Il Pallonaro

Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

Ulteriori importanti sviluppi e nuovi scenari nell’inchiesta calcioscommesse che acquista, così, dimensioni internazionali estendendo i suoi confini fino alla Svizzera, dove sarebbe “conservata” una cospicua somma alimentata dai flussi di giocate e combine. La Procura di Berna, in tal senso, ha avviato accertamenti per individuare l’eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata in tali operazioni transnazionali finalizzate al riciclaggio di tali somme depositate su diversi conti segreti elvetici. Inoltre, a rendere ulteriormente intricata la vicenda vi sarebbe il diretto coinvolgimento di un calciatore “importante”, così come definito dalle fonti investigative , che non sarebbe “nuovo” a coinvolgimenti di tal specie, essendo già indagato dalla Procura di Cremona con il reato di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Il nome in questione, in un primo momento non era ancora stato reso noto in maniera ufficiale inducendo a formulare svariate ipotesi sull’identità del giocatore coinvolto ma, nella giornata di oggi, il “mister X” ha assunto finalmente un nome e cognome: Stefano Mauri, centrocampista della Lazio. 

Stefano Mauri sarà interrogato Venerdì a Cremona | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

Il calciatore biancoceleste, già arrestato a margine della seconda parte dell’ inchiesta condotta dalla Procura di Cremona – ma attualmente tornato regolarmente in campo – sarà ascoltato Venerdì  21 Settembre a Cremona dal gip Guido Salvini alla presenza del procuratore Roberto Di Martino, dopo che il calciatore ha richiesto uno slittamento dell’interrogatorio (fissato inizialmente per Giovedì, ndr) a causa del match di Europa League della Lazio, a Londra contro il Tottenham.

L’importanza dell’interrogatorio di Mauri, dunque, diventa più che cruciale considerando che la stessa procura della capitale Svizzera ha già richiesto una rogatoria internazionale per acquisire gli atti dell’inchiesta italiana e far luce sugli eventuali (ed a questo punto più che probabili, ndr) contatti fra le due inchieste. Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, potrebbe essere chiarito definitivamente il meccanismo a doppio canale che per lega l’Italia e la Svizzera: dal nostro Paese, infatti, partirebbero gli input connessi alla possibilità di combinare i risultati indirizzandoli su quanto scommesso, con la complicità di calciatori tanto corruttibili quanto indispensabile per garantire il “buon esito” delle operazioni, ed in Svizzera finirebbero, poi, i flussi di denaro, segregati in conti ad hoc e, poi, riciclati con la diretta partecipazione della criminalità organizzata.

Nella specifica fattispecie che coinvolge il “giocatore importante tuttora in attività”, il conto svizzero – non cifrato – sarebbe stato intestato ai genitori di Stefano Mauri, in veste di “prestanome” ma conterrebbe proprio le ingenti somme (centomila euro, ndr) derivanti dall’ incasso di un bonifico a seguito delle combine. Il passo successivo, quello del “riciclaggio”, resta da accertare e, per tal motivo, si è resa necessaria la rogatoria e la richiesta di interrogatorio del calciatore, anche perchè la Procura di Cremona mira ad individuare ulteriori somme “sospette” nei conti correnti elvetici.

Da Venerdì, dunque, dopo l’interrogatorio di Stefano Mauri, la sua posizione potrebbe ulteriormente essere aggravata, anche se il suo legale Matteo Melandri ha mostrato sdegno ed indignazione per le notizie circolate in questi giorni circa il suo assistito, precisando che “la nostra difesa è in fase di organizzazione” e che la convocazione in procura del suo assistito è soltanto in veste di “persona informata sui fatti”, in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria svizzera.

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