Il Pallonaro

Calcioscommesse, Palazzi -1 al Napoli e 9 mesi a Cannavaro

Il procuratore federale Stafano Palazzi ha espresso le sue richieste di penalizzazione per quanto riguarda il filone napoletano dell’inchiesta sul calcioscommesse ed, ora, la commissione disciplinare dovrà valutare se accoglierle o meno. A proposito della vicenda di combine che coinvolse Matteo Gianello, ex portiere del Napoli che provò a concordare il risultato di Sampdoria-Napoli del Maggio 2010 chiedendo, ma non ottenendo, la collaborazione di Grava e Paolo Cannavaro, il procuratore Stefano Palazzi chiede un punto di penalità per il Napoli per responsabilità oggettiva, sommati a centomila euro di multa, mentre per il capitano degli azzurri Cannavaro e per Grava chiede nove mesi di squalifica per omessa denuncia. Nel caso di Matteo Gianello, reo confesso, la squalifica richiesta è invece naturalmente più lunga, tre anni e tre mesi, in linea con altre comminate in altri filoni dell’inchiesta calcioscommesse.

Calcioscommesse, Palazzi chiede -1 per il Napoli e 9 mesi per Cannavaro e Grava
Calcioscommesse, Palazzi chiede -1 per il Napoli e 9 mesi per Cannavaro e Grava | ©Ed Jones/AFP/GettyImages

Il primo aspetto da sottolineare nella lunga ed intensa giornata di ieri, è stato poi il tentativo della difesa del portiere Gianello di chiedere il patteggiamento, al fine di provare a ridurre  i mesi di squalifica, una cirostanza già nota nell’inchiesta calcioscommesse: in un primo momento, Palazzi aveva accordato, così, una condanna a sedici mesi, riducendo sensibilmente quanto deciso in precedenza, ma poi la Disciplinare ha deciso di respingere tale accordo evidenziando che, in realtà, da parte di Gianello non vi è stato alcun tipo di collaborazione con l’indagine e, dunque, mancavano i presupposti per un accodo definito “poco congruo”.

Inoltre, nella proposta di Stefano Palazzi di chiedere un solo punto di penalità per la società Napoli, si legge chiaramente la volontà di ammorbidire il concetto di responsabilità oggettiva, considerando quello che era il ruolo di Gianello nello spogliatoio, ossia un calciatore mai sceso in campo, un portiere di riserva, intendendo sottolineare in questo modo che un giocatore con questa posizione “conta molto poco nell’influenzare un risultato”.

Di contro, il Napoli non ci sta a subire la penalità anche perchè, a conti fatti, in un campionato equilibrato per la corsa Champions League anche un punto potrebbe rivelarsi decisivo a fine stagione, soprattutto alla luce del fatto che – in tali circostanze – una società non può che considerarsi come “parte lesa” proprio perchè viene coinvolta di riflesso ma non può avere strumenti adeguati “per incidere in queste vicende”, come ha sottolineato doverosamente il legale del Napoli, l’avvocato Chiavelli, ed inoltre l’altro legale del club, Grassani, focalizza l’attenzione sulla non attendibilità delle parole di Gianello, altro punto già utilizzato.

E si giunge, così, al vero e proprio colpo di scena della giornata del processo su calcioscommesse di ieri, ossia il cambio repentino di strategia difensiva da parte dei legali di Gianello, dopo aver visto rifiutata la richiesta di patteggiamento: così, l’avvocato Eduardo Chiacchio ha optato per una richiesta di derubricazione dal reato di illecito a quello di slealtà sportiva. Uno scenario ben diverso che inciderebbe, naturalmente, anche sulle sorti del Napoli perchè se si attenuasse il capo d’accusa per il suo ex portiere, la società non dovrebbe più scontare la penalità in classifica ma potrebbe cavarsela soltanto con un’ammenda, seppur molto salata: in tal caso, però, il presidente partenopeo De Laurentiis sarebbe molto lieto di pagare la multa piuttosto che privarsi anche di un solo punto in classifica.

Exit mobile version