Qualche settimana fa una dichiarazione di Capello fece storcere il naso ai tifosi e alla dirigenza interista, il selezionatore inglese infatti si diceva convinto che fosse il Milan di Allegri fosse la prima squadra a vincere lo scudetto nel post Calciopoli, inteso ovviamente come arco temporale rivendicando al pari della Juventus e Moggi la paternità dello scudetto del 2006.
In una intervista concessa ad Alberto Brandi per SportMediaset, Don Fabio corregge un pò il tiro dicendo di aver dimenticato lo scorso campionato, quando Milan e sopratutto Roma riuscirono a dar fastidio all’Inter di Mourinho nella vittoria dello scudetto, quindi quello di Allegri in questa stagione diventa il secondo scudetto combattuto. Capello abbraccia poi tantissimi temi caldi del nostro campionato dal futuro di Baldini, alla scelta alla Juve di Conte. Di seguito vi riportiamo i passi dell’intervista:
Campionato al Milan: vittoria meritata?
“Direi di sì, è stata la squadra più continua, ha saputo superare il momento di calo riprendendosi subito. Ha giocato un buon calcio anche spettacolare. Per cui scudetto più che meritato”.
Perché considerarlo, come ha detto qualche settimana fa, il primo scudetto vero dopo Calciopoli?
“Ho sbagliato, non è il primo, ma il secondo. Mi sono dimenticato che nella scorsa stagione il Milan e, soprattutto, la Roma, furono competitivi ostacolando il percorso dell’Inter. Prima i nerazzurri non avevano avversari. Juventus e Milan non potevano rigenerarsi in poco tempo, così subito dopo Calciopoli erano rimaste ad alti livelli le due big non toccate dai verdetti: la Roma e l’Inter che si è rinforzata ulteriormente con gli juventini in uscita nell’estate 2006”.
Allora cosa dice a Moratti che si tiene stretto lo scudetto 2006?
“Gli scudetti a tavolino sono diversi da quelli vinti sul campo. Io mi tengo il mio, il presidente ha il diritto di tenersi il suo. Quindi facciamo uno a lui e uno a me. Anzi, visto che è uno solo, 6 mesi a lui e 6 mesi a me”.
Lasciando da parte il passato, ora Moratti deve confermare Leonardo?
“Certo! Ha fatto molto bene con la sua grande rincorsa. Fondamentale sarà confermare le buone cose nella prossima stagione. Stia attento al Milan che si è già rinforzato, alla voglia di rinascita della Juve e al Napoli che davanti ha dei fenomeni”.
I milanisti gli hanno dato del traditore…
“Ha fatto semplicemente una scelta professionale”.
Come lei quando a sorpresa andò dalla Roma alla Juve?
“Storie diverse, nel mio caso si era esaurito un ciclo. Un allenatore non può stare più di quattro anni in una squadra. Si consuma tutto.
E la storia di Ferguson come la spiega?
“Ferguson al Manchester United non è un allenatore. E’ il manager, un grande manager. E sotto di lui – infatti – si sono avvicendati diversi allenatori…”
Perché, prima di Leonardo, all’Inter ha fallito Benitez?
“Bella domanda. Alla quale non so dare una risposta”
Forse soffriva il fantasma di Mourinho…
“I fantasmi non esistono. Anche nel calcio”.
Tornando al Milan, Allegri è stato paragonato a lei…
“Ho letto, il suo lavoro mi è piaciuto, ha fatto bene creando un ottimo gruppo, me ne sono accorto vedendo la gioia delle loro feste, quanto erano compatti. Vanno apprezzate le decisioni importanti che ha preso, ha avuto coraggio. Senza coraggio non si va da nessuna parte. E’ cambiato rispetto a quando era un giocatore. Me lo ricordo in tournée con il mio Milan negli Stati Uniti nel ’94. Era piuttosto… allegrotto”.
Meriti dunque anche alla dirigenza che ha scelto lui e che ha fatto una buona campagna acquisti
“Quando il Milan ha comprato Ibrahimovic e Robinho ho subito chiamato Galliani e Braida. Gli ho detto che finalmente avevano preso due giocatori che fanno la differenza”.
Un suo collaboratore Franco Baldini è stato accostato alla nuova Roma made in USA, ne sa qualcosa?
“Faccia questa domanda a Baldini, non a me. Io so solo che abbiamo un rapporto meraviglioso e che lui resterà con me nell’Inghilterra in vista degli Europei”.
E se dovesse chiederle il “via libera” per andarsene?
Niente “se”. I “se” e i “ma” non esistono.
La Juve riparte da Conte, scelta giusta?
“Direi scelta coraggiosa. Decisioni di questo tipo a volte premiano. La Juve può vincere la scommessa come ha fatto il Barcellona con Guardiola. Conte è un giovane che ha già un po’ di esperienza alle spalle. E’ stato in B, ha allenato in A, ha preso anche qualche musata. Di quelle che servono a crescere”.
A proposito di Guardiola, meglio lui o Mourinho?
“Entrambi grandissimi, Guardiola ha in più che è stato con me alla Roma e sono sincero: il gioco del suo Barcellona è divino”.