Sotto lo sguardo esterrefatto di Vladimir Putin la nazionale di hockey statunitense raffredda gli 11.000 del pubblico di casa battendo la Russia ai rigori per 3-2 . Alla Bolshoy Arena si è vista una partita degna di una finale storica olimpica per le Olimpiadi di Sochi dove ci sono voluti più di 65 minuti di spettacolo intenso e otto round previsti nella fase dei penalty per mettere alla prova i più abili tiratori al mondo.
Le emozioni non sono mancate non senza polemiche per un possibile gol annullato al nazionale russo Evgenij Malkin . Con un primo periodo concluso a reti inviolate che ha dimostrato quanto equilibrio ci fosse in campo tra le due squadre. Le reti sono arrivate tra il secondo e terzo periodo rispettivamente al 9° minuto da parte del russo , Datsyuk Eroe raggiunto al 16° dal difensore americano Cam Fowler che riporta in parzialità il punteggio.Di Pavelski per gli USA e Datsyuk per la RUSSIA 2-2 con overtime conclusivo.
Eroe della serata, TJ Oshie, centro dei St. Louis Blues campione di punteggio con 4 tentavi realizzati su 6 per gli americani nella fase dei penalty e garantendo un possibile lascia passare per i quarti di finale del Gruppo A. “Siamo solo alla fase preliminare”, ha detto Ilya Kovalchuk winger della nazionale russa. “Tutto sarà deciso tra la semifinale e la finale.” Fatto sta che i russi questa partita la volevano davvero vincere, anzi aspettavano il famoso “Miracle on Ice” dal 1980, ed era evidente dall’atmosfera che si respirava prima della partita e dal carattere che la squadra ha messo in campo, contornata da un’arena ricca di leggende dell’hockey di un tempo.
Gli americani si aggiudicano in questo modo il primo posto con 5 punti in attesa di giocare Domenica sera alle 21,00 contro gli Sloveni penultimi nel girone con 3 punti e garantirsi in il passaggio diretto ai quarti di finale senza incontrare possibili teste di serie come i Canadesi.
Non si sblocca il lockout NHL: è molto lontano infatti l’accordo tra associazione giocatori e Lega e quindi, dopo la preseason è stato cancellato anche tutto il mese di novembre, periodo in cui avrebbe dovuto prendere il via la stagione regolare.
La situazione pare davvero molto complicata, non sembra esserci una soluzione imminente al blocco del campionato, le contrattazioni si sono interrotte, con accuse reciproche tra proprietari e atleti.
Il numero totale delle partite cancellate è di 326 (quasi 22 gare per squadra e ciò vuol dire cancellazione di un quarto del campionato) e le perdite economiche per la decisione di far sparire un mese dal calendario NHL si possono stimare in 720 milioni di dollari.
Il nodo cruciale è la spartizione degli introiti: i proprietari non sembrano intenzionati a scendere dalle loro posizioni che partono, come nei rinnovi del contratto collettivo di tutte le leghe professionistiche americane, dalla divisione dei proventi al 50%. Fino a questo momento gli utili venivano divisi al 57% in favore dei giocatori ed al 43% per i proprietari, una situazione che le franchigie non sono decise ad accettare. Con la crisi finanziaria sempre alle porte sembra inevitabile arrivare a una soluzione della spartizione paritaria dei proventi ma l’associazione giocatori ha intenzione di dare battaglia per cercare di portare a casa qualcosa di più soprattutto considerato il fatto che è uscita con le ossa rotte dall’ultimo lockout (quello del 2004), concedendo ai proprietari una riduzione dei salari del 24%. La proposta della Lega prevede poi anche altri punti fondamentali che riguardano la lunghezza massima dei contratti (che dovrebbe diventare di cinque anni) e il tetto salariale, il famoso salary cap (che passerebbe progressivamente da un massimo di 59.9 milioni di dollari per la stagione 2012/2013 e a un minimo di 43.9 milioni di dollari nell’ultima stagione dell’accordo collettivo in discussione). Numeri però che al momento non hanno nessuna valenza e sono tutti da rinegoziare, visto che con la cancellazione delle partite di novembre l’offerta del commissioner Gary Bettman e della NHL dovrà per forza essere diversa.
Vista la situazione di incertezza molte stelle dell’hockey su ghiaccio hanno deciso di attraversare l’oceano e di giocare in Europa, così come avvenuto anche lo scorso anno (proprio di questi tempi) nella NBA dove il lockout portò diversi atleti a giocare nel Vecchio Continente fino a quando non fu trovata una soluzione al lockout per far ripartire il campionato. Tra i nomi più importanti ricordiamo quelli di Alex Ovechkin (ora con la Dinamo Mosca), Ilya Kovalchuk (SKA San Pietroburgo), Henrik Zetterberg (EV Zug, in Svizzera), Evgeni Malkin (Metallurg Magnitogorsk nella KHL), Tyler Seguin (EHC Biel) e Pekka Rinne (Dinamo Minsk). L’ultima star in ordine cronologico ad accettare una proposta dell’hockey europeo è Patrick Kane dei Chicago Blackhawks che giocherà nel campionato svizzero con l’EHC Biel.
Ovviamente la situazione è molto delicata, ripensando anche ai precedenti poco incoraggianti: nel 1994/1995 il campionato finì ai primi di gennaio, mentre il torneo della stagione 2004/2005 fu interamente cancellato. Anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama è intervenuto sulla spinosa questione in un noto programma televisivo dicendo, in sintesi, di voler ricordare solo una cosa a proprietari e giocatori, che i loro guadagni sono possibili perchè ci sono tanti tifosi che lavorano sodo, comprano i biglietti e guardano la televisione. Il tifoso insomma va sempre rispettato. Chissà che non riesca con questo intervento a sbloccare il lockout NHL, come già successo in passato (proprio lo scorso anno) con la NBA e qualche settimana fa per far ritornare gli arbitri professionisti nella NFL.
Di questi tempi, nello scorso anno, gli appassionati degli sport americani vivevano con inquietudine il mancato accordo tra squadre e giocatori NBA per il nuovo contratto collettivo da cui derivava la spartizione degli introiti totali della Lega. La situazione portò al lockout che terminò solo nei primi giorni di dicembre (furono cancellate una ventina di partite per ogni squadra rispetto alle 82 canoniche), in fretta e furia furono allestiti i training camp ed il via al campionato si ebbe nel giorno di Natale.
Quest’anno invece tocca alla NHL prepararsi al lockout: sarebbe il secondo negli ultimi 8 anni dato che già a cavallo tra 2004 e 2005 ci fu la cancellazione dell’intera stagione agonistica con ben 310 giorni totali di stop. Anche nel 1994 la Lega dovette affrontare l’identico problema che portò ad una pausa molto lunga di 104 giorni.
Come al solito il “pomo della discordia” riguarda la spartizione degli incassi: i proprietari spingono per un taglio netto agli stipendi dei giocatori che dovrebbe farli rientrare nelle spese che annualmente sostengono per mandare avanti le franchigie, da parte dei giocatori però non c’è disponibilità a trattare dato che solo 8 anni fa avevano concesso un taglio più o meno generoso ai loro (pur lauti) stipendi. Un altro sacrificio, fanno sapere i diretti interessati, non è più nè tollerabile e nè concepibile. La crisi dell’economia americana purtroppo ha conseguenze serie anche sullo sport e i tifosi di basket già se ne sono accorti lo scorso anno con la NBA.
Le prime conseguenze del lockout sono evidenti: pur di giocare (e di ricevere comunque uno stipendio a fine mese) molte star dell’hockey su ghiaccio NHL hanno accettato di venire a giocare in Europa e di colpo alcuni campionati del Vecchio Continente hanno assunto un livello davvero notevole, in primis quello russo e quello svizzero. In attesa che magari anche qualche team italiano tenti il colpaccio prendendo (part time ovviamente) qualche leggenda NHL possiamo già parlare di accordo fatto per alcuni Big della Lega: Backstrom, Datsyuk, Fedotenko, Gonchar, Hemsky, Hudler, Jagr, Kopitar, Kovalchuk, Malkin,Ovechkin vanno a rinforzare, in ordine sparso, le squadre russe della Dynamo Minsk, del CSKA Mosca, dei Metallurg Magnitogorsk e dello Ska San Pietroburgo, anche il Lokomotiv Yaroslavl, la squadra che solo un anno fa fu protagonista di una immane tragedia con il disastro aereo che spazzo vià la prima squadra e spezzò la vita di tanti giovani atleti di belle speranze, si rinforza con l’acquisizione di Semyon Varlamov.
La Svizzera invece accoglie Logan Couture, Rick Nash, Sbisa, Spezza, Streit e Joe Thornton e vari altri elementi da All Star Game.
Soprattutto in Canada il lockout NHL è vissuto come un dramma, in molti sperano comunque che succeda la stessa cosa capitata la scorsa stagione con la NBA, ovvero che il passare del tempo porti a più miti consigli le parti in causa e si arrivi poi ad un accordo, magari riuscendo a salvare in parte il campionato che potrebbe partite (anche in questo caso) a Natale. Questa infatti appare la data limite, il cosiddetto “punto di non ritorno”: ogni altro tentativo di conciliazione seguente sarebbe infatti vano e forse superfluo.
Nelle ultime settimane si è movimentato e riscaldato anche il mercato NHL: Parenteau firma con i Colorado Avalanche per 4 anni, Ryan Whitney va ai Dallas Stars, Mikael Samuelsson invece fa ritorno ai Detroit Red Wings, il goalie dei Devils, ultimi finalisti della Stanley Cup, il 40enne Martin Brodeur dopo trattative lunghe e complesse ha deciso di rinnovare proprio con New Jersey, Hudler va ai Phoenix Coyotes ed Olli Jokinen trova la nuova casa ai Winnipeg Jets.
Dallas dopo aver perso Mike Ribeiro, si accorda con Jaromir Jagr, veterano di mille battaglie ed una della stelle (anche se in età avanzata) più splendenti della Lega: per lui sarà il primo campionato della sua carriera nella Western Conference dopo una vita passata in Pennsylvania tra Pittsburgh Penguins ed ultimamente Philadelphia Flyers.
Colpo dei Minnesota Wild che strappano ai New Jersey Devils l’asso Zach Parise con un contratto di ben 13 anni. La squadra di Minneapolis però non si ferma qui ed acquisisce un altro pezzo da 90 rilevando dai Nashville Predators Ryan Suter (beffati i Pittsburgh Penguins che erano vicinissimi al giocatore). Con queste 2 Star i Wild diventano una delle più serie candidate al titolo del prossimo anno.
Ruslan Fedotenko va a Philadelphia, Jamie Langenbrunner resta un giocatore dei Saint Louis Blues (così come il compagno T.J. Oshie) per un altro anno, Teemu Selanne non lascia gli Anaheim Ducks e Mike Green i suoi Washington Capitals.
I New York Rangers però sbaragliano la concorrenza e si assicurano la prima scelta al Draft del 2002 Rick Nash: i Columbus Blue Jackets accettano una trade che porta in Ohio Brandon Dubinsky,Tim Erixon e Artem Anisimov (più una futura prima scelta). Per uno come Nash Columbus avrebbe comunque potuto chiedere qualcosa in più, tutto a vantaggio dei Rangers che diventano una corazzata per vincere la Stanley Cup.
Sergei Kostitsyn resta ai Predators per 2 anni e 6 milioni di dollari di stipendio, ma la notizia più importante per Nashville è aver pareggiato l’offerta pervenuta dai Flyers per il capitano Shea Weber (110 milioni di dollari in 14 anni di contratto, il secondo compenso più alto dopo quello di Alex Ovechkin dei Capitals che ha ottenuto 124 milioni in 13 anni qualche anno fa). La conferma di Weber è importante ma riusciranno i Predators a sostenere il lauto stipendio del loro leader?
Grande acquisto anche dei Carolina Hurricanes, che dopo aver ottenuto dai Penguins il gioiello Staal per farlo riunire con il fratello (in cambio della loro prima scelta all’ultimo Draft), prendono anche Alex Semin dai Washington Capitals (un anno di contratto a 7 milioni di dollari), per formare una squadra molto competitiva in vista della nuova stagione.
Sam Gagner rinnova con gli Edmonton Oilers, dopo una stagione strepitosa ai Florida Panthers Garrison si accasa ai Vancouver Canucks. Il suo contratto sarà pagato dai canadesi 27 milioni di dollari nei prossimi 6 anni. Garrison ha segnato l’anno passato ben 16 goal, secondo tra tutti i difensori, dietro solo agli inarrivabili Karlsson e Shea Weber (19 goal totali).
Nei prossimi giorni si preannunciano altri colpi, staremo a vedere l’evolversi della situazione.
Si è svolto a Pittsburgh il Draft NHL 2012: con la prima scelta assoluta gli Edmonton Oilers hanno selezionato Nail Yakupov, talentuosa ala destra russa di soli 18 anni che diventa così il terzo giocatore della Russia a venire chiamato come primo in assoluto dopo che in passato la medesima sorte era toccata ad Ilya Kovalchuk (attualmente ai New Jersey Devils ma scelto dagli Atlanta Thrashers nel 2001) e ad Alexander Ovechkin, stella dei Washington Capitals, team che lo ha selezionato nel 2004.
Soprattutto nella parte alta del Draft non sono mancate le sorprese, con alcune scelte che non venivano preventivate dagli esperti ma soprattutto per la trade dei Pittsburgh Penguins che ha sparigliato un pò le carte. Ma andiamo per ordine.
Come già detto il primo ad essere scelto tra tutti i prospetti è stato Yakupov, proveniente dai Sarnia Sting (Ontario Hockey Lague). La terza prima scelta assoluta di fila degli Oilers viene spesa per un attaccante anche se le necessità riguardavano la difesa. Ma Yakupov era il miglior talento disponibile e quindi non ci si deve meravigliare.
I Columbus Blue Jackets invece rafforzano il reparto arretrato con il difensore Ryan Murray. Il canadese è un leader vero (secondo per talento al solo Yakupov in questo Draft) e potrà fornire subito un grande apporto alla disastrata franchigia dell’Ohio.
I Montreal Canadiens prendono con la terza scelta il centro Alex Galchenyuk. Nel ruolo è il migliore prospetto disponibile, anche se è reduce da un grave infortunio che gli ha fatto saltare tutta la stagione (solo 2 le patite disputate). La giovane età (ha appena compiuto 18 anni) però fa ben sperare per il futuro.
Griffin Reinhart approda ai New York Islanders: questo difensore statuario (alto oltre un metro e 90) ha tutte le capacità tecniche e fisiche per essere subito di impatto in NHL. Da ricordare che Reinhrat è figlio d’arte: il padre Paul, anche lui difensore, ha un passato nella Lega.
Altro difensore alla quinta posizione: i Toronto Maple Leafs selezionano Morgan Rielly, scelta giusta in considerazione che i canadesi hanno avuto la seconda peggiore difesa NHL. I dubbi sono tutti fisici perchè è reduce da un grave infortunio che lo ha tenuto fermo per 5 mesi.
Gli Anaheim Duck puntano su Hampus Lindholm. Chiamata a sorpresa per i californiani che acquisiscono un difensore quando le necessità invece sono in zona offensiva. Lo svedese potrebbe anche essere lasciato per un anno in patria a maturare.
Al settimo posto va via un altro difensore: Mathew Dumba viene scelto dai Minnesota Wild. Prolifico anche in zona goal e negli assist, il giocatore potrebbe rappresentare un valore aggiunto per i Wild la prossima stagione.
L’ottava scelta era dei Carolina Hurricanes che però hanno deciso di girarla ai Pittsburgh Penguins (assieme a Brandon Sutter e Brian Dumoulin) per acquisire Jordan Staal e riunire così i 2 fratelli (Eric gioca già per gli Hurricanes) in North Carolina. Questa è stata la trade più clamorosa della notte e Pittsburgh ha selezionato così Derrick Pouliot. Difensore molto produttivo, assomiglia per stile di gioco a Drew Doughty, fresco vincitore della Stanley Cup con i Los Angeles Kings che personalmente reputo il migliore in NHL. Colpo in prospettiva per i Penguins.
Trouba si accasa ai Winnipeg Jets (nona scelta) mentre Koekkoek va a Tampa Bay. Filip Forsberg (undicesimo) giocherà a Washington, Grigorenko a Buffalo. Con la 30esima scelta i campioni dei Kings selezionano Pearson mentre i Devils, finalisti pochi giorni fa contro Los Angeles, prendono Matteau.
Le altre trade: Sergei Bobrovsky passa da Philadeplhia a Columbus in cambio di alcune scelte al prossimo Draft, i Ducks girano agli Islanders Lubomir Visnovsky, in cambio di una seconda scelta del prossimo anno. Washington prende Mike Ribeiro da Dallas, scambiato con Cody Eakin e una seconda scelta di quest’anno.
I Los Angeles Kings sono i nuovi campioni NHL: il team californiano travolge i rivali dei New Jersey Devils per 6-1 in gara 6 della Finale e conquista per la prima volta nella sua storia la prestigiosa Stanley Cup. Un trionfo atteso 45 anni, che resterà scolpito ancora di più negli annali della Lega dato che i Kings sono la prima squadra nella storia NHL a vincere il trofeo partendo dalla posizione numero 8 nei playoff (l’ultima disponibile per la post season).
Un avvenimento mai successo in precedenza e che rende l’impresa losangelina ancora più evidente, un successo fatto di 16 vittorie e solo 4 sconfitte e squadroni blasonati spazzati via in un batter d’occhio: nel primo turno i Kings hanno infatti eliminato i Vancouver Canucks, squadra numero 1 della Lega e vice campioni in carica (4-1), poi è toccato ai Saint Louis Blues, testa di serie numero 2, fatti fuori con un eloquente 4-0. Nella Finale di Conference a subire la medesima sorte sono stati i Phoenix Coyotes, terzi classificati nella Western Conference (4-1) e poi, storia recente, il 4-2 ai New Jersey Devils che ha regalato la StanleyCup.
Un trionfo che parte da lontano, precisamente da dicembre, con l’arrivo in panchina di coach Sutter che ha cambiato volto al team: la rincorsa ai playoff si è concretizzata solo all’ultimo turno, arpionando l’ultimo posto disponibile della Western Conference, eredità dell’avvio disastroso di stagione sotto la guida di coach Murray che aveva portato al cambio di allenatore. Poi la cavalcata inarrestabile ai playoff, costruita quasi sempre in trasferta per via del vantaggio campo avverso contro le squadre rivali. Ed ora la gloria, davvero meritata per quanto i Kings hanno fatto vedere fino all’ultimo secondo del torneo.
L’affermazione nella notte, sul ghiaccio amico, è netta ed inequivocabile: il momento chiave del match arriva a metà della prima frazione, quando uno sconsiderato e pericolosissimo intervento di Steve Bernier (body check illegale) nei confronti di Rob Scuderi (che in viso porterà i segni del gesto) costringe gli arbitri (inflessibili) ad assegnare ai Devils una “major” (cioè l’inferiorità numerica di ben 5 minuti che non viene azzerata neanche nel caso di rete subìta), e con la conseguente espulsione di Bernier. I Kings ne approfittano e in pratica mettono il risultato in banca realizzando nel lungo power play ben 3 reti (andando in controcorrente dato che in questi playoff la percentuale di realizzazione di Los Angeles in situazione di superiorità numerica era al limite del ridicolo con sole 9 goal in 86 power play a favore).
La gara è tutta qui: dopo aver segnato l’1-0 con il capitano Dustin Brown i Devils si sciolgono e subiscono anche le altre 2 reti con Jeff Carter e Trevor Lewis. Ancora lo scatenato Carter porta a 4 le marcature dei padroni di casa dopo un minuto del secondo periodo, mentre in chiusura di frazione arriva l’unico sorriso degli ospiti con la marcatura di Adam Henrique (4-1).
Al sedicesimo minuto del terzo quarto, con i tifosi sugli spalti già festanti, arrivano nel giro di 15 secondi altri 2 goal per i neroviola firmati da Lewis a porta vuota (doppietta anche pr lui) e da Greene.
Esplode la festa alla sirena finale, il capitano Dustin Brown (una rete e 2 assist) alza al cielo la StanleyCup, il goalie JonathanQuick viene eletto M.V.P. e si prende il prestigioso premio Conn Smythe Trophy assegnato al miglior giocatore dei playoff, ergendosi quindi a miglior portiere della Lega (1.41 la media di goal subìti a partita e 0.946 la percentuale di parate). Ma non va trascurato l’apporto del difensore Drew Doughty, uno dei migliori interpreti del ruolo in NHL, e l’importanza di avere un fuoriclasse come Anze Kopitar al centro dell’attacco, senza voler sminuire i meriti di tutti gli altri componenti rivelatisi determinanti al pari degli illustri colleghi. E poi l’artefice di questo successo, Darryl Sutter, che ha rivoltato la squadra come un calzino dal suo arrivo, invertendo la rotta, ed ha permesso questa splendida cavalcata.
Ci proveranno anche l’anno prossimo i Kings, stando alle parole del coach, già proiettato sugli obiettivi futuri. Ma onore e merito anche ai New JerseyDevils che hanno lottato ma hanno dovuto fare i conti con un avversario superiore e forse impossibile da superare. Dopo qualche stagione di buio il futuro ora può sorridere anche a loro, sperando magari di avere più fortuna nel prossimo campionato.
RISULTATI PLAYOFF NHL 11 giugno 2012
Los Angeles Kings-New Jersey Devils 6-1
FINALE NHL STANLEY CUP:
6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 2-4 Kings
LOS ANGELES CAMPIONE NHL 2011/2012
GLI HIGHLIGHTS:
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LA CONSEGNA DELLA STANLEY CUP AI LOS ANGELES KINGS:
Seconda vittoria consecutiva per i New Jersey Devils che in gara 5 della Finale NHL che assegna la Stanley Cup battono i Los Angeles Kings per 2-1 riducendo ulteriormente il distacco nella serie che ora vede i californiani avanti per 3-2. Dopo essere stata sull’orlo della sconfitta (3-0 dopo le prime 3 partite), New Jersey rialza la testa e mette ora tanta pressione ai rivali che nel prossimo incontro a Los Angeles non potranno più sbagliare (sarà l’ultimo match casalingo per i Kings).
Si interrompe inoltre la striscia di 10 vittorie esterne consecutive nei playoff dei californiani che erano ancora imbattuti in trasferta. Devils che ora sognano una storica rimonta (da 0-3 a 4-3) che nelle Finals non si verifica da ben 70 anni (ed in generale nella post season è avvenuta solo 3 volte).
Nel primo periodo i padroni di casa concretizzano la superiorità grazie al goal al 12esimo minuto di Zach Parise, bravo a sfruttare l’unico (finora) errore della serie del goalie avversario Jonathan Quick.
Nel secondo quarto però arriva il pari degli ospiti, bravi a capitalizzare con la marcatura di Justin Williams al terzo minuto. La gioia losangelina dura però solo 6 minuti, il tempo necessario a Bryce Salvador di piazzare il goal vincente con un missile dalla linea blu. I Kings arrivano anche al nuovo pari ma gli arbitri giustamente annullano la rete di Stoll per via del bastone alto, irregolarità che aveva permesso al giocatore di infilare il puck alle spalle di un Martin Brodeur in serata di grazia.
Californiani arrembanti nell’ultima frazione, l’occasione più clamorosa è di Alec Martinez che coglie il palo della porta a Brodeur battuto. L’estremo difensore di New Jersey chiude ogni varco esaltando il numeroso pubblico sugli spalti di fede bianco-rosso-nera. Tutti gli sforzi sono vani per i Kings, il risultato resta di 2-1 ed i Devils continuano a sperare.
L’eroe della serata è sicuramente il portiere dei Devils Martin Brodeur, capace di stoppare quasi tutte le iniziative e gli attacchi dei giocatori ospiti riuscendo a mettere a segno 25 parate su 26 tiri complessivi diretti verso i suoi pali. Nota di merito anche al capitano Zach Parise, al primo goal in questa serie, ed a Bryce Salvador: da loro 2 arrivano le reti del successo che riapre i giochi. Inutili invece le parate di Jonathan Quick, goalie californiano che chiude la sua serata con 17 parate su 19 conclusioni avversarie. Niente da fare anche per un generoso Justin Williams, autore del provvisorio pari che però non è servito a molto. Resta il bel gioco offerto dal team losangelino che può lasciare ben sperare in vista di gara 6.
La serie torna a Los Angeles lunedì notte per il sesto atto: è solo la terza volta nella storia delle Finals NHL che una squadra sotto 3-0 riesce a forzare una gara 6. I precedenti risalgono al 1942, quando i Toronto Maple Leafs rimontarono dallo 0-3 vincendo il titolo contro Detroit, e al 1945, quando i sempre i Red Wings allungarono la serie fino a gara-7 perdendo però la “bella” ancora contro Toronto.
RISULTATI PLAYOFF NHL 9 giugno 2012
New Jersey Devils-Los Angeles Kings2-1
FINALE NHL STANLEY CUP:
6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 2-3 Kings
Festa rimandata per i Los Angeles Kings ed i suoi tifosi: in gara 4 della Finale NHL che assegna la Stanley Cup i New Jersey Devils sbancano il ghiaccio californiano per 3-1, rimandando il verdetto che quasi tutti attendevano e portando la serie sul risultato di 3-1 che vede comunque i neroviola saldamente al comando.
Gli ospiti possono quindi coltivare ancora qualche speranza di vittoria ma la situazione resta sempre complicata, dovendo necessariamente ottenere altre 3 vittorie nelle prossime 3 partite. E i Kings fanno più paura in trasferta dato che in questi playoff sono ancora imbattuti con 10 successi in 10 gare, un ruolino di marcia strepitoso.
Ci tenevano, i losangelini, a festeggiare la conquista della Stanley Cup in casa, per tutti i tifosi accorsi in massa allo Staples Center. Anche le Star del cinema sugli spalti per godersi il momento di gloria dei giocatori nero e viola ma a rimandare ogni discorso a gara 5 ci ha pensato il goalie dei Devils Martin Brodeur, autore di una partita fantastica in cui ha salvato il risultato e regalato la vittoria alla sua squadra.
I primi 2 periodi di gioco vanno in archivio senza reti, Los Angeles parte forte ma Brodeur fa capire che sarà dura batterlo. Anche New Jersey cerca di sbloccare il punteggio ma un ottimo Quick mantiene il risultato sullo 0-0. In chiusura di primo quarto i Kings hanno 2 clamorose occasioni per portarsi avanti ma sia Williams che Kopitar centrano il palo.
Kovalchuk in apertura di seconda frazione ha la chance per segnare ma non trova il guizzo vincente. I padroni di casa spingono forte e creano molto ma nè Gagne, nè Richards riescono a trovare il goal. Ancora 0-0 in chiusura del secondo quarto.
L’ultimo periodo si apre con la clamorosa occasione mancata dei californiani che in un 2 contro 1 sprecano la possibilità di siglare la rete, a sprecare tutto è Lewis. E quando l’inerzia del match sembra andare dalla parte dei Kings ecco che i Devils passano in vantaggio con Patrik Elias al settimo minuto. Un minuto più tardi però arriva il pareggio dei padroni di casa grazie a Drew Doughty, che in situazione di superiorità numerica sul ghiaccio, derivante da power play, riesce a trovare una grande conclusione da fuori area che buca Brodeur.
La gara si infiamma ma la beffa per Los Angeles deve ancora arrivare e si materializza a 4 minuti e mezzo dalla sirena per opera della marcatura di Adam Henrique. I Kings non riescono a reagire e subiscono invece il goal a porta vuota di Kovalchuk a venti secondi dalla fine, che fissa così il risultato sul 3 a 1 definitivo.
Protagonista del match l’estremo difensore di New Jersey Martin Brodeur con alcuni interventi miracolosi. Per lui 21 parate su 22 tiri totali.
La serie si trasferisce ancora a Newark per gara 5: i Devils hanno l’opportunità di ridurre ulteriormente il margine in casa ma attenzione ai californiani che, come già ricordato, fanno di necessità virtù ed in trasferta nella post season sono ancora imbattuti.
RISULTATI PLAYOFF NHL 6 giugno 2012
Los Angeles Kings-New Jersey Devils 1-3
FINALE NHL STANLEY CUP:
6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 1-3 Kings
Continua il dominio dei Los Angeles Kings nella Finale NHL che assegna la Stanley Cup: anche in gara 3 i californiani mandano KO i New Jersey Devils, travolti con un netto 4-0, portandosi così sul punteggio di 3-0 nella serie, ad una sola vittoria dal titolo. Dopo le prime 2 affermazioni in trasferta (ottenute entrambe con il risultato di 2-1 in overtime) i Kings fanno valere il fattore campo e dominano il match, ottenendo il 15esimo successo in questa post season a fronte di 2 sole sconfitte (Los Angeles è addirittura imbattuta in trasferta con 10 successi in 10 incontri giocati!). Nonostante una regular season in sordina (i californiani si sono qualificati solo all’ultima giornata con il penultimo record tra tutte le 16 squadre qualificate ai playoff), la musica è cambiata in post season: eliminati in rapida sequenza prima i Vancouver Canucks (4-1), migliore formazione della Lega con il seed numero 1 assoluto (e vice campioni in carica), poi è stato il turno dei secondi classificati Saint Louis Blues (netto 4-0) ed infine a subire la stessa sorte sono stati i Phoenix Coyotes (terzi nella Western Conference) fatti fuori per 4-1. Nonostante lo svantaggio del fattore campo in tutte le sfide fin qui giocate, i Kings hanno letteralmente dominato i playoff 2012, ed ora si apprestano a vincere il primo titolo della loro storia. Difficile che i Devils riescano a ribaltare la sfida vincendo 4 partite consecutive. Nella storia NHL solo 3 volte si è verificata un’ipotesi del genere, quindi le speranze dei “Diavoli Rossi” sono ridotte al lumicino. Anche perchè da quando le Finali NHL si disputano al meglio delle 7 partite (da 25 anni) è la prima volta che accade che una squadra dopo 3 gare guidi la serie per 3-0!
Dopo un primo periodo senza reti la gara si infiamma nel quarto centrale: dopo 5 minuti e 40 secondi Alec Martinez sblocca il punteggio e ragala il vantaggio ai padroni di casa, dopo 10 minuti dal provvisorio 1-0 ecco il raddoppio dei Kings firmato da Anze Kopitar che porta il parziale sul 2-0.
Nell’ultimo periodo Los Angeles chiude i conti: dopo 4 minuti arriva il goal di Jeff Carter in situazione di power play, 120 secondi più tardi ecco il definitivo punto del 4-0 grazie alla rete di Justin Williams sempre in superiorità numerica. Devils alle corde, sfiduciati e sconsolati, il match si trascina fino alla sirena finale dove esplode la gioia dei giocatori e dei tifosi sugli spalti che sentono vicino il titolo.
Decisivi per il successo Anze Kopitar (per il centro sloveno ancora una grande partita chiusa con un goal ed un assist) ma soprattutto l’estremo difensore Jonathan Quick che para tutti i 22 tiri scagliati dagli attaccanti di New Jersey verso i suoi pali, ottenendo il suo 3 shutout in questi playoff (dopo i 10 della regular season, leader nella classifica di questa specialità). Se Los Angeles alzerà al cielo la Stanley Cup gran parte del merito sarà suo e del formidabile campionato a difesa della rete neroviola.
Per gara 4 si resta a Los Angeles (mercoledì 6 giugno) ed i tifosi di casa già preparano la festa!
RISULTATI PLAYOFF NHL 4 giugno 2012
Los Angeles Kings-New Jersey Devils 4-0
FINALE NHL STANLEY CUP:
6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 0-3 Kings
NicklasLidstrom, capitano dei DetroitRedWings con i quali ha giocato per 20 stagioni e vincitore di 4 StanleyCup, ha deciso di ritirarsi all’età di 42 anni. Lo svedese, una vera leggenda della NHL, chiude la sua carriera con numeri da record: oltre ad aver alzato al cielo, come già detto, la Stanley Cup per 4 volte (nel 1997, 1998, 2002 e 2008, primo capitano di nazionalità europea ad aver sollevato il prestigioso trofeo), ha collezionato 1142 punti (264 goal e 878 assist) in 1564 partite di stagione regolare disputate e 183 punti (54 goal e 129 assist) in 263 partite di playoff. Inoltre può vantare 12 convocazioni all’All-Star Game, 10 elezioni per la miglior squadra dell’anno NHL e due per la seconda, 7 Norris Trophy, un Conn Smythe Trophy, una medaglia olimpica ed un Mondiale. Lidstrom è uno dei pochi giocatori a poter vantare il Triple Gold Club, ovvero vincere nello stesso anno il campionato NHL, il Mondiale e l’Olimpiade (il tutto coronato con la ciliegina sulla torta della vittoria del suo quarto Norris Trophy). Un palmares ai limiti dell’incredibile!
Nato il 28 aprile del 1970 a Krylbo, Lidstrom inizia la sua carriera con la squadra dello Skogsbo SK (team della sua città natale) che lo cede subito al VIK Västerås HK (nel 1988). Viene notato dagli scout dei Detroit Red Wings che lo selezionano al Draft NHL del 1989 al terzo giro con la 53esima scelta assoluta ma lo lasciano maturare in Svezia per altre 2 stagioni.
Nel 1991 inizia la sua carriera professionistica negli Stati Uniti e con Detroit arriva un connubio indissolubile che legherà squadra e giocatore per 20 anni, stagioni ricche di successi e di soddisfazioni reciproche e grazie al suo contributo i Red Wings parteciperanno ininterrottamente ai playoff per tutte le 20 stagioni in cui Lidstrom milita nel team.
Le sue prestazioni sono di livello superiore ed il suo nome ora resterà per sempre nella leggenda, ponendosi al fianco dei grandi giocatori della NHL del passato.