È ripresa oggi la requisitoria del pm Narducci tutta basata sulla difesa dell’ indagine sulle sim svizzere, indagine molto importante e fulcro di tutto il sistema accusatorio. Grandi protagonisti dell’ udienza sono stati Gianluca Paparesta e suo padre Romeo entrambi non rinviati a giudizio ma che hanno ammesso l’ uso delle sim straniere.
Sulle sim Narducci ha ammesso che le schede non erano intercettabili perché dovevano essere un sistema chiuso con sim svizzera che deve chiamare scheda svizzera, senza chiamare telefoni italini normali, cellulari o terrestri, ma la scoperta è stata fatta solo grazie al fatto che alcuni si sono traditi chiamando parenti o casa con le sim svizzere. Paolo Bergamo, però, durante la pausa d’udienza «normalizza» l’uso di queste schede del mistero: «La famosa telefonata del 9 febbraio fatta a casa mia da Moggi con la sim svizzera non è un errore di Luciano: in una precedente chiamata alla segretaria di Moggi avevo detto che mi trovava a casa, che poteva chiamare lì (un telefono intercettabile facilmente quello di Colle Salvetti, ndr). Che ragione aveva di chiamarmi con la scheda svizzera a casa se voleva tenerla così segreta?»
Il pm ha poi contestato all’arbitro De Santis il documento in cui l’ex direttore di gara risultava presente a un corso ministeriale a Roma mentre la scheda a lui attribuita agganciava una cella di Firenze: ”La stessa cella era agganciata in quelle ore dalla sua utenza cellulare”. Inoltre Narducci ha concentrato le sue accuse sull’arbitro: “Da quella scheda, in dotazione a De Santis risultano chiamate verso il cellulare della moglie dello stesso”. Per il pm De Santis era il leader di un gruppo di arbitri e aveva un ruolo molto significativo nell’associazione. E alle accuse, ai margini del processo, ribatte De Santis: “Non ho mai negato di aver raggiunto Firenze in quell’occasione, soltanto che sono arrivato in ritardo per partecipare al corso per vice-commissario della polizia penitenziaria a Roma”.
Il teorema di Narducci si basa anche sulle presunte ammonizioni combinate che Luciano Moggi “ordinava” ai suoi arbitri per pilotare le squalifiche a proprio vantaggio. Tuttavia il pm non riesce però a dimostrare l’ effettiva combine sui cartellini gialli, infatti, è dicembre e Racalbuto viene inviato a dirigere Reggina-Brescia, per Narducci è già gara «drammatica per la lotta per non retrocedere», beh il campionato deve quasi cominciare per quelle zone, in realtà… Eppoi nello stesso turno Moggi si augura ammonizioni (e augurarselo non è reato) per qualche milanista impegnato a Parma: la settimana successiva si gioca proprio Juve-Milan. Perfetto, secondo il teorema Narducci-Auricchio, si dirà. Peccato che uno degli associati e “simmati”, Pieri, sia inviato a dirigere Parma-Milan e che alla fine del match le ammonizioni a carico del “nemico” rossonero siano ZERO.
Narducci conclude la parte relativa alle schede sim parlando delle rare ammissioni sull’utilizzo delle schede. «Bergamo ne ammette l’utilizzo e di aver ricevuto il telefono svizzero da Moggi», su Pairetto resiste il dubbio visto che Bergamo a riguardo dice e poi rivede. In realtà era stato lo stesso Pairetto in aula a parlare di molte schede staniere da lui acquistate, anche svizzere, avendo svolto il lavoro di vicedesignatore all’Uefa: «Mai però l’ho ricevuta da Moggi». Narducci prova poi ad affondare il colpo parlando della trasmissione Matrix in cui lo stesso Moggi parla delle schede: «Alla cena di Natale del 2004 avevo saputo dello spionaggio Telecom e dissi a tutti, c’erano presenti anche gli arbitri e i designatori. Io mi uso le schede svizzere, qui c’è spionaggio e vengono a scoprire i segreti del calciomercato. E Bergamo e Pairetto mi dissero: daccene una pure a noi», riferisce Narducci sulla trasmissione tv. Per Narducci la tesi della volontà di sfuggire allo spionaggio Telecom in piedi dal 2002 è «inconsistente»: «Perché le schede non le ha date pure a Giraudo e ai suoi collaboratori di mercato? E agli agenti? L’ha date solo ai desingatori con cui si deve parlare solo si arbitri e non di mercato». Piccolo particolare: tra le utenze “monitorate” dagli spioni Telecom dagli atti di MIlano risultano anche quelle di Bergamo, Pairetto e De Santis. Narducci va verso la conclusione parlando degli incontri e delle cene, partendo però dallo scontro tra Bergamo e Pairetto sul ruolo della Fazi. Narducci porta avanti la sua requisitoria puntando l’obiettivo su De Santis, che torna al ruolo nelle combriccola romana e riprende i temi di Lecce-Juve (smentiti in aula dai protagonisti): sembra di tornare al 2006, senza alcun riferimento a quanto emerso durante il dibattimento.
L’udienza è stata aggiornata al 24 maggio. Prima, il 20, la Settima Sezione del Tribunale si pronuncerà sulla richiesta di ricusazione del giudice Casoria da parte dei pm. L’udienza del 24 si concentrerà sia sull’ ipotesi di frode sportiva da parte del pm Capuano ma anche, visto che Narducci sembra non aver concluso il suo intervento sull’associazione per delinquere, sulla posizione di Luciano Moggi.