Categoria: Basket

  • Playoff NBA, primo turno: Chicago soffre ma batte Indiana

    Playoff NBA, primo turno: Chicago soffre ma batte Indiana

    Partiti i playoff NBA 2011 che hanno rischiato di aprirsi con il botto: nella prima partita di post season i Bulls hanno vinto grazie ad una furiosa rimonta finale il match contro Indiana, rischiando seriamente di partire con l’handicap nell’appuntamento cruciale della stagione.

    In effetti il pericolo scampato da Chicago è grande e pare più regalato dai Pacers che conquistato dai Bulls che hanno avuto il merito di non aver mollato mai ma il suicidio di Indiana è di dimensioni colossali.
    Il match infatti vede gli ospiti comandare dall’inizio quasi fino al termine, nei primi minuti il distacco è minimo (il primo quarto si chiude sul 27-23) il +4 viene mantenuto fino al termine del primo tempo (51-55) e solo un superbo Rose fino a quel momento a quota 18 punti mantiene i padroni di casa in partita.

    Ma è la ripresa ad essere elettrizzante: i giovani Pacers iniziano a fare sul serio e mettono in seria difficoltà la squadra numero 1 della Lega, e a metà terzo quarto c’è il massimo vantaggio sul +12 (69-57), i Bulls tentano di rientrare ma lo sforzo produce solo 4 punti recuperati e si va all’ultimo quarto con il risultato di 79-71.
    Qui si assiste ad una dormita della difesa di Indiana che riporta nel match gli avversari sul -4 (82-78 dopo appena 2 minuti di gioco), ma coach Vogel riorganizza prontamente i suoi giocatori e a 3 minuti e mezzo dalla fine i gialloblu tornano sulla doppia cifra di margine (98-88).
    E’ da questo momento in poi che arriva il black out più totale per Granger e compagni che in primis non difendono più a dovere, poi non riescono più a segnare ed in ultimo si fanno prendere dalla paura. Il risultato è questo: un solo libero segnato fino alla fine dell’incontro, il pareggio dei Bulls ad 1 minuto e mezzo dal termine (99-99) ed il conseguente sorpasso con la tripla di Korver (102-99) a 14 secondi dalla sirena, con Rose che, dopo una brutta azione offensiva degli avversari, sigilla il match con 2 liberi per il 104-99 finale.

    C’è da dire che Chicago ha buttato il cuore oltre l’ostacolo, molte squadre avrebbero forse mollato, ma l’agonismo messo sul parquet dai “Tori” è stato encomiabile, il tutto con la sciagurata collaborazione dei giovani di Indianapolis che probabilmente, sentendo odore di impresa ( si scontrano in questa serie la squadra con il miglior record NBA e quella con il peggior record tra le 16 qualificate ai playoff!) hanno accusato il classico tremolio nelle gambe quando la vittoria sembrava ormai a portata di mano permettendo a Rose di trascinare i suoi verso la rimonta ed il successo.
    Il playmaker di Chicago ha aggiornato il suo career high nei playoff con una prestazione da 39 punti (con l’aggiunta di 6 rimbalzi e 6 assist) risultando alla fine dei conti, l’uomo partita. Importante anche il contributo di Korver (13 punti e la tripla decisiva, come già riportato) e dei soliti Deng (18 punti e 10 rimbalzi), Noah (10 punti ed 11 rimbalzi) e Boozer (12 punti). Per Indiana da sottolineare la buona prova di Granger da 24 punti, di Hansbrough (22) e Collison (17).
    Si ritorna sul parquet lunedì 18, ancora allo United Center, e la speranza per i Pacers, dopo questa ottima prestazione, è di aver imparato dai propri errori per cercare di non commetterli nuovamente.

    Chicago Bulls-Indiana Pacers 104-99 (serie 1-0 Bulls)
    Chi Rose 39, Deng 18, Korver 13
    Ind Granger 24, Hansbrough 22, Collison 17

  • Playoff NBA, primo turno: Il programma delle 8 serie

    Playoff NBA, primo turno: Il programma delle 8 serie

    Questo il programma completo dei playoff NBA con le date e gli orari delle 8 serie valide per il primo turno. Ricordiamo che le serie sono giocate al meglio delle 7 partite. Alcuni orari non sono stati ancora resi noti dalla NBA.

    EASTERN CONFERENCE

    1-Chicago Bulls vs 8-Indiana Pacers:

    gara 1: Chicago Bulls-Indiana Pacers sabato 16 aprile a Chicago, ore 1:00 p.m. (ore 19.00 in Italia)
    gara 2: Chicago Bulls-Indiana Pacers lunedì 18 aprile a Chicago, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    gara 3: Indiana Pacers-Chicago Bulls giovedì 21 aprile ad Indianapolis, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 4: Indiana Pacers-Chicago Bulls sabato 23 aprile ad Indianapolis, ore 2:30 p.m. (ore 20.30 in Italia)
    *gara 5: Chicago Bulls-Indiana Pacers martedì 26 aprile a Chicago, orario da definire
    *gara 6: Indiana Pacers-Chicago Bulls giovedì 28 aprile ad Indianapolis, orario da definire
    *gara 7: Chicago Bulls-Indiana Pacers sabato 30 aprile a Chicago, orario da definire

    2-Miami Heat vs 7-Philadelphia 76ers:

    gara 1: Miami Heat-Philadelphia 76erssabato 16 aprile a Miami, ore 3:30 p.m. (ore 21.30 in Italia)
    gara 2: Miami Heat-Philadelphia 76ers lunedì 18 aprile a Miami, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 3: Philadelphia 76ers-Miami Heat giovedì 21 aprile a Philadelphia, ore 8:00 p.m. (ore 2.00 in Italia)
    gara 4: Philadelphia 76ers-Miami Heat domenica 24 aprile a Philadelphia, ore 1:00 p.m. (ore 19.00 in Italia)
    *gara 5: Miami Heat-Philadelphia 76ers mercoledì 27 aprile a Miami, orario da definire
    *gara 6: Philadelphia 76ers-Miami Heat venerdì 29 aprile a Philadelphia, orario da definire
    *gara 7: Miami Heat-Philadelphia 76ers domenica 1 maggio a Miami, orario da definire

    3-Boston Celtics vs 6-New York Knicks:

    gara 1: Boston Celtics-New York Knicks domenica 17 aprile a Boston, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 2: Boston Celtics-New York Knicks martedì 19 aprile a Boston, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 3: New York Knicks-Boston Celtics venerdì 22 aprile a New York, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 4: New York Knicks-Boston Bruins domenica 24 aprile a New York, ore 3:30 p.m. (ore 21.30 in Italia)
    *gara 5: Boston Celtics-New York Knicks mercoledì 27 aprile a Boston, orario da definire
    *gara 6: New York Knicks-Boston Celtics venerdì 29 aprile a New York, orario da definire
    *gara 7: Boston Celtics-New York Knicks domenica 1 maggio a Boston, orario da definire

    4-Orlando Magic vs 5-Atlanta Hawks:

    gara 1: Orlando Magic-Atlanta Hawks sabato 16 aprile ad Orlando, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 2: Orlando Magic-Atlanta Hawks martedì 19 aprile ad Orlando, ore 7:30 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    Gara 3: Atlanta Hawks-Orlando Magic venerdì 22 aprile ad Atlanta, ore 8:00 p.m. (ore 2.00 in Italia)
    Gara 4: Atlanta Hawks-Orlando Magic domenica 24 aprile ad Atlanta, ore 7:00 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    *gara 5: Orlando Magic-Atlanta Hawks martedì 26 aprile ad Orlando, orario da definire
    *Gara 6: Atlanta Hawks-Orlando Magic giovedì 28 aprile ad Atlanta, orario da definire
    *gara 7: Orlando Magic-Atlanta Hawks sabato 30 aprile ad Orlando, orario da definire

    WESTERN CONFERENCE

    1-San Antonio Spurs vs 8-Memphis Grizzlies:

    gara 1: San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies domenica 17 aprile a San Antonio, ore 1:00 p.m. (ore 19.00 in Italia)
    gara 2: San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies mercoledì 20 aprile a San Antonio, ore 8:30 p.m. (ore 2.30 in Italia)
    gara 3: Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs sabato 23 aprile a Memphis, ore 7:30 p.m. (ore 1.30 in Italia)
    gara 4: Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs lunedì 25 aprile a Memphis, orario da definire
    *gara 5: San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies mercoledì 27 aprile a San Antonio, orario da definire
    *gara 6: Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs venerdì 29 aprile a Memphis, orario da definire
    *gara 7: San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies domenica 1 maggio a San Antonio, orario da definire

    2-Los Angeles Lakers vs 7-New Orleans Hornets:

    gara 1: Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets domenica 17 aprile a Los Angeles, ore 3:30 p.m. (ore 21.30 in Italia)
    gara 2: Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets mercoledì 20 aprile a Los Angeles, ore 10:30 p.m. (ore 4.30 in Italia)
    gara 3: New Orleans Hornets-Los Angeles Lakers venerdì 22 aprile a New Orleans, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    gara 4: New Orleans Hornets-Los Angeles Lakers domenica 24 aprile a New Orleans, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    *gara 5: Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets martedì 26 aprile a Los Angeles, orario da definire
    *gara 6: New Orleans Hornets-Los Angeles Lakers giovedì 28 aprile a New Orleans, orario da definire
    *gara 7: Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets sabato 30 aprile a Los Angeles, orario da definire

    3-Dallas Mavericks vs 6-Portland Trail Blazers:

    gara 1: Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers sabato 16 aprile a Dallas, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    gara 2: Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers martedì 19 aprile a Dallas, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    gara 3: Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks giovedì 21 aprile a Portland, ore 10:30 p.m. (ore 4.30 in Italia)
    gara 4: Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks sabato 23 aprile a Portland, ore 5:00 p.m. (ore 23.00 in Italia)
    *gara 5: Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers lunedì 25 aprile a Dallas, orario da definire
    *gara 6: Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks giovedì 28 aprile a Portland, orario da definire
    *gara 7: Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers sabato 30 aprile a Dallas, orario da definire

    4-Oklahoma City Thunder vs 5-Denver Nuggets:

    gara 1: Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets domenica 17 aprile ad Oklahoma City, ore 9:30 p.m. (ore 3.30 in Italia)
    gara 2: Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets mercoledì 20 aprile ad Oklahoma City, ore 8:00 p.m. (ore 2.00 in Italia)
    gara 3: Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder sabato 23 aprile a Denver, ore 10:00 p.m. (ore 4.00 in Italia)
    gara 4: Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder lunedì 25 aprile a Denver, ore 10:30 p.m. (ore 4.30 in Italia)
    *gara 5: Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets mercoledì 27 aprile ad Oklahoma City, orario da definire
    *gara 6: Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder venerdì 29 aprile a Denver, orario da definire
    *gara 7: Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets domenica 1 maggio ad Oklahoma City, orario da definire

    *se necessaria

  • Playoff NBA, primo turno: Analisi Eastern Conference

    Playoff NBA, primo turno: Analisi Eastern Conference

    L’analisi dei playoff NBA prosegue esaminando le 4 sfide della Eastern Conference.

    1 Chicago Bulls (62-20) vs 8 Indiana Pacers (37-45)

    Indiana è l’unica squadra che si è qualificata per i playoff con un record perdente (37 vinte e 45 perse), da quando esistono i playoff a 16 squadre (stagione 1984) solo 38 team si sono qualificati alla post-season con record perdente e di queste 38 solo i Seattle Sonics, nel 1987, sono riusciti a superare il primo turno. L’impegno è molto proibitivo per i Pacers. In stagione regolare le sfide tra i Bulls e Indiana hanno visto prevalere Chicago per 3-1 e solo nell’ultima partita delle 4 Granger e compagni hanno strappato un sofferto successo (tra l’altro è stata l’unica sconfitta dei “Tori” nelle 16 sfide della propria division comprendente anche Bucks, Pistons e Cavaliers). La formazione dell’Illinois punta tutto su Derrick Rose (probabile M.V.P. stagionale) e sulla difesa, che è la migliore del campionato. Inoltre la squadra pare completa in ogni reparto. Anche Indiana dispone di un roster molto equilibrato e in prospettiva talentuoso, ma potrebbe pagare a caro prezzo l’inesperienza nei playoff. Danny Granger, stella di Indiana, dovrà giocare ad altissimi livelli per dare una speranza ai suoi compagni. Per quanto riguarda la marcatura di Rose, l’uomo più adatto a questo compito è Danthay Jones (anche se in questa stagione ha avuto poco spazio, ma resta un difensore eccezionale), inoltre se casomai il playmaker dei Bulls dovesse avere la meglio nei suoi confronti, sotto canestro dovrà farsi trovare pronto il centro Roy Hibbert, con le sue doti intimidatorie. Resta da dire un’ultima cosa: i Pacers sono stati tenuti nelle sfide dirette al 38% di media dal campo dai Bulls (non proprio una grande percentuale), lo United Center è quasi inespugnabile (Chicago ha vinto 36 partite e ne ha perse 5 sul proprio parquet, miglior rendimento interno della Lega). Indiana però non ha niente da perdere e proverà a sfornare la sorpresa.

    2 Miami Heat (58-24) vs 7 philadelphia 76ers (41-41)

    Miami è l’unica squadra del campionato ad essere nei primi 5 posti sia per maggior numero di punti segnati in attacco che per minor numero di punti subiti in difesa. Inoltre è la squadra che più di tutte in NBA si affida ai punti segnati dai titolari, in particolare deve questo rendimento al trio James-Bosh-Wade, che molto spesso arriva a produrre l’80% del fatturato offensivo di squadra, Philadelphia invece ha nella panchina il suo punto di forza, dato che a livello di contributo in punti è sempre una delle prime della Lega. Proprio questa appare l’unica arma per poter impensierire gli Heat, che invece hanno poca produzione offensiva dalla panchina e devono affidarsi necessariamente alle magie del “magnifico trio” su cui l’estate scorsa hanno puntato tutto. In stagione regolare le sfide recitano un netto 3-0 in favore della squadra della Florida, obiettivamente ci sono poche chances per i Sixers, che dovranno trovare risorse quasi inaspettate se vorranno provare il colpaccio.

    3 Boston Celtics (56-26) vs 6 New York Knicks (42-40)

    Si parte dal presupposto che tra le 2 squadre c’è una rivalità storica ed incredibile, si potrebbero spendere fiumi di parole sulle innumerevoli sfide del passato che hanno segnato molte epoche della NBA, ma non è il caso ora di soffermarci su questo. L’attenzione ora va focalizzata sul momento attuale delle 2 squadre: nella regular season c’è stato lo sweep (ovvero il cosiddetto cappotto) dei Celtics sui Knicks, un 4-0 inequivocabile. Per New York arrivare alla post season era l’obiettivo minimo (l’assenza era di 7 lunghi anni) soprattutto dopo la trade che ha portato Chauncey Billups e la superstar Carmelo Anthony in maglia bluarancio, dando a Stoudemire 2 degni compagni. Tuttavia per portare i 2 giocatori nella Grande Mela si è deciso di sacrificare la panchina dato che Chandler e Mozgov erano 2 tasselli molto importanti nel gioco della squadra di Mike D’Antoni, in più si deve sommare anche l’addio di Felton e del nostro Danilo Gallinari, che stavano facendo tutto sommato bene fino alla loro cessione. Al momento i Knicks sono una squadra molto similare ai Miami Heat, con 3 stelle ma poca panchina, grazie al trio Billups-Anthony-Stoudemire i Knicks possiedono il terzo attacco della Lega, in considerazione che gli ultimi 2 citati sono, classifica dei cannonieri stagionali alla mano, tra i primi 5, due bocche da fuoco difficilmente eguagliabili su cui si basa il gioco di New York. La difesa è invece il punto debole, al contrario dei Celtics che difendono duro in ogni singola azione del match e dispongono di un attacco molto più organizzato dalla regia di Rajon Rondo che spesso e volentieri regala a capitan Paul Pierce, a Ray Allen e a Kevin Garnett dei tiri molto puliti ad alta percentuale di riuscita. L’organizzazione difensiva di Boston è seconda solo a quella dei Bulls e proprio qui sarà la chiave della serie: i Knicks infatti, basando quasi tutto sull’attacco atomico di cui dispongono, devono essere limitati a livello di percentuale dal campo: il record di New York dice che è a quota 8 vinte e 29 perse quando non supera il 45% ed è a quota 13 vinte e 32 sconfitte quando non riesce a segnare più di 10 triple a partita, segno che il team di D’Antoni viaggia spedito o meno a seconda della vena realizzativa dei suoi bomber. Le speranze per Anthony e compagni passano anche da un eventuale calo fisico e mentale degli avversari (cosa che nel finale di stagione è anche successa ma i playoff poi sono un discorso a parte), abbinato anche a qualche infortunio di troppo che ha decimato la presenza sotto canestro dei “Verdi” (e qui pesa anche la cessione di Kendrick Perkins ai Thunder che ha reso molto più debole il reparto). Se questo tipo di problemi verranno risolti non c’è ombra di dubbio che Boston approderà al turno successivo, a meno di miracoli del trio Billups-Stoudemire-Anthony.

    4 Orlando Magic (52-30) vs 5 Atlanta Hawks (44-38)

    Atlanta ha sempre sofferto i Magic nelle ultime stagioni (anche nei playoff dello scorso anno il risultato fu di 4-0 in favore di Orlando). Tuttavia in questa regular season gli Hawks si sono presi una piccola rivincita dato che il computo delle 4 sfide li vede in vantaggio per 3-1. I problemi, però, per la squadra della Georgia sono molto evidenti dato che viene da una striscia negativa di 6 partite e la compattezza di inizio anno sembra ormai un lontano ricordo. Inoltre il sistema offensivo e difensivo dei Magic pare difficilmente contrastabile dagli Hawks che non dispongono di adeguate contromisure a centro area per arginare la potenza ed il dominio fisico del centro Dwight Howard nè tanto meno mettere la museruola ai tanti tiratori perimetrali di Orlando, che è una delle migliori formazioni (se non la migliore) nella percentuale del tiro da 3 punti, marchio di fabbrica del coach Stan Van Gundy. Al Horford e Josh Smith non hanno i centimetri necessari per rendere la vita difficile ad Howard. In questo senso saranno molto importanti le rotazioni dei lunghi di Atlanta, con il compito specifico di gravare il centro di falli per poterlo tenere fuori gioco, in panchina, il più a lungo possibile: proprio questa appare a prima vista la chiave della serie perchè con la cessione di Gortat ai Suns i Magic non dispongono di un valido sostituto che possa rimpiazzarlo a dovere. Il lavoro degli esterni dei “Falchi” dovrà essere ineccepibile soprattutto si spera che Joe Johnson possa salire notevolmente di rendimento e trascinare i suoi compagni e la sua squadra. Difficile però ribaltare il pronostico della serie, la formazione della Florida ha fatto vedere più volte di possedere il sistema di gioco perfetto per distruggere gli Hawks e pensare di arginare Dwight Howard (vedendo il fisico del numero 12 di Orlando) è una cosa più facile a dirsi che a farsi.

  • Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Il viaggio nei playoff NBA inizia con l’analisi delle 4 sfide della Western Conference.

    1 San Antonio Spurs (61-21) vs 8 Memphis Grizzlies (46-36)

    La serie si prospetta molto più interessante di quanto dicano i numeri. Di solito il confronto tra la numero 1 della Conference e l’ultima, la numero 8, pende realisticamente dalla parte del team con il miglior record. Qui invece la situazione è leggermente diversa dato che Memphis possiede tutte le armi per dare piena battaglia agli avversari, e sarebbe stata molto più insidiosa se avesse potuto contare anche sull’apporto del suo uomo franchigia, Rudy Gay, stella della squadra e prima opzione offensiva ma fuori per il resto della stagione per un infortunio alla spalla. 2-2 il confronto fino ad ora in stagione con 2 vittorie neroargento in casa e 2 vittorie per i Grizzlies sul proprio parquet.
    Gli Spurs hanno chiuso la stagione al secondo posto nella NBA: dopo aver tenuto la testa della classifica della Lega dalla prima fino all’81esima giornata, hanno ceduto lo scettro di squadra regina ai Bulls proprio nell’ultimo turno di regular season, dato che coach Popovich ha preferito tenere a riposo i suoi “Big” non più giovanissimi a discapito del record (che comunque resta il primo della Western Conference). Memphis invece ha chiaramente preferito evitare i campioni in carica dei Lakers, regalando le ultime partite agli avversari per chiudere ottava, forte del fatto che forse contro San Antonio c’è qualche possibilità in più di fare il colpaccio. Questa fiducia proviene dal fatto che la front line dei Grizzlies, se innescata a dovere, è superiore a quella degli Spurs che può contare su un Duncan ed un McDyess ormai in avanti con gli anni. Memphis invece grazie a Randolph e Gasol (finalmente il fratello minore del ben più noto Pau dei Lakers è salito di colpi) ha il talento per mettere in crisi le “torri” neroargento, in più anche negli altri ruoli il confronto è molto equilibrato, con una gran bella sfida tra playmaker (Parker per i texani, Conley per Memphis), tra ali piccole (Jefferson per gli “Speroni” contro Mayo per gli “Orsi”) e tra le guardie (Ginobili vs Tony Allen che difensivamente è uno dei primi 3 giocatori del campionato). Incognita sulle condizioni proprio di Ginobili che accusa un infortunio al braccio, nel complesso ciò che potrebbe far pendere la sfida in favore degli Spurs è la panchina, che pare qualitativamente e quantitativamente migliore, ma i giovani del Tennessee sono pronti a dare battaglia per portare a casa, per la prima volta da quando sono stati fondati, una sfida playoff.

    2 Los Angeles Lakers (57-25) vs 7 New Orleans Hornets (46-36)

    La serie più scontata non solo in questa Conference ma forse dell’intera Lega (più di Chicago-Indiana ad Est) ed il motivo è semplice ed ha un nome ed un cognome, ovvero David West: non che con lui in campo la formazione della Louisiana avrebbe passato il turno, ma sicuramente avrebbe reso la vita molto più difficile ai campioni NBA. Il brutto infortunio ai legamenti del ginocchio, arrivato sul finire di stagione, però, mette del tutto fuori causa gli Hornets, ridotti ai minimi termini nelle rotazioni e molto probabilmente non in grado di affrontare una serie di più partite contro un avversario così ostico ed ancora favorito numero 1 nella corsa al titolo anche di quest’anno..
    A detta di molti, infatti, New Orleans è la migliore squadra possibile da affrontare per i gialloviola, dato che sono stati già surclassati in stagione da un netto quanto eloquente 4-0 negli scontri diretti.
    Esaminando ogni singolo reparto ed ogni singolo ruolo i Lakers sono superiori e più profondi in tutto, solo il ruolo di playmaker vede soccombere Los Angeles, dato che Fisher verrà molto probabilmente portato a spasso da Chris Paul (probabile anche una marcatura di Bryant per mettere la museruola al numero 3), per il resto, apparentemente e per quanto dicono i numeri, il confronto non esiste.
    L’assenza di David West, assieme a Paul il faro della squadra ed asse portante dell’attacco della squadra di coach Monty Williams, è compensata da Carl Landry, arrivato fortunatamente da Sacramento prima dell’infortunio del numero 30, ma i ricambi Jason Smith e Gray non offrono nessuna garanzia.
    Anche i losangelini hanno qualche problema da risolvere con Bynum e Barnes leggermente infortunati (ma arruolabili per la sfida contro gli Hornets) e Blake, play di riserva, che ha contratto la varicella, ma la classe di Gasol e il dinamismo di Bynum sono sufficienti per poter guardare con ottimismo al confronto con i pari ruolo Landry ed Okafor.
    Artest, vista la poca produzione offensiva degli avversari, è atteso più nelle statistiche di attacco che di difesa (suo punto forte), mentre il solito Kobe Bryant sarà il giocatore designato a rompere gli equilibri nelle varie partite con la sua immensa classe.
    A New Orleans serve un miracolo: sperando tra l’altro che i californiani non escano immediatamente dal brutto periodo delle ultime 7 partite (5 perse e 2 vinte a stento contro le riserve delle riserve degli Spurs e dopo una partita soffertissima contro i non trascendentali Kings chiusa solo dopo un overtime) servono un Chris Paul in forma strepitosa, un Trevor Ariza capace di arginare Bryant come mai nessuno è riuscito a fare nei playoff, un Okafor monumentale a centro area ed un Marco Belinelli al top della forma per punire le disattenzioni dei più quotati avversari, senza tralasciare una difesa così perfetta ed asfissiante da sfiorare la perfezione: possibile in una o 2 partite ma non in una serie al meglio di 7 gare. Tuttavia la speranza per i tifosi Hornets è l’ultima a morire!

    3 Dallas Mavericks (57-25) vs 6 Portland Trail Blazers (48-34)

    La sfida si presenta molto equilibrata e probabilmente non si risolverà in poche partite. In stagione regolare si è assistito ad una perfetta parità tra le 2 squadre, con 2 vittorie per i Mavericks a Dallas e 2 successi per i Blazers a Portland, segno che il fattore campo potrebbe risultare decisivo ai fini dell’esito finale.
    Molti sono i fattori da analizzare, innanzitutto bisogna dire che si affrontano 2 squadre molto simili nello stile di gioco, segno che a decidere la serie potrebbero essere i vari episodi nell’arco dei match.
    Abbastanza equivalenti le front line, identica situazione nel back court, l’equilibrio tra le 2 franchigie è rotto dalle panchine che se per qualità sono similari, tuttavia quella dei Mavs pare più lunga e pronta a sopperire ad eventuali assenze. A far pendere la bilancia dalla parte di Dallas potrebbe essere il ritorno di Caron Butler, assente ormai da mesi per un brutto infortunio: se l’ala piccola dovesse presentarsi ai nastri di partenza dei playoff le speranze dei Blazers di passare il turno si ridurrebbero dato che Butler è anche un eccezionale difensore sugli esterni, cosa che attualmente manca nel roster dei texani, dando una dimensione migliore al gioco di squadra. Portland si affiderà ad Aldridge che sembra l’unico a poter limitare lo strapotere del tedesco Dirk Nowitzki e dovrà avere in Andre Miller l’uomo pronto ad approfittare dei cali di rendimento di Jason Kidd (vista l’età avanzata). Nota di merito per Wallace e Batum che con la loro difesa dovranno portare un valido contributo alla causa, limitando i pericolsi esterni degli avversari. Roy, al rientro dopo un infortunio dal quale non si è del tutto ripreso è al 50% (se non di meno) della forma fisica, ma sarà importante nell’economia offensiva dei Trail Blazers. Anche da lui passano le chance di avanzare al turno successivo per la formazione dell’Oregon.

    4 Oklahoma City Thunder (55-27) vs 5 Denver Nuggets (50-32)

    In stagione regolare i Thunder hanno vinto 3 sfide su 4 dimostrando di poter sbancare il parquet avversario (il Pepsi Center), cosa che invece non è successa per Denver. Oklahoma City in stagione regolare è stata una delle poche squadre capaci di limitare i Nuggets a meno di 100 punti segnati, impresa notevole visto che la formazione del Colorado ha il migliore attacco della NBA con oltre 110 punti di media per partita.
    Da valutare l’infortunio subito da Ty Lawson nell’ultima partita di stagione: il playmaker di Denver sembra essere l’unico nel roster che potrebbe cercare di limitare il pari ruolo avversario Russell Westbrook, una sua eventuale assenza spalancherebbe le porte della semifinale di Conference agli avversari. Sicuramente dopo la trade di Carmelo Anthony e Chauncey Billups ai Knicks in cambio di Chandler, Mozgov, Felton e del nostro Danilo Gallinari i Nuggets sono diventati una formazione molto particolare, con 10-12 giocatori (in pratica 2 quintetti) tutti sullo stesso livello, nessuna superstar (come lo era ‘Melo) ma tanti ottimi e validi giocatori intercambiabili tra di loro. Questa è diventata in breve tempo la forza di Denver, il fatto di poter buttare nella mischia sempre un giocatore di ottimo potenziale che non fa rimpiangere le prestazioni del giocatore assente o richiamato in panchina.
    Oklahoma City invece è una squadra che basa le sue fortune in primis su 2 giocatori, ovvero Westbrook (da molti definito un LeBron James in miniatura) e Kevin Durant, il giocatore che sarà destinato a diventare il numero 1 della Lega in breve tempo. Il 2 volte capocannoniere della Lega (a soli 22 anni!) ha un talento offensivo fuori dal normale, è una macchina da punti poche volte vista in NBA, riesce a bucare il canestro avversario da qualsiasi posizione sfruttando un’altezza anomala per un’ala piccola (quasi 210 centimetri, molti in più rispetto ai pari ruolo avversari) con un’apertura di braccia assurda che permette al numero 35 di tirare “in testa” agli avversari risultando virtualmente instoppabile!
    Sarà lui la chiave della serie e di conseguenza lo sarà anche Gallinari che probabilmente sarà destinato alla sua marcatura avendo un’altezza grosso modo similare (per cercare di contrastarlo) e medesimo ruolo. Danilo però ha saltato le ultime partite di regular season per un infortunio e le sue condizioni sono valutate giorno per giorno. Inutile dire che una sua eventuale assenza (unita a quella di Lawson) peserebbe oltremodo nell’economia della serie facendo pendere inevitabilmente l’ago della bilancia in favore di Oklahoma City. Interessante anche lo scontro in area pitturata con i Thunder leggermente favoriti vista la profondità di uomini in panchina. E poi i titolari Perkins (gran colpo quello di strapparlo a Boston da parte del G.M. Sam Presti) ed Ibaka, a livello difensivo, sembrano avere una marcia in più rispetto a Nenè e Martin. Da vedere anche lo scontro tra J.R. Smith (Denver) e James Harden (Thunder) che dalla panchina non dovranno far mancare il loro contributo.

  • NBA: Bryant insulta arbitro e viene multato [Video]

    NBA: Bryant insulta arbitro e viene multato [Video]

    La NBA ha inflitto 100 mila dollari di multa (circa 70mila euro) a Kobe Bryant, stella dei Los Angeles Lakers, per aver rivolto insulti omofobi ad un arbitro durante la partita vinta ieri dai gialloviola contro i San Antonio Spurs.

    Bryant aveva anche cercato di scusarsi per l’accaduto spiegando che quello che aveva detto non andava preso alla lettera. Il comissioner della Lega, David Stern, che ha deciso il provvedimento contro la guardia dei Lakers, ha spiegato che il basket e’ uno sport ricco di emozioni e adrenalina, ma certe parole non possono essere proprio tollerate.

    Queste le parole del cestista subito dopo essere stato “pizzicato” dalle telecamere che mostravano i gravi insulti all’arbitro del match dopo che gli aveva fischiato un fallo tecnico:

    • Ciò che ho detto non va preso alla lettera. E’ stato solo un momento di frustrazione durante una fase di gioco di una partita intensa. Le parole che ho detto in quella circostanza non riflettono i miei sentimenti verso gay e lesbiche: non volevo offendere nessuno”.

    Ma le comunità gay americane non hanno preso bene la cosa, nè accettato le scuse, esigendo anche una punizione esemplare per Bryant, cosa che è successa poche ore dopo, quando è stata resa nota la multa.

    Un altro episodio poco edificante per il numero 24 gialloviola che nella sua luminosa carriera è incappato talvolta in episodi molto controversi che segneranno per sempre, come una macchia indelebile, il ricordo che lascerà ai tifosi di tutto il mondo.

    QUESTO IL VIDEO DELL’INSULTO:

    [jwplayer mediaid=”106815″]

  • NBA, playoff: Le  8 serie del primo turno

    NBA, playoff: Le 8 serie del primo turno

    Ecco il quadro delle sfide di play off del primo turno NBA (inizio 16 aprile, serie al meglio delle 7 gare):

    EASTERN CONFERENCE:

    1-Chicago Bulls vs 8-Indiana Pacers
    2-Miami Heat vs 7-Philadelphia 76ers
    3-Boston Celtics vs 6-New York Knicks
    4-Orlando Magic vs 5-Atlanta Hawks

    WESTERN CONFERENCE:

    1-San Antonio Spurs vs 8-Memphis Grizzlies
    2-Los Angeles Lakers vs 7-New Orleans Hornets
    3-Dallas Mavericks vs 6-Portland Trail Blazers
    4-Oklahoma City Thunder vs 5-Denver Nuggets

    Nei prossimi giorni l’analisi delle sfide playoff ed il programma completo con date ed orari delle partite

  • NBA: Cade San Antonio, Bulls primi assoluti, si salvano i Lakers

    NBA: Cade San Antonio, Bulls primi assoluti, si salvano i Lakers

    Ultimo turno di regular season con ben 15 partite disputate nella notte (giocavano tutte le squadre) con i verdetti finali che ancora mancavano.

    Nella prima di 8 potenziali sfide (ultima di stagione regolare e 7 possibili nel primo turno playoff), i Celtics battono i Knicks: in campo tutte le riserve per le 2 squadre ad eccezione di Stoudemire per New York (14 punti), a trascinare i padroni di casa il duo Bradley-Pavlovic (rispettivamente 20 e 19 punti).

    Atlanta cade per la sesta volta consecutiva, questa volta a Charlotte che ringrazia i 20 punti di Henderson. Ampio turnover per gli Hawks che fanno riposare i 5 titolari ed hanno in Powell (16 punti) il top scorer.

    Cleveland onora il campionato fino alla fine e vince contro i Wizards ormai proiettati alla prossima stagione. Sessions indigesto per la difesa di Washington chiude con 27 punti, per gli ospiti si salva Blatche con 20 punti.

    Netta affermazione per i Magic contro i Pacers (che tengono a riposo i titolari in vista del difficile confronto playoff contro i Bulls). Anderson mette a segno 14 punti, Howard una doppia doppia da 13 punti e 13 rimbalzi, inutili i 16 a testa della coppia Dunleavy-Rush per Indiana.

    Finale di stagione in calando per i Sixers che chiudono con il record al 50% (41 vittorie e 41 sconfitte), anche se si nota qualche progresso della seconda scelta assoluta Evan Turner che contro i Pistons chiude con 18 punti, 6 rimbalzi e 7 assist. Detroit si affida a Stuckey che non tradisce le attese (29 punti) e riesce a raggiungere sul filo di lana le 30 vittorie, obiettivo minimo stagionale.

    Vittoria in scioltezza per gli Heat sul parquet dei Raptors: Bargnani ancora indisponibile (forse ultima stagione in maglia rossa per lui, si prospetta una cessione questa Estate), a vivacizzare un pò la gara ci pensa il duo Bayless-DeRozan (rispettivamente 21 e 18 punti), Miami fa riposare tutti i propri uomini migliori a partire da James, Wade e Bosh e trova in Eddie House (35 punti) il trascinatore della squadra.

    Soffrono i Bulls contro i Nets ma alla fine il successo viene portato a casa e con questo anche il primo posto assoluto nella Lega che vorrebbe dire (se i “Tori” faranno strada) vantaggio del fattore campo in ogni serie di playoff: Korver mette 19 punti e risulta decisivo nel finale quando Chicago piazza il parziale che uccide la gara, non bastano per gli ospiti i 21 punti di Farmar. Per la squadra dell’Illinois è una stagione, fino a questo punto, da 10. La lode potrebbe esserci se arrivasse anche il titolo!

    I Mavericks scaldano i motori in vista dei playoff e sommergono gli Hornets di Belinelli (14 punti) sotto 32 punti di scarto. Nowitzki leader del match con 32 punti, per gli ospiti Jack ne infila 22.

    Budinger (career high a quota 35 punti) guida i suoi Rockets al successo sul campo di Minnesota, alla 15 sconfitta consecutiva che vuol dire peggior record della Lega. Sfida senza esclusione di colpi tra l’ala di Houston e Beasley dei T-Wolves che si ferma ad un solo punto in meno (34). Houston recrimina dato che con il record positivo di 43 vittorie e 39 sconfitte sarebbe teoricamente sesta nella griglia playoff della Eastern Conference.

    Sconfitta indolore per i Thunder che avevano poche speranze di migliorare il quarto posto nella Western Conference: i Bucks si impongono in overtime, guidati dai 16 punti di Jennings, per Oklahoma City ampie rotazioni ed un Westbrook da 20 punti in 21 minuti di gioco.

    Cade anche Denver che si arrende ai Jazz che salutano il loro pubblico con una vittoria dopo una stagione non all’altezza delle aspettative. Hayward firma il career-high con 34 punti (5/6 da 3 punti), per i Nuggets si salva Chandler (27 punti) e c’è da registrare l’infortunio alla caviglia nel secondo periodo per il playmaker titolare Lawson.

    Giornata di riposo per i Blazers che fanno scendere in campo le seconde e terze linee e vengono battuti dai Warriors. Top scorer è Reggie Williams (Golden State) con 28 punti, dall’altra parte Mills si ferma a quota 23.

    I Grizzlies perdono sul parquet dei Clippers e si tengono stretto l’ottavo posto ad Ovest che vuol dire Spurs nel primo turno playoff, lasciando agli Hornets i fortissimi Lakers di Kobe Bryant. Partita dal destino segnato, movimentata dalle solite giocate ad alta quota di Blake Griffin che chiude con una sontuosa tripla doppia (da 31 punti, 10 rimbalzi e 10 assist) una stagione a dir poco esaltante per il prodotto di Oklahoma University.

    San Antonio viene sconfitta a Phoenix e dopo una stagione passata in testa alla Lega dal primo fino all’81esimo turno viene scavalcata proprio all’ultima giornata dai Bulls che si assicurano il miglior record NBA. Popovich, inspiegabilmente, dopo aver lasciato a casa tutti i titolari ieri contro i Lakers per dare via libera ai gialloviola ad una vittoria molto importante ai fini della classifica, schiera la migliore formazione contro i Suns e perde dopo 2 minuti Ginobili che si procura un infortunio al gomito. Phoenix ne approfitta e grazie ai 21 punti di Gortat porta a casa il match. Non bastano i 17 di Duncan ai neroargento che ora sperano che Ginobili non abbia accusato nulla di serio.

    Paura per i Lakers che battono solo dopo un overtime i Kings e mantengono il secondo posto della Western Conference: Sacramento rimonta dal -22 fino al +3 a pochi secondi dalla fine, Bryant trova la tripla del pareggio nel possesso successivo e poi stoppa Thornton nell’ultima giocata dei regolamentari. Al supplementare i gialloviola dominano, con Bryant che chiude a quota 36 punti, ai padroni di casa non bastano i 33 punti di Thornton, chiusura di stagione con una sconfitta per la città di Sacramento che molto probabilmente lascerà andare i Kings ad Anaheim (a meno di clamorosi ripensamenti) che dal prossimo anno avranno anche l’appellativo di Royals (e non più Kings), come già successo ai Sonics 3 anni or sono, chiudendo così un’epoca storica della NBA.

    Risultati NBA del 13 aprile 2011

    Boston Celtics-New York Knicks 112-102
    Bos Bradley 20, Pavlovic 19, Davis 17
    N.Y. Fields 16, Stoudemire 14, Walker 12

    Charlotte Bobcats-Atlanta Hawks 96-85
    Cha Henderson 20, Augustin 17, Cunningham 14
    Atl Powell 16, Crawford 14, Wilkins 14

    Cleveland Cavaliers-Washington Wizards 100-93
    Cle Sessions 27, Hickson 15, Hollins 12
    Was Blatche 20, Evans 15, Wall 10, McGee 10, Yi 10

    Orlando Magic-Indiana Pacers 92-74
    Orl Anderson 14, Howard 13, Turkoglu 13
    Ind Dunleavy 16, Rush 16, Hansbrough 9

    Philadelphia 76ers-Detroit Pistons 100-104
    Phi Holiday 21, Turner 18, Nocioni 18
    Det Stuckey 29, Prince 14, Monroe 10, Gordon 10, Summers 10, Maxiell 10

    Toronto Raptors-Miami Heat 79-97
    Tor Bayless 21. DeRozan 18, James Johnson 12
    Mia House 35, Howard 18, Jones 12

    Chicago Bulls-New Jersey Nets 97-92
    Chi Korver 19, Rose 15, Deng 11
    N.J. Farmar 21, Lopez 17, Petro 13

    Dallas Mavericks-New Orleans Hornets 121-89
    Dal Nowitzki 32, Barea 14, Terry 13
    N.O. Jack 22, Belinelli 14, Pondexter 10, Landry 10

    Minnesota Timberwolves-Houston Rockets 102-121
    Min Beasley 34, Randolph 23, Webster 11
    Hou Budinger 35, Martin 25, Lee 22

    Oklahoma City Thunder-Milwaukee Bucks 106-110 (overtime)
    Okl Westbrook 20, Durant 14, Harden 12, Mohammed 12
    Mil Jennings 16, Salmons 15, Ilyasova 14

    Utah Jazz-Denver Nuggets 107-103
    Uta Hayward 34, Harris 21, Jefferson 17
    Den Chandler 27, Forbes 17, Harrington 15

    Golden State Warriors-Prtland Trail Blazers 110-86
    G.S. Williams 28, Wright 20, Curry 18
    Por Mills 23, Matthews 18, Johnson 12

    Los Angeles Clippers-Memphis Grizzlies 110-103
    Cli Griffin 31, Gordon 24, Jordan 14
    Mem Young 22, Vasquez 17, Battier 13

    Phoenix Suns-San Antonio Spurs 106-103
    Pho Gortat 21, Dudley 17, Frye 17
    S.A. Duncan 17, Neal 14, Green 13, George Hill 13

    Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 108-116 (overtime)
    Sac Thornton 33, Evans 19, Thompson 16, Dalembert 16
    Lak Bryant 36, Odom 22, Gasol 18

    GUARDA LE CLASSIFICHE NBA

  • Abiola Wabara mente? La verità degli ultrà

    Abiola Wabara mente? La verità degli ultrà

    Questa mattina vi abbiamo informato della lodevole iniziativa della Federbasket con la campagna “Vorrei la pelle nera” contro il razzismo a sostegno di Abiola Wabara, giocatrice di colore della Bracco Geas che in gara due di playoff dei quarti di finale di serie A-1 contro la Pool Comense è stata oggetto di ripetuti cori razzisti. Pur condannando fermamente qualsiasi episodio di razzismo riteniamo doveroso dar spazio a chi è stato “protagonista” della questione riportando la loro versione dei fatti.

    La gravità della questione e il risalto dato dagli organi di stampa ha però fatto insorgere i gruppi ultrà Eagles Cantù 1990 Curva Como 1907 che hanno affidato ad un comunicato stampa le loro verità. I tifosi intanto precisano che all’incontro in questione non erano presenti gruppi organizzati e il fatto è riscontrabile dall’assenza di striscioni sugli spalti, in secondo luogo rigettano l’accusa di razzismo in quanto a loro avviso Abiola Wabara mente “La verità è che la giocatrice, a fine partita, ha perso il controllo, ha “sbroccato”, come a volte capita a tutti i giocatori di qualsiasi colore ed è andata verso i tifosi con fare minaccioso e mostrando ripetutamente il dito medio, a quel punto probabilmente si è accorta di aver esagerato e di rischiare una squalifica (giocandosi il diritto alla terza gara, la “bella”) e si è giustificata con la provocazione dei cori razzisti che, ripetiamo, non ci sono mai stati”

    Gli ultrà chiedono adesso “a chi era presente mercoledì, e può riferire quanto realmente successo, a farsi avanti e dichiararlo apertamente mandando una mail ai quotidiani locali e nazionali o scrivendo direttamente alla Questura; il secondo, ad Abiola Wabara, che porga le sue scuse a noi, a tutto il pubblico presente, alla Società Comense e, soprattutto, che si scusi con tutti coloro che vittime di cori razzisti lo sono stati davvero. Reclama giustizia ma pratica furbizia”.

    In rete intanto impazza un video che ritrae la Wabara far il gesto dell’ombrello alla gente sugli spalti al termine di una azione bisognerebbe però capire se da quel gesto che è nata la diatriba o se il gesto ne è stata solo una conseguenza.

    [jwplayer mediaid=”106814″]

  • Basket: Dan Peterson e Dino Meneghin danno il via ai lavori per il nuovo Palalido

    Basket: Dan Peterson e Dino Meneghin danno il via ai lavori per il nuovo Palalido

    Stamattina hanno preso il via i lavori per la ristrutturazione del Palalido, tempio del basket milanese.
    I lavori sono stati fortemente voluti da Giorgio Armani, dopo la presentazione del progetto per il nuovo PalaAJ.

    Presenti il Presidente della FIP Dino Meneghin, per lungo tempo giocatore dell’Olimpia Milano, l’attuale coach dell’Armani Jeans Milano Dan Peterson e 4 giocatori della squadra lombarda: Mason Rocca, Stefano Mancinelli, Ibrahim Jaaber e Benjamin Eze.

    A dare la prima picconata è stato Dino Meneghin, seguito subito dopo da Benjamin Eze, Stefano Mancinelli, Ibrahim Jaaber, capitan Mason Rocca e coach Dan Peterson, tornato da qualche mese sulla panchina biancorossa all’età di 75 anni. I lavori di ristrutturazione, secondo Milanosport, dovrebbero durare circa 200 giorni. e costeranno 425 mila euro. Il risultato sarà una struttura in grado di ospitare partite di basket, ma anche di pallavolo, ginnastica artistica, boxe, calcetto, danza e tennis, oltre a concerti e convention. La capienza massima sarà di 5.420 spettatori, 2 mila in più rispetto al “vecchio” Palalido.

    Il “nuovo” PalaAJ, avrà una superficie di 4.950 metri quadri e un campo di gioco che potrà variare da 26,50 x 40mt a 20,50 x 40mt. Questa variabilità è dovuta alla realizzazione di 2 tribune amovibili (una per ogni lato) che consentiranno di ampliare il parterre durante le partite di livello internazionale. Nel piano seminterrato, a livello del campo di gioco, ci saranno infine nuovi spogliatoi agonistici e una zona riservata ad altri servizi come le palestre e l’infermeria. Il progetto, inoltre, prevede una copertura con struttura reticolare spaziale in acciaio, che sarà idealmente sospesa nello spazio grazie all’effetto delle fasce trasparenti.

  • Basket femminile: “Tutti neri” per Abiola Wabara

    Basket femminile: “Tutti neri” per Abiola Wabara

    Solo una settimana fa veniva alla luce un brutto episodio di razzismo in gara 2 di playoff dei quarti di finale di serie A-1 femminile tra Pool Comense e Bracco Geas.
    Abiola Wabara, giocatrice di colore della Bracco Geas, era stata ripetutamente, fischiata ed offesa da u piccolo gruppo di “supporters” (se così possiamo chiamarli) della Pool Comense (leggi l’articolo).

    E’ notizia dell’ultim’ora che la Federbasket ha lanciato la campagna di solidarietà “Vorrei la pelle nera” contro il razzismo.

    Il prossimo fine settimana i giocatori dei campionati di pallacanestro, a partire dalla serie A, si tingeranno la pelle di nero in favore della Wabara. La Federbasket ha esteso l’invito a colorarsi di nero anche ai tifosi.