Il calcio italiano torna indietro di un quadriennio e i giornali fanno a gara a riportare rumors e indiscrezioni che vorrebbero addirittura riaprire il processo sportivo e non solo quello penale. Se nella prima trance dell’inchiesta fu la Gazzetta dello Sport il grimaldello degli accusatori a danno della Juventus e sopratutto a favore dell’Inter adesso è la Stampa a farsi portavoce del malcontento juventino per un Processo strumentale.
Le intercettazioni saltate fuori adesso, rimbalzano una verità diversa. I designatori considerati filo juventini parlavano invece con altri presidenti e molte volte facevano il tifo per loro… è il caso di Bergamo che al telefono con Adriano Galliani era sconsolato per il risultato della partita scudetto persa a San Siro contro la Juventus e della quale vi riportiamo di seguito il testo:
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L’ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall’altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto…».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l’operazione Istanbul… domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell’intervallo una vergogna (nell’intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».
Dal giornale torinese salta fuori l’ennesima incongruenza delle indagini del tenente colonnello Auricchio:
- Un’ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria: per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è parte di un capo d’imputazione, ma la Juve invece perse 0 a 1, con gol di Diana.
- Il secondo errore, riguarda Udinese-Brescia, 1 a 2 per le Rondinelle: l’arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1-0, ma solo Jankulovski non giocò: gli altri tre giocarono regolarmente e dunque non erano davvero in diffida.