Arrestati all’alba di oggi tre capi ultrà del Bari, ritenuti responsabili di aver fatto pressione sulla squadra pugliese nello scorso campionato di serie A, per indurla a perdere tre partite di campionato, rispettivamente contro Chievo, Cesena e Sampdoria, quando il Bari si trovava ormai all’ultimo posto in classifica ed era condannato alla retrocessione. Le manette sono scattate, dunque, per Roberto Sblendorio e Raffaele Lo Iacono, mentre il terzo ultrà Alberto Savarese ha ottenuto gli arresti domiciliari: l’operazione è stata condotta dai carabinieri del Comando Provinciale, che hanno eseguito l’ordine d’arresto emanato dalla Procura di Bari che sta indagando su uno dei tre filoni di inchiesta relativa al calcioscommesse.
In particolare, il reato contestato ai tre capi ultrà è la violenza privata aggravata ai danni di alcuni calciatori del club biancorosso (avrebbero preso a schiaffi un calciatore, ndr) finalizzata ad assicurarsi una cospicua vincita puntando proprio sulle sconfitte del Bari nelle tre gare del campionato 2010-2011, ed i fatti in questione sono stati ricostruiti soprattutto grazie alle deposizioni rilasciate dall’ex portiere barese Jean Francoise Gillet (ora in forza al Bologna, ndr) e del difensore Marco Rossi (ora al Cesena, ndr) che, nel corso degli interrogatori, avrebbero comunque confermato che la squadra avrebbe respinto le minacce dei capi ultrà anche se, stando ai risultati ottenuti sul campo, il Bari perse quelle ultime tre gare disputate: in partocolare, Bari – Chievo del 20 Marzo terminò con il risultato di 1-2, Cesena – Bari del 17 Aprile terminò per 1-0, mentre Bari -Sampdoria del 23 Aprile 2011 terminò con il risultato di 0-1, decretando la matematica retrocessione dei pugliesi in serie B.
Nello specifico, stando alle testuali dichiarazioni dell’ex capitano barese Gillet, le “richieste” dei tre capi ultrà sono state le seguenti: “Siete ultimi, avete fatto questo campionato di… non vi è mai successo niente, nessuno ha preso mazzate e cose varie, domani dovete perdere”, mentre il portiere rispose seccamente “No, non esiste”, negando qualsiasi tipo di “collaborazione” ed accondiscendenza alle loro minacce-richieste e, così, i tre ultrà lasciarono intendere che, da quel momento e fino al termine del campionato, “considerando che viveva a Bari, sarebbe potuta accadergli qualsiasi cosa”.