Una vittoria olimpica la sognano un pò tutti, c’è chi ci riesce, chi non ci riesce e chi ci riesce perchè in fondo doveva riuscirci. E’ il caso di Carlo Molfetta, 28enne di Mesagne, che ieri sera si è regalato la medaglia d’oro olimpica nel taekwondo categoria +80kg. Una vittoria storica, perchè si tratta del primo oro olimpico per l’Italia nel taekwondo. Il trono olimpico tanto desiderato adesso ospita Carlo Molfetta. Lui che ad Atene 2004 si presentò da grande favorito nella categoria -68kg ma uscì mestamente al primo turno. Dopo la delusione olimpica di Atene un lungo calvario, condito da ben 4 operazioni alle ginocchia, che ne avevano messo a rischio addirittura la carriera. Qualcun’altro al suo posto avrebbe mollato, ma Carlo Molfetta no. Tanta passione per quest’arte di calci e pugni in volo e tanta voglia di raggiungere il suo sogno olimpico.
Lui ci ha sempre creduto già da quando frequentava la scuola media e firmava autografi ai compagni spiegando che un giorno quegli stessi autografi avrebbero avuto grande valore. Quel giorno è arrivato e non importa quando si è dovuto soffrire l’importante è esserci riusciti. D’altronde come lo stesso Molfetta ha sempre detto: “I sogni si realizzano, senza questa possibilità la natura non ci inciterebbe a farne”. E’ proprio vero, il sogno di diventare campione olimpico si è realizzato, ma non crediate che sia stato facile perchè il lottatore pugliese si è battuto con veri e propri giganti. Lui, che ad Atene gareggiava nella categoria -68kg, per partecipare a Londra 2012 è ingrassato di 15 kg, tentando l’assalto al suo sogno contro atleti molto più alti e robusti di lui. Nonostante ciò la tecnica dell’italiano è prevalsa e la rapidità nell’inserirsi nella guardia avversaria ne è stata la prova.
In finale Molfetta ha affrontato Anthony Obame, atleta del Gabon alla ricerca della prima storica medaglia olimpica. L’andamento dell’incontro con l’africano ha ricordato un pò la carriera del nativo di Mesagne, perchè ad un certo punto l’oro sembrava perso quando Obame si è portato avanti 6-1 nel primo round. Piano piano però Carlo è risalito prima di prendere nel terzo round un calcio in faccia di quelli che possono spegnere per sempre un sogno olimpico. 9-3 per Obame e poco più di un minuto alla fine dell’incontro. Insomma, era difficile crederci, ma lo era solo per chi non conosceva Carlo Molfetta detto ‘il lupo’. Da lì un paio di colpi e poi a pochi secondi dalla fine il calcio in faccia che porta l’italiano sul 9-9 finale. Si va al round supplementare di 2 minuti dove chi va a segno per primo vince. Molfetta ci prova, Obame pure ma neanche al golden point il match si risolve. C’è bisogno del giudizio dei giudici, che non ci pensano più di tanto e proclamano l’italiano vincitore per superiorità. Incontro emozionante tanto quanto la gioia di portare sul gradino più alto del podio la bandiera italiana.
Anche questo, soprattutto questo rappresentano le Olimpiadi. Dietro ogni atleta c’è una storia da poter raccontare, bella o brutta che sia, non importa neanche il lieto fine perchè ogni storia può essere da esempio per una società dove i veri valori sembrano essersi persi. Carlo Molfetta ha vinto sì la medaglia d’oro alle Olimpiadi, ma la sua più grande vittoria è l’aver dimostrato che nella vita bisogna sempre crederci, anche quando tutto sembra remarti contro. Questa vittoria potrà essere da stimolo a tanti, non solo nell’ambito sportivo, quindi vale ben più di una medaglia, ben più della 23esima medaglia italiana a Londra 2012. Questa è l’Italia sportiva che vogliamo raccontarvi, storie vere e autentiche che rabbrividiscono nell’essere oscurate da storie di personaggi che mirano alle sole copertine. Questa volta la copertina è tutta di Carlo Molfetta, in fondo se l’è meritata, sperando non sia l’ultimo a regalare emozioni e a dispensare grandi insegnamenti.