Categoria: Basket

  • Basket, la Reyer Venezia conquista la Coppa Italia 2020

    Basket, la Reyer Venezia conquista la Coppa Italia 2020

    Non aveva mai passato il primo turno delle Final Eight, era arrivata a Pesaro come ottava e sembrava destinata al solito amaro destino ed invece l’Umana Reyer Venezia ha compiuto l’impresa ed ha conquistato la Coppa Italia di Basket 2020.

    Quella conquistata nelle Final Eight di Pesaro è la prima coppa Italia della Reyer Venezia, il percorso è stato complicato ed intenso: vittoria thrilling nei quarti contro la quotatissima Virtus Bologna, successo grazie ad un enorme terzo quarto contro Milano in semifinale e vittoria in finale contro Brindisi per merito di una super partenza ed una grande difesa.

    Una coppa che va ad impreziosire ancor di più la bacheca della Reyer Venezia, negli ultimi 4 anni l’Umana ha conquistato gli scudetti 2016-17 e 2018-19 e la Fiba Europe Cup del 2017-18.

    Dall’altra parte arriva un’altra delusione per Brindisi, l’Happy Casa, dopo il k.o. dello scorso anno contro Cremona, è costretta a mandare giù un altro boccone amarissimo, sopratutto perché dopo quello che si era visto nei giorni scorsi, la squadra di Coach Vitucci sembrava la favorita, con un Banks che era stato assolutamente devastante.

    Veniamo al racconto di questa finale tra Umana Reyer Venezia e Happy Casa Brindisi.

    Pronti via e Venezia infila subito un parziale devastante di 15-2 guidato da un super Tonut, Brindisi non riesce a trovare mai il canestro da 3 (chiuderà il quarto con 0/7) e solo Zanelli riesce a dare una scossa, si va al primo mini riposo sul 18-8.

    Il secondo quarto vede le due squadre tirare con percentuali piuttosto basse, Banks prova ad accendersi e con una tripla e 8 liberi su 8 segnati, trova quei punti che permettono a Brindisi di riportarsi in scia, 34-30 per i lagunari al 20°.

    Si riparte e una tripla di Martin porta la Happy Casa ad un solo possesso di distanza, Daye, Bramos e Watt riallungano sino alla doppia cifra di vantaggio. Sutton riavvicina i suoi sino al -6 ma i soliti Bramos e Watt trovano quei canestri che mandano la Reyer Venezia sul +7 all’ultimo intervallo.

    Brindisi prova a partire forte ma quando arriva sul -4 ci pensa Chappell con una tripla a ristabilire le distanze. Campogrande risponde con la stessa moneta ma da qua in poi la Reyer Venezia infila un parziale di 10-0 che vale il massimo vantaggio (+14) a poco più di metà quarto. Sembra finita ma Banks non è d’accordo e con 8 punti di fila trascina i suoi ad un controparziale di 10-0. Daye, eroe del quarto vinto contro Bologna, decide di prendersi il titolo di MVP ed infila un canestro da 3 a meno di un minuto dalla fine che in sostanza taglia le gambe alla Happy Casa.

    Finisce 73-67 con la Reyer Venezia che finalmente può alzare la sua prima Coppa Italia di Basket. 

     

    UMANA REYER VENEZIA – HAPPY CASA BRINDISI 73-67 (18-8; 34-30; 50-43)

    Umana Reyer Venezia: Casarin n.e., Stone, Bramos 12, Tonut 13, Daye 13, De Nicolao 5, Filloy, Vidmar, Chappell 7, Mazzola 6, Cerella, Watt 17.

    Allenatore: De Raffaele.

    Happy Casa Brindisi: Brown 3, Banks 27, Martin 5, Sutton 5, Zanelli 7, Guido n.e., Gaspardo 8, Campogrande 6, Thompson 6, Cattapan n.e., Stone, Ikangi n.e.

    Allenatore: Vitucci.

  • Basket: la Spagna domina la finale e conquista l’oro mondiale

    Basket: la Spagna domina la finale e conquista l’oro mondiale

    Non basta il cuore e la grinta all’Argentina, la Spagna si dimostra troppo forte sin dalla palla a due e alla fine conquista l’oro nei mondiali di Basket di Cina 2019.

    Ci si attendeva una finale combattuta, la grinta dell’Argentina trascinata da Scola e Campazzo contro la classe degli spagnoli guidati da Marc Gasol e Ricky Rubio. 

    Una Spagna totalmente diversa da quella vista nel primo girone ed anche nella gara contro l’Italia nella seconda fase, una squadra che si è sbloccata con il successo sulla Serbia e che è cresciuta moltissimo sino alla sfida odierna. Dall’altro lato l’Argentina tutta aggressività e velocità che ha schiantato Serbia nei quarti e Francia in semifinale, non ha saputo imporsi ed ha dovuto giocare ai ritmi bassi tanto grati agli spagnoli.

    Sostanzialmente invece la squadra di Scariolo ha indirizzato la sfida verso la propria parte sin dall’inizio: 14-2 di parziale dopo meno di 5 minuti. Brussino riporta sotto i suoi ma come l’Argentina mette il fiato sul collo degli avversari, la Spagna preme sull’acceleratore e chiude i primi 10 minuti avanti sul 23-14.

    Anche il secondo quarto vede svolgersi lo stesso copione, spagnoli con la partenza migliore e Argentina a vedere il distacco dilatarsi sino al -15. Campazzo e Laprovittola però non ci stanno e con gli assist del primo ed i canestri del secondo, i sudamericani ritornano sino al -8. Negli spogliatoi si va però sul 43-31 Spagna con Scola ancora assente nella gara.

    Inizia il terzo quarto e nuovamente la Spagna prende il largo, Gasol, Rubio, Fernandez segnano, la difesa diventa insuperabile ed i ragazzi di Scariolo si portano agilmente sul +22 (55-33). Il primo canestro argentino arriva dopo quasi 5 minuti e sono due triple in successione di Deck e Campazzo che accorciano le distanze. E’ solo effimera illusione perché il distacco torna a dilatarsi. Scola si mette a referto segnando dalla lunetta ma il suo apporto è troppo minimo per poter variare l’inerzia della partita, il quarto si chiude sul 66-47 per la Spagna.

    Ad inizio dell’ultimo periodo gli argentini ci mettono tutto il cuore e tutta la grinta e con i canestri dei vari Campazzo, Deck e Laprovittola tornano sino al -12. Gli spagnoli però non si spaventano e rapidamente spengono ogni minimo tentativo di rimonta. L’Argentina si arrende, la Spagna vince 95-75 e mette così in bacheca il secondo titolo mondiale dopo quello vinto in Giappone nel 2006.

     

    ARGENTINA – SPAGNA 75-95 (14-23; 31-43; 47-66)

    Argentina: Caffaro, Vildoza 2, Scola 8, Campazzo 11, Laprovittola 17, Brussino 8, Fjellerup, Delia 2, Deck 24, Redivo 3, Garino, Gallizzi.

    Allenatore: Hernandez.

    Spagna: Colom, Fernandez 11, Ribas 5, Rubio 20, Claver 2, Gasol 14, W.Hernangomez 11, Oriola 6, Rabaseda, Llull 15, Beiran, J.Hernangomez 11.

    Allenatore: Scariolo.

     

     

  • Basket, la Reyer Venezia è Campione d’Italia 2018/19

    Basket, la Reyer Venezia è Campione d’Italia 2018/19

    E’ stata una serie lunghissima ed intensa, una finale combattuta che ha avuto bisogno di gara 7 per far emettere il verdetto definitivo sulla Serie A di Basket 2018/19: la Reyer Venezia è Campione d’Italia. 

    Al Taliercio gli uomini di De Raffaele si sono imposti nettamente per 87-61 contro il Banco di Sardegna Sassari ed hanno così potuto festeggiare il secondo titolo nelle ultime 3 stagioni.

    Un successo maturato nel terzo quarto quando una serie devastante di triple di Michael Bramos, insieme ad una difesa estremamente intensa, ha scavato un solco talmente profondo che la Dinamo non è riuscita praticamente mai a colmare.

    Sono servite ben 17 gare di Playoff alla Reyer Venezia per alzare il trofeo davanti al proprio pubblico, dopo aver vinto il proprio quarto di finale contro la Dolomiti Energia Trento arrivando fino a gara 5, anche nella semifinale contro la Vanoli Cremona di Coach Meo Sacchetti, Venezia ha avuto bisogno di arrivare sino alla quinta partita per poter ottenere il passaggio del turno.

    Protagonista assoluto delle finali è stato Austin Daye, l’ala della Reyer Venezia, dopo una gara sei sottotono, è stato decisamente positivo in questa gara 7 ed alla fine è stato eletto MVP dell’atto finale del campionato di basket 2018/19.

    Se la Reyer Venezia ha avuto bisogno di arrivare fino alla settima partita di finale prima di vincere lo Scudetto, tantissimo merito va al Banco di Sardegna Sassari.

    Gli uomini di Gianmarco Pozzecco arrivati alle finali con un percorso netto, 3-0 alla Happy Casa Brindisi nei quarti di finale e 3-0 alla super favorita Armani Exchange Milano nella sfida di semifinale, ha dovuto sempre rimontare nella serie (0-1, 1-2 e 2-3) ed ha sostanzialmente alzato bandiera bianca dopo il terzo quarto di questa sera nella quale ha subito il 30-17 che ha spinto la Scudetto verso Venezia.

     

    IL ROSTER DELL’UMANA REYER VENEZIA CAMPIONE D’ITALIA 2018/19

    Marquez HAYNES, D.J. KENNEDY, Julian STONE, Michael BRAMOS, Stefano TONUT, Austin DAYE, Andrea DE NICOLAO, Gasper VIDMAR, Mihaljo JERKOVIC, Paul BILIGHA, Marco GIURI, Deron WASHINGTON, Valerio MAZZOLA, Bruno CERELLA, Mitchell WATT

    Allenatore: Walter DE RAFFAELE. 

     

     

  • Basket, Trento s’arrende in gara 6, Milano è Campione d’Italia

    Basket, Trento s’arrende in gara 6, Milano è Campione d’Italia

    L’Aquila Trento non riesce nell’impresa di prolungare la finale scudetto della Serie A di Basket, con il successo 96-71 in gara 6, l’Olimpia Milano chiude sul 4-2 ed è Campione d’Italia 2017/18.

    Una gara quella di stasera che ha avuto un copione abbastanza semplice e lineare, Milano ha praticamente sempre comandato le operazioni ed ha piazzato nel secondo quarto lo strappo che ha mandato in tilt una buona Dolomiti Energia che nella terza frazione di gioco ha saputo riportarsi sul -7 ma ogni volta la Ea7 ha frustrato la rimonta dei padroni di casa a suon di triple firmate da Bertans e Kuzminskas (9/13 in due dalla lunga distanza).

    Top Scorer della serata è stato Andrew Goudelock, eletto Mvp delle finali, con 21 punti, se Milano ha conquistato questo Scudetto, il 28° della sua storia, tanto merito va proprio al mini Mamba che è stato devastante al tiro nelle prime due sfide ma sopratutto decisivo con la stoppata all’ultimissimo secondo su Dominique Sutton in Gara 5 che ha permesso ai ragazzi di Pianigiani di portarsi sul 3-2 e spegnere molte delle speranze trentine.

    Onore anche a Trento che ha dato tutto, nonostante le rotazioni ampiamente ridotte per il forfait di Flaccadori,  e per il secondo anno consecutivo, dopo la sconfitta con Venezia nella scorsa stagione, vede una splendida annata chiudersi con l’amaro boccone di un 2-4 in Finale e proprio come nel 2017 ha dovuto assistere al successo avversario sul proprio parquet.

    La squadra di Pianigiani dunque, giunta seconda nella regular season, ha saputo cancellare l’amarezza di una pesante sconfitta nei quarti della Final Eight di Coppa Italia contro Cantù, una stagione da 10 vittorie e 20 sconfitte in Eurolega, e con un bilancio di 10 vittorie e solo 3 sconfitte nei Playoff, 3-0 contro Cantù, 3-1 con Brescia e 4-2 appunto contro Trento, ha aggiunto lo Scudetto 2017/18 alla Supercoppa Italiana vinta a settembre scorso.

    Questa la rosa dell’Olimpia Ea7 Milano Campione d’Italia 2017/18: 

    Andrew GOUDELOCK, Vladimir MICOV, Davide PASCOLO, Mantas KALNIETIS, Kaleb TARCZEWSKI, Mindaugas KUZMINSKAS, Andrea CINCIARINI, Marco CUSIN, Awudu ABASS, Amath M’BAYE, Jordan THEODORE, Dairis BERTANS, Curtis JERRELS, Arturas GUDAITIS.

     

     

  • Basket, la Fiat Torino conquista una storica Coppa Italia

    Basket, la Fiat Torino conquista una storica Coppa Italia

    Già prima della finale si sapeva che ci sarebbe stata una prima volta, Germani Brescia e Fiat Torino infatti non avevano mai conquistato la Coppa Italia. Alla fine, dopo 40 minuti intensi a trionfare è stata la compagine piemontese.

    Quella andata in scena oggi al Mandela Forum di Firenze è stata la degnissima conclusione di una 4 giorni di partite emozionanti e piene di sorprese.

    Una Coppa Italia che ha visto cadere una dopo l’altra le tre capolista della Serie A già nei quarti di finale. L’unica ad aver retto il colpo sino alla fine è stata proprio Brescia che è giunta all’atto conclusivo dopo aver eliminato Bologna 97-83 nei quarti e Cantù, dopo un tempo supplementare, in semifinale con il punteggio di 87 a 82.

    La Fiat Torino invece nei quarti ha eliminato la Reyer Venezia 72-60, da segnalare un primo quarto da 22-4 per l’Auxilium, mentre la semifinale, così come quella di Brescia, si è decisa al supplementare nel quale la Fiat ha avuto la meglio sulla Vanoli Cremona per 92-87.

    La partita di oggi si è aperta con tanta tensione, tanti errori ma con la Germani che, grazie ad un Sacchetti bollente nelle triple riesce a toccare il +7 (7-14) al 9°. I canestri di Poeta prima e Washington poi, permettono alla Fiat Torino di rimanere in scia sul 11-14 di fine quarto.

    Il secondo quarto non brilla per spettacolarità, Sacchetti continua a segnare da 3 e anche grazie ai punti di Moss e Landry Brescia vola sul +10. Torino però ha dalla sua Blue ed il nuovo arrivato, dopo aver già messo altri bei canestri, infila una tripla di difficoltà altissima e carica così i suoi che difendono bene e colpiscono altre due volte di fila da dietro l’arco. Brescia con i liberi di Hunt e il canestro di Moore prova a scappare ma un lancio da quarterback di Washington, mette Garrett in condizione di siglare il -3 (28-31) sulla sirena dell’intervallo lungo.

    Il terzo quarto parte con un certo equilibrio, la Fiat per un paio di volte riesce pure a trovare la parità. Landry e Michele Vitali a suon di triple firmano una nuova mini fuga della Germani ma Torino risponde con Boungou Colo che brucia la retina per 3 volte dalla lunga distanza. I tiri liberi, segnati da ambo le parti, fissano il risultato sul 56-53 in favore di Brescia al termine della terza frazione.

    Anche l’ultimo quarto si apre con tanta tensione ma anche con triple per entrambe le formazioni. Al minuto 36 la Fiat Torino trova il primo vantaggio con un canestro da 3 punti di Poeta che vale il 61-59. Gli errori aumentano, la posta in palio è tanta così come la tensione. Vitali è glaciale dalla lunetta e riporta le squadre in parità, a due minuti dal termine Mazzola strappa un rimbalzo offensivo, segna il canestro e subisce il fallo di Michele Vitali. Il tiro libero trasformato da nuovamente 3 punti di vantaggio a Torino. Landry non ci sta e mette la tripla del pareggio, risponde Garrett, anche lui dalla lunga, ma Vitali non ci sta e decide di piazzare anche lui il tiro da oltre l’arco per il 67 pari. Sono gli ultimi secondi, Garrett sbaglia, dall’altra parte anche Landry fallisce il tiro, Hunt però recupera il rimbalzo e permette a Luca Vitali di provare un altra tripla che non va, Landry cerca di recuperare la palla ma Washington gliela porta via e si lancia in contropiede consegnando a Vujacic un pallone da appoggiare nel canestro per il 69-67 a 2 secondi dalla fine. Diana chiama Timeout, organizza l’ultima azione con la palla che finisce a Moss che tenta il tiro del pareggio, non va, la Fiat Torino può gioire, coach Galbiati e i suoi ragazzi conquistano la Coppa Italia 2018. 

    FIAT TORINO – GERMANI BRESCIA 69-67 (14-17; 28-31; 53-56;)

    Fiat Torino: Blue 11, Garrett 16, Vujacic 7, Poeta 7, Boungou Colo 11, Washington 10, Mazzola 6, Mbakwe 1.

    Germani Brescia: Moore 2, Hunt 6, Vitali L. 5, Landry 22, Ortner 4, Vitali M. 14, Moss 2, Sacchetti 12.

  • Gianluca Della Rosa: dal sogno al parquet di Pistoia

    Gianluca Della Rosa: dal sogno al parquet di Pistoia

    Molti tifosi sognano di riuscire un giorno a ricoprire in campo il ruolo dei propri idoli, Gianluca Della Rosa ci è riuscito, passando dalla curva al parquet.

    Nato a Pistoia il 20 agosto del 1996, Gianluca Della Rosa cresce nelle giovanili di Pistoia facendo anche il proprio esordio in prima squadra nella stagione 2012/13 in serie A2 con i biancorossi guidati da coach Paolo Moretti. Veste poi le casacche di Don Bosco Livorno, Bottegone Basket e Rieti con la quale disputa due stagioni dal 2015 al 2017.

    Vanta anche la partecipazione al mondiale U19 con la nazionale italiana conclusa con un 6° posto finale e con un bottino personale fatto di  2.3 punti di media a partita, 2.3 rimbalzi e 4.4 assist.

    Il 7 dicembre Pistoia Basket comunica il tesseramento di Gianluca Della Rosa con la prima squadra e due giorni dopo coach Vincenzo Esposito gli dà la possibilità di esordire in maglia The Fleex nella delicata sfida, vinta, contro Pesaro.

    Nelle nove partite giocate sino ad oggi, 54 minuti in totale per lui, il Playmaker pistoiese non ha ancora trovato un canestro da 2 ma ha dimostrato alte percentuali nel tiro da tre (7 su 11 con un 2/2 in casa di Bologna ed un 2/3 a Brindisi) ha portato a casa 7 rimbalzi, 4 palle recuperate e 6 assist.

    Conosciamo meglio Gianluca Della Rosa, partendo dalla sue emozioni per il sogno realizzato sino ad arrivare a capire i suoi pregi ed i suoi difetti sul campo da gioco.

    Gianluca Della Rosa | © Foto Sara Bonelli – Pistoia Basket 2000

    Cosa hai provato quando sei entrato in campo, per la prima volta, nella gara contro Pesaro. 

    E’ stata un’emozione unica, venivo da un’estate dura, non avevo trovato ingaggio in una squadra ed ero giù di morale. Quando mi è arrivata la proposta di tesseramento di Pistoia è stato come vedere la luce in fondo al tunnel. La gara con Pesaro mi ha riportato alla mente il ricordo del mio esordio in A2, sempre con Pistoia, contro Scafati. La notte prima del match con Pesaro non sono riuscito a dormire, è stata una grande emozione giocare in Serie A davanti al mio pubblico.

     

    Rientrato negli spogliatoi, come ti sei sentito?

    Non mi sembrava vero, era il sogno di una vita che si stava in minima parte realizzando. I compagni sono venuti ad abbracciarmi, sono sempre stati super nei miei confronti, anche nel periodo in cui ero semplicemente aggregato alla squadra mi hanno fatto capire che io lì ci potevo stare.

     

    Cosa ti hanno detto gli amici “della Curva” dopo questo tuo passaggio da tifoso a loro idolo?

    Continuano a prendermi in giro come sempre, il rapporto non è cambiato, il clima è sempre quello scherzoso, io scherzo con loro e loro lo fanno con me.

     

    Perché hai scelto di giocare a basket?

    Fino alla terza media ho praticato calcio e basket contemporaneamente, poi per motivi di impegni di studio ho dovuto fare una scelta ed ho optato per il basket. Probabilmente un’ispirazione è stato anche mio padre, ex cestista che ha giocato anche a Pistoia, anche se lui non mi ha mai forzato nella mia scelta.

     

    Hai un idolo, un giocatore a cui ti ispiri?

    Alessandro Piazza, playmaker attualmente in forza alla Leonis Roma in Serie A2, ma anche Marques Green.

     

    Siete un gruppo così compatto ed affiatato, nonostante le difficoltà, come sembra da fuori?

    Non è solo un’impressione da fuori, lo siamo veramente. Spesso capita anche che andiamo a cena insieme. IL gruppo è unito al massimo nonostante le varie difficoltà incontrate nel nostro cammino.

    Gianluca Della Rosa | © Foto Sara Bonelli – Pistoia Basket 2000

    C’è una squadra che temi di affrontare o che vorresti evitare? Tra gli avversari affrontati chi è che ti ha colpito?

    Temere direi nessuno, se potessi evitare una squadra allora direi Milano, grandissima squadra. C’è da dire però che è stata la partita più bella da giocare. Tra gli avversari affrontati quelli che mi hanno colpito di più sono stati Pietro Aradori della Virtus Bologna e Nic Moore di Brindisi.

     

    Hai tanta grinta, qual è la cosa che tu ritieni un tuo difetto e come vorresti migliorarlo?

    Un mio difetto? Se le cose non vanno bene tendo a non credere in me stesso, vorrei migliorare per cercare di cancellare questi momenti di mancanza di fiducia in me stesso nei momenti no.

     

    Qual è il tuo punto di forza ?

    Come punto di forza direi l’energia che metto, sia quando sono sul parquet, sia quando sono in panchina, mi muovo talmente tanto per incitare e caricare i compagni che spesso mi stanco di più che quando gioco.

     

    Da tifoso quale sei stato, quanta energia vi dà il tifo del PalaCarrara?

    Il PalaCarrara mette tanta, tanta, tanta, tanta energia. Sei già carico ancor prima di entrare in campo. Il nostro pubblico è totalmente attaccato alla squadra e non ci hanno mai abbandonato nemmeno nei momenti più difficili.

     

    Prima di salutarti, ringraziandoti, ti chiediamo di darci una motivazione per invitare i nostri lettori a seguire la Lega Basket Serie A. 

    Beh prima di tutto perché è il campionato di basket più importante d’Italia e poi perchè la pallacanestro è un emozione continua, che tu sia a casa sul divano o al palazzetto sei sempre con la tensione massima, in sostanza è spettacolo allo stato puro.

  • NBA Sundays: Belinelli al top ma gli Hawks perdono. I risultati del 22/10/2017

    NBA Sundays: Belinelli al top ma gli Hawks perdono. I risultati del 22/10/2017

    E’ il primo NBA Sundays dell’anno, prima serata italiana per Marco Belinelli che non delude nella prestazione individuale, ma che si trova costretto a vedere la sua squadra perdere nonostante i suoi sforzi. Nuovamente sconfitti gli Oklahoma City Tunder, mentre i Pelicans conquistano la prima vittoria.

    Brooklyn Nets – Atlanta Hawks 116-104

    Non sono bastati i 19 punti di Marco Belinelli per espugnare il campo dei Brooklyn Nets, c’è stato poco da fare per gli Atlanta Hawks che dopo una partita inziata bene (con un 7-2 velocissimo) ma giocata in sofferenza hanno subito nel finale il definitivo parziale di 17-5 che ha chiuso i giochi. Belinell insignito ormai del ruolo di sesto uomo e spesso di prima scelta offensiva da man forte ai suoi, segnando nel quarto quarto anche il canestro del pareggio momentaneo, ma nemmeno dalla panchina dei Nets scherzano, così tocca ad Allen Crabbe (autore alla fine di 20 punti) di tenere in gioco la sua squadra. Ma il vero leader a Brooklyn sembra essere già D’Angelo Russel, autore di 16 punti e 10 assist, che prende per mano la squadra e la porta alla vittoria in un terzo quarto dove gli Hawks non esistono. Chissà se i Lakers lo stanno già rimpiangendo.

    Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 113-115

    Non è stato tanto il fantastico canestro di Andrew Wiggins da dieci metri allo scadere della partita a segnare le sorti dei Thunder, nè tantomeno sarebbe stata meritata la vittoria con la tripla di Carmelo Anthony pochi secondi prima. I Timberolves hanno vinto la partita reggendo quella che dovrebbe essere la pretendente numero due al titolo dal lato Ovest, o meglio ancora Oklahoma City ha perso una partita perchè ancora non sa come dividere i palloni tra i propri giocatori.
    Prima di arrivare a quel finale fatto di un testa a testa con diversi capovolgimenti di fronte, Russel Westbrook con 31 punti e 10 assist, era tornato a fare il fenomeno in attacco, seppur con tanti, forse troppi, tiri presi, adesso che non è più solo. Carmelo Anthony si è fermato a 23 punti, con quella tripla pesantissima, arrivata in una giornata imprecisa (2/7 da 3 punti), ma alla fine inutile, mentre Paul George mette a referto 14 punti, 6 rimbalzi, 8 assist e 4 palle recuperate, però macchia il tutto con 1/8 al tiro da 3 punti. Da notare infine la doppia doppia di Steven Adams con 17 punti e 13 rimbalzi.
    Dal lato dei vincitori oltre alla grande prestazione di Andrew Wiggins (27 punti e 7 rimbalzi), si è fatto notare come sempre un solidissimo Karl-Anthony Towns da 27 punti e 12 rimbalzi, molto presente nel finale quando è autore anche del canestro dell’ennisimo vantaggio dei Timberwolves. Sfiora la doppia doppia Jeaff Teagu con 19 punti e 9 assist, mentre la raggiunge Taj Gibson con 11 punti e 10 rimbalzi, ancora in fase di studio Jimmy Butler (15 punti, 6 assist e 6 rimbalzi).

    Los Angeles Lakers – New Orleans Pelicans 112-119

    Prima vittoria dei New Orleans Pelicans, a discapito dei Los Angeles Lakers in balia di un Lonzo Ball che tira malissimo tutta la serata. Le due torri dei Pelicans ancora una volta dominano, ma questa volta portando a casa anche una vittoria, Anthony Davis segna 27 punti e prende 17 rimbalzi, DeMarcus Cousins di rimbalzi ne prende 11 e di punti ne fa 22, dietro di loro un E’Twaun Moore da 19 punti, ma soprattutto da 8/9 al tiro dal campo. Loro, con i propri compangi, la partita la conquistano subito, con una vvio a razzo ed un vantaggio di 22 punti raggiunto più volte.
    I Lakers non reggono, col terzo quintetto diverso in tre partite giocate non hanno ancora le idee chiare, il più alterno e confuso al momento è Lonzo Ball che seppur serva 13 assist e prenda 8 rimbalzi, segna solo 8 punti con 3/13 al tiro dal campo e 0/5 da 3 punti. Alterno anche Brandon Ingram che non ha ancora continuità e padronanza. Top scorer della serata per i Lakers è ancora Jordan Clarkson con 24 punti. Buone anche le realizzazioni di Kentavious Caldwell-Pope e Kyle Kuzma, entrambi 20 punti.

     

     

  • NBA: dalla caduta degli dei all’esplosione di Antetokounmpo. I Risultati del 21/10/2017

    NBA: dalla caduta degli dei all’esplosione di Antetokounmpo. I Risultati del 21/10/2017

    Sono 11 le partite giocate in NBA questa notte, che ha visto tra gli altri in campo Danilo Gallinari con i Los Angeles Clippers, segnata dalla prestazione al top di Antetokounmpo e dalla sconfitta di tre tra le squadre favorite per la vittoria finale: Oklahoma City Thunder, Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors.

    Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 130-88

    Che i Phoenix Suns non siano la squadra dell’anno lo avevamo detto sin dalla loro prima partita e ribadito ieri nella vittoria dei Los Angeles Lakers, ma che continuino a registrare record negativi con scarti così alti non è un bel vedere per nulla. Per gli ospiti a questo giro non si salva nemmeno Eric Bledsoe, costretto a predicare nel deserto, si ferma a 4 punti e 4 assist. A fare qualcosa di buono è praticamente solo Tyson Chandler che recupera 14 rimbalzi e leggermente Alex Len con 15 punti.
    Per i padroni di casa Blake Griffin, autore di 29 punti e 8 rimbalzi, continua ad essere dominante, così come lo è sotto i ferri DeAndre Jordan collezionando 13 rimbalzi. Molto utile alla causa Danilo Gallinari che segna a referto 12 punti ed 8 rimbalzi. Continua nelle sue ottime prestazioni difensive Patrick Beverly, a referto con 6 palle rubate, mentre resta solo 10 minuti in campo Milos Teodosic costretto alla panchina a causa di un infortunio e probabilmente fuori dai campi per un periodo lungo.

    Toronto Raptors – Philadelphia 76ers 128-94

    C’è molto da fare perchè i Philadelphia 76ers abbiano peso nella NBA, intanto lo hanno in negativo consentendo ai Toronto Raptors di stabilire il loro record di punti di differenza in una vittoria.
    Torna a fare il realizzatore DeMar Rozan, 30 i suoi punti, vince la battaglia dei ferri Serge Ibaka (21 punti)complice anche l’assenza per tutto il secondo tempo, a causa di un infortunio, del compagno Jonas Valanciunas e dell’avversario fermo per riposo Joel Embiid, ma lo fa con percentuali dall’arco ormai da specialista (5/9 da 3 punti).
    Per gli ospiti ancora una volta ottima partita di Ben Simmons che con 18 punti, 10 rimbalzi e 8 assist sfiora la tripla doppia.

    Cleveland Cavaliers – Orlando Magic 93-114

    Non riescono a convincere i Cleveland Cavaliers, nonostante il solito LeBron James, facendo notare che serve concretezza in campo, non solo nomi.
    Gli Orlando Magic vincono la partita praticamente al primo quarto, chiuso a +18, gestendo il resto della partita in tranquillità. A nulla valgono i 22 punti di LeBron James, 14 dei quali segnati nella prima frazione di gioco, ne i 21 punti di Iman Shumpert che arrivano dalla panchina, e nemmeno i 19 punti e 9 rimbalzi di Kevin Love.
    A guidare gli Orlando Magic è stato Nikola Vucevic con 23 punti, 7 rimbalzi e 5 assist, ben accompagnato da D.J. Augustin in doppia doppia con 12 punti e 10 assist, e da Jonathon Simmons realizzatore di 19 punti.

    Miami Heat – Indiana Pacers 112-108

    La sfida tra due squadre che quest’anno hanno poco di pretendere si risolve negli ultimi secondi dopo che nel corso della partita i padroni di casa avevano guidato anche con un vantaggio di 21 punti.
    Fermo Hassan Whiteside, a prendere per mano i Miami Heat è Goran Dragic, top scorer dei suoi con 23 punti, con la mano forte di Dion Waters (19 punti) e la sfiorata doppia doppia di Kelly Olynyk con 13 punti e 9 rimbalzi.
    Di contro per gli Indiana Pacers a portare pensieri agli avversari è Victor Oladipo, 28 punti, autore della tripla della rimonta nel finale, che però non è bastata a dare poi la vittoria ai suoi. Ancora una buona prova di Domantas Sabonis, 18 punti e 12 rimbalzi.

    New York Knicks – Detroit Pistons 107-111

    I Knicks hanno problemi di continuità e non riescono a crede nemmeno alle loro vittorie più certe, riuscendo a perdere una partita che li ha visti avanti anche di 21 punti. Così non basta un Kristaps Porzingis da 33 punti, nè un Enes Kanter che realizza 17 punti e prende 10 rimbalzi. Non bastano sopratutto se a guidare i Detroit Pistons c’è un solido Tobias Harris che segna 31 punti, o un Andre Drummond da 21 punti e 12 rimbalzi. Inesorabilmente gli espoti recuperano punto dopo punto, dopo due quarti di sofferenza e nella frazione finale vincono in volata.

    Chicago Bulls – San Antonio Spurs 77-87

    E’ LaMarcus Aldridge (28 punti e 10 rimbalzi) a prendersi sulle spalle i San Antonio Spurs in assenza di Kawhi Leonard. In una partita dal punteggio basso non riescono i padroni di casa a farsi sentire, basti pensare che il miglior realizzatore per i Chicago Bulls è Robin Lopez con 16 punti. Continua invece per gli Spurs ad effettuare una buona regia Dejounte Murray, 10 i suoi assist a compendio di 8 punti e 6 rimbalzi.

    Houston Rockets – Dallas Mavericks 107-91

    Sono sempre tra le squadre più temibili i Houston Rockets, che infilano la terza vittoria consecutiva su tre partite giocate, e James Harden è ancora una volta il giocatore che più fa paura alle difese avversarie. D’altronde quella dei Mavericks, come abbiamo già detto, è una squadra che arranca e fa fatica a restare in partita.
    La vittoria dei Rockets, che riescono ad arrivare anche a +36, arriva nonostante l’assenza ancora di Chris Paul, con James Harden che segna 29 punti e serve 7 assist, dall’altro lato Dirk Nowitzki, solo 2 punti per lui, accusa ancora la stanchezza, restando in campo soltanto 17 minuti.

    Memphis Grizzlies-Golden State Warriors 111-101

    Perdono la testa i Warriors, con l’espulsione finale di Curry e Durant, ma soprattutto perdono la partita. La perdono con Stephen Curry che segna 37 punti e Kevin Durant che ne segna 29 prendendo 13 rimbalzi. Perdono contro l’ingombrante presenza di Marc Gasol, che mette a referto 34 punti e 14 rimbalzi.
    I Warriors tirano male, e stanno sempre sotto agli avversari, riuscendo solo nell’ultima frazione di gioco a ridurre le distanze che nel corso della partita erano anche di 19 punti, ma i Grizzilies sono troppo ostici e procurano così la seconda sconfitta per i campioni in carica.

    Milwaukee Bucks – Portland Trail Blazers 113-110

    Lo abbiamo detto, lo abbiamo ribadito, lo diciamo ancora, è l’anno di Giannis Antetokounmpo, al di la di ogni cosa, ed è l’anno in cui può far vedere la luce ai Milwaukee Bucks.
    In una bella gara, decisa solo allo scadere, Giannis Antetokounmpo firma 44 punti, nuovo massimo in carriera, 8 rimbalzi, 4 assist, 2 palle recuperate, ma soprattutto la stoppata finale che chiude la partita. Stoppata subita da Jusuf Nurkic, forte di una buona prova con 17 punti ed 11 rimbalzi, ma che perde l’ultimo possesso della partita. Per i Trailblazers non sono bastati Damian Lillard e C.J. Collum, entrambi 26 punti, mentre i Bucks sono riusciti a colorare la vittoria con i 18 di Khris Middleton e i 17 di Tony Snell.

    Antetokounmpo | Ph. Twitter

    Denver Nugget – Sacramento Kings 96-79

    Arriva in casa la prima vittoria dei Nuggets, in una gara in cui se non nell’ultimo quarto si è segnato poco. Gli ospiti provano a reggere ma non ce la fanno proprio, traditi questa volta dal reparto dei lunghi, ma in una gara utile a mostrare le potenzialità del rookie De’Aaron Fox (18 punti). Corale la vittoria dei Denver Nuggets, con Paul Millsap, Kenneth Faried relizzatori di 18 punti ciascuno, con 9 rimbalzi il primo e 8 il secondo, anche se sotto i ferri la differenza la fa Wilson Chandler con 12 rimbalzi.

    Utah Jazz – Oklahoma City Thunder 96-87

    Primi problemi per gli Oklahoma City Thunder, in una serata in cui, diversamente dalle abitudini, segnano poco e soprattutto segna poco e tira male Russel Westbrook, con 2/11 al tiro dal campo, a prova che serve ancora un poco di rodaggio con i nuovi arrivi.
    Seppur con soli 6 punti Russel Westbrook prende comunque 13 rimbalzi e serve 9 assist, dei suoi compagni il miglior realizzatore è ancora una volta Carmelo Anthony, 26 punti, seguito da Paul George, 22 punti e 5 recuperate. Non bastano però a decretare la vittoria, non bastano quando la regia di Ricky Rubio (19 punti) va in cattedra e favorisce Joe Ingles (19 punti), ma soprattutto Rudy Gobert che realizza 16 punti e prende 13 rimbalzi. Sicuramente OKC dovrà alzare subito la testa e dimostrare che è stata solo una distrazione.

     

     

     

     

     

     

  • NBA: Delude Belinelli, out Rose, esplode Lonzo Ball. I risultati del 20/10/2017

    NBA: Delude Belinelli, out Rose, esplode Lonzo Ball. I risultati del 20/10/2017

    Nella notte sono state 10 le partite NBA giocate, si è iniziato con il nostro Marco Belinelli in campo, si è inframezzato con la sfida tra Giannis Antetokounmpo e LeBron James di mezza serata e si è finito con l’exploit di Lonzo Ball.

    Charlotte Hornets – Atlanta Hawks 109-91

    Si sa, in NBA le partite che sembrano già chiuse possono cambiare ed in breve tempo, ed è quello che è accaduto a Charlotte, dove gli Hornets sotto per quasi tutti i primi tre quarti ed in svantaggio di 20 punti nei confronti degli Atlanta Hawks non solo hanno recuperato il divario, ma hanno anche vinto di 18 punti. Si trova ad affrontare la sua ultima squadra, nonchè anche se a New Orleans la squadra nel quale vanta più presenze, e delude, diversamente dalla gara di esordio di quest’annoMarco Belinelli realizzando solo 5 punti, ma soprattutto facendo registrare un 1/10 al tiro, con 1/3 al tiro da 3 punti. Dei suoi compagni alla fine spiccherà solo Dennis Schroder con 25 punti e 5 assist.
    Dal lato deglli Charlotte Hornets a dominare è soprattutto l’uomo dello scambio con Marco Belinelli, Dwight Howard che realizza 20 punti e prende 15 rimbalzi, dimostrando ancora di poter dire la sua. La vittoria della sua squadra è guidata oltre che da lui da un positivissimo Kemba Walker autore di 26 punti e 9 assist, in testa nella rincorsa dal parziale di 24-0 che ha praticamente cambiato il volto della partita.

    Milwaukee Bucks – Cleveland Cavaliers 97-116

    E’ una bella partita quella tra Milwaukee Bucks e Cleveland Cavaliers, ma soprattutto è una bella sfida quella tra Giannis Antetokounmpo, ormai pienamente una stella e serio candidato al titolo di MVP fin da subito, e LeBron James, su cui nulla si può più aggiungere.
    La partita è alquanto equilibrata nei primi due tempi, con le due squadre che si alternano nei vantaggi, se non che nel terzo quarto la compagine dell’Ohio mette il piede sull’acceleratore e con un LeBron James da 24 punti, 8 assist e 5 rimbalzi, una buona prova quella di Derrick Rose, 12 punti in 22 minuti, con 3 su 4 al tiro, purtroppo fermato dall’ennesimo infortunio. Sotto il ferro fa la differenza per gli ospiti Kevin Love con 12 rimbalzi e 17 punti. Si conferma una certezza dalla lunga distanza Kyle Korver, autore di 17 punti dati da un 5/6 al tiro da 3 punti.
    I padroni di casa sono stati trascinati da uno spettacolare Giannis Antetokounmpo, 34 punti, 8 rimbalzi, 8 assist, 3 palle rubate, ma soprattutto leader dei Milwaukee Bucks. Tra i suoi in attacco l’unico ad aiutare davvero è Malcolm Brogdon, autore di 16 punti, mentre sembra evidente che vi siano problemi nel reparto lunghi. Fallimentare Khris Middleton che fa 3/10 al tiro con 0/5 da tre punti.

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 130-132

    E’ bastata la seconda partita dei Los Angeles Lakers affinchè Lonzo Ball realizzasse l’exploit, guidando la sua squadra nella vittoria contro i seppur non fortissimi Phoenix Suns. Lonzo Ball realizza 29 punti, prende 11 rimbalzi e serve 9 assist, una cosa che non accadeva dal 2005 e che lo fa fermare ad un passo dalla tripla doppia record per età di LeBron James. La prestazione dei Lakers è condita da Brandon Ingram autore di 25 punti, massimo in carriera per il sophomore, con 3/4 al tiro da 3 punti, e da Brook Lopez che realizza 19 punti e prende 11 rimbalzi.
    I Phoenix Suns riescono a incalzare i Lakers grazie al solito Eric Bledsoe autore di 28 punti, ma soprattutto grazie all’uomo dai 70 punti lo scorso anno contro i Boston Celtics,  Devin Booker che piazza 25 punti, 11 rimbalzi ed 8 assist, ed infine grazie alla buona prova di T.J. Warren che segna 24 punti e raccoglie 8 rimbalzi ma si macchia dei due errori finali ai tiri liberi che segnano la partita a due secondi dal termine.

    Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 96-114

    Vincono facilmente i Portland Trail Blazers contro gli Indiana Pacers, lo fanno grazie al rientro di C.J. McCollum autore di 28 punti con 3/4 al tiro da 3 e 7 rimbalzi, assistito da un Damian Lillard (18 punti punti, 7 rimbalzi, 7 assist) che parte col botto e poi si rilassa, e da un solido Al-Farouq Aminu che segna 16 punti e prende 16 rimbalzi.
    Nulla hanno potuto i 17 punti e 6 rimbalzi di Victor Oladipo che fa registrare un pessimo 5/17 al tiro.

    Philadelphia 76ers-Boston Celtics 92-102

    Riescono finalmente a portare una vittoria a casa i Boston Celtics, lo fanno in una partita altelenante e in dubbio fino a pochi minuti dalla fine. Guida la carica Kyrie Irving con 21 punti, seppur non ancora completamente a suo agio in maglia bianco verde, mettono tanti punti a referto Al Horford (17 punti e 9 rimbalzi) e Jayson Tatum (15 punti e 8 rimbalzi), seppur con percentuali al tiro non proprio tra le migliori.
    I 76ers sono ancora la fermi senza avere il mordente giusto nel finale, riescono ad avere tutto il quintetto in doppia cifra ai punti realizzati, ma non hanno ancora l’esperienza. Proprio in termini di esperienza l’unico a poterla tirare fuori è J.J. Redick, autore di 19 punti con 4/7 al tiro da 3 punti, fa da baby sitter ai compagni giovani, a Ben Simmons che entra praticamente da playmaker e fa 11 punti ed 11 rimbalzi,  lo fa a Joel Embid, autore di 11 punti e 14 rimbalzi, che però fa solo 4/16 al tiro dal campo, lo fa al rookie Markelle Fultz che ancora non ha mostrato nulla.

    Washington Wizards-Detroit Pistons 115-111

    Partita tirata e vittoria finale dei Wizards contro i Pistons, grazie soprattutto alla prestazione di Otto Porter, per lui 28 punti, 9 rimbalzi e 4 recuperi, del compagno Bradley Beal (25 punti, 4 assist e 3 stoppate) e di colui che chiude la partita, John Wall, autore di 26 punti e 10 assist, ma soprattutto autore dei due tiri liberi e della stoppata che hanno dato la vittoria ai padroni di casa.
    I Pistons oltre a Reggie Jackson, realizzatore di 21 punti 5 assist e 5 palle rubate, non trovano lo stesso Tobias Harris della prima gara, il quale si ferma solo a 15 punti.

    Brooklyn Nets-Orlando Magic 126-121

    La partita che si risolve praticamente all’ultimo minuto vede vincere i Brooklyn Nets orfani di Jeremy Lin, ma con il trio D’Angelo Russell, DeMarre Carroll  e Trevor Booker, quest’ultimo dalla panchina e con anche 11 rimbalzi, autori di 17 punti cadauno.
    Gli Orlando Magic sono ancora una volta soprattutto Nikola Vucevic, dominante con 41 punti (12/22 al tiro) e 12 rimbalzi, al cui aiuto c’è un Evan Fournier da 22 punti e 9 rimbalzi che però fa solo 8/21 al tiro dal campo.

    Minnesota Timberwolves-Utah Jazz 100-97

    Si risolve a 27 secondi dalla fine la sfida tra Timberwolves e Jazz, la risolve Jamal Crawford con un tiro da 3 punti, lo stesso Jamal Crawford che segna 17 punti e li segna tutti nel quarto quarto. I suoi punti sono stato solo il coronamento di una partita in cui Karl-AnthonyTowns con 20 punti e 10 rimbalzi ha dettato legge, lo ha fatto affiancato da Andrew Wiggings che ha segnato a referto 21 punti e 5 rimbalzi.
    Prestazioni quelle dei Minnesota Timberwolves che sono servite a rimandare indietro l’assalto degli Utah Jazz che hanno più volta alzato la testa guidati da Ricky Rubio che va in doppia doppia co 19 punti e 10 assist, da quella di Rudy Gobert di 10 punti e 13 assist, ma anche da 20 punti di Rodney Hood.

    Dallas Mavericks-Sacramento Kings 88-93

    Dirk Nowitzki ed i suoi Dallas Mavericks sono stanchi e si vede, riescono a giocare bene e tenere la testa della partita per tutto il primo tempo, ma arrancano nel secondo. I padroni di casa devono affidarsi, causa leggero infortunio di Dennis Smith Jr., alle mani di J.J. Barea che serve 10 assist ai compagni, ma tira male facendo solo 4/14 dal campo. Dalla parte avversaria 10 assist li serve il rookie De Aaron Fox, che segna anche 9 punti e prende 6 rimbalzi, molto utile nel complesso a dare la vittoria ai suoi. Ancora bene il reparto lunghi dei Kings con la doppia doppia di Willie Cauley-Stein (10 punti ed 11 rimbalzi) ed i 13 punti e 6 rimbalzi di Zach Randolph (esattamente le stesse cifre di Buddy Hield), ma chi guida alla vittoria George Hill che segna 21 punti con un ottimo 9/12 al tiro dal campo, dato anche da un 3/3 al tiro da 3 punti.
    Dal lato Mavs sopra le righe solo Harrison Barnes che con 24 punti è il miglior realizzatore della serata, mentre Nerlens Noel con 7 punti e 6 rimbalzi non spicca, infine pessima la prova di Wesley Matthews che resta a 0 punti con 0/7 al tiro dal campo, tra l’altro tutti tentativi da 3 punti.

    New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 120-128

    Ci sarà Kevin Durant, ci sarà Draymond Green, ma gli Splash Brothers sono sempre gli Splash Brothers, e sono loro a portare i Golden State Warriors alla vittoria contro i New Orleans Pelicans rientrando anche da un -15, e riuscendo anche ad andare +15.
    I Pelicans provano subito ad andarsene e ci riescono per un lungo periodo, con la forza delle due torri Anthony Davis (35 punti e 17 rimbalzi) e DeMarcus Cousins (35 punti e 15 rimbalzi) riescono a far paura, se non che manchi alla fine quella consistenza tale da portare a casa una vittoria che sembrava facile.  Sono concreti invece Klay Thompson autore di 35 punti con 7/12 al tiro da 3 punti, Stephen Curry 28 punti ed 8 assist con un meno preciso 4/11 da 3 punti, ed infine con un solidissimo Kevin Durant che oltre a realizzare 22 punti e prendere 8 rimbalzi piazza anche 7 stoppate.
    Si vede così la differenza tra le prospettive future e la certezza del presente.

     

  • Buona la prima di Gallinari in maglia Clippers. Le partite del 19/10/2017

    Buona la prima di Gallinari in maglia Clippers. Le partite del 19/10/2017

    Nella notte NBA si sono giocate tre gare, tra cui quella dell’esordio di Danilo Gallinari nelle file dei Los Angeles Clippers che battono facilmente i cugini Lakers nel derby di Los Angeles.

    Los Angeles Lakers-Los Angeles Clippers 92-108

    Los Angeles Lakers a dir poco disastrosi, o se si preferisce, ma ci viene difficile crederlo, i Los Angeles Clippers sono terribilmente forti. Fatto sta che l’esordio di Danilo Gallinari nelle file dei Clippers porta il segno della vittoria, viceversa delude il tanto atteso rookie dei Lakers Lonzo Ball.

    Chiusa la parentesi Chris Paul, ormai Rockets,  i Los angeles Clippers giocano all’insegna dello strapotere dei due lunghi Blake Griffin e DeAndre Jordan, mentre i Los Angeles Lakers a tratti sembrano una squadra del CSI. Infatti i Lakers, che figuravano come padroni di casa sono riusciti a restare a contatto a stento per il primo quarto, poi i Clippers hanno sempre dominato, arrivando anche ad un vantaggio di 30 punti.

    Blake Griffin oltre ad essere l’uomo partita è ormai l’uomo franchigia per i Los Angeles Clippers, DeAndre Jordan è una degna spalla, nonchè ancora della difesa, in tutto ciò Danilo Gallinari sembra poter essere l’uomo in più, quello della concretezza, completa il tutto Patrick Beverly che se difende come ieri darà del filo da torcere a molti. Nel corso della partita Blake Griffin, autore di 29 punti, 12 rimbalzi , 3 assist e soprattutto di un 3/6 al tiro da 3 punti, cosa molto importante da sottolineare dato che diventa sempre più un giocatore completo e lo fa in tranquillità, guida come detto i suoi, DeAndre Jordan colleziona 24 rimbalzi e 14 punti e coaudiava bene il compagno, Danilo Gallinari impreciso al tiro (3/13) segna 11 punti e raccoglie 5 rimbalzi, non esalta ma non delude. Buono l’esordio di Milos Teodosic con 6 punti e 6 assist.

    I Los Angeles Lakers sono puniti per il gioco svogliato, per i tanti tiri sbagliati, per le tante palle perse. Lonzo Ball , che dovrà presto dimostrare di poter prendere per mano la propria squadra, fa una pessima partita, ed in generale della sua squadra forse si salva solo Brooke Lopez. Ad ogni modo a fine partita per Lonzo Ball saranno solo 3 i punti, con un raccapricciante 1/6 al tiro, 4 miseri assist, ed almeno la rivalsa di 9 rimbalzi. Leader in attacco dei Lakers è stato Brooke Lopez con 20 punti e 6 rimbalzi, seguito dal panchinaro Jordan Clarkson che realizza 18 punti. Sempre solido Larry Nance Jr. che con 14 punti e 12 rimbalzi è l’unico in doppia doppia tra le file dei gialloviola. Infine si fa ancora attendere Brandono Ingram, 12 punti, 5 rimbalzi e 4 assist per lui, che dovrà dimostrare quest’anno di essere ormai giocatore da NBA.

    Si prospettano due strade diverse per le squadre di Los Angeles, facile ed in discesa per i Clippers, tortuosa e in salita per i Lakers.

    Oklahoma City Thunder – New York Knicks 105-84

    L’esordio degli Oklahoma City Thunder era tra i più attesi della stagione, vedere i nuovi Big Three di OKC era molto importante per gli addetti ai lavori per capire cosa possono fare insieme Russel Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony. Alla luce della prima partita sembra che possano puntare molto in alto.

    Gli Oklahoma City Thunder hanno dominato una partita chiudendola con un +21, guidati dal solito uomo della tripla doppia, come ci ha abituato, Russel Westbrook con 21 punti, 10 rimbalzi e 16 assist, e con la scoperta fondamentale che è tornato ad essere il playmaker della squadra distribuendo gioco ai propri compagni ed essendo soltanto il terzo realizzatore della squadra, tutto questo però perdendo 7 palle. Leader nelle realizzazioni è Paul George che realizza 28 punti e colleziona 6 rimbalzi, seguito dall’altro nuovo arrivo Carmelo Anthony, autore i 22 punti, alla prima partita contro la sua ex squadra. Insomma due esordi oltremodo positivi. Il trio si completa con un Steven Adams da 5 palle recuperate e 3 stoppate.

    I New York Knicks, in piena ricostruzione, hanno ormai un nuovo giovane leader, Kristaps Porzingis realizzatore di 31 punti e 12 rimbalzi. Il vero problema dei Knicks è che oltre al suddetto cestista lettone non hanno praticamente alcun giocatore che sembra poter dare vitalità alla squadra, si salva il nuovo arrivo Enes Kanter autore di 10 punti e 7 rimbalzi, anche lui alla prima contro i suoi ex compagni. Delude Tim Hardaway Jr. che segna solo otto punti.

    Alla prima partita possiamo dire che gli Oklahoma City Thunder si affacciano tra le pretendenti al titolo, mentre i New York Knicks possono già pensare al Draft 2018.

    Toronto Raptors – Chicago Bulls 117-101

    I Chicago Bulls hanno uno spogliatoio a dir poco sfasciato, ne è la prova la violenta rissa di qualche giorno fa tra Bobby Portis e Nikola Mirotic, i Toronto Raptors ne approfittano ed in tranquillità vincono la prima partita della stagione.

    Un Jonas Valanciunas sopra le righe, 23 punti e 15 rimbalzi per lui, guida i suoi Toronto Raptors alla vittoria, coadiuvato da C.J. Miles che realizza 22 punti con un 6/9 al tiro da 3 punti partendo dalla panchina. Si limitano a fare i gregari Serge Ibaka (8 punti, 4 assist, 2 stoppate), Kyle Lowry, che sfiora la doppia doppia con 12 punti e 9 assist, e DeMar Rozan. Tutto questo in funzione della squadra e di una vittoria di 17 punti, in una partita che ha fatto registrare per i padroni di casa candesi anche un +27.

    Per i Chicago Bulls buono l’esordio del rookie Lauri Markkanen che segna 17 punti e prende 8 rimbalzi, cifre simili al compagno Robin Lopez che invece fa 18 punti e prende 8 rimbalzi, infine Justin Holiday segna a referto 15 punti. Insomma niente di esaltante nè nelle cifre delle statistiche nè nel gioco sul campo.

    Per i Toronto Raptors può essere una buona stagione, per i Chicago Bulls possiamo dire solo non pervenuti.