La sesta giornata di gare alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018 proponeva diverse chance di medaglie per l’Italia, alla fine ci hanno pensato Federica Brignone e Nicola Tumolero ad arricchire il bottino azzurro, giunto ora a 5 medaglie, con due bronzi.
Come detto ci si poteva attendere un qualcosina di più, Visintin nello Snowboard Cross maschile già fuori agli ottavi, Dominik Paris 4° nella discesa libera maschile dominata dai norvegesi, Manuela Moelgg al comando della prima manche del gigante femminile e finita poi 8°, Dorothea Wierer, se pur in crescita, solo settima nella individuale di Biathlon.
Insomma tante chance bruciate ma anche due grandissime soddisfazioni, colorate di bronzo e firmate da Brignone e Tumolero.
Nella mattinata di Pyeongchang è stata Federica Brignone a far salire la bandiera azzurra sul podio olimpico.
Federica Brignone | Foto Twitter
Nel suo amato slalom gigante la campionessa valdaostana ha chiuso la prima manche al terzo posto alle spalle dalla connazionale Moelgg, prima, e del fenomeno Mikaela Shiffrin, piazzatasi al secondo posto.
Nella seconda manche Brignone non è partita benissimo e nonostante un tentativo di recupero nella seconda parte della prova, si è piazzata alle spalle della sorprendente norvegese Mowinckel.Mikaela Shiffrin ha fatto la sua super gara ed ha relegato l’azzurra al 3° posto. A questo punto una medaglia l’Italia l’aveva già in tasca, andava scoperto solo il colore. Manuela Moelgg purtroppo non è riuscita a ripetere la gran prima manche ed è scivolata indietro consegnando così il successo a Shiffrin ed una bella medaglia di bronzo a Federica Brignone.
Messe da parte diverse delusioni, giunte da snowboard cross e Biathlon, sembrava che per gli azzurri non ci sarebbero state altre medaglie ed invece la tarda serata di Pyeongchang è tornata a colorarsi un po’ di azzurro.
Il merito è stato di Nicola Tumolero che nella massacrante gara dei 10.000 metri di pattinaggio velocità, ha portato a casa una medaglia di bronzo davvero insperata.
NIcola Tumolero | Foto Twitter
Il pattinatore italiano il suo dovere lo aveva già fatto nella sua batteria, venendo sì sconfitto dal canadese Bloemen, poi medaglia d’oro con tanto di record olimpico, ma scendendo sotto la barriera dei 13 minuti e sopratutto soffiando il terzo posto, con solo due atleti che ancora dovevano scendere sul ghiaccio, per poco più di un secondo al coreano Lee Seung-Hoon.
In pista però si doveva presentare il campionissimo olandese Sven Kramer e quindi per Tumolero sembrava prepararsi un onorevole, ma pur sempre bruciante, quarto posto.
La partenza di Kramer sembrava non dar scampo all’azzurro poi, dopo 6400 metri però il campione olandese ha accusato una flessione e giro dopo giro si è sempre più allontanato da Tumolero che ha visto la medaglia di bronzo divenire sempre più concreta sino a diventare ufficiale con il traguardo tagliato da Kramer e dal tedesco Beckert, che però non è stato mai sostanzialmente in gara con l’italiano.
Martedì 13 gennaio, la scura notte di Pyeongchang si tinge un po’ d’azzurro, l’Italia nel giro di pochi minuti porta a casa due medaglie: oro con Arianna Fontana e argento con Federico Pellegrino.
Le due medaglie conquistate nella giornata odierna vanno ad aggiungersi a quella di bronzo conquistata domenica scorsa nella sprint di Biathlon da Dominik Windisch, portando così il medagliere a quota 3: un oro, un argento ed un bronzo.
Arianna Fontana era una carta pesante che l’Italia aveva nel proprio mazzo, dalla specialità dei 500 metri nello short track si era messo in preventivo un possibile gradino del podio ma la portabandiera azzurra a Pyeongchang è andata oltre le più rosee aspettative conquistando il metallo più pesante.
Nei quarti di finale Fontana è stata bravissima ad imporsi nella propria batteria, nella quale la temibile canadese St Gelais è stata squalificata. La semifinale ha visto l’azzurra partire al comando e gestire la gara quasi sempre in testa, salvo poi cedere nel finale alla padrona di casa Choi che, avendo siglato il record olimpico, ha fatto pregustare il trionfo al pubblico di Pyeongchang.
La finale ha visto l’italiana prender subito il comando e mantenere anche un piccolo vantaggio sulle avversarie. Pian piano la coreana si è rifatta sotto e, dopo un contatto con la canadese Butin, ha agganciato Arianna Fontana per un finale da brividi che ha visto la portacolori azzurra avere la meglio al photofinish per pochi millesimi. Oro Italia, argento Corea e bronzo Olanda? Assolutamente no, i giudici si sono presi diversi minuti, che sono sembrati lunghissimi, per prendere la decisione sui contatti avvenuti in gara. Il gelo, oltre a quello del ghiaccio, è all’improvviso calato sul pubblico quando è giunta l’ufficialità della squalificata della Choi con la conferma dell’oro della Fontana e con la promozione ad argento, per l’olandese Van Kerkhof, e al bronzo per la canadese Butin.
Arianna Fontana quindi dopo aver portato la bandiera italiana nella cerimonia d’apertura delle olimpiadi invernali di Pyeongchang, porta di nuovo alto il tricolore per un oro azzurro che mancava da quello conquistato da Giuliano Razzoli nello slalom di Vancouver 2010.
Neanche il tempo di festeggiare la prima medaglia d’oro di questi Giochi Olimpici che si è dovuto subito tornare a concentrarsi e a tifare per Federico Pellegrino, in corsa per una medaglia nella gara sprint a tecnica classica dello sci di fondo.
Federico Pellegrino | Foto Twitter
Anche la gara di Pellegrino era tra quelle pronosticate come portatrici di medaglie, l’unico dubbio era sul tipo di tecnica, la classica, nella quale l’azzurro è più debole rispetto alla sua amata tecnica libera.
La qualificazione, conquistata con un nono posto, ed il quarto di finale, vinto in maniera piuttosto agevole, hanno fatto intuire che per Pellegrino sarebbe potuta essere una giornata di gloria. Nella semifinale l’italiano ha dovuto inchinarsi al campionissimo norvegese Klaebo ma anche giungendo secondo si è conquistato la finale ed ha fatto intuire che ci sarebbero state tutte le potenzialità per salire sul podio.
L’ultima sfida è andata sostanzialmente come previsto, Klaebo ha prima seguito il russo Bolshunov, poi ha allungato il passo lasciando l’avversario e Pellegrino a giocarsi l’argento. Sul rettilineo finale l’azzurro ha tirato fuori tutte le energie rimaste, ha affiancato e sorpassato Bolshunov per poi resistere al tentativo estremo in spaccata del russo e conquistare così una preziosissima medaglia d’argento.
Il campionato mondiale di Sci alpino di St.Moritz 2017 si è appena concluso ed ha aggiunto ulteriore brillantezza alla già leggendaria carriera dell’austriaco Marcel Hirscher.
Il portacolori dell’Austria sulle nevi svizzere dopo la “delusione” di un argento, a solo un centesimo di distanza dal successo, in supercombinata, ha conquistato la medaglia d’oro in slalom gigante bissandola poi nell’ultima gara della manifestazione, lo slalom speciale, impresa che era riuscita nel 1996 al grande Alberto Tomba ai mondiali di Sierra Nevada.
Il double di Hirscher ha lanciato così l’immediato collegamento con il campione bolognese, chi è il più forte? L’alieno austriaco o “la Bomba”?
Ovviamente gli appassionati di sci si sono subito divisi ed ognuna delle due fazioni ha esposto le proprie motivazioni, proviamo ad elencarle.
Partiamo dal palmares: Marcel Hirscher ha dalla sua ben 5 coppe del mondo generali consecutive, con la sesta praticamente ad un passo, mentre Tomba ne ha conquistata solo una nel 1995. L’italiano però ha in bacheca 8 coppe di specialità (4 di slalom e 4 di gigante) l’austriaco, per ora, è fermo a 7 (3 di gigante, 3 di slalom speciale e una di parallelo). Anche i risultati dei mondiali portano la bilancia a pendere verso Hirscher, 6 ori e 3 argenti contro 2 ori e 2 bronzi.
Vista così sembrerebbe una partita vinta a mani basse da Hirscher, in realtà se si prendono i risultati olimpici, Tomba recupera le distanze potendo vantare le due medaglie d’oro di Calgary ’88, l’oro e l’argento di Albertville ’92 e l’argento di Lillehammer ’94. Hirscher dalla sua nelle due partecipazioni olimpiche ha ottenuto solo un argento, nello slalom speciale di Sochi 2014, Pyeongchan 2018 potrebbe però permettere ad Hirscher di aumentare la propria bacheca olimpica.
Ovviamente un parallelo tra i due atleti non può basarsi solo su freddi numeri.
Hirscher, oltre al talento nelle discipline tecniche, ha anche dimostrato di saperci fare con le prove veloci, ha ottenuto un successo in Supergigante nel dicembre 2015 a Beaver Creek, mentre Tomba ha gareggiato poche volte in velocità ottenendo al massimo un quarto posto.
Capitolo avversari, chi appoggia Alberto Tomba sostiene che i rivali dell’Albertone nazionale erano decisamente più forti, Zurbriggen, Girardelli, Accola, Nierlich, Aamodt, Stangassinger (per citarne alcuni) dei vari, se pur campioni, Pinturault, Svindal, Ligety, Neureuther.
Insomma una sfida equilibrata che non ha certo una semplice risoluzione, ci sarà sempre qualcuno che parteggerà per Hirscher, chi per Tomba, l’unica conclusione plausibile è che l’azzurro ha scaldato i cuori e fatto brillare gli occhi degli amanti dello sci in passato e che invece il fenomeno austriaco è pronto a farlo con quelli del presente e per diversi anni a venire.
L’emozionante cerimonia di chiusura, sotto una pioggia battente, ha mandato in archivio le Olimpiadi di Rio 2016.
Sedici giorni di sfide, combattimenti, partite, corse che hanno eletto gli eroi olimpici ma che hanno anche saputo toccare ogni singola emozione, dalla gioia alla tristezza, dal trionfo alla beffa atroce.
Il medagliere è stato dominato dagli Usa che hanno conquistato 121 medaglie suddivise in 46 ori, 37 argenti e 38 bronzi. Alle spalle degli Stati Uniti si è piazzata la Gran Bretagna che ha proseguito sulla positiva scia di Londra 2012. Terza la Cina. Nono posto per l’Italia che ha conquistato, come a Londra, 28 medaglie (8 ori, 12 argenti ed 8 bronzi).
Se dovessimo scegliere l’atleta copertina di questo Rio 2016 in sfida andrebbero certamente Usain Bolt, Michael Phelps, Katie Ledecky e Simone Biles.
Il giamaicano ha mostrato il suo solito show fatto di sorrisi e danze, dimostrandosi per la terza volta l’uomo più veloce del mondo andando a vincere con estrema facilità 100 metri, 200 metri e la staffetta 4×100, portando così a 9 il bottino di medaglie d’oro olimpiche.
Bolt ha annunciato il suo addio olimpico, stesso commiato anche per il fantastico nuotatore a stelle e strisce Michael Phelps, che però ha anche comunicato anche il suo definitivo ritiro. Phelps però non poteva lasciare i Giochi Olimpici senza il botto e così a Rio 2016 l’americano ha ottenuto l’oro nei 200 misti e nei 200 farfalla, ed è stato protagonista dei tre successi delle staffette 4 x 100 stile, 4 x 200 stile e 4 x 100 mista.
Sempre dal nuoto, e sempre dagli Stati Uniti si è abbattuto su Rio 2016 l’uragano Katie Ledecky. La 19enne americana ha trionfato nello stile libero sui 200, sui 400 e sugli 800 metri. Al suo bottino si aggiungono un oro ed un argento nelle staffette.
5 medaglie le ha conquistate anche la giovanissima ma super talentuosa ginnasta americana Simone Biles. I suoi salti complessi, i suoi movimenti precisi hanno incantato la giuria e tutto il pubblico.
Veniamo ad analizzare l’Olimpiade azzurra che ha visto tantissime luci ma anche qualche ombra decisamente inaspettata.
Sugli scudi va il tiratore toscano Niccolò Campriani, già oro a Londra, che a Rio 2016 ha fatto ancora meglio vincendo due medaglie del materiale più prezioso, nella carabina 10 metri e nella carabina tre posizioni 50 metri. Male invece la compagna di Campriani Petra Zublasing, arrivata in Brasile da favorita, è tornata a casa con un quarto ed un 33° posto.
Se il tiro a segno ha registrato l’exploit di Campriani, il tiro a volo ha regalato gioie enormi alla pattuglia azzurra: l’oro di Rossetti nello skeet maschile, la doppietta oro ed argento di Diana Bacosi e Chiara Cainero nello Skeet femminile, l’ennesimo argento di Pellielo nel Trap maschile e la medaglia dello stesso metallo di Innocenti nel Double trap maschile.
La scherma ci ha probabilmente abituato troppo bene e il bottino di un oro, Garozzo nel fioretto maschile, gli argenti di Rossella Fiamingo e Elisa Di Francisca rispettivamente nella spada e nel fioretto femminile, e quello della squadra maschile di spada, sembrano davvero un risultato deludente. Sicuramente rimane l’amaro in bocca per la prestazione negativa di Arianna Errigo praticamente subito fuori nel fioretto femminile.
Gioie e dolori anche dalle piscine di Rio de Janeiro, entrambe le squadre di pallanuoto sono arrivate a medaglia, argento per il Setterosa inchinatosi solo alle invincibili americane, bronzo per il Settebelloche dopo il ko in semifinale con la Serbia s’è imposto nella finale per il 3°-4° posto contro il Montenegro.
Strepitosa la prestazione di Gregorio Paltrinieri, dominatore dei 1500 stile libero, il ragazzo di Carpi ha completato il percorso di successi, adesso manca solo il record del mondo di Sun Yang che non pare così irraggiungibile. A far sorridere l’Italia nel nuoto in vasca ci ha pensato anche Gabriele Detti che si è portato a casa un doppio bronzo nei 400 stile e in quei 1500 già citati per Paltrinieri. Le gioie per il nuoto in corsia finiscono sostanzialmente qua, la tanto attesa medaglia di Federica Pellegrini non è arrivata e la campionessa italiana ha dovuto masticare amaro per il 4° posto nei 200 stile. Per il resto troppe poche finali raggiunte, il nuoto italiano ha molto da lavorare per presentarsi alla grande a Tokyo 2020.
Tania Cagnotto ce l’ha fatta, alla sua ultima olimpiade, e dopo la cocente delusione londinese, la campionessa bolzanina ha conquistato la prima medaglia olimpica, mettendosi al collo l’argento insieme a Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3 metri. La Cagnotto però non si è limitata e nel trampolino 3 metri ha conquistato uno straordinario 3° posto alle spalle delle inarrivabili cinesi.
Una medaglia è arrivata anche dal nuoto di fondo, argento per Rachele Bruni nella 10 km femminile, mentre le ragazze del nuoto sincronizzato hanno ottenuto un ottimo 5° posto.
Successi e tanta sfortuna nel ciclismo azzurro. Elia Viviani si è ripreso quello che aveva perso a Londra 2012 e nella massacrante gara dell’Omnium su pista si è messo al collo la medaglia d’oro. Vincenzo Nibali ha visto invece scivolare via, a causa di una caduta in discesa a pochi km dall’arrivo, una medaglia quasi certa. A riportare il sorriso in casa Italia ci ha pensato Elisa Longo Borghini con il bronzo nella gara in linea femminile e con una cronometro che ha fatto sognare tutta Italia per molti chilometri. Non bene la Mountain Bike.
Non saranno più i tempi dei fratelli Abbagnale, ma il canottaggio è da sempre fornitore di medaglie per la spedizione italiana. A Rio 2016 sono arrivati due bronzi con il due di coppia e con il quattro.
Anche gli sport di lotta hanno arricchito il medagliere, nel Judo Fabio Basile ha conquistato la medaglia d’oro che è stata poi la 200° nella storia olimpica azzurra. Odette Giuffrida ha invece vinto un prezioso argento. Un pizzico di delusione per Frank Chamizo nella lotta libera, visto il suo palmares recente ci si attendeva l’oro ed invece è arrivato un comunque buon bronzo.
La Pallavolo ha mostrato due facce completamente diverse, gli azzurri di Blengini hanno disputato uno straordinario torneo pur non riuscendo a rompere la maledizione olimpica e cedendo in finale al Brasile. Disastrose invece le ragazze di Bonitta che sono state eliminate al primo turno con il misero bottino di una vittoria e cinque sconfitte.
Si sono dovuti svegliare dal sogno, in una notte di pioggia violenta sulla spiaggia di Copacabana, il duo del Beach volley maschile Lupo e Nicolai. La coppia azzurra si è arresa solo al Brasile ma l’argento è comunque un risultato storico per il Beach italiano.
L’atletica è stata semi disastrosa, all’infortunio di Tamberi si è aggiunta la squalifica di Schwarzer che ha praticamente azzerato le speranze di medaglie italiane. Sorrisi però arrivano da Trost e Rossit in finale nell’alto femminile e da Libania Grenot che ha conquistato la finale personale nei 400 metri ed ha trascinato all’ultimo atto la 4×100.
Bocciature per il Tennis, si sperava nel duo Errani-Vinci fermatosi ai quarti, per il Tiro con l’Arco, solo un 4° posto per la squadra femminile e niente più, per il Triathlon che non ha proposto alcun azzurro nelle posizioni nobili, e per la Boxe che nonostante molte aspettative, è rimasta a secco.
Amaro in bocca per la Ginnastica Artistica e per quella Ritmica, al 4° posto di Vanessa Ferrari nel corpo libero, s’aggiunge quello delle Farfalle, pochi centesimi di punto che hanno causato lacrime di tristezza anzichè di gioia.
Lasciano intravedere un pizzico di sereno per il futuro la Canoa Velocità e la Canoa Slalom.
Male anche la Vela, dove c’erano un paio di carte da medaglia, ed il Golf che non ha visto alcun azzurro protagonista.
Questa è probabilmente una delle frasi più conosciute di Mohammad Ali, vera e propria leggenda della Boxe che nella notte scorsa ha dovuto arrendersi ad un avversario, il Parkinson, con il quale ha combattuto per parecchi anni nella propria vita.
Ali si è spento nella notte scorsa, all’età di 74 anni, dopo esser stato ricoverato per complicazioni respiratorie aggravate proprio dal morbo di Parkinson.
Cassius Clay, questo era il suo vero nome prima della conversione alla religione musulmana, era nato il 17 gennaio 1942 nella città di Louisville in Kentucky. Iniziò a praticare la boxe da giovanissimo raggiungendo il suo apice, da dilettante, conquistando la medaglia d’oro olimpica a Roma 1960.
Passato professionista Muhammad Ali conquistò il titolo dei pesi massimi nel 1964, da sfavorito, contro il campione in carica di allora Sonny Liston.
Negli anni a seguire Ali si convertì all’Islam e continuò nella sua striscia di vittorie.
Nel 1971 salì alle cronache per il suo rifiuto di combattere nella guerra del Vietnam, scelta che gli costò il ritiro della licenza. Ritornato sul ring cercò di riprendersi il titolo dei massimi che era in mano a Joe Frazier, ma fallì subendo la sua prima sconfitta.
In seguito Muhammad Ali ebbe modo di rifarsi e si giunse allo storico incontro con George Foreman disputato a Kinshasa nello Zaire, denominato “The Rumble in the Jungle”, per dimostrare chi fosse il più forte in assoluto. Alì ottenne la vittoria con una tattica mai vista, incassò per alcune riprese e poi sfruttando la stanchezza dell’avversario infilò una serie di colpi che non lasciò scampo all’avversario. Un incontro che ha definitivamente lanciato Muhammad Ali nella leggenda.
Ritiratosi nel 1981 ad Ali fu diagnosticato il morbo di Parkinson nel 1984, commovente la sua apparizione come ultimo tedoforo nell’apertura dei Giochi Olimpici di Atlanta 1996: un uomo visibilmente segnato dal Parkinson, si notava dal tremolio della mano sinistra, che però con forza ed orgoglio stringeva nella mano destra la fiaccola con la quale accese il braciere.
Le sue apparizioni pubbliche da quel giorno si fecero sempre più rare, l’ultima ad aprile scorso mostrava un Muhammad Ali indebolito e con gli occhiali scuri, un’immagine che non dava sicurezze ma che anzi portava alla mente quei timori di perderlo, concretizzatisi poi nella notte del 3 giugno a Phoenix.
Concludiamo questo ricordo e saluto della leggenda Muhammad Ali riportanto le sue parole pronunciate dopo il famoso match con Foreman “The Rumble in the Jungle”.
L’ho detto a tutti quelli che mi criticano che sono il più grande di tutti i tempi. Non datemi perdente fino a che non ho 50 anni.
Dopo più di un mese di stop dettato dagli impegni europei il campionato riparte. Brescia–Pro Recco, ovvero prima e seconda, contro, laddove potenzialmente le due squadre sarebbero appaiate, visto che i liguri devono ancora recuperare una sfida. Il match clou di questa giornata, l’ultima dell’andata, è sicuramente quello della Mompiano, remake anche della finale scudetto degli ultimi anni. Un ritorno in acqua per tutte le squadre, molte delle quali costrette a fare a meno in questo periodo di diversi giocatori, il che ha falsato un pò la preparazione, nonostante alcune formazioni abbiano scelto la via del ritiro.
Pro Recco
Una sfida dove, nonostante la stanchezza accumulata da diversi giocatori dell’uno e dell’altro schieramento, sarà spettacolare, quella tra Brescia e Pro Recco. Gli uomini di Bovo, senza Del Lungo e Presciutti, oltre a Randjelovic e Molina, hanno lavorato duramente per arrivare pronti all’appuntamento. E’ stato più difficile per la Pro Recco, con quasi tutta la rosa impegnata a Belgrado, con i giocatori delle varie nazionalità, ma questa mattina i ragazzi allenati da Pomilio sono tornati al lavoro, concentrati verso la gara che verrà trasmessa in diretta su Raisport venerdì alle ore 20.50. Da valutare le condizioni di Ivovic, infortunatosi nella finale dell’Europeo, tutti gli altri sono a disposizione del mister. La fisicità sarà la chiave di volta di questo match, chi saprà difendersi meglio, chi sfrutterà a dovere le superiorità numeriche avrà la meglio. Pro Recco favorita, ma il Brescia ha sempre dimostrato di poter dar fastidio ai campioni d’Italia.
E’ pronto ad avvicinarsi, anche se la corsa per le prime due posizioni sembra ormai scritta, la Bpm Sport Management. La squadra di Baldineti ha passato le festività al caldo, con allenamenti in Australia tra Natale e Capodanno, tornata a casa con in testa la volontà di consolidare il terzo posto. Contro la Florentia, penultima a 4 punti, i mastini non dovranno fare l’errore di sottovalutare l’avversario, capace comunque di mettere in difficoltà chiunque, nonostante i risultati non sorridano di certo alla compagine di Vannini. L’approccio e la concentrazione durante la gara saranno importanti per non rischiare che i toscani, senza nulla da perdere, possano giocare un brutto scherzo.
Sabato alle 15 il Robertozeno Posillipo proverà il colpaccio alla Zerilli contro un Savona che, prima della sosta, era stato capace di andare a espugnare la vasca di Bogliasco, non senza polemiche. Gli uomini di Angelini hanno potuto lavorare a ranghi completi, mentre il Posillipo, senza Gallo e Buslje, impegnati con Italia e Croazia, hanno dovuto contare anche sulle non perfette condizioni del centroboa Klikovac. Il montenegrino in forse, ma Occhiello proverà a recuperarlo per una gara che vale molto, perchè dopo una partenza positiva e qualche risultato altalenante i rossoverdi cercano di nuovo di dare continuità al loro campionato. Dall’altra parte il Savona, partito così e così, si è ripreso e, con una vittoria contro i campani, risalirebbe ulteriormente la china.
Le altre napoletane, ovvero Acquachiara e Canottieri, saranno impegnate l’una contro il Sori alla Scandone, l’altra in terra siciliana contro l’Ortigia. La squadra di Paolo De Crescenzo non dovrà fare l’errore commesso anche altre volte di giocare sotto ritmo, pensando di averla già vinta perchè, nonostante occupino l’ultimo posto, i granata del Sori in questo mese hanno potuto lavorare duramente con il nuovo allenatore, provando soluzioni nuove e concentrandosi su quello che dovrà essere l’obiettivo da raggiungere da qui alla fine, quello dei play out, per poi ambire alla salvezza. Gara delicata per la formazione campana, la classica da ” figuraccia “, dove servità tenere alta l’attenzione.
Lo stesso sarà per la Canottieri Napoli di Paolo Zizza, con il tecnico tornato da poco perchè impegnato a Belgrado nel ruolo di secondo allenatore del tecnico Fabio Conti. Darko Brguljan è stato uno dei migliori del Montenegro e ai suoi gol si affideranno anche i giallorossi a partire da sabato. L’avversario sarà l’Ortigia del capocannoniere dell’Europeo Stevie Camilleri; tra le mura amiche i biancoverdi di Gino Leone hanno sempre detto la loro, creando patemi un pò a chiunque quindi, nonostante la terzultima posizione occupata, i siciliani non si daranno per vinti.
Veniamo ora alle due romane, il Vis Nova vuole rialzarsi dopo la sconfitta nel derby, davanti al loro pubblico la squadra di Ciocchetti riceverà un Bogliasco con il dente avvelenato per la sconfitta contro il Savona. Una gara da tripla, dove il fattore campo e le difficoltà di giocare in una vasca come quella del Foro, con tutte le complicazioni del caso, potrebbero favorire i padroni di casa. Occhio al Bogliasco, capace di giocarsela con tutti anche lontano dalla Vassallo.
La Lazio di Formiconi è tornata a sorridere prima della sosta, ora l’obiettivo è continuare la risalita, visto che i punti che la separano dai cugini sono solo quattro. Gli stessi che dividono i capitolini dal Trieste e saranno proprio gli alabardati a ospitarli alla Bruno Bianchi. Gli allenamenti della squadra di Piccardo sono stati intensi, il common training con la squadra ungherese allenata da Tommy Marcz, nostra vecchia conoscenza, sono serviti molto a Petronio e compagni. Guimaraes ha fatto ritorno dalla nazionale brasiliana, Marko Elez, dopo un Europeo deludente, anche, quindi i giuliani, al completo, venderanno cara la pelle per aggiudicarsi un altro scontro diretto in chiave salvezza. Per la Lazio l’entusiasmo potrebbe e la nuova linfa data dal cambio di allenatore potrebbero essere i fattori.
Un europeo dove ci sono buoni propositi. Settebello e Setterosa possono dire la loro e non sono state di certo le due partite di esordio ad alzare le speranze di una pallanuoto azzurra che negli ultimi anni sta dimostrando una crescita notevole. Una vittoria agli Europei di Pallanuoto, senza problemi, per entrambi, non è un caso che il gruppo di Campagna sia ormai da qualche competizione tra le prime quattro, possibilità di arrivare in alto buone come quelle delle ragazze di Conti. La Kombank Arena di Belgrado, sede di questo Europeo, ha dimostrato di poter essere gremita al punto da far venire i brividi, ma nessun timore.
Kombank Arena tinta di azzurro
La Serbia, solita “schiacciasassi”, si è candidata alla vittoria con una prima gara super contro la Croazia, sarà la squadra da battere, ma noi non ci diamo per vinti e potremmo dare fastidio, abbiamo le qualità e la testa per farlo. L’Olanda, al femminile, è l’alterego dei serbi, e le azzurre dovranno fare attenzione anche alla Spagna, ma poi tutto è possibile. La prima a scendere in vasca sono state proprio le giocatrici del Setterosa, una partenza un pò con il freno a mano tirato, ma alla prima partita, con i carichi di lavoro che si sono fatti sentire oltre modo, ci può anche stare. La superiorità, tecnica e tattica, è venuta fuori alla distanza, l’arma del contropiede, ben sfoderata da Bianconi e compagne, al netto di una lucidità sotto porta che dovrà aumentare con l’andare avanti della competizione.
Teresa Frassinetti, tra le migliori del Setterosa
La Francia, dopo un inizio positivo, agevolato anche da un’Italia imballata, si è andata sciogliendo sotto i colpi sferrati dal Setterosa, capace nelle ultime due frazioni di far male alle transalpine e lasciare inviolata la porta di Gorlero. 10 a 3 il risultato finale, con una Teresa Frassinetti super ai due metri, non era una novità; si attendono miglioramenti, i quali non ci sono dubbi arriveranno, visto che servirà essere al top nelle partite che contano, ovvero dagli ottavi di finale in poi.
Veniamo ora al Settebello, che in serata si è fatto beffe della Germania vincendo per 16 a 5 una gara dominata in lungo e in largo anche se, a trovare proprio il pelo nell’uovo, la terza frazione ha visto un rilassamento eccessivo della squadra allenata da Sandro Campagna. La scelta di Bodegas è stata azzeccata, un tuttofare che serviva a questa formazione, ma sono stati i centri i veri protagonisti, sia Aicardi, come al solito, che Baraldi. Non è il caso di fare nomi, ma a parte un inizio un pò così e così, con qualche errore di troppo, l’Italia è stata perfetta, così come la vuole il suo tecnico, concentrata, forte in difesa, dinamica e imprevedibile davanti.
Michael Bodegas in azione
Tutto è andato liscio, superiorità numeriche sfruttate con una buona circolazione di palla e ottime soluzioni, l’attenzione alta per quasi tutta la durata dell’incontro e una Germania resa piccola piccola da una prestazione superlativa; un pò di appannamento in alcune circostanze, ma altamente preventivabile. Le gare vere arriveranno più avanti ma, incrociando le dita e facendo gli opportuni calcoli, il nostro percorso almeno fino al quarto di finale dove potremmo incrociare la Spagna, dovrebbe essere agevole. La Serbia su tutte, poi Italia, Grecia, Croazia e, mettiamoci anche Montenegro e Ungheria, senza sottovalutare la formazione iberica, che non potranno ripetere la figuraccia mostrata all’Europeo, a giocarsela ad armi pari, chi più chi meno. E’ in palio il pass olimpico, ma Settebello e Setterosa hanno dimostrato di poter recitare il ruolo di protagoniste.
Roma padrona in questo girone sud della serie A2, si perché la squadra capitolina allenata da Fiorillo sta imponendo un ritmo esasperato che fino ad ora le sue avversarie non riescono a sostenere. Domani Faiella e compagni ricevono tra le mura amiche l’Aqavion, la quale dopo i tre punti conquistati nella prima giornata sono incappati in due sconfitte consecutive. Per la squadra di Bencivenga una sfida difficile contro una formazione che mostra di avere valori di una categoria superiore.
Fermi a quota sei e in seconda posizione sono anche Arechi e Catania che si affrontano in questa quarta giornata per il ruolo di diretta concorrente al primato della Roma, una sfida nella sfida tra due giocatori quali sono Brguglian e Massa. Due goleador che si sono rivelati in queste prime giornate un valore aggiunto per le loro formazioni, ma oltre a loro questa sfida mette in mostra molti giocatori di talento che potranno essere protagonisti in questo lungo campionato: per i catanesi Kacar e Torrisi mentre per l’Arechi segnaliamo Postiglione ed Esposito.
Terza squadra a quota sei è il Civitavecchia che vola fino a Cagliari, in casa della formazione di Marcello Pettinau, per sfidare una Promogest in crescita nelle ultime giornate visto anche la vittoria nell’ultimo turno contro l’Aqavion trascinati da un Vuleta con il braccio caldissimo in zona gol. Il Civitavecchia invece (in attesa del recupero con la 7 Scogli) punta dritto verso la vetta grazie ad una forma fisica eccellente e un gruppo consolidato che oramai da diverse stagione lotta per le prime posizioni nella griglia playoff.
A braccetto con la Promogest, a quota 4, troviamo la Telimar Palermo che sfida in un super derby siculo la C.c 7 Scogli ferma a quota 1 in classifica. Fari puntati su Fabiano del Palermo che nella passata giornata ha siglato ben 5 gol (purtroppo non sono bastati a impedire la sconfitta della sua formazione), un giovane talento che si sta imponendo come nome nuovo in questo campionato. Non più giovane ma sempre in formissima è invece Enrico Trebino, ex di turno di questa partita, che dopo la promozione conquistata l’anno scorso a Sori è tornato in Sicilia per portare la sua esperienza al servizio di un ottima squadra quale è il Telimar.
Anche il Salerno dopo 3 giornate ha totalizzato 4 punti e in questa ultima giornata del 2015 affronta il Latina in trasferta. La formazione di Citro che nella passata giornata è stata sconfitta in casa, in quella che è sempre stato il suo fortino invalicabile, contro la capolista Roma Nuoto; affronta la formazione laziale forte di una coppia gol come Lobov e Pica due giocatori capaci di trasportare i loro compagni nelle zone tranquille della classifica. Dall’altro canto, invece, il Latina si trova in una posizione di classifica difficile in ultima posizione con 1 punto che non può lasciare tranquillo, prima delle vacanze natalizie, mister Lorenzini.
Ultimo insieme al Latina è la Roma 2007 che affronta in trasferta i Muri Antichi , a quota 3 punti in classifica, che davanti al pubblico amico vuole chiudere in bellezza questo 2015 che con l’arrivo di mister Maugeri in panchina ha portato ad una crescita costante di Scebba, Barbaric e compagni. La Roma, a dispetto dei suoi concittadini della Roma Nuoto, sta avendo molte difficoltà in questo inizio campionato ma i ragazzi di Bevilacqua avranno modo di riprendersi nelle prossime giornate per una lotta salvezza che si preannuncia infuocata.
Siamo arrivati all’ultima giornata prima della sosta natalizia. Il Camogli vuole finire con solo vittorie il 2015, mentre Torino, Lavagna e Quinto dietro non vorranno perdere il treno. I piemontesti hanno il tabù trasferta da sfatare e a Bologna non sarà semplice, come non sarà una passeggiata nemmeno per le altre due liguri, una impegnata a Lodi contro il Club Wasken Boys, l’altra a Imperia contro la formazione allenata da Pisano, entrambe capaci in queste prime giornate di sfruttare il fattore casalingo. La sfida tra Albaro Nervi e Bergamo vale tanto per entrambe, il sapore è quello di uno spareggio, la palla peserà più del dovuto. Il Padova riceve il Chiavari e quale medicina sarebbe meglio di una vittoria in una vasca ostica per chiunque.
Pallanuoto Bergamo Alta
Il Camogli vuole proseguire il suo cammino finora lineare, ma la sfida di domani sarà una prova di maturità. Per adesso la squadra di Magalotti ha dimostrato una quadratura singolare, attacco che sta rispondendo bene alle richieste dell’allenatore, salvo qualche errorino in superiorità dettato dalla frettolosità in alcune circostanze, ma soprattutto una fase difensiva praticamente perfetta. Tre vittorie in altrettanti match disputati, domani i bianconeri nella piscina di Borzoli troveranno una Crocera motivata dopo i tre punti conquistati in quel di Chiavari, per cui il pronostico non sarà scontato.
Spazio R.N Camogli
Farà bottino pieno chi riuscirà a difendere meglio; i padroni di casa, ancora privi dello squalificato Campanini in panchina, cercheranno con Ivaldi di bissare l’ottimo prova di una settimana fa. Pericolo numero uno, Beggiato, sponda Camogli, mentre proprio gli ospiti dovranno limitare lo stato di forma di Luca Fulcheris.
Torino e la vittoria in trasferta, quella ormai sconosciuta. I piemontesi hanno un conto in sospeso con quello che ormai sembra diventato un’osessione. Contro il Bologna gli uomini di Aversa proveranno a invertire la rotta, anche se i felsinei allo Sterlino venderanno cara la pelle, rialzandosi subito dopo la sconfitta di Lavagna che, pur facendo quello ante cose buone, ha evidenziato un limite, quello in superiorità numerica, dove i bolognesi hanno avuto una percentuale pessima. Si baseranno ancora una volta sulla vena realizzativa del loro bomber Baldinelli, anche se Vuksanovic dall’altra parte, con la sua fama da cecchino, proverà a condurre i suoi verso una vittoria che sarebbe fondamentale in chiave classifica, per non perdere terreno sulla capolista.
Quel treno che non vuole perdere nemmeno il Lavagna di Marco Risso. Ambiente caldo a Lodi, non ancora valso i tre punti però per il Club Wasken Boys, ancora incapace di vincere tra le mura amiche ma di andare a fare il colpaccio a Bogliasco contro il Quinto all’esordio. L’etichetta di ” ammazza grandi ” per la formazione di Crimi, diventata anche la rivelazione di queste prime tre giornate. Il Lavagna ha lasciato già due punti a Padova, quindi non vorrà fallire un altro appuntamento, nonostante le condizioni fisiche di Parisi e Oneto non siano delle migliori e i lodigiani potrebbero fare leva proprio su questo, basandosi molto sulla forza offensiva delle proprie bocche da fuoco.
Deve stare attento anche il Quinto.
Sporting Club Quinto sabato contro Wasken Boys Fanfulla a Bogliasco alle ore 18
I biancorossi già l’anno scorso non avevano passato un Natale sereno; per non ripetersi ci sarà bisogno di una prova da squadra, dato che l’Imperia alla Cascione ha già dimostrato contro il Chiavari di essere una brutta gatta da pelare. Non si è ancora visto il vero Quinto di Paganuzzi, quella di domani e le vacanze serviranno per mettere fieno in cascina e tornare nel 2016 con nuove motivazioni, cresciuto sul piano fisico e del gioco. I giallorossi di Pisano per contro a Camogli hanno mostrato due facce, abbastanza bene la fase difensiva, meno quella offensiva, con una sterilità eccessiva negli ultimi due tempi.
Il Chiavari nelle ultime due settimane ha perso alcune certezze, le due sconfitte consecutive non hanno certo aiutato il gruppo, così come la perdita di Botto, pesata molto nelle casse verdeblù nell’ultima gara casalinga. Serve una reazione da parte del gruppo, anche se la piscina del Plebiscito si trasfomerà in un catino per l’occasione, sapendo il Padova di avere la chance di guadagnare altri punti in ottica salvezza nella loro vasca di casa. Il parziale subito nel secondo tempo contro il Torino ha tagliato le gambe ai veneti, grinta e fisicità saranno la chiave per aver la meglio sulla squadra di Federici, che si presenterà con il dente avvelenato e vorrà evitare il terzo risultato negativo consecutivo, che farebbe piombare i liguri in una crisi.
Chiude la giornata la sfida tra Albaro Nervi e Bergamo. Una sfida da dentro o fuori, anche se è presto per dare verdetti. Sulla carta saranno queste, insieme ad altre due o tre compagini, a darsi battaglia fino alla fine per lotta salvezza. Sono motivati i ragazzi di Dorigo che, nonostante le sconfitte, finora ha avuto risposte positive dal gruppo. Le stesse che cerca Foresti dai suoi; mancheranno il portiere Antonelli, impegnato con la nazionale verdeoro, la cui perdita peserà molto, come è in forse la presenza di Emanuele Foresti, ma quella che andrà in scena sarà una sfida affascinante e combattuta tra le due compagini.
Alla terza giornata di A2, sia a nord che a sud, c’è una capolista solitaria. Sono Camogli e RomaNuoto le due squadre in testa finora, a punteggio pieno. C’è tanto equilibrio, con tutte le squadre in grado di andare a fare punti anche contro ogni pronostico, ne è la dimostrazione la vittoria dell’Arechi nella vasca del Telimar Palermo o quella della Crocera contro un Chiavari che, con due sconfitte consecutive, si è tuffato in un periodo buio dopo il buon esordio. Il Torino è la seconda forza del girone Nord, poi tante squadre vicine, con le sole Albaro Nervi e Bergamo a zero punti, nonostante prestazioni comunque buone. Si muove la classifica in fondo anche a sud, con Roma 2007 Arvalia e 7 Scogli che, nello scontro diretto, non si fanno male e finiscono in parità la loro battaglia.
Spazio Rari Nantes Camogli contro Bergamo sabato alla Giuva Baldini, fischio d’inizio ore 19
Viaggia il Camogli di Magalotti e sono 9 i punti conquistati dai bianconeri in tre partite. Pochi gol subiti, a dimostrare come il miglior attacco sia la difesa. Il 7 a 2 contro l’Imperia, capace di battere una settimana prima il Chiavari, dimostra la solidità di una squadra che, in virtù di una partenza un pò rallentata delle altre, è solo in vetta. E’ presto, ma le convinzioni di questo gruppo e la serenità, unita alla vicinanza della gente, potrebbero essere un ingrediente favorevole. I giallorossi di Pisano non hanno sfruttato la loro arma migliore, ovvero il contropiede, ma comunque hanno saputo a tratti fare il loro gioco, anche se la percentuale in superiorità numerica, con un segno zero, è stata alquanto deficitaria, come l’incapacità di segnare per oltre due tempi, dovuta anche alla gestione ottimale dei padroni di casa.
” Roma caput mundi “, è questo il titolo per il girone sud, dove l’alterego dei liguri è senz’altro la RomaNuoto di Mario Fiorillo, in tanti punti accomunabile ad essi, per carattere e soluzioni. In quel di Salerno è stata una gara nella gara. Decisi, spietati e forti i capitolini, guidati da un super Luca Fiorillo, insieme a Faiella una certezza in fase realizzativa, e con un Washburn già a i livelli di un tempo tra i pali. Vasca difficile, avversario che va sotto nel punteggio e che sembra in difficoltà, prova a tornare con il carattere, l’espulsione definitiva per gioco violento dovrebbe dare fiducia alla squadra di Citro, invece sono proprio i romani a riprendere le redini del gioco con veemenza. Un gruppo con gli attributi, una difesa bunker e un attacco che rende. 11 a 6 alla fine e il girone sud ha già la sua dominatrice.
Chi si aspettava di vedere il Lavagna o il Quinto in testa dopo tre giornate vedendo la classifica stupisce come i ragazzi di Marco Risso siano secondi a sette punti, mentre i biancorossi, in virtù della sconfitta all’esordio siano addirittura a sei. Nonostante queste analisi, che trovano il tempo che trovano, il Lavagna si rifà contro una formazione che farà poco parlare di sè, forse per un gioco non spumeggiante, ma molto efficace. I tre punti in casa erano un obbligo, ma non erano scontati contro il Bologna. Non sarà stato il Lavagna migliore, ma quanto ha messo in acqua è bastato per portare a casa il risultato. Nemmeno Baldinelli, con la sua ” manita “, ha evitato una sconfitta ai felsinei, rei di una percentuale a uomo in più pessima.
C’è il Torino al secondo posto, una delle compagini quella di Aversa che, come volevasi dimostrare e in linea con il percorso degli anni scorsi, in casa è quasi perfetta, mentre fa più fatica lontano dalla Monumentale. Il secondo tempo non lascia scampo al Padova di Walter Fasano, ed è quel parziale a costare caro ai veneti, per tutto l’incontro attenti e aggressivi come al olito, efficaci a uomo in più e bravi a sfruttare le occasioni. Irriconoscibili nella seconda frazione, senza nulla togliere ai padroni di casa, che per essere una squadra vera e ambire ai play off dovranno iniziare a carburare anche lontano dalle mura amiche. Vincere le partite in casa può bastare, ma per avere più ambizioni si deve fare qualcosa di più fuori.
Al secondo posto al sud, ma con la speranza, vincendo il recupero con i 7 Scogli e di agganciare in vetta la Roma, c’è il Civitavecchia. Sono tre punti importanti quelli conquistati dalla squadra di Pagliarini ma, nonostante si parli di sconfitta, anche quella di Maugeri esce rinforzata da una gara giocata ad armi pari dove la rimonta non è stata completata. Il tecnico dei Muri Antichi ha tratto risposte dai suoi giocatori, ma la forza del Civitavecchia è venuta fuori nei momenti difficicili e, grazie alla capacità dei più esperti di trascinare i compagni, alla fine il risultato sperato è arrivato, anche se la sofferenza poteva essere minore.
Può sorridere l’altra parte della Sicilia, ovvero il Catania, anche se il primo tempo aveva fatto prendere paura al pubblico di casa. Il Latina, in grado di mettere in difficoltà gli uomini di Dato fino al suono della seconda sirena, escono anzi tempo dalla gara e sembrano quasi sfiduciati a ogni rete subita dagli avversari. Segnano undici volte negli ultimi sedici minuti i siciliani, lasciando ai pontini allenati da Lorenzini solo le briciole. Una caduta libera inspiegabile, dove conseguentemente Kacar, Torrisi e Massa, autori della maggior parte delle reti, hanno avuto la strada spianata. Il Catania può essere di nuovo una seria candidata ai play off, anche se dovrà sempre tenere l’attenzione alta, senza sbavature, contro formazioni più ostiche mentre il Latina visto sabato, quello dei primi due tempi, lotterà per la salvezza.
C’è tanto equilibrio al Nord, parlando di zona salvezza,; per ora in fondo ci sono l’Albaro Nervi e il Bergamo, ma sarà proprio la prossima sfida a lasciare, in caso di vittoria di una delle due, l’altra in fondo alla classifica. I primi, nonostante una prova meno intensa rispetto a quella contro il Camogli di una settimana prima, non sfigurano a cospetto di un Quinto che non è ancora al top della forma. Se si ha negli occhi la squadra tutta cuore e polmoni degli anni scorsi questa è ancora lontana parente, ma piano piano il gruppo tornerà a quei livelli. Il merito va anche all’Albaro Nervi, capace comunque con la sua difesa ben gestita da Vio, di mettere in difficoltà un attacco che, da schierato, fa ancora tanta fatica.
Il Bergamo perde contro il Wasken Fanfulla e non sfrutta il fattore vasca. Antonelli questa volta non fa la differenza tra i pali, nonostante una prestazione positiva, e i lodigiani, nella fase centrale del match, ne approfittano con la complicità del loro zoccolo duro bresciano, anche se guardando la prestazione non possono essere soddisfatti a pieno. Poche controfughe, ritmo basso, errori in superiorità da parte delle due squadre e partita non spettacolare ma il Wasken con sei punti in tre partite è la rivelazione di questo inizio di campionato. Per Bergamo e Albaro Nervi una vittoria varrà doppio, prima di Natale, anche se l’assenza del portiere brasiliano peserà tra le fila degli orobici.
Le vittorie in trasferta sono quelle che pesano di più, sia a nord che a sud. Importante è quella dell’Arechi nella vasca del Telimar Palermo. I campani sono la rivelazione, già due gare vinte, ma questa contro i siciliani, privi di Lo Cascio, non una pedina da poco, è una grande iniziezione di fiducia per i ragazzi di Grieco. Di Patti bloccato bene dai difensori , non è bastato un super Fabiano, capocannoniere del girone, a evitare una sconfitta casalinga pesante contro un avversario che darà del filo da torcere a tanti. Per la banda di Quartuccio l’assenza del centroboa titolare è stata come una spada di Damocle.
Belle vittorie esterne per Promogest e Crocera. I sardi, con un Vuleta top scorer autore di cinque gol, hanno la meglio sull’Aqavion Del Bo, nonostante il cuore oltre l’ostacolo gettato dai padroni di casa. Tre punti d’oro per la truppa di Pettinau, dopo un pareggio in due gare. In fondo rimangono la Roma 2007Arvalia, capace come i 7 Scogli di fare il primo punto stagionale, dopo esserci andata vicino in altre situazioni.
Lo stesso cammino del Cagliari al nord lo sta facendo la neopromossa Crocera. Vincere a Chiavari non è mai semplice, ma i ragazzi di Campanini, grazie a una prova di carattere, riescono nell’impresa. Una gara all’insegna dell’equilibrio, dove l’uomo in più e la voglia giocano a favore degli ospiti, tutti uniti con l’intento di portare a casa i primi tre punti stagionali. Nell’ultima frazione decide il gol di Parodi, poi sono solo emozioni a dividere la neopromossa dalla prima vittoria. La rabbia per i due punti persi la settimana prima si è trasformata in adrenalina, per Chiavari la seconda sconfitta in due settimane e ora per gli uomini di Federici arriva la difficile trasferta di Padova.