Categoria: Altri sport

  • Trieste pallanuoto, un po’ di Liguria per arrivare alla salvezza.

    Trieste pallanuoto, un po’ di Liguria per arrivare alla salvezza.

    La classe regina del campionato di pallanuoto torna in quel di Trieste, e lo fa grazie ad una società giovane come la Pallanuoto Trieste nata nel 2003 dalle ceneri della Triestina Nuoto.

    Una società solida e ambiziosa che è riuscita a creare negli anni uno staff tecnico e una rosa capace di primeggiare nella campionato di Serie A2, come successo nella passata stagione, e  di prepararsi ad affrontare questa nuova sfida con la consapevolezza dei propri mezzi e della propria forza.

    La forza di un gruppo, molte volte, è dovuta da chi questo gruppo lo guida e a Trieste Stefano Piccardo è riuscito a ripetere tutto quello che nelle sue precedenti avventure (Imperia e Como) lo ha reso noto agli addetti ai lavori, plasmando un gruppo grintoso e cinico nei momenti decisivi.

    Un gruppo che è stato rinforzato grazie a tre acquisti di grande spessore : il primo Marko Elez torna in Italia dopo le fortunate avventure di Brescia e Savona, portando a Trieste la sua esperienza e il suo talento offensivo.

    Altro grande acquisto soprattutto in prospettiva futura è quella di Niccolo Rocchi classe ‘96, imperiese di nascita, che lascia la Liguria e Sori dove ben aveva impressionato nelle passate stagione guadagnandosi anche le convocazioni nelle nazionali di categoria. Un jolly a disposizione di Mister Piccardo che potrà coprire molti ruoli proseguendo nella sua crescita tecnica e tattica.

    Ultimo acquisto è Grummy Gustavo Guimaraes, ecclettico giocatore brasiliano arrivato in Italia come molti suoi compagni di nazionale per  preparare al meglio le Olimpiadi di Rio.

    Un altro ligure che a Trieste sta ben impressionando, oramai da anni, è sicuramente Filippo Ferreccio ex-gioiellino delle giovanili del Recco che ha accettato di fare due chiacchiere con noi per introdurre la stagione del suo ritorno in Serie A1:

    Filippo Ferreccio della Pallanuoto Trieste | Foto Web
    Filippo Ferreccio della Pallanuoto Trieste | Foto Web

    Sta iniziando una nuova stagione dopo un anno pieno di emozioni e grandi risultati per te, quali sono i tuoi obbiettivi  e le tue sensazioni per questo Trieste? Cosa ci puoi dire dei vostri nuovi acquisti?

    “L’obbiettivo numero uno di questa stagione è senza dubbio la salvezza, vogliamo dimostrare di avere tutte le carte in regola per poter stare nella categoria regina e che la promozione non è stato solo un caso! Le sensazioni sono senza dubbio positive, c’è molta voglia di cominciare questa  avventura, per molti dei miei compagni è una realtà completamente nuova e per altri, come me, è un ritorno dopo tanti anni. Il mister ci sta preparando al meglio, soprattutto sotto l’aspetto psicologico. Per quanto riguarda i nuovi ragazzi abbiamo Elez che credo non abbia bisogno di presentazioni, è un giocatore completo e formidabile tiratore, Rocchi è un giovane che può ricoprire vari ruoli e che ha tanta voglia di mettersi in mostra, Guimarães non lo conosco ma l’ho seguito nella World League e al Mondiale , in attacco ci darà una grossa mano”.

    Oramai hai trovato a Trieste una seconda casa quali sono secondo te i segreti di una società solida come la vostra?

    “La passione e la serietà del presidente direi che sono il segreto della nostra società. L’organizzazione è impeccabile, c’è un progetto ben strutturato e devo dire che con l’arrivo di piccardo il livello tecnico si sia migliorato ulteriormente. il tutto è stimolato anche dal gran numero di seguito che abbiamo in città e soprattutto alle partire”.

    Guardandoti indietro dammi due ricordi indelebili della tua carriera fino a questo momento?

    “Per come è arrivata direi la promozione di quest’anno, abbiamo fatto un campionato quasi perfetto, dopo tanti anni di dispiaceri l’abbiamo raggiunta”.

     Quale giocatore può essere considerato, da te, un esempio e invece un giovane che ti ha impressionato?

    Perrone, tecnicamente fenomenale, uomo squadra ,mai fuori dalle righe, vede il gioco prima degli altri,sempre dispensa consigli ai compagni e non molla mai. come giovani direi Andrea Fondelli,per la sicurezza con cui gioca non si direbbe che abbia solo 21 anni”.

    Facciamo finta che tu sia il DS della tua società dammi un acquisto che vorresti fare per portare il Trieste sempre più in alto?

     “Oltre a Perrone citato prima sopra direi Ivovic del Recco”.

  • Non smettere mai di sognare: Saccoia il suo Posillipo

    Non smettere mai di sognare: Saccoia il suo Posillipo

    Orgoglio, passione, il rossoverde che si staglia tra il mare e il sole di Napoli, la storia pallanuotistica è stata scritta dal Circolo Nautico Posillipo. Scudetti, Coppe, trofei, il passato parla chiaro, non sono lontani i tempi in cui la squadra campana dominava in lungo e in largo, lottava per lo scudetto o comunque si contendeva sempre le prime posizioni. Quanti giocatori passati da quella che era formazione di blasone in Italia e nel mondo, ma che con il passare del tempo, come spesso accade nel mondo pallanuotistico, ha dovuto attraversare momenti non felicissimi, in società e da un punto di vista economico.

    CN Posillipo vincitore Coppa Len
    CN Posillipo vincitore Coppa Len

    Ecco il ridimensionamento, l’orientamento verso un altro tipo di politica, basata sui giovani. L’ultimo titolo risale al 2003 – 2004, Posillipo Campione d’Italia, poi la scena rubata dal Recco e l’impossibilità di ostacolarne la marcia hanno un po’ reso tutto più monotono ma per la formazione napoletana vincere la Coppa Len nella passata stagione è stato un momento di grande soddisfazione, la strada da cui ripartire.

    La Scandone gremita, ancora negli occhi dei giocatori e dei tifosi rossoverdi, pronti ad affrontare l’ennesimo campionato. Dal 1980 sempre nella massima serie, gioie e dolori, vittorie e passi falsi, ma sempre con la passione, quella che non è mai mancata a chi ha indossato una calottina così importante. Sacrifici coronati da un’impresa incredibile, quella dell’anno scorso, l’ennesimo risultato firmato Mauro Occhiello, colui che ha cresciuto la maggior parte dei ragazzi posillipini, che ha vinto tanto a livello giovanile e ha meritato la panchina della prima squadra, dopo alcuni anni di gestione sul bordo vasca abbastanza difficili per chiunque.

    Tanti giovani, perchè ormai intanto investire tanto non ha più senso, l’obiettivo dichiarato del Posillipo è quello di fare un campionato dignitoso, migliorando la posizione dell’anno scorso, ma senza spese folli, anche perchè le possibilità sono quelle che sono, mentre la voglia di far crescere i prodotti del vivaio è tanta. Tommaso Negri, sempre lui, difenderà la porta rossoverde, lui, napoletano d’adozione ormai, con la sua calottina numero 13 sarà chiamato a fare l’ennesimo campionato da protagonista, tra parate, urla e disposizioni impartite ai compagni. Dietro di lui Enrico Caruso, già secondo nella scorsa stagione, mentre il resto della formazione sarà abbastanza rinnovato.

    Rimane il mancino Valentino Gallo, che dopo la delusione mondiale, con la mancata chiamata del CT Campagna è pronto a dimostrare al tecnico di essersi sbagliato, mettendosi in lizza per l’europeo di Gennaio. Tra i ” vecchi ” in rosa ci sono il centroboa Filip Klikovac, tra i più in luce in un Montenegro che a Kazan ha mostrato solo ombre, Vincenzo Renzuto Iodice, autore di un’ottima prestazione nell’amichevole giocata a Capri contro la Spagna e prodotto del vivaio, impiegabile in più ruoli, Gianluigi Foglio, reduce dal mondiale under 20, il difensore Elio Russo, Lorenzo Briganti, già tornato l’anno scorso dall’esperienza alla Roma Vis Nova, mentre è atteso in questi l’esito dell’arbitrato che vede protagonista Vincenzo Dolce. Il giocatore è pronto a svincolarsi dal Posillipo e a trasferirsi a Brescia, squadra dove invece si è già accasato Zeno Bertoli. Un’altra perdita, laddove gli arrivi sono stati quelli di due pedine straniere, ed entrambi parlano croato. Andro Buslje, vincitore con la calottina della Nazionale e dello Jug Dubrovnik di una serie infinita di titoli ha l’esperienza e può garantire la personalità che serviva alla squadra di Occhiello, in marcatura, vista la sua fisicità di giocatore arcigno e muscolare in grado di sbrogliare diverse situazioni in fase difensiva, ma non solo. Con lui è arrivato l’attaccante classe ’91 Jerko Marinic Kragic, una carriera al Mornar Spalato per colui che può giocare sia da mano buona che sul lato cattivo, mostrando buona personalità nonostante la giovane età. Saranno da traino per i ragazzi del vivaio, Andrea Criscuolo, Riccardo Esposito, Pasquale Nina e Stefano Mauro, nella rosa della prima squadra e parte integrante del sodalizio rossoverde.

    Abbiamo tralasciato volutamente chi rappresenta questa squadra da anni, il simbolo, l’esempio di come si possa crescere e vivere una ” vita ” per il Circolo Nautico Posillipo. Sarebbe un sogno per tutti muovere le prime bracciate e indossare la calottina di una squadra dal nome così altisonante, giocare a fianco a campioni di caratura mondiale, affrontarne altrettanti di blasone, vincere titoli, passare momenti indimenticabili e poterli raccontare. Paride Saccoia si è un pò raccontato, lui, napoletano e posillipino puro sangue, ha passato ogni momento, dai più belli ai più brutti, trainando sempre il gruppo. Riportiamo l’intervista fatta al classe ’89, primo tifoso di questa squadra.

    Paride Saccoia - CN Posillipo
    Paride Saccoia – CN Posillipo

    Paride, anche voi come le altre squadre campane in A1, avete puntato molto sulla crescita dei vostri giovani e continuate a farlo anche in questa stagione. Che valore pensi abbia raggiunto la pallanuoto napoletana, se si contano anche i tanti atleti prestati alle varie nazionali?

    Diciamo che la pallanuoto a Napoli, e in Campania in generale, ha da sempre occupato un posto di rilievo nella nostra società. E’ uno sport con grande tradizione e questo lo si deve anche all’impegno e al lavoro svolti dai diversi circoli nautici. Dopo un periodo di crisi, finalmente da qualche anno possiamo vantare ben tre squadre in serie A1 e questo si collega anche al lavoro svolto a livello giovanile. Il valore della pallanuoto napoletana lo si deduce da questi risultati, è ovvio, quindi il mio auspicio è che si faccia sempre meglio in modo tale che un numero elevato di atleti campani arrivino fino alla Nazionale maggiore“.

    Nonostante la tua carriera parli da sola sei ancora giovane. Quante battaglie, anche importanti, hai fatto con la calottina del Posillipo. Cosa significa per te, essendo nato e cresciuto in questa squadra, rappresentarla giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, e quando pensi possa tornare ai vertici, pur essendo cambiati i tempi?

    Ho iniziato a fare nuoto al Posillipo all’età di 4 anni, quindi dopo 22 anni è facile dirti che per me è come una seconda famiglia. Sono cresciuto tifando i grandi campioni e con il sogno di poter indossare un giorno la calottina dei miei idoli e ora che ci sono non posso che ritenermi fortunato. Do sempre il massimo per onorare questa società e cercare di vincere tutte le partite, poi si vedrà. Per quanto riguarda le ambizioni, ti posso dire che la mentalità vincente è nel dna di questa società e credo che con le squadre allestite in questi anni il massimo obiettivo raggiungibile sia sempre ( o quasi ) stato conseguito, laddove mirare alla vetta, lo scudetto per intendersi meglio, è diventato impossibile a causa dello strapotere economico del Recco. Credo che l’unica strada sia quella di investire nel settore giovanile, senza dubbio, allevare campioni in casa, con la speranza però che questi non partano per altri lidi una volta raggiunta la maturità pallanuotistica“.

    Paride Saccoia
    Paride Saccoia

    Sei un esempio da seguire, dentro e fuori dall acqua. Che squadra e che gruppo siete, con i nuovi arrivati dove pensi possa arrivare questo Posillipo?

    Ti ringrazio per questi complimenti ma guardiamo alla squadra. Abbiamo cambiato molto e quindi ci vorrà un pò di tempo per trovare i giusti meccanismi di gioco. Saremo comunque una squadra tosta, con le idee chiare e consapevole che la nostra organizzazione di gioco insieme alla voglia di vincere potrà mettere in difficoltà anche squadre sulla carta favorite per vincere il campionato. I nuovi arrivati hanno tutti grande voglia di fare bene, l’obiettivo primario è costruire un gruppo coeso e competitivo. Punteremo a vincere tutte le partite con in testa la final six, che rappresenta la grande novità di questo campionato“.

    Chi potrà essere la rivelazione del Posillipo e, personalmente, a chi ti ispiri nel modo di giocare e pensi ancora di poter raggiungere la Nazionale?

    Non amo parlare dei singoli, quindi la mia speranza è che tutti i nostri giovani si possano mettere in evidenza, anche perché il successo di questa squadra dipende molto anche dalla loro crescita personale. Per quanto riguarda la Nazionale penso essa sia un’aspirazione costante di ogni atleta, per questo raggiungerla rappresenta un obiettivo anche per me, il mio impegno quotidiano è dovuto anche a questo mio desiderio. Quando gioco non mi ispiro a qualcuno in particolare, piuttosto, avendo avuto la fortuna di giocare con tanti campioni e di carpire, nel corso degli anni, i loro segreti, cerco di fare la cosa giusta a seconda delle situazioni“.

    Ripartiamo dal ricordo più vivo nella tua mente, la finale di Coppa Len con l’ Acquachiara. Avrai ancora negli occhi quella partita ma se dovessi descrivere il momento piu importante e bello della tua carriera sceglieresti quello?

    Senza ombra di dubbio. Una finale di Coppa Len ha il suo fascino, soprattutto perchè giocata in casa qui a Napoli. Spero in futuro di aver la possibilità di giocare altre finali e altre partite importanti, ma credo che difficilmente riproverò le emozioni e l’atmosfera che ho respirato vincendo una finale tutta napoletana, davanti a un pubblico così numeroso come quello che ha partecipato quella sera alla Scandone“.

  • Rapallo Pallanuoto, Casanova e Tankeeva attente a quelle due

    Rapallo Pallanuoto, Casanova e Tankeeva attente a quelle due

    Un istituzione al centroboa per far crescere le giovani atleta provenienti dal sempre florido vivaio, questo è il progetto sportivo della Rapallo Nuoto per la stagione prossima a cominciare. Si perché la società del presidente Antonucci è riuscito nel grande colpo di ingaggiare Elisa Casanova, la quale ha deciso di posticipare ancora un po’ il suo ritiro dalle piscine per la gioia di tutti gli appassionati del settore.

    Casanova andrà ad inserirsi in un gruppo giovane a disposizione di Mister Luca Antonucci, il quale dopo la Coppa Italia al suo esordio sulla panchina ruentina continua il suo progetto di crescita dei gioiellini del vivaio rapallino sempre più protagoniste del campionato di Serie A1. La grande campionessa, arrivata dalla smobilitante Imperia, formerà una coppia devastante sui due metri offensivi della formazione gialloblu insieme a Tankeeva che metterà insieme una dose di potenza e tecnica difficilmente eguagliabile nel campionato italiano. Oltre a loro la dose d’esperienza e senso tattico verrà portato ancora da Alexsandra Cotti, la quale dovrà riprendersi dal brutto infortunio al ginocchio che le ha impedito di partecipare alla rassegna iridata di Kazan con il Setterosa, e Sonia Criscuolo capitano della squadra e attaccante oramai di riconosciuta qualità in posizione 4 e 5.

    Tra i pali gialloblù confermatissima Federica Lavi che sarà aiutata dal secondo colpo di mercato rapallino Maria Mariorino classe ’96, cresciuta pallanuotisticamente nella SIS Roma tra le cui fila ha disputato lo scorso campionato di A1 femminile. Mariorino andrà a sostituire Matilde Risso approdata in prestito al Como Nuoto in serie A2.Ultimo acquisto stagione è invece quello Eugenia Carlotta Arbus, 21 anni, interessante giocatrice capace di giocare sia in posizione 2 che in posizione 4. Nelle ultime due stagioni Eugenia Carlotta ha militato nelle file della Promogest, in serie A2.

    Elisa Casanova | Foto Web
    Elisa Casanova | Foto Web

    Per introdurre questa nuova stagione abbiamo scambiato qualche parola con il team manager della formazione ruentina, Claudio Patrone uomo simbolo della società gialloblù dove ha ricoperto molti ruoli dall’istruttore all’allenatore delle giovanili e dove oramai da qualche anno accompagna come factotum le ragazze in giro per Italia e Europa:

    Quali sono le tue sensazioni e i tuoi pensieri prima di questa stagione per la Rapallo Pallanuoto?

    “Sensazioni positive. L’anno scorso è stato un anno di transizione, e di crescita, dove la squadra ha fatto un ottimo campionato, con l’innesto di molte giovani, è la conferma di giocatrici che hanno portato la loro esperienza a servizio appunto delle più giovani. Quest’anno mi aspetto che le cose positive viste l’anno scorso continuino nella stessa direzione. Vogliamo continuare il percorso di innesto anche quest’anno, e sperare di essere a fine campionato nella parte più alta della classifica. Sarà sicuramente un campionato atipico, viste le tante pause, ma purtroppo l’anno olimpico è così”.

    Pensi che un acquisto come Casanova possa dare un contributo importante alla formazione delle giovani atlete rapalline?

    “Penso che sia sicuramente un ottimo acquisto. Atlete come lei, sono da esempio per le giovani. Avere 16-17 anni e poter palleggiare con atlete del suo calibro, puó solo che farti crescere. E poi tatticamente è un arma in più. Avere due centri come Tankeeva e Casanova, farà divertire la  difesa di qualsiasi squadra che andremo ad incontrare”.

    Oramai sei esperto nel ruolo di team manager quale è il più bel ricordo vissuto dalla panchina? E quale gol ricordi con più piacere?

    “Ricordi importanti ne ho tanti, e mi ritengo molto fortunato per questo. Anche perché sulla mia strada ho incrociato tanti allenatori. In primis Mario Sinatra, con cui sono cresciuto, Riccardo Tempestini, con cui mi sono evoluto nel modo di vedere la pallanuoto, e adesso con  Luca Antonucci, con cui collaboro in questo momento è che crede molto in questo nuovo percorso che la società sta realizzando. Sicuramente almeno tre momenti. Il primo, la finale di coppa len, vinta a Camogli. Perché e stata la prima volta che ci si affacciava in un contesto europeo, e perché è stata la finale perfetta. A inizio partita nessuno ci credeva, visto come era andata in Olanda. E invece si è vinto. E come si è vinto…..

    Il secondo, devo dire tutto l’anno passato con il Recco. È stato un anno fantastico, dove penso di aver vissuto la pallanuoto nel modo migliore che uno possa fare. Come mi piace dire, in quell’anno, ho visto la pallanuoto. Non solo nelle partite, ma negli allenamenti, nello studio delle partite. Diciamo che ogni squadra dovrebbe avere la possibilità di poter lavorare come si è fatto in quell’anno. Partendo dalla prima squadra, a tutte le giovanili.
    Il terzo, sicuramente lo scudetto con il Rapallo. E stata la rivincita di un gruppo, che per non si sa quale motivo è stato lasciato in mezzo alla strada da un giorno all’altro, e che con l’orgoglio e forza d’animo ha fatto il colpaccio. E poi tutti gli scudetti e non, con le giovanili, che alla fine ripagano di tutti i sacrifici che uno fa, per questo bellissimo sport”.

    Quale è la giocatrice che riporteresti a Rapallo o quello su cui investiresti per il futuro della società?

    “A Rapallo vorrei sicuramente riportare le tre Sisters. Bianconi-De Benigno-Cordaro. Perché con loro ho vissuto i momenti più belli, quelli degli inizi, quando eravamo una squadra di fenomeni d’acqua dolce, per non dire altro. E poi la giocatrice più Umile che esiste. Il pendolino da mano sbagliata. Dora Kisteleki.
    Sul futuro vedo molto bene Ioannou e Avegno, spero che possano crescere ancora di più quest’anno è che possano ambire presto ad un posto in nazionale maggiore. È poi la mia punta di diamante, Claudia Criscuolo. Per lei vorrei il massimo, ma dipende solo da lei”.

    Cosa ne pensi della situazione della pallanuoto in Italia, dammi un consiglio per promuovere al meglio il nostro sport

    “C’è bisogno sicuramente di più visibilità, di trovare il modo di farsi vedere di più. La Rai, può andare bene, ma penso che fare un esperimento con qualche altra emittente televisiva sia da provare. Mantenendo, se si può certi commentatori. Dario di Gennaro in primis. Per esempio come ha fatto Sky, che si è portato Guido Meda a commentare il Moto Gp. Per i giornali, è inutile, perché sono troppo legati agli sponsor, e quindi al calcio. Anche quando qualche altro sport fa risultato, vedo che sui giornali mettono sempre è solo in evidenza il Calcio. Anche l’anno del Recco, il giorno dopo aver vinto la Coppa Campioni, eravamo a pagina 27, della Gazzetta dello Sport, in un piccolo trafiletto. L’unica nostra colpa aver vinto la stessa sera di qualche derby calcistico. Quindi l’alternativa è buttarsi ancora di più sul web. E poi i social network.

    Con la mia società stiamo cercando di farci vedere il più possibile, ma purtroppo siamo sempre poco accattivanti come sport. Io lo dico sempre alle ragazze, su 13 una deve fare il provino per uomini e donne, oppure fidanzarsi con qualche calciatore. Solo così abbiamo la speranza di farci vedere e conoscere. Purtroppo è così”.

  • Bartolini: Non solo Prato e quel numero dodici nel cuore

    Bartolini: Non solo Prato e quel numero dodici nel cuore

    Tuffiamoci in acqua e stavolta andiamo in toscana, sponda Prato. Un gruppo fantastico, di ragazze semplici e genuine ma, siccome in queste presentazioni abbiamo sempre voluto legare una storia, stavolta racconteremo quella di una giocatrice che torna a dare il suo apporto in acqua, scopriremo che la pallanuoto non è solo lo sport che si vede di ” facciata “, ma nasconde valori importanti. Non anticipiamo niente però, lasciamo che il lettore si lasci trasportare, senza prima fare un pò di cronaca, presentando la formazione toscana.

    Prato Wp - foto Anna Tiezzi
    Prato Wp – foto Anna Tiezzi

    Gigli, Giachi, Galardi, le sorelle Tabani, Bartolini, Bosco, Repetto, Francini, Merli, Albiani e Pelagatti, ma leviamo questo tono quasi da telecronaca. Siamo a Prato, tra la fine del campionato scorso e l’inizio di questa stagione cala il sipario su una società in difficoltà, nessuno sa quale futuro sarà per queste ragazze, buio totale, ma piano piano le cose si sono sistemate, grazie anche al direttore sportivo, l’immenso, che ve lo stiamo a dire, portierone del Recco e della Nazionale, Stefano Tempesti, soprannominato ” l’albatros di Prato “, ma anche all’aiuto di Iacopo Bologna, presidente e allenatore. Dalle stalle alle stelle, perchè per chi ama questo sport e soprattutto deve rappresentare la sua città, scendere in acqua con la calottina e dare tutto per la propria squadra è motivo di grande un orgoglio. Un sogno, quello dell’A1 che rischiava di infrangersi e che invece, con lo sforzo di tutti, potrà continuare anche in questa stagione. Elena Gigli tra i pali ha un curriculum davvero importante, nessuna come lei, e tutti portano ancora nel cuore le parate dell’immensa portiera toscana, strappata alla Fiorentina e portata a Prato nella passata stagione, insieme a Gloria Giachi, lei di Poggibonsi, acquisto in linea con le intenzioni societarie. Giovani, toscane, con la voglia di divertirsi e divertire, facendo un percorso di crescita insieme.

    Tutte nel giro della Nazionale, quindi con la malizia di chi seppur giovane ha già giocato in campo internazionale acquistando la malizia necessaria per affrontare anche avversarie più esperte. Chiara Tabani, capitano della squadra, è l’esempio, nata e cresciuta a Prato, classe ’94, in estate ha coronato il suo sogno facendo parte della spedizione mondiale a Kazan. La realtà di chi ha seminato e inizia a raccogliere piano piano, ma che davanti avrà ancora tempo per crescere e continuare a dimostrare. Non da meno le altre azzurrine del gruppo, Giuditta Galardi, Laura Repetto e la stessa Gloria Giachi, tutte e tre protagoniste alle Universiadi con la calottina dell’Italia.

    Il Prato si presenta quindi come un covo di giocatrici di spessore, un gruppo giovane, in cui da quest’anno farà il suo ritorno, ora è il caso di dirlo, un’atleta che in Nazionale ha fatto tutta la trafila e che è pronta a rimettersi in gioco per una nuova sfida. Chi non ha dubbi, incertezze, momenti di riflessione nella vita, sia quella di tutti giorni che quella sportiva, non è una persona vera. Ecco che a un certo punto della tua carriera, pur avendo iniziato a dare le prime bracciate fin da giovanissima, giocato con le squadre più importanti in Italia, passato momenti stupendi tra vittorie e soddisfazioni, ti fermi a un bivio e inizi a porti delle domande.

    Giulia Bartolini
    Giulia Bartolini

    La storia di Giulia Bartolini, classe 1990, è anche questa, scudetto e Coppa Campioni vinta a Catania, con l’Orizzionte, quando era giovanissima, esperienze indelebili e che non potranno mai cancellarsi. Gioie, dolori, infinità di partite giocate e gol a raffica per la ragazza ” acqua e sapone “, Nazionali giovanili, chiamate con quella maggiore, ma i sani principi chi ha il sale in zucca e pensa anche al proprio futuro fuori dall’acqua.

    Ad un certo punto ti trovi a dover prendere delle decisioni, anche drastiche, quelle che fanno più male, ma cui penserai un giorno e dirai ” ho fatto bene, mi è servito “. Lezioni di vita, perchè quando arrivi a 24 anni, a meno che tu non abbia una mentalità chiusa pensi a quello che sarà di te. Allora fai la ” pazzia “, o chissà, la cosa più giusta, non lo puoi sapere se non provi, appendi la calottina al chiodo e decidi di andare via. Lacrime, perchè in acqua hai passato la maggior parte delle tue giornate, sputato sangue, faticato, una, due volte al giorno anche, ma adesso è arrivato il momento di svoltare, di cambiare pagina.

    Sbagliero? Sarà giusto così? Va bè, faccio la valigia e parto “. Destinazione? America. ” Giulia Bartolini dice addio alla pallanuoto “, titolavano i principali siti; un viaggio di lavoro, ma un’opportunità così, che ti può aprire le porte del Paradiso e al contempo può accrescere le tue esperienze, anche se la tua famiglia è lontana, è un gesto che fa capire la persona che sei. Pensi a tutto, a che sarà di te, ma poi capisci di aver fatto la cosa giusta, il tuo bene, e non potrai rimpiangere mai la tua decisione.

    Siam quelli là, siam quelli là, siam quelli là. Quelli tra palco e realtà ” è il ritornello della canzone di Luciano Ligabue, la preferita di Giulia, quella che chissà quante volte le sarà risuonata in testa. Da una parte la vita, fatta di tante sensazioni, vissute sulla propria pelle nella realtà di tutti i giorni, positive e negative, dall’altra il il sapore del successo, quello di chi ha il coraggio di cambiare aria, di andarsene e partire, mollare tutto e tutti e dimostra la voglia di crescere sotto tutti i punti di vista. Quello di Giulia Bartolini è stato un arrivederci allo sport che ama e dopo un periodo di riflessione è di nuovo pronta, con la calottina allacciata, a sudare e ritornare quella che è stata fino a un anno e mezzo fa, con in testa l’idea di vincere la sua partita e portare in alto Prato, condividendo momenti fantastici con le sue compagne di sempre.

    Umiltà, freschezza, una ragazza con dei valori, fuori dall’acqua ancor prima che in vasca, sempre con il sorriso, quello di chi affronta le giornate con serenità. Abbiamo intervistato lei perchè crediamo possa rappresentare il sogno che tante ragazze hanno, quello di fare quello che piace loro, ma spesso si fermano di fronte ad alcuni scogli, senza lottare o battersi per abbatterne le barriere. Lei ha osato, ha cambiato la propria routine, ma ora, tornata alla base, la sua Prato, è pronta a tenersela ben stretta.

    Giulia Bartolini, tornata a Prato - foto Anna Tiezzi
    Giulia Bartolini, tornata a Prato

    Eccoci Giulia, finalmente di nuovo in acqua, ed era impensabile non fosse così. Il passato che torna nel presente e, che si spera possa rappresentare anche il futuro. Tu e il Prato siete qualcosa di indelebile, lo dimostra la tua scelta di riprendere. Cosa ha prevalso?

    Sicuramente io e il Prato siamo qualcosa di indelebile e inseparabile. E’ Proprio qui che ho iniziato a giocare e che la mia passione per la pallanuoto ha preso forma. Tornare a casa fa sempre un certo effetto e ha un sapore diverso. Ci sono voluti mesi prima che decidessi di ricominciare ma alla fine la decisione è arrivata, penso che a prevalere sia stata la voglia di rimettersi in gioco con i colori della mia città, l’amore per questo sport, oltre al gruppo fantastico delle ragazze. Perchè no, anche la paura dei chili di troppo “.

    Avevi preso tempo, sembrava ormai potessi non ricominciare più. Andare fuori, per lavoro, in America. è stata un’esperienza dalla quale sei uscita più matura. Che cosa vuol dire per una ragazza stare lontano da casa per un po?

    Avevo bisogno di staccare e di dedicare un pò di tempo a me stessa e al mio futuro. La lontananza da casa, la fortuna di conoscere altre culture e la consapevolezza del fatto che ” te la devi cavare da sola” fa maturare e crescere chiunque. Era quello di cui avevo bisogno per rivedere alcune priorità e sono felice che la pallanuoto faccia ancora parte di quelle “.

    Anche a chilometri di distanza non hai mai smesso di tifare Prato, ti sei allenata durante l’estate per farti trovare pronta e per rimetteri in gioco. Come ti senti e cosa ti aspetti da te stessa e dalla squadra?

    Ho sempre fatto il tifo per questa squadra e per le mie compagne anche perché con molte di loro avevo già avuto la fortuna di condividere momenti belli e di imparare tantissimo da ognuna. Ho cercato di allenarmi il più possibile anche durante l’estate per colmare un anno e mezzo di stop e sono consapevole di non essere ancora in forma, avrò bisogno di lavorare moltissimo, perchè la strada è lunga. Da me stessa, come sempre, mi aspetto moltissimo, sperando di poter essere utile alla mia squadra e alla mia società per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Farò tutto il possibile mettendomi sempre a disposizione, impegnandomi, e cercando di non deludere le aspettative “.

    Siete un bellissimo gruppo, sia dentro che fuori dall acqua, e questo non può che essere un pregio per una societá che stava per fallire. Dove potete arrivare?

    Ci tengo veramente tanto a ringraziare Stefano e Jacopo per avermi dato questa possibilità oltre a dire grazie alla mie compagne che mi hanno fatto ritrovare la grinta, il desiderio e la voglia di non mollare questo sport. Siamo un gruppo fantastico, incredibile, che sa dove vuole arrivare e che è consapevole dei suoi mezzi e di come i sacrifici possano portare a raggiungere i risultati. Ci siamo prefissate di fare meglio dell’anno scorso e di guadagnare qualche posizione in classifica, ma per il resto non vi dirò niente “.

    Dove ti vedi nei prossimi anni, sia con la calottina che senza, vista che sei impegnata su più fronti?

    Con la calotta mi vedo sempre e solo a Prato e se proprio vogliamo pensare in grande spero di vincere un trofeo importante in quella che è la mia casa. Fuori dall’acqua mi vedo ben inserita nella ditta di famiglia dove sto già lavorando da quando sono rientrata e poi mi piacerebbe moltissimo allenare una squadra, visto che trasmettere i veri valori dello sport sarebbe una sfida molto bella. Poi naturalmente mi vedo mamma, ma questa è un’altra storia “.

    Infine, ti abbiamo vista con un nuovo numero di calottina nel torneo che avete fatto a Bogliasco la settimana scorsa…

    Sì, quest’anno giocherò con la 12, in ricordo del mio grande amico Samuele. Sarà sempre con me, bracciata dopo bracciata “.

     

     

  • Colosimo: Il capitano-leader di una Lazio alla “romana”

    Colosimo: Il capitano-leader di una Lazio alla “romana”

    Oggi scendiamo in acqua e continuiamo a conoscere le squadre che tre poco più di una settimana inizieranno il campionato. E’ il turno della Lazio, una delle due squadre capitoline che insieme alla Roma Vis Nova prenderà parte alla stagione ormai alle porte. Formazione che può vantare un gruppo folto di giocatori della capitale, tanta lazialità in vasca e un solo obiettivo, raggiungere la salvezza ma, chissà, fare anche qualcosa in più, visto anche il bel campionato disputato l’anno scorso. Immergiamoci più all’interno della squadra e cerchiamo di presentare i nuovi, i vecchi, chi è rimasto e invece chi ha appeso la calottina al chiodo, soffermandoci poi come al solito su un giocatore, in questo caso il capitano Federico Colosimo, con cui abbiamo scambiato qualche parola.

    SS Lazio Nuoto al Torneo Cilento Costa Blu
    SS Lazio Nuoto al Torneo Cilento Costa Blu

    Partiamo dalla guida tecnica, da un ” mostro “, si è passati a un altro campione, in vasca, ma la sostanza è sempre quella, perchè sia Pierluigi Formiconi che Antonio Vittorioso sono due istintivi, combattenti, in sintesi due vincenti. Il primo ha dato tanto alla Lazio e alla pallanuoto in generale, l’esordio proprio con la calottina biancoceleste a soli sedici anni e poi una vita passata a respirare cloro, a urlare su quella panchina e a inanellare un successo dopo l’altro, facendo vedere le cose migliori da commissario tecnico della Nazionale femminile. Oro ad Atene alle Olimpiadi, a Perth e Fukuoka nelle rispettive edizioni mondiali, medaglia d’oro a Vienna, Siviglia, Prato e Lubiana, senza mai accontentarsi. Tanta fame di vittorie, le stesse che lo hanno portato a vincere anche con l’Orizzonte Catania, prima di tornare e finire la sua carriera sulla panchina della Lazio. Un cerchio che si chiude, una sfida, l’ennesima, vinta da un allenatore a tuttotondo, un ” fenomeno ” della panchina.

    Formiconi rappresenta il passato, un passato glorioso, tra momenti facili e più complicati. Adesso lo scettro passa ad Antonio Vittorioso, ma quella fame, la brama di imporsi e stupire che hanno sempre contraddistinto l’ormai ex tecnico laziale, saranno il pane quotidiano anche di chi da giocatore ha vinto tanto e si metterà alla prova in una nuova veste, con tanto entusiasmo e voglia di iniziare. Tante squadre, dal Pescara, alla Bissolati Cremona, passando per Brescia, Roma Nuoto e Vis Nova, ma ora nella testa solo la Lazio, di cui è stato capitano nell’ultima stagione. Una Coppa del Mondo vinta nel ’99 e un Campionato con la Roma. L’allievo che erediterà un compito molto difficile dal maestro, ma che cercherà con impegno, sacrificio, sudore e rabbia, qualità sempre mostrate in acqua, di ottenere dei risultati importanti, facendo crescere anche i giovani.

    Federico Lapenna, centroboa ex Recco ora alla Lazio
    Federico Lapenna, centroboa ex Recco ora alla Lazio

    Una formazione abbastanza rinnovata, visto che a parte Vittorioso, che nel caso ci fosse necessità, potrà dare una mano anche nella veste di giocatore, ha lasciato l’attività anche Alessandro Calcaterra, pronto anche lui ad allenare i ragazzini, mentre l’altro addio è stato quello dell’americano Samuels. Non ci saranno più nemmeno Gianni, Correggia e Sacco, ma altri giocatori sono stati inseriti. Partiamo dai nuovi arrivi, tutti di spessore, visto il loro curriculum di assoluto rispetto. In porta, affiancato dal giovane e ottimo Vespa, è stato preso un giocatore di esperienza come Zdravko Radic, classe ’79, uno che con il suo Montenegro ha vinto e spesso deciso a suon di parate partite che viaggiavano sul filo dell’equilibrio. Insieme a lui, un rinforzo per ruolo, il difensore Daniele Giorgi, che dopo diverse stagioni con il Brescia, è tornato nella sua terra, lui romano, giocatore di intelligenza superiore, non una ” bestia “, fisicamente, ma in grado di sfruttare altre qualità. Un altro romano ha sposato la causa Lazio, Federico Lapenna che, nonostante la giovane età, 27 anni e quindi ancora nel pieno della carriera, ha vinto tutto con il Recco. Un ritorno a casa anche per lui, tanto entusiasmo da parte di entrambi. L’ultimo acquisto non in ordine di importanza è quello di Felipe “Charuto” Santos, anch’egli difensore, uno dei tanti brasiliani che scenderanno in vasca nel nostro campionato, giocatore che si è messo in mostra nelle ultime competizioni della Nazionale verdeoro allenata da Rudic e che cercherà di imporsi anche in Italia. Rimangono poi del ” vecchio ” gruppo Luca Di Rocco, Raffeale Maddaluno, Alessandro Vitale e Matteo Leporale, che darà il cambio nel ruolo di centroboa all’ex recchelino. Completano la rosa Giacomo Cannella, William De Vena, Alessandro Mele e Marco Ferrante.

    Un gruppo di amici, dentro e fuori dall’acqua, un undici romano, capitanato da quello che a sua volta erediterà la fascia di Antonio Vittorioso. Stiamo parlando di Federico Colosimo e con lui abbiamo avuto modo di parlare un pò di tutto, dalla crescita esponenziale avuta negli ultimi anni, fino alla stagione che sarà e alle sensazioni avute finora, quando il campionato è ormai alle porte. Un ” guerriero “, che ha raggiunto quello che era stato sempre il suo sogno, ma che adesso ha come obiettivo principale quello di ottenere successi con la sua Lazio, senza mai mollare e trascinando il gruppo da vero leader, fuori e dentro il campo.

    Federico Colosimo, nuovo capitano dell'SS Lazio Nuoto
    Federico Colosimo, nuovo capitano dell’SS Lazio Nuoto

    Federico, da romano hai giocato in diverse squadre e in tutte hai impiegato sudore e fatica. Hai scalato una montagna e alla fine sei stato scelto come capitano della Lazio. Dimostrazione che ” chi semina raccoglie “. Come descrivi la sensazione di avere un simile ruolo in questa squadra e quali pensi siano state le qualitá che ti hanno fatto arrivare fin dove sei arrivato?

    Per chi vive per lo sport e per la Lazio in generale, ricevere una carica così importante è davvero motivo di orgoglio. Ho dedicato tutto me stesso a questa squadra nel corso degli anni e ora sono fiero di rappresentarla. Il mio sogno è di portarla il più in alto possibile, non solo dentro l’acqua. Ringrazio la società, senza escludere nessuno, per la meravigliosa occasione concessami e quello che mi sento di promettere è che, da adesso in poi, darò ancora di più per questi colori “.

    Pierluigi Formiconi, un nome una garanzia, lui ti ha fatto crescere molto, anche se avere compagni come Vittorioso e Calcaterra deve essere stato un aiuto non da poco. Quali tappe senti di identificare come le principali della tua carriera e quali figure pensi siano state fondamentali nel tuo percorso?

    Formiconi è stato il mio maestro e il mio mentore. Un tecnico eccezionale, con pochi eguali. Mi ha fatto esordire in Serie A1 quando avevo solo 17 anni e allo stesso tempo mi ha fatto crescere, sia come giocatore che come uomo. Devo molto a lui e rimarrà sempre una figura fondamentale per me. Nel mio percorso devo tanto anche ad altri miei ex tecnici, penso a Maurizio Gatto, Roberto Onori, Alessandro Duspiva, Lillo Lorenzini, Luciano Russo, Massimiliano Fabbri e Cristiano Ciocchetti, sperando di non aver dimenticato nessuno. Loro sono stati maestri per me, mi hanno cresciuto e stimato. Per quel che riguarda i giocatori, è stato un onore e un piacere giocare a fianco ai fuoriclasse da te citati. Mi è sempre stato insegnato però che si può imparare da tutti, anche da chi non ha vinto scudetti, mondiali e coppe“.


    Senza distaccarci da quanto hai appena detto, la squadra si è rinnovata, siete quasi tutti romani a parte gli stranieri, altrettanti giovani. Pierluigi ti ha dato tanto, cosa senti di dirgli e invece cosa ti aspetti dal Vittorioso allenatore, lui che in acqua ha vinto tutto, è stato fino a poco tempo fa un vostro compagno, e ora vi guiderà dal bordo vasca?

    Abbiamo tantissimi romani in squadra, è vero, ma soprattutto quello che è bello, è che siamo tutti amici. Questa è stata sempre la nostra arma migliore e speriamo che anche quest’anno la “ricetta” possa rivelarsi vincente. Pierluigi mi ha fatto diventare un giocatore e un uomo e se oggi molti lo criticano vuol dire che hanno capito poco e niente di lui. Non avere peli sulla lingua non significa essere un detrattore, ma un uomo diretto, che non ha padroni. Per me resta e resterà uno dei migliori tecnici al mondo e non smetterò mai di ringraziarlo. Dal Vittorioso allenatore mi aspetto la stessa grinta che mette quando entra in acqua (mette, esattamente, perchè non ha ancora smesso, e ci darà una mano), la sincerità e la chiarezza che lo contraddistinguono. Ci ho giocato per molti anni insieme, ci siamo scontrati spesso, come capita tra compagni di squadra, ma ci siamo sempre voluti bene lottando insieme per la stessa causa, quella che più ci sta a cuore, la Lazio. Spero di poterlo aiutare a portare in alto questi colori e voglio che sappia che io sono pronto a dare tutto me stesso per questa squadra. Insomma, può contare sul mio contributo“.

    Che campionato potrà essere in generale con la nuova formula e quale stagione potrà fare la Lazio invece alla luce di quanto hai visto finora negli occhi dei tuoi compagni a poco più di una settimana dall’inizio?

    Rispetto le decisioni della Fin, anche se non le condivido pienamente. Scegliere questa formula ha penalizzato molte squadre che nella passata stagione hanno investito risorse per raggiungere l’obiettivo, nel nostro caso la salvezza, quando invece avrebbe potuto puntare sui giovani, certa dell’allargamento del campionato a 14 squadre. La frittata ormai è fatta e non possiamo tornare indietro. Voglio altresì dire alla categoria arbitrale che i giocatori della Lazio Nuoto ripongono la massima fiducia, stima e rispetto in loro, giusto per chiarire i disguidi che si sono verificati nelle passate stagioni. Le fatiche degli allenamenti, gli episodi che si verificano durante le partite, portano a qualche contestazione di troppo che vorrei, a partire da quest’anno, che la squadra evitasse. Per quel che concerne la mia Lazio, spero in una grande stagione. Siamo una squadra giovane che vuole ben figurare. Che rispetta tutti, ma non teme nessuno“.

  • Acquachiara, De Crescenzo punta sui fratelli Luongo

    Acquachiara, De Crescenzo punta sui fratelli Luongo

    Una nuova stagione per una società sempre attenta e attiva sul mercato. L’Acquachiara si presenta ai nastri di partenza del campionato con alcune cessioni importanti, debitamente sostituite dalla dirigenza di Franco Porzio, ma anche conferme fondamentali a cominciare dalla panchina dove siederà nuovamente il principe delle panchine Paolo de Crescenzo.

    Punto cardine di un progetto che non vedrà più coinvolti quattro giocatori di assoluto valore come: Matteo Astarita, mancino classe 85 che si trasferisce nelle fila della Florentia, Fran Paskvalin invece lascia il posto da centroboa della formazione biancazzurra per approdare alla Mladost; Larry Caprani invece chiude il rapporto con la società napoletana per, probabilmente, ritornare vicino a casa.

    Ma la cessione più importante è senza dubbio quella di Antonio Petkovic, grandissimo cannoniere croato, che dopo aver siglato più di 300 gol con la formazione partenopea si trasferisce nelle fila dell’emergente Sport Management Verona dove giocherà sotto la guida di Gu Baldineti.

    Ma, come detto, i dirigenti dell‘Acquachiara non sono stati fermi sul mercato in entrata e sono riusciti a portare alle dipendenze di mister De Crescenzo tre acquisti del calibro di: Michele Luongo e Goran Volarevic dalla Sport Management e Milos Korolija, proveniente dall’Oradea.

    Korolija dovrà sostituire con la sua esperienza Paskvalin nella difficile posizione di centroboa. Volarevic è un giocatore capace di portare sicurezza e tranquillità ad un difesa giovane, praticamente un allenatore in acqua capace di guidare i movimenti di tutti i suoi compagni. Per Michele Luongo, bomber nomade della pallanuoto italiana, l’arduo compito di sostituire Petkovic una responsabilità importante che l’ex chiavarese saprà gestire al meglio.

    Stimolo in più per Michele sarà quello di giocare con il fratello Stefano, punto di forza del Settebello di Campagna che ha voluto raccontarci le sue sensazioni in questa preparazione pre campionato in questa piccola intervista:

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    1) Sta per iniziare una nuova stagione quali sono le tue impressioni e le tue sensazioni? Cosa ci puoi dire della squadra e dei nuovi innesti?

    Sono sicuramente sensazioni positive perché anche se non ho ancora raggiunto i miei compagni a Napoli per la preparazione ho sentito che c’è molta voglia di lavorare e di crescere quest’anno, esprimere un bel gioco e toglierci qualche soddisfazione. La squadra sicuramente è competitiva, anche se per lo scudetto penso che purtroppo i giochi siano fatti già prima di iniziare con la Pro Recco strafavorita con una formazione di altissimo livello. Noi comunque abbiamo fatto ottimi acquisti come mio fratello, Volarevic e Korolja; a mio avviso 3 acquisti di primissima fascia”.

    2) Cosa ne pensi della nuova formula del campionato? E il mercato di che squadra ti ha impressionato di più?

    “Sicuramente è un formula particolare e dettata dall’anno Olimpico che impone di ridurre il campionato per i molti impegni della nazionale. E’ un peccato che i momenti più belli della serie A1, ovvero i playoff non si facciano e si sia optato per una Final Six, però speriamo sia spettacolare, con sorprese, in una bella location e che attiri molti spettatori”.

    3) Il mondiale non è andata secondo le aspettative quali sono secondo te I giocatori che possono aspirare ad entrare nel sette bello del futuro?

    “Come si sa le porte della nazionale sono aperte a tutti, come di Sandro Campagna, quindi tutti possono aspirare ad entrarci dimostrarci di giocare ad alto livello e con continuità”.

    4) Quale giocatore può essere un esempio per te e invece quale giovane ti ha impressionato nell’ultima stagione in Italia o ai mondiali?

    “Sicuramente un giocare che stimo tantissimo è Prlainovic, perchè gioca con continuità ad altissimo livello in tutte le fasi di gioco, trascina la squadra prendendosi responsabilità e infonde mentalità vincente come la sua. Un giocatore giovane che mi ha impressionato è Mandic, giovane ma già con tanta esperienza, e sono curioso di vederlo quest’anno nel campionato italiano”.

    5) Finora hai avuto una ottima carriera raccontaci la partita che ricordi con più piacere e anche il gol più bello che hai fatto.

    “Forse la partita più bella per me è stata quest’anno ai quarti di finale con la Croazia a Bergamo in World League che abbiamo perso ai rigori, oltre ad aver giocato molto bene sfornando assist e facendo anche il gol finale del pareggio mi sentivo mentalmente in modo giusto, in grado di poter giocare come volevo. Il gol più bello è forse quello di quest’anno ai quarti di finale con i Campioni del Mondo dell’ Ungheria, fine terzo tempo a 1 secondo dalla fine. Oltre a essere un gol bello è stato molto importante, unico gol a uomini pari della partita”.

  • Migliaccio e una Canottieri Napoli che cerca conferme

    Migliaccio e una Canottieri Napoli che cerca conferme

    Metti un gruppo di ragazzini ” terribili “, uno straniero di peso e una chioccia, non uno qualsiasi, a trasmettere i suoi consigli al gruppo. Questa è la Canottieri Napoli, la terza squadra campana, non certo per blasone e per fama acquisita nel corso degli anni, fino ad oggi, ma se si considera il piazzamento della formazione di Paolo Zizza nell’ultima stagione, quel quinto posto che ha un sapore particolare. Il Molosiglio, i campioni che si sono susseguiti, perchè bene o male la pallanuoto, quella vera, fatta di estro, giocate, divertimento e passione, è passata da lì e adesso, è pronta a riprendere il suo corso, proseguirlo forse è meglio dire, viste le ottime prestazioni sfornate dai giallorossi contro qualsiasi avversario.

    Circolo Canottieri Napoli foto web
    Circolo Canottieri Napoli foto web

    Prove di campionato per il team campano nel trofeo internazionale ” Cilento Costa Blu “, tanti assenti, con la maggior parte dei giocatori in rosa impegnati con le rispettive nazionali giovanili, quindi un test non tanto indicativo. Lo spirito, quello sì, si è già potuto vedere nello spettro d’acqua di Bandiera Blu di Castellabate, Pollica e Casal Velino, location straordinarie per ospitare un tre giorni cui hanno preso parte, oltre al Circolo Canottieri, anche Carpisa Yamamay Acquachiara, Pallanuoto Trieste, S.S. Lazio Nuoto, i croati del VK Posk Spalato e i tedeschi del Duisburg. Quarto posto per i giallorossi napoletani, che si apprestano ad affrontare il terzo campionato il terzo campionato consecutivo in A1, dove cercheranno di alzare l’asticella.

    Non cambia la rosa della squadra, saranno gli stessi dello scorso anno, con un’unica perdita, quella di Fabio Ronga, nato e cresciuto nella Canottieri, giocatore che lascia uno spazio vuoto, vista comunque la sua importanza. Rispetto per tutti, paura di nessuno, questo sembra essere il motto di una formazione infarcita di giovani che hanno vinto tutto a livello giovanile con il loro ” mentore ” Enzo Massa oltre ad aver recitato un ruolo da protagonisti con le rispettive nazionali. Umberto Esposito, marcatore del centro arcigno, giovane premiato come miglior giocatore alle ultime finali Under 20, Edoardo Campopiano, azzurrino di Nando Pesci, mancino, cresciuto molto in questi anni affrontando avversari di spessore, Biagio Borrelli, centroboa, anche lui nel giro delle Nazionali Giovanili e poi le aggiunte, quelle di Antonio Maccioni e Michele Baviera, altri due prospetti molto interessanti arrivati nel più alto palcoscenico.

    Veniamo ai veterani, tra cui non si può non dedicare lo spazio maggiore a chi ha vinto tutto ed è stato protagonista con la calottina del Posillipo e della Nazionale maggiore. Non servono tante presentazioni per Fabrizio Buonocore, per i compagni e gli amici semplicemente ” Fofò “, vera ” chioccia ” del gruppo, allenatore in vasca, dispensatore di consigli e uomo chiave quando la palla inizia a pesare. Squadra costruita intorno a lui, l’esperienza in persona, il fosforo di una formazione giovane ma con la giusta personalità, come mostrato l’anno scorso, unita alla ” faccia tosta ” degli scugnizzi tipicamente napoletana. Gabriele Vassallo, che perchè no, si candida come vice Tempesti per il futuro, anche se Del Lungo per ora sembra essere avanti rispetto all’estremo difensore campano. Lui ha giocato a Capri nell’ultima amichevole contro la Spagna, lui ha tutte le carte in regola per emergere, senso della posizione, reattività e altre qualità, oltre alla giovane età dalla sua parte. Dietro c’è Pasquale Turriello, un secondo portiere con i fiocchi. Veniamo agli altri, tra cui Gigi Di Costanzo, nato al Circolo e tornato proprio lì dove ha mostrato le cose migliori della sua carriera con un maestro come Enzo D’Angelo. Giuliano Mattiello è l’altro ex posillipino, uno dei cinque presenti nella rosa della Canottieri Napoli, ottima acquaticità, visione di gioco, furbizia, giocatore davvero molto interessante, ma non è una novità.

    Tanta ” napoletanità “, tutti giocatori nati in Campania, la maggior parte svezzati proprio dalla Canottieri fin dalle prime bracciate. Grande soddisfazione averne addirittura due reduci dall’ultimo Mondiale a Kazan con il Settebello, e parliamo del centroboa Fabio Baraldi e del difensore Alessandro Velotto, due scommesse diventate realtà a Napoli, il primo napoletano d’adozione, cresciuto moltissimo alla corte di Zizza, il secondo invece fatto in casa, giallorosso doc e un emblema, un esempio di come puntare sui giovani possa essere il pregio di una società. C’è poi Darko Brguljan, che non avrà fatto tanto bene con il suo Montenegro al Mondiale, ma per cui trafiggere il portiere avversario sembra essere il cavallo di battaglia, una garanzia per il tredici di Zizza.

    Massimiliano Migliaccio attaccante Canottieri Napoli
    Massimiliano Migliaccio attaccante Canottieri Napoli

    Abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con uno dei tanti ex posillipini del gruppo, Massimiliano Migliaccio. Ha giocato infatti nell’altra squadra napoletana ma è stato protagonista con la calottina giallorossa della promozione in A1 avvenuta due anni fa. In fase realizzativa ha dimostrato sempre di rispondere presente, in qualsiasi occasione fosse stato chiamato in causa, fin dalle giovanili, proprio con i rossoverdi, fino ad arrivare alla stagione scorsa, dove comunque le sue reti le ha fatte, nonostante un impiego ridotto.

    Massimiliano, le prime due stagioni in A1 sono servite a farvi guadagnare l’etichetta di giovani terribili. Ora non siete più una sorpresa, o almeno gli avversari vi vedranno con un altro occhio, rispettandovi in ogni gara. Quale obiettivo vi prefissate per il campionato che sta per iniziare?

    La parola d’ordine dev’essere riconfermarsi, il quinto posto dell’anno scorso è stato qualcosa di grandioso ma dovremmo dimostrare di valerlo anche in questa stagione. Abbiamo perso un giocatore importante e con più esperienza ma abbiamo inserito in rosi altri giovani che già si aggiungono a una rosa dall’età media molto bassa. Dovremo dare ancora di più “.

    Buonocore rappresenta tanto per questa squadra, per la pallanuoto campana e per voi, vi dà una mano nella gestione delle situazioni ed è la vera chioccia all’interno del gruppo. La sua esperienza, con la forza degli azzurri Velotto e Baraldi, insieme alla voglia di emergere degli altri giovani. Così la Canottieri Napoli si presenta come fucina di talenti italiani e napoletani. Che ne pensi e quali meriti senti di dare a una società pulita e sana come quella giallorossa?

    Noi siamo gli allievi, Fabrizio ( Buonocore ndr ) il maestro, non può che essere così. Ogni anno dà tutto sè stesso per noi e il suo obiettivo è quello di farci migliorare, farci fare il salto di qualità. Velotto e Baraldi accrescono le qualità della nostra rosa, gli altri sono giovani ma hanno più esperienza di quanto si possa pensare, per la loro età sono già veterani e il merito sono di una società che punta molto sul vivaio. Penso sarà un bell’anno “.

    Hai sempre il braccio caldo, indipendentemente da quanto il mister ti impieghi o meno, l’hai dimostrato anche nell’ultima stagione. Dietro a uno che Brguljan non si piò che imparare ma quanto credi sia importante, per un attaccante come te, il minutaggio oltre a quella ricerca del gol che contraddistingue tutti gli interpreti di quel ruolo, e come cercherai di mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte?

    Il minutaggio per un attaccante è importante. Nella passata stagione ho avuto la bravura e fortuna di farmi trovare sempre pronto, così come quella di trasformare in gol la maggior parte dei palloni toccati. Siamo una squadra, un gruppo, dobbiamo aiutarci tutti, quindi il mio compito sarà quello di contribuire alla vittoria della Canottieri, non penso a me stesso. Poi personalmente proverò a mettere in difficoltà il più possibile il mister, ma fa parte del gioco questo “.

    Infine, dicci quale è il tuo sogno per la stagione che verrà, chi vedi come outsider in un campionato che cambia la formula e chi allo stesso tempo immagini come giocatore rivelazione.

    E’ dura fare un pronostico in un campionato che si appresta ad essere molto lungo. Mi piacciono i primi sette del Posillipo. La rivelazione? Spero faccia un gran campionato il mio amico Zeno Bertoli, anche se non sarebbe una rivelazione ormai, andato a Brescia per una nuova avventura “.

    Abbiamo presentato una delle formazioni con più giovani in rosa. L’appuntamento è in acqua. La Canottieri è pronta.

  • Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Quando si parla di Napoli spesso la gente storce il naso, pensa ad altro, ma lo sport e la pallanuoto tengono uniti tutti. Acquachiara e storia vanno di pari passo ed ecco che la compagine campana, entrata tra le pagine indelebilli della sua terra, da neopromossa, una volta coronato il suo grande sogno si appresta a viverlo e a rimanere a lungo nel grande palcoscenico dell’ A1. Due squadre nella massima serie, un vanto per la città di Napoli, l’esempio che la società negli anni ha lavorato alla grande, con serietà e umiltà, raggiungendo così gli obiettivi che si era posta.

    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1
    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1

    Un’annata da incorniciare quella della compagine allenata da Barbara Damiani, che ha visto un sogno coronarsi avendo la meglio nei play off sul Milano che comunque si è dimostrato essere avversario ostico. Restano negli occhi quelle immagini, la gioia, anni e anni di sacrifici, duro lavoro, per tagliare un traguardo chiamato “promozione“. La sconfitta in gara uno non ha demoralizzato il gruppo, le ragazze senza mai perdersi d’animo hanno prima avuto la meglio in terra lombarda per poi urlare al cielo tutta la loro soddisfazione, frutto della forza di volontà, nella loro piscina di casa, davanti a un pubblico tutto biancoceleste. L’entusiasmo della neopromossa, quello che metterà in vasca la formazione campana in questa nuova stagione, tante ragazze napoletane, altrettante nate e cresciute con la calottina dell’Acquachiara, quindi desiderose di portare ancora più in alto la loro squadra.

    Entra nella storia questa società, nata relativamente tardi, ma che già ha saputo togliersi le sue soddisfazioni. Capitanata da Franco Porzio, l’Acquachiara, già con la squadra maschile nel massimo campionato, ha aggiunto anche la formazione femminile alla Serie A1, e diciamolo, finalmente una squadra di Napoli. Partite dal basso, perchè questa è la situazione, anni e anni di Serie B, promozioni in A2, retrocessioni, montagne da scalare e dopo aver seminato tutte insieme le ragazze di Barbara Damiani hanno raggiunto la vetta, forse anche insperata, ma essendo lì ora non vorranno sicuramente recitare il ruolo di comparsa.

    L’Acquachiara, uno stile di vita, un esempio di grande serietà e dedizione nel lavoro, sia nella programmazione che nella crescita dei prodotti del vivaio, almeno in campo femminile; lo dimostrano i risultati raggiunti dalle varie formazioni giovanili, e i miglioramenti anche in campo maschile grazie all’ottimo lavoro svolto da Andrea Scotti Galletta. Nascere a Napoli può essere sempre difficile, lo sport può aiutare a combattere alcune situazioni, la Carpisa Yamamay ha portato gente in piscina e ha reso orgogliosi gli abitanti di Scampia di esserne tifosi. Un tuffo in acqua, quello per esultare alla storica promozione, che deve essere solo un punto di partenza, da lì sono ripartite le ragazze e insieme hanno fatto qualcosa di indimenticabile, per la loro società, ma anche per il movimento della pallanuoto femminile napoletana, un traguardo non da tutti. Merito anche dell’allenatrice che ha dato importanti consigli, non solo pallanuotistici, ma anche di vita, svolgento un ruolo pedagogico all’interno del gruppo.

    Le ragazze dell'Acquachiara nei festeggiamenti per l'A1
    Le ragazze dell’Acquachiara nei festeggiamenti per l’A1

    Ecco le protagoniste, coloro che rimarranno in blocco, proprio per dare continuità a quanto fatto in questi anni. La portiera Anna Iaccarino, con la seconda Miriam D’Antonio, ma vogliamo ricordare anche colei che ha ricoperto il ruolo fino a qualche anno fa, ovvero Elena Porzio, neo sposa, che ha scelto di appendere la calottina al chiodo, ma ha dato tanto per questi colori. Poi c’è il gruppo diciamo ” storico ” formato da Roberta Tortora, una delle veterane della squadra, da quando aveva 12 anni ha dato tutto per questi colori, dalla serie C fino all’A1, una scalata formidabile, Sara Centanni, nel giro delle varie Nazionali giovanili e Antonia Migliaccio, tutte e tre importanti, non solo in fase realizzativa, sono un pò l’ossatura biancoceleste; loro ci sono sempre state, nel bene e nel male, assaporando momenti luminosi e altri più bui. Rappresentano quindi il passato, il presente e sicuramente scriveranno pagine importanti annche del futuro acquachiarino. Tante giovani, lo abbiamo detto, il lato positivo della società è anche questo, perchè ragazze come le sorelle De Magistris ( Cristina e Anna ), il secondo centro Arianna Iavarone, Federica Rumolo, Fiorella Savino, Chiara Foresta e Martina Mazzola, molte di queste anche protagoniste nelle varie categorie giovanili ma pronte a fare le prime esperienze con le “grandi”.

    Artefice della promozione, a suon di gol importanti e prestazioni sopra le righe, è la ” mancina terribileMaria Giovanna Monaco, solo diciott’anni per lei che però non sente la pressione ed è diventata un punto fermo di questa squadra. Il salto di qualità l’ha fatto, ora dovrà confermarsi, visto che i margini di crescita sono ampi. Non di minore importanza sarà l’apporto delle altre, tra cui Chiara Foresta, Eliana Acampora, centroboa titolare, con diversi campionati di A1 disputati con le calottine di Volturno, Palermo e Fiorentina, che dovrà far sentire la sua esperienza in vasca, Adele Esposito e Marzia Maglitto, ex posillipina, di cui è stata anche capitano, arrivata alla corte di Barbara Damiani lo scorso anno. Si è aggiunta intanto Fabiana Anastasio, unico acquisto per ora, cresciuta molto nelle ultime stagioni con il Flegreo, avversario storico dell’Acquachiara, ma l’apporto della giocatrice napoletana sarà importante. Flegreo, squadra dove milita una grande ex della società campana, Claudia Ferrone, che tanto ha dato per questi colori e che verrà sempre ricordata.

    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara
    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara

    Riportiamo ora l’intervista con una protagonista della promozione, Antonia Migliaccio, capitano della squadra lo scorso anno. Abbiamo scelto lei, coriacea e molto impulsiva, perchè crediamo rappresenti un pò la scalata della formazione napoletana verso il traguardo più grande. La grinta in persona, la dimostrazione che non bisogna mai tirarsi indietro ma guardare avanti e lottare dall’inizio alla fine. Ha svolto tutte le trafile con la calottina bianco azzurra, non si è lasciata scalfire dalle difficoltà, mai si è abbattuta e ha raggiunto quello cui una giocatrice ambirebbe come prima cosa, ovvero scalare una montagna con la propria squadra, quella per cui si ha dato tutto fin dalle prime bracciate. Una passione, un’unica fede, quella acquachiarina, “Toti“, così la chiamano amiche e compagne, è sempre stata una guerriera, in acqua e fuori, con la “cazzimm” di chi è nata e cresciuta a Napoli. Questo è carattere, quello di chi, a braccetto con le proprie compagne è passata dal paradiso all’inferno rialzandosi sempre, fino a quella domenica di giugno, un giorno passato alla storia e coinciso con la promozione. Eccola descriverci ogni signolo momento.

    Antonia, finalmente siete entrate nella storia. La A1 è il sogno di tutti, voi l’avete raggiunta partendo dal basso, dalla serie c addirittura, risalendo fino al ” Paradiso “. Tu c’eri in ogni battaglia, avete sudato insieme e siete arrivate fin qui. Un sogno indescrivibile, te lo aspettavi?

    Beh si, se questa si può chiamare storia, sono contenta di aver contribuito a scriverla. Abbiamo fatto tanti sacrifici, tanti annni di serie B e un pò meno di A2 ma finalmente abbiamo realizzato questo grandissimo sogno. Non mi aspettavo niente di tutto questo, il nostro obiettivo era quella di disputare un ottimo campionato, la promozione è arrivata all’improvviso e chi non sarebbe contento di realizzare il proprio sogno, per di più con la propria squadra del cuore? Sono nata e cresciuta nell’Acquachiara, momenti belli con le mie compagne di squadra ne ho passati diversi, ma quello che ricordo di più e sicuramente il più importante, che terrò dentro di me per sempre, è quello di aver contribuito a pieno al raggiungimento di un obiettivo incredibile“.

    Avete fatto felice tutta Scampia e, come aveva già detto il giorno della promozione la vostra allenatrice, avete fatto sì che la pallanuoto femminile campana tornasse in auge, c’era bisogno di una squadra nella massima serie. Da ” napoletana doc ” quale sei, cosa vorrà dire portare alti i colori dell’Acquachiara in giro per l’Italia e cosa significa per tutto il movimento un tale successo? Ricordiamo che Napoli da sempre è associata alla delinquenza e tutto il resto, mentre voi avete dimostrato che con i principi e i valori, sportivi ma non solo, si possono fare grandi cose

    Sicuramente salire in A1 significa molto sia per noi che per la pallanuoto napoletana. Per me giocare con la calottina dell’Acquachiara è molto più di una passione, è vita, ormai sono 11 anni che sono in questa società e poter portare in alto questi colori rende tutto ancora più bello ed emozionante. È più facile e comodo associare Napoli e Scampia alla delinquenza perché si è più inclini a vederne il lato oscuro, ma noi ragazze con quest’occasione abbiamo avuto modo di mostrarne la faccia pulita“.

    Antonia Migliaccio
    Antonia Migliaccio

    Avete tutte e due le squadre in A1, sintomo che la societa sta crescendo, e il merito è di Franco Porzio e della figlia Chiara, di Barbara Damiani in campo femminile, Paolo De Crescenzo e Scotti Galletta in quello maschile, anche se non va dimenticato ciò che è stato fatto prima che ha permesso di porre basi solide. Di chi è il merito e chi vuoi ringraziare (ex giocatrici, allenatori) quando una stagione non semplice si appresta a iniziare? Cosa ti aspetti e quale dovrà essere la vostra forza?

    La società è un grande punto di riferimento e noi siamo una grande famiglia, senza queste due cose non si può andare avanti. Il merito di questo successo va a tutti coloro che mi sono stati vicino, la mia famiglia che nonostante tutto mi sostiene in qualsiasi momento, precedenti allenatori che mi hanno aiutato a crescere sia professionalmente che nella vita così da permettermi di superare anche momenti in cui non credevo di essere all’altezza. Ho lavorato tanto su me stessa e un grazie va alla mia attuale allenatrice Barbara Damiani, lei mi ha aiutato a capire che i sacrifici pagano sempre“.

    Infine, dove pensi  possa arrivare questa Acquachiara?

    Per il momento abbiamo fatto un solo acquisto, ma noi continuiamo sulla nostra lunghezza d’onda, affrontando questo campionato nel migliore dei modi e cercando di trarre il massimo da tutto“.

    Un solo motto, mai smettere di sognare, perchè adesso viene il bello e la Carpisa Yamamay Acquachiara cercherà di scrivere altre pagine importanti, questa volta nella pallanuoto che conta, quella di A1.

     

     

  • Faccia a faccia con Luca Damonte

    Faccia a faccia con Luca Damonte

    Continua il nostro percorso tra i prospetti per  il Settebello del futuro dopo Velotto e Fondelli ci trasferiamo a Brescia dove è appena arrivato un ottimo mancino che è cresciuto nel sempre florido vivaio savonese per arrivare in terra lombarda sotto le “grinfie” di uno che a Savona ha lasciato ottimi ricordi come: Sandro Bovo.

    Oggi facciamo due chiacchiere con Luca Damonte

    Dopo tanti anni hai lasciato casa tua, la tua Savona quali sono le tue sensazioni le tue paure o i tuoi sogni per questa nuova stagione?

    “Non nascondo che dopo tanti anni mi faccia strano non indossare la calotta biancorossa,  ma devo ammettere che ho iniziato questa nuova esperienza a Brescia con grande entusiasmo, mi trovo benissimo in una società seria e piena di professionisti. Sicuramente ora non c’è spazio per paure o sogni, ma ci sono solo obiettivi da inseguire come affermarmi ad un livello come questo e provare a vincere qualche trofeo”.

    Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza savonese? E quali dei tuoi allenatori ti ha dato di più?

    “Ho molti ricordi piacevoli, sia quotidiani dei vari allenamenti sia di vittorie, su tutte la Coppa Len a Sabadell nella stagione 2011/2012. Tra nazionale giovanile e club ho avuto molti allenatori e penso che ognuno di loro mi abbia dato qualcosa. Ricordo, infatti, con piacere  i savonesi Pisano, Mistrangelo e il più recente  Angelini, Baldineti nella mia esperienza di un anno a Nervi e i vari allenatori delle giovanili”.

    Quale compagno di squadra ti ha impressionato di più e quale avversario ti ha messo più in difficoltà?

    “Ho giocato con grandi campioni a Savona soprattutto nei primi anni dopo l ‘esperienza a Nervi.  Lo straniero che mi ha impressionato di più è Janovic mentre come italiani ho giocato con tanti campioni ma se devo sceglierne uno dico Angelini nonostante in quegli anni fosse a fine carriera. L’avversario più forte invece spero di doverlo ancora incontrare perché vorrà dire starò giocando ai massimi livelli”.

    damonte
    Luca Damonte

    Cosa ne pensi degli ultimi mondiali cosa ti è piaciuto dell’Italia e quale nazionale ti ha più emozionato?

    “Dell’Italia mi è piaciuto che nonostante un girone giocato sottotono,sia riuscita nuovamente ad arrivare tra le prime 4 squadre. Obiettivo che si ripete dal 2010. La nazionale che mi ha sorpreso invece è stata la Grecia grazie ad una grande organizzazione e giocatori molto tecnici specialmente sulle superiorità numeriche”.

    Molti lamentavano della spedizione italiana la mancanza di un mancino, ti senti pronto a essere un punto fondamentale del futuro sette bello?

    “Non nascondo che l’assenza di Gallo abbia sorpreso anche me. Questo fa capire come in nazionale nessuno abbia il posto assicurato. Io sono venuto a Brescia per continuare a migliorarmi e l’obiettivo è quindi guadagnarmi uno spazio in nazionale.  Non so se nel presente o futuro Settebello, so solo che ci proverò sicuramente”.

    Cosa ne pensi della nuova formula del campionato?

    “L’abolizione dei play off non mi convince molto ma tutto dipende come verrà organizzata la final Six. Se verrà pubblicizzata e allestita come un grande evento potrebbe risultare un bello spot per la pallanuoto.  Staremo a vedere”.

    Chiudi gli occhi e raccontaci il gol che ti sogni da sempre

    “Credo che i sogni siano importanti perché ti tengono vivo, spero di realizzarli ma soprattutto di dare il massimo per inseguirli”.

  • Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Dopo la finale sfumata nella passata stagione e un terzo posto di assoluto valore la Waterpolo Messina si presenta al via della stagione 2015-2016 piena di grandi ambizioni.

    Lo fa grazie a un gruppo solido e già abituato ai grandi palcoscenici, un allenatore esperto capace di portare le sue conoscenze e le sue qualità in una società che dopo il ridimensionamento dell’Orizzonte Catania l’anno passato è riuscito a portare sotto i colori giallorossi giocatrici del calibro di Garibotti, Aiello e Radicchi, tutte e tre asse portanti del Setterosa di Fabio Conti.

    Dopo i colpi di mercato dell’anno scorso i dirigenti messinesi si sono ripetuti in questa infuocata estate di pallanuoto, dove sono riusciti a sostituire la pur brava Sparano (portiere della Nazionale Under 20) con il numero uno della squadra di Mister Conti: Giulia Gorlero.

    Una giocatrice di livello assoluto che non avrebbe bisogno di presentazioni, ma per chi non conoscesse questo autentico fenomeno andiamo a rivisitare la sua carriera.

    Nata e cresciuta nel settore giovanile dell’Imperia è una delle artefici della miracolosa cavalcata della formazione di Marco Capanna, la quale passa dalla serie A2 ad essere assoluta protagonista della classe regina del campionato italiano.

    Il 2 maggio 2012 arriva il suo primo grande trofeo quando dopo aver battuto la squadra russa dello Yugra Khanty-Mansiysk, ha conquistato la Coppa LEN, l’anno successivo arriva anche la Supercoppa Len quando la Mediterranea Imperia si impone in un derby tutto italiano, ma soprattutto un derby ligure, sulla Rapallo Nuoto.

    ll 18 maggio 2014 arriva l’alloro più desiderato, quando di fronte al caldissimo pubblico amico l’Imperia diventa Campione d’Italia per la prima volta nella sua storia, dopo aver battuto il Plebiscito Padova; stesso avversario l’anno successivo quando una strepitosa Gorlero alza al cielo la sua seconda Coppa Len.

    Un grande colpo per una società con sogni ambiziosi, e per introdurre questa stagione che può portare qualcosa di grande abbiamo deciso di farci raccontare da una super campionessa, quale Arianna Garibotti è, le sue impressioni e le sue sensazioni all’inizio della sue ennesima preparazione pre campionato:

    Arianna-Garibotti
    Arianna Garibotti

    Sta iniziando una nuova stagione quali sono le tue impressioni e le tue sensazioni a poche settimane dall’inizio del campionato? Pensi che il tuo Messina con i nuovi acquisti sia pronto a sfidare il Padova per il trono della serie A?

    “Per quanto riguarda la nuova annata sono positiva e fiduciosa sulla campagna acquisti che la mia società quest’estate ha fatto. Il prossimo anno difenderà la nostra porta l’ex portiere dell’Imperia non che portiere della nazionale, Giulia Gorlero, atleta dotata di grande talento. Penso che l’arrivo di Giulia ci dia una marcia in più per poter mettere in difficoltà le campionesse d’Italia in carica”.

    Sei stata una delle rigoriste della fortunata finale per il terzo posto quali sono i ricordi più belli della tua trasferta a Kazan?

    “Sicuramente il ricordo più bello è stato veder entrare l’ultimo rigore e non perché l’ho tirato io ma per il semplice fatto che era il rigore che ci ha messo la medaglia di bronzo al collo”.

    Fai finta di essere la DS della tua squadra quale giocatrice vorresti nella tua società?

    “Se fossi il DS della mia squadra chiamerei sicuramente il centro-boa  americano Kamy Craig”

    Quale giocatrice può essere considerato un esempio per te e invece quale giovane ti ha impressionato in Italia o in Europa?

    “La giocatrice che considero come esempio (e  non credo solo io) è l’intramontabile Tania Di Mario con cui ho avuto la fortuna di giocarci tanti anni insieme, quando ero all’Orizzonte, e ora in Nazionale. Lei mi ha insegnato molto sia a livello pallanuotistico che personale, è veramente una persona ďoro a cui io sono molto legata”.

    La tua carriera ti ha portato da Rapallo a girare tutto il mondo, cosa ti aspetti ancora dalla pallanuoto quale è il tuo sogno nel cassetto?

    “Dieci anni fa quando ho iniziato a giocare a Rapallo non pensavo mai e poi mai che questo sport potesse diventare la mia vita; mi ha fatto girare il mondo Cina, America, Russia, Canada, Ungheria, ho fatto tanti sacrifici a 17 anni sono andata via da casa senza nessuno,lontano da tutti e da tutto quello che consideravo la mia vita però ora  sono contenta e felice delle mie scelte che mi hanno regalato qualche soddisfazione.
    Il mio sogno nel cassetto… vincere le Olimpiadi di Rio de Janeiro  il prossimo anno” .