra di Pianigiani reagisce con un paio di triple di Ress e Aradori, fondamentali per fissare l’equilibrio all’intervallo lungo (39-39). Siena resta aggrappata con le buone percentuali da oltre l’arco (5/9), ma è sotto a rimbalzo (20-13). Il Lietuvos è al contrario della squadra italiana incontenibile in area (16/25), ma, stranamente, non riesce ad essere incisivo dall’arco (0/6) (e Siena ringrazia altrimenti sarebbero stati dolori).

    In avvio di ripresa il primo sorpasso biancoverde con Rakovic in campo aperto: il centro vive 5 minuti di fuoco, ma spende poi uno sciocco quarto fallo che lo toglie anzitempo dalla partita. Allora si mette al lavoro Kaukenas: Rimantas “spara” per 3 volte dal perimetro firmando 3 sorpassi senesi in serie, e serve poi l’assist per Zisis per il +4 (56-60).
    Intanto il Lietuvos si sblocca dall’arco con Bjelica in avvio di quarto periodo, ma vive poi un attimo di confusione, frenato dall’ottima difesa senese, finalmente rocciosa anche nel verniciato: la Montepaschi costruisce così un parziale di 6-0. Bajramovic ed El-Amin riportano sotto i padroni di casa, ma McCalebb, con un recupero e canestro in campo aperto e un assist in pick’n’roll con Lavrinovic, scrive il nuovo +4 (71-75) a 24 secondi dalla fine. El-Amin sbaglia il tiro successivo del Lietuvos, ma Lavrinovic compie un mezzo pasticcio con uno 0/2 dalla lunetta che permette a Gecevicius di piazzare la tripla dall’arco a 10secondi dalla sirena (74-75). Siena tiene però i nervi saldi e lancia McCalebb in campo aperto su rimessa per il nuovo +3 (74-77). El-Amin fa 1/2 ai liberi su fallo sistematico e tattico della Montepaschi, Moss conquista il rimbalzo difensivo e, con mano freddissima, chiude definitivamente dalla lunetta.

    LIETUVOS RYTAS-MONTEPASCHI SIENA

    Lietuvos Rytas: Babrauskas 0, Siksnius 4, Milosevic 6, Bjelica 18, Gecevicius 5, Valanciunas 11, Newley 4, Jomantas 2, El-Amin 11, Bajramovic 14. N.e.: Buterlevicius, Nalga. All.: Trifunovic.
    Montepaschi Siena: McCalebb 14, Zisis 2, Carraretto 0, Rakovic 10, Lavrinovic 13, Kaukenas 16, Ress 6, Michelori 0, Stonerook 5, Aradori 3, Moss 10. N.e.: Ingrosso. All.: Pianigiani.

    La Lottomatica Roma espugna il campo dello Spirou Charleroi per 55-64 e dimentica il KO di domenica a Pesaro. La vittoria allo “Spiroudome” si concretizza soltanto negli ultimi minuti di una partita che i campioni del Belgio iniziano fortissimo e benissimo: le bombe di Mallet spediscono rapidamente Roma a -8, ma Boniciolli indovina le mosse che scongiurano il crollo e sulle spalle di Washington, migliore realizzatore della serata con 20 punti, la Virtus pian piano risale la china.
    L’aggressività dei capitolini mette a nudo i limiti dei padroni di casa, bravi ad approfittare degli omaggi avversari, ma incapaci di trovare un minimo di fluidità contro la difesa schierata: al termine lo Charleroi avrà tentato 23 triple, di cui solo 5 a bersaglio, e appena 8 tiri liberi, contro i 17 di Roma, che vince anche la battaglia a rimbalzo.

    Roma male anche nelle palle perse collezionate soprattutto nei primi 2 periodi che negano alla Lottomatica la fuga. I 7 punti segnati da Crosariol nel secondo parziale sono sufficienti per tenere la partita in equilibrio. A spezzarlo ci prova il talento di Dasic, un paio di lampi in apertura di ripresa e poco altro poi, ma la svolta della serata si ha con l’impatto garantito dal redivivo Heytvelt e da un Vitali nuovamente lucido e brillante. Il resto lo fanno Washington, che a lungo ha avuto a referto più di un terzo dei punti capitolini, e Andrea Crosariol, semplicemente devastante nel parziale di 8-0 che spegne le velleità della squadra belga. L’ex Air Avellino chiude con 16 punti e 8 rimbalzi e Roma si impone 64-55.

    SPIROU CHARLEROI-LOTTOMATICA ROMA 55-64

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  • NBA 10/11: Analisi Northwest Division

    NBA 10/11: Analisi Northwest Division

    Nella nostra analisi alla scoperta delle 30 franchigie della NBA, l’ultima Division da esaminare è la Northwest. Anche questa sembra una divisione equilibrata, se escludiamo i Minnesota Timberwolves che sono destinati a fare da comparsa ma possono trovare anche motivi per sorridere visto che i tanti giovani messi a roster un giorno potranno riportare i “Lupi” nel giro del basket che conta. A dividersi lo scettro restano in 4: Oklahoma City Thunder, Utah Jazz, Denver Nuggets, Portland Trail Blazers. Per logica, dopo lo stupendo campionato passato, chiuso con il traguardo delle 50 vittorie, e visto che dati alla mano è la squadra più giovane (e forse talentuosa, assieme agli Heat) della NBA, diamo per favoriti i Thunder. Gli aggettivi per questa squadra si sprecano: oltre al talento si abbina un atletismo fuori dal comune, la corsa è il punto forte di questa squadra che, se non si è preparati fisicamente, rischia di mandare negli spogliatoi gli avversari, “con la lingua di fuori” ogni partita. Ad un gruppo già forte, costruito a furia di scelte alte al Draft sono stati aggiunti 2 ottimi tiratori da 3 (Cook da Miami, vincitore anche della gara del tiro da 3 punti all’All Star Game 2009, e Peterson da New Orleans) ed un centro di grande prospettiva come Cole Aldrich (arrivato dal draft via Hornets come 11esima scelta assoluta). Potenzialmente sarebbero secondi dietro ai soli Lakers ad Ovest ma occhio alla gioventù che in questi casi rischia di essere un’arma a doppio taglio per via della poca esperienza quando arriveranno i momenti decisivi. Subito dietro sarà lotta durissima tra Nuggets (che saranno competitivi se resterà Anthony, altrimenti saranno dolori in Colorado), Blazers (che devono valutare il rientro dopo l’ennesimo infortunio di Greg Oden) e i Jazz, rimasti molto competitivi nonostante la perdita di un talento come Boozer andato ai Bulls. Sarà importante ridurre al minimo gli errori in una divisione così equilibrata, per prevalere non bisogna lasciarsi andare a distrazioni.

    DENVER NUGGETS: I Nuggets sono la squadra più difficile da capire in questo momento. E gran parte del merito è dovuto al fatto della situazione instabile di Carmelo Anthony: se il numero 15 resterà (e deve farlo volentieri) Denver potrà ambire a raggiungere la finale di Western Conference, perchè le potenzialità della squadra sono ottime. Se vorrà andare via, o peggio ancora giocherà controvoglia, la situazione in Colorado precipiterà drasticamente. A nulla varrà avere un quintetto discreto se la punta di diamante andrà verso altri lidi: anche se Billups resta un solido play, Afflalo un’ottima guardia, Martin un top player tra le ali grandi e Nenè un bravo centro, senza Anthony la squadra perde molto in termini di punti, talento e pericolosità. Non servirebbe neanche usare il neo acquisto Al Harrington, nè puntare sul talento (peraltro discontinuo) di J.R. Smith per ovviare ad una eventuale partenza. Se il roster resterà questo, Denver, sotto la guida di un tecnico bravo e preparato come George Karl potrà andare lontano. I playoff sono il traguardo minimo, coltivando il sogno del ritorno alle finali di Conference. Altrimenti si prospettano tempi duri. I tifosi sperano almeno che, se proprio ci si deve privare della “Stella”, la cessione venga monetizzata al massimo, solo così si potrebbe sperare in un futuro un pò meno buio.

    Arrivi: Shelden Williams, Al Harrington.
    Partenze: Johan Petro, Malik Allen.
    Scelte al Draft: nessuna
    Probabile quintetto base Playmaker:
    Chancey Billups
    Shooting Guard: Arron Afflalo
    Small Forward: Carmelo Anthony
    Power Forward: Al Harrington (in attesa del rientro di Martin)
    Center: Nenè

    ROSTER

    Guardie: Chauncey Billups, Anthony Carter, Ty Lawson, Arron Afflalo, J.R. Smith
    Ali: Al Harrington, Chris Andersen, Carmelo Anthony, Renaldo Balkman, Kenyon Martin, Shelden Williams, Gary Forbes Centri: Nenè, Melvin Ely
    Head Coach: George Karl

    MINNESOTA TIMBERWOLVES: In poco più di un anno il nuovo G.M. Kahn ha letteralmente cambiato volto ai giovani T-Wolves. Ma questa trasformazione, anche se in pochi riescono a comprenderne le scelte e le valutazioni, potrebbe ben presto portare ad un futuro migliore a Minneapolis: tanti giovani e tanti volti nuovi che vogliono rifarsi dopo un inizio di carriera non facile in NBA. Oggi Minnesota dovrebbe scendere in campo con le stesse guardie dello scorso anno, Flynn e Brewer, anche se all’inizio ci sarà Ridnour visto che Flynn è alle prese con un infortunio. I 2 lunghi dovrebbero essere Love e Beasley anche se Milicic è sempre insidioso alle loro spalle. Soprattutto l’ex Miami Heat, fatto fuori dalla dirigenza della Florida, vuole dimostrare che non ha nulla da invidiare al ben più noto Bosh che ne ha preso il ruolo ed il posto in squadra in quel di South Beach. Il ruolo di ala piccola è il rebus più complicato dato che Wesley Johnson, rookie dalle potenzialità illimitate (scelto con il numero 4) dovrebbe partire titolare, ma, dopo la buona preseason disputata, Martell Webster potrebbe mettere in difficoltà coach Rambis. Anche se la perdita di Al Jefferson pesa (ma il giocatore aveva ormai finito i giorni in Minnesota) tuttavia ci sono buoni motivi per essere moderatamente ottimisti: questo sarà un anno agonistico di valutazione per la dirigenza che potrà visionare tanti giovani e decidere su chi puntare per un buon progetto futuro e chi sacrificare perchè non idoneo alle idee di squadra. Certamente “Minnie” passerà ancora per il Draft il prossimo anno, quindi niente post season, ma è incoraggiante che dopo tanto tempo (circa 4 anni ormai) si intraveda un progetto tecnico per far uscire i Wolves dall’anonimato. In attesa di vedere se Rubio, quando lascerà Barcellona, giocherà a Minneapolis oppure vorrà essere ceduto altrove. Per ora l’obiettivo minimo è di migliorare il pessimo record dello scorso anno (e su questo non ci vorrà molto, almeno così si spera).

    Arrivi: Luke Ridnour (Milwaukee Bucks), Michael Beasley (Miami Heat), Kosta Koufos (Utah Jazz), Nikola Pekovic (Panathinaikos), Anthony Tolliver (Golden State Warriors), Martell Webster (Portland Trail Blazers), Sebastian Telfair (Cleveland Cavs)
    Partenze: Ryan Gomes (Clippers), Ramos Session e Ryan Hollins (Cavs), Al Jefferson (Utah Jazz)
    Scelte al draft: Wesley Johnson (pick n.4), Lazard Hayward (pick n.30)
    Probabile quintetto base
    Playmaker: Jonny Flynn
    Shooting Guard: Corey Brewer
    Small Forward: Wes Johnson
    Power Forward: Michael Beasley
    Center: Kevin Love

    ROSTER

    Guardie: Wayne Ellington, Jonny Flynn, Luke Ridnour, Sebastian Telfair, Martell Webster, Maurice Ager
    Ali: Michael Beasley, Corey Brewer, Lazar Hayward, Wesley Johnson, Anthony Tolliver,
    Centri: Kosta Koufos, Kevin Love, Darko Milicic, Nikola Pekovic
    HEAD COACH: Kurt Rambis

    PORTLAND TRAIL BLAZERS: Sono ormai 4 anni che i Blazers sono ritenuti la squadra con il miglior progetto tecnico dell’intera NBA. O meglio lo erano, perchè a partire dalla seconda metà della scorsa stagione, di questo “titolo” (che lascia il tempo che trova ma che alcune volte è utile nell’indicare i futuri dominatori di uno sport di squadra) si sono appropriati di prepotenza i Thunder. I Blazers quindi partono un pò con i fari spenti quest’anno ed hanno da chiedere al campionato che li attende solo ed esclusivamente una cosa: che gli infortuni (tremendamente lunga la lista dei giocatori non disponibili in questi ultimi 2-3 anni) li lascino finalmente in pace. Se ciò avvera i Blazers potranno sicuramente dire la loro visto che la scorsa annata, senza l’apporto di giocatori fondamentali in vari ruoli (Oden, per buona parte di tempo Roy), sono riusciti lo stesso a portare a casa ben 50 vittorie, solo 7 in meno rispetto ai Lakers che hanno avuto il miglior record della Western Conference. Proprio da Oden si deve ripartire: il centrone dalle potenzialità illlimitate ha disputato solo 82 partite sulle 246 disponibili da quando nel Draft del 2007 è stato chiamato dalla franchigia dell’Oregon con il numero 1 assoluto (sacrificando quindi un fenomeno come Kevin Durant chiamato con la scelta numero 2 dai Seattle Sonics). In pratica ha disputato un solo anno intero sui 3 disponibili, gli infortuni lo hanno tormentato fin dall’inizio (basti pensare che il primo anno, quello da rookie, è stato saltato completamente per un’operazione di microchirurgia al ginocchio). Anche lo scorso anno Oden ad un certo punto ha dovuto arrendersi nel momento in cui per prendere un rimblazo si è fratturato la rotula. Il ritorno in campo non dovrebbe tardare ad arrivare ed in Oregon sperano che questa serie incredibile di infortuni e (sfortune) sia arrivata al capolinea, lasciando dimostrare a Greg che gli analisti che per impatto lo paragonavano al giovane Shaq O’Neal avevano pienamente ragione. In effetti vedendo giocare (per quel poco che si è potuto vedere tra l’altro) Oden, si ha questa impressione, le potenzialità per essere il miglior centro della Lega ci sono tutte (è una forza della natura, con una potenza vista poche volte) e diventare il vero erde di o’Neal potrebbe anche non essere un’eresia. Bisognerà vedere il suo recupero sui parquet. Intanto il numero 52 in allenamento sta dando buoni segnali. Giocatori fondamentali per il progetto sono sicuramente Roy come guardia titolare (di cui tutti conosciamo le capacità cestistiche) e LaMarcus Aldridge in ala grande chiamato ad esplodere definitivamente quest’anno, poi Miller come play e Batum in ala piccola (giocatore molto sottovalutato ma vero “steal of the Draft” da parte di Kevin Pritchard quando lo scelse). A dare una mano è arrivato Wes Matthews da Utah, mentre Fernandez spinge per andare via. Babbitt, preso al Draft tramite Minnesota, potrebbe rappresentare il vero punto di svolta tra i tiratori. Camby darà il solito apporto di sostanza sotto il canestro. Peccato per il giovane Pendergraph, ala grande con ottime prospettive, fuori per tutta la stagione (ma non c’è da meravigliarsi visto che si parla dei Blazers) prima ancora di iniziare a giocare. A proposito di Pritchard, 2 parole sull’ex manager che ha costruito questi Blazers: forse silurato con troppa fretta in Estate, dopo il Draft, è ancora nel cuore dei tifosi, visto che i supporters rossoneri imputano la mancanza di vittorie al proprietario Paul Allen. L’obiettivo è puntare sempre più in alto, quindi un miglioramento delle 50 vittorie pare auspicabile per Portland. Sperando nell’integrità fisica, poi, ogni traguardo pare raggiungibile.

    Arrivi: Wes Matthews (Utah Jazz)
    Partenze: Jerryd Bayless (New Orleans Hornets) Martell Webster (Minnesota Timberwolves) Juwan Howard (Miami Heat), Ryan Gomes (Clippers)
    Scelte al Draft: Luke Babbitt (pick 16, da Nevada University via Minnesota Timberwolves), Elliot Williams (undrafted, da Mmphis University), Armon Johnson (undrafted, da Nevada University) Probabile quintetto base
    PG- Andre Miller
    SG- Brandon Roy
    SF- Nicholas Batum
    PF- LaMarcus Aldridge
    C- Greg Oden

    ROSTER

    Guardie: Andre Miller, Brandon Roy, Armon Johnson, Patty Mills, Elliot Williams, Wes Matthews, Rudy Fernandez.
    Ali: Nicholas Batum, LaMarcus Aldridge, Dante Cunningham, Luke Babbitt.
    Centri: Marcus Camby, Greg Oden, Joel Przybilla, Fabricio Oberto/Jeff Pendergraph.
    Head Coach: Nate McMillan

    OKLAHOMA CITY THUNDER: La vera squadra del futuro visto che è la più giovane in NBA. I Thunder sembrano essere la squadra che nei prossimi 10 anni potrebbe rendere la vita impossibile a tutti. Secondo molti analisti già quest’anno i Thunder potrebbero essere una contender per il titolo, ad Ovest la seconda piazza dietro i Lakers potrebbe essere un obiettivo facilmente raggiungibile se la crescita dei tanti giovani del roster non subirà rallentamenti. La squadra inoltre sembra molto profonda anche in panchina e se già lo scorso anno, dopo 50 vittorie in stagione, nel primo turno playoff i Los Angeles Lakers hanno avuto parecchie difficoltà nel portare a casa la serie contro OKC, quest’anno ci si aspetta un ulteriore miglioramento (sensazionale gara 4 in cui i Lakers sono stati annientati sotto 21 punti di scarto). Scott Brooks è stato incoronato allenatore dell’anno nella passata stagione, grazie soprattutto al netto miglioramento del numero di vittorie, tuttavia deve ancora dimostrare di saper condurre questi Thunder verso traguardi sempre più ambiziosi.
    Da parte sua Brooks è bravo a lavorare coi giovani, ha una solida base di buoni giocatori, una superstella in continua ascesa, ma attualmente non ha ancora il carisma di altri suoi colleghi. Può solo migliorare e diventare uno degli allenatori più preparati del panorama NBA. Chi è già, invece tra i migliori in NBA è il G.M. Sam Presti, un 35 enne in continua ascesa che ha costruito pezzo per pezzo questi Thunder e che è corteggiato dai Top-Team della Lega. Assieme a Durant il pezzo forte di questa franchigia. Analizzando il roster non si può non parlare di Kevin Durant: a Portland si stanno mangiando le mani per non averlo scelto al posto di Oden, a Seattle la situazione è ancora peggio visto che solo ora si stanno rendendo conto di cosa avevano realmente ottenuto al Draft del 2007. Gli analisti di Espn prevedono che Durant sarà la stella più splendente della seconda decade del ventunesimo secolo. Il destino dei Thunder è nelle mani di Durant, capace di diventare il più giovane capocannoniere della NBA a 21 anni e dopo solo 3 stagioni nella Lega. Durant è il prototipo di giocatore moderno: un condensato di tecnica, forza ed agilità con enormi margini di miglioramento negli anni. Trova il canestro avversario con una facilità disarmante, sta iniziando ad avere una buona propensione a rimbalzo che lo potrebbe portare a chiudere ogni match in doppia doppia. L’attitudine difensiva cresce di partita in partita. E quando comincerà a coinvolgere maggiormente i compagni nel gioco, il rischio è che si assista ad un egemonia, sua e della sua squadra (almeno ad Ovest, ma il rischio è per tutta la Lega). Votato a Settembre come MVP dei Mondiali in Turchia, Durant ha dimostrato di essere, a soli 22 anni (compiuti da poco) anche un leader, capace di condurre la squadra ed i compagni al successo. E queste sono doti che serviranno nel futuro luminoso del numero 35. E tutto ciò è dovuto alla testa del ragazzo che non va mai fuori dalle righe, crede fermamente nell’amicizia dei suoi compagni di squadra (che lo adorano) e mostra una maturità fuori dal comune (leggere gli infiniti ringraziamenti a familiari, amici e compagni di squadra ogni qualvolta ottiene qualche riconoscimento importante, ultimamente ha voluto condividere la copertina di Sport Illustrated con Sefolosha e Krstic, imponendolo alla famosissima rivista sportiva). Questo è ciò che piace, del ragazzo, alla gente: la sua riconoscenza, il suo modo di fare, ed è inevitabile che per tutte queste cose sia messo in contrapposizione al “nuovo nemico pubblico” LeBron James, divenuto molto impopolare negli States dopo la decisione di abbandonare i Cavaliers. Non ci stupiremmo se tra qualche anno il nuovo numero 1 della NBA diventasse lui, intanto in molti lo danno come il probabile MVP della stagione regolare. Vedremo cosa sarà capace di fare il numero 35.
    Accanto a lui un altro talento in piena esplosione, Russell Westbrook: autore di una maiuscola stagione da sophomore, Westbrook è un atleta incredibile nel suo ruolo; sempre presente in campo nella passata stagione, dove ha migliorato il suo rendimento sia in termini di punti che (soprattutto) di assist. Il playmaker è al pari di Durant un rebus per i pari ruolo avversari, vuoi per la tecnica vuoi per il fisico che gli consente di dominare gran parte dei pari ruolo avversari su ambo i lati del campo vista la sua più che discreta capacità di difendere. Bisogna migliorare nel tiro da 3 ma le prospettive per farlo sono ottime, a quel punto nulla sarebbe vietato al numero 0.
    A completare il trio c’è Jeff Green, ala grande atipica con un ottimo tiro da 3, scelto nello stesso Draft di Durant. Nella pasata stagione il limite di Green sono stai i centimetri ed i muscoli concessi ai pari ruolo più alti e grossi (vedi Gasol), ma quest’anno, in preseason, il numero 22 sembra aver messo su qualche chilo utile per contrastare gli avversari. Proprio per questo la dirigenza aveva pensato ad una trade per scambiarlo con un’ala grande più adatta a questo tipo di gioco ma ora sembra che Green si sia preso il posto di titolare inamovibile. Completano il quintetto Harden, sophomore che quest’anno dovrebbe prendere il posto da titolare in guardia visto il netto miglioramento nei tiri da 3 punti e nell’ottenere falli dagli avversari in penetrazione, e Krstic come centro, che però dovrà guardarsi dal rookie Aldrich che scalpita alle sue spalle, che oltre ad una innata propensione al rimbalzo, alla stoppata ed alla difesa nel pitturato, crescendo di partita in partita potrebbe creare problemi agli avversari anche in attacco viste le mani molto educate e tecniche e visto che la stazza non è da sottovalutare. Un combattente nato, sicuramente il miglior centro uscito dal Draft insieme a Cousins. Dalla panchina saranno fondamentali la difesa di Sefolosha che farà rifiatare Harden, Eric Maynor, anche lui sophomore, che già lo scorso anno è stato un ottimo cambio per Westbrook (nonostante la giovane età ha innate capacità di controllo della partita), Serge Ibaka, congolese tutto muscoli ed atletismo che darà qualche minuto di riposo a Green, ed i tiri da 3 del veterano Peterson ed del talentino Cook (arrivato, per niente, da Miami, già vincitore della gara da 3 punti dell’All-Star Game 2009). Insomma non solo i titolari ma anche i cambi sembrano ottimi per questa squadra.
    A Seattle ancora le autorità si stanno disperando per aver lasciato andare via nel Luglio 2008 una squadra del genere, che avrebbe portato notorietà e vantaggi economici anche in città (cosa che sta avvenendo ad Oklahoma City). Dispiace per i tifosi dei Sonics che ancora hanno nostalgia dei bei tempi che furono e delle partite alla Key Arena.
    Sul sito ufficiale della NBA per quanto riguarda i Thunder, gli esperti hanno messo una piccola dicitura: “Ready to take flight” ovvero “Pronti a spiccare il volo”. Semplicemente niente di più esatto!

    Arrivi: Royal Ivey (Bucks), Daequan Cook (Heat), Morris Peterson (Hornets).
    Partenze: Mustafa Shakur (Hornets), Ethan Thomas (Hawks), Kyle Weaver (tagliato),Kevin Ollie (fine carriera)
    Scelte al draft: Cole Aldrich (pick 11, da Kansas University via New Orleans Hornets), Tibor Pleiss (Germany), Ryan Reid (pick 57, da Florida State), Latavious Williams (pick 48, da Tulsa 66ers, DNBL)
    Probabile quintetto base
    Playmaker: Russel Westbrook
    Shooting Guard: James Harden
    Small Forward: Kevin Durant
    Power Forward: Jeff Green
    Center: Nenad Krstic (o Cole Aldrich)

    ROSTER

    Guardie: Daequan Cook, James Harden, Royal Ivey, Moris Peterson, Thabo Sefolosha, Russel Westbrook, Eric Maynor.
    Ali: Kevin Durant, Jeff Green, Serge Ibaka, DJ White, Nick Collison.
    Centri: Cole Aldrich, Nenad Krstic, Byron Mullens.
    HEAD COACH: Scott Brooks

    UTAH JAZZ: A prima vista i Jazz potrebbero sembrare indeboliti rispetto allo scorso anno. Ma chi pensa ciò sbaglia ed anche di grosso. Anche dando un’occhiata all’ottima preseason, dove Utah è stata la migliore squadra assieme a Magic e Grizzlies (8-0 il record, battendo per ben 2 volte i bicampioni dei Los Angeles Lakers a domicilio) non si può non vedere che la partenza di Boozer è stata ampiamente coperta con l’acquisizione di Al Jefferson che in termini di talento non ha nulla da invidiare all’illustre predecessore. Il colpo è stato accolto con grande entusiasmo da tifosi e critica, che hanno salutato Big Al come l’erede designato di Malone e “Booz”. Anche dal punto di vista economico, numerosi sono stati i vantaggi ottenuti, poiché il contratto dell’ex T-Wolves è più corto e meno oneroso di quello firmato dall’uomo dell’Alaska con i Chicago Bulls. Inoltre il talento del neo arrivato Gordon Hayward, stella di Butler University, compensa la perdita di un onesto tiratore da 3 punti come Korver, ed anche se Hayward in preseason non ha brillato nel tiro dalla lunga distanza pare un tiratore di gran lunga migliore rispetto a Korver. Il G.M. O’Connor ha poi firmato Raja Bell, soffiandolo ai Lakers e 2 comprimari di lusso come Earl Watson e Francisco Elson per rinforzare la squadra in ogni reparto. Per quanto riguarda Bell il suo è un ritorno nella squadra che lo aveva definitivamente lanciato all’inizio della sua carriera nella Lega, quindi conosce già in parte i principi del sistema; inoltre è un ottimo difensore sugli esterni, il che permetterà a Kirilenko di liberarsi dalle numerose incombenze difensive ed essere decisivo come sa in aiuto e con qualche energia in più da spendere in attacco. Discreto tiratore dall’arco, risulterà un ottimo innesto a condizione che riesca a guarire definitivamente dall’infortunio che lo a colpito nell’ultima stagione. Ovviamente le fortune della squadra passeranno dalle mani del suo playmaker, ormai entrato di diritto nell’olimpo dei giocatori di prima fascia NBA, quel Deron Williams che tanti invidiano ai Jazz: lo scorso anno, il numero 8 ha mostrato durante il primo turno di playoff un arsenale a dir poco illimitato di soluzioni offensive, trascinando la squadra praticamente da solo alla sfida contro i Lakers. Al secondo turno ha sofferto decisamente la fisicità in aerea dei lunghi di Los Angeles, ma con le assenze di AK47 e Okur la squadra non avrebbe comunque potuto fare di meglio. Il ritorno dei 2 europei in squadra sarà la chiave di volta della prossima stagione: tutti e 2 arrivano da un’annata decisamente deludente e vogliono riscattarsi: il russo è all’ultimo anno del suo faraonico contratto ed il turco non vuole perdere il suo posto in quintetto a favore del rampante Millsap, ipotesi non del tutto remota ed attuabile anche in alcuni momenti della partita nei quali si volesse giocare Small-Ball. Ipotizzabile un quintetto con Williams, Miles, Kirilenko, Jefferson ed Okur,ma le soluzioni in panchina per Sloan abbondano: Millsap in primis, Bell, Watson e lo scalpitante rookie Hayward. Sloan nella sua oltre ventennale esperienza in quel di Salt Lake City può dirsi sicuramente soddisfatto. Con la sua grande esperienza potrà condurre i Jazz ad una stagione da protagonisti. Le previsioni per questa stagione sono molto simili a quelle del passato recente: sicuramente Williams e compagni hanno assicurato un ruolo importante nei prossimi playoff, ipotizzabile l’arrivo tra le prime 5 ad Ovest visto che i primi 2 posti sembrano assegnati Lakers ed Oklahoma City. Da quel momento in poi, si dovrà lottare, forse anche contro ed oltre le proprie possibilità, per riuscire ad arrivare il più lontano possibile.

    Arrivi: Al Jefferson (da Minnesota Timberwolves), Raja Bell (F.A.), Francisco Elson (F.A.), Earl Watson (da Indiana Pacers)
    Partenze: Carlos Boozer, Kyle Korver (ai Chicago Bulls), Wesley Matthews (ai Portland Trail Blazers), Kosta Koufos (ai Minnesota Timberwolves)
    Scelte al draft: Gordon Hayward (pick 9 da Butler)
    Probabile quintetto base
    Playmaker: Deron Williams
    Guardia: C.J. Miles
    Ala Piccola: Andrei Kirilenko
    Ala Grande: Al Jefferson
    Centro: Mehmet Okur

    ROSTER

    Guardie: Raja Bell, Deron Williams, Ronnie Price, Earl Watson,
    Ali: Jeremy Evans, Gordon Hayward, Al Jefferson, Andrei Kirilenko, C.J. Miles, Paul Millsap,
    Centri: Francisco Elson, Mehmet Okur, Kyrylo Fesenko
    Head Coach: Jerry Sloan

    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION
    ANALISI SOUTHEAST DIVISION
    ANALISI ATLANTIC DIVISION